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Autore: Lady I H V E Byron    16/03/2021    0 recensioni
(DescendantsXKingdom Hearts crossover)
Auradon è stata distrutta da creature oscure chiamate Heartless: i sopravvissuti decidono di divenire custodi dell'arma chiamata Keyblade per difendere ciò che è rimasto loro. Ma dovranno superare una prova...
(Un AU in cui gli eventi ed i personaggi di "Descendants" si incrociano con quelli di Kingdom Hearts. Un AU dove i personaggi di Descendants hanno vissuto nei mondi dei loro genitori fino ad essere condotti o abbandonati da essi su Auradon o nell'Isola degli Sperduti. Un AU dove Auradon non è un regno, ma un mondo. Un AU in cui, ad ogni capitolo, verrà raccontata la storia di ognuno dei personaggi principali di Descendants.)
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Organizzazione XIII, Riku, Sora, Terra, Yen Sid
Note: AU, Cross-over, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Note dell'autrice: ci sono elementi di "Mulan 2", nella prima parte. Non è frutto della mia immaginazione.

 

Lonnie's Story

L'alleanza con il Qui Gong non fu attuata.
Le tre principesse, le figlie dell'Imperatore, non avevano mantenuto il loro giuramento di matrimonio con i principi del Qui Gong, facendo, invece, anteporre i sentimenti al dovere, innamorandosi dei tre soldati che componevano la loro scorta.
L'esercito cinese dovette affrontare da solo l'armata mongola.
Come promesso dal generale Shang all'imperatore, ogni soldato dell'armata cinese combatté con la forza di dieci mongoli.
Vi furono perdite, ma la Cina trionfò di nuovo. Non sarebbe stato possibile grazie al generale Li Shang e la comandante Fa Mulan.
Ancora una volta, avevano salvato la Cina.
Finalmente poterono sposarsi.
Quel giorno vennero celebrati ben quattro matrimoni, quello tra Mulan e Shang, e le principesse Ting Ting, Su e Mei con i tre soldati Ling, Chien Po e Yao.
Tutta la Cina festeggiò quell'avvenimento: i matrimoni e la fine della guerra.
Per qualche anno, nessuno osò muovere guerra contro l'Impero Celeste.
Nove mesi dopo, Mulan diede alla luce una figlia: Lonnie.
Una gioia per la famiglia Fa.
I nonni Zhou e Li piansero di commozione non appena videro la nipotina. Anche la bisnonna non riuscì a trattenere le lacrime.
Shang per poco non sveniva, mentre teneva la mano alla moglie durante il travaglio. L'emozione lo travolse solo quando sentì i primi pianti della figlia e quando la levatrice la poggiò sul petto della madre. Lì svenne sul pavimento, facendo ridere la moglie.
Mushu provò amore a prima vista per la piccola Lonnie. Non poté non sciogliersi nel vedere quel fagottino così calmo e beato dormire sul petto della sua protetta.
E Lonnie, non appena vide il draghetto per la prima volta, sorrise. Non pianse o urlò. Non provò paura per lui, anzi.
-La mia bambina è diventata mamma...- disse Mushu, osservando teneramente Lonnie e Mulan -Ora ho due bambine da proteggere.-
Anche le principesse ebbero dei figli.
Non furono rari gli incontri tra le quattro coppie, principalmente per far conoscere i propri bambini.
Lonnie crebbe sommersa di amore da parte dei genitori, dei nonni, gli zii ed i loro figli. E anche da “zio Mushu”, come lo chiamava lei.
Da neonata, se lui si avvicinava alla sua culla, allungava le braccine e gli prendeva la coda, per poi stringerlo a sé, come fosse un pupazzetto. Mushu rischiava spesso l'asfissia tra quelle braccine tornite. Cri-Cri si permetteva persino di ridere.
Ma, in fondo, Mushu apprezzava le attenzioni della piccola.
I due stavano sempre assieme, in casa.
I nonni Fa non sapevano dell'esistenza del draghetto guardiano. Solo Mulan e Shang lo sapevano.
E se non giocava con Mushu, Lonnie giocava volentieri con i principini, il figlio di Ling e Ting Ting, Tao, la figlia di Chien Po e Sue, Zhen, ed il figlio di Yao e Mei, Jie.
Inizialmente, Lonnie era più vicina a Zhen, essendo femmina. Insieme giocavano e pettinavano le bambole.
