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Autore: kibachan    06/04/2021    1 recensioni
Nuova storia a seguito della mia long: Non avere paura. Sarà composta di quattro parti.
E' il 2028. Brando ha 27 anni, Fabio ancora 26. Per il resto.. beh direi che il titolo parli da solo no? ^^
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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SETTEMBRE 2028

 

 

Fabio se ne stava sdraiato mollemente sul letto un po' di traverso, sguardo al soffitto, rilassato. Teneva un braccio sotto la testa e l'altro abbandonato sul torace di Brando, la mano poggiata sulla parte bassa della pancia, a sinistra poco sopra l'inguine, due dita di poco infilate sotto l'elastico dei boxer, così tanto per aumentare il contatto tra loro. Avevano appena fatto l'amore e lui sentiva caldo, come sempre, ma voleva comunque sentirselo vicino. Indossavano entrambi solo l'intimo. Brando fumava. Non appena finito avrebbe iniziato a lamentarsi di aver freddo e a quel punto ci sarebbero state due opzioni: o si sarebbe alzato a mettersi qualche strato di roba addosso per poi mettersi a dormire, o (cosa che Fabio si augurava) era in vena di coccole e gli si sarebbe abbarbicato sopra per sfruttare il suo di calore corporeo.

Lo guardò. Aveva i ricci più lunghi del solito da qualche mese, il suo capo sclerava ogni volta che si presentava in ufficio e non se li era ancora tagliati. Fabio sospettava lo facesse apposta ormai. Lo vide prendere una boccata di fumo. La sigaretta che gli si poggiava delicata tra le labbra, le dita lunghe che gli sfioravano appena il mento mentre espirava.

Sarebbe potuto stare delle ore a guardarselo.

“mi fai fare un tiro?” gli disse, richiamando la sua attenzione. Brando fece un accenno di sorriso e allungò la mano con la sigaretta verso la sua bocca.

 

Non fumava quasi mai lui. Gli piaceva farlo solo talvolta, e solo se poteva condividere quel momento con il suo ricciolino preferito.

 

Fabio gli prese leggermente il polso nella mano, mentre lui si allungava un po' per sistemargli la sigaretta tra le labbra, reggendogliela. Inspirò il fumo trattenendolo per un attimo nei polmoni ad occhi chiusi, poi gli lasciò andare il polso, girando il viso di lato per non espirargli il fumo in faccia. Premura inutile dato che lui stesso stava fumando.

Ma lo fece sorridere lo stesso.

Era tipico di Fabio starsi sempre a preoccupare per lui.

 

“ti faccio vedere una cosa?” gli disse Brando tirandosi su un gomito per guardarlo meglio in faccia. Poi senza aspettare risposta, inspirò a fondo, tenendo la mano a contatto con le labbra per non far scappare nulla fuori. Mise la bocca come per dire una O e poi espirò di botto facendo uscire un anello denso di fumo quasi perfetto. Poi sorrise soddisfatto mentre quello si sfaldava tremolante impattando contro il torace di Fabio “fico eh..?” l'altro gli sorrise “come fai? mi insegni?” gli disse. Brando si sorresse meglio col gomito sporgendosi verso di lui. Gli passò la sigaretta.

“devi mettere la bocca così, dentro tieni la lingua in mezzo, per fare il buco alla O” gli spiegò. Fabio lo occhieggiò mentre inspirava il fumo, poi cerchiò appena la bocca e provò a espirare. Ne uscì fuori una specie di palla di fumo dai contorni indistinti “no” disse secco Brando “più aperta la bocca, più a forma di O” “così?” gli chiese Fabio un attimo prima di estroflettere le labbra “di più” insistette Brando, prendendogli il viso con una mano tipo a pinza e stringendogli un po' le guance tra il pollice e le altre dita. Poi scoppiò a ridere per la sicura espressione buffa che doveva avere Fabio in quel momento. Gli stampò senza preavviso un bacio a piena bocca tenendolo stretto in quel modo ancora per un attimo “bono che sei” gli disse mollandolo. Fabio ridacchiò “vabbè rinuncio va” commentò prendendo un tiro normale prima di ripassargli la sigaretta, ormai quasi esaurita. Gli gettò un'occhiata mentre, notava, rimaneva tirato su a fissarlo nel frattempo che finiva la sigaretta.

 

Ma che se guarda mo....

 

si ritrovò a pensare Fabio, in leggero imbarazzo come tutte le volte che veniva fissato troppo a lungo. Ok che era Brando, però gli veniva sempre un istinto feroce a toccarsi la faccia e i capelli per controllare che fossero a posto.

“pensavo a una cosa... da un po'” disse Brando a un certo punto, schiccherando la cicca ormai esaurita nel cestino con una certa abilità “a cosa?” lo esortò Fabio in tono tranquillo, contento che avesse smesso di fissarlo

“pensavo.... perchè non ti compri un vestito nuovo e facciamo contenta mia madre?” buttò lì Brando. Fabio corrucciò le sopracciglia, sinceramente perplesso “in che senso un vestito nuovo?” chiese curioso “e poi che c'entra tua madre...” aggiunse.

