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Autore: sallythecountess    03/04/2021    1 recensioni
In questo capitolo finale della saga della famiglia Jimenez tutti i nodi verranno al pettine. Juan ritroverà la sua natura oscura e darà inizio ad una guerra che incendierà Los Angeles solo ed esclusivamente per amore di Mina. John dovrà affrontare non solo la fine della sua relazione con il suo amato Ethan, ma un enorme dolore che lo manderà totalmente in crisi e lo costringerà a crescere. I tre ragazzi Jimenez, infatti, si troveranno da soli a combattere con la paura di diventare orfani e inevitabilmente diventeranno adulti.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Mìmi'
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 Capitolo: Rafa
Si era preso tutto il giorno il nostro amico chirurgo, perché voleva assolutamente riuscire ad aiutare Johnny. Aspettava la copia della cartella clinica con ansia, senza sapere neanche lui bene perché. Una parte di lui voleva poterlo chiamare per dargli belle notizie, per farlo finalmente sorridere in quel modo bellissimo che adorava. Sorrise a sua volta, allora, ricordando lo sguardo languido e i sorrisi di quel ragazzo che senza sapere bene come gli aveva rubato il cuore, per poi scaricarlo da un momento all’altro senza nessun riguardo.
Rafael Mario Hernandez Herrera, da tutti detto “Rafa” era a Berlino da nove mesi quando aveva visto per la prima volta il piccolo Jimenez, ed era rimasto totalmente senza fiato. Andava sempre in palestra nei ritagli di tempo che il lavoro lasciava, e non erano poi molti, ma una sera come tante il suo sguardo era rimasto fisso su un piccolo adone muscoloso con la pelle scura, gli occhi azzurri e splendidi capelli neri fluenti come la seta, ed era rimasto mostruosamente turbato. Era giovane, forse anche troppo per lui, che ormai andava per la trentina, ma bello come nessuno.
John non lo aveva notato subito, ma Rafa aveva iniziato ad andare ad allenarsi sempre più spesso, per provare ad avvicinarsi a lui. Non che sapesse cosa fare, eh! Non aveva mai provato ad avvicinarsi a un uomo, e non aveva la minima idea di come si potesse fare. Continuava a chiedersi “come si capisce se uno è interessato?” ma non ne aveva la minima idea. Il che è comprensibile, dal momento che ci aveva messo ‘appena’ vent’anni della sua esistenza a capire che quella sua mancanza d’interesse per il sesso, era in realtà mancanza d’interesse per il sesso femminile. Aveva fatto finta di nulla, però, perché aveva appena sposato la sua migliore amica, nonché la sua collega di lavoro preferita, e non avrebbe mai voluto ferirla. Le aveva nascosto la sua sessualità per altri cinque anni, rifiutandosi di fare qualsiasi cosa potesse incasinargli la vita, malgrado lo volesse terribilmente. Rifiutando varie avance poco velate che aveva ricevuto da tizi molto attraenti.
Non amava Elena in modo convenzionale, non provava passione per lei, ma era la persona più cara al mondo per lui. Il loro rapporto si basava su presupposti poco romantici, perché erano principalmente migliori amici da sempre e compagni di lavoro oltre che marito e moglie, ma lui le voleva bene e andava bene così. Solo che un giorno Elena aveva deciso di cambiare le loro priorità, e a Capodanno gli aveva sussurrato “voglio avere un bambino Rafa” mandandolo totalmente in crisi. Non poteva avere un figlio con lei, non lo reputava giusto per entrambi, così le aveva detto chiaro dei suoi dubbi sulla sua sessualità, ma Elena aveva risposto che non c’era da farne una questione di stato. Lui, però, aveva capito che entrambi avevano il diritto di amare e di essere amati davvero, così a fatica aveva lasciato il progetto che seguiva con lei a Miami e ne aveva trovato un altro a Berlino.
Era passato un anno ormai dalla sua rottura con Elena, ma Rafa non era mai riuscito neanche a baciare un uomo e questo lo preoccupava moltissimo. Non era in cerca di una storia occasionale, né di sesso, voleva un qualche coinvolgimento anche solo sotto forma di amicizia. Non voleva fare l’amore con uno qualsiasi per la prima volta, per questo si era rifiutato di installare le app per gli appuntamenti che le sue sorelle continuavano a suggerirgli e trovava improponibili tutti i tizi con cui i suoi colleghi tedeschi avevano provato a farlo uscire.
