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Autore: Barbra    19/03/2021    0 recensioni
Sequel (spin-off) di Avatar e Pokémon - la Leggenda di Gong. Ambientato una quindicina di anni dopo.
DAL TESTO: "Soprappensiero, Sonia digitò di nuovo il nome di Sanna Lenew. Poi di Sanna Lenu, poi di Senna Lenu. Per un motivo o per l'altro, tutti quei nominativi non esistevano.
Lenu, scrittura quasi fonetica della sigla L.N.U., “Last Name Unknown”, era più comune di quanto Sonia volesse credere. Ma la ragazza che l'aveva appena truffata non era tra i Lenu registrati.
La Professoressa si precipitò alla porta del laboratorio e guardò in lontananza tra i passanti. L'imbrogliona era già sparita.
Allora si aggrappò al telefono, decisa a tagliarle ogni via di fuga dalla città e dalla Regione di Galar."
Personaggi non in elenco: Sird (Pokémon Adventures)
CONCLUSA il 20/05/21
Genere: Avventura, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, N, Nuovo personaggio, Team Galassia
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Manga
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Avatar e Pokémon'
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9. Bosco Smeraldo








«Hai mai usato il Dominio della Combustione su una persona?».

«No. I cervelloni del Laboratorio mi hanno convinto a sparare su un manichino da simulazione. Avrei preferito non averlo mai fatto».

Dopo che Sedna si era calmata ed Emery si era scusato per aver usato il Dominio della Combustione su Feraligatr, avevano passato il pomeriggio a chiacchierare seduti sui gradini fuori dalla Palestra.

Emery, “l’Orco” figlio di una Medium di Kanto e di un tranquillo borghese Galariano, era l’esatto contrario di Laran. Era insicuro e timido, un po’ troppo per i canoni di una Comandante Galassia, e non mostrava neppure un’ombra dell’aggressività dell’amico d’infanzia che lo aveva protetto.

Era impossibile, per un Dominatore della Combustione, usare il terzo occhio accidentalmente. Perciò era impossibile temere un ragazzo mite e obbediente come Emery.

«Hai mai baciato una ragazza?» gli domandò Sedna.

«No. A Zafferanopoli, quando avevo otto anni, una bimba ha finto di volermi dare un bacio… ma era solo una scommessa con gli amici, su quanto si sarebbe avvicinata all’Oni1».

Sedna gli passò le dita fra i capelli neri e avvicinò la bocca alla sua. Il ragazzo non si tirò indietro.

Alla fine del bacio, si voltarono entrambi a guardare una figura che, suo malgrado, aveva attirato la loro attenzione.

Yuri, con una protesi nuova di zecca al posto del piede destro, stava cercando di togliere il disturbo senza essere visto né sentito. Un crostaceo dal guscio liscio e marrone e gli occhi rossi, un Kabuto appena rigenerato da un fossile nel Laboratorio, lo seguiva come la sua ombra.

Quando si accorse di essere stato visto, il ragazzino cercò di nascondere l’imbarazzo. Ma era rosso come una fragola. «Sono sull’isola per i Fossili e il Laboratorio. Non ho un grande interesse per la Medaglia. Torno domani».

 

 

 

*

 

 

Consegnata la Medaglia Palude all’ennesimo marmocchio, Sabrina ricevette una chiamata urgente e si precipitò all’ascensore.

Dal tetto del suo grattacielo scese nell’attico, dove la attendeva un ospite inatteso e indesiderato.

Il Maestro di karate Koichi a piantonato da due energumeni che avrebbe potuto stendere in poche mosse.

Ma erano le guardie del corpo di Sabrina.

«Che ci fai nella mia zona?» gli domandò la donna.

«Due Rocket in divisa sono venuti al mio Dojo Karate. Che cosa volevi dimostrare?».

«Due Rocket? Sei disorientato: il Team Rocket è finito con Giovanni».

«Il Team Rocket ha smesso di farsi stampare la R sui vestiti, alla morte di Giovanni. Non avevo mai capito perché tu, nata con dei poteri psichici, appoggiassi la nostra causa. Ora lo so: ci hai lasciato rimanere nella tua città per tenerci d’occhio. Tu non sarai una Dominatrice, ma sei comunque una di loro».