 

Ok non era tipo da andare in giro all'ultima moda ma ora addirittura che la mamma di Brando si fosse andata a lamentare della cosa gli sembrava eccessivo.

 

Di colpo vide il riccio un tantino nervoso.

Imbarazzato forse?

Mentre diceva “intendevo un abito da cerimonia”

Dopo un altro secondo di encefalogramma piatto un lampo di comprensione attraversò gli occhi di Fabio “ma...” borbottò “sarebbe una proposta Bra?” chiese di getto. In un tono ironico quasi, laddove la sorpresa si era presa tutto il posto di qualsiasi altra emozione. Lo vide fare spallucce e passarsi una mano nei capelli tirandoseli via dalla faccia “sì, che ne pensi?” chiese.

Fabio corrugò per un attimo la fronte facendo un mezzo sorriso incredulo al soffitto

 

cioè, quella era una proposta di matrimonio? Sul serio?

 

Scoppiò a ridere “penso che ti dice bene che non sono una ragazza” esclamò facendo corrucciare anche lui, confuso “perchè in quanto a romanticismo lasci un po' a desiderare!” aggiunse, tuttavia mandando una mano a scompigliargli i capelli in modo affettuoso, per fargli capire che stava scherzando. Stavano insieme da 9 anni. Lo sapeva com'era Brando, lo amava proprio perchè era così e non lo avrebbe mai voluto diverso.

Brando fece un sorrisino sornione “beh che ti aspettavi che mi inginocchiassi?” gli disse quasi in tono di sfottò “no!” ribattè Fabio ridendo di rimando “però che magari almeno me lo chiedessi!” aggiunse scuotendo la testa “te l'ho chiesto” insistette Brando, questa volta corrucciando le sopracciglia “no” insistette l'altro col solito tono conciliante di quando gli spiegava l'ovvio “ad essere precisi mi hai chiesto di comprarmi un vestito, non di sposarti” il riccio spalancò gli occhi per un attimo poi si tirò su “ok vuoi che te lo chieda? Va bene” esclamò mettendosi seduto sui talloni in mezzo al letto. Fabio lo seguì seduto di riflesso, leggermente impanicato dal suo atteggiamento, di colpo risoluto “ma sei serio?” gli chiese

 

Fino a mezzo secondo prima avrebbe giurato che stavano scherzando sull'argomento

 

“Fabio Fedeli” disse Brando in tono secco “oh cavolo sei serio...” commentò lui “vuoi sposarmi?” chiese, facendo subito dopo un fugace sorrisino di un secondo. Fabio sollevò per un attimo le sopracciglia sorpreso, poi indugiò in una frazione di secondo sul ragazzo che aveva davanti, su ogni centimetro di lui che riusciva a vedere: ricci, labbra, spalle, collo, mento, braccia, mani, gli occhi scuri. Gli piaceva. Tutto e troppo.

“potresti richiedermelo con dei vestiti addosso?” scherzò, non seppe perchè, dato che lui invece gli era parso molto serio “lo sai che quando stai così ti direi di sì a qualsiasi cosa” aggiunse con sguardo malizioso. Sguardo che si dipinse identico anche sul viso di Brando “perchè... vuoi dirmi di no?” lo provocò con una finta aria addolorata “n..non ho detto questo” ribattè Fabio cambiando posizione a disagio, facendolo ghignare soddisfatto. Gli si avvicinò velocissimo e gli si mise di fronte puntato sulle ginocchia, di modo da sovrastarlo di diversi centimetri, prima di soffiargli sul viso, guardandolo dritto negli occhi “beh mi dispiace per te ma temo dovrai rispondermi così, e adesso. Vuoi sposarmi?” ripetè a voce bassa e avvolgente.