Il ragazzo dagli occhi blu, però, gli piaceva tanto da spingerlo ad appuntarsi in quali giorni e orari lo aveva incontrato in palestra per provare a rivederlo. Aveva una strana dolcezza negli occhi e nel sorriso, che lo faceva restare in contemplazione per ore. Non sapeva nulla di lui, aveva solo notato che spesso era al telefono durante gli allenamenti con qualcuno che lo faceva sorridere molto, perciò aveva dato per scontato che fosse innamorato o comunque occupato. E poi un giorno i loro sguardi si erano incontrati, e malgrado il cuore in gola, il nostro amico dottore aveva avuto la forza di non distogliere lo sguardo. Aveva continuato a cercarlo con lo sguardo quando si allenava, ma non voleva sembrare eccessivo, perciò non aveva provato a parlargli. John, però, gli sorrideva ed era abbastanza sfacciato, perché lo squadrava da capo a piedi, eppure non era mai accaduto nulla. Rafa ne aveva parlato con varie amiche, che continuavano a dirgli che doveva assolutamente provarci, ma poi gli era mancato il coraggio. Quando poi aveva fatto quella che lui considerava la gaffe del secolo, mostrandosi totalmente nudo, si era deciso a lasciar totalmente perdere quel flirt. Aveva iniziato ad andare in palestra quando sapeva di non trovarlo, e se per caso si scontrava con lui teneva sempre lo sguardo fisso per terra, ma si sentiva andare a fuoco.
E poi una sera, quasi un mese dopo l’incidente della doccia, era successa una cosa strana, e Rafa aveva provato tristezza per lui. Era uno di quei giorni in cui generalmente sapeva di vederlo, ma aveva avuto una giornata pesante, così aveva deciso di andare a gettare un’occhiata a quel ragazzo bellissimo, eppure John non si era visto. Rafa aveva finito e una volta uscito, lo aveva raggiunto una voce che in inglese urlava “non voglio più sapere niente di te, sei contento con la tua storia nuova, no? E allora lasciami in pace. Tanto io non potrò mai renderti felice, non sarò mai la persona giusta per te perché non sono una ragazzina ricca e con la famiglia piena di politici…”
Era lui, il nostro povero John che aveva appena scoperto di un flirt sui social tra Ethan e la figlia di un governatore. Lui continuava a dire che era tutta facciata, ma John stava soffrendo troppo per le foto in cui si baciavano e si coccolavano.
“Basta, davvero. Scusa, ma non ce la faccio più. E ok, mi fa male da impazzire ammetterlo, ma mi vergogno di essere la persona che sono da quando ci sei tu nella mia vita, hai capito? Perché non riuscendo a odiarti, ho iniziato ad odiare me stesso, solo perché non sono abbastanza forte da salvarmi e allontanarti. E ogni volta che ti cerco, ogni volta che ti chiamo e tu non rispondi o sembra quasi che mi stia facendo un favore per il tono scocciato che hai, io mi sento sempre più inutile, vuoto e solo. Mi sento sempre più stupido, perché io volevo te Ethan, ma tu lo hai reso doloroso, complicato e frustrante, al punto che adesso l’idea di amare qualcuno mi confonde. E ora mi dici che non vuoi lasciarmi andare? Perché?”
Rafa era paralizzato, ma decise comunque di allontanarsi senza dire una parola, perché era già morto d’imbarazzo così. Il povero John era letteralmente a pezzi, e non riusciva a smettere di singhiozzare, tanto che il nostro amico dottore pensò che volesse soltanto portarlo a casa, metterlo a letto e offrirgli una bevanda calda per farlo smettere di piangere. Aveva sempre provato molta attrazione per lui, tanta da fantasticare spesso su come sarebbe stato tenerlo a letto e farci l’amore, ma quella sera quel ragazzino aveva tirato fuori un lato di lui molto tenero, perché Rafa voleva solo proteggerlo. Non poteva però, quindi doveva andarsene e lasciarlo in pace, possibilmente evitando di sembrare un pazzo stalker.
Rafa abitava molto vicino alla palestra, così ci mise poco a rientrare, ma quella sera non riusciva a stare calmo, così dopo due ore in cui aveva fatto finta di giocare con il cane, di cucinare (bruciando tutto) e di giocare con il cibo, si era deciso ad andare a bere qualcosa. Non aveva alcolici in casa, perché generalmente non beveva, ma aveva bisogno di togliersi di dosso la sensazione di disagio che gli aveva provocato la vista di John in quelle condizioni, invece trovò una situazione assurda.
