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Autore: BlackMist96    15/04/2021    0 recensioni
[Fantasy]
Nel momento del bisogno, un personaggio misterioso che si fa chiamare "Pinguino", assembla un gruppo di razze e classi diverse.
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Salve a tutti, questa è la mia prima storia su EFP, tuttavia questa storia non è di mia realizzazione, ben si di un mio amico che si è ispirato alle nostre sessioni di Drizzit, un gioco di ruolo parodia di D&D che molti di voi conosceranno. Io mi sono limitata a correzioni o piccole aggiunte, il resto è interamente di produzione del mio amico.
AVVISO che molti nomi e fatti sono ispirati a film, serie tv e anime hai quali il mio amico si interessa maggiormente, come Star wars, film e serie tv marvel, ecc...
Spero la storia sia di vostro gradimento :)
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il viaggio verso la capitale del Regno di Gulfingard fu tranquillo per le tre ragazze. Il tempo era ottimo e la temperatura piacevole, anche se era Autunno da diversi giorni sembrava di esser ancora in piena estate.  Le Compagne viaggiarono fianco a fianco, Lory silenziosa con Il pensiero al dialogo che aveva avuto con Pinguino la sera prima. Reyna si era accorta della cosa e stava pensando a qualcosa che potesse coinvolgerla in qualche discorso con l’assassina. 

“Lory tutto bene?” Chiese la Dracomante.

“No, ma non ho voglia di parlarne.” tagliò corto l’assassina e Reyna rispettò il volere di Lory anche se con un po di disappunto. 

Le tre ragazze arrivarono a Topple. Come sempre, anche se era la capitale, era popolata da tutte le razze e da tutte le classi, dal guerriero alla feccia dei ladri. Arrivarono al castello dopo pochi minuti. Il castello era mastodontico, fatto di solida roccia, due alte torri proteggevano il cancello principale grazie alle abilità degli arcieri, il cancello era di legno rinforzato con del ferro molto robusto per resistere il più possibile all’impatto con le arieti nemiche. Oltre alla robustezza con cui il castello era stato costruito, esso sfoggiava un grande lusso e splendore. Grandi arazzi pendevano da due finestre sulle due torri che stavano a difesa della facciata principale, in parallelo alle due torri frontali ve ne si potevano intravedere un altro paio sul retro del castello,ed in cima ad ogni torre, sfoggiava la bandiera del regno con il proprio stemma. All'interno, il palazzo si ergeva imponente con tre torri che a scalare si innalzavano una sopra l’altra, tutte e tre decorate con arazzi, composizioni floreali, statue e molto altro. Era molto probabile che in quella parte di reggia stanziavano le camere reali del re, lo si poteva intuire anche dal grande terrazzo su una delle torri più alte. Spostando lo sguardo verso sinistra, in un punto decisamente più basso della parte centrale, si poteva benissimo vedere il fumo che usciva da uno dei tanti camini, segno che lì, vi erano le cucine. Il solo esterno poteva preannunciare lo sfarzo maggiore che avrebbero trovato all’interno. Due guardie proteggevano l’entrata del castello, armature complete color argento, scintillavano alla luce del sole, un elmo appuntito, dove ai lati spuntavano due piccole ali color oro, un mantello blu con rifiniture d’oro. Come armi impugnavano una lunga lancia e uno scudo a Torre dove era raffigurato un airone con le ali spalancate (lo stendardo Reale del regno di Gulfingard), sul fianco sinistro avevano una spada lunga. Erano diversi dai comuni soldati del regno che si indossavano tipi diversi di armature e armi di tutti I generi, probabilmente queste erano guardie reali o un gruppo di soldati Elite. 

I due soldati incrociarono le lance, quando le ragazze si avvicinarono al cancello.

“ALT! NON POTETE PASSARE!” Gridò uno dei due soldati. 

Partiamo con il piede sbagliato se mi urli così amico...” pensò Lory che era tutt’altro che felice di entrare in una struttura del genere. 

“Veniamo in pace soldato.” Disse Reyna porgendo la lettera che aveva ricevuto da Pinguino. 

Il soldato abbassò la lancia e prese la lettera dalle mani della Dracomante. Dopo aver letto le prime righe della lettera annuì, consegnò la lettera a Reyna e diede due colpi forti al portone. Dopo pochi secondi il portone si aprì lentamente e le due guardie si spostarono per far passare le ragazze.

“VI DIAMO IL BENVENUTO NEL NOSTRO CASTELLO. POTETE ENTRARE!” Gridò il soldato, come se ce ne fosse stato bisogno. 

Le ragazze entrarono dentro alla struttura, notarono che Il portone veniva aperto e chiuso da quattro soldati con la solita armatura di chi era fuori. 