Fabio si chiese come fosse possibile che dopo tutto quel tempo ancora riuscisse a fargli salire il cuore in gola quando gli si avvicinava in quel modo. Sorrise maliziosamente ancora, mentre sollevava il viso per guardarlo bene “dillo di nuovo” gli ordinò con tono simile al suo “vuoi sposarmi?” ripetè Brando “ancora” insistette Fabio, facendo allargare un sorriso anche sul suo viso “vuoi sposarmi?” chiese di nuovo il riccio senza stancarsi. Fabio gli sorrise dolcemente a questo punto e gli accarezzò leggermente il fianco sinistro “sì, sì, sì... e sì” rispose piano “a tutte e quattro le volte che me lo hai chiesto” aggiunse al colmo della felicità. Brando sorrise di rimando, per un attimo, poi si chinò su di lui incollando la bocca alla sua, in un bacio a labbra chiuse, mentre si ripoggiava seduto per stargli di fronte alla stessa altezza adesso. Fabio si godette la sensazione delle labbra morbide di Brando sulle sue per un secondo prima di staccarsi tenendogli entrambe le mani intorno al viso “ma quindi ci sposiamo davvero?” gli chiese ancora incredulo “sì” fu la secca risposta del riccio prima che provasse a riattaccarsi a lui, ma l'altro non glielo permise, tirò la testa indietro “ma... davvero davvero davvero? Cioè eri serio?” Brando roteò gli occhi e sbuffò “Fedeli siiii!!! ho detto di sì, adesso per favore stai zitto e baciami” gli intimò risoluto. Fabio gli sorrise, accarezzandogli il viso dalla fronte al mento, con gesto energico, mise una mano dietro al suo collo, risalendo poi ad afferrargli i ricci sulla nuca. Lo baciò, gli dischiuse la bocca con la sua approfondendo il bacio subito, mentre Brando mandava la sua mano a stringergli anche i suoi di capelli nel pugno

“ti amo... lo sai?” gli soffiò Fabio praticamente in bocca, tra un bacio e l'altro “lo so.... anch'io” rispose il riccio con un filo di voce appena, un attimo prima di spingerlo con la testa, le labbra premute sulle sue, per farlo sdraiare di nuovo sotto di sé.

Il resto della sera lo passarono a baciarsi fino a sfinirsi, come due ragazzini.

 

 

UNA SETTIMANA DOPO

 

Fabio versò il reagente sulla carta fotografica e, con una pinza, iniziò a scuotere piano la foto, per far apparire l'immagine che c'era impressa sopra.

Negli anni aveva pian piano trasformato il minuscolo sgabuzzino di casa in una camera oscura, approfittando che non avesse finestre, così poteva lavorare pure un po' da casa.

Squillò il telefono.

Scorse il dito sullo schermo per rispondere e se lo sistemò tra la spalla e l'orecchio per avere le mani libere “pronto?”

“oh so io” rispose Brando dall'altro capo del telefono. Fabio sorrise al vuoto della stanza “lo so che sei te appare il nome” “fai meno lo spiritoso che già me rode” ribattè subito il riccio con voce antipatica “ok ok... cosa c'è” nicchiò Fabio, abituato al suo temperamento.

“senti, in cucina sul tavolo ho lasciato un mazzetto di fogli” gli spiegò Brando con tono più calmo, mentre l'altro appendeva la foto appena sviluppata a un filo con una minuscola molletta “è il modulo per chiedere l'apertura della pratica sull'unione civile” aggiunse accompagnando il tutto con un sospiro stanco “che brutto definirla pratica...” osservò Fabio, grato che Brando non potesse vederlo arrossire solo perchè aveva detto ad alta voce la parola -unione civile-

Il riccio ignorò il commento “va spedita entro oggi, sennò salta al mese prossimo, solo che lo schiavista non mi fa uscire, ha detto che dobbiamo fare straordinari fino a non so che ora” gli disse con la voce che gli si alterava dal nervoso nel parlare del suo capo. Fabio fece una smorfia.

 

Brando lavorava in quello studio di ingegneri da poco, e ci stava che dovesse fare un po' di gavetta, ma quel tizio, che il riccio aveva simpaticamente soprannominato lo schiavista, sembrava ci provasse gusto a spremerlo come un limone. Gli faceva fare tutti i calcoli a lui, con la scusa che fosse più bravo del computer a trovare gli errori. Spesso Fabio lo sentiva lamentarsi, dicendo che se voleva passare tutto il giorno a correggere calcoli avrebbe fatto il professore di matematica. In realtà lui non ci avrebbe scommesso un euro all'inizio che uno come Brando sarebbe riuscito a star sotto bastone di qualcuno in quel modo, ma lui l'aveva sorpreso, si vede che ci teneva parecchio a lavorare in quel posto.

 

