Fumetti/Cartoni americani > Voltron: Legendary Defender
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Autore: DonutGladiator    30/03/2021    0 recensioni
Raccolta di brevissime oneshot (max 700 parole) slegate tra loro che avranno per protagonisti diversi.
[1: Hunk vuole finire il suo progetto, ma Lance non sembra pensarla allo stesso modo
4: Una piccola Pidge fa un regalo al fratello maggiore
5: Lance si è beccato una terribile malattia, ma Keith ci crede poco
8: Sheith preKerberos al crepuscolo
9: Momenti di affetto familiare passato (SPOILER S5)
10: Lotor è degno della fiducia di Allura? (SPOILER S5)]
Genere: Angst, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Questa storia partecipa al COWT11
M3 - Galleria d'arte senza visitatori
Avverntimenti: Modern!AU


Lo vedeva sempre in quella stanza, ad ammirare i suoi quadri, come se cercasse di scrutarli nel profondo, cercando ogni più piccola discrepanza che potessero nascondere.
Nella galleria d'arte che gestiva con la sua famiglia venivano ben pochi visitatori, specialmente in quell'ala, dove erano contenute le sue opere di artista in erba, ancora senza un vero e proprio nome tra il pubblico.
Quel ragazzo però ogni settimana arrivava il venerdì pomeriggio e si sedeva davanti a un quadro, immerso nel silenzio, a osservare ogni volta un dipinto differente.
Certe volte lo vedeva scribacchiare qualcosa su un taccuino, ma non faceva altro.
Lei lo guardava di soppiatto, nascosta nella sua stanza rialzata e oscurata al pubblico, e si domandava chi potesse essere quel ragazzo dai lunghi capelli bianchi e gli occhi malinconici.
Prima che riuscisse ad accorgersene, stava già catturando la sua sagoma sulla sua tela, incurante che non avrebbe mai potuto mostrare quegli schizzi ad anima viva, riprendendo vari momenti della sua permanenza, spesso aiutandosi con un piccolo binocolo.
Aveva scoperto che in alcuni momenti sorrideva in maniera magnifica, lasciando scoperti i canini leggermente più lunghi del normale, che la facevano impazzire.
Lo aveva disegnato così tante volte che non riusciva nemmeno più a contare tutti gli schizzi sui suoi blocchi da disegno.
Così, un giorno, decise di fare una pazzia.
Era un venerdì pomeriggio e come al solito nella galleria non c'era nessuno, ma quando il ragazzo arrivò trovò la giovane ad aspettarlo.
-Buon pomeriggio.- disse, sorridendo gentile.
-Magistra Allura.-
La giovane si sorprese nel sentirlo pronunciare il suo nome con quel titolo accanto.
-A cosa devo l'onore della vostra presenza?- domandò, avvicinandosi a lei facendole un baciamano.
-Volevo chiederle di posare per me.-
Gli occhi dorati del giovane si illuminarono.
-Sarebbe un onore, magistra.-
Allura arrossì: -La prego, mi chiami solo Allura, non c'è bisogno di essere così formali.- richiese per poi guidarlo fino al suo studio, facendolo entrare e prendere posto in un punto rialzato e illuminato dalla luce naturale del sole.
-Vuole che mi tolga i vestiti?- domandò con semplicità, come se le avesse fatto una domanda sul tempo atmosferico.
La giovane, sebbene avesse visto molti corpi nudi posare per lei, decise che per quella volta non sarebbe servito. Voleva fargli un ritratto del volto, catturare l'energia dei suoi occhi e la passione.
-No, vorrei farle un ritratto se me lo permette.-
-Ne sarei deliziato.-
Passarono due ore nel completo silenzio, con Allura che continuava a dipingere i colori dell'altro, cercando di replicare la giusta sfumatura di questo e quell'altro dettaglio che vedeva nel suo volto.
Lo aveva esaminato da vicino, aveva chiesto di potergli toccare una guancia e lo aveva osservato come fosse un medico alla ricerca di una possibile malattia.
-Le ho rubato fin troppo tempo.- disse, posando il pennello e passando una mano tra i capelli legati disordinatamente.
Il giovane prese l'orologio dal taschino e annuì.
-Devo invero allontanarmi, ma mi piacerebbe posare ancora per lei.- disse, ammirando il risultato di quelle due ore di fatica: -E' riuscita a catturare una parte di me che non credevo di possedere.- aggiunse, mentre notava il velo di tristezza che l'artista aveva inserito nel suo ritratto.
-Le piace?- domandò.
-Assolutamente.- rispose lui con un sorriso sincero, che fece sorridere a sua volta l'altra.
-Gradirei che posasse di nuovo per me.- gli disse.
-Con estremo piacere, magistra. Mi troverà ancora qui il prossimo venerdì alla stessa ora.- disse il giovane banciandole di nuovo una mano e allontanandosi dalla galleria: -Credo che potremmo avere una magnifica collaborazione noi due.-
La giovane lo guardò allontanarsi, poi tornò a guardare il quadro che aveva appena finito di dipingere e sorrise, contenta di aver trovato il coraggio di parlargli.
Il giorno dopo, nella galleria d'arte come sempre deserta, Allura espose la sua nuova opera.
Era il ritratto di un giovane uomo vestito con eleganza, con i lunghi capelli bianchi, gli occhi dorati e i canini appena sporgenti che sorrideva con uno sguardo malinconico.
   
 
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