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Autore: Troi_ontheHellmouth    14/03/2021    2 recensioni
[Star Trek: Deep Space Nine]
La coppia deve affrontare le ripercussioni della cattura di Ezri e per Bashir si avvicina l'esame per ufficiale di comando.
Questa fanfiction è il sequel di “Alla deriva” e fa parte della mia serie su Julian ed Ezri.
Genere: Drama / Romance / Family
Pairing: Julian Bashir / Ezri Dax
Genere: Drammatico, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Benjamin Sisko, Ezri Dax, Julian Bashir
Note: Kidfic, Lemon | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'The doctor and the counsellor'
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Infinite grazie a Lita_85 per avermi suggerito l'idea per una scena di questa storia e per il continuo supporto.
 
[Star Trek: Deep Space Nine]
La coppia deve affrontare le ripercussioni della cattura di Ezri e per Bashir si avvicina l'esame per ufficiale di comando.
Questa fanfiction è il sequel di “Alla deriva” e fa parte della mia serie su Julian ed Ezri, che si svolge dopo il finale di Deep Space Nine.
E’ ambientata ad Ottobre 2379.
 
Genere: Drama / Romance / Family
Pairing: Julian Bashir / Ezri Dax
 
Julian being a dad
 
Saper dire ti amo
 
Un pomeriggio Ezri e Zano rientrarono al loro alloggio, dopo che lei era andata a prenderlo all'asilo. Il bambino si mise a disegnare appoggiato al tavolino in salotto, davanti al divano.

“Mamma ho sete.”

“Ok tesoro.” Ezri gli prese dell'acqua e lui la bevve.

“Io vado in camera da letto, se hai bisogno di me chiamami.”

Il bambino annuì, lei andò in camera e si cambiò, indossando dei leggins scuri ed una felpa bianca comoda che le scivolava da una spalla, lasciandola un po' scoperta.

Julian rientrò quasi un'ora dopo.

“Ciao Zano.”

“Ciao papi, guarda il mio disegno.”

“Vediamo... bravo. Siamo io, tu e mamma?”

“Si e anche un sim... simi... un Dax.” Disse il bambino, avendo ancora difficoltà a pronunciare la parola simbionte.

“Si ho visto.” Gli disse dolcemente, prima di chiedergli: “Dov'è la mamma?”

“In camera da letto.”

Julian andò in camera ed Ezri era a letto, raggomitolata in posizione fetale.

“Tesoro, qualcosa non va?”
Le chiese e si sedette dall'altra parte del letto, la ragazza si girò verso di lui.

“No, niente.”

Lui non fu molto convinto della risposta e le chiese:
“Come mai sei a letto a quest'ora?”

“Volevo solo stendermi un po'.”

Lei appoggiò la testa sulla sua spalla, abbracciandolo e Julian ricambiò l'abbraccio, stettero un po' in silenzio.

“Ti andrebbe di parlare di quando ti hanno catturata? Ti farebbe bene esternarlo.”

Ezri sospirò.

“Papà vieni qui?” Chiese Zano, dall'altra camera.

“Arrivo fra un po' Zano.”

“Ne parliamo più tardi quando il bambino si sarà addormentato.”

“Sicura?”

“Si.”

“Zano ha disegnato un Dax.” Le disse, sorridendo.

Anche lei sorrise, dicendo:
“Lo so, me lo ha fatto vedere poco fa. Vai da lui, io arrivo fra poco.”

Dopo cena e dopo aver messo a letto Zano, Ezri si sedette sul divano, non era molto entusiasta di parlare della sua prigionia, ma sapeva che Julian avesse ragione, che le avrebbe fatto bene non tenere tutto dentro riguardo quell’esperienza.

“Non ti piacerà quello che ti racconterò.” Gli anticipò.

“Che intendi? Se ti riferisci al fatto che, sapendo cosa ti hanno fatto passare, non sopporterei l'idea che i colpevoli siano ancora impuniti, è quello che provo già adesso.”

“Ho dovuto collaborare in un certo senso e non ne vado fiera.”

“Ne andava della tua vita, non devi biasimarti.”

“Partiamo dall'inizio.”

“Si, ti ascolto.”

“Quella nave è comandata da un Boslic di nome Markin, svolgevano attività illegali, contrabbando soprattutto. Un altro Boslic, un Orioniano e una Barzana lavorano per lui. Ci hanno teletrasportati direttamente in una cella e per ore non ci hanno interpellati, ma avevamo capito che si stavano allontanando dopo lo scontro con la Defiant.”

“Avevamo i motori fuori uso e non abbiamo potuto inseguirli.”

“Lo abbiamo immaginato. L'obiettivo di Markin era rapire me per togliermi Dax e venderlo sul mercato nero e rapire te per costringerti ad effettuare l'operazione.”

“Me? Io, non l'avrei mai fatto...”

“Lo so e non avrei voluto che affrontassi quella situazione. Ad ogni modo hanno catturato Jones per sbaglio. Markin era un uomo strano, si è un po' fissato con me e mi ha chiesto di intrattenerlo, raccontandogli delle storie dei precedenti ospiti di Dax. Io l'ho fatto e per ogni storia mi dava qualcosa in cambio, generi di conforto, cibo... non ne vado fiera... ma quando ho capito le sue vere intenzioni non ho più voluto.”

