Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Cida    13/03/2021    10 recensioni
[Fable!AU - Cappuccetto Rosso / Cappuccetto Rosso Sangue]
Ora dormi bimba mia, tieni stretta questa mano
nel cielo non c'è luna e il lupo è ben lontano.
Se, invece, è grossa e piena, la notte sua sarà
non essere sciocca, stai al riparo o lui ti mangerà.

[Jelsa]
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Anna, Elsa, Kristoff
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate
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CAPITOLO 6


    Al villaggio Kristoff non brillava per la sua intelligenza, anzi, dai più era creduto come un giovane tutto muscoli e ben poco cervello. In verità, però, scemo non lo era affatto, era solo molto timido e ciò non lo aiutava, di certo, a renderlo un mago della dialettica. Proprio per questa sua virtù apparentemente nascosta, ora che sapeva cosa guardare, aveva cominciato a mettere assieme tasselli a cui, fino a quel momento, non aveva dato molta importanza. Si era, perciò, reso conto che non era in grado di ricordare l’ultima volta che aveva visto Elsa girare per il villaggio nelle sere di luna piena e aveva riconosciuto nei comportamenti dell’amico, dopo che era stato morso, gli stessi strani atteggiamenti che più volte aveva notato nella ragazza ma a cui non era mai riuscito a dare una spiegazione. Ecco perché Elsa sembrava così distrutta dal destino toccato al cacciatore, perché ne era stata la causa. Finalmente comprendeva quella sensazione di gelo che lo assaliva quando lei lo guardava, non era solo il timore di non essere abbastanza – e va bene, quello di sicuro era un fattore influente – ma anche il sentirsi inconsciamente una preda. Oh, indubbiamente le sorelle avrebbero dovuto raccontargli molte cose: era stufo di essere tenuto all’oscuro, era stanco di essere messo da parte e, poco importava, se ciò avrebbe significato dover affrontare Anna una volta per tutte, era più che mai intenzionato ad andare a fondo della questione. Il destino, però, aveva ben altro in serbo per lui e per tutti: la bottega del falegname era già entrata nel suo campo visivo, quando si era levato il grido.

