Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Helen_Book    28/03/2021    0 recensioni
Eileen ha perso la voce e la capacità di trasformarsi. Sente di non aver nulla da offrire al proprio branco. L'incontro inaspettato con un lupo randagio cambierà totalmente la sua esistenza e la porterà ad addentrarsi nei più oscuri ricordi del suo passato.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Sovrannaturale
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Una volta che Eileen e Roman uscirono dalla porta, Mala rimase sola nella stanza. Non sapendo cosa fare, si guardò intorno, osservando i bambini, alcuni addormentati, altri intenti a giocare. Nessuno di loro si lamentava: la malattia li aveva debilitati e molti di loro erano fortunati ad essere ancora vivi.

Se alcuni avevano sorpassato l’età giusta per trasformarsi in lupo, altri ancora dovevano scoprire la loro vera natura.

I volti paffuti le ricordarono l’incubo avuto poco tempo fa. Sebbene non si fosse concluso nel migliore dei modi, le aveva dato modo di riflettere sul suo futuro.

Non c’era ombra di dubbio che fosse troppo giovane per pensare di mettere su famiglia, ancora doveva trovare il suo posto nel mondo. Tuttavia, non sapeva se in futuro avesse voluto avere figli, se crearsi una famiglia era qualcosa che desiderasse veramente.

Nel branco, tutti avevano il dovere di contribuire alla sua sopravvivenza. Molti ragazzi della sua età non avevano dubbi su quale sarebbe stato il loro avvenire.

Lei, invece, non si dava pace.

Come le succedeva sempre, il viso di Shura emerse chiaro e limpido nella confusione dei suoi pensieri.  

Da quando era piccola, aveva avuto la certezza di voler trascorrere tutta la sua vita insieme all’uomo che lei riteneva essere perfetto.

Perfetto per lei.

E non lo aveva mai nascosto, anzi.

Ricordava chiaramente il momento in cui aveva iniziato a desiderarlo. Aveva 13 anni, in piena adolescenza, con gli ormoni in subbuglio. O almeno questa era la versione ufficiale.

Dopo aver passato gran parte della serata fuori, con i suoi amici, era tornata a casa in piena notte, arrampicandosi dalla finestra, con estrema agilità si era ritrovata in camera sua. Nel momento stesso in cui aveva poggiato i piedi per terra, si era resa conto di non essere sola.

Seduto sulla poltrona con le braccia conserte, Shura l’aveva guardata con disapprovazione. Era stata sorpresa di trovarlo lì, ad aspettarla. Gli impegni al Consiglio si erano moltiplicati negli anni e Shura stava seguendo un training particolare per diventare un ‘pezzo grosso’. Da una parte, Mala era felice per lui, ma dall’altra era triste perché finiva per dedicarle meno tempo del previsto.

Non essere più il centro del suo mondo l’aveva portata a conoscere nuove persone all’interno del branco. Si era resa conto di essere una persona abbastanza socievole, era riuscita con facilità a farsi nuove amicizie.

Insieme ad altri lupi della sua età, aveva trascorso le giornate a trastullarsi, godendosi, per la prima volta, una spensieratezza che non le apparteneva. Sebbene non condividesse nulla con loro, le era piaciuto stare in loro compagnia, vederli azzuffarsi l’uno con l’altro, spingersi ai confini del branco, testando le loro capacità.

“Dove sei stata?” le aveva chiesto Shura con un tono fin troppo calmo. Sembrava pronto a scoppiare da un momento all’altro.

“In giro” aveva risposto lei distrattamente, muovendosi all’interno della stanza come se non esistesse.

“Ti ho cercata e non eri in giro” aveva ribattuto bruscamente, innervosito dalla sua noncuranza.

“Mi hai cercata? Wow, probabilmente non mi hai cercata bene. Sai, per quello, come per qualunque altra cosa, ci vuole tempo” nonostante il sarcasmo nella sua voce, aveva mantenuto un tono basso, mentre scioglieva le trecce con le mani.

Shura l’aveva osservata attentamente, ogni movimento, e si era stupito, ancora una volta, dell’innata grazia che la contraddistingueva. Lei non lo notava, era troppo concentrata sui suoi difetti, come qualsiasi altro adolescente, ma l’agilità e la delicatezza con cui faceva ogni cosa la rendevano unica, diversa dalla banda di ragazzini che frequentava.

Non aveva ancora compreso come facesse a sopportare la loro presenza, per non parlare poi del fatto che ci trascorreva intere giornate. Era cosciente del fatto che in parte era colpa sua se aveva deciso di accontentarsi di certe compagnie. Ormai da tempo non trascorrevano una giornata intera solo loro due, insieme. Per qualche motivo, era sempre impegnato, sommerso dai vari incarichi.

