Serie TV > Wynonna Earp
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Autore: aurora giacomini    10/03/2021    0 recensioni
C'è qualcosa che si muove fra quegli alberi, qualcosa di sbagliato... perverso.
La bestia ha gli occhi azzurri, azzurri come i ghiacci eterni.
Non puoi scappare, quando te ne renderai conto sarà ormai troppo tardi... se sopravvivi non sarai più lo stesso.
Dove si trova il segno che separa il genio dal folle? Forse è da ricercarsi nei confini di quella foresta.
-Avevo già caricato questa storia, ma era, diciamocelo, poco leggibile e davvero sgradevole... ho fatto del mio meglio per aggiustarla, correggerla e, sì, anche modificare e aggiungere alcune parti.-
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Personaggi: Nicole Haught; Wynonna Earp; Waverly Earp; Doc Holliday; Xavier Dolls; Jeremy Chetri; Personaggi Originali.
Coppie: Nicole Haught/Waverly Earp; Wynonna Earp/Doc Holliday.
Tag aggiuntivi: Esperimenti genetici (freeform) su Umani e Animali; G!P; Licantropia; Chimere.
Genere: Avventura, Horror, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Foresta degli Orrori '
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XXII
Risposte





 

 

Waverly si svegliò quando sentì che il suo corpo veniva scosso e una voce chiamava il suo nome, ma era troppo stordita per darle un senso o un nome.

Aveva uno strano freddo, probabilmente causato dalla febbre: avevano passato la notte nel gelo invernale.

Attraverso le palpebre chiuse, poté vedere un chiarore rosa-arancione. Questo aumentò la sua confusione.

La voce di Wynonna continuò a chiamarla.

La ragazza aprì gli occhi, ma fu costretta a richiuderli subito: il sole l’abbagliò.

«Che cos’è successo?» mugugnò.

«Non ne sono sicura. Ma penso siamo stati narcotizzati da quella strana nebbia verde», rispose Wynonna, aiutando Waverly a mettersi seduta.

«Dov’è Nicole?!» volle sapere, appena riuscì a riprendere il controllo di sé.

«L’hanno portata via», rispose Doc, seduto sul portico.

«Non possono averlo fatto davvero...» sussurrò.

«Mi dispiace, piccola», disse Wynonna, abbracciandola. Ma la ragazza si sottrasse alla stretta della sorella.

«Ti dispiace? Non hai fatto nulla per fermarli!» gridò.

Lentamente stava realizzando che Nicole non era davvero lì. Probabilmente non l’avrebbe mai più rivista.

«Cosa potevo fare?!» gridò a sua volta Wynonna, arrabbiata. «Tu mi hai mentito! Dovevi dirmi da subito cos’era Nicole! Forse allora avrei potuto fare qualcosa!»

La rabbia stava lasciando il posto ai rimorsi.

«Stai dicendo che è colpa mia...?»

Wynonna si calmò.

«No, ma pensavo che noi ci dicessimo tutto...»

«Nicole non mi ha chiesto di mentire. E’ stata una mia scelta, quella non dirti nulla», ci tenne a farle sapere, sentendosi in dovere di proteggere Nicole.

«Andiamo a parlare dentro. Ho freddo», borbottò, tirando la sorella per le braccia, per rimetterla in piedi.


«Sono stata tradita», brontolò Wynonna, seduta sul divano con una coperta addosso e una tazza di caffè bollente in mano.

Henry rimase seduto in silenzio a contemplare il gesso.

«Nicole non ha tradito nessuno», disse Waverly, infine, non sopportando il peso che il commento di Wynonna si era lasciato dietro.

«Ha tradito me e la mia fiducia!» sbottò, arrabbiata.

Anche Waverly cominciava ad arrabbiarsi.

«Perché fai così? Uh? Secondo te era facile svelare un simile segreto?!»

«Anche tu mi hai tradita!» affermò Wynonna, rovesciando un po’ di caffè.

