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Autore: Selosogni    11/03/2021    0 recensioni
|Soukoku|
Yokohama è davvero bella di notte, nulla a che fare con la Yokohama di giorno, non che cambiassero le persone o gli edifici ma era tutta un’altra cosa vederla illuminata da sgargianti fasci colorati provenienti dalla ruota panoramica o dai numerosi grattacieli e bar. Si trasforma completamente, come se indossasse un abito più elegante e appariscente, senza nascondere o banalizzare ciò che possiede ma mostrando ciò che ha con fierezza. Il modo in cui essa muta lo ha sempre affascinato; forse è il cambiamento repentino a piacergli o forse è il ricordo di un vecchio compagno che, come lei, si nasconde alla vista.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Chuuya Nakahara
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Yokohama è davvero bella di notte, nulla a che vedere con la Yokohama di giorno, non che cambiassero le persone o gli edifici ma era tutta un’altra cosa vederla illuminata da sgargianti fasci colorati provenienti dalla ruota panoramica o dai numerosi grattacieli e bar. Si trasforma completamente, come se indossasse un abito più elegante e appariscente, senza nascondere o banalizzare ciò che possiede ma mostrando ciò che ha con fierezza. Il modo in cui essa muta lo ha sempre affascinato; forse è il cambiamento repentino a piacergli o forse è il ricordo di un vecchio compagno che, come lei, si nasconde alla vista.

Sente di appartenere a quella città notturna che cerca di brillare senza sole.

Le sole luci che permettono di illuminare quel lussuoso appartamento, al cinquantesimo piano, provenivano da fuori. L’unico individuo presente in quella suntuosa stanza era comodamente seduto, con un calice pieno di Château Petrus dell’84 in mano, sull’enorme divano color crema che dava sulla gigantesca televisione schermo piatto spenta.

Un leggero sospiro lasciò le labbra fini mentre il liquido vermiglio riempiva il calice.

Guardò il bicchiere di vino e con un movimento risoluto e consuetudinario lo fece roteare in modo da rendere quel liquido scuro ancora più gustoso e saporito, non che in quel momento gli importasse del sapore; aveva solo voglia di bere e perdere lentamente coscienza.

La missione era stata compiuta nel modo migliore possibile, certo non aveva potuto impedire che alcuni suoi subordinati perdessero la vita ma come al solito non aveva provato nulla guardando quei corpi riversi sopra a piccoli laghetti di sangue.

Forse, se non provava piacere nemmeno con quel prezioso liquido vermiglio, era davvero diventato indifferente alla vita; la lontananza da quello spreco di bende si faceva sentire più del previsto.

A quell’ora starà facendo il finto buon samaritano saltellando con i suoi nuovi amici, che non si sporcano le mani uccidendo le persone, credendo che tutti vadano aiutati e bla bla bla. Che si fottessero tutti! Quello che loro conoscevano non era il suo Dazai. Maledetto Oda lui e il suo buonismo del cazzo non poteva crepare senza rovinare la vita altrui?

Se lui fosse ancora qui avrebbero iniziato a picchiarsi e quando l’istinto avrebbe preso il sopravvento si sarebbero presi dove capitava.

“A volte due persone, per combaciare, devono prima rompersi in mille pezzi ma poi staranno insieme per sempre”

Gli aveva detto con lo sguardo rivolto verso l’enorme vetrata e la schiena poggiata al divano. La luce giallognola, tipica del tramonto, e il leggero fumo proveniente dalla sigaretta rendeva quell’attimo qualcosa di mistico e indimenticabile.

Ma quanto ancora avrebbe dovuto rompersi prima di tenerlo stretto a sé?  

Eccolo di nuovo come un piccolo tarlo fastidioso si insinua tra i suoi pensieri.

Bevve con un sorso tutto il contenuto del bicchiere per poi riempirsi nuovamente il calice.

Arrivò a circa mezza bottiglia quando decise di accendere la televisione, aveva bisogno di sentire qualcosa, di sentire che ci fosse un mondo fuori e l’unica “compagnia” che non lo avrebbe giudicato per quello che stava facendo era quell’ammasso di circuiti e fili.

Dopo pochi secondi di silenzio un giro di accordi riempì la stanza, era finito su un canale dove trasmettevano solo canzoni. Ben venga meglio del telegiornale o di qualche stupido reality show.

Il video era ambientato in quello che sembrava un luna park pieno di giostre e colori, prese un sorso di vino socchiudendo gli occhi mentre la batteria iniziava a dare un tempo lento e regolare. 

Una voce leggermente roca e melodiosa, riempì la stanza mentre rilassava la schiena contro lo schienale morbido del divano.

Ricordava ancora la prima volta che lo aveva incontrato, era stato odio a prima vista. Tornasse indietro nel tempo quel maledetto braccio glielo avrebbe rotto sul serio. Eppure dopotutto quello che avevano passato gli ha proposto di entrare nell’organizzazione salvandogli la vita. Gli aveva mostrato come comandare non più da pecora ma da lupo.

Portò il capo all’indietro chiudendo gli occhi. Sentiva il la testa estremamente leggero, quasi vuoto, in quella sorta di pace che riusciva ad ottenere solo in quello stato di semi-coscienza.

Ricordava che qualcuno lo aveva avvisato mettendolo in guardia, ma gli sembrava inverosimile che quel maledetto sgombro un giorno se ne sarebbe andato lasciandolo solo, quindi, dopo, avergli riso in faccia augurandosi che fosse realmente.

Sospirò leggermente sentendosi molto stupido; rivangare il passato non lo avrebbe portato indietro anche se voleva poter toccare di nuovo il suo corpo coperto di bende, baciarlo fino a perdere il fiato, lasciare segni del proprio passaggio sulla pelle dell’altro e annullarsi completamente al momento dell’orgasmo.

Davvero patetico pensare queste cose quando non può nemmeno chiamarlo compagno, ora, erano semplici nemici.

Si passò una mano tra i capelli ravvivandoli leggermente la musica sembrava non bastare a distrarlo da quei maledetti pensieri.

Forse gli altri sapevano che sarebbe andata a finire così, dopotutto nessuno sembrava stupito quando da un giorno all’altro era fuggito via lasciandolo indietro.

Era stato sciocco, ma come poteva sospettarlo se ogni sera bisbigliava sulle sue labbra quel “per sempre”?

Spense con un gesto nervoso la televisione e portò le gambe più vicine al petto.

La stanza cadde in un silenzio assordante, gli occhi, abituati alla luce della televisione, non riuscivano a distinguere i contorni degli oggetti. Provò a prendere la bottiglia ma la urtò facendola cadere. I cocci volarono ovunque e il vino restante si allargò sul bianco pavimento.

Si perse qualche secondo in quella vista.

“Il mio Dazai non c’è più”

Bisbigliò a sé stesso mentre la testa iniziava a pulsare leggermente.

Non importava quante volte si fosse rotto oramai i loro cocci non combaciavano più.

Oda aveva smussato gli angoli che lui aveva affilato.

L’unico luogo dove ancora esistevano era nella sua testa.

Usò il suo potere portando a mezzaria il vetro presente sul pavimento.

Alla fine Dazai ha scelto oda, ha scelto lui e il suo buonismo maledetto, ha scelto di cambiare vita, ha scelto di camminare alla luce del giorno.

Si era completamente dimenticato della sua esistenza

lo sapeva e lo accettava … ma allora perché faceva così male pensarci?

Yokohama era davvero bella di notte ma adesso era doloroso guardarla.

   
 
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