Ma poi si accorse dei giochi che facevano Tao e Jie: giocavano alla guerra con le spade di legno. Non sapeva perché, ma era più attratta dalle spade che dalle bambole.
Mulan e Shang ridevano, ogni volta che Lonnie rubava una spada di legno ad uno dei principini per combattere con l'altro: era tutta la madre. Aveva ereditato l'ardore della famiglia Fa.
Ma il volto era del padre. Lonnie stava ereditando i tratti facciali della famiglia Li.
Per quattro anni, i coniugi Li riuscirono a godersi dei momenti come una vera famiglia. Crescevano ed amavano la figlia, avevano ascoltato le sue prime parole, rettole le mani per accompagnarla nei suoi primi passi.
E Mushu non faceva altro che sorvegliare sulla piccola. Il suo affetto per lei cresceva ogni giorno che passava.
Tuttavia, i nemici tornarono a bussare alla porta dell'Impero Celeste.
Mulan e Shang furono chiamati nuovamente alle armi. Compresi i tre consorti delle principesse: dopotutto, erano soldati.
Spezzò il cuore a tutti dover abbandonare i figli, ma proteggere la Cina era la loro priorità, come soldati.
I nemici si erano radunati sul valico, lo stesso in cui, anni prima, avevano affrontato gli Unni.
Shang era a capo della fanteria, mentre Mulan dava gli ordini agli arcieri.
L'esercito cinese era in vantaggio su quello nemico. La vittoria era vicina.
Ma, purtroppo, il male si annida dove meno ci si aspetta.
Shang era occupato ad affrontare due soldati nemici. Mulan non era lì con lui.
Non si era accorto dell'arciere che stava mirando a lui.
La freccia colpì la sua schiena. La punta fuoriuscì dal torace, nonostante la corazza.
Cadde sulla neve, macchiandola di rosso.
Solo in quel momento Mulan aveva abbandonato il suo posto per soccorrere il marito.
Era già capitato una volta. Ed era sopravvissuto.
Quel giorno, la sorte aveva deciso diversamente.
-SHANG!- esclamò, infatti, la donna, già in lacrime.
Inutile ogni tentativo di soccorso.
Il generale Li Shang era morto. In guerra. Per salvare la Cina e la sua famiglia.
La battaglia era vinta. Ma il prezzo era stato troppo alto.
Il funerale si tenne nel palazzo reale. L'imperatore volle ricordare Shang come un generale coraggioso e tenace, come un marito affidabile e come un padre affettuoso.
Lonnie era ancora troppo piccola per comprendere.
Tirava spesso la veste alla madre.
-Mamma, dì a quei signori di smetterla!- esclamava -Papà deve combattere contro i cattivi! Non può dormire! Devono svegliarlo, non metterlo in quella cassa!-
Non comprendeva la realtà. Non comprendeva che suo padre fosse morto.
Mulan non riusciva a trattenere le lacrime: cadde sulle sue ginocchia, abbracciando la figlia.
-Oh, Lonnie!- singhiozzò, stringendola forte.
Per giorni rimase chiusa in camera sua, quasi senza smettere di piangere.
Nessuno sembrava essere in grado di consolarla. Non i suoi genitori, che le stavano sempre accanto, permettendole di piangere sulle loro spalle. Non Ling, Chien Po e Yao, che non venivano mai accolti in casa Fa. Non Mushu, che Mulan respingeva sempre. E nemmeno Lonnie, che Mulan rifiutava costantemente di guardare in faccia.
Lonnie assomigliava troppo al padre. Vedere lei era quasi come rivedere suo marito. E questo aumentava il suo dolore.
Fino a quando non prese una decisione tragica.
-Mushu, non posso vivere così! Devo andarmene da qui!-
Aveva finalmente accolto il draghetto nella sua stanza. L'angoscia che le stava straziando il petto era sempre più insopportabile. Doveva parlarne con qualcuno. E Mushu era il più adatto di tutti.
-Andartene?!- si sconvolse il draghetto -E dove?!-
-Non lo so! Fuori dalla Cina, dovunque! Lavorerò come mercenaria o mi darò al crimine!-
Una scelta avventata: ormai Mulan era fuori di testa.