Avrebbe dovuto trovare un modo per rimediare.

Facendo finta di nulla, aveva aggiunto: “Cosa vuoi dire?”, rivolgendole diverse occhiate infuocate.

Mala si era bloccata per qualche secondo, sorpresa da quel tono minaccioso. Aveva deglutito e preso coraggio, continuando ciò che stava facendo come se nulla fosse.

“Quello che ho detto. Se vuoi fare bene qualsiasi cosa, devi dedicarci tempo” con le dita aveva provato a scogliere nodi, invano.

Dove era finita la sua spazzola preferita?

Shura si era alzato in piedi, incrociando le braccia: “Se hai qualcosa da dire, non ti nascondere dietro le perle di saggezza. Dì quello che hai da dire e basta” la durezza delle sue parole, l’aveva ferita. Sembrava non avesse voglia di perdere tempo neanche per discutere con lei.

Lei amava battibeccarsi con lui.

Allora cosa ci faceva lì?

“Shura, perché sei qui? Cosa vuoi da me?” aveva chiesto alla fine senza mezzi termini. La rabbia aveva iniziato a prender il sopravvento.

Addio pazienza.

“Ora sono diventato Shura? Cosa ne abbiamo fatto del mio soprannome?” le aveva chiesto, palesemente intenzionato a smorzare la tensione tra di loro.

“Solo quando sei esasperante” i nodi erano troppi, scioglierli si era rivelato piuttosto complicato. Aveva provato a nascondere una smorfia di dolore, ma, ad un certo punto, il dito era rimasto impigliato in una ciocca bionda.

“Cerchi questa?” le aveva chiesto lui dolcemente, trasformandosi totalmente in un’altra persona. Era difficile stare dietro ai suoi cambi di umore.

Senza accorgersene, si era materializzato al suo fianco e con la mano destra le aveva porto la spazzola che stava cercando. Era probabile che fosse finita sotto una catasta di vestiti, ma lui l’aveva trovata lo stesso.

Ogni volta si stupiva della sua capacità di percepire i suoi bisogni ancora prima che li esprimesse ad alta voce.

È normale, ti conosce da quando sei nata, aveva pensato smorzando l’entusiasmo.  

“Grazie” gli aveva detto, senza guardarlo, continuando nella sua impresa.

Alle sue spalle, Shura era rimasto fermo, come una statua. Percepiva la sua presenza come se i loro corpi si stessero toccando.

Quando era riuscita a prendere coraggio e ad alzare lo sguardo, si era accorta che la stava osservando attraverso lo specchio, mentre pettinava la chioma ribelle. I loro occhi si era incrociati e per qualche secondo, si era creata una connessione tra loro.

Ancora oggi, sapeva di non essersela immaginata. In quel momento, aveva visto negli occhi di Shura un lampo, un bagliore nuovo che non era riuscito a controllare. Fu quello il segnale che diede inizio al suo amore non corrisposto e che aveva fatto crescere la speranza dentro di lei.

Alto, muscoloso, lo Shura ventiduenne dimostrava molti più anni di quelli che aveva. Nonostante la sua giovane età, tutti all’interno del branco gli portavano rispetto. Era riuscito a conquistarsi la fiducia di molti, compreso suo padre.

Questo la diceva lunga sulle sue capacità.

I capelli lunghi li portava legati, lasciando scoperto il viso spigoloso. Aveva sempre preferito vederlo con i capelli sciolti, gli conferivano un’aria meno composta, più selvaggia. Le ricordavano i vecchi tempi, quando giocavano a fare la lotta.

Poi pian piano, a causa degli impegni, tutto era svanito, lui era sparito.

Era ancora convinta che ci fosse altro sotto.

Vedere quella luce negli occhi le aveva infuso speranza e qualcos’altro. Lo stomaco in subbuglio le aveva fatto desiderare di saltargli addosso, liberargli i capelli, per scorgere parte della sua anima infuocata. Eliminare tutta quella compostezza con un bacio.

Sì, un bacio da togliere il fiato.

Senza pensarci due volte, si era girata per sfidarlo faccia a faccia. Nonostante non si avvicinasse minimamente alla sua stazza e alla sua altezza, lui era indietreggiato bruscamente.

Nessuno dei due era riuscito a proferire parola.

Ho bisogno di rivedere quella luce nei suoi occhi, devo provocare una reazione in lui.

Cavalcando l’onda, aveva fatto l’unica cosa che le era venuta in mente. Aveva sollevato l’orlo della maglietta, rimanendo solo con il reggiseno e una misera canottiera che le aderiva, mettendo in risalto le forme ancora acerbe.

Shura aveva trattenuto il respiro e come se detestasse guardarla, le aveva dato le spalle, ringhiando: “Cosa diavolo stai facendo?!”

