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Autore: Lily710    27/03/2021    3 recensioni
Breve one-shot che descrive una precisa scena dell'episodio 78 della serie "Sonic X", quale il finale della terza stagione. Dal testo:
"No, era impossibile. Non poteva, di lei, essere rimasto solo un seme bianco – che in quel momento giaceva tanto meschino sopra al suo palmo tremante... simbolo di un'ingiustizia troppo grande per essere accettata.
Solo un seme bianco.
《No...》quella supplica arrivò alle orecchie dell'altro quasi fosse una preghiera. 《No, non è vero, n-non ci credo!》biascicò il più giovane, incredulo, la cui voce era incrinata dal pianto e la vista offuscata, confusa.
Lasciò così scorrere sul suo muso delle gocce di acqua piovana, liberando la tempesta che da troppi minuti il suo cuore teneva incatenata dentro di sé. Come un fiume che, durante un disastroso temporale, straripa in ogni dove senza riuscire a controllarsi."
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Miles Tails Prower, Sonic the Hedgehog
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo aver combattuto tanto duramente contro i Metarex, nonostante sentisse l'intero peso dell'Universo sulle proprie spalle – in tutti i sensi – Sonic raggiunse Tails per consegnargli ciò che di quei petali di ciliegio era rimasto e che si meritava, almeno, di avere.
I suoi occhi verdissimi erano afflitti, scavati come mai lo erano stati, e nel notare come il volpino osservava incantato e speranzoso quel bagliore, si erano spenti ancora di più.

《 Sonic! 》lo chiamò poi, dopo essersi accorto di quella silenziosa presenza grazie al sottile rumore delle sue scarpe da corsa, il suo migliore amico – a cui il riccio, da una vita intera, aveva e avrebbe sempre riposto tutta la fiducia.
Era una cosa molto reciproca, la fedeltà che l'uno provava nei confronti dell'altro.
Ma quel giorno lui l'aveva quasi tradita, quella fiducia...
Perché Sonic sapeva già, cosa il volpino gli avrebbe chiesto di preciso da lì a pochi secondi.

Nel frattempo, il blu gli si era lentamente avvicinato sempre di più. Il suo passo era felpato, stanco e strascicato, il che testimoniava fin troppo bene quanto fosse deluso da se stesso.
《 Sonic, uhm... 》
Questi incrociò lo sguardo con il suo migliore amico. Le perle azzurre di quest'ultimo, ancora intrise dalle lacrime, alla luce che il Chaos Control causato da Shadow diffondeva in ogni dove, brillavano come delle stelline.
Shadow.
Colui che, inaspettatamente, gli aveva appena salvato la vita.
《 Tails, 》Non riuscendo a mantenere quel doloroso contatto visivo – quelle iridi color mare contenevano fin troppa speranza racchiusa in sé, e spezzarla avrebbe fatto fin troppo male – chiuse gli occhi, addolorato. La sua voce vacillò appena.
《 Questo è tutto ciò che... è... rimasto. 》Enunciò infine, prendendo la sua manina e racchiudendovi un minuscolo, insignificante, seme bianco, talmente piccolo che solleticò il palmo del più giovane; in seguito il riccio avvolse per un attimo il pugno stesso dell'amico dentro al proprio, come a volergli donare una forza che, di fatti, non era sicuro di potergli dare davvero.

Il cuore del volpino palpitava ormai senza controllo. In contemporanea, lo stesso mondo che da giorni Sonic a malapena sorreggeva su di sé, in quel momento stava stressando anche Tails – il quale, impossibilitato da quel collasso emotivo, si lasciò schiacciare dai suoi detriti.
Al tempo stesso, ad una lentezza impercettibile, egli aprì la sua mano per osservare meglio ciò che custodiva: a stento, fu in grado di reggersi in piedi.
Con le palpebre serrate e le braccia abbandonate verso il basso, il riccio non riuscì infatti a vedere come, di fronte a quello struggente scenario cui mai avrebbe avuto la forza di credere, l'espressione del suo migliore amico era mutata da pensierosa a terrorizzata, incredula.
No, era impossibile.
Non poteva, di lei, essere rimasto solo un seme bianco – che in quel momento giaceva tanto meschino sopra al suo palmo tremante... simbolo di un'ingiustizia troppo grande per essere accettata.
 
Solo un seme bianco.


《 No... 》Quella supplica arrivò alle orecchie dell'altro quasi fosse una preghiera. 《 No, non è vero, n-non ci credo! 》biascicò il più giovane, incredulo, la cui voce era incrinata dal pianto e la vista offuscata, confusa.
Lasciò così scorrere sul suo muso delle gocce di acqua piovana, liberando la tempesta che da troppi minuti il suo cuore teneva incatenata dentro di sé.
Come un fiume che, durante un disastroso temporale, straripa in ogni dove senza riuscire a controllarsi.