-Mulan, bambina mia, ascoltami.- Mushu si era avvicinato a lei, prendendole dolcemente una mano -Comprendo quello che stai passando, ma non puoi scappare. Non pensi alla piccola Lonnie? Vuoi davvero lasciare una bambina senza la madre?-
-Lo faccio soprattutto per lei, Mushu.- gli occhi ancora gonfi di lacrime erano nascosti dai suoi capelli neri -Non voglio che Lonnie cresca con una madre in costante lutto. Non voglio renderle la vita un inferno per colpa del mio dolore. E poi so che non sarà sola. Ci saranno i miei genitori, Ling, Chien Po e Yao e le principesse, e anche tu, che le darete tutto l'amore di cui ha bisogno.-
-Ma non avrà una madre. Ti prego, Mulan, ripensaci.-
Ormai Mulan aveva preso la sua decisione: doveva scappare, per il bene della figlia. Non voleva far svanire la sua serenità ed il suo sorriso con il suo lutto. Non voleva influenzarla.
-Mushu, promettimi che veglierai su mia figlia.-
Il draghetto dovette rassegnarsi: odiava vedere la sua protetta triste e non voleva che se ne andasse, ma sapeva che obbligarla a farla rimanere avrebbe aggravato la sua condizione.
Sospirò, mettendo la seconda zampa sulla sua mano.
-Come se fosse la mia.-
Non ci furono addii o discorsi. Mulan partì quella notte, senza lasciare biglietti.
Non diede neppure un bacio a Lonnie.
Era scappata, come una ricercata.
Lonnie pianse a quella notizia. Aveva perduto entrambi i genitori. Si sentiva sola.
Ma Mushu era con lei, per abbracciarla, per consolarla. Sarebbe rimasto per sempre con lei.
Per farla stare meglio, le aveva detto che sua madre era partita per un viaggio per combattere contro le persone che avevano ucciso suo padre e che sarebbe tornata quando li avrebbe sconfitti tutti.
Doveva lasciare una scintilla di speranza nel cuore della piccola Lonnie. Non avrebbe ceduto alla tristezza o al pensiero di essere stata abbandonata.
La vita di Lonnie, infatti, proseguì serenamente. Visitava spesso il palazzo reale, per giocare con i principini. O per colmare la sua solitudine.
Negli anni che passarono, Ling e Ting Ting avevano dato a Tao un fratello ed una sorella, Zheng era divenuta sorella di due gemelle e Jie aveva avuto un fratello. Ma questo non aveva compromesso l'amicizia che avevano con Lonnie, anzi.
Non la facevano sentire un'estranea, ma come parte della famiglia.
E, ovviamente, era riverita dalle principesse e dai loro consorti, in onore dell'amicizia che avevano con i suoi genitori. E anche loro dovevano darsi da fare per non farla sentire sola ed orfana.
Anche Zhou e Li ricoprivano la nipotina di amore e di attenzione. Specialmente la nonna, che, ogni sera, le raccontava le storie della figlia, di come avesse infranto le regole per amore e devozione verso il padre, come fosse divenuta soldato e come avesse salvato la Cina dal perfido e spietato capo degli Unni, Shan Yu.
Ma Lonnie preferiva la versione di Mushu: lui ci metteva più enfasi nella narrazione ed era preciso, con i dettagli. Dopotutto, lui era lì quando Mulan si era arruolata nell'esercito.
La preparazione a soldato era la parte preferita di Lonnie: rideva sempre quando Mushu le raccontava dei suoi tentativi di integrazione in un mondo completamente estraneo a lei. Era inverosimile, per lei, immaginare la madre dare un pugno a Yao, per rompere il ghiaccio.
Da non dimenticare che quello era anche il periodo in cui i suoi genitori si erano conosciuti; di come suo padre Shang avesse iniziato a nutrire rispetto per il guerriero chiamato Ping, ma poi scoprire di essersi innamorato di Mulan.
Quelle storie alimentavano l'ammirazione di Lonnie per la madre, tale da desiderare, un giorno, di poter essere come lei. O come il ragazzo che l'aveva aiutata nella sua impresa, il forestiero di nome Sora.
Avrebbe dedicato il resto della vita ad allenarsi ed entrare anche lei nell'esercito, per onorare i suoi genitori. Questo fu il suo giuramento.
E sapeva di poter contare sull'appoggio e supporto dei suoi zii.
Anche Tao e Jie, sebbene destinati a divenire principi, volevano entrare nell'esercito, come i loro padri. Tutti e tre si promisero che, una volta adulti, si sarebbero arruolati. E, se avessero giocato bene le loro carte, sarebbero saliti di rango e avrebbero capeggiato l'intero esercito cinese.