Waverly si alzò.

«Nessuno ti ha tradita, falla finita! Non era facile. Cosa avrei dovuto fare? Cosa sarebbe cambiato se tu l’avessi saputo?!»

«Avrei fatto molte più cose sapendo di avere una cazzo chimera sotto il mio stesso tetto!»

«Nicole non è una chimera! E’ un licantropo, punto primo, e secondo dimmi cosa avresti fatto! Le avresti imbottito il corpo d’argento? L’avresti uccisa!?»

L’altra non rispose.

«Chi tace acconsente...» esalò Waverly, sgomenta.

«No, chi tace non ha più voglia di discutere, perché ne capisce l’inutilità...» borbottò.

«Ora non vuoi parlare?»

«Esatto. Ho paura di sentire altre menzognere stronzate uscire dalla tua bocca.»

«Non ti ho mentito! Ho omesso la verità, è molto diverso!»

«Quei tre cadaveri, il cui sangue ricopre il nostro cortile, potevamo essere noi! Riesci a capirlo, oppure sei troppo stupida per affrontare la realtà dei fatti?!» Anche Wynonna si era alzata, lasciando che la coperta e altro caffè finissero a terra.

«Nicole non ci ha fatto del male! Non potrebbe mai farci del male! Perché hai dimenticato che è stata lei a salvarci?!»

«Non l’ho dimenticato, ma non dimentico nemmeno che poteva ucciderci tutti!»

«Ma non l’ha fatto!» ribadì. «Per la prima volta nella mia vita, giuro, avrei voglia di colpire quella tua stupida faccia!»

Wynonna posò con violenza la tazza sul tavolo e si avvicinò a Waverly.

«Vuoi colpirmi?! Allora fallo!» la sfidò, spingendola.

«Ragazze, per favore... Siamo tutti sconvolti...» intervenne Henry, capendo che la situazione stava andando fuori controllo.

«Avanti! Colpisci la mia stupida faccia!» strillò Wynonna, a pochi centimetri dal viso di Waverly.

La ragazza si coprì la bocca e cominciò a piangere.

«Scusami...» mormorò, e fuggì dalla stanza.

«Merda...» mugugnò Wynonna, dispiaciuta per aver perso il controllo a quel modo.

 

Waverly raccolse l’indumento, che ancora giaceva a terra vicino alla porta: era la camicia rossa e nera di Nicole, quella che le piaceva tanto. Si portò il tessuto al viso, respirandone l’odore: muschio e vaniglia.


 

Stava per addormentarsi stretta alla camicia di Nicole, quando sentì qualcuno bussare piano alla porta.

«Posso entrare?» La voce di Wynonna la raggiunse, ma lei non aveva forza sufficiente per rispondere.

Passarono alcuni secondi; poi: «Sto entrando...»

Wynonna entrò nella stanza e si avvicinò al letto di Waverly.

«Ho esagerato», esordì, a mo’ di scuse.

La ragazza rimase immobile, era come se il solo respirare le costasse una fatica enorme.

Wynonna salì sul letto e si coricò accanto alla sorella, osservando il viso triste e stanco di lei.

«Non volevo colpirti, non so perché l’ho detto...» sussurrò Waverly. «Non ti colpirei mai...»

Le fece una carezza sui capelli.

«Lo so.»

Waverly ricominciò a piangere e le sue lacrime bagnarono la camicia di Nicole.

«Andrà tutto bene...» sussurrò l’altra, continuando ad accarezzarle i capelli.

«Mi sono tanto affezionata a lei. Lo so che quasi non la conosco, ma c’è qualcosa di molto forte, qualcosa che ci unisce.»

Wynonna rimase in silenzio, lasciando che la sorella sfogasse il suo dolore.

«Non so se è amore», proseguì Waverly, «non sono mai stata innamorata. Ma quando sono con lei sembra che tutto sia giusto. Il mondo diventa un posto caldo e accogliente, mentre ora tutto sembra freddo e ostile. Mi manca, mi manca come se mi avessero tolto qualcosa di essenziale... e questo fa male.»