Mala era sobbalzata e d’istinto si era coperta, sentendosi improvvisamente imbarazzata. Le guance si erano tinte di rosso, mentre l’umiliazione le si leggeva chiaramente in volto.

Aveva stretto i pugni, affondando le unghie nella pelle.

Per fortuna è girato e non può vedermi.

“Cosa ti spaventa? Non penso che non mi avrai mai vista nuda” lo aveva schernito, con l’intento di non far trapelare l’insicurezza che la sua reazione aveva scatenato.

Shura aveva stretto i pugni e dopo aver riacquistato un briciolo di autocontrollo, aveva sussurrato con il volto rivolto verso la porta: “Stai giocando con il fuoco”, dopodiché era uscito dalla sua stanza, lasciandola lì, sola.

“Sei rimasta sola?” le chiese Ziki, rientrando nell’edificio, riportandola al presente. Era stata così assorta nei suoi pensieri che non lo aveva sentito arrivare.

“Stavo per venirti a cercare, a dire il vero” gli rispose, sperando che non si accorgesse dei suoi tentativi di sviare la domanda.
Fece qualche passo verso di lui, annullando le distanze.

“Me? Per quale motivo?” chiese sorpreso, osservando perplesso ogni suo movimento.

“Perché…Ho voglia di uscire, è da giorni che non mi trasformo ed ho una voglia pazza di corre per la foresta. Però non conosco la zona, vorrei qualcuno che mi facesse da chaperon” gli sorrise, portando avanti la sua recita.

Non convinto al 100%, la fissò per qualche secondo, poi decise di assecondarla.

“Va bene, andiamo, ti faccio strada” la invitò a seguirlo verso l’uscita.

Non ci misero molto a trasformarsi.

Mala sfoggiò il suo fantastico pelo bianco e si accorse che il lupo di Ziki assomigliava vagamente a quello di Roman, ma a differenza del fratello, il pelo era leggermente più corto e meno scuro, più tendente al marrone.

Solo dopo essersi trasformata, si rese conto di quanto le fosse mancato. Una parte di lei era rimasta affamata e insoddisfatta per troppo tempo.  

L’occhio le cadde sulla maglietta variopinta e i pantaloni che poco prima Ziki aveva addosso. Dopo essersi trasformato, erano rimasti integri, vicino alle sue zampe.  

Il lupo marrone seguì lo sguardo di Mala e con soddisfazione strofinò il naso sui suoi indumenti, vantandosi delle sue creazioni. 
Li prese entrambi tra i denti e iniziò subito a correre. Mala non se lo fece ripetere due volte e lo seguì, riprendendo confidenza con le nuove sembianze.

All’inizio il corpo protestò, era da troppo tempo che non si allenava decentemente. Poi però, aumentò la velocità, percependo l’adrenalina scorrerle nelle vene. Tutte le sensazioni confluirono in un’unica sensazione di invincibilità.   

Scansò i diversi ostacoli, muovendosi con agilità, nonostante non conoscesse il posto. Fendette l’aria, resistendo alla forza del vento e accogliendo il calore del sole.

Da tempo non si sentiva così bene.

Prima di addentrarsi di più nella foresta, rallentò, mettendosi sulle tracce di Ziki. Pian piano, tornò indietro, seguendo il suo odore. Lo trovò ad abbeverarsi al fiume, accasciato per terra. Sebbene la sentì avvicinarsi, la ignorò, continuando a bere.
Si è già stancato?  Pensò, ridendo della sua pigrizia.

Scocciata di aspettarlo, si avvicinò per stuzzicarlo, ma subito il lupo alzò la testa, sul chi va là. Questo non la fermò: camminò nella sua direzione, mentre lui indietreggiava, senza distogliere lo sguardo da lei.

Aspettò il momento giusto, per saltargli addosso. Ziki fu più veloce e scansò l’attacco, addentrandosi di nuovo nella foresta, senza aspettarla. Colta la sfida, lo rincorse, vedendolo subito alzare bandiera bianca.

Sì, si è già stancato, sbuffò dentro di sé, rassegnandosi.  

Il lupo marrone si avvicinò ai suoi vestiti, ritornò nelle sembianze umane e, senza alcun pudore, si rivestì lentamente, come se fosse completamente solo.

Senza pensarci su, Mala fece lo stesso, ma d’un tratto, si ricordò di non avere dei vestiti con sé.

All’inizio lo sguardo di Ziki fu attirato dal corpo nudo della ragazza, ma ciò che notò subito dopo, furono i lividi sparsi per tutto il corpo. Erano in netto contrasto con il colorito pallido della sua pelle.

Pronta a sfotterlo per il suo sguardo insistente, Mala si rese conto solo in un secondo momento che la sua nudità era l’ultimo dei problemi.