“fanculo, se volevo passare tutto il giorno a correggere calcoli facevo il prof di matematica” lo sentì borbottare nel telefono proprio in quel momento. Fabio sorrise tra sé, a pensare a come lo conosceva bene il suo ricciolino “vuoi che ci pensi io a quei fogli?” gli chiese in tono dolce, prendendo il cellulare e raddrizzando finalmente il collo. Brando sospirò “sì, per favore” “ok, dimmi solo che ci devo fare” gli chiese Fabio afferrando di nuovo la bottiglia del reagente “lo devi spedire via fax, il numero sta scritto sopra” sentì dire a Brando. Fabio sgranò gli occhi rimanendo con la bottiglia a mezz'aria “via fax???” esclamò esterrefatto “ma siamo nella preistoria?” rise “stamo a parlà degli uffici del comune di Roma Fà... già tanto che non ci hanno chiesto di mandare un messaggero a cavallo” scherzò Brando a quel punto, divertito per un attimo dal suo tono sconvolto “oh comunque sbrigate, che alle 6 l'ufficio chiude” aggiunse poi tornando in modalità seria “non te scordà che te taglio la testa!” esclamò “si beh... ce la posso fare anche senza che mi minacci eh” borbottò Fabio aggrottando le sopracciglia, mentre strofinava un panno in microfibra sulle foto pronte. Sentì il ragazzo sospirare all'altro capo del telefono “scusa.... è che so nervoso” soffiò. Seguì qualche istante di silenzio, poi Brando riprese a parlare “che poi me fa ride... che dice straordinari” disse tornando a parlare del suo capo “come se m'avesse mai dato un euro in più per tutte le ore extra che ho fatto” aggiunse con uno sbuffo di risata amara. Fabio ne convenne con un gesto del capo “a me più che altro fa ridere che usa il plurale...” commentò “quando palesemente vuole intendere solo te, se n'è già andato?” chiese “uh da mo!!!” esclamò Brando in risposta facendo ridere l'altro per un attimo. Fabio lasciò andare un sospiro mentre appendeva l'ultima foto al filo “sei bravissimo amore a non averlo ancora ammazzato, sono molto fiero di te” gli disse con tono leggero, ma pensandolo veramente “grazie” rispose stancamente Brando “ci vediamo stasera, o stanotte non lo so” lo salutò “tanto ti aspetto” ribattè Fabio schioccando un bacio contro il microfono del telefono prima di attaccare.

 

 

OTTOBRE 2028

 

 

La serata di metà settimana volgeva pigramente al termine. Stavano guardando, con scarso coinvolgimento, un film horror. Fabio stava seduto da un lato del divano, Brando era sdraiato, gli poggiava la testa sulle gambe. Si abbracciava il busto coperto dalla felpa, con il viso girato verso la tv. Aveva la tuta lunga e tipo due paia di calzini. Fabio invece stava in maglietta, e i calzini non ce li aveva proprio. Ciononostante a Brando sembrava di stare semi sdraiato su di una stufa.

 

Poesia pura per lui che era freddoloso.

 

“ma questo ce fa o ce è...” borbottò riferendosi al personaggio del film che aveva proposto il fatidico -dividiamoci- La voce gli uscì un po' impastata. Fabio gli stava accarezzando i capelli piano piano da tipo mezz'ora, e lui sentiva i muscoli del corpo ridotti a gelatina ormai. Il ragazzo gli gettò un'occhiata fugace “tanto per ora è salvo, devono ancora crepà il tizio di colore e la tipa con le tette enormi” commentò snocciolando tutti i clichè del caso, mandando un dito a giocherellare col suo orecchino a forma di croce.

 

Di colpo la scritta -fine primo tempo- apparve sullo schermo, interrompendo la trama senza alcuna coerenza e dando il via ad alcuni minuti di pubblicità. Brando girò il viso a guardare Fabio, sistemandosi meglio a pancia in su. Battè gli occhi per svegliarsi un po' “a proposito” se ne uscì di botto, come se si fosse ricordato all'improvviso di qualcosa “è arriva una mail dal comune, hanno aperto la pratica” sentenziò. Fabio abbassò il viso a guardarlo “alla buon ora eh...” commentò spostando la mano dai suoi capelli alla clavicola, facendo lì dei minuscoli grattini, prima di ridare attenzione alla tv. Brando sollevò una mano per sfiorarlo sotto la gola con due dita “Fà” lo chiamò per farsi guardare di nuovo “mo dobbiamo andà lì a firmare la richiesta, c'è scritto da lunedì in poi” gli spiegò. Fabio sgranò gli occhi “ma non l'abbiamo già fatta scusa? Quella di prima che era?” gli chiese stupito. Brando mosse un po' la testa poggiando la guancia contro la sua pancia “se figurati...” commentò “quella era solo pe dì: hei! Non ce vorremmo sposà...” spiegò “adesso vogliono sape chi siamo, da dove veniamo, che vogliamo...” “un fiorino..” commentò Fabio facendolo ridere per un attimo “sì, e poi devono controllà che non siamo dei pazzi poligami o che so io... e allora poi possiamo andà a fissà la data e tutto quanto” concluse Brando “madonna che complicazione” nicchiò Fabio, senza tuttavia riuscire ad impedirsi di sorridere, al pensiero del riccio che si informava così a fondo sull'argomento. Si chiese per un attimo se lo avesse fatto prima o dopo averglielo chiesto.

“eh però Bra...” gli disse in quel momento facendo una piccola smorfia colpevole “io parto per Monaco la prossima settimana, te ne sei dimenticato?” Brando sbuffò rumorosamente roteando gli occhi “ah già, quel cazzo di Oktober fest... quando parti?” lo incalzò “eh lunedì...” rispose Fabio, come a sottolineare quale fosse il problema.