Lonnie sognava di divenire generale, come il padre e come il nonno. Come una degna di portare il cognome Li.
Ma sapeva che anche i principi ambivano a quel rango, quindi doveva darsi da fare per guadagnarsi quel titolo.
Già da bambini giocavano a fare i soldati. Insieme ai fratelli minori di Tao e Jie.
Zhen, le sue sorelline gemelle e la cugina restavano sempre in disparte, con le loro bambole ed il loro tè, ma comunque assistendo ai giochi di Lonnie e dei principini. Anzi, facevano tutte il tifo per Lonnie.
Erano passati otto anni dalla fuga di Mulan. Ancora non era tornata.
Lonnie, come ogni anno, stava portando dei fiori sotto la statua di suo padre Shang, eretta una settimana dopo la sua morte.
Lonnie, ormai, non ricordava più nulla di lui, solo ricordi sfocati. Per fortuna, i suoi zii le raccontavano storie su di lui, sul suo valore, sul suo coraggio, della sua risolutezza come generale.
I suoi genitori erano stati i salvatori della Cina. Lonnie era fiera di essere loro figlia.
Era ancora troppo piccola, però, per poter entrare nell'esercito. Doveva attendere almeno altri nove anni.
Tao e Jie, però, sembravano già avvantaggiati di lei, e non perché erano uomini: Ling stava insegnando al figlio le basi del kung fu, mentre Yao permetteva al suo di allenarsi con lui.
Lonnie non aveva una figura paterna a sostenerla ed allenarla. Tantomeno una materna.
E suo nonno Zhou non riusciva più nemmeno a camminare senza la sua stampella. Non sarebbe riuscito ad insegnarle quello che sapeva, non con dimostrazioni.
Di nuovo, Lonnie si sentì sola.
In momenti simili, Mushu trovava sempre le parole giuste per sollevarle il morale.
Ma quel giorno, lui aveva uno sguardo preoccupato sul volto.
-Lonnie, bambina mia...- le aveva detto, una volta salito sulle sue mani; stava evitando il suo sguardo, e sospirò -Devi venire al tempio dei tuoi antenati. Il Primo Antenato vuole parlare con te.-
-Il Primo Antenato?-
Ovviamente stava parlando del Primo Antenato della famiglia Fa: dopo il matrimonio, per onorare il gesto di Mulan nel proteggere la Cina da Shan Yu, Shang aveva deciso di anteporre gli antenati della moglie ai suoi.
Lonnie fu sorpresa dalla rivelazione del draghetto: ricordava le parole della bisnonna sul suo scetticismo a proposito delle preghiere agli antenati. Come era possibile, quindi, che chiedessero di lei?
Gli Antenati non si mostravano mai ai viventi.
Ma quella era un'emergenza.
Entrata al tempietto, infatti, Lonnie vide solo il capostipite della famiglia Fa, etereo, ma imponente.
La stava fissando negli occhi, come per studiarla. La ragazza si sentì intimidita da quello sguardo.
-Non hai ereditato l'aspetto di tua madre...- disse, con voce profonda -... ma hai il suo stesso cuore.-
Lonnie inclinò la testa, confusa.
Mushu sbuffò dal naso, dalle cui narici uscì una fiammella.
-Sì, ok, ottima osservazione!- lamentò, in posizione eretta sulle mani di Lonnie e le zampe anteriori incrociate -Te l'ho portata qui perché avevi qualcosa da dirle! Spero non sia questo!-
Il Primo Antenato sospirò. Poi parlò.
-Sì, hai ragione...- ammise, a malincuore; c'erano ancora attriti tra lui e Mushu -Lonnie, ho troppe cose da dirti e poco tempo a disposizione. La Cina è di nuovo in pericolo.-
-Sì, quando mai...- borbottò Mushu.
-Una grande forza oscura si sta avvicinando.- riprese il Primo Antenato, ignorando il commento -È ancora lontana, lo percepisco, ma non è un pericolo che si possa affrontare con armi comuni. Se non viene eliminato, potrebbe essere la fine per la Cina.-
Lonnie impallidì: un pericolo persino peggiore di quello che l'esercito cinese era abituato ad affrontare?
Non poteva permetterlo, ma non sapeva cosa fare.
Anche Mushu stava provando la stessa cosa.