“Quali erano?”

“Oltre ad uccidermi per vendere il simbionte?” Chiese lei retoricamente e con un po' di sarcasmo. “Mi dava i brividi, voleva che stessi con lui. Quando ho rifiutato di raccontare altre storie ha fatto fare il lavoro sporco alle sue guardie.”

“Sei stata picchiata, vero? L'ho capito quando ti ho analizzata.”

“Si. Ma il povero Guardiamarina Jones se l’è vista peggio, è stato torturato e ucciso, davanti ai miei occhi.”

“Mi dispiace che tu abbia dovuto affrontare questo.”

“Ho provato pena per lui, ma ero sollevata che non ci fossi tu al suo posto e mi sento in colpa ad averlo pensato.”

“Ezri non devi, è naturale che se ci fossi stato io sarebbe stato ancora più difficile per te vedere che mi torturavano, o peggio. Non c'è niente di male ad averlo pensato.”
 
“Ho cercato di convincerlo a non uccidere Jones, ma non mi ha dato retta, ed anche in quel caso, il grilletto lo ha premuto una guardia, non Markin. Ero ferita e dolorante per le percosse, così ha mandato la donna Barzana a curarmi, si chiama Amilra. Ho cercato di creare un rapporto con lei e le ho chiesto di aiutarmi ma non ha voluto, a quanto pare Markin minacciava la sua famiglia. Ho anche provato a scappare cercando di manomettere il campo di forza della cella, ma poi come avrei fatto a lasciare la nave?”

“Noi ti abbiamo cercato a lungo, prima con la Defiant e poi abbiamo proseguito io e O'Brien con un runabout. Ero preoccupatissimo per te, ma determinato a trovarti.”

“Non ho dubitato nemmeno per un istante che mi stessi cercando ma non ero certa che mi avreste potuto rintracciare. Per prolungare la mia sopravvivenza ho ripreso a raccontare le storie e in cambio mi sono fatta restituire la collana e l'anello.”

Ezri sfiorò la collana, Julian la fede e rimase a tenerle la mano.

“Sono felice di non averli persi... Comunque, quando ho rifiutato di stare con Markin lui ha deciso di portare a termine il suo piano di sottrarre Dax, mi ha fatto operare da Amilra e il resto lo sai.”

“Quando ti abbiamo trovata ero così spaventato che non fossimo in tempo o di non poterti riunire a Dax. Quando ho visto le vostre condizioni mi è sembrato il lavoro di un macellaio più che di un chirurgo.”

“Deve essere stato difficile per te, sei stato bravo.”

“Ho avuto anche uno scontro con Worf, lui... mi biasima ancora per non aver salvato Jadzia.”

“E' molto ingiusto da parte sua, hai fatto tutto il possibile, solo che quella volta non è stato sufficiente a salvarla, stavolta con me si… Nonostante quello che ha fatto, anche Amilra mi ha dato l'impressione di essere una vittima.”

“Da quel che mi hai detto non la giustificherei più di tanto, ma non conosco bene la sua situazione.”

“Dopo questa esperienza ho compreso meglio ciò che hai passato con Regen, quando eri prigioniero della Sezione 31. Quello che hanno fatto a te è paragonabile a ciò che hanno fatto a me sulla nave Boslic.”

“Si... Non proprio, ero trattato bene per quanto riguarda il cibo, l'alloggio... Aspetta, che vuoi dire?” Julian si allarmò, pensando che avessero abusato di Ezri. “Hai...? Le mie analisi non hanno dato indicazioni al riguardo. Ti hanno...?”

“No, ho temuto che lo avrebbero fatto, ma non è successo.”

“Voglio solo capire e aiutarti, per l'amor del cielo Ezri, dimmi la verità.”

“E' questa. Una notte Markin è entrato nella mia cella, mi ha messo una mano sulla bocca e ha fatto delle allusioni, ho temuto tanto, ma non ha fatto nulla. E altre volte ha accennato alla cosa ma stranamente voleva il mio consenso, che io non gli ho mai dato, diceva che non mi avrebbe tolto Dax se l'avessi fatto.”

“Hai rifiutato anche a costo della tua vita...”

“Chi mi dice che se avessi acconsentito mi avrebbe lasciata vivere davvero? Comunque alla fine sono qui, sono viva, grazie a te.”

“E quel verme è ancora impunito.” Julian scosse la testa.
 
“Non ti soffermare a pensare questo, serve solo a starci più male.”
 
**

“Ho parlato con la dottoressa Girani, mi ha suggerito i nomi di un paio di Consiglieri su Bajor. Vorresti fissare un appuntamento con uno di loro?” Propose Bashir a Dax, qualche giorno dopo.

“Si avevo in mente di farlo, in effetti.”

“Quelli che mi ha consigliato sono un uomo e una donna, hai una preferenza?”

“No.” Rispose lei d'istinto.
Dax non aveva problemi ad avere a che fare con l'uno e con l'altro sesso, avendo fatto parte di entrambi. Poi riflettendoci un attimo si corresse:
“Ripensandoci preferisco che sia donna.”
Pensò che probabilmente una donna avrebbe potuto comprendere meglio certe minacce che le aveva fatto Markin.

“Ok. Ti do il contatto o vuoi che fissi io l'appuntamento?”