《 Cosmo... Cosmo era qui, proprio qui, insieme a noi, insieme a me!
Osservando per un solo attimo il seme con riluttanza, poi di nuovo con dolore, pianse come mai aveva fatto. Il pugno che teneva stretto quella cosa così piccola, con dolcezza ma con forza e rabbia nello stesso momento, gli tremava proprio come pochi attimi prima, quando quella stessa presa non troppo ferrea era attanagliata vicino a quel pulsante.
Forse sarebbe stato ancor più disastroso, se fosse rimasto con le mani in mano... ma no. Non avrebbe dovuto sparare.
Non doveva ascoltare Eggman, o Sonic, o chiunque altro fosse. No. Sarebbe stato meglio se si fosse comportato da egoista, forse.
Perché, così facendo, avrebbe sentito nuovamente la sua voce.
Avrebbe ancora incrociato i propri occhi contro i suoi, azzurri come quel cielo che da troppo tempo sognava di vedere – limpido e puro ugualmente alla sua anima.
Non si sarebbe limitato a vedere quei petali, rosa appena, che venivano dolorosamente cullati ad un'ineccepibile lentezza per via dell'assenza di gravità nello spazio.
No. Niente di tutto ciò sarebbe successo.
 
Perché lei sarebbe stata ancora viva.


《 Io... ho sentito la sua voce... lei... lei era... 》Non sapeva più cosa dire, ormai. L'unica cosa di cui era capace, in quel momento, era soltanto quella di colpire il petto di Sonic con lo stesso pugno che racchiudeva il seme bianco.
Che racchiudeva ciò che era rimasto di lei, come il suo cuore conteneva la sua anima.
Un colpo debole, uno dopo l'altro, ma che al blu faceva male tanto quanto quello che gli aveva inflitto Shadow allo stomaco poco prima.
 
Ogni tonfo, una coltellata al cuore.

Se l'ebano non lo avesse fermato, rifletté mentre un brivido gli attraversò per intero la colonna vertebrale, adesso egli non sarebbe in quel tremendo pericolo, a compiere quel Chaos Control da solo.
 
Una pugnalata al cuore.

Se fosse riuscito a salvare Cosmo, non avrebbe visto il volpino soffrire in quel modo – Tails, che la sofferenza non la meritava per nulla al mondo.
 
Una seconda, una terza, una quarta pugnalata al cuore.
Se tutto quel dolore fosse stato tangibile, oltre che reale, da molto si sarebbe ritrovato ad annegare in una pozza del suo stesso sangue.


L'eroe della situazione era lui, la creatura più veloce dell'Universo... ma proprio quella volta, che non doveva perdere per nulla al mondo, aveva fallito.
Cosmo si era sacrificata, e lui non era riuscito ad intervenire prima che lo facesse.

Il riccio sospirò intensamente, gli occhi verdissimi che gli bruciavano come fiamme, nascoste dalle palpebre pesanti – le quali parevano cucite con la pelle sottostante attraverso fili spinati di ferro.
《 Sonic, io avevo fiducia in te! Pensavo che tu l'avresti potuta salvare! 》gli gridava contro stremato, l'eco della sua voce disperata che si diffondeva attorno a loro – silenziosa ma imponente, tagliente.
Il maggiore rimase in religioso silenzio, le iridi ancora serrate ed incapaci di vedere i colori attorno a sé, lasciandosi colpire senza sosta e senza opposizione da quei pugni – deboli, ma così dolorosi.
Non era riuscito a salvata. Tails aveva ragione.
Aveva fallito.
Cosmo non c'era più, e da quel momento la sua dolce anima sarebbe stata per sempre racchiusa dentro quel minuscolo seme.
 
Ed era tutta colpa sua. Soltanto sua.
 
 
《 IO CREDEVO IN TE! 》
Quell'esclamazione, sputata dal suo migliore amico con tutta la frustrazione che egli avesse nel cuore, lo distrusse definitivamente come un vaso di terracotta. Tutti avevano creduto in lui, il volpino soprattutto.
Come avrebbero potuto perdonarlo?
Come avrebbe potuto perdonarlo, Tails?
Era un eroe, lui. Avrebbe dovuto salvarla, a costo di sacrificare la sua stessa vita.
Ma era stato tutto inutile.
Mentre il più piccolo continuava a piangere e singhiozzare, in quel momento messo in ginocchio dalle sue stesse emozioni – il viso nascosto, chino verso il pavimento – Sonic per un attimo soltanto lo avvolse in un triste abbraccio, con tutta la comprensione che avesse dentro di sé – sperando quasi capisse, lo perdonasse, realizzasse un minimo quanto successo.

Rimasto infine immobile, tirò poi su con il naso, e una lacrima scese giù, gentile, dalla sua guancia. Sarebbe stata seguita da altre mille, se solo non avesse opposto resistenza con tutto se stesso al fine donare tutta la forza possibile al suo migliore amico.
Non riusciva nemmeno ad abbracciarlo più.
Faceva troppo male.
 
Di lei era rimasto solo un seme bianco.
 
 
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Angoletto dell'autrice: ciao, miei cari lettori e lettrici! Spero stiate bene, innanzitutto❤
Usufruendo di poche righe, volevo informarvi del fatto che i dialoghi tra Sonic e Tails sono stati presi dalla traduzione in inglese della scena originale, doppiata quindi in giapponese, e non dalla versione italiana – per l'appunto, ben diversa da questa. -.-
Inoltre, il titolo (dall'Inglese, "Solo un Seme Bianco") si riferisce non solo a Cosmo in sé, ma anche al nome in codice con cui Dark Oak si riferisce a lei come spia (nella versione giapponese, appunto, "White Seed").
Spero davvero che la storia sia stata di vostro gradimento! Per qualsiasi errore da segnalare, o consiglio da darmi, non esitate ad informarmi!
Un bacio,
Lily🧡
   
 
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