Johnny non era mai andato ad allenarsi, ma era rimasto due ore a bere in un bar accanto alla palestra. Al suo arrivo Rafa lo trovò collassato sul bancone, mentre cinque o sei tizi bevevano usando la sua carta di credito per pagare e continuavano a schernirlo. Si spaventò ovviamente, e provò a vedere se ci fossero gli estremi del coma etilico, ma John era semplicemente molto sbronzo e stanco.
“Ciao fico della palestra…” gli aveva detto aprendo gli occhi, e Rafa aveva avuto un mezzo infarto a guardarlo così da vicino, ma gli aveva chiesto se si sentisse bene e John sospirando aveva risposto “in un migliaio di pezzi, amico fico della palestra…” facendolo sorridere piano. Il cuore del povero Rafa era letteralmente impazzito, perché c’era qualcosa di estremamente romantico il quel ragazzino triste e bellissimo che lo fissava con occhi languidi.
Rafa recuperò la sua carta, e si disse che doveva dirgli di bloccarla, ma John era davvero troppo poco lucido. Provò a farlo camminare, a stare in piedi, e lui letteralmente si avvinghiò al suo collo, e vicinissimo alle sue labbra sussurrò appena “…finalmente mi parli. E’ un miracolo che tu ti sia accorto di me, finalmente…” facendolo andare a fuoco.
 Non poteva approfittarsene, non doveva ascoltare i suoi stupidi istinti da ragazzina con una cotta e chiedergli se davvero gli piacesse e doveva necessariamente fare l’adulto responsabile. Eppure ci mise qualche minuto a tornare lucido, perché John sembrava volesse baciarlo e non smetteva di mordersi le labbra. Quando poi iniziò ad accarezzargli il viso, Rafa pensò che dovesse davvero tagliare corto, così chiese dove abitasse. John pensava di essere in un sogno, perché quando nella vita ti succede che il fico che ti piace viene a salvarti con il cavallo bianco? Così stava cercando di fare quello seducente, e ci stava anche riuscendo.
Rispose serio con il suo indirizzo di New York, ma poi iniziò a ridere e spiegò di non ricordare quello tedesco.
“Non penso di aver mai capito come si dice…una cosa che finisce per strass tipo…” aveva risposto ridendo e Rafa provò a chiedergli i documenti, allora, pensando che almeno lì ci fosse qualcosa, ma ovviamente John aveva solo il passaporto con l’indirizzo di New York. In questo modo, però, il nostro amico dottore scoprì che aveva diciannove anni, e questo per qualche strano motivo lo rese felice all’inizio, perché poteva legalmente fare l’amore con lui, anche se quello era nettamente il momento peggiore in cui pensarci, e se ne vergognò un sacco.
“Chiamiamo qualcuno, dai…”aveva aggiunto dolce, accarezzandogli una guancia a sua volta ma John si era appollaiato sulla sua spalla e con sguardo languido aveva sussurrato “portami a casa tua e fammi quello che vuoi super fico…”facendogli perdere per un attimo la testa. Se solo fosse stato lucido, non ci avrebbe pensato due volte, ma puzzava di alcol in modo vergognoso e poi non era facile dimenticare la scena che aveva visto quel pomeriggio.
“Possiamo chiamare degli amici? La tua famiglia?” provò a dire, cercando di farlo restare serio, ma John si strinse nelle spalle e rispose “non ho nessuno, sono solo a Berlino e l’unica persona che vorrei… vorrei non volerla…” così Rafa capì che doveva portarlo in qualche posto a smaltire la sbronza, e decise di offrirgli la sua camera da letto.
John, però, fraintese le intenzioni del suo amico, e una volta arrivato a casa sua, approfittò di un momento di distrazione del padrone di casa per spogliarsi totalmente. Rafa era andato a prendere asciugamani e accappatoio e gli venne un infarto trovandolo nudo a letto con il viso contro il muro. Il nostro povero cardiochirurgo quasi impazzì quando fissandolo con occhi lucidi e un’espressione molto sensuale John sussurrò “…non ho mai provato… ma ho iniziato a desiderarlo da quando ti conosco. Sono tutte così le mie fantasie: tu sei sempre l’uomo grande e grosso che mi prende e…”.
“Basta, basta Johnny. Non dire oltre, o morirai d’imbarazzo la prossima volta che dovrai guardarmi in faccia…”gli disse serio, cercando di calmarlo, ma lui lo fissò un po’ dispiaciuto.