Se c’era qualcosa che Sabrina non sopportava, era che fosse fatta di tutta l’erba un fascio. Sensitivi, Medium, Sciamani, Empatici, Telepatici, Mutaforma e Dominatori degli Elementi: tutti raggruppati insieme come se fossero un unico popolo.

«Loro” chi?! Sei un paranoico imbecille, Koichi-san! Ti ha seguito qualcuno?».

Il Maestro di karate scosse la testa: «No».

«No» gli fece eco Mewtwo, materializzandosi alle sue spalle.

Gli umani in quell’appartamento di lusso erano diventati topi in gabbia.

Sabrina liberò Alakazam e Mr. Mime. La telecinesi di Mewtwo riuscì a immobilizzarli e scagliarli contro un vetro prima ancora che le loro figure si materializzassero completamente all’uscita dalla sfera.

Ruppe il vetro e tenne i Pokémon sospesi nel vuoto.

Mr. Mime cominciò a gesticolare disperatamente finché non si tappò gli occhi con le mani, per non guardare giù. Alakazam, seppur in grado di levitare, lasciò cadere i due cucchiai d’argento che convogliavano i suoi poteri psichici. Anche se fosse riuscito ad attaccare, in quella posizione non avrebbe potuto difendere la sua padrona.

 

 

 

*

 

 

Sedna si sedette accanto a Yuri sul battello in partenza.

Emery aveva imparato la lezione, e non aveva infierito sui Pokémon del ragazzino come aveva fatto su Feraligatr. Si era coperto il terzo occhio con una innocua e folcloristica fascia rossa.

Non aveva chiesto a Sedna di restare, ma solo se sarebbe tornata sull’isola dopo aver superato la prova del Bosco Smeraldo.

Laran le aveva giurato che, se lei avesse battuto i Superquattro, allora non le avrebbe permesso di ritirarsi dall’ultima sfida, quella per il titolo di Campione.

Emery lo conosceva troppo bene per non sapere come sarebbe andata: contro di lui e le sue dragonesse, anche l’Allenatore sfidante rischiava di ferirsi.

Sedna non aveva dato una risposta chiara alla sua domanda. Aveva farfugliato qualcosa di vago in uno dei dialetti giapponesi di Sinnoh.

Lo aveva salutato con un bacio sulla guancia, poi era salita sul battello.

Yuri, dopo aver visto quella scena un po’ smielata, aveva già un po’ di nausea.

Per imbarazzo cercava di non guardarla.

Perciò fu lei a rompere il silenzio: «Tua sorella ha detto che ci sono sette Palestre, a Kanto. Però nei cofanetti c’è sempre il posto per otto medaglie. Come mai?».

«Oh, il fidanzatino non te l’ha detto? Perché le medaglie sono otto. Sette Palestre per otto Medaglie».

«Ehm, Yuri… l’ottava Medaglia cade dal cielo…?».

«C’è una strega, nel Bosco Smeraldo. Lei decide se sei pronto a sfidare i Superquattro. Se lo sei, ti conferisce la Medaglia Terra».

«E che succede, se non sei pronto?».

«La strega trattiene i tuoi Pokémon. E non te li ridà più».

Sedna scoppiò a ridere. «Che fiaba per bambini scritta male! Stai scherzando…?!».

«Se lei te li toglie e tu provi a riprenderteli, loro ti vengono contro, come se non ti riconoscessero. Non si lasciano ricatturare neppure se il resto della Squadra è al loro stesso livello. È come se fossero sotto un incantesimo che li rende più forti e più agguerriti, ma sono sempre loro».

Sedna cominciò a tormentarsi i capelli per sfogare il nervosismo. La faccenda puzzava di bruciato. «La strega è umana o è un Pokémon?» domandò.

«Umana, dicono. Ma... personalmente... non lo so».

«È mai successo che togliesse veramente i Pokémon a qualcuno?».

«Non li toglie quasi mai tutti. Ma uno o due, è frequente. A mia sorella ha tolto Blastoise».

«Blastoise?! Ma Yulia ha già un Charizard!».