-Oh, cielo. Oh, cielocielocielo!- mormorò, facendo avanti e indietro sulle mani di Lonnie -Cosa possiamo fare?! Cosa possiamo fare?!-
-Ho parlato ora con un vecchio amico, lo stregone Yen Sid...- informò il Primo Antenato, calmo, nonostante la notizia -C'è un modo per contrastare questo pericolo. Ma tu, piccola Lonnie, devi abbandonare la Cina e recarti in un posto di nome Auradon.-
-Auradon?-
-Un luogo a cui io ho contribuito nella fondazione, un mondo-rifugio per coloro i cui mondi sono stati divorati dall'Oscurità. Lì verrai preparata al tuo dovere. Lonnie, tu sola dovrai salvare la Cina, come hanno fatto i tuoi genitori anni fa.-
La sua occasione. L'occasione per divenire come i suoi genitori, un'eroina. Era lì. E gliela stava presentando il suo Primo Antenato.
Salvare la Cina da un male... ignoto. Lonnie era orgogliosa, ma era anche tanto spaventata.
Cosa l'avrebbe attesa? Sarebbe tornata in tempo per affrontarlo?
Il suo cuore era confuso.
-No, non posso andare!- balbettò, guardando in varie direzioni; dalla sorpresa stava quasi per far cadere Mushu -Ho... ho promesso a Tao e Jie che, una volta grandi, ci saremmo arruolati nell'esercito.-
-Piccola mia, se attendi ancora, non ci sarà più nessun Impero da proteggere.-
-Perché io? Perché non i principi Tao e Jie? Sono molto più bravi di me.-
-Loro non possono permettersi di sparire in un momento simile. Come figli delle principesse, la loro scomparsa desterebbe sospetti, oltre ad allarmare l'intera Cina. Lonnie, non so come dirtelo, ma questa Oscurità è legata a tua madre.-
Lonnie impallidì. Anche Mushu.
-A Mu-Mulan?!- balbettò questi, quasi svenendo sulle mani di Lonnie -Non è possibile! Non Mulan! Non o farebbe mai! Ha dato la sua vita per la Cina! Perché vorrebbe distruggerla?!-
-Il Maestro Yen Sid può vedere frammenti del futuro, non leggere nei cuori delle persone.- fece chiarire il Primo Antenato -Ma anche io percepisco dell'energia oscura avvicinarsi sempre di più. È ancora lontana, ma non puoi restare qui. E liberare una persona dalla propria Oscurità senza distruggerla è più efficace, se è un discendente a farlo. Lonnie, tu sei la sola speranza per la Cina. Ti chiedo di compiere questo sacrificio, per questa terra.-
E il sacrificio sarebbe stato abbandonarla. In un mondo che meglio l'avrebbe preparata al suo compito. Lì non aveva nessuno disposto ad allenarla, neppure con le armi. E i giochi che faceva con i principini non erano veri allenamenti. Conosceva solo le basi dell'arte della spada, ma erano ancora tutti troppo piccoli per approfondire come un adulto.
Non voleva lasciare la sua terra, la sua famiglia. Non poteva scomparire come sua madre. Ma non aveva altra scelta, se voleva salvarli.
Espirò dal naso e diede la sua risposta.
-Lo farò.-
Il Primo Antenato assunse un'espressione di approvazione.
Mushu, invece, aprì la bocca dallo stupore. Dalle mani della ragazza si mise sulla sua testa, cercando di guardare il Primo Antenato negli occhi.
-Lonnie non va da nessuna parte!- protestò, stringendo i pugni -Ho già perduto una bambina! Non posso perderne un'altra!-
Lonnie impallidì, con sguardo terrorizzato, a quella affermazione. E il suo cuore batté fortissimo.
-Cosa?!- esclamò, guardando in alto, rivolta al draghetto -Non verrai con me?!-
-Purtroppo no, piccola Lonnie.- spiegò il Primo Antenato -Non gli è permesso abbandonare questo mondo.- poi, si rivolse all'interessato -Sono cosciente dei tuoi sentimenti, Mushu, ma...-
-No! Mi rifiuto!- riprese il draghetto, sempre più furioso e disperato nello stesso momento -Ho promesso a Mulan che avrei vegliato su sua figlia! Non posso abbandonarla così!-
-Ma devi, Mushu. Tu non sei solo il guardiano di Lonnie. Sei uno dei guardiani dell'intera famiglia Fa. E Lonnie non è il solo membro rimasto della famiglia Fa.-
-Ma ho promesso...!-
-È per il bene della Cina. Se non la lasci andare, se non le permetti di diventare più forte, sia lei che Mulan saranno perdute per sempre.-
Mushu non voleva separarsi da Lonnie, come lei non voleva separarsi dal suo piccolo guardiano e migliore amico.