Il giornale gli aveva chiesto il reportage di tutto l'evento, per di più, dato che era vicino, ce lo spediva da solo, quindi neanche a dire che potesse delegare

“comunque tu hai capito tutto proprio..” stava commentando Brando incrociando le braccia al petto “tu per lavoro partecipi al festival della birra, mica come me che sto lì a fa i calcoletti” aggiunse con un pizzico di invidia. Fabio gli sorrise accarezzandogli la guancia “lo sai che io non bevo” gli disse “lo so” ribattè Brando “per questo mandano te, sennò l'artri altro che fa le foto, tutti 'mbriachi!” Fabio scoppiò a ridere per poi dire, quasi senza pensarci “scusa ma non ti posso firmà una delega, qualcosa del genere? Ci vai da solo a presentare la richiesta” non lo avesse mai detto. Brando lo incenerì con lo sguardo “col cazzo Fedeli!” ringhiò “io non te sposo per procura! Non ce vado lì come uno stronzo, da solo a dì che me voglio sposà.... col fantasma!” Fabio fece scattare le sopracciglia in su, sorpreso da quello scoppio “ma io....” balbettò “lo dicevo solo perchè...” “oh cazzo..” imprecò di nuovo Brando interrompendolo e girando il viso di modo da evitare il suo sguardo, anche se ancora gli poggiava la testa sulle gambe “sembra che so l'unico che gliene frega qualcosa, sto a fa tutto io!” gli urlò “guarda che non lo dobbiamo mica fa per forza, se non ti va lasciamo perdere, abbiamo scherzato” aggiunse in tono offeso. Fabio spalancò gli occhi “Bra ma che dici!!” esclamò afferrandolo per il mento per farsi guardare di nuovo, ma lui irrigidì il collo per non muoversi. L'altro sospirò “lo dicevo solo perchè mi sembrava di facilitare le cose, scusa non ti volevo offendere!” tentò “sì, sì.... va bene ok” borbottò Brando per dargli il contentino. Fabio lasciò andare un profondo respiro spegnendo la tv. Lo guardò in silenzio per una manciata di secondi, il suo profilo contrariato, a pancia in su ma col viso leggermente girato verso il vuoto della stanza, per evitare di guardarlo. Era sorpreso che non si fosse alzato e se ne fosse andato.

“sei arrabbiato?” gli chiese timidamente dopo un po'

“no” fu la secca risposta. Fabio gli rivolse un piccolo sorriso, intenerito dalla sua ostinazione

 

si invece....

 

 

“amore..” lo chiamò in tono dolce spostandogli due ricci dalla fronte “io voglio sposarti tantissimo! Non sai quanto m'hai reso felice quando me lo hai chiesto, davvero!” ammise riuscendo a guadagnarsi un'occhiata fugace “è solo che a me la burocrazia mi ammazza! Lo sai..” aggiunse in tono quasi disperato. Brando fece una smorfia “lo so...” borbottò in tono più comprensivo.

 

Fabio, da quando era riuscito a liberarsi da tutte le metaforiche catene che lo tenevano bloccato: aspettative, insicurezze, regole, formalità...

era diventato particolarmente refrattario a rientrare in qualsiasi tipo di schema, Brando lo sapeva bene. Lasciò andare uno sbuffo

 

“quanto stai via?” gli chiese cercando di mantenere ancora per un po' il cipiglio sostenuto “una settimana” rispose Fabio “beh allora vorrà dire che ci andiamo quando torni a firmare, l'ufficio sta là mica scappa” sentenziò Brando in tono di scherno “questa non te la schivi” aggiunse rifilandogli una leggera gomitata al fianco e un'occhiataccia, accompagnata da un mezzo sorriso. Fabio sorrise a sua volta contento che lui lo comprendesse, anche se stava sempre a brontolare. Era quello il bello del loro rapporto: nonostante le evidenti differenze tra loro si erano sempre capiti profondamente e modellati un po' l'uno sugli spigoli dell'altro.

“senti..” gli disse in tono dolce, prendendogli una mano che ancora teneva serrata intorno al busto e intrecciando le dita con le sue “perchè non mi raggiungi il fine settimana?” gli propose a bassa voce avvicinandosi la sua mano alle labbra e sganciandogli un bacetto sulle nocche “prendiamo un low cost in un'ora sei su” aggiunse, allargando il sorriso che stava facendo quando lo vide girare finalmente il viso e tornare a guardarlo. Brando si mosse un po' a disagio perchè non voleva dargli a vedere subito quanto quell'idea lo stuzzicasse “dai” insistette Fabio portando l'altra mano a toccargli di nuovo i capelli “ci facciamo un addio al celibato anticipato, insieme” Brando sorrise suo malgrado, solo per un attimo “ma tu non sei lì per lavorare?” chiese in tono fintamente confuso, rinsaldando la presa sulla sua mano. Fabio ridacchiò “ho 5 giorni per fare tutte le foto che vuole Marcello, quando arrivi sarò tutto tuo promesso” Brando allargò un ampio sorriso furbo, guardandolo da sotto in su. Si passò la lingua sui denti con fare provocatorio facendolo arrossire alla sola idea di cosa stava pensando la sua testolina maliziosa “ok..” scandì “però ti devi ubriacare insieme a me. Promettimelo” sentenziò. Fabio si schermì un attimo “ma... lo sai che non mi piace molto bere...” tentò “Fabioooo....” cantilenò Brando con un ghignetto bastardo, come a dire di non provarci a fare il ritroso. Il ragazzo scoppiò a ridere “e va bene...” concesse coprendosi gli occhi con pollice e indice della mano libera. La destra era ancora intrecciata a quella di Brando.

