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Autore: Gatto1967    15/03/2021    2 recensioni
Candy è stata adottata, e Suor Maria la vede allontanarsi la mattina presto dalla Casa di Pony.
Cosa proverà la buona suora a vedere quella pestifera bambina che se ne va?
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: questa storia è una fanficition che riprende l'opera originale di Kyoko Mizuki, i cui diritti d'autore sono detenuti da autrice e casa editrice. Non ho diritti sui personaggi ne tanto meno sulla storia originale che vado a modificare. Non c'è scopo di lucro in questa mia storia, per tanto non lede ai diritti d'autore.

 


A modo tuo 

Andrai, a modo tuo 

Camminerai e cadrai, ti alzerai 

Sempre a modo tuo (Elisa)

 

Così anche quel giorno era giunto, anche la piccola Candy, quella bambina bionda e vivace che qualcuno aveva abbandonato tanti anni addietro sotto a quell’albero, stava lasciando la Casa di Pony.

Era il logico e auspicabile sbocco della vita di tutti i bambini ospiti della Casa di Pony, ma quella volta per miss Pony e Suor Maria era diverso.

Quel piccolo tornado biondo le aveva segnate, le aveva colpite al cuore forse più di ogni altro bambino passato per la loro casa. 

Inoltre erano seriamente preoccupate per lei: le due donne erano rimaste molto perplesse circa la famiglia Legan, che razza di famiglia adotta una bambina senza neanche volerla conoscere di persona?

E perché la piccola Candy, fino a poco tempo prima così restia a farsi adottare, all’improvviso aveva cambiato idea?

Il giorno prima, quando era scesa dalla collina era sembrata diversa, una strana luce le brillava negli occhi.

-I miei amici, come Tom e Annie, sembrano felici di essere stati adottati, spero di esserlo anch’io.- aveva detto la sera prima la piccola Candy.

Lo spero tanto anch’io, pensò la buona suora. Spero che tu possa essere felice nella tua vita. Spero che il tuo sorriso possa illuminare la tua strada, ovunque andrai e qualunque cosa farai.

 

-È meglio che Candy creda che stiamo dormendo. Sono sicura che non le farebbe piacere essere vista mentre sta andando via.- aveva detto poc’anzi miss Pony, e ora mentre la guardava dalla finestra allontanarsi sulla strada che conduceva fuori da La Porte, mille pensieri si accavallavano nella mente di Suor Maria.

 

-Non c’è un biglietto nella cesta di questa bambina?-

-No miss Pony, c’è solo… questa bambola…-

La buona suora prese la bambola, una semplice bambola di stoffa, con su scritto un nome “Candy”.

-È così che ti chiami? Candy?-

Poi l’aveva presa in braccio, e per la prima volta la piccola Candy aveva riso di quella risata limpida e cristallina che l’avrebbe sempre contraddistinta.

Rideva anche mentre Suor Maria la alzava al di sopra della sua testa.

 

-Tom! Che ti succede Tom?-

Il piccolo Tom piangeva a squarciagola, e Suor Maria accorse seriamente preoccupata.

-Mio Dio Tom! Cos’è questa ferita?-

-C-C-Candy…-

La piccola Candy stava lì, ferma in piedi, con lo sguardo corrucciato e un bastone insanguinato in mano.

-Santo cielo! Ma cosa hai combinato piccola peste!- 

-Tom stava dando fastidio a Annie, e allora…-

Quella volta Suor Maria si era infuriata sul serio, e la piccola Candy si era presa una bella sculacciata.

 

-Candy! Candy! Scendi da quell’albero! Subito!-

-È così bello qua sopra Suor Maria! Ho visto il sole che sorgeva…-

-Candy! Se non scendi subito io…-

-Va bene, va bene. Scendo subito.- la piccola Candy sapeva benissimo che non era il caso di far arrabbiare la buona suora, e così si attaccò al tronco di Papà Albero e cominciò la discesa. 

Per la troppa fretta mise un piede in fallo e cadde precipitosamente a terra.

-Candy!- gridò Suor Maria atterrita poco prima che la bionda peste della Casa di Pony le precipitasse addosso facendola ruzzolare rovinosamente a terra.

Una volta constatato che la bambina era rimasta illesa gridò con quanto fiato aveva in gola: -CANDY!!!!!-

 

-Miss Pony, Suor Maria. Dov’è la mia mamma?-

Le due buone donne rimasero quasi senza fiato davanti al candore di quella bambina, era ovvio che tutti gli orfani prima o poi si chiedessero dove fosse la loro mamma, e perché li avesse abbandonati, ma la domanda della piccola Candy le aveva spiazzate lo stesso. 

-Ecco… vedi… siamo noi le tue mamme Candy. Miss Pony e Suor Maria!-

 

-Come sta il piccolo Klin?-

Anche Suor Maria aveva preso a benvolere quel piccolo procione orfano raccolto da Candy e Annie nel boschetto di fianco alla collina, qualche giorno prima.

-Sta meglio Suor Maria! Ha mangiato tutte le noci che gli abbiamo portato!- aveva risposto la piccola Annie con voce insolitamente squillante.

-La ferita sembra guarita!- aggiunse Candy

-È vero: sei stata brava Candy. Glie l’hai pulita e disinfettata molto bene!-

Già, Candy era stata davvero brava, rivelando un insolito talento. Chissà se da grande sarebbe potuta diventare…

-Allora? Come sta il nostro piccolo ospite?-

La voce di miss Pony aveva interrotto i pensieri di Suor Maria.

-Sta meglio miss Pony. Candy l’ha curato davvero bene!-

-Possiamo tenerlo miss Pony?- cinguettò la piccola Annie.

-Va bene, potete tenerlo. Ma appena sarà guarito dovrà dormire di fuori, sono stata chiara?-

-Grazie miss Pony!- rispose Candy.

 

Il volto di Candy si affievoliva nella mente di Suor Maria, mentre la figura della bambina si faceva sempre più piccola sulla strada, fino a diventare un punto indistinguibile del panorama.

Una lacrima scivolò  lungo la guancia di Suor Maria.

 

Vai piccola Candy.

Cammina nel mondo, sempre a testa alta, cammina sempre a modo tuo. E dopo ogni caduta rialzati.

 

Sempre a modo tuo.

   
 
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