“Ci penso io, grazie.”

Lui le diede i riferimenti e il giorno dopo Ezri gli disse:

“Ho appuntamento la prossima settimana. Prenderò un giorno di ferie e andrò con il trasporto che va su Bajor, rientrerò in giornata.”

“Che ne diresti se ti accompagnassi?” Le propose Julian e proseguì: “So che la seduta devi farla da sola, ma potremmo passare il resto della giornata insieme.”

“Per me va bene.”

“Possiamo portare anche Zano.”

“Buona idea, sarà un bene per lui uscire un po' dalla stazione, respirare dell’aria vera.” Concordò lei.

Julian sorrise e riprese a studiare. Il suo esame per ufficiale di comando sarebbe stato fra meno di venti giorni, si stava preparando sui protocolli di primo contatto e diplomatici e l'esame avrebbe contenuto anche sezioni che riguardavano operazioni di comando e ingegneria.

“Mi fai qualche domanda?” Chiese dopo un po', a sua moglie.

“Ok, allora... cosa fai se durante un primo contatto non hai nessuna informazione sulla specie che hai davanti?”

“E' una domanda trabocchetto?”

“Perché pensi questo?”

“Se è un primo contatto sicuramente non ho informazioni sulla nuova specie...”

“Fai conto che sia un primo contatto per la Federazione, ma un'altra specie che li conosce ci ha già fornito informazioni su di loro.”

“Oppure li abbiamo studiati prima di effettuare il contatto.”

“Non mi è mai piaciuto questo modo di spiare la gente, per quanto possa essere antropologicamente valido.” Disse Ezri.

“Già.”

“Comunque, è plausibile come ipotesi anche la tua. Quindi, che faresti?”

“Non faccio alcun gesto di saluto, perché non posso sapere che significato possa avere nella loro cultura.”

“Bene, mi sembra saggio, oltretutto. Curzon praticamente non ha mai seguito questa linea di condotta, ha rischiato grosso un paio di volte.” Ezri sorrise ricordando. “Una volta era con Benjamin e stavano per essere picchiati da una delegazione Antican.

Julian sorrise con lei, immaginando la scena ed esclamò: “Per fortuna non li hanno mangiati...! Chiedimi ancora qualcosa, dai.”

Continuarono per un po' e lui rispose quasi a tutto correttamente.
 
**
 
Appena scesi dalla nave da trasporto passeggeri, che era atterrata su Bajor, Zano starnutì.

“Credi che sia allergico a qualcosa?” Chiese Ezri a Julian.

“Non penso, sarà solo che non è abituato all'aria naturale.”
 
Ezri andò alla seduta e Julian portò un po' in giro il figlio. Parlando con il Consigliere, Ezri realizzò che ciò che le pesava maggiormente dell’accaduto fosse essersi sentita impotente e indifesa, non era riuscita a salvare il collega, non era riuscita a scappare e non aveva potuto fare niente per contrastare Markin, non avrebbe potuto neppure fermarlo se lui avesse deciso di violentarla. Durante la seduta lei e il Consigliere capirono che avrebbero dovuto lavorare su quell'aspetto.
Al termine si riunì alla sua famiglia ed andarono in un parco, dove giocarono a palla, andarono sull'altalena e Zano ne fu felicissimo. Poi andarono a pranzo in un piccolo locale e nel pomeriggio girarono per negozi.
Ezri si sentì più leggera, sia grazie alla seduta che alla giornata lieta e rilassante passata con i suoi cari. Avrebbe avuto una seduta ogni settimana e pensò che sarebbe stato bello ripetere una giornata come quella, quando possibile, mentre di norma sarebbe andata su Bajor da sola.
 
**
 
Di ritorno dalla successiva seduta settimanale su Bajor, Ezri andò nel proprio ufficio e notò quasi subito un biglietto sulla sua scrivania. Si trattava di un foglio di carta vecchio stile e lo lesse.
 
~
«Aimer, c'est savoir dire je t'aime sans parler.»
«Amare è saper dire ti amo senza parlare.»
Victor Hugo

«Ma io non mi stancherò mai di dimostrartelo e di dirtelo in tutti i modi possibili: ti amo Ezri.»

Per sempre tuo,
Julian.

~

“Dax a Bashir.”

“Ciao, è andato bene il viaggio?”

“Si, sei libero?”

“Più o meno.”

“Verresti nel mio ufficio?”

“Certo, arrivo.”

Poco dopo Bashir suonò il campanello e fu invitato a entrare. Trovò Ezri seduta sul divano, con in mano il biglietto.

“Sono nei guai? Non ti piace la poesia francese?” Scherzò lui.

“Mi piace, ma mi è piaciuta ancora di più la frase tua.”

“Non sapevo se ti andasse di parlare dopo la prima seduta a cui sei andata da sola, ma volevo farti sapere che io ci sono, se mi vuoi.”