    Elsa aprì gli occhi nuovamente, sempre sul pavimento della sua fredda cella ma fra le braccia di Jackson che ancora sonnecchiava tranquillo. Per la prima volta da che era stata trasformata in lupo, si sentiva felice e un po’ meno sola. Alzò lo sguardo su di lui e si perse a contemplarne il viso rilassato. Chissà perché le ritornò alla mente Hans con le sue assurde proposte di matrimonio: sorrise al pensiero delle sue già vane speranze di poter competere con il cacciatore ora, e finalmente, disteso al suo fianco. Non solo lo reputava più bello - d’altra parte, la bellezza era un fattore assolutamente soggettivo – ma Jack aveva una particolarità che nessun altro possedeva: era libero. D’accordo, sapeva anche essere irritante, estremamente irritante, ma non sottostava a nessun canone prettamente imposto e sfidava apertamente quelli a cui non riusciva a dare un significato. Era l’unico uomo in tutto il villaggio che non la temesse o la ritenesse fuori luogo nella sua posizione, a lui non importava che lei avesse preso le redini del padre svolgendo quello che, a tutti gli effetti, era un lavoro prettamente maschile, anzi, ne era sinceramente ammirato. Oh sì, cercava in tutti i modi di non darlo a vedere ma il lupo non si poteva ingannare, non senza artefatti. Passò una mano sulla sua mandibola, avvertendo sotto ai polpastrelli la barba ispida che cominciava a crescere, lo vide sorridere sotto a quel tocco.
«Non lo sai che è scortese fissare gli altri, Fiocco di Neve?»
Lei si lasciò contagiare dal suo sorriso «Tanto quanto far finta di dormire, suppongo»
Lo sentì sghignazzare e una mano si strinse nella sua, soffermandosi ad accarezzarne le dita ed il palmo «Ora mi è chiaro come mai la tua pelle è morbida nonostante il mestiere che fai»
Avvampò «Che?»
Questa volta il suono di una vera e propria risata riecheggiò nella loro prigione e avvertì le sue braccia stringerla ancora più forte «Non avrei mai creduto di ritrovarla, sai?»
«Di chi parli?»
«Della mia amica d’infanzia preferita» le spiegò, aprendo gli occhi di colpo e guardandola con un’intensità tale da farla arrossire ancora di più «Toglimi un’altra curiosità, perché ti comportavi a quel modo con me?»
Elsa non fu sorpresa da quella domanda ma anziché rispondergli a parole, decise di farglielo comprendere «Annusami»[1]
Lui sgranò gli occhi «Che
«Puoi fare, per una volta, come ti dico?» lo rimproverò, sbuffando leggermente «O ti devo obbligare?»
L’altro si zittì, non era del tutto gradevole la sensazione che l’autorità dell’Alpha ti lasciava addosso, obbedì senza costrizioni e abbassò il capo per sprofondare il naso nei suoi capelli biondi e morbidi, inspirò. Avvertì gli odori di tutto quello che avevano appena vissuto insieme e dovette sforzarsi di concentrarsi sul resto: c’erano note di legno, di colla, di pino, di neve… aveva un profumo la neve? E cos’era quell’ultima fragranza, incredibilmente dolce e avvolgente? Non era qualcosa di papabile, sembrava quasi… «Non è possibile» sbottò incredulo, scostandosi di colpo.
Elsa assottigliò gli occhi, piccata «Fammi capire» lo riprese sarcastica «Tu percepisci che ti amo e questa è la tua reazione? Se già non sapessi quello che provi, sarei mortalmente offesa»
«Scusa eh» si schermì Jackson «Mi hai sempre trattato come il peggior pezzo di sterco mai espletato su questa Terra, puoi concedermi un po’ di sano stupore?
» ci pensò un po' su  «Che intendi per quello che provo? Vuoi dirmi che hai sempre saputo tutto?» quasi si strozzò sull'ultima parola.
Lei annuì, con un’espressione eloquente: sì, sapeva proprio tutto di quello che riusciva a suscitare nel giovane cacciatore.
Il ragazzo si passò una mano sul viso, disperato «Oh, cazzo…»
La risata che gli regalò fu una delle cose più belle a cui avesse mai assistito negli ultimi anni, era praticamente una vita che non la sentiva ridere a quel modo.
«Erano proprio questi tuoi desideri il problema» la sentì nuovamente azzerare le distanze fra loro, costandogli la mano che si era portato a coprire gli occhi «Poiché alimentavano i miei» confessò, poco prima di unire ancora una volta le labbra alle sue.
In quel bacio Jack riuscì a percepire ognuno di quei pensieri, arditi tanto quanto i suoi, la sua brama, la sua fame. Non poté fare a meno di staccarsi da lei per riservarle un’occhiata divertita «Mi stai dicendo che ti imponevi di odiarmi per non divorarmi?»
«Ah-ha…» gli rispose lei, improvvisamente stufa di sentire altre parole. Tuttavia, quando le loro bocche s’incontrarono ancora una volta, lui non la ricambiò ma distese le labbra in un sorriso malandrino «Per quanto mi farei volentieri mangiare di nuovo da te: mi duole informarti che non siamo più soli, Fiocco di Neve»
Elsa sgranò gli occhi e arrossì violentemente, maledì le sue consolidate facoltà lupesche che l’avevano tradita in quel momento di trasporto ma ringraziò quelle di Jack, assolutamente nuove e impossibili da ignorare. Si sedette in una maniera più consona, a coprirsi e a coprire il cacciatore dietro di lei «Anna» pigolò «Vieni fuori»
