Anime & Manga > Bleach
Segui la storia  |       
Autore: marla_singer93    17/03/2021    1 recensioni
Renji e Rukia non si sono rivolti la parola per quarant'anni. Dopo la scampata esecuzione di Rukia, i due tornano a far parte l'uno della vita dell'altra, e cominciano a riavvicinarsi lentamente...
Una storia che esplora ed approfondisce l'evolversi del rapporto tra Renji e Rukia lungo il corso di tutta la storia di Bleach.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kuchiki Rukia, Renji Abarai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 2

 

 

Rukia bussò gentilmente alla porta della stanza in cui era ricoverato Byakuya.

 

“Avanti.”

 

Rukia entrò timidamente. Erano oramai diversi giorni che faceva visita a suo Fratello, ma le sembrava sempre di invadere in qualche modo la sua privacy.

 

“Buon pomeriggio, Fratello”. Si inchinò leggermente, prese una sedia lì nei paraggi e la avvicinò un po’ di più al letto di Byakuya, quindi si sedette con le mani conserte. “Come stai, oggi?”

 

“Molto bene, Rukia. Sento di star recuperando le forze sempre di più. Come dicevo poc’anzi a Renji, conto di tornare operativo nell’arco di pochi giorni, che la Quarta Compagnia sia d’accordo o meno nel dimettermi.”

 

“L’ho incontrato proprio un attimo fa, in effetti,” disse Rukia.
 

“Immaginavo, è uscito un attimo prima che arrivassi. E tu come stai, Sorella?”

 

Rukia non era proprio abituata a nulla di tutto ciò. In quei pochi giorni di visite ospedaliere, lei e Byakuya avevano parlato probabilmente di più che negli ultimi quarant’anni trascorsi nella famiglia Kuchiki. Rukia teneva spesso lo sguardo abbassato in segno di rispetto e riverenza, ma quando si concedeva di alzare gli occhi notava che quelli di suo fratello era sempre posato su di lei, con attenzione e interesse sincero. Non le aveva mai rivolto lo sguardo in quarant’anni.


Ma non solo. Mai Byakuya si era dimostrato in qualche modo interessato a lei. Non personalmente, quantomeno, ma solo riguardo ai suoi eventuali progressi all’interno della Tredicesima Compagnia. Questo nuovo Byakuya, che le chiedeva come stava e come precedeva il suo stato di salute, era qualcosa di decisamente nuovo. Era quasi… gentile.

 

“Sto bene, Fratello. Solo… inizio ad essere preoccupata riguardo ai miei poteri. Sappiamo che il loro mancato ripristino era dovuto, inizialmente, al gigai nel quale mi ritrovavo… ma oramai sono passate diverse settimane dal mio ritorno qui alla Soul Society, e ancora non sento traccia di potere spirituale in me. Comprenderai che sono desiderosa di tornare ai miei doveri presso la Tredicesima Compagnia il prima possibile”.

 

“Qual è, a tal proposito, il parere della Quarta Compagnia?”

 

Rukia guardò accigliata le sua mani posate in grembo. “Non sono certi del tempo che ci vorrà. Non sono certi di nulla, a dire il vero. La cessione di poteri shinigami è un evento piuttosto inusuale, rispetto al quale esiste poca documentazione.”

 

“Capisco”. Byakuya chiuse gli occhi e si fermò a riflettere.

 

“Ne parlavo proprio un attimo fa con Ren.. con il luogotenente Abarai. Secondo lui, essendo io nata con i poteri spirituali, prima o poi torneranno a riemergere, come fossero un’impronta impressa in me indelebilmente.”

 

“Confido anch’io possa essere così. Ad ogni modo, non c’è bisogno di ricorrerei ai convenevoli, Rukia. Ho parlato con Renji poco prima che tu arrivassi, e sono stato informato dei vostri… trascorsi,” disse Byakuya, guardando Rukia con sguardo eloquente.

 

Oh, quelli.

 

Rukia se l’era chiesto, in effetti. Chissà come il suo nobile Fratello aveva giudicato il coinvolgimento di Renji nel suo salvataggio. Nei suoi lunghi anni di appartenenza alla famiglia Kuchiki, Rukia non aveva mai menzionato la sua passata amicizia con Renji. A partire dal giorno in cui le venne fatta la proposta di adozione, Rukia racchiuse la sua amicizia con Renji in un cassetto, la sigillò accuratamente ed ebbe poi cura di buttare via la chiave. Lo relegò nei meandri del suo cuore e della sua mente, laddove non potesse più fargli visita, così che fosse stato più semplice, per lei, dimenticare la sua vita passata, e dare il benvenuto a quella nuova della nobile signorina Kuchiki.