“Sempre.” Gli rispose. “Computer blocca la porta d'ingresso.”
Lo voleva in tutti i sensi, infatti, aveva anche in mente di passare qualche momento intimo con lui e si alzò per sussurrargli all'orecchio le sue intenzioni. Lui ne fu sorpreso e volle prima conferma che lei se la sentisse veramente. Dopo aver acconsentito, lei lo invitò sul divano e, sedendosi sul suo grembo, iniziò a baciarlo, i loro sguardi si incontrarono e rimasero a lungo persi l’uno in quello dell’altra. Lui le catturò il labbro inferiore fra le sue, le accarezzò le guance e lei gli sfiorò le mani sopra di esse - le mani che di recente le avevano salvato la vita - scendendo poi al petto. Proseguì verso la sua destinazione e toccò Julian al di fuori dei pantaloni, notando la sua eccitazione, decise di aprire la zip e facendolo distendere gli abbassò pantaloni e boxer fin sotto ai glutei.
Lo toccò con piacere, racchiudendolo nella mano stretta a pugno e strofinando tutta la sua lunghezza. Era sempre affascinata dalla sua pelle scura, da quanto fosse liscia quella parte del suo corpo e dai piccoli gemiti e suoni gutturali che lui le dava in risposta. Anche lei iniziava ad avvertire l'eccitazione e continuò, andando ad aggiungere la bocca.
Ben presto lui si trovò in estasi, in particolare quando lo massaggiò alla base della sua eccitazione, giocando allo stesso tempo con la lingua e racchiudendolo con la bocca. Involontariamente Julian mosse il bacino verso l'alto, era una sensazione così bella che per un attimo non riuscì a controllarsi, Ezri emise un suono di soffocamento e si ritrasse a sedere, tossendo, mentre le lacrimavano gli occhi.

Julian si sollevò e le accarezzò la schiena: “Mi dispiace, non volevo. Stai bene?”

“Si… scusa, non sono come Regen.”

“Non vorrei mai che lo fossi.”

“Non mi vorresti esperta e disinibita?” Sbottò lei.

“Non ti vorrei manipolatrice e crudele.”

“Più disinibita si, quindi?”

“Non ho detto questo, non voglio che tu sia come lei sotto nessun aspetto. Perché stiamo parlando di quella donna?” Julian non voleva nemmeno pronunciarne il nome.

“Perché dopo quello che è successo fra te e lei non ti ho più fatto una certa cosa e intendevo superare questo blocco.”

“Sospettavo che fosse diventato un problema per te, e che per questo non l'avessimo più fatto, ma non devi sentirti in obbligo di farmi nulla, è già tanto che tu mi abbia perdonato.”

“Voglio che le cose ritornino come prima fra noi, anche dal punto di vista fisico.”

“Lo faranno, non devi affrettarlo, di certo non per dare piacere a me.” Disse lui.

“Fa piacere anche a me comunque.”

“Lo so, altrimenti non vorrei mai che lo facessimo.”
Ezri si avvicinò a lui, appoggiando la fronte alla sua, interiorizzando quello che le aveva appena detto.
“Quando ti hanno catturata ho temuto di averti persa. Mi sei mancata così tanto... Voglio farti sentire bene, voglio farti dimenticare ciò che è accaduto, anche se solo per qualche momento.”

“Non si può risolvere tutto con il sesso.”

“Ma può aiutare, credo… e sei stata tu ad iniziare. È stata la seduta di oggi che ti ha fatto prendere questa decisione?”

“In qualche modo si, ma ci pensavo già da prima.”

Lui la baciò, a lungo e con passione. Poi la spinse gentilmente indietro per farla distendere, non smettendo di guardarla negli occhi, avevano lo stesso colore degli oceani terrestri e una profondità che lo lasciava senza parole. La spogliò in parte, cospargendole il corpo di baci, prima di iniziare a baciarle la zona intima. La situazione si era ribaltata ed Ezri non se ne lamentava affatto, mise una gamba sulla spalla di Julian e il tallone andò a pressare sulla sua schiena, incoraggiandone i movimenti. Quando con la lingua e con il pollice la portò all'apice del piacere, lei esclamò il suo nome, liberando la tensione emotiva che inconsapevolmente teneva accumulata.

**

Bashir, uscendo dall'ufficio di Ezri, incontrò O'Brien.

“Ciao Julian.”

“Ciao.” Ricambiò il dottore.

“Visita a domicilio?”

“No, ero in ufficio da Ezri.”

“Aah ecco perché hai la patta aperta.” Disse O’Brien, facendo un sorrisetto.

“Ah ah, divertente.” Disse Bashir, sarcastico.

“Guarda che è vero.”

“Cosa?” Julian si accorse che fosse effettivamente così e subito si alzò la cerniera dei pantaloni, cercando nel frattempo di giustificarsi.
“No, vedi, io stavo solo...”

Miles sollevò le mani aperte davanti a sé:
“Non voglio sapere, grazie.”

“Andiamo Miles, sai com'è...”

“Si, lo so. Ezri sta meglio allora?”

“Dopo la sua cattura ha passato dei momenti difficili, ma adesso va un po' meglio.”

“Bene. Per caso avete in mente di avere un altro figlio?”

“No, Zano vorrebbe, ma non abbiamo questa intenzione al momento.”
 
“Ti ho mai detto che quando io e Keiko abbiamo deciso di avere Yoshi ci siamo riusciti al primo tentativo?”

“Si, me lo hai detto più di una volta”. Gli disse Bashir, accondiscendente.

“Ho centrato subito il bersaglio!” Si vantò O'Brien.

“Non è mica una partita a freccette!”

I due amici risero e si congedarono.
 