Era ferito, ma soprattutto ubriaco perso e Rafa provava immensamente pena per quel ragazzino, che sembrava un uccellino con l’ala rotta, così l’aveva portato subito a fare una doccia fredda e poi lo aveva messo a letto, coperto fino al collo, e si era seduto accanto a lui per chiacchierare, dopo averlo letteralmente costretto a bere dell’acqua per idratarsi. Rafa voleva a tutti i costi provare a ridurre i sintomi della sua sbronza e lo teneva costantemente monitorato, sperando passasse in fretta. John, però aveva frainteso quelle attenzioni e le aveva attribuite a uno strano modo di corteggiarlo, per cui continuava a scoprirsi per mostrargli il suo corpo
“Lo so che non stai bene, si vede. Non è facendo l’uomo seducente che riparerai il tuo cuore…” gli aveva detto con un sorriso, e un tono divertito, ma gentile.
“E cosa serve per riparare il mio cuore? Perché mi sembra impossibile in questo momento…” aveva chiesto, con le lacrime agli occhi e in quel momento Rafa si era seduto accanto a lui e aveva detto piano “del tempo Juanito…”
“Oddio è veramente un sogno rivoltante, e tu stai facendo la parte di mia madre e io quella di mio padre. Che roba da psicanalisi!” aggiunse John disgustato e quando Rafa chiese spiegazioni, John gli disse del soprannome del padre, facendolo ridere imbarazzato. Aveva dato per scontato che uno che di cognome fa Jimenez avesse origini sudamericane come le sue, perciò aveva provato a essere dolce ma non pensava di dire una cosa così imbarazzante.
“Tranquillo piccolo, che domani non ricorderai nulla di tutto questo…” aveva aggiunto con tenerezza, accarezzandogli la guancia e John si era sentito davvero bene e chiudendo gli occhi aveva detto piano che adorava l’odore di lavanda delle lenzuola, che gli ricordava il bagnoschiuma con cui gli facevano il bagno da bambino e Rafa aveva sorriso, perché aveva un ricordo molto simile.
Rimase accanto a lui per tutto il tempo, e John gli raccontò la storia della sua vita, i suoi progetti, l’accademia e persino i suoi sogni, e lui ascoltò tutto con attenzione. Quando poi venne fuori l’idea sua e di Ethan per il suo primo film, John sospirò profondamente e gliene parlò con molta amarezza.
“Tra l’altro adesso odio questa sceneggiatura, quindi dovrò trovare altre idee…” aveva concluso sbuffando e Rafa aveva risposto piano “…arriveranno. E’ questo il bello della vita, che le cose capitano sempre senza che tu possa prevederle”.
  Il piccoletto si sentiva straordinariamente fragile, così a un certo punto chiese piano “posso avere un abbraccio, mio amico fico?” e lui sorridendo pensò che più che un uccellino, sembrasse davvero un gattino randagio, di quelli spauriti che ti trovi nel giardino di casa e ringhiano e soffiano per non farsi prendere, ma poi ti entrano nel cuore e non puoi far altro che tenerli. Gli sorrise soltanto per un momento, ma poi lo sguardo dolce e triste di Johnny lo convinse, così se lo portò al petto. Accarezzandogli i capelli disse piano “ti passerà ragazzino, starai meglio, vedrai. Ora ti senti morire, sembra la fine del mondo, ma il tempo cura sempre tutto…”
“Sì, non sai quante volte me lo sono detto in quest’anno. Ci sono stati periodi in cui prima di andare a letto immaginavo me di sei mesi dopo, totalmente guarito da questo amore malato e felice davvero…” aggiunse sorridendo, e Rafa gli chiese piano “beh non può far male sempre come un anno fa, o sbaglio?”
John aveva annuito, spiegando che effettivamente stava comunque molto meglio rispetto all’inizio, che gli venivano queste crisi soltanto quando Ethan riappariva nella sua vita in un modo o nell’altro e Rafa gli disse piano “Allora sta già passando. Lo vedi? Sei già vicino al tuo desiderio di essere una persona che non soffre più per amore.  Devi imparare due lezioni da questa storia, però: la prima è che non è colpa tua se hai amato. Se gli hai dato tutto di te e lui non lo ha voluto, bene. Problemi suoi. Questo non fa di te uno sfigato, ma una persona capace di amare in modo bellissimo e molto profondo, ed io credo che il mondo sarebbe un posto migliore se ci fossero molte persone come te…”
John provò a baciarlo, allora, ma lui lo allontanò e gli disse solo “…e la seconda è che non devi darti via così al primo che capita. Sono sicuramente un idiota romantico, ma penso che bisognerebbe regalarsi a qualcuno solo se e quando ci piace davvero. Se non ti avessi trovato io, stanotte, qualcuno avrebbe potuto approfittare del tuo corpo, e come saresti stato domani?”
