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Autore: LaPrincesseJasmine    15/03/2021    0 recensioni
STORIA INCENTRATA SU ALEX E MARC
Dal testo: "L'ipotesi era inconcepibile. Sfuggiva ad ogni logica ma, d'altronde, tutta quella vicenda era fuori dal comune.
Alex non sapeva cosa fare. La testa le doleva e non aveva più la forza di pensare: in poco tempo tutto il suo mondo le era crollato addosso."
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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IMPORTANTE!!!!!!!!
Ciao a tutti e un applauso a chi, dopo due anni che non aggiorno, ha ancora voglia di conoscere questa storia <3 
Purtroppo sono stati due anni molto complicati per me e non ho avuto voglia di continuare la storia ma non ho mai pensato di lasciarla così a metà. Recentemente l'ho ripresa in mano, ho scritto tantissimo e l'ho conclusa! Adesso, per chi vorrà, la storia verrà aggiornata con un capitolo nuovo a settimana.
Sono molto contenta di com'è venuta ma non è ancora in forma definitiva, quindi sono pronta a modificarla o adattarla in base ai vostri suggerimenti.
E finalmente... ecco un nuovo capitolo tutto da scoprire! Spero veramente che vi piaccia, fatemelo sapere!
Un bacio,
LaPrincesseJasmine


Phoenix, Arizona, Stati Uniti d'America
1 Luglio, futuro prossimo
 
Daniel e Jodie avevano preso entrambi un mese di ferie per poter stare accanto alla figlia, per fortuna avevano entrambi degli orari flessibili e potevano permetterselo. Adesso tutta la famiglia Freeland era in attesa davanti al computer per poter usare Hyperversum.
Gabe era emozionatissimo e non riusciva a stare fermo. Daniel gli aveva spiegato il giorno prima a che cosa servisse veramente quel videogioco e lui ancora stentava a crederci. Si era discusso molto se portarlo o no ma alla fine, visto che era impossibile spiegare altrimenti la sparizione della sorella, Daniel si era trovato costretto a spiegargli di Hyperversum e, a quel punto, niente al mondo avrebbe potuto tenerlo a casa.
Anche Alex era agitata: adesso le sembrava molto più reale la possibilità che Marc la rifiutasse e la cosa l'avrebbe distrutta, ne era sicura.
Suo padre impostò le coordinate per Chatel-Argent e loro indossarono guanti e visore
 
 
“Padre! Padre!” urlò Michel facendo prendere un colpo al povero Ian.
“Che c'è? Che succede?!” saltò su Ian stringendo istintivamente l'elsa della sua spada.
“Ci sono degli ospiti per te! Degli ospiti che...”
Michel non poté finire la frase perché una figura apparve alle sue spalle e Ian subito la ricobbe. “Daniel!” urlò sorpreso.
Poi vide Jodie, Alex e, incredibilmente, Gabe.
Ian li salutò tutti calorosamente chiedendosi però il perché di quella visita così inaspettata e insolita.
Ordinò ad alcuni servi di predisporre i tavoli di modo che i suoi ospiti potessero cenare con lui, nel tavolo dei Ponthieu.
Anche Isabeau fu quanto meno sorpresa dalla visita e abbracciò tutti calorosamente.
“monsieur Daniel” disse ridendo “vostro figlio vi somiglia come una goccia d'acqua!”
Dopo alcuni scambi di battute e convenevoli Daniel chiese sussurrando a Ian se potesse parlargli in privato. Ian acconsentì felice di poter finalmente scoprire il perché di quella visita.
Daniel si comportava in modo strano, sembrava a disagio, imbarazzato. Anche Ian si sentì a disagio vedendo l'amico in quello stato.
“Daniel” iniziò “C'è qualcosa che non va?”
“Beh” iniziò l'amico “Avrai capito che la nostra non è stata una semplice visita di cortesia”
“L'avevo intuito” rispose Ian teso.
“Non... non so come dirtelo, penso non ci sia un modo delicato di dire questa cosa”
“Daniel mi stai facendo preoccupare. Stai male?”
“No... no... non si tratta di me. Si tratta di Alex e... di Marc. Non so come sia possibile, eppure è successo… Alex” prese fiato per finire la frase “aspetta il figlio di Marc” disse le ultime parole in un sussurro.
Ian rimase pietrificato e non disse una parola.
Dopo un tempo che a Daniel parve infinito Ian si scosse e riuscì a pronunciare delle parole che a Daniel non dissero poi molto “Come ho fatto a non capire?! Se solo avessi saputo...”
“Ian” intervenne Daniel “che cosa stai dicendo?”
“Mio figlio era affranto e ha tentato di parlarmene... adesso capisco il perché ma...  Mio Dio Daniel, è un disastro… impossibile… non pensavo che Marc avesse… ma quando?”
Daniel arrossì e si rabbuiò “Sinceramente non ne ho idea e voglio allontanare immediatamente quella immagine dalla mia testa… altrimenti uccido Marc” aggiunse borbottando.
A Ian quasi scappò un sorriso divertito a vedere l’amico così “aspetta, Alex ha scelto di vivere qui, con Marc?”
Daniel annuì.
“E tu glielo permetti?”
Daniel annuì nuovamente, meno convinto.
“Allora dobbiamo andare subito ad avvertire Marc della cosa... gli verrà un colpo... forse siamo ancora in tempo a farli sposare prima che sia troppo evidente che il figlio è stato concepito al di fuori del matrimonio...”
“Marc non è qui?” chiese Daniel sorpreso.
“No, è ad Auxi in udienza dal re ma penso che a giorni si trasferirà a Parigi...”
Daniel questa possibilità non l'aveva considerata. Chiamò Alex per renderla partecipe della conversazione visto che riguardava lei.
Non appena entrò Ian non poté fare a meno di guardarla in modo nuovo. Quella che fino a poco tempo fa era una ragazzina adesso stava per diventare madre, di suo nipote!
Tentò in ogni caso di non metterla a disagio.
“Marc non è qui, è ad Auxi e presto raggiungerà Parigi” la mise subito al corrente Daniel.
La delusione sul suo volto apparse evidente anche se si limitò ad annuire.
Alex si vergognava come una ladra. Si sentiva sporca e le sembrava che tutti la guardassero in modo diverso. Sapeva di aver deluso tutti, compreso Ian, ma più che altro sapeva che aveva rovinato la vita a Marc e la cosa la atterriva.
Ian avrebbe voluto dirle qualcosa, abbracciarla, sfiorarle la pancia... ma non riuscì a fare nulla di tutto ciò sentendosi a disagio come non mai davanti ad una donna.
Daniel aggiunse poi “So che un figlio illegittimo è un'onta da queste parti e... beh Marc potrebbe non voler riconoscere il bambino... ha diciotto anni, non mi stupirei più di tanto.”
“Se mai mio figlio dovesse anche solo pensare una cosa del genere,” proclamò Ian “comportamento di cui mi vergognerei profondamente, lo costringerei a prendersi le sue responsabilità nei confronti di Alex e del bambino.”
“No” disse Alex intervenendo per la prima volta “Se non vorrà occuparsi di noi non costringerlo zio Ian... voglio che sia una scelta sua.”
 