L’altra avanzò nella penombra, ad occhi semichiusi e il viso in fiamme «Io… ouch» imprecò, scontrando contro ad una parete «Non ho visto niente» si giustificò «Magari ho sentito qualcosa, ma non ho visto niente di niente…»
La menzogna sarebbe stata palese anche per chi non fosse stato dotato di capacità sovrannaturali: Jackson sghignazzò senza ritegno, beccandosi un’occhiata di truce rimprovero da parte della sua compagna di prigionia.
La più giovane delle sorelle si avvicinò alla loro cella e, sempre cercando di guardare il meno possibile, allungò una mano fra le sbarre passando ai prigionieri alcune cose «Vi ho portato degli abiti e del cibo»
Il solo sfrigolare della carta e il profumo della carne, causò un sonoro gorgogliare di ventri, risvegliando lupi affamati i cui appetiti non erano stati soddisfatti, almeno non tutti.
«Sia chiaro, voi due non uscirete di lì finché non sarete sazi e vestiti» dichiarò Anna, senza mezze misure «E io che pensavo di avervi dato abbastanza tempo…» bofonchiò, arrossendo nuovamente. Intenzionata più che mai ad evitare di posare - anche solo per sbaglio - lo sguardo all’interno della gabbia, si dedicò a controllarne i cardini e le giunture, constatandone la perfetta resa «Direi che le tue modifiche hanno retto egregiamente»[2]
Il cacciatore ingollò il primo boccone, mentre finiva di vestirsi «Tue modifiche?» sorpreso, si rivolse verso la ragazza impegnata nelle sue stesse azioni «Vuoi dire che questa l’hai costruita tu?»
«No» gli occhi di lei si velarono «Sono stati i nostri genitori, io l’ho modificata due volte soltanto: ora, per contenerci in due» spiegò, mentre Anna si decideva, finalmente, ad aprirli «E cinque anni fa, dopo la prima volta che ha fallito»
La mano della sorella si strinse istintivamente nella sua mentre Jack assorbiva, in un attimo, il peso straziante di quelle parole: Agnarr e Iduna avevano rinchiuso la propria figlia in quella prigione per anni, una sola volta al mese o per più tempo, quando pensavano di non riuscire a tenerla a bada? Non volle saperlo, mentre avvertì un’ondata di collera ribollirgli nel petto. Le lacrime che le vide scendere sulla guance, però, spostarono la sua attenzione su un altro punto, forse ancora più terribile del precedente, sgranò gli occhi «Non puoi essere stata tu…»
«Sì, invece» confessò, piena di odio verso se stessa «Mi sono risvegliata fra i loro corpi, il loro sangue in bocca…» strinse a pugno la mano libera, conficcandosi le unghie nella carne.
«Elsa, smettila, adesso basta» la riprese Anna, gli occhi umidi, vedendo le prime gocce rosse colare sul pavimento.
L’altra sorrise amara, riaprì il palmo e mostrò la ferita che si rimarginava in un battito di ciglia «Perché non mi hanno lasciata morire quando sono stata morsa? Sarebbe stato meglio per tutti: mamma e papà sarebbero ancora vivi e tu…» si rivolse a Jack «…non saresti diventato un mostro, come me»
Il ragazzo avrebbe voluto dire un sacco di cose, cercare di rassicurarla, dirle che non gli importava ma la realtà dei fatti era che non riusciva ad aprire bocca, la gola stretta in un nodo impossibile da sciogliere: avvertì umido sul petto e solo allora si rese conto delle lacrime che gli scendevano dalla guance. Si portò una mano al viso, incredulo, il lupo dentro di lui aveva permesso che il dolore delle sorelle lo investisse come un fiume in piena ed era tanto, troppo da sopportare. Improvvisamente tirò su col naso e assottigliò gli occhi, mentre anche Elsa si metteva istintivamente a protezione di Anna «C’è qualcuno…»
Entrambi in tensione, si rilassarono solo quando percepirono di chi si trattasse.
«E’ Kristoff…» constatò Jack, raggiungendole a sua volta.
Elsa si voltò verso la sorella «Ti sei fatta seguire?» la rimproverò.
La minore si portò una mano al petto, contrita «No, sono assolutamente sicur…»
«Non l’ho seguita» la giustificò il taglialegna, appena entrato nel loro campo visivo, senza sapere precisamente perché «Sven sa seguire le tracce» fece presente, stupendo tutti i presenti. Si guardò attorno e prese fiato, era contento di vedere il suo amico in forma e, allo stesso tempo, avrebbe voluto cantarne quattro alle sorelle per averlo trattato da sciocco e, soprattutto, ad Anna per non essersi fidata di lui ma c’era una questione ben più urgente da affrontare. Notò la gabbia alle loro spalle «E’ qui che siete stati questa notte?» chiese, palesando il fatto di aver compreso ogni cosa.
Vide Elsa stringersi nelle braccia colpevole, Jack le cinse subito le spalle con fare protettivo «Sì…» fu lui a rispondere.
«Ne siete sicuri?»
«Molto sicuri» confermò Anna, avvampando «Li ho aperti io, poco fa»
«E non c’è pericolo che siate potuti uscire?»
«No» rispose la maggiore risoluta «Se ne fossimo usciti, ti assicuro che non ci saremmo rientrati…»
Kristoff sospirò sollevato «Grazie al cielo, non siete stati voi»
«A fare cosa?» chiese il cacciatore preoccupato.
«Ad uccidere, questa mattina al villaggio è stato trovato il corpo di una persona»

