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Autore: Ivy001    13/03/2021    1 recensioni
Se la quarta serie non fosse finita con la morte di Nairobi? Se Gandia fosse stato freddato alle spalle o anche solo attecchito con un colpo alla gamba, prima di compiere quell'atto atroce? Come sarebbe proceduto il colpo se Lisbona fosse stata liberata e ricondotta dal Professore, anziché entrare nella Banca dai suoi compagni?
Tanti SE ... e mi piace immaginare che le cose siano andate davvero come nella mia fantasia.
Quindi partirò proprio da lì, da quando il fanatico Capo della sicurezza della Banca di Spagna, è prossimo a far fuori Nairobi.
Genere: Azione, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nella Banca di Spagna, i Dalì non sanno più come fronteggiare il pericolo Alicia Sierra.

Scoprire che adesso la donna tiene in ostaggio il professore, è la goccia che fa traboccare il vaso. C’è panico tra chi non crede di uscire vivo da quell’inferno, e chi cerca disperatamente un’uscita alternativa al piano originale.

E poi c’è lui….Bogotà, non espressosi in merito. Silenzioso più del solito, si è isolato in un dolore che non può non essere percepito dai suoi amici. Tokyo in primis teme per Nairobi e lo stesso vale per Helsinki. Sono proprio loro due a sostenere il saldatore nel suo momento di pura crisi.

Il serbo gli si avvicina e cerca di confortarlo – “Non dobbiamo credere sempre a parole di ispettrice. Lei mente…”

“Come possiamo esserne sicuri?” – Bogotà è fortemente demoralizzato.

“Perché la cosa non ha senso” – aggiunge il serbo.

“Quella è una folle che non ha esitato ad ordinare ad un cecchino di sparare a Nairobi dopo averla attirata alla finestra nel modo più mostruoso che potesse esistere” – insiste il saldatore.

“Se a lei interessa Professore, perché deve uccidere?”

Il discorso di Helsinki, seppure poco chiaro nella sua spiegazione, non è del tutto scorretto.

Tokyo si avvicina ai due grossi omini della Banda, sottraendosi per qualche secondo alle pressioni di Palermo e al suo desidero di tornare al comando al posto di Lisbona.

“Siete in pena anche voi?” -  domanda, riferendosi chiaramente alla vita dell’amica.

“Come potremmo non esserlo! Quella stronza ha detto di averla…” – prende parola Bogotà, faticando a terminare la sua stessa frase.

“Non le avrà fatto niente, dobbiamo essere lucidi adesso” – afferma lei.

“Lucidi?” – ripete, sconcertato, il saldatore.

“Si, non abbiamo rischiato il tutto e per tutto qui dentro, per poi abbatterci di fronte all’ennesimo inganno. Perché è questo quello che Sierra sta cercando di fare…trarci in inganno”

“Sei convinta o cerchi di confortarmi?” – le domanda Bogotà.

“Entrambi! E ammetto che cerco di dare forza anche a me stessa perché la situazione sta diventando sempre più difficile e la speranza non deve morire”

Helsinki si schiera a favore delle idee di Tokyo e cerca di dare sostegno all’amico, devastato e abbattuto. I tre si abbracciano promettendosi di uscire da lì dentro e ritrovare Nairobi sana e salva.

Le ore seguenti sono cruciali. I Dalì optano per l’unica soluzione possibile: consegnare alla polizia Alicia Sierra.

“Usciremo noi donne, assieme ad alcuni ostaggi. Sventoleremo bandiera bianca, così da non essere colpite” – spiega Lisbona, preparandosi alla fase finale di quello che sembra essere l’ennesimo folle piano.

“Io continuo a pensare che sia una pazzia” – commenta Palermo, scontento della decisione presa dal gruppo.

“A te non sta mai bene nulla! Dovresti tacere e sperare che tutto fili liscio o finirai con il culo in galera” – sostiene Bogotà, ancora rancoroso verso l’amico.

“E’ giunto il momento. Siete pronte, ragazze?” – domanda Raquel ignorando i dubbi di Palermo, rivolgendosi esclusivamente a Tokyo e Stoccolma.

“Prontissime” – rispondono le due in coro.

Finalmente le donne al comando. Una missione girls power che tutti sperano possa essere la carta vincente.

Così danno il via all’ultimo piano, un piano voluto dalla Banda, un piano non previsto dal Professore.

“Diamo inizio al piano Dalì” – è così che lo chiamano, stavolta senza nome di città. Ma il solo e unico piano che li vede rischiare il tutto e per tutto, esponendosi con un simbolo di resa evidente, di fronte ad un governo e alla polizia.

È proprio la polizia che, ormai, è prossima all’attacco. Avrebbero agito in qualche modo eppure quell’azione improvvisa della Banda li frena, impedendogli il colpo decisivo.

“Che cazzo fanno?” – esclama Tamayo, vedendo uscire dalla Banda di Spagna un gruppo di ostaggi, capeggiati da tre figure.

“Ma quella è la Murillo!?” – aggiunge Angel, incredulo.

“Dovevamo tenerla qui dentro fino al termine della rapina!” – si altera il colonnello, in collera con se stesso per essersi lasciato ingannare dai nemici, regalandogli ingenuamente l’accesso di  Lisbona in Banca.

“Come ci muoviamo adesso?” – domanda Suarez al suo capo.

“Bisogna ascoltarli. Hanno appena alzato bandiera bianca” – interviene Angel.

“Non abbassare la guardia, Suarez! Avvicinati con i tuoi uomini…e mettiamo la parola fine a questa pagliacciata una volta per tutte”

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La situazione è difficile anche per chi è all’esterno della Banca.