 

Da allora le era capitato di vederlo in giro, ovviamente. Durante le esercitazioni aperte e le dimostrazioni per le nuove reclute, le era capitato spesso di vederlo combattere. Ogni volta le sembrava di vedere un fantasma appartenente a una vita precedente prendere forma. Stava ben attenta ad osservarlo da lontano, per il minor tempo possibile e con il massimo distacco. Se qualcuno al suo fianco tesseva le sue lodi di combattimento, lei non commentava in alcun modo e si limitava ad annuire con indifferenza. E se per caso, malauguratamente, capitasse loro di incrociarsi per strada o nei labirinti delle Divisioni, stava ben attenta a rivolgere lo sguardo altrove, e al massimo a pronunciare un lievissimo buongiorno. Praticamente, faceva finta di non conoscerlo.

 

Non sapeva neanche che fosse diventato il vice-capitano di Byakuya fino al giorno del suo arresto.
Di conseguenza, immaginava che l’improvviso piombare di Renji sulla collina del Sokyoku alla volta del suo salvataggio avesse lasciato suo fratello quantomeno perplesso. Si era anche chiesta se le azioni di Renji gli avrebbero comportato qualche guaio in qualità di luogotenente, ma le era parso di capire che Byakuya aveva sorvolato sulle sue azioni e che Renji fosse stato reintegrato nelle sue mansioni.

 

Non sapeva bene cosa rispondere. “Suppongo, allora, che ti abbia raccontato della nostra gioventù a Rukongai”. Menzionare il suo passato da povera bambina dai piedi sporchi la faceva sentire terribilmente in imbarazzo. Oramai si era abituata all’idea di essere una nobile, ma ripensare a Rukongai la faceva sempre sentire un impostore e le ricordava che sarebbe sempre stata una Kuchiki solo a metà, una mezzosangue mai del tutto inserita in quella facoltosa famiglia.

 

“Di quella, e della vostra decisione unanime di entrare all’Accademia Shino”.

 

“Capisco. Immagino tu sia stato confuso dal suo prendere parte al mio salvataggio,” disse sentendosi a disagio.

 

“Sì, è così. Non avevo idea del legame che vi unisse durante la vostra gioventù, quindi sono rimasto totalmente sorpreso nel vederlo affrontarmi in battaglia a costo di correre in tuo aiuto”.

 

Nel vederlo fare... cosa?

 

“Affrontarti… in battaglia?” chiese Rukia, con uno sguardo confuso e le sopracciglia aggrottate.

 

“Oh, certo… tu non puoi saperlo. D’altronde ti trovavi in prigione durante la maggior parte del tempo.”

 

Era così. Dall’arrivo di Ichigo e gli altri nella Soul Society, fino al momento in cui il ragazzo aveva fermato il Sokyogu e l’aveva tratta in salvo, Rukia era stata reclusa tra le quattro mura di una prigione. Le era giunta voce del loro arrivo da una soffiata di Renji, sapeva che i ragazzi stavano creando un certo scompiglio all’interno del Seireitei e che era stato lanciato un allarme per contrastarli. Aveva anche visto Ichigo confrontarsi con Byakuya prima che venisse prontamente portato via da quella donna dalla pelle scura rivelatasi poi essere il gatto amico di Urahara, il signor Yoruichi… ma per il resto, Rukia si era persa la maggior parte degli avvenimenti che si erano svolti fuori dalle mura del carcere, e negli ultimi giorni era stata aggiornata solo brevemente su quello che era accaduto e su chi aveva combattuto contro chi.

 

Si era ripromessa di chiedere maggiori dettagli a suo fratello, ma non aveva voluto tormentarlo con certi discorsi durante la sua convalescenza. Aveva capito, essenzialmente, che Ichigo aveva tenuto testa a un buon numero di capitani e vice-capitani prima di arrivare a lei, così come gli aveva raccontato lui stesso nei giorni precedenti. E sapeva che Renji doveva essersi ribellato agli ordini, ad un certo punto, avendo raggiunto Ichigo al Sokyogu per trarla in salvo. Ma che avesse combattuto contro… suo fratello? Questa gli era nuova.

 

“Di cosa stai parlando, Fratello? Che cos’ha fatto Renji?”, chiese turbata.

 

“Ichigo Kurosaki ti ha tratta in salvo dal Sokyogu un momento prima che venissi giustiziata, dopodiché hai visto arrivare Renji, che ti ha fatta allontanare da lì. Quello che probabilmente non sai, è quel che ha fatto Renji prima di arrivare lì in tuo aiuto,” disse Byakuya con tono di disappunto.

 

“In realtà dovresti prima sapere che, all’arrivo dei ryoka nel Seireitei, contravvenendo alle direttive ricevute, Renji si è recato in completa autonomia ad affrontare Kurosaki, nel tentativo di fermarlo. È stato miseramente sconfitto ed è stato fatto rinchiudere in prigione”.