   

    Rientrare di corsa al villaggio sulle spalle di Jack – data la necessità di percorrere in breve tempo una grande distanza - fu per Kristoff un’esperienza tutt’altro che gradevole, nello scendere al limitare dei suoi confini dovette respirare a pieni polmoni più volte nel cercare di tenere a freno la nausea. Quando raggiunsero il centro della cittadina, vi trovarono già tutta la popolazione riunita. Jack lasciò la mano di Elsa con una muta preghiera di stare attenta, lui doveva assolutamente cercare sua madre e sua sorella. L’amico non era stato in grado di rassicurarlo sulle loro condizioni ed era, perciò, alquanto preoccupato. Fortunatamente, le trovò un poco in disparte rispetto al resto della folla e, con grande sollievo, le strinse forte in un abbraccio. Ellen, nel ritrovarsi finalmente quel figlio sciagurato di fronte, letteralmente sparito da un giorno, trattenne a stento le lacrime «Dove sei stato?»
«Al sicuro» cercò di tranquillizzarla, passando allo stesso tempo una carezza sulla testa di sua sorella, tentando di spiegarle – senza parlare – che lui non c’entrava niente con quella storia.
«Quello che è accaduto questa notte è inaccettabile» esordì Friederik al centro della piazza, evidentemente rientrato in anticipo dai suoi soliti viaggi esplorativi «Mio figlio è stato ucciso, trucidato» continuò, più collerico che dispiaciuto «Siamo stati ingannati, il lupo è fra noi e non ce ne siamo mai accorti»
Un brusio concitato si alzò fra tutti gli abitanti, fra espressioni di spavento, imprecazioni e sputi di scongiuro.
«E’ giunto il momento che venga allo scoperto» continuò il capo villaggio, estraendo una boccetta da sotto la sua mantella «Questo è infuso di strozzalupo»
«Non vorrete farcelo bere?» protestò qualcuno «Lo strozzalupo è pericoloso»
«Solo se avete qualcosa da nascondere» lo rassicurò quello e, come riprova delle sue parole, si portò il recipiente alle labbra e se le bagnò appena. Fece una smorfia di disgusto «Avete visto? Non è buono ma, di certo, non è letale. Comunque sia, non serve berlo, anche solo l’odore è tremendamente fastidioso per quelle bestie infami»
La maggiore delle sorelle tremò, lo sapeva molto bene.
«Tu e Jack dovete andare via, subito…» bisbigliò Anna al suo fianco, talmente sottovoce che soltanto il suo udito superumano avrebbe potuto sentire.
Non riuscì a muovere un passo «Elsa!» sentire quella voce chiamare il suo nome la raggelò «Vieni qui ragazza» la invitò «Tutti qui credono che tu sia strana: da sola a portare avanti l’attività di tuo padre, tutti si chiedono come tu faccia a farti carico di tutto quel lavoro. A voler essere sinceri, verrebbe da pensare tu abbia qualche abilità particolare, perché non ci dimostri che ci sbagliamo?»
«Non andare…» la pregò la sorella, bloccandola per un braccio.
«Devo… voi allontanatevi» le suggerì, prima di liberarsi e fare alcuni passi verso il centro della piazza, finalmente aveva compreso: lui già sapeva. Pensava di essere sempre stata naturale nel nascondere il fastidio che la sua presenza – carica di strozzalupo – le provocava
[3]. Il lupo era inibito da quell’erba e non era riuscita mai a percepire le sue emozioni e, a quanto pareva, senza di esso l’istinto umano si era fatto miseramente ingannare.
Chiuse gli occhi per un momento, imponendosi di schermarsi dai sibili maligni che già sentiva guizzare sulle bocche della gente, dal rancore e dall’odio che montava nei loro cuori, rischiando di mandarla in pezzi. L’empatia del lupo era indubbiamente uno dei suoi poteri più grandi ma anche il più terribile da domare.
Dall’altro lato, Jack avvertì esattamente le stesse cose e già comprese: non sarebbe finita bene. Sospinse madre e sorella in avanti «Raggiungete Kristoff e Anna»
«Perché?» chiese Ellen, confusa.
«Fate come vi dico» gli intimò risoluto. Emma guardò il fratello e annuì, prese per mano la madre e la costrinse a seguirla.
«Allora?» la invitò nuovamente il capo villaggio «Avvicinati e sentine l'odore»
«Sono io ad aiutarla» Jack alzò la voce in mezzo al chiacchiericcio di tutti gli altri «Lo sospettavate, no? Beh, è la verità» mentì con grande naturalezza, mentre cercava di farsi largo e raggiungerli, prima che fosse troppo tardi.
La notizia innescò un nuovo moto di reazione da parte della folla, tuttavia, Friederik non si scompose «Beh, da qualcuno dovremmo pur cominciare» e, con una rapidità inaspettata, colmò quella breve distanza che ancora lo separava da lei.
Elsa venne investita pienamente da quell’odore terrificante, si sentì prendere per un braccio con forza, cercò di resistere ma invano – era davvero così annichilente il potere di quella pianta? – avvertì la testa bloccata da una morsa d’acciaio e un liquido nauseabondo riempirle la bocca. Sgranò gli occhi, la gola in fiamme e lo stomaco contorto in una morsa brutale, finì in ginocchio e, inesorabilmente, vomitò.
«Lupo!» gridò il capo villaggio, sfoderando la spada «Ti farò saltare la testa, bestia immonda!»
L’urlo di Anna si perse nel tumulto della folla, ma il fendente mortale non terminò la sua corsa, prontamente bloccato da una mano di Jackson «Non la toccherete» gli ringhiò contro ma l’odore di strozzalupo fu troppo anche per lui, trattenne a stento un conato mentre gli occhi iniziavano a lacrimare.
«Sei tu l’altro» sibilò quello, spingendolo via senza sforzi. Jack improvvisamente capì che non avrebbe potuto fare nulla contro di lui e la folla inferocita che stava per esplodere da un momento all’altro, inoltre, non avrebbe potuto contare su Elsa, ancora sconquassata da spasmi violenti. Aveva solo una soluzione al momento: la prese fra le braccia e scappò, investendo letteralmente chiunque osasse mettersi sul suo cammino.
Kristoff mise mano alla sua ascia che, saggiamente, aveva deciso di portarsi appresso «Togliamoci di qui, immediatamente» affermò risoluto alle donne accanto a lui.
Anna si girò disperata verso il punto in cui i due giovani erano spariti «Io devo andare ad aiutarla, è mia sorella»
Il taglialegna la bloccò per un braccio, rude, provocandole una smorfia di dolore sul viso «Credimi, da morta non riuscirai ad aiutare proprio nessuno»