«Ho parlato con Henry. Quando la sua gamba sarà guarita, andremo a riprenderci Nicole.»

Waverly la guardò, sorpresa.

«Dici sul serio?»

Wynonna annuì.

«Andremo a riprenderci Nicole», ripeté, come se una parte di lei non ne avesse ancora davvero inteso il significato.

Dalla bocca di Waverly uscì una sorta di rantolo che sfociò in pianto. Abbracciò forte Wynonna e nascose il volto sul suo petto.

Quando fu più calma, sciolse l’abbraccio e mormorò: «C’è un’altra cosa che non sai... ma che devi sapere...»

«Prima però vai a lavarti il viso, quando sarai più calma parleremo. Vado a prepararti una cioccolata calda», disse, alzandosi.


 

Wynonna e Waverly erano sedute fianco a fianco sul piccolo divano, nella stanza della ragazza. Entrambe con una tazza di cioccolata bollente.

La giovane decise di cominciare il discorso partendo con qualcosa di gestibile, prima di lanciare la bomba.

«Avete trovato Nicole nuda perché si era trasformata: il Licantropo Nero ci aveva teso una trappola...»

C’era qualcosa nelle parole di Waverly che Wynonna non capì, infatti chiese: «Una trappola? E’ dotato di un’intelligenza del genere?»

«Un intelligenza pari alla mia o alla tua», confermò Waverly, lentamente. Aveva bisogno di tempo per scegliere le parole.

«Cosa stai cercando di dirmi?» volle sapere Wynonna, soffiando via il vapore dalla tazza.

«Il Licantropo Nero... era in grado di parlare e ragionare come un essere umano...»

Questo l’aveva capito dalla precedente affermazione, ma annuì, incoraggiando la sorella a proseguire.

«Perché era un essere umano. E’ un licantropo, appunto, come Nicole...»

«Okay... um... anche Nicole parla?» Quella non era certo la domanda più intelligente da fare, dopo le informazioni appena ottenute. Ma, d’altro canto, c’erano domande giuste e sbagliate? E poi, perché non accompagnare il bisogno di tempo di sua sorella?

«No, non credo...»

«Nicole è uno degli esperimenti dello scienziato pazzo?» chiese Wynonna, anche se era abbastanza certa di conoscere la risposta.

«Sì...»

«Okay. Nicole si è trasformata per difenderti dal licantropo, immagino.»

«Sì.»

«E, nella forma da lupo, non ti ha attaccata neppure quella volta, giusto?»

«Giusto. Era esattamente come ieri sera: un cucciolo. Ma quando si è voltata verso di lui è diventata... bestiale...»

Wynonna annuì, cercando di elaborare le informazioni.

«C’è dell’altro, lo sento...» disse, dopo alcuni secondi di silenzio.

«Hai ragione, ma non so come iniziare», ammise Waverly.

«Sono calma. Sono ancora arrabbiata con te e Nicole, ma non come prima.»

Waverly scosse la testa, quasi fosse incapace di credere ai suoi stessi pensieri.

«E’ così assurdo...»

«Provaci, penso non ci sia più nulla in grado di sconvolgermi.»

«Io credo di sì, invece...» Waverly prese un respiro profondo; poi: «Il Licantropo Nero e lo scienziato pazzo sono la stessa persona...»

Wynonna la guardò e annuì.

«Okay... Okay... Oddio, okay un cazzo, ma comunque...»

«Non ho finito...» esalò, cercando di respirare correttamente: era difficile anche solo pensare quelle cose.

«Ti ascolto.»

«Ricordi i segni sul corpo di Nicole, vero?»

«Sì, me li ricordo. Soprattutto perché li ho rivisti ieri sera.»

«Credo siano le cicatrici lasciate dagli esperimenti fatti su di lei...»

«Questo credo di averlo capito...»