D’un tratto, tutto ciò che aveva vissuto nei giorni precedenti, le ricadde sulle spalle, minacciando di schiacciarla. Per poche ore, era riuscita a dimenticare. Era ritornata la vecchia Mala.

Lo stomaco iniziò a contorcersi, facendole venire la nausea.

E se Ziki avesse provato ad attaccarla? E se in realtà non era al sicuro?

In più aveva visto i lividi.

Mostravano qualcosa che stava cercando di dimenticare e di nascondere. Prima che le venisse un altro attacco di panico, si ritrasformò in lupo, allontanandosi dallo stupore e dalla compassione che intravide negli occhi di Ziki.

“Mala, aspetta…” questa volta fu lui ad avvicinarsi, leggermente piegato in avanti, con le braccia la incitava a tornare indietro.

“Mi dispiace, non volevo essere maleducato. Vieni qui, non scappare” accennò un sorriso, sperando di rassicurarla “Ti posso prestare la mia felpa” aggiunse, notando l’indecisione nei suoi occhi di lupo.

“Se accetti, ti porto nel mio fantastico laboratorio e ti regalo una delle mie invenzioni” propose, a pochi centimetri di distanza da lei.

Aveva voglia di scappare, era pronta a scattare al minimo segnale.

Eppure, ogni cellula del suo corpo le suggeriva di restare. A quanto pareva, il suo istinto di lupo aveva deciso che Ziki non rappresentava una minaccia. Fu per quel motivo che rimase immobile, in attesa della sua prossima mossa.

Fidati del tuo istinto, l’hai sempre fatto e ha funzionato. Fidati delle tue capacità.

Ripeteva nella testa, spronandosi ad affrontare la situazione di petto.

Chinato in avanti, con le mani sulle ginocchia, le chiese sorridendo: “Ci stai? Ti piace la mia idea?”

Lo guardò scettica, indecisa sul da farsi.

“Ora io mi giro e tu ti cambi” le suggerì, mantenendo la parola.

Le diede le spalle, in attesa, senza apparire scocciato o impaziente.

Stava rispettando i suoi tempi.

Voleva che si sentisse al sicuro. In quella posizione, avrebbe potuto attaccarlo o scappare via.

Era lei ad avere in mano le redini.

Decise di fidarsi.  

Una volta umana, accettò la felpa variopinta e la indossò, notando che le copriva a malapena il sedere. Non era mai stata a disagio con la sua nudità, ci era abituata.

In quel momento, però, sentì la necessità di essere coperta da capo a piedi.

“Fatto. Ora tocca a te mantenere fede alla tua promessa” gli disse, sperando che non facesse caso al tremore della sua voce.
Rassegnata, aspettò che tirasse in ballo la questione dei suoi lividi.

“Seguimi, non ci vorrà molto” affermò Ziki, facendole l’occhiolino, senza aggiungere altro.

A petto nudo, Mala si trovò ad osservarlo. Si accorse che non era né troppo magro né in carne. Era evidente che si allenasse, ma senza esagerare.

Il suo sguardo fu attirato da diverse cicatrici a mezzaluna che gli solcavano il petto e la schiena.

Erano cicatrici di morsi.

Mio Dio.

Quelli erano stati più dolorosidei suoi lividi, senza ombra di dubbio.

Quale bestia fa una cosa del genere.

Smise di respirare, sentendo la rabbia montarle.

Il luccichio di un ennesimo piercing la distrasse dalle ferite. Non lo aveva notato prima, perché coperto dalla felpa. Il capezzolo destro era abbellito da un anellino d’argento.

Era un caso che l’avesse fatto proprio sopra una delle cicatrici a mezzaluna?

Pensò, sentendo la rabbia scemare, sostituita da una strana sensazione di malinconia.

Tuttavia, si sforzò di nascondere le sue emozioni. Non voleva che si invertissero i ruoli e, di conseguenza, lui si sentisse a disagio.

Distolse lo sguardo dal suo corpo mascolino, ma lui la beccò lo stesso.

Stranamente non disse nulla.

Probabilmente aveva paura di spaventarla di nuovo.  

Anche lei fece finta di niente.

Ora erano pari.

Con disinvoltura, lo seguì nel bosco.







Buonasera a tutti! 
Come avrete notato, questo capitolo si incentra sul personaggio di Mala, tra passato e presente. Grazie a voi, sto valutando l'idea di creare uno spin-off su di lei, dopo aver concluso 'Senza voce'. 

Cosa ne pensate? 

La sua storia  si sta evolvendo e sento l'esigenza di creare uno spazio tutto per lei. Naturalmente ho bisogno anche di un vostro feedback ;) 

Al prossimo aggiornamento!

Helen
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Helen_Book