**
 
Arrivò il giorno dell'esame per ufficiale di comando e Bashir affrontò il test scritto sulle varie materie. Un supervisore della Scuola di Comando della Flotta Stellare controllò i risultati e gli comunicò il superamento.

Al termine ne parlò con Dax e O'Brien, dicendo a quest'ultimo:
“Sai che c'era una domanda sui bulloni a canaletto autosigillante?”

“Spero tu abbia risposto correttamente a quella!”

“Per forza.” Rispose lui. Nominare quel particolare tipo di bulloni era ormai diventato un classico scherzo sulla stazione e molti non avevano ancora capito a cosa servissero.

Ezri sorrise, poi chiese: “Aspetta, c'era davvero quella domanda?”

Julian annuì ma lei non fu molto convinta, sospettò che lui e Miles la stessero prendendo in giro e scosse la testa, continuando a sorridere e lasciando correre.

Rimaneva da affrontare la parte che più preoccupava Julian: la prova psicologica. Si diceva che l'Ammiraglio Ross si trovasse sulla stazione proprio per valutare quella e Bashir sapeva che avrebbe potuto svolgersi da un momento all'altro. Dormì poco perché voleva stare all'erta nel caso lo avessero convocato durante la notte. Ezri gli disse che ciò non era un bene, non faceva che stressarsi di più in quel modo, lui cercò di seguire i suoi consigli ma stava troppo sulle spine.
Il Capitano Sisko, Dax e Ro, andarono in missione con la Defiant e l'ammiraglio Ross andò su Bajor. Durante la loro assenza, Julian svolse dei turni in sala comando, come ufficiale più alto in grado.
Il giorno dopo, durante un turno, il tenente - che stava alla postazione tattica - avvisò che c'era una nave in avvicinamento.

“Sullo schermo.” Ordinò Bashir. Era una nave Breen.

“Hanno attivato gli scudi e gli armamenti.” Aggiunse il tenente Ferraro.

“Alzare gli scudi.” Ordinò Bashir. “Questo è il test, me lo sento.” Pensò il dottore. “Capo li chiami.”

“Sissignore.”

“Salve, sono il Tenente Comandante Bashir, cosa vi porta nei pressi di Deep Space Nine?”

Il Breen che aveva risposto alla comunicazione, ed era apparso sullo schermo, rispose con la caratteristica voce metallica, il linguaggio fu reso comprensibile dal traduttore universale.

“Dobbiamo recuperare un nostro fuggitivo, abbiamo saputo che si trova sulla vostra stazione.”

“Non mi risulta che ci sia nessun Breen a bordo.”

“Non si tratta di un Breen.”

“Di che specie è?”

“Andoriano.”

“Di cosa è accusato?”

“Non vi riguarda.”

“Un Andoriano è un cittadino della Federazione, non abbiamo accordi di estradizione con voi. Venga sulla stazione, ne parleremo in maniera più approfondita.”
Sapeva che invitare dei Breen sulla stazione fosse in parte un azzardo, ma in fondo fra loro e la Federazione c'era un trattato di pace e Bashir pensò che cercare una soluzione diplomatica fosse la prima strada da percorrere.

“Verremmo sulla stazione solo per ricatturare il nostro prigioniero, anche con la forza.”

“Parlerò con gli Andoriani che si trovano qui.”

“Ci sentiamo fra un'ora.” Il Breen chiuse la comunicazione.

“Cosa fanno, tenente?”

“Nulla.”

“Mi avvisi subito se ci sono cambiamenti.” Disse Bashir e poi si rivolse a O'Brien: “Capo, quanti Andoriani ci sono sulla stazione?”

O'Brien usò i sensori interni e rispose: “Quattro.”

Julian aprì il file del ruolino degli ufficiali e vide che due degli Andoriani erano membri della Flotta Stellare. La persona cercata dai Breen doveva essere uno degli altri due e ne informò gli altri ufficiali.

“Mandate a prendere tutti gli Andoriani, li voglio nell’ufficio.” Ordinò Bashir e andò nell'ufficio di Sisko.


Quando arrivarono parlò con loro e congedò quasi subito i due ufficiali della Flotta - un uomo e una donna che risultò evidente non fossero coinvolti - e trattenne gli altri due. Nessuno di loro aveva ammesso di essere la persona ricercata dai Breen, Julian si sedette alla scrivania ed invitò loro a sedersi sulle sedie rivolte ad essa.


“Dunque, mi dite chi di voi due ha avuto a che fare con i Breen? Presto richiameranno ed hanno minacciato di usare la forza.”

“Io non c'entro nulla. Sono qui di passaggio, presto devo partire per tornare ai miei affari.” Disse uno degli Andoriani.

“Perché si trova sulla stazione?”

“Non sono affari suoi.”
 
“Sono l'Ufficiale al comando, la stazione è in pericolo, ci può scommettere che sono affari miei!”

“Questo è oltraggioso, mi rivolgerò alla mia ambasciata!”

“Si senta libero di farlo, se rimarremo tutti interi.”

L'altro Andoriano intervenne:
“Dopo che avrà saputo chi è, consegnerà ai Breen la persona che cercano?”

“No, non posso lasciare alla loro mercé un cittadino della Federazione, e comunque deve essere prima chiarito di cosa è accusato e se abbia realmente commesso dei reati contro di loro.”