«Io non riesco a dirlo...»

Wynonna le prese la mano.

«Cosa non riesci a dirmi?»

«E’ come se tu mi facessi una cosa del genere... tu che sei mia sorella, sangue del mio sangue...»

Wynonna cominciava ad avere un brutto presentimento. Era sicura che qualunque cosa Waverly stesse per dire, non sarebbe stata bella da sentire.

«Nicole... « Le lacrime ricominciarono a cadere, il dolore e il disgusto si erano fatti intollerabili.

«Va tutto bene...»

«Nicole è sua figlia...» disse infine.

Wynonna pregò con tutta se stessa di aver frainteso.

«La figlia di chi?»

«Di lui... dello scienziato...»

«Oh, mio Dio... Che cazzo!» Per poco Wynonna non lasciò cadere la tazza. «E’ stato suo padre a farle quelle cose?!»

Trascorsero pesanti minuti di silenzio.

Wynonna rimase immobile, non riusciva ad accettare che un essere umano potesse fare una cosa simile a un altro essere umano. Non a sua figlia. Waverly aveva ragione: era come se lei, Wynonna, torturasse la sua stessa sorella: qualcosa a cui non riusciva nemmeno a pensare senza avere la nausea.

«Perché le ha fatto una cosa del genere?»

Waverly cercò di calmarsi.

«Non lo so. Lui parlava di perfezione... di esseri invincibili... diceva di essere un genio», rispose, facendo fatica a ricordare tutto: era come rivivere la scena, qualcosa di diabolico.

«E’ uno stronzo! Non un genio!» sbottò Wynonna.

«Lo so... Nicole non meritava questo. Nessuno merita una cosa del genere.»

«Quando le ha fatto quelle cose? Voglio dire... quanti anni aveva quand’è cominciato?»

«Non lo so, non ne abbiamo mai parlato...»

Una parte di Wynonna fu felice di non conoscere la risposta; una parte bella grande.

«Lui può riprendere sembianze umane?»

«Non ne ho idea: l’ho visto solo nella sua forma di lupo.»

«Conosci il motivo per il quale il laboratorio è distrutto?»

«No, ho solo delle ipotesi: la fuga degli esperimenti, oppure è stato lui, lo scienziato. A volte era proprio come parlare con un essere umano, altre, invece, era una bestia priva di senno. Mi voleva mangiare...! Ma Nicole mi ha salvata. Gli ha gridato che ero sono sua; sembrava convinta che dicendo ciò, lui mi avrebbe lasciata stare. Pensandoci ora, è un comportamento che ha senso: è come se mi avesse rivendicata. Non lo so, sto cercando di applicare alcuni comportamenti da lupo a loro, ma forse è tutto sbagliato...»

«Che cosa succede a Nicole con la luna piena? Voglio dire, perché perde il controllo?»

«Non ne sono sicura. La luna è importante per gli esseri viventi quanto il sole: influenza il comportamento umano, animale e le maree; un recente studio ipotizza che la vita sulla Terra sia cominciata quando si è formata la luna: grazie alle maree che hanno spinto le forme di vita, del brodo primordiale, sulla terra ferma.
Sto divagando... Comunque, penso che la chimica che compone il nuovo DNA di Nicole sia più sensibile alla luna; lo so che, prima di NeveSplendida, quella del lupo mannaro era solo una leggenda, come i vampiri, ma trovo comunque incredibile che elementi come l’argento e la luna piena siano efficaci nella realtà... comincio a pensare che i lupi mannari esistano da sempre...»

Wynonna non aveva idea di cosa dire, infatti rimase in silenzio.

«Le mie sono solo ipotesi, ma penso di non essere lontana dalla verità», concluse.

«E le chimere? Henry e i ragazzi hanno trovato tantissimi ‘‘esseri non funzionanti’’.»