Ma entrambi sapevano cosa era giusto fare. E non sempre ciò che è giusto corrisponde alla nostra volontà.
Già negli occhi della ragazza si incominciavano ad intravedere le prime lacrime. Alzò le mani, sopra la sua testa, prendendo il draghetto: lui stava già piangendo.
-No, no, no, piccola mia, non piangere...-
Le aveva messo le zampine sulle guance, scostando le lacrime che stavano scendendo su di esse.
-Non voglio andare, non senza di te, zio Mushu.-
-Hai sentito il Primo Antenato, piccola. Non posso lasciare questo mondo. Sì, ho promesso a tua madre che ti avrei protetto, ma purtroppo sono vincolato qui, come protettore della tua famiglia. Credimi, dipendesse da me, ti seguirei ovunque. Ma, a quanto pare, adesso dovrai proseguire la tua strada senza di me.-
Ciò non alleviò il cuore di Lonnie, anzi.
Era combattuta tra due scelte.
Se fosse andata ad Auradon, si sarebbe separata da Mushu. Ma se avesse deciso di rimanere nel suo mondo, non sarebbe riuscita a difenderlo dall'Oscurità di cui aveva parlato il Primo Antenato.
-Vedrai, piccola mia, quando arriverà il momento, tornerai. Questo non è un addio.-
Almeno quella era una magra consolazione.
Non avrebbe perduto Mushu per sempre: anche se la sua età avanzava, Mushu era immortale. Lo avrebbe rivisto anche quando avrebbe compiuto cento anni.
Il Primo Antenato concesse loro un ultimo saluto. Mushu e Lonnie si abbracciarono come se fosse l'ultima volta in cui si sarebbero visti.
-Penserò io ad avvertire i tuoi nonni, piccola.- disse il draghetto, separandosi dalla sua protetta.
Lei annuì, ancora piangendo. Diede un bacio sulla sua testa e lo lasciò per terra.
-Sono pronta.- disse ella, rivolta al Primo Antenato.
Lui fece un gesto circolatorio con il suo bastone, sulla lastra cui era solito sedersi quando si incontrava con gli altri antenati: apparve un portale. Dall'altra parte si poteva notare un prato con un grande edificio, persino più grande del Palazzo Imperiale.
-Vai lì dentro. Chiedi della Fata Smemorina. Dille che ti mando io, le ho già parlato di te. Avrà già provveduto a fornirti una stanza. Lì avrai l'educazione che ti servirà per contrastare l'Oscurità che minaccia la Cina.-
-Quanto tempo ho?-
-Un lustro.-
Cinque anni.
Per uno spirito immortale come Mushu era un battito di ciglia. Per riottenere il suo piedistallo di guardiano aveva atteso mezzo millennio. Cinque anni non erano nulla.
Non prima di aver conosciuto Mulan e Lonnie. A malapena avrebbe resistito senza la loro presenza. L'immortalità era meno noiosa, con qualcuno da proteggere.
Presto non avrebbe avuto più nessuno da proteggere.
Lonnie rivolse un ultimo sguardo al suo guardiano personale, prima di attraversare il portale. Questi non aveva ricambiato: probabilmente per evitare di correre da lei all'ultimo minuto e disobbedire al Primo Antenato.
Forse la sua intenzione era proprio quella. Dopotutto, anche con Mulan aveva infranto le regole. Ma, non appena si era girato, il portale era sparito.
Lonnie avrebbe dovuto affrontare da sola l'esperienza che la attendeva ad Auradon.
Secondo il Primo Antenato, Auradon era il secondo mondo-rifugio per le persone che avevano perduto il proprio mondo, attraversando portali speciali.
Lonnie era un'eccezione: lei era lì per evitare che il suo mondo cadesse nell'Oscurità. E si sarebbe impegnata a fondo per farlo.
La Fata Smemorina la riconobbe basandosi sulla descrizione del Primo Antenato. La sua stanza era già pronta, come i cambi dei vestiti e l'organizzazione delle sue giornate.
Auradon non era solo un rifugio, era anche una scuola.