“Guarda che non lo avrei fatto con chiunque, ma solo con te, perché mi piaci da parecchio ormai. Sei il primo uomo di cui mi accorgo dopo quello stronzo con cui ero al telefono. Il primo per cui ho cominciato di nuovo a vestirmi carino, ad essere onesti anzi, sei quello per cui ho rifatto tutto il guardaroba della palestra e lasciatelo dire: è davvero complicato avere i capelli perfetti mentre corri, ma ci ho messo sempre parecchio impegno, perché volevo mi notassi. E quando mi trovavo i tuoi occhi addosso, quando ricambiavi i miei sorrisi, stavo finalmente bene. La mia giornata diventava sempre migliore quando i nostri sguardi si mescolavano per un po’. Credevo fosse chiaro quando ti ho parlato delle mie molteplici fantasie che mi interessi tu e non una scopata qualsiasi…” gli disse, scoprendosi le spalle e il petto, e Rafa ebbe i brividi, perché sembrava abbastanza lucido e sincero. Per un attimo si chiese se quelle parole fossero oneste, ma non poteva prenderlo sul serio in quel momento, così gli diede la buona notte e si allontanò più velocemente possibile.
Fu una notte lunga, ma il giorno dopo Rafa gli preparò tutto quello che poteva servirgli incluso dei croissant, la frutta, caffè e analgesici prima di uscire. Gli aveva scritto un biglietto, ed era stato fin troppo dolce perché aveva concluso con “per favore, fammi sapere quando sei a casa sano e salvo” e il suo numero di telefono. Al povero John, però, era venuto un infarto al risveglio. Aveva le idee molto confuse sulla sera prima, e sì, ricordava di avergli detto che gli piaceva, ma era certo che non si trattasse davvero del fico della palestra, pensava fosse una specie di allucinazione. Si sentiva in imbarazzo, ma anche mortalmente eccitato, per cui era certo che non fosse successo nulla.
Decise che doveva farlo, doveva parlare con quell’uomo che gli piaceva così tanto, e giurò a se stesso che sarebbe stato abbastanza forte appena lo avrebbe rivisto. Rafa, nel frattempo, era particolarmente nervoso, ma non riusciva a smettere di pensare alle parole di John. Ok, era fragile, era ubriaco, ma c’erano stati dei magici momenti tra loro, terribilmente intensi e il nostro dottore non poteva fare a meno di sorridere, pensando a quanto eccitante fosse quel ragazzino.
E poi, dopo molto tempo, il ragazzino gli scrisse e fu davvero carino. Ci aveva messo molto per pensare alle parole giuste da dire, e sebbene non ricordava assolutamente chi fosse quel tizio, era innegabile che fosse stato molto cortese con lui, così aveva scritto “ciao, sono il ragazzo di ieri sera, John. Sono ancora confuso, e mio padre mi ha urlato contro per due ore, quindi ho mal di testa, però  sto bene e volevo dirti grazie. Ho trovato il biglietto e il cibo e tutto il resto, e davvero ne avevo bisogno. Sei stato infinitamente gentile, e spero di poter ricambiare prima o poi, ma nel frattempo potresti dirmi il tuo nome?”
Era stato tenero e dolce, come suo solito, e Rafa non riusciva a smettere di pensare a quel suo sguardo languido, così si presentò via messaggio e gli disse che non aveva fatto niente di speciale,  ma John gli rispose che avrebbe voluto offrirgli almeno un aperitivo per ringraziarlo.
Era stata la madre a insistere, perché continuava a suggerirgli giustamente che se John ricordava il viso del tizio fico, probabilmente era lui. John però non voleva farsi aspettative e ci rimase male quando lui rispose che non era necessario.
“Non è un appuntamento galante, giuro. So di essere stato imbarazzante, ma vorrei solo essere gentile. Ti offrirei da bere, ma onestamente penso non toccherò più alcol per almeno due mesi…” aveva aggiunto, convincendolo.