«Ora ce l’ha. Ma per iniziare aveva scelto Squirtle, perché diceva che Blastoise era un duro e le piacevano i cannoni sulla sua schiena. Quando la strega gliel’ha tolto, è tornata da Green Oak e si è fatta dare Charmander. A posteriori, è stata la scelta migliore per la sua carriera».

«Quindi c’è un Blastoise nel Bosco Smeraldo?!».

«Non lo so, se è rimasto lì. Forse sì».

«Pensi che lo potrei catturare io?».

«Non per offendere nessuno… ma non t’ho mai visto catturare un Pokémon, Sedna. Non conosco la tua tecnica. Però, un Blastoise è un osso molto duro».

 

 

 

*


 

 

Furono fatti inginocchiare uno accanto all’altro, in una grande sala semi-illuminata e deserta. Erano in tre: la Capopalestra Janine di Fucsiapoli, il Maestro Koichi del Dojo Karate, e la Capopalestra di Zafferanopoli, Sabrina.

Tutti e tre indossavano dei caschi per la lettura estemporanea del pensiero, e delle manette disgiunte ma elettrificate.

L’ologramma di un uomo dagli occhi a mandorla e i capelli blu, vestito piuttosto casual, apparve di fronte a loro con un telecomando in mano e una Toxicroak accanto.

Doveva essere un vigliacco, se non si azzardava a entrare.

Vigliacco o pigro.

Non avevano idea di dove fossero, né di dove si trovasse lui, quindi poteva essere entrambe le cose.

«Janine mi conosce già. Il mio nome è Seong-hoon» si presentò. Parlava in giapponese, con l’accento di Sinnoh. «Uno dei vostri principali bersagli è la mia compagna. La ragazza che avete fatto picchiare e avvelenare, invece… lei è mia figlia. Yan Jingyi ha affidato a me il compito di rimettervi in riga».

«In riga?!» esclamò il Maestro Koichi. “Saremmo noi a dovervi mettere in riga” pensò assumendo un’espressione di sfida.

Tutti gli altri lo sentirono come se avesse parlato.

Dopo un breve avviso acustico, le sue manette rilasciarono elettricità.

Seong-hoon alzò il dito dal pulsante sul suo telecomando e la scarica cessò.

Il Maestro Koichi rimase rannicchiato su un fianco, dolorante.

“Idiota...” pensò Sabrina. Era quello che pensava normalmente di lui.

Janine balzò in piedi. Pensare con quel casco indosso era come parlare, perciò volle togliersi lo sfizio di urlarle contro a pieni polmoni: «Siamo stanchi di subire il tuo disprezzo, stronza!».

Anche il pensiero del Maestro Koichi era chiaro: in tutta la sua vita, Sabrina non aveva regalato altro che grane al prossimo. Grane, e qualche stupido film in lingua straniera.

A Zafferanopoli era invulnerabile, circondata dai suoi scagnozzi e i suoi Pokémon di Tipo Psico. In quella stanza, da sola, non aveva alcuna possibilità di difendersi da due maestri delle arti marziali.

Seong-hoon era lì da spettatore. Se ne stava in disparte. Quella era solo una riscrittura dell’esperimento dei due topi in gabbia, lui aveva aggiunto un terzo elemento senza dimenticarsi dell’elettricità2.

 


 

*

 


 

La ragazza e il bambino si addentrarono tra i primi alberi del Bosco Smeraldo, tenendosi per mano. Dall’altra parte, li aspettava Smeraldopoli.

Un Altaria, con il suo inconfondibile canto simile al suono di un flauto, intonava una melodia orecchiabile.

Yuri non l’aveva mai visto, ma sapeva da Yulia che Laran aveva perso una femmina della sua specie in quel bosco.

Perciò provò a chiamarla col suo precedente nome: «Laura...?».

L’Altaria interruppe il suo canto. Guardò giù ed esaminò il ragazzino chiudendo un occhio, per metterlo meglio a fuoco.

Non lo conosceva, credette di non riconoscerlo.

Il suo fischiò prese una nota di allarme.

«Calma! Sta’ calma!».