 

 

20 GIORNI DOPO NOVEMBRE 2028

 

Fabio sollevò il coperchio dalla padella in cui stava cucinando e chiuse gli occhi per la zaffata di vapore che gli imperlò la faccia “e che diavolo...” borbottò asciugandosi con la spalla mentre con l'altra mano mescolava il contenuto della padella.

Stava preparando il pollo al curry, così come aveva imparato a farlo proprio durante il viaggio in India. Era uno dei piatti preferiti di Brando, che andava matto per la cucina etnica, e aveva voluto fare una cosa carina per lui, date le circostanze.

Versò il latte di cocco e poi si affrettò ad abbassare la fiamma dato che il contenuto della padella minacciò di saltargli in faccia “piano piano piano!” gli intimò prima di rimettere il coperchio.

 

In quel momento sentì le chiavi che giravano frenetiche nella toppa della porta

“Bra sei tu?” urlò dalla cucina

“no so i ladri!” gli sentì urlare di rimando, col suo solito tono soave che aveva quando era di pessimo umore. Sorrise scuotendo la testa.

Brando schiantò le chiavi nella ciotola all'ingresso come fosse colpa loro, si levò le scarpe con un gesto nervoso e altrettanto bruscamente si strappò via la giacca dalle spalle lanciandola da una parte.

“oh ma n'do cazzo stai??” chiese al vuoto del corridoio dopo essersi affacciato sia alla stanza da letto che alla camera oscura “ah sei qua...” commentò in tono leggermente più calmo entrando in cucina “ciao” lo salutò Fabio in tono dolce lanciandogli una breve occhiata da sopra la spalla per non perdere di vista la cena. Brando emise una specie di grugnito d'approvazione “oh bravo che hai cucinato già...” borbottò “so stanco morto non vedo l'ora di andà a dormì” aggiunse avvicinandoglisi. Fabio, sentendolo alle sue spalle, sporse un po' la testa indietro verso di lui per chiedere un bacino magari, e invece Brando gli passò dietro mollandogli una pacchetta dietro la testa e andandosi a riempire un bicchiere d'acqua. Fabio aggrottò le sopracciglia. Incassando la sberla sorpreso. Ok la stanchezza ma qui si esagerava

“che è successo?” gli chiese mentre lui si andava a schiantare su una delle sedie della cucina

“lo schiavista... che altro??” proruppe guardandolo male senza un motivo apparente “sono il suo segretario praticamente, tra un po' mi chiede pure di andargli a prendere il caffè al bar, mi fa ricontrollare i conti di tutti i cretini dell'ufficio!!” sbraitò lanciandosi a raccontare i dettagli dei soprusi che secondo lui stava subendo. Fabio lo ascoltava mentre, sollevato il coperchio per controllare che fosse pronto, spegneva il fuoco. Si voltò portando la padella a tavola e già che c'era riempì lui tutti e due i piatti e i bicchieri, dato che il riccio gli sembrava troppo occupato a maledire il suo capo anche per fare quello.

“e poi arriva un incarico grosso, di quelli che non può fare da solo” continuò a raccontare Brando mentre Fabio si sedeva di fronte a lui mettendo una mano sotto al mento “e lui chi chiama per aiutarlo a progettare???? Quel coglione di Biga!!!! Che manco sa riconosce la mano destra dalla sinistra! Ma vaffanculo...” commentò pugnalando il pollo nel piatto con la forchetta e iniziando a mangiare “poi me fa ride...” aggiunse per un attimo a bocca piena, per poi mettersi una mano davanti alla labbra per inghiottire a forza “che me dice che so tanto bravo... ti giuro quando dice che so bravo gli darei na capocciata sui denti!” concluse sbuffando.