Rafa ci aveva messo una vita a scegliere i vestiti da indossare per quell’appuntamento, mentre John non ci aveva pensato più di tanto. Non pensava potesse davvero essere quell’uomo, ma quando se lo trovò davanti in un bellissimo completo scuro, sbiancò.
“Rafa?” sussurrò, con il cuore in gola e un filo di voce, e lui annuendo rispose “pensavo preferissi chiamarmi fico della palestra” facendolo morire d’imbarazzo. John divenne letteralmente violaceo per quella frase, e disse solo “no, aveva ragione lei, non ci credo…” lasciando interdetto il dottore.
Rafa fu molto simpatico, e riuscirono in fretta a sdrammatizzare la situazione, anche grazie agli aneddoti di John sulle sue conversazioni con sua madre.
“Ha ragione lei, certo. Non esiste un effetto dell’alcol che ti permette di vedere una persona diversa, eh!” gli spiegò ridacchiando, ma lui continuò a ribattere che pensava fosse un sogno e Rafa rise di cuore, perché John sembrava quasi un fumetto, così goffo e imbarazzato.
“Adesso però mi devi raccontare tutta la storia della tua vita, perché a quanto pare io l’ho fatto!” aggiunse divertito, perché era incredibilmente felice. Ok, era stato imbarazzante e gli aveva fatto svariate proposte di natura sessuale, ma era stato onesto con lui e finalmente aveva rotto il ghiaccio. Anche se nel modo più imbarazzante e disdicevole possibile.
“Oh sì. Pare che ricordi ancora lo spettacolo che hai fatto con la scuola tre anni fa, tra l’altro. E non vorrei essere scortese, ma non penso tu sia un bravo attore…” gli disse Rafa per cercare di farlo ridere e ci riuscì, anche se John aveva totalmente dimenticato il monologo che aveva fatto dal bar alla strada.
Gli raccontò della sua vita, dei suoi studi e del divorzio, ma chiacchierarono anche di cinema e di altre cose. John non sapeva se lui fosse attratto da lui o meno, e non ebbe il coraggio di chiederlo. Rafa, invece, pensava di dimostrare abbastanza chiaramente la sua attrazione per lui, ma vedendo John molto sulle sue aveva pensato che tutte quelle sciocchezze che gli aveva detto da ubriaco fossero tutte senza senso. Eppure gli era parso così serio e convinto.
Si salutarono così, un po’ tristi, convinti entrambi di non aver fatto colpo sull’altro, ma John una volta a casa aveva trovato il coraggio di scrivere “mi piacerebbe rivederti, ma forse a te non interessa” e solo allora, con il cuore in gola, Rafa gli aveva spiegato come stavano le cose, facendolo sorridere.
“So che tu ti sei esposto, anche se involontariamente, e io no, per questo parlerò chiaro con te. Voglio uscire con te, bere insieme, andare a cena o a cinema o al museo di cui parlavamo e voglio conoscerti, ma con calma. Quindi niente sveltine o cose strane, solo degli appuntamenti. Questo non perché non sia attratto da te, che mi piaci un sacco per inciso, ma semplicemente perché tu sei in mille pezzi e io ti voglio tutto intero. E quando succederà, quando starai bene e sarai di nuovo felice, se lo vorrai, giuro che ti terrò una vita a letto per realizzare ogni tua fantasia…” aveva scritto sincero e John aveva dovuto calmarsi un attimo, prima di poter rispondere che per lui andava benissimo. Così finalmente avevano organizzato il loro primo appuntamento, ed era stato favoloso, e incredibilmente romantico. E poi dopo questo spettacolare primo appuntamento, ce n’era stato un altro inaspettato, che era terminato in un primo bacio e un’intimità inattesa.
Rafa sorrise pensando a quei momenti, alle loro chiacchiere, allo sguardo di lui al cinema durante il primo appuntamento, e anche alla sua espressione la prima volta che avevano fatto l’amore, che gli faceva venire i brividi. Sospirando realizzò che per amore di John l’unica cosa che poteva fare in quel momento era provare di capire in che situazione era Mina, ed eventualmente fare qualsiasi cosa per aiutarla, così prese il telefono e chiese un favore ad una persona a cui già doveva letteralmente metà della sua carriera.
Ciao a tutti! Allora adesso avete conosciuto Rafa, che ve ne pare? Siete team Ethan o team Rafa? Siete curiosi di sapere come si è evoluta tra loro?
   
 
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