Troppo tardi. Venne un esercito in suo soccorso. Un esercito di Pokémon “liberati” da qualcuno che, miracolosamente, non aveva niente a che fare con Venus, né col Team Plasma, né col Team Galassia.

Se non fosse stato così, Sedna l’avrebbe saputo.

C’erano Pokémon di mille specie, molti ben addestrati. Tra loro spiccava una coppia di Venusaur, il maschio poco più grosso della femmina, con la loro cucciolata di Bulbasaur. Anche se nati selvatici, i piccoli sembravano indifferenti alla presenza dei due umani.

Non c’era nessun Charizard o Blastoise.

Una Espeon anziana si tirava dietro un Leafeon e un Umbreon più giovani, ma nelle vicinanza non c’era niente che lasciasse presagire la presenza di un Vaporeon.

Le squadre al completo dei due Allenatori uscirono dalle Pokéball non appena i ragazzi furono accerchiati.

Il Venusaur e il Nidoking di Yuri guardarono storto i maschi della loro stessa specie.

Ma nemmeno Greninja, la più attaccabrighe del gruppo, riuscì a scatenare la rissa.

Espeon, l’evoluzione di Tipo Psico di Eevee con una gemma rossa in fronte, fece capire a tutti loro che avrebbero dovuto seguirla.

E così fecero.

Sedna bisbigliò a Yuri: «Secondo te è un test di fedeltà?».

«Non credo. Se stanno con noi perché ci considerano amici e vogliono essere addestrati, ben venga. Se ci vedono come padroni a cui dare fedeltà...».

Una femmina di Pikachu si frappose tra loro due e i Pokémon che si allontanavano.

«...questo è il momento in cui ci lasciano».

 


 

*

 


 

I due Allenatori attesero fino al crepuscolo senza avere notizie dei loro Pokémon.

A fare loro la guardia erano rimasti solo l’Altaria Laura e la Pikachu. Entrambe davano segni di stanchezza.

Laura si addormentò per prima, perché da selvatica non riusciva a restare sveglia oltre il calar del sole.

Pikachu si appisolò dopo una strenua lotta con il sonno.

Sedna se ne accorse prima di Yuri.

Con passo felpato aggirò la Pikachu addormentata e si addentrò nella foresta. Yuri le fece segno di tornare sui suoi passi: le storie di fantasmi, streghe e paranormale avevano una forte presa su di lui.

Non aveva il coraggio di seguirla.

Sedna lo lasciò indietro e camminò finché non giunse in vista di una casa di legno, un cottage col portone d’ingresso illuminato da un lampioncino.

Mentre andava verso la luce come una falena, una folata di vento improvvisa la colpì da dietro e la spinse a terra.

Roba da Dominatori dell’Aria.

Quando Sedna si alzò, si trovò davanti un Weezing che era stato spinto lì dalla folata. Era diverso da quello che l’aveva avvelenata a Fucsiapoli: dalle due teste grigio scuro spuntavano due comignoli, che per la bizzarria complessiva del Pokémon ricordavano due cappelli a cilindro. Delle nubi tossiche verdastre fluttuavano intorno alle due teste, e intorno alle due bocche a formare quelli che in un volto umano sarebbero stati barba e baffi.

Il vapore bianco e pulito, depurato dalle tossine, che usciva dai comignoli a cilindro si intensificò.

Una nebbia rosata si diffuse tutto intorno. Non rifletteva la luce esterna, pareva emanare lei stessa una luce fioca.

Lo Weezig Galariano scomparve alla vista di Sedna nel Campo Nebbioso.

La nebbia naturale poteva essere influenzata dal Dominio dell’Acqua. Così lei concentrò tutte le sue energie per dissolvere o ammassare le microscopiche gocce sospese in aria.

Ma quella foschia non era naturale. L’unico risultato che ottenne fu di farle cambiare colore, dal rosa all’azzurro chiaro.

Allora udì il Canto Effimero di Primarina. Non un Primarina qualunque, ma il suo Primarina: l’avrebbe riconosciuto in una folla di suoi simili.

L’attacco che ne nacque investì lo Weezing con la potenza della Sinfonia del Mare, la mossa Z derivata da Canto Effimero.