Guardò Fabio, donandogli un minimo d'attenzione per un attimo, e parve accorgersi solo in quel momento che ancora non aveva iniziato a mangiare e se ne stava lì a guardarlo, con un vago sorrisino sul viso, il mento poggiato sulla mano. Si fermò e corrugò leggermente la fronte “che hai?” gli chiese “perchè non mangi?” aggiunse con una lieve inflessione di colpa nella voce, rendendosi conto che forse lo aveva messo lui a disagio aggredendolo in quel modo con quel racconto. Fabio però allargò il sorriso un po' di più, anche se ancora a labbra chiuse e gli indicò con gli occhi qualcosa di fronte a lui. Mise a fuoco che, incastrata tra il suo bicchiere e il minuscolo vaso in cui il ragazzo si era premurato di mettere una grossa margherita gialla, c'era una busta da lettere, già aperta. Brando occhieggiò incuriosito prima la busta e poi di nuovo Fabio, che gli fece di nuovo cenno con gli occhi di prenderla. Così l'arraffò e ne estrasse il contenuto (un paio di fogli) con uno scatto nervoso.

 

Fabio gli vide poggiare la schiena alla sedia mentre con una mano teneva i fogli e con l'altra si stringeva il ginocchio, ancora nervoso. Vide i suoi occhi dardeggiare rapidamente da un capo all'altro delle righe mentre leggeva.

 

Brando lesse a mente velocemente

 

-gentili cittadini... bla bla bla... siamo lieti di comunicare che la vostra richiesta di Unione Civile ha ricevuto il nulla osta dal patronato del comune di Roma.. Bla bla bla-

 

Fabio soppresse una risatina quando gli vide drizzare la schiena di scatto e farsi più attento

 

-gli sposi sono invitati a presentarsi entro e non oltre 15 giorni dal ricevimento della stessa per concordare data e modalità di.... -

 

Brando sollevò gli occhi dal foglio per incontrare quelli di Fabio e lui fu felice di vedergli dipinta in viso finalmente un'espressione diversa da quella incazzata di poco prima.

 

“Fa ci hanno dato l'ok!” esclamò incredulo “già” commentò l'altro sorridendogli “ma... avevano detto che ci sarebbe voluto minimo un mese, non sono passate neanche 3 settimane!” commentò il riccio piacevolmente agitato, facendo ridere di nuovo Fabio per come si attaccava a particolari poco importanti, per dissimulare quanto fosse emozionato.

Brando in quel momento, dimentico di ogni rabbia che aveva addosso fino ad allora, parve accorgersi solo ora del contesto in cui quella notizia gli era arrivata. Notò improvvisamente i fiori al centro del tavolo, la candelina da una parte e che Fabio gli aveva preparato il suo piatto preferito, e ora lo guardava divertito dall'altro lato del tavolo mentre prendeva coscienza della cosa.

 

Probabilmente aveva voluto organizzare qualcosa di carino per dargli la notizia, dato che l'ultima volta lui l'aveva rimproverato di non tenerci abbastanza alla cosa. Solo che era stato troppo preso a sbraitare contro lo schiavista e non ci aveva neanche fatto caso.

 

Si coprì gli occhi con una mano, sorridendo imbarazzato “non mi ero accorto... di...” ammise roteando un dito attorno, come ad indicare tutto il contesto

“eh... ho notato” commentò Fabio ridacchiando. Brando aprì un occhio a guardarlo, continuando a tenere l'altro serrato per stemperare l'imbarazzo “scusa” gli disse in tono dolce, con un mezzo sorrisino mentre si grattava la fronte, anche se palesemente Fabio non era arrabbiato.

“non fa niente...” concesse lui con altrettanta dolcezza, per poi iniziare tranquillamente a mangiare, come a dire che poteva smettere di preoccuparsi. Brando allungò comunque una mano sul tavolo per accarezzargli la sua un paio di volte, prima di ridare attenzione ai fogli. Rilesse di nuovo tutto quello che c'era scritto

“gli sposi sono invitati a presentarsi entro 15 giorni...” rimarcò ad alta voce ridacchiando poi nervosamente, mentre Fabio mandava giù un boccone e gli lanciava un'occhiata divertita “uh uh uh... gli sposi” ripetè “che ansia!” aggiunse sventolandosi con i due fogli ripoggiando la schiena alla sedia. Fabio rise a sua volta, guardandolo poi teneramente per un attimo, di tutta quell'agitazione che gli vedeva addosso. Brando era uno emotivo alla fine, anche se spesso aveva nascosto i suoi sentimenti dietro un'eccessiva aggressività. Solo con lui aveva smesso di farlo quasi subito, permettendogli di vedere anche la sua sensibilità, dietro la corazza di machismo che si era costruito.