Gli interni del castello erano eleganti, torce e candele ovunque per aver Il massimo dell’illuminazione, le ragazze notarono che non c’erano finestre, probabilmente avere una finestra poteva essere un punto debole per un eventuale attacco, tappeti rossi estremamente eleganti ricamati lateralmente da un finissimo abbellimento in oro, al posto delle finestre erano appesi grandi arazzi che fungevano da quadri, sculture e molti fiori che rinfrescavano l’ambiente con i loro profumi. Sedie e tavoli sparsi per tutto l’ingresso, centinaia e centinaia di soldati vestiti uguali che camminavano e parlavano tra di loro. Al centro della sala, poi, una imponente scalinata in purissimo marmo bianco che andava a dividersi in altre scale che portavano ad altrettante porte e sale.

Una donna un po’ paffutella con una veste elegante si avvicinò alle tre compagne di viaggio.

“Benvenute. Cosa vi Porta nel nostro castello?” 

Mentre Lilith era rimasta a bocca aperta per la bellezza del castello, Lory squadrò alcuni soldati, che indossavano un'armatura nera, parlavano tra di loro e notò subito che le stavano osservando. “Cos’è? questi idioti non hanno mai visto un forestiero?.” pensò Lory, ma dentro di se pensava che ci fosse qualcosa di più e aveva un brutto presentimento. 

“Dobbiamo vedere il Re.” Disse Reyna porgendo la lettera alla donna. 

La donna fece un gran sorriso, invitò le tre ragazze con un gesto elegante di seguirla e così le tre “amiche” fecero. Oltre alla donna, erano scortate da due guardie Reali, armate di lancia e di scudo. 

Dopo un paio di minuti tra salire le scale, entrare in corridoi pieni di soldati, arrivarono in una stanza circolare con un lungo tavolo al centro. Le pareti di solida roccia erano riempite con qualche dipinto di antichi Re o di battaglie dove l’esercito di Gulfingard trionfava. Dalla parte opposta c’era un'altra porta. Il soffitto era alto, stendardi della casata reale erano appesi a esso. Il tavolo centrale  era di legno di noce, tre portacandele erano appoggiati sopra di esso e intorno al tavolo c’erano una decina di sedie. 

“Accomodatevi pure mie Signore, il Re sarà da voi tra poco.” disse la donna paffutella che uscì dalla sala, mentre le guardie si avvicinavano alle tre compagne.

“Dovete consegnare le Vostre armi.” Disse la prima guardia.

Puah, te lo puoi scordare!” Lory era già pronta a lacerare la gola a questi due poveri soldati che facevano il loro lavoro. 

“Non abbiamo cattive intenzione soldati.” Disse Lilith con innocenza, sembrava proprio una ragazzina di dieci anni. 

Il secondo soldato la squadrò e si avvicinò alla cacciatrice Elfo Oscuro: “Lo sappiamo signorina, ma è il protocollo del Capitano Pattion. Tutti coloro che vogliono vedere il Re devono privarsi delle loro armi.”

Lory non aveva intenzione di dare nemmeno un coltello a questi due idioti, sia lei che Lilith si voltarono verso Reyna. Si aspettavano dell’opposizione da parte della Dracomante, invece: “Va bene, vi consegneremo le armi.” 

“Ti sei bevuta il cervello lucertolina?” Chiese Lory ad alta voce, mentre Lilith rimase ad occhi spalancati. 

Reyna si voltò verso l’assassina e bisbigliò in modo che solo Lory potesse sentirla: “Lory siamo qui per parlare con il Re, non voglio che la missione di Pinguino si trasformi un totale fallimento. Consegnamo le armi e basta.”

Lory guardò la Dracomante, non si aspettava un carisma del genere. Sapeva che I Dracomanti erano figure quasi leggendarie, che grazie a loro il mondo aveva visto, anche se per un breve periodo, la pace. 

Lory fece un piccolo sorriso e rispose a Reyna: “Sai, assomigli tanto al maghetto quando fai così.”

Reyna la squadrò ma vide Lory che si sganciava la sua cinta con le sue armi con malcontento (tranne quattro coltelli da lancio che  aveva lungo I fianchi sotto la sua veste) e così fece sia Lilith che Reyna. I due soldati presero le loro armi, quasi mortificati: “Quando l’incontro sarà finito ve le restituiremo.”

Le due guardie uscirono dalla stanza, chiudendo la porta dietro di loro lasciando le tre ragazze da sole nella stanza circolare. 

“Lory non è possibile che tu non capisca che siamo qui per parlare e non per uccidere.” Intervenne Reyna aprendo il discorso.

Lory si voltò verso la Dracomante con una risata a presa di giro: “Sei tu che non capisci! Siamo disarmate in un castello con un esercito di soldati reali. Inoltre ho notato dei soldati con un tipo di veste diversa che ci scrutavano e parlavano a bassa voce tra di loro. La cosa non mi piace Reyna!” Concluse Lory, con il tempo aveva imparato che i suoi coltelli erano i suoi migliori amici, non c’era da sorprendersi che avesse difficoltà a lasciarli in mano di altri.

Reyna rimase a fissarla, poteva capirla che un posto del genere non era per un assassina, chissà quanti soldati o familiari avrà ucciso per soddisfare il suo clan ma la cosa che per lei era di vitale importanza, era che Lory ha notato dei soldati diversi. Lei non se n’è accorta.

“Non abbiamo solo le lame per difenderci.” disse la Dracomante e altra risata di Lory.

