Nella
Banca di Spagna, i Dalì non sanno più
come fronteggiare il pericolo Alicia Sierra.
Scoprire
che adesso la donna tiene in
ostaggio il professore, è la goccia che fa traboccare il
vaso. C’è panico tra
chi non crede di uscire vivo da quell’inferno, e chi cerca
disperatamente un’uscita
alternativa al piano originale.
E
poi c’è lui….Bogotà, non
espressosi in
merito. Silenzioso più del solito, si è isolato
in un dolore che non può non
essere percepito dai suoi amici. Tokyo in primis teme per Nairobi e lo
stesso
vale per Helsinki. Sono proprio loro due a sostenere il saldatore nel
suo
momento di pura crisi.
Il
serbo gli si avvicina e cerca di
confortarlo – “Non dobbiamo credere sempre a parole
di ispettrice. Lei mente…”
“Come
possiamo esserne sicuri?” – Bogotà
è
fortemente demoralizzato.
“Perché
la cosa non ha senso” – aggiunge il
serbo.
“Quella
è una folle che non ha esitato ad
ordinare ad un cecchino di sparare a Nairobi dopo averla attirata alla
finestra
nel modo più mostruoso che potesse esistere”
– insiste il saldatore.
“Se
a lei interessa Professore, perché deve
uccidere?”
Il
discorso di Helsinki, seppure poco chiaro
nella sua spiegazione, non è del tutto scorretto.
Tokyo
si avvicina ai due grossi omini della
Banda, sottraendosi per qualche secondo alle pressioni di Palermo e al
suo
desidero di tornare al comando al posto di Lisbona.
“Siete
in pena anche voi?” - domanda,
riferendosi chiaramente alla vita dell’amica.
“Come
potremmo non esserlo! Quella stronza ha
detto di averla…” – prende parola
Bogotà, faticando a terminare la sua stessa
frase.
“Non
le avrà fatto niente, dobbiamo essere
lucidi adesso” – afferma lei.
“Lucidi?”
– ripete, sconcertato, il
saldatore.
“Si,
non abbiamo rischiato il tutto e per
tutto qui dentro, per poi abbatterci di fronte all’ennesimo
inganno. Perché è
questo quello che Sierra sta cercando di fare…trarci in
inganno”
“Sei
convinta o cerchi di confortarmi?” – le domanda
Bogotà.
“Entrambi!
E ammetto che cerco di dare forza
anche a me stessa perché la situazione sta diventando sempre
più difficile e la
speranza non deve morire”
Helsinki
si schiera a favore delle idee di
Tokyo e cerca di dare sostegno all’amico, devastato e
abbattuto. I tre si
abbracciano promettendosi di uscire da lì dentro e ritrovare
Nairobi sana e
salva.
Le
ore seguenti sono cruciali. I Dalì optano
per l’unica soluzione possibile: consegnare alla polizia
Alicia Sierra.
“Usciremo
noi donne, assieme ad alcuni
ostaggi. Sventoleremo bandiera bianca, così da non essere
colpite” – spiega Lisbona,
preparandosi alla fase finale di quello che sembra essere
l’ennesimo folle
piano.
“Io
continuo a pensare che sia una pazzia” –
commenta Palermo, scontento della decisione presa dal gruppo.
“A
te non sta mai bene nulla! Dovresti tacere
e sperare che tutto fili liscio o finirai con il culo in
galera” – sostiene
Bogotà, ancora rancoroso verso l’amico.
“E’
giunto il momento. Siete pronte, ragazze?”
– domanda Raquel ignorando i dubbi di Palermo, rivolgendosi
esclusivamente a
Tokyo e Stoccolma.
“Prontissime”
– rispondono le due in coro.
Finalmente
le donne al comando. Una missione
girls power che tutti sperano possa essere la carta vincente.
Così
danno il via all’ultimo piano, un piano
voluto dalla Banda, un piano non previsto dal Professore.
“Diamo
inizio al piano Dalì” – è
così che lo
chiamano, stavolta senza nome di città. Ma il solo e unico
piano che li vede
rischiare il tutto e per tutto, esponendosi con un simbolo di resa
evidente, di
fronte ad un governo e alla polizia.
È
proprio la polizia che, ormai, è prossima
all’attacco. Avrebbero agito in qualche modo eppure
quell’azione improvvisa
della Banda li frena, impedendogli il colpo decisivo.
“Che
cazzo fanno?” – esclama Tamayo, vedendo
uscire dalla Banda di Spagna un gruppo di ostaggi, capeggiati da tre
figure.
“Ma
quella è la Murillo!?” – aggiunge Angel,
incredulo.
“Dovevamo
tenerla qui dentro fino al termine
della rapina!” – si altera il colonnello, in
collera con se stesso per essersi
lasciato ingannare dai nemici, regalandogli ingenuamente
l’accesso di Lisbona
in Banca.
“Come
ci muoviamo adesso?” – domanda Suarez
al suo capo.
“Bisogna
ascoltarli. Hanno appena alzato
bandiera bianca” – interviene Angel.
“Non
abbassare la guardia, Suarez! Avvicinati
con i tuoi uomini…e mettiamo la parola fine a questa
pagliacciata una volta per
tutte”
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La
situazione è difficile anche per chi è
all’esterno
della Banca.
Marsiglia
carica Nairobi in automobile,
nonostante i tentativi della donna di dissuaderlo dal fare quanto detto
dal
professore.