“Sono io quello che cercano.” Confessò l'uomo, rassicurato in parte dalla risposta.

L'altro, che si era lamentato fino a quel momento, alzò le braccia al cielo e disse:
“Grazie al creatore! Posso andare adesso?”

“Certo.”

“Bene e, Comandante, mi scusi per prima.”

“Scuse accettate.”

Una volta rimasti soli, il fuggitivo disse: “Non avrei voluto causare problemi.”

“Perché la cercano?”

“Io... ho visto un Breen, il suo volto, senza il casco.”

“Davvero? E com'è?” Chiese Julian spontaneamente. Come tutti, si era sempre chiesto che aspetto avessero i Breen.

“Agghiacciante.” Rispose l'uomo dalla pelle blu. “Per favore non mi consegni a loro, mi faranno del male, credo che vogliano uccidermi.”

“Solo perché ha visto come sono fatti?”

“Ho anche rubato un artefatto su un pianeta del loro spazio, ma sembrano più preoccupati che io sappia che aspetto hanno, piuttosto che del furto.”

“Cercherò di prendere tempo e di organizzare un arbitrato diretto da un giudice della Federazione. Ma perché ha rubato?”

“Non ho scusanti, volevo solo avere più soldi, ma non credo di meritare la morte per questo!”

“No, non la morte, ma una punizione di certo. Fra poco tornerà anche il nostro capo della sicurezza e magari raccontandole in dettaglio del furto capiremo meglio come agire per evitarle giustizia sommaria. Per adesso la farò portare in cella.”

“Grazie… grazie Comandante.”
Essere rinchiuso in cella era di certo di gran lunga meglio di essere consegnato ai Breen.

“Bashir a sicurezza: una squadra in Sala Comando.”

“Sissignore.” Rispose un collega al comunicatore.

Bashir, mosso dalla curiosità, tornò a rivolgersi all’Andoriano. “Quindi, com'è il volto dei Breen?”

“La pelle è bianchissima e-“

“Comandante Bashir, i Breen ci stanno chiamando.” Lo avvisarono dalla Sala Comando.

“Arrivo. Lei stia qui.” Disse Julian all’Andoriano e uscì dall'ufficio.

“Abbiamo individuato l'uomo che cercate, sostiene di aver commesso solo un furto, lo confermate?”

“Non solo un furto, consegnatecelo immediatamente.”

“Questo non è possibile, organizzerò un arbitrato perché venga presa una decisione, se dovrà subire un processo lo subirà.”

“Inaccettabile!”

Il Breen interruppe la comunicazione e dopo pochi secondi la stazione fu colpita da due loro siluri.
“Massima energia agli scudi e rispondete al fuoco con i phaser.” Ordinò Julian.
 
Arrivarono due uomini della sicurezza.
“L'uomo che si trova nell'ufficio del Capitano, portatelo in cella.”

“Agli ordini.”

“Stanno arrivando i rapporti danni. Ci sono feriti sulla Passeggiata e delle strutture danneggiate... si tratta di alcuni negozi e dell'asilo.” Disse Ferraro.

Yoshi andava ormai a scuola, quindi il pensiero di Julian e di O'Brien andò a Zano ed anche a Jennifer.
Bashir si agitò interiormente al pensiero che potesse essere successo qualcosa a suo figlio, se avesse potuto sarebbe corso lui a controllare.

“Bashir a Girani.” Contattò la dottoressa che era di turno in Infermeria, che rispose dopo qualche secondo. “Ci sono stati dei danni all'asilo, potrebbero esserci dei feriti.” Le disse.

“Ho dei feriti anche qui, li affido allo staff e vado subito.” Gli assicurò Girani.

“Mi tenga aggiornato.”

I Breen fecero fuoco di nuovo e Bashir ordinò di rispondere al fuoco con i siluri fotonici.
“Comandante, ho analizzato il loro sistema difensivo, c'è un punto debole all'altezza dello scafo ventrale, il Tenente Ferraro concorderà con me.” Disse O'Brien.

“Tenente?” Bashir gli chiese conferma.

Lui verificò e acconsentì: “Si, un siluro a frequenza rimodulata potrebbe abbattere i loro scudi se colpisse quel punto.”

“Me ne occupo io!” Si offrì il Capo, immediatamente.

“Girani a Sala Comando, dei detriti metallici impediscono di accedere all'asilo. Mi sto facendo aiutare ma non siamo ancora in grado di entrare.”

“Miles vai tu. Tenente, lei si occupi di modificare il siluro.”

“Vado subito.” Disse il Capo ed apri uno scompartimento da cui prese una grossa fresa laser.
 
“Capo, Zano e Jennifer... sono lì.” Gli ricordò Julian.
 
“Lo so, li troverò, stai tranquillo.”
 
Julian fu travolto da mille pensieri, non poteva perdere Zano, non sarebbe riuscito più a vivere senza suo figlio, anche se non aveva mai sognato realmente di avere una famiglia sua, non prima di innamorarsi di Ezri. Se fosse successo qualcosa di grave a Zano, sotto il suo Comando per giunta, non avrebbe avuto la forza di dirlo ad Ezri, tantomeno sarebbe più riuscito a guardarla serenamente negli occhi. Cercò di liberare la mente da quei pensieri, prese il posto del Tenente Ferraro alla postazione tattica e continuò a rispondere al fuoco. Dopo interminabili momenti - non più di una ventina di minuti in realtà, ma che a lui sembrarono un eternità - Ferraro lo contattò.