Vi aspettavate che Jack ed Elsa, ora che sono lupi, potessero già vivere assieme felici e contenti?
Nossignore, non c'è pericolo!
Se le cose non si complicano un po' non sono contenta, che volete farci?
Il passato oscuro delle sorelle è venuto alla luce ma pare che ci sia un nuovo giocatore a nascondersi fra il fitto del bosco.
Per chi ama il personaggio di Hans, perdonatemi se l'ho ucciso. Io sono convinta che per Frozen sia stato un ottimo e inaspettato villain e non lo odio per niente, anzi, lo trovo estremamente furbo e carismatico (quando non assapora l'aria di successo, in quel caso perde un pochetto di furbizia, peccando un tantinello di superbia). Non nego di essere anche estremamente convinta che quel cazzottone nel film ed il finir a spalar letame se li sia ampiamente meritati ma, ecco, qui non c'è rimasto secco perché mi sta sul gozzo, ci tenevo a farvelo sapere. Chiaramente non posso dire di più che se no, poi, spoilero.
Al solito vi ringrazio per aver letto e del sostegno che date a me e a questa storia recensendo, listando o semplicemente leggendo.
Alla prossima
Cida

[1] Probabilmente lo avrete già intuito dal capitolo precedente, i licantropi sono in grado di percepire le emozioni e i sentimenti delle persone tramite gli odori. Di fatto sono dotati di un'estrema empatia.

[2] Elsa non è solo un falegname ma anche un fabbro, questa seconda capacità però la tiene nascosta al resto del villaggio perché l'avrebbe resa ancor più sospetta. Per cui sì, il pugnale dato a Jackson lo aveva fabbricato interamente lei, sebbene abbia mentito al riguardo.

[3] Ecco spiegato il motivo per cui Elsa tendeva a coprirsi il viso in presenza di Friederik.


  
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