Marsiglia carica Nairobi in automobile, nonostante i tentativi della donna di dissuaderlo dal fare quanto detto dal professore.

“Devi tornare lì. Dobbiamo salvarlo da quella pazza”

“Prima devo portarti dai dottori, non stai bene”

“SI che sto…”  poi si zittisce, sentendo un forte capogiro. A quel capogiro segue un forte dolore al petto – “Cazzo” – esclama, premendo la mano il punto preciso dove è stata colpita e operata.

“La morfina a breve non farà più effetto. Avresti dovuto essere già nelle mani dei chirurghi! Ti porto da loro, resisti” – Marsiglia sfreccia più veloce che può verso una vecchia fattoria, distante da Madrid pochi km.

Mentre accelera, sente Nairobi trattenere i lamenti di dolore, e prega di non trovare alcun imprevisto per strada.

Se così fosse, la vita della Jimenez potrebbe essere messa nuovamente in pericolo.

“Ti fa male?” – le chiede, preoccupato, notando che la donna è in lacrime.

“Mai quanto quello che mi ha recato Sierra”

“Nairobi, non crederle. Sappiamo che racconta frottole…”

“No, sembrava davvero sincera. Non vedeva l’ora di scagliarmi questa coltellata al cuore. Aspettava il momento giusto, è stata la sua vendetta”

“Vendetta? Perché mai avrebbe dovuto vendicarsi di te?”
“Perché German nonostante mi avesse lasciata, mi aveva ancora in testa. Alicia è stata chiara quando ha detto che lui mi nominava spesso…lei mi odiava senza neppure conoscermi”

“Adesso non pensare alle cattiverie dell’ispettrice. Pensa a guarire e rimetterti in forze”

Notando lo sconforto di Agata, Marsiglia cambia argomento, centralizzandolo su un tema che non ha nulla a che vedere con quello appena affrontato.

Cioè…l’amore!

“Conosco qualcuno talmente cotto di te che sarebbe pronto a ricucire le ferite del tuo cuore malconcio” “

Non vedo l’ora di rivederlo” – risponde la donna, spiazzando l’amico.

“Chi?”

“Bogotà”

“EH? Dici sul serio?”

“Si, credici o no, mi sono innamorata di lui”

Il viso di Marsiglia si illumina e, per la prima volta da quando Nairobi lo conosce, mostra il suo lato più umano.

“E pensare che ti credevo un muto soldato animalista!” – commenta lei, distogliendo la mente dai dolori fisici e psicologici.

“Muto no! Soldato animalista si!” – la prende sul ridere, sciogliendo finalmente quel ghiaccio caratteriale mostrato sino a poco prima.

Poi aggiunge, riferendosi a Bogotà – “Lui saprà renderti felice, stanne certa. Anzi, ti racconto una cosa che è accaduta durante quel periodo di addestramento al Monastero”

Così, Marsiglia, intenzionato a distrarre Nairobi dal suo dolore fisico e mentale, le racconta di un momento di confidenza tra uomini avuto con Bogotà proprio su di lei.

“Eravamo in camera, subito dopo il rimprovero che Sergio ci fece perché erano le tre di notte e tutti litigavano. Lo ricordi?”

“Certo, io litigavo con Palermo…come al solito”

“Già, lui non fece altro che parlare di te e di quanto fossi bella anche da arrabbiata”

“Come?” – esclama, spiazzata, Agata.

“Si, ti aveva vista per la prima volta vestita…ehm…con pochi indumenti e gli è venuto il batticuore! Neanche fosse un adolescente…capirai che è un uomo apparentemente macho ma dentro è tutt’altro”

La gitana arrossisce, ricordando ogni momento di quella serata, compreso il suo “pigiama”.

“Non dirgli che te l’ho detto, o mi prende  a pugni” – ridacchia Marsiglia, notando un certo rilassamento di Nairobi.

A quanto pare, parlarle di Bogotà le ha fatto più che bene.

Questo è ciò che pensa, specialmente perché durante i km rimanenti che li separano dalla fattoria, non sente più lamenti fisici da parte di lei.

Finalmente, e fortunatamente senza intoppi, i due raggiungono la meta.

“Ecco siamo arrivati” – comunica Marsiglia all’amica.

Però purtroppo qualcosa inizia a insospettirlo.

Nairobi non si è più espressa da quando hanno parlato di Bogotà.

“Sono dieci minuti che non apri bocca, va tutto bene?”

In quel momento, l’uomo nota che la compagna ha perduto i sensi e per di più una macchia di sangue le impregna il giaccone.

“Cazzo!” – esclama, in panico.

Scende rapidamente dall’auto e libera il corpo dell’amica dalla cintura di sicurezza. Una volta presa in braccio la donna, raggiunge la casa poco distante.

“Chi siete?” – domanda il tizio alla porta.

“Siamo qui per via del Professore”

Lo sconosciuto non ha dubbi. È la persona mandata da Marquilla.

“Entrate pure, vi aspettavamo da un po'. Ci stavamo impensierendo” – afferma un altro tipo con un camice bianco tipico da medico.

“Vi lascio la mia amica. Io devo salvare Sergio”
“Perché? Cosa gli è successo?”

“E’ nei guai!” – così dicendo, Marsiglia si congeda ringraziando i due uomini e sale sul suo veicolo.

Ha poco tempo… i minuti passano veloci, Alicia potrebbe commettere l’ennesima follia.

Ma soprattutto nessuno immagina che i Dalì stanno per scendere a patti con i loro più grandi nemici.

 

   
 
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