“Siluro armato e pronto.” Julian mirò al punto esatto che aveva individuato O'Brien e fece fuoco, abbattendo gli scudi dei Breen, non si trattenne dall'esultare, agitando un pugno in aria.

“Ottimo lavoro Ferraro. Bashir a O'Brien.”

“Qui O'Brien, ho trovato Zano e Jennifer, stanno bene, sono solo un po' spaventati, sono con me e Girani.”

Julian tirò un sospiro di sollievo: “Grazie Capo, a proposito, la tua intuizione era giusta, ha funzionato.”

Il Capitano della nave Breen contattò la stazione e disse: “Faremo quell'arbitrato, come lei ha detto.” Acconsentì, trovandosi ormai alle strette.

“Bene, ma dovrete aspettare, abbiamo avuto danni e feriti a causa del vostro attacco.”

“Anche noi.”

“La ricontatterò fra un paio d’ore.”
 
**
 
L'Ammiraglio Ross tornò sulla stazione e Bashir decise di recarsi all'attracco, non voleva più aspettare per avere l'esito, anche se era abbastanza sicuro di essere stato giudicato positivamente. Prima passò a vedere che Zano stesse bene e pensò di lasciarlo a Kasidy insieme a Jennifer, ma il bambino non volle più staccarsi da lui, essendo ancora un po' scosso. Julian andò comunque al portellone, con Zano in braccio, per parlare con Ross.

“Bentornato Ammiraglio.”

“Grazie.”

“Può dirmi se ho superato la prova?”

“Quale prova?”

“I Breen...” Cominciò a dire il dottore, incerto.

“In effetti sono curioso di sapere che ci fa una nave Breen vicino alla stazione.”

“Non era la prova psicologica?”

“Dottor Bashir, che sta dicendo?”

“Niente, mi scusi. Con i Breen abbiamo avuto un disaccordo ma adesso abbiamo trovato un punto di incontro.”

“Era lei al comando?”

“Si, signore.”

“Ben fatto!” Disse l'Ammiraglio, gli diede una pacca sulla spalla, una carezza a Zano e andò via.

Julian restò un po' perplesso, apparentemente l'Ammiraglio Ross non sapeva niente del suo esame da ufficiale di comando, eppure pensava che fosse sulla stazione proprio per valutarlo.
Quando la Defiant attraccò, aspettò che il Capitano Sisko arrivasse in Sala Comando e restituendogli il comando gli chiese di poter parlare un attimo in privato. Bashir diede Zano in braccio ad Ezri, mentre O'Brien le raccontava l'accaduto, e seguì il Capitano nel suo ufficio, lo aggiornò sulla situazione con i Breen e decisero che, essendo rientrato, si sarebbe occupato Sisko dell'arbitrato.

Alla fine il dottore disse:
“Capitano, mi aspettavo da un momento all'altro di essere sottoposto alla prova psicologica per comandante e credevo fosse questa con i Breen... a quanto pare invece devo ancora sostenerla.”

“No Dottore, ho proposto di valutare come prova il salvataggio di Dax che è avvenuto di recente e di cui si è occupato egregiamente, nonostante il coinvolgimento emotivo. Portare a termine quella missione è stata una eccellente dimostrazione di abilità al comando da parte sua.”

“Davvero?”

“Certamente.”

“Quindi l'attacco dei Breen era reale?”

“Molto reale.”

“Riflettendoci, i danni e i feriti sono stati reali. Mi è venuto il dubbio che fosse effettivamente vero solo a partire da quando è stato danneggiato l'asilo.”

“Anche stavolta si è comportato ottimamente. Fra un paio di giorni le conferirò ufficialmente il grado di Comandante.”

“Grazie signore.”

“Se l’è meritato, ma la prossima volta non voglio trovare nessun bambino in Sala Comando.”

Julian pensò di giustificarsi, date le circostanze, ma decise di limitarsi a dire: “Sissignore.” Prima di uscire, contento.
“Sisko mi ha appena detto che sta per promuovermi Comandante.” Disse ad Ezri e O’Brien gli fece l’occhiolino, in segno di complimento.
 
Ezri lo abbracciò brevemente con un braccio, mentre con l’altro sorreggeva il figlio: “Congratulazioni.”
 
“Porto Zano a casa.” Prese in braccio il bambino.
 
“Ok, ci vediamo dopo.” Concordò Dax.
 
**
 
Bashir portò a casa Zano e gli fece un bagno, poi lo avvolse nell’accappatoio e lo analizzò con un tricorder medico. Il bambino era attratto dal suono e dalle luci dello strumento.

“Ti fa male da qualche parte tesoro?”

“No.” Rispose il piccolo.

“E' tutto a posto.” Confermò Julian dopo aver terminato.

“Non ho la bua.”

Il papà sorrise: “No non ne hai. Volevo solo esserne sicuro.”

Dopo averlo asciugato bene e avergli messo il pigiama, gli diede da mangiare e lo mise a letto. Il bambino stava già per addormentarsi mentre mangiava, quindi si addormentò subito, senza neppure chiedere che gli venisse letta o raccontata una storia. Julian era molto sollevato che nessuno si fosse fatto male seriamente, soprattutto Zano.
 