Lo mandò al tappeto e parve disperdere un po’ della nube tossica che lo circondava.

La nebbia si diradò.

Sedna poté vedere Weezing svenuto e Primarina ringalluzzito per la riuscita del suo spettacolo.

Accanto a lui c’era un ragazzino biondo dagli occhi castani. Era poco più di un bambino, più basso e mingherlino di Yuri. Portava i capelli tagliati corti e degli abiti poveri ma comodi, degli abiti da garzone. Doveva essere l’assistente della strega. Sempre che lei non avesse deciso di mangiarlo.

La femmina di Pikachu che si era appisolata durante il turno di guardia, o aveva finto di addormentarsi per lasciar scappare Sedna, stava correndo da lui.

Ma non fu il ragazzo a parlare.

«Fantastico... ho appena perso una scommessa con Lunala» disse una voce priva di entusiasmo.

Primarina alzò il naso verso il cielo e lanciò un’occhiataccia allo spettatore che non elogiava la sua performance.

Lo spettatore era Mewtwo.

Sedna saltò tutte le cerimonie. «Che cos’hai fatto? Cos’era, quella roba? Una specie di Acquazzone Nebbioso?!».

Il Pokémon scrollò le spalle: «Non ne ho idea!».

«Non è stato lui» disse il garzone.

«È opera della strega?!».

«Non sono stata neppure io».

«Tu…?!» si stupì la ragazza. «Cosa c’entri tu?!».

Se Sedna avesse dovuto dipingere una strega, probabilmente l’avrebbe dipinta come Sird, nell’aspetto e nell’anima. Carismatica, furba e un po’ sbruffona, crudele e sadica all’occorrenza, non bella ma in qualche modo affascinante sia per gli uomini che per le donne.

La biondina in abiti da garzone era il suo esatto opposto.

«Sono Yellow del Bosco Smeraldo. Non sono veramente una strega. Sono un’Empatica e una Dominatrice... dell’Aria».

«E una Guaritrice» aggiunse Mewtwo.

«Anche, ma poco».

«L’arte della Guarigione è di pertinenza del Dominio dell’Acqua...».

Sedna annuì, e con lei Primarina. «È vero…!».

«Lei è una buona Dominatrice dell’Aria e una discreta Dominatrice dell’Acqua. Riesce a esercitare una modesta telecinesi su piccoli oggetti solidi. Il suo potere diminuisce man mano che aumenta la densità dell’oggetto, diciamo. “Empatica” significa che può percepire e influenzare le emozioni dei Pokémon, giusto perché non ha ancora provato seriamente con gli umani. Non avendo altri vocaboli più precisi, la chiamano “strega”».

 

 

 

*


 

 

Le fruste d’acqua generata da Primarina e passata sotto il Dominio di Sedna si infransero contro la barriera protettiva di Mewtwo, che passava di lì per caso.

«Oops!».

«È solo acqua...».

«Scusa..!».

«Ti ho detto che è solo acqua».

«Ma tu sei un gatto!».

«Ma tu sei pazza!».

Sedna rievocò l’acqua dalla sua cortissima pelliccia.

«Come mai stai usando i Pokémon per allenarti, e non stai allenando loro? Credevo volessi sfidare i Superquattro... e il Campione» le domandò il clone.

Sedna strinse i denti in un sorriso tirato: «Già, il Campione…».

La sua mente evocò l’immagine di un drago bipede rosso scuro, con la testa da Hydreigon, le ali e il corpo simili a quelli di un Noivern, le zampe e la coda di un Garchomp.

Mewtwo rimase spiazzato da quel messaggio telepatico involontario. «Questo sì che significa demonizzare il nemico!».

«È lui che ha deciso di minacciarmi!».

«Minacciarti…?».

«Se non sarò io a presentarmi sull’Altopiano Blu, mi verrà a cercare».

«Strano… strano che non ti conceda una via di fuga. Che cosa gli hai fatto? ».

«Nulla! Perché la cattiva devo essere io?!».

«Perché sei una Comandante Galassia. Conosco la vostra filosofia di base: superiore la tecnologia, superiori i diritti».