Presto Lonnie avrebbe fatto la conoscenza di altri ragazzi, tra cui Jane, la figlia della Fata Smemorina stessa, Doug, Chad, Audrey e Ben. Questi, scoprì, erano figli di persone che avevano conosciuto Sora, il suo idolo.
Un argomento in comune è sempre un buon inizio per stringere un'amicizia.
Dopo un anno, però, Lonnie ancora non era stata sottoposta alla preparazione promessa dal Primo Antenato. Aveva visto un'occasione nella squadra di scherma di Auradon, ma la squadra era già completa. Ma non avrebbe demorso: avrebbe continuato a fare domanda fino allo sfinimento.
Tuttavia, continuava ad allenarsi da sola, proseguendo da sola gli allenamenti con la spada che era solita fare con Tao e Jie.
Cominciava a sentire la loro mancanza. Come anche di Zhen. E dei suoi nonni. E soprattutto di Mushu.
Se fosse stato lì con lei, le avrebbe detto dal primo istante in cui aveva messo piede ad Auradon che cosa fare.
Le scappò una risata, ripensando ai consigli che aveva dato a sua madre, quando si era arruolata nell'esercito: sarebbe capitato anche a lei.
Per iniziare, le avrebbe detto di dare un pugno a Chad per fare amicizia.
Dopo altri tre anni, il futuro re Benjamin emanò il suo primo decreto: permettere ai bambini residenti nell'Isola degli Sperduti di vivere ad Auradon.
Lonnie fu tra i primi a sostenere quel progetto. Sapeva che quei bambini non avevano alcuna colpa per essere stati esiliati dal proprio mondo: erano lì solo per capriccio degli adulti. Non poteva non provare pena per loro.
Avevano iniziato con quattro ragazzi: la figlia di Malefica, la figlia di Grimilde, il figlio di Jafar ed il figlio di Crudelia De Mon. Più tardi avrebbe scoperto le loro storie, come erano stati inviati all'Isola degli Sperduti e provare compassione per loro.
C'era chi li ignorava e allontanava, per via delle loro ascendenze: Lonnie non fu tra quelli.
Come sostenitrice della proposta di re Benjamin, doveva dare il buon esempio. Dal primo istante cercò di instaurare un legame.
Aveva notato il cambio di capelli di Jane, scoprendo che era stata opera di Mal, la figlia di Malefica.
Anche Lonnie era abituata a portarli corti; non sarebbe stato male provare un nuovo taglio di capelli.
Ed era un'ottima scusa per conoscere i nuovi arrivati.
Erano spaesati, come se ancora non si fossero ambientati ad Auradon, ma non sembravano cattivi.E piano piano, anche il resto di Auradon li stava vedendo come lei.
Quella certezza sembrò sfumare all'irruzione di Malefica e Pietro Gambadilegno nella cattedrale di Auradon, durante l'incoronazione dei re Benjamin, Chad ed Audrey.
Lonnie avrebbe voluto intervenire, ma non sapeva come difendersi dalla magia: Mushu non le permetteva di allenarsi con le sue fiamme.
Nonostante gli anni passati ad Auradon, Lonnie non aveva fatto progressi con il suo obiettivo.
Anzi, non aveva neppure iniziato.
Pensieri oscuri stavano iniziando a manifestarsi nella sua mente: e se il Primo Antenato le avesse mentito? E se l'Oscurità avesse già divorato il suo mondo e lui l'avesse inviata ad Auradon solo per proteggerla? Cosa ne sarebbe stato dei suoi nonni, di Mushu, e delle altre persone a lei care che erano rimaste nel suo mondo?
Secondo la Fata Smemorina, il suo mondo era ancora integro. Ciò rassicurò Lonnie.
Ma quanto tempo le sarebbe rimasto, prima della sua distruzione?
Non doveva perdere tempo. Doveva essere pronta per quel momento.
Per governare su Auradon, re Benjamin aveva lasciato la squadra di scherma. Un posto era vacante.
Era finalmente l'occasione che Lonnie stava aspettando.
Affrontò e sconfisse il nuovo capitano, Jay, figlio di Jafar, che rimase colpito dalle sue capacità.
Fosse dipeso da lui, avrebbe accolto Lonnie nella squadra, ma l'intervento di re Chad, che lo aveva esortato a seguire il regolamento, fece declinare l'offerta: la squadra doveva essere composta da un capitano ed otto uomini.