**
 
Dopo un paio di giorni si tenne una festa in Sala Riunioni. Sisko conferì la promozione a Bashir, terminando con una stretta di mano, nella stessa occasione fu festeggiato il secondo compleanno di Zano.
Dopo aver spento le candeline e gustato la torta, il bimbo apri i regali. Quello dei suoi genitori era un grande kit di acquerelli e pennelli.

“Volevo un cucciolo.” Si lamentò il piccolo.

“Lo so tesoro, ma non possiamo tenere un cane qui sulla stazione.” Obiettò suo padre.

“E un gatto? Molly aveva Chester.” Chiese il bambino dagli occhi azzurri.

“Io penso di essere allergica ai gatti, forse potremmo prendere un kata, ma dobbiamo ancora parlarne meglio con il Capitano.” Disse Ezri.

Sisko fu coinvolto e, anche se non era necessario il suo consenso per avere un animale domestico, capì che Ezri avesse bisogno del suo intervento.

“Per adesso non è possibile, ma aspettiamo se verrà modificato il regolamento.” Disse Benjamin.

Ezri lo ringraziò con un cenno della testa.

“Ok.” Disse Zano, triste. Julian non voleva vederlo così e cercò di rallegrarlo, proponendo a lui e agli altri bambini di giocare con i regali, inoltre gli promise che lo avrebbe portato in sala ologrammi a giocare con dei cuccioli e la cosa funzionò.
 
**
 
Dopo la serata Julian ed Ezri presto furono nel proprio alloggio e in camera da letto. Le sedute con il Consigliere stavano aiutando la ragazza che quella sera aveva proprio voglia di stare con suo marito. Julian era seduto a letto e lei lo raggiunse.
 
“Non sono mai stata con un Comandante.” Gli disse con un sorrisetto.

“Ti posso dare qualche dritta, vedi, io ho una certa esperienza, sono sposato proprio con un Comandante.” Lui le resse il gioco.

“Perfetto.”

“Mi fa piacere essere il tuo primo almeno in qualcosa...” Ezri gli lanciò uno sguardo di disappunto. “Scusa, frase infelice.”

“E' la tua serata importante, quindi lascerò correre. Ma non ti basta essere il mio primo marito?”

“Purché io rimanga l'unico.”

“Dipenderà molto dal tuo impegno di stasera.” Lei fece un ghigno.

“Mi impegnerò anima e corpo, immediatamente.”

“Mi piace l'idea ma non essere impaziente... Spogliati, ma non toglierti la maglia con i gradi.”

“Sissignora.” Acconsentì lui.

“Adesso che siamo di pari grado dovremmo cooperare più spesso. Scambiarci le nostre vedute, Comandante.” Lei continuò a giocare su quell’argomento.

“A me già piace moltissimo quello che vedo...”

“Lascia che ti mostri di più, ma prima spogliati tu.”

Ezri si alzò e Julian si spogliò, restando nudo, eccetto che per la maglia verde acqua dell'uniforme, come da lei richiesto. Lei stando in piedi si spogliò lentamente del vestito corto che indossava, davanti a lui che la guardava come ipnotizzato. Avvicinandosi lentamente lo raggiunse, con un dito sfiorò i tre pallini dorati sul suo colletto e gli aprì la zip della maglia, ma non proseguì in altro modo il contatto con lui.
C'era qualcosa di incredibilmente sensuale nei gesti di sua moglie quella sera, e Bashir dovette trattenersi dal prenderla subito, era chiaro che lei volesse giocare un po' prima.

“Stasera vuoi farmi impazzire.” Affermò l'uomo.

“Ricordo alcune volte in cui mi hai riservato tu lo stesso trattamento.”

“Vero.” Lui sollevò le spalle, ammettendolo.

Lo baciò e lui iniziò a cingerla con le braccia.

“No, stai buono. Appoggia le mani sulle tue cosce e non muoverle.”

Lui ubbidì e lei riprese a baciarlo. Dopo diversi minuti fu tentato di toccare la propria eccitazione e lo fece brevemente, prima che Ezri lo fermasse.

“No.” Obiettò lei.

“Comandante, toccami tu allora, ti prego.”

“Fra poco.”

Si sedette sulle cosce di Julian, a gambe divaricate, e continuò a baciarlo, affondando le mani nei suoi capelli morbidi, quegli occhi color ambra la attraevano come magneti.
Come promesso, dopo qualche minuto si dedicò a toccarlo e alla fine si concesse a lui, che abilmente non ne deluse le aspettative. Il calore fisico, che Julian le trasmetteva sempre, la pervase dentro, oltre che fuori.
Non si sarebbe mai pentita di aver scelto un Umano come suo compagno, ma soprattutto, non si sarebbe mai pentita di aver scelto lui. Invocò il suo nome più volte quella notte e si sentì completa e appagata.
Lui continuava a ritenersi incredibilmente fortunato di stare con Ezri, lei era perfetta sotto ogni punto di vista, ed era perfetta per lui. Le accarezzò la base della nuca con il palmo della mano e lei emise un suono di apprezzamento in risposta, quasi come le fusa di un kata.
C'erano infiniti modi per dirsi ti amo.
 
FINE
 

 

 
   
 
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