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Autore: Cantastorienotturno    17/03/2021    2 recensioni
Bisogna farsi rispettare, altrimenti la gente se ne approfitta.
Genere: Dark, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                    NELLA VITA È NECESSARIO AVERE POLSO






Quello di Deborah era l’unico bar del paese.


Questa era l’unica cosa che spingeva Loredana e Fiorella ad andarci e a sopportare il cappuccino disgustoso, le brioche che non erano mai quelle che sarebbero dovuto essere, i racconti della traversie amorose della padrona e, dulcis in fundo, le due arpie di otto e nove anni, che alle sette del mattino, persino quando erano a casa da scuola, correvano felici tra i tavoli rompendo i coglioni in maniera talmente professionale da farti rimpiangere la non esistenza dell’Uomo Nero, in quanto benefattore dell’umanità.


“Deborah, il solito caffè.” disse Fiorella entrando. Si sedette al solito tavolo, dove era già posizionata l’amica.


“Credi che si ricorderà di mettere lo zucchero?”


“Io spero che la schiuma del mio sia decente, altrimenti questa volta cambio bar sul serio.”


“Eccoti la brioche.” le interruppe Deborah.


Fiorella diede un morso e fece una smorfia.


“Non è ai frutti di bosco.”


“Lo so, mi dispiace, ma non sono ancora arrivate.” si giustificò l’altra.


“Non erano arrivate nemmeno ieri.” fece notare Loredana.


“Lo so. Mi spiace. Però domani ci saranno, ve lo posso garantire.” e si allontanò.


“Bah. Io a questa non darei da gestire neanche un pollaio, figuriamoci un bar.”


Giulia, la figlia maggiore di Deborah, si sedette al tavolo vicino. Erano le sette e dieci ma fra le mani teneva un’abnorme panino col salame.


“Santo Dio.” commentò Fiorella. ” Non era a dieta?”


“Sì, come no. Secondo te a sua madre importa? È chiaro che la odia. Guarda come l’ha vestita: pantaloni aderenti, ma davvero? Sembra un maiale coi leggins.”


In quel momento arrivò Lucia, la figlia minore, nonché miglior spot per la vendita di preservativi. Si sedette al loro tavolo e appoggiò il quaderno di matematica che ovviamente ne occupò mezzo.


“Lucia, tesoro.” fece Loredana, appellandosi al Gandhi che c’era in lei.” Noi adesso dobbiamo fare colazione, perché non vai a sederti da un’altra parte?”


“No, voglio stare qui con voi.” l’aspetto più insopportabile di quella bambina era che non sembrava essere in grado di parlare in maniera normale. Lei si lagnava. Sempre. Pareva un incrocio fra la sirena di un ambulanza e un gatto in calore.


“Dai, Lucia, adesso la mamma deve portare i cappucci alle due signore. Il quaderno rischia di sporcarsi.”


“Uffa! No, io voglio stare qui!”

“Su, fa la brava. Vai a preparare la cartella.”


“Dai, su, Lucia.”


“No, devo fare i compiti.”


“I compiti?!” Deborah spalancò gli occhi.” Come, i compiti? E ieri cosa hai fatto?”


“Niente.” replicò quella, serafica.” Ma sono difficili, mamma, io non ci riesco.”


Debora sospirò.


“Va bene, senti… portami il diario che ti scrivo la giustificazione.”


Quando Lucia fu scomparsa su per le scale, loro abitavano sopra il bar, Fiorella guardò Deborah con disapprovazione.


“Tu non hai polso, cara. Ti fai mettere sotto da chiunque.”


Loredana le diede manforte. Deborah le aveva appena portato il cappuccio e la schiuma pareva quella dello shampoo, quindi era piuttosto irritabile.


“Vero. Ti lasci calpestare da tutti.”


“Ma no, non è vero.”


“No? Vogliamo parlare del tuo ex? Quante volte te lo sei ripreso?”


Deborah si torse le mani, a disagio.


“Con lui è finita.”


“Certo che è finita, perché dopo l’ennesima volta che l’hai perdonato lui ha messo incinta un’altra e ti ha mollata per andarsene con lei e il bambino.”


Deborah sospirò


“E Giulia? Non era a dieta?”


“Sì, però secondo me è esagerata, in certi punti. Si può chiudere un occhio, ogni tanto. Sono sicura che, crescendo, dimagrirà.”


“E anche Lucia migliorerà? La senti come parla? Non è normale. Dovresti portarla da qualcuno.”


“O tirarle uno schiaffo. Più economico.”


“La verità, mia cara.” concluse Loredana, rinunciando a bere quella brodaglia coraggiosamente denominata cappuccino “è che la tolleranza e la bontà non pagano. La gente se ne approfitta. Bisogna essere severi nella vita, bisogna farsi rispettare.”


Deborah rimase in silenzio per un attimo.


“Forse avete ragione.”






Da “LA PROVINCIA” del 26 marzo:


Orrore e sconcerto nel piccolo borgo di Farmo. La comunità è sotto shock dopo l’arresto di D. V. madre di 36 anni e barista del paese.


Sabato pomeriggio, l’ex marito, passato a prendere le figlie, è stato aggredito dalla ex con un paio di forbici. Riuscito a difendersi ha chiamato la polizia, che, ispezionando la casa, si è trovata davanti una scena da incubo.


La figlia minore era stata legata ed imbavagliata alla scrivania della sua cameretta, mentre quella maggiore era incatenata in cantina, tenuta a pane e acqua.


Interrogata sui motivi di questa follia, la donna ha risposto.” Lucia non voleva mai fare i compiti e parlava in modo insopportabile, Giulia doveva stare a dieta, Enzo mi aveva tradita un sacco di volte. Ho lasciato correre per troppo tempo, ma avevano ragione Fiorella e Loredana: bisogna farsi rispettare nella vita.”


Con tutta probabilità gli avvocati chiederanno l’infermità mentale, sebbene la donna non avesse mai mostrato segni di squilibrio mentale in passato.


La nostra troupe è andata ad intervistare le suddette Fiorella e Loredana, a quanto pare clienti abituali del bar. La prima si è rifiutata di rilasciare dichiarazioni, mentre la seconda ha commentato semplicemente:


Non è mica colpa mia se la gente è anormale.”
   
 
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