 

Cosa? Renji aveva cercato di fermare Ichigo una volta giunto nella Soul Society? Che cosa diavolo aveva in mente, quell’idiota? Prima cerca di uccidere Ichigo, e pochi giorni dopo si unisce a lui nel tentativo di salvarla?

 

“Non so con quale criterio abbia cambiato idea nell’arco di così poco tempo, ma una volta riprese le forze, Renji è evaso di prigione, è sparito per circa mezza giornata, dopodiché si è diretto verso di te. Malauguratamente ha incrociato me per la sua strada che gli ho intimato di non proseguire oltre. Si è rifiutato di obbedire e ha deciso di affrontarmi”.

 

Wow. Era… decisamente grave. Ichigo, Orihime, Chad… erano un branco di ragazzini terrestri che non avevano niente da perdere nel gettarsi a capofitto nella mirabolante avventura di provare a salvarla. Appartenevano alla Terra e non avevano nessun legame nei confronti della Soul Society. Ma Renji era uno shinigami. Sapeva che aveva fatto qualcosa di molto grave nei confronti della legge e del Gotei 13 venendo a salvarla. Ma addirittura combattere contro il suo stesso capitano? Levare la spada contro un suo diretto superiore, contro il nobile Byakuya Kuchiki? Doveva essere impazzito.

 

“E… cosa… come…?” le parole le sfuggivano nel tentativo di formulare un pensiero logico.

 

“Quando ho lasciato il campo di battaglia, pensavo onestamente di averlo ucciso.”

 

Rukia spalancò gli occhi in un’espressione di orrore. Tutto tornava. Quel giorno in cui aveva sentito il reiatsu di Renji sparire dalla sua sfera di percezione. Gin Ichimaru era lì con lei. Aveva appena combattuto con suo fratello, e ne era rimasto quasi ucciso.

 

“Ha combattuto fino allo stremo delle forze. Non ho mai visto nessuno rialzarsi dopo aver sferzato Senbonzakura Kageyoshi.”

“Hai… hai dovuto utilizzare il bankai contro di lui?”, chiese Rukia con un tremito nella voce.
 

“Renji stesso ha utilizzato il bankai contro di me”.

 

Rukia era sgomenta. Troppe informazioni tutte in una volta. Renji aveva affrontato Ichigo. Era stato messo in prigione. Era evaso di prigione. Aveva affrontato suo fratello. Adesso aveva anche raggiunto… il bankai. Non solo Ichigo, ma adesso anche lui. Wow. Decisamente troppe informazioni tutte assieme.

 

“Comprenderai, quindi, la gravità delle sue azioni. Ad ogni modo, era giusto che lo sapessi”.

 

Rukia abbassò lo sguardo e parlò con voce debole: “E nonostante tutto, hai deciso di mantenerlo nella sua posizione di vice-capitano?”

 

“Sì, così ho deciso. Perché per quanto gravi e sprovvedute, le sue azioni hanno contribuito… a salvare te, Rukia. Il che è la cosa più importante. Il fatto che le azioni di Aizen siano state sventate. Il fatto che tu sia ancora qui”.

 

Rukia alzò lo sguardo verso Byakuya, in un’espressione di stupore, e si guardarono negli occhi.

Non aveva parole per quel che suo fratello aveva detto, si sentiva profondamente commossa.

 

“Fratello, io...”

 

“Quando sarò fuori di qui, avrò cura di metterti al corrente di tutti gli altri avvenimenti di cui sei stata all’oscuro durante la tua prigionia. Abbiamo ancora molto di cui parlare, Rukia”.

 

Era vero. C’era ancora molto di cui avrebbero dovuto parlare. E c’era ancora molto che Rukia avrebbe voluto sapere. Nel giro di una giornata, la sua vita era cambiata completamente. Era sfuggita a una condanna a morte, aveva scoperto di essere stata la dimora dell’Hogyoku… aveva scoperto di aver avuto una sorella. E che Byakuya era stato il suo lo sposo. Hisana. Il solo suono di quel nome le procurava un senso di vuoto. Aveva sentimenti del tutto contrastanti rispetto a quella sorella di cui non ricordava nulla, che non aveva mai fatto parte della sua vita e che allo stesso tempo ne aveva determinato l’intero corso. Avrebbe voluto chiedergli di più di lei, ma non lo fece. Sarebbe stato per un’altra volta.

 

Rimase in compagnia di Byakuya ancora per un po’, dopo di che lasciò che suo fratello potesse riposare. Uscendo dai cancelli della Quarta Compagnia, Rukia inspirò profondamente l’aria estiva di fine pomeriggio, e si godette il ritorno a casa tra le strade affollate.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Bleach / Vai alla pagina dell'autore: marla_singer93