 
 
Parigi era sempre uno spettacolo e, anche se Marc ci era stato già diverse volte, la città lo lasciava sempre senza parole.
La residenza in cui si trovava era quella attigua alla residenza reale. Con lui c’era anche il conte Henri de Granpré, amico di suo padre.
Era felice che il re lo inserisse anche nelle riunioni riservate ai suoi cavalieri più fedeli e questo gli faceva scordare almeno in parte Alex, anche se il ricordo di lei rimaneva sempre presente in profondità e Marc sapeva che non poteva essere cancellato.
 
Marc si congedò il prima possibile dalla cena e crollò addormentato.
Dopo qualche ora fu svegliato di soprassalto. Ebbe giusto il tempo di impugnare la spada che teneva sempre accanto a sé e uscì dalla stanza indossando solo la biancheria di cotone.
La scena che gli si parò davanti fu terribile: uomini armati erano penetrati nella residenza e stavano uccidendo chiunque avesse legami con il re cercando di arrivare al re stesso.
Marc rimase un attimo incerto sul da farsi ma poi pensò che non avesse davvero niente da perdere e, anzi, sarebbe stato quasi felice di morire e si gettò nella mischia a capofitto.
Tentò di difendere gli appartamenti reali con tutte le proprie forze menando fendenti a destra e a manca.
Riuscì a respingere gli assalti per tutta la notte, aiutato da altri cavalieri fedelissimi al re. Ad un certo punto Marc era davvero stremato e non vide il pugnale a pochi centimetri da sé. Non lo vide ma sentì il freddo metallo penetrargli nel ventre. Guardò in basso, come sopraffatto e aprì la bocca per parlare.
Le parole lasciarono il posto a fiotti di sangue e il ragazzo svenne. Dopo, il buio.
 
 
Chatel-Argent, Francia
29 Luglio 1233
 
Marc non era ancora ritornato a casa e Alex iniziava a preoccuparsi.
Ian e Isabeau erano terrorizzati che avesse fatto qualche stupidaggine, Ian aveva inviato un messaggero a Parigi e, se non fosse arrivata una risposta entro cinque giorni, sarebbe andato lui di persona.
La pancia di Alex ormai si iniziava a vedere anche se non era ancora evidente e la ragazza riusciva a nascondere il suo stato. Isabeau era stata comprensiva con lei, nonostante per una donna del Medioevo aspettare un figlio al di fuori del matrimonio non fosse un disonore da poco.
Gabe si era ambientato benissimo in quel mondo e si divertiva un sacco a tirare con l’arco, era migliorato molto con il francese e adesso si esprimeva quasi senza fatica. La piccola Marianne si divertiva a stargli intorno tutto il tempo e Gabe, anche se non l’avrebbe mai ammesso, era fiero del suo nuovo ruolo di fratello maggiore.
La cena trascorse abbastanza tranquillamente ma Alex non vedeva l’ora di potersi ritirare per la notte e restare finalmente da sola: non l’aveva detto a nessuno ma la sera passata aveva sentito il bambino muoversi. Era stato come un frullio d’ali, un movimento quasi impercettibile ma sufficiente a ricordare ad Alex che d’ora in avanti non era più sola.
Infatti, anche quella sera il piccolo si fece sentire e Alex si addormentò così, guardando le stelle e pensando a Marc mentre dentro di lei cresceva il frutto del loro amore.
   
 
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