 

“c'è scritto che gli dobbiamo dire una data” gli disse tranquillamente “tu quando vorresti farlo?” chiese. Il riccio scrollò le spalle “non lo so... e tu?” gli rimbalzò la palla. Fabio fece spallucce mentre impuntava di nuovo la forchetta nel piatto, e con un'occhiata invitava Brando a fare altrettanto, dato che aveva smesso completamente di mangiare da diversi minuti a quella parte “a me basta che non faccia caldo” commentò “che lo sposo con l'ascella pezzata non è il massimo” aggiunse facendogli fare uno sbuffo di risata “beh questo sei tu a doverlo stabilire” ribattè il riccio “sei tu il caloroso di casa, io fino a Maggio la giacca la posso portare” aggiunse “Maggio?????” esclamò Fabio fermando la forchetta a mezz'aria e strabuzzando gli occhi “vuoi vedermi morto???” chiese ridendo “eh allora lo vedi che lo devi dire tu?” lo incalzò Brando facendo un gesto della mano come a sottolineare il suo pensiero. Fabio si grattò un attimo l'accenno di barba al lato della mascella “io direi massimo Marzo” Brando gli sorrise immediatamente, Fabio non seppe bene perchè “ok vada per Marzo” approvò praticamente subito. L'altro gli rivolse una rapida occhiata, incuriosito da tanta determinazione, ma decidendo di non indagare oltre.

 

“lo schiavista te la darà la licenza per matrimonio?” cambiò argomento mentre si riempiva il bicchiere con l'acqua, e faceva lo stesso con quello di Brando. Il riccio buttò aria fuori dal naso, come se solo pensare al suo capo lo rimettesse di cattivo umore “sì sì...” borbottò “gliel'ho già chiesto quando abbiamo inviato la domanda e in realtà ha detto subito di sì” concesse con una smorfia pulendosi le dita sul tovagliolo “certo” aggiunse subito dopo “probabilmente mi farà lavorare tutti week end da qui a Marzo ma comunque..” Fabio soppresse uno sbuffo di risata “lo sa che ti sposi con un uomo?” chiese mordendosi leggermente il labbro inferiore “uomo? Quale uomo? Non mi sposo con te?” lo sfottè Brando con finto stupore, scoppiando poi a ridere quando Fabio gli tirò il tovagliolo appallottolato addosso “sì sì... lo sa comunque” si affrettò a dirgli “gli avevo parlato di te.. una volta” aggiunse a voce un po' più bassa, in leggero imbarazzo. Fabio resistette alla tentazione di chiedergli in che contesto era saltato fuori sul suo posto di lavoro mentre Brando aggiungeva “ha solo fatto un commento su cosa me lo fa fare di sposarmi a 27 anni, dato che è impossibile che ti ho messo incinta” “divertente” commentò Fabio sarcastico “hai riso spero” rincarò incrociando le braccia. Brando agitò una mano come a dire di non pensarci “non servivano altre prove che fosse un deficiente, ma lo sai che ci tiene a ricordarmelo” poi gli puntò contro la forchetta “tu piuttosto” esclamò “glielo hai detto a Marcello sì??? Non è che due giorni prima se ne esce che devi andà a fa le foto a qualche manifestazione a fanculo” chiese minacciandolo con gli occhi. Fabio mosse una mano come a dire di non preoccuparsi “tranquillo, sa tutto” affermò in tono secco “glielo aveva già detto che appena usciva la data non me dovevano proprio considerà” e poi aggiunse “se esce una manifestazione a Marzo s'attaccano ar cazzo io non ce vado” Brando lo guardò inarcando un sopracciglio divertito dal suo tono, dato che raramente Fabio si esprimeva in maniera volgare “oh Fedè” lo chiamò ridacchiando “quando dici le parolacce me lo fai diventà duro lo sai?” scherzò con tono malizioso. Fabio scoppiò a ridere coprendosi per un attimo gli occhi con pollice e indice “sei un pervertito!” lo apostrofò ridendo. Brando scosse la testa inumidendosi per un attimo le labbra “ma senti da che pulpito” commentò alzandosi per andargli di fronte “guarda che è inutile che fai il santo con me eh..che ormai te conosco come le mie tasche” aggiunse a voce bassa mentre lui scostava la sedia indietro e si girava per metà dalla sua parte. Brando si sedette di traverso sulle sue gambe, poi gli fece una carezza dalla fronte fino a dietro la nuca, afferrandolo poi delicatamente per i capelli per tirargli un po' la testa indietro a guardarlo bene in viso “t'ho baciato da quando sono tornato?” gli chiese in finto tono dubbioso “non mi risulta..” commentò Fabio facendogli un piccolo cenno per invitarlo ad avvicinarsi. Il riccio si chinò su di lui per stampargli un bacio morbido sul labbro superiore, per poi allontanarsi solo di qualche millimetro. Sorrise nel vederlo con gli occhi chiusi e si riavvicinò di nuovo. Gli dischiuse la bocca con la sua divorandogli le labbra per un attimo e mandando la lingua ad esplorargli piano la sua.

Poi si tirò indietro.

Fabio corrucciò le sopracciglia, guardandolo fintamente confuso “scusa ma tu non eri stanco?” gli chiese con fare provocatorio. Brando scosse la testa massaggiandogli i capelli nella mano con cui ancora lo teneva in quella posizione “mo te lo faccio vede io quanto so stanco...” gli intimò con tono serio, facendolo ridere per un attimo, prima di chinarsi di nuovo a baciare il suo sorriso.

  
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