Lonnie si arrabbiò con Jay, ma giammai si sarebbe arresa alle regole, come sua madre.
Si trovò presto costretta a giocare sporco, per i suoi obiettivi.
Mal era scomparsa. E anche re Benjamin.
Lonnie stava passando proprio accanto alla stanza di Jay e Carlos, quando lo scoprì: Ben era stato rapito, la sua vita per la bacchetta della fata Smemorina.
Finalmente aveva trovato l'occasione per dimostrare quanto valeva, quanto meritava di entrare nella squadra di scherma di Auradon, quanto fossero stati utili gli allenamenti con i principi, e non in uno stupido allenamento di scherma, ma con veri avversari.
Ma dovette ricattare i due ragazzi per farlo: avrebbero portato anche lei nell'Isola degli Sperduti o avrebbe rivelato del rapimento di Ben alla Fata Smemorina.
Auradon non poteva entrare in allarme: Jay e Carlos cedettero al ricatto e portarono la ragazza con loro.
Lonnie, finalmente, poté vedere l'Isola degli Sperduti con i propri occhi: le voci sui bambini erano vere, dunque. Era una vergogna lasciarli in mezzo ai veri ricercati. Non si pentì di essersi schierata dalla parte di re Benjamin, all'emanazione del suo decreto.
Anche i ragazzi con cui aveva incrociato la spada erano anime disperate, ma non certo perdute.
Meritavano una possibilità. Uma compresa.
La stessa possibilità che Jay aveva concesso a lei, una volta tornati ad Auradon: il regolamento diceva che la squadra di scherma era composta da un capitano ed otto uomini, ma non specificava il sesso del capitano.
Per questo aveva ceduto il ruolo a Lonnie: riconobbe la sua superiorità con l'arte della scherma, e questo non esitò ad ammetterlo pubblicamente.
Esattamente, da come le era stato raccontato, come suo padre Shang aveva fatto con sua madre Mulan, riconoscere ed apprezzare il suo valore, non giudicarla per il suo aspetto o per il fatto di essere donna.
Lonnie non avrebbe immaginato di incontrare una persona come suo padre. Questo la avvicinò a Jay, e lui ricambiava.
Al cotillon, infatti, ballarono insieme. E dopo di esso decisero di frequentarsi.
Jay si era reso conto della superiorità di Lonnie rispetto alle altre ragazze con cui era solito flirtare, e Lonnie scoprì che Jay non era così superficiale come appariva.
Continuò ad allenarsi con la squadra, migliorando le sue tecniche. Sentiva di essere quasi pronta al destino che l'attendeva.
Ma ciò che seguì fu persino più arduo del duello con i pirati di Uma: anche lei finì vittima dell'incantesimo di sonno di Audrey, senza essere in grado di contrastarla.
Non era niente che potesse contrastare con una spada.
E nemmeno gli Heartless, che apparvero dal nulla, inaspettatamente.
Mushu le aveva già parlato degli Heartless: anche sua madre li aveva affrontati, combattendo al fianco di Sora.
La sua spada non poté fare nulla contro quelle creature. Solo il Keyblade poteva eliminarli.
Lonnie, per la prima volta, sentì svanire il proprio coraggio e la propria tenacia. Cadde per mano degli Heartless, un attimo prima di Jay, che stava combattendo al suo fianco.
Un altro mondo era stato divorato dall'Oscurità. E Lonnie non era riuscita a contrastarla.
Come sarebbe riuscita a difendere il suo mondo?
Questo pensò, una volta risvegliatasi nella Città di Mezzo.
Lì, lei, Jay, ed i loro amici si riunirono con la Fata Smemorina, che raccontò loro dell'ultima impresa di Sora, che aveva comportato il ritorno dei loro corpi.
Ma non quello di Auradon.
 

Lonnie sente di aver deluso tutti. Il Primo Antenato le aveva promesso che sarebbe stata pronta per affrontare l'Oscurità che minacciava la Cina, se fosse andata ad Auradon. In quegli anni, Lonnie non aveva imparato niente che l'avesse preparata. Quando Carlos propone di recarsi da Yen Sid per divenire Custode del Keyblade, Lonnie è tra i primi ad esporre il suo assenso. È quella l'arma che avrebbe contrastato l'Oscurità imminente. Una volta ottenuta, sarebbe stata pronta a tornare nel suo mondo natio e proteggerlo. È pronta a tutto, pur di ottenerla...

   
 
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