Anime & Manga > Fate Series > Fate/Stay Night
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Autore: DonutGladiator    18/03/2021    0 recensioni
Raccolta di flashfic sull'universo di Fate
1. Ilya e Shirou alle prese con i videogame
2. La routine di Sakura Matou
3. Gilgamesh non beve solo vino
4. Rin chiede aiuto per imparare a cucinare
5. Soichiro e il suo piacevole sbaglio
6. Un regalo di compleanno per Rin
7. Il traguardo di Kirei dopo la sua prima guerra
8. Taiga e la sua famiglia
9. Shirou e il suo più grande desiderio
10. Il riposo per Lancelot
11. Il sogno di Kariya
Genere: Commedia, Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Emiya Shirou, Gilgamesh, Illyasviel Von Einzbern, Toshaka Rin
Note: Lime, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia partecipa al COWT11
M3: My first friend, my enemy, maybe the last face I ever see.

Con il fiato corto e il respiro affannato, continuava a correre per i vicoli della città di Fuyuki, ormai perduto nell'oblio in cui la sconfitta l'aveva fatto scivolare.
Gli tornò alla mente il fascio di luce e il suo servant investito al suo interno.
In pochi istanti Shiro Emiya aveva fatto in piccoli pezzi le sue convinzioni e le sue aspirazioni.
Altro che rendere fiero suo nonno e guadagnarsi il posto di capofamiglia che gli spettava di diritto, aveva rovinato tutto.
Ma non era colpa sua.
No, non era colpa sua.
Era tutta colpa di quel servant, debole come la sorella che l'aveva evocato. Debole come l'orecchino che gli aveva permesso di controllarlo senza rischiare di essere ucciso dal suo stesso servitore. Debole come...
Scosse la testa e continuò a correre nell'oscurità, fino a quando non inciampò cadendo rovinosamente al suolo, strisciando fino dietro una macchina, recuperando per qualche istante il fiato.
Sapeva che quel servant in blu stava ancora seguendolo per dargli il colpo di grazia, ma non gliela avrebbe data vinta.
Il giovane prese un altro respiro e poi si rialzò di nuovo in piedi, continuando la sua corsa.
Sapeva benissimo di chi era la colpa di quella situazione. Se Emiya lo avesse assecondato e avesse scelto di allearsi con lui invece di combatterlo niente di tutto ciò sarebbe mai successo.
Lo odiava con tutto se stesso.
Era stato il suo primo amico, ma al tempo stesso il suo nemico più grande.
Probabilmente sarebbe stata la sua l'ultima faccia che avrebbe visto prima di morire.
Si fermò improvvisamente e chiuse gli occhi, tornando indietro nel tempo con i pensieri, a quanto tutto era più facile e lui non doveva scappare per salvarsi la vita.
Gli tornò alla memoria il volto di Emiya che sorridendo lo chiamava per nome durante una gara di tiro con l'arco di circa due anni prima.
-Shinji, ho preparato il pranzo, vuoi mangiare insieme?-
Quel giorno avrebbe dovuto ricambiare il sorriso e accettare, invece, risentito per essere arrivato al secondo posto alla gara, battuto proprio da Emiya, gli aveva risposto male e se n'era andato.
-Hai deciso di smettere di scappare e affrontare il tuo destino come un vero uomo?- aveva chiesto il lanciere, mentre spuntava da dietro di lui.
-Scappare è inutile. Perchè non mi hai ucciso subito? Sarò debole, ma riesco a capire quando qualcuno cela la sua presenza.-
-Volevo vedere quanto velocemente avresti rinunciato ai tuoi propositi di fuggire.-
-Non c'è voluto molto.-
Il lanciere sussurrò una parola che non comprese, poi, la sua arma lo trapassò da parte a parte. Cadde in ginocchio e lo vide sparire, un sorriso sul volto. Non gli aveva inferto un colpo mortale, ma quanto bastava per farlo soffrire per qualche altro minuto e poi morire.
Shinji scivolò a terra.
Rumore di passi, delle voci attorno a lui e poi... la faccia di Emiya.
Sorrise.
Alla fine eccolo lì, il volto del suo rivale ad accompagnarlo anche nella morte. Chiuse gli occhi pensando solamente che in quel momento detestava a morte Shirou Emiya.
Si era svegliato a guerra già conclusa, salvo per pura fortuna, solo grazie ad Emiya che l'aveva soccorso e poi portato in ospedale. Mentre mangiava uno spicchio di mela, seduto sul letto d'ospedale, il volto di Emiya riapparve nel suo campo visivo, sorridendogli.
-Ehi, ho pensato che fossi stanco delle solite mele e ti ho portato qualcosa di più sostanzioso.-
Quella volta, Shinji gli sorrise.
   
 
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