“Devi
tornare lì. Dobbiamo salvarlo da quella
pazza”
“Prima
devo portarti dai dottori, non stai
bene”
“SI
che sto…”
poi si zittisce, sentendo un forte capogiro. A quel
capogiro segue un
forte dolore al petto – “Cazzo”
– esclama, premendo la mano il punto preciso
dove è stata colpita e operata.
“La
morfina a breve non farà più effetto. Avresti
dovuto essere già nelle mani dei chirurghi! Ti porto da
loro, resisti” – Marsiglia
sfreccia più veloce che può verso una vecchia
fattoria, distante da Madrid
pochi km.
Mentre
accelera, sente Nairobi trattenere i
lamenti di dolore, e prega di non trovare alcun imprevisto per strada.
Se
così fosse, la vita della Jimenez potrebbe
essere messa nuovamente in pericolo.
“Ti
fa male?” – le chiede, preoccupato, notando
che la donna è in lacrime.
“Mai
quanto quello che mi ha recato Sierra”
“Nairobi,
non crederle. Sappiamo che racconta
frottole…”
“No,
sembrava davvero sincera. Non vedeva l’ora
di scagliarmi questa coltellata al cuore. Aspettava il momento giusto,
è stata
la sua vendetta”
“Vendetta?
Perché mai avrebbe dovuto vendicarsi
di te?”
“Perché German nonostante mi avesse lasciata, mi
aveva ancora in testa. Alicia è
stata chiara quando ha detto che lui mi nominava spesso…lei
mi odiava senza
neppure conoscermi”
“Adesso
non pensare alle cattiverie dell’ispettrice.
Pensa a guarire e rimetterti in forze”
Notando
lo sconforto di Agata, Marsiglia
cambia argomento, centralizzandolo su un tema che non ha nulla a che
vedere con
quello appena affrontato.
Cioè…l’amore!
“Conosco
qualcuno talmente cotto di te che
sarebbe pronto a ricucire le ferite del tuo cuore malconcio”
“
Non
vedo l’ora di rivederlo” – risponde la
donna, spiazzando l’amico.
“Chi?”
“Bogotà”
“EH?
Dici sul serio?”
“Si,
credici o no, mi sono innamorata di lui”
Il
viso di Marsiglia si illumina e, per la
prima volta da quando Nairobi lo conosce, mostra il suo lato
più umano.
“E
pensare che ti credevo un muto soldato
animalista!” – commenta lei, distogliendo la mente
dai dolori fisici e psicologici.
“Muto
no! Soldato animalista si!” – la prende
sul ridere, sciogliendo finalmente quel ghiaccio caratteriale mostrato
sino a
poco prima.
Poi
aggiunge, riferendosi a Bogotà – “Lui
saprà renderti felice, stanne certa. Anzi, ti racconto una
cosa che è accaduta
durante quel periodo di addestramento al Monastero”
Così,
Marsiglia, intenzionato a distrarre
Nairobi dal suo dolore fisico e mentale, le racconta di un momento di
confidenza tra uomini avuto con Bogotà proprio su di lei.
“Eravamo
in camera, subito dopo il rimprovero
che Sergio ci fece perché erano le tre di notte e tutti
litigavano. Lo ricordi?”
“Certo,
io litigavo con Palermo…come al
solito”
“Già,
lui non fece altro che parlare di te e
di quanto fossi bella anche da arrabbiata”
“Come?”
– esclama, spiazzata, Agata.
“Si,
ti aveva vista per la prima volta
vestita…ehm…con pochi indumenti e gli
è venuto il batticuore! Neanche fosse un
adolescente…capirai che è un uomo apparentemente
macho ma dentro è tutt’altro”
La
gitana arrossisce, ricordando ogni momento
di quella serata, compreso il suo “pigiama”.
“Non
dirgli che te l’ho detto, o mi
prende a
pugni” – ridacchia Marsiglia,
notando un certo rilassamento di Nairobi.
A
quanto pare, parlarle di Bogotà le ha fatto
più che bene.
Questo
è ciò che pensa, specialmente perché
durante i km rimanenti che li separano dalla fattoria, non sente
più lamenti
fisici da parte di lei.
Finalmente,
e fortunatamente senza intoppi, i
due raggiungono la meta.
“Ecco
siamo arrivati” – comunica Marsiglia
all’amica.
Però
purtroppo qualcosa inizia a
insospettirlo.
Nairobi
non si è più espressa da quando hanno
parlato di Bogotà.
“Sono
dieci minuti che non apri bocca, va
tutto bene?”
In
quel momento, l’uomo nota che la compagna
ha perduto i sensi e per di più una macchia di sangue le
impregna il giaccone.
“Cazzo!”
– esclama, in panico.
Scende
rapidamente dall’auto e libera il
corpo dell’amica dalla cintura di sicurezza. Una volta presa
in braccio la
donna, raggiunge la casa poco distante.
“Chi
siete?” – domanda il tizio alla porta.
“Siamo
qui per via del Professore”
Lo
sconosciuto non ha dubbi. È la persona
mandata da Marquilla.
“Entrate
pure, vi aspettavamo da un po'. Ci stavamo
impensierendo” – afferma un altro tipo con un
camice bianco tipico da medico.
“Vi
lascio la mia amica. Io devo salvare Sergio”
“Perché? Cosa gli è
successo?”
“E’
nei guai!” – così dicendo, Marsiglia si
congeda ringraziando i due uomini e sale sul suo veicolo.
Ha
poco tempo… i minuti passano veloci,
Alicia potrebbe commettere l’ennesima follia.
Ma
soprattutto nessuno immagina che i Dalì
stanno per scendere a patti con i loro più grandi nemici.