«Beh, invece Laran mi odia e basta. È aggressivo, e ha qualcosa che non va nel cervello».

 

 

 

*

 

 

 

Yuri le venne incontro. «Sedna! Meno male che ne sei uscita, da quel Bosco! Hai visto la strega?».

Erano dieci giorni che non la vedeva.

«Sì. Mi sono fermata ad allenarmi. Non hai avuto il mio messaggio da Chuchu?».

Aveva legato al collo della Pokémon un foglietto arrotolato e l’aveva mandata da Yuri. Giusto perché il ragazzino non guidasse nella foresta un gruppo di cittadini muniti di torce e forconi per salvare la ragazza e bruciare la strega.

«Chuchu sarebbe la Pikachu? Sì. Ho dovuto cercare un traduttore per tutta Smeraldopoli: con gli ideogrammi giapponesi ho difficoltà, ma non capisco nulla di cinese».

«Oops… hai avvisato anche Emery, vero?».

«Che nel Bosco Smeraldo il cellulare non prende? Sì. Ho aggiunto anche una parte più sdolcinata di mia iniziativa, perché altrimenti suonava come un: “ti scarico con una scusa, fattela bastare e non cercarmi”».

Sedna fece una lunga pausa di riflessione. Con il romanticismo, era messa male come suo padre Saturno. «Sì… e quanto sdolcinata? Ti ha aiutato tua sorella?».

«Mia sorella?! Non le ho detto niente! Le verrebbe un colpo! Sempre che Emery non abbia già parlato con Laran e Laran con lei».

Sedna arrossì. «Di cosa...?».

 


 

*

 

 


Il portone di legno intarsiato che separava la sala delle sfide dal resto della Palestra di Smeraldopoli si aprì lentamente.

Ne uscì una donna in abito scuro e scarpe alte, che aveva circa cinquant’anni ma non li dimostrava.

Aveva i capelli rosso scuro e gli occhi dello stesso colore, dietro un paio di occhiali da vista.

Era considerata la più tosta degli attuali Superquattro.

«Benvenuta! Lascia che mi presenti: io sono Lorelei, leader dei Superquattro, Maestra del Ghiaccio. Vedrai... una volta congelati, i tuoi Pokémon saranno alla mercé dei miei! Preparati... cominciamo...!».

Mandò in campo un bellissimo esemplare di Dewgong delle isole Spumarine. Era più snello dei cugini che vivevano nelle acque più agitate e fredde delle Isole Vorticose.

Sedna mandò Primarina.

I due Pokémon furono inghiottiti dalla nebbia rosea di Campo Nebbioso.

Lorelei sbuffò.

Avrebbe dovuto smetterla di annunciare la sua tattica a tutti gli sfidanti. Ma non riusciva ad evitare di vantarsene. Il Tipo Ghiaccio, con tutte le sue debolezze, era considerato uno dei più difficili da allenare. Lei ne era Maestra, lo aveva portato sull’Altopiano Blu.

Avvisati o no, gli sfidanti non potevano ottenere una vittoria facile.

Lorelei non vedeva più niente nella nebbia, ma confidava nell’abilità ed esperienza del suo Dewgong.




 












 

1 Orco, più o meno. Non ho tradotto perché talora gli Oni sono rappresentati con tre occhi

2Nota sadica. Sono i topi di Laborit. Esperimento con 3 scenari: scenario 1) il topo ha una parte della gabbia elettrificata e una parte libera. Quando impara a riconoscere l’allarme che preannuncia la scossa, il topo scappa nella parte libera (cosa che impara presto vista l’intensità dello stress). Risultato: al controllo, il topo non soffre lo stress, è sano. Scenario 2) il topo ha tutta la gabbia elettrificata. Quando sente l’allarme, non può fare nulla per scappare. Risultato: al controllo, il topo ha sofferto lo stress ed è malato. Scenario 3) la gabbia è completamente elettrificata e non si può evitare la scossa, ma ci sono 2 topi. Risultato: al controllo, i topi non hanno sofferto lo stress e sono sani. ← non hanno sofferto lo stress perché per scaricarlo si sono picchiati fra loro.

   
 
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