«L’hai detto tu: non funzionavano, erano prove. Mi ricorda alcuni esperimenti nazisti, sopratutto per gli occhi blu. E’ stata la prima cosa a cui ho pensato: sai, loro erano fissati con la razza ariana, la perfezione, dicevano... Anche loro facevano esperimenti su umani e animali. Ma ci fu anche quel ricercatore russo. Sai quello che faceva esperimenti sui cani? Come si chiamava..? Ivan Pavlov, credo, sul riflesso condizionato, agli inizi del Novecento.»

«Ho paura di non seguirti più», ammise Wynonna.

«Non preoccuparti. Sto solo dicendo che la storia ha già visto questo tipo di orrori, ma lui... è andato oltre: è riuscito a far sopravvivere i suoi esperimenti. E’ andato mille anni luce avanti a Dolly: semplice clonazione, per di più difettosa, pare: fu abbattuta perché sviluppò un’infezione... povera creatura. Il sistema immunitario di Nicole, invece, è perfetto! Può addirittura rigenerare la complessità di... un occhio! Riesci a crederci?»

«Waverly, so che non è così, ma sembri... ammirata...»

«E’ la scienziata a parlare. Come essere umano sono disgustata e ferita, ma l’altra parte di me è... Non lo so, è incredibile. Se solo avesse applicato questa conoscenza per fare del bene, avremmo potuto dire di aver convissuto nella stessa epoca di un genio! Ma lui è un mostro che gioca con la vita... gioca a fare Dio. Renditi conto che avrebbe potuto applicare le sue conoscenze per aiutare le persone che hanno perso... che ne so, una gamba o persino la vista!»

«Tu e Nicole avete una cosa in comune...»

«Cosa vuoi dire?» chiese, improvvisamente smarrita.

«Siete due esseri che convivono in un unico corpo: lei è una donna-lupo, tu una donna-scienziata; ti trasformi, con certi argomenti.»

«Penso lo prenderò come un complimento...»

«Sì, probabilmente lo era.» Si grattò la testa e proseguì: «Come ti spieghi il comportamento degli abitanti?»

«Nicole ha risposto anche a questo: ha detto che la clinica fornisce cibo alle bestie, nella speranza di essere lasciata in pace.»

«Giusto... l’avevo dimenticato. Ma c’è ancora qualcosa che non capisco, per esempio: la vecchia Marta sembrava sapere cosa fosse Nicole. E disse che non si vedevano militari da molto tempo. Non lo so, forse sono stati davvero gli esperimenti a distruggere il laboratorio durante la fuga. Ma perché sono riusciti a scappare, se lo scienziato è ancora vivo? E poi, la storia delle chimere che attaccano gli umani sembra andare avanti da molto più tempo. Ci sono troppe domande e così poche risposte.»

«Inoltre, non ti sembra strano che il governo ci abbia fornito informazioni su dove avrebbero portato Nicole? Voglio dire, di solito fanno tutto in segreto senza lasciare testimoni. E perché proprio a NeveSplendida, con tutte le strutture che hanno? Cosa c’è, a NeveSplendida, oltre al laboratorio distrutto?»

«Hai ragione. Pensandoci a mente fredda, tutto questo non ha alcun cazzo di senso», concordò Wynonna. «Ci sono troppe cose che non funzionano, in questa storia, troppe illogicità, troppi misteri! A iniziare dalla nostra spedizione, di cui ancora non ho capito il senso: ci hanno lasciati in quel posto e l’intenzione sembrava quella di bloccarci laggiù, ma perché? Davvero non riesco a capire.»

S’immerse in complicati ragionamenti da cui, probabilmente, non avrebbe cavato un ragno dal buco.

Non c’era davvero logica in tutto quello... ma se invece ci fosse stata? Quanto perversa poteva essere, la situazione? Quanto sapeva il governo, in realtà? Le persone che erano venute in loro soccorso, erano le stesse che li avevano mandati laggiù? Perché non riusciva a capirci niente?

Quali segreti nascondeva ancora, NeveSplendida?

  
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