“Reyna, tu hai dei poteri e puoi volare. Noi siamo agili ma non sputiamo sbuffi d’aria bollenti e non abbiamo ali per volare.” Intervenne Lilith che per la prima volta sembrava preoccupata per la situazione che si era creata. 

“Dovete stare serene, va bene? Vi proteggo io.” rispose Reyna a Lilith e Lory, vedendo un po’ di panico nelle sue due compagne, soprattutto alla prima. 

“Ci proteggerai contro cento soldati lucertolina? Contro Mille? Contro diecimila?….” Disse Lory a dentri stretti alla Dracomante.

“Siamo in una trappola. Spero che l’incontro con il Re vada bene come tu speri, Reyna, altrimenti non ne usciamo più di qui...” concluse l'assassina avvicinandosi alla sedia per mettersi a sedere.

Reyna era annichilita, ora sapeva cosa provava Tyranus quando prendeva le decisioni e ora lei era nella sua stessa posizione. Aveva preso la decisione di consegnare le armi di tutti e si era presa la responsabilità di riportare sane e salve le sue compagne. La Leadership non era una cosa strana per un Dracomante, ma per lei lo era. 

 

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Rifugio di Pinguino.

 

Pinguino stava seduto dietro alla sua scrivania a leggere delle carte, con una tale confusione sopra quel tavolo nessuno ci poteva capire qualcosa. Drako si stava allenando nel combattimento con una doppia spada lunga contro dei manichini. Il gigante avrà anche poco cervello, ma nel combattimento corpo a corpo, pochissimi guerrieri erano oltre il suo livello. Lacer era nella sala da pranzo con molti ingredienti e un libro di pozioni.

“Lacer mi puoi dire cosa stai preparando?” Chiese Tyranus, che stava leggendo un libro di incantesimi di Elettromanzia concentrandosi su come scatenare dei fulmini e non semplici scariche elettriche e per evocare armi dal fulmine. 

“Sei impaziente, Necromante. Sto preparando pozioni fumogene.” Rispose Lacer a tono duro. 

Tyranus lo squadrò e non disse niente, continuò la sua lettura ma all’improvviso pensò che sarebbe stato carino fare uno scherzetto al suo amico Sauriale ma ben presto seppellì questa idea, un disastro in questo momento non sarebbe da persona saggia.

“Devi stare sereno Lord Tyranus, appena riceviamo l’ordine di Pinguino andremo a salvare le tue amiche… o meglio due amiche e una che ti fa sempre il culo a parole.” Terminata questa frase Lacer iniziò a ridere.

Tyranus non sopportò questo affronto e colpì il Sauriale con una piccola scarica elettrica. Il dolore era lieve ma fece volare dalle mani la pozione che si sfracellò per terra. Dal nulla una piccolissima esplosione, il quale rumore era minimo, e una colonna di fumo denso e nero si alzò invadendo la sala da pranzo e le altre stanze.

“Per gli Dei, ma sei pazzo Tyranus?” Imprecò Lacer, iniziando a tossire. 

“Couff couff… che cosa.. Couff Couff.. sta bruciando in.. couff couff… cucina?” Urlò Drako che era entrato per vedere cosa stava succedendo. Il suo pensiero era per Il cibo di Pinguino.

“Ma per tutti gli Arcangeli….couff couff.. cosa sta succedendo?” pure Pinguino stava imprecando. 

“Lacer ma… couff couff… cosa combini?” Chiese il Necromante, sapendo che aveva fatto un guaio.

“IO?” Urlò il Sauriale. 

A quel punto una forte voce disse una formula magica e in quel momento il fumo sembrava risucchiato in un punto da un tipo di vortice. Ben presto I tre videro che il vortice era causato da Pinguino che teneva in mano una boccetta. Tutto il fumo era entrato dentro all’ampolla che richiuse molto velocemente. 

“Dovrei chiedere chi è stato a fare questo pasticcio dico bene?” Pinguino era serio squadrando sia Lacer che Tyranus.

Il futuro di queste terre è in mano a loro? Andiamo bene.” pensò Pinguino che sentì il Sauriale e il Necromante ancora bisticciare come due ragazzini raccontano scuse assurde.

“Non mi interessa di chi è colpa. Vi interesserà sapere che le ragazze sono nel castello del Re e che a breve saranno in pericolo.”concluse l’uomo che ospitava il gruppo.

A quelle parole sia Tyranus che Lacer smisero di litigare. 

“Andate a prepararvi, e spero che tu,Lacer, abbia fatto abbastanza pozioni fumogene.”

Lacer rimase in silenzio, ne aveva preparate solo due, oltre a quella distrutta. Vedendo lo sguardo di Lacer, Pinguino si strofinò gli occhi con il pollice e indice della mano sinistra e alla fine disse: “Verrò con voi, ci faremo bastare quelle pozioni. Ora andate a prepararvi. Partiamo tra quindici minuti.”

I tre, come bravi soldatini, scattarono verso le loro stanze per prendere pozioni curative, armi di riserva e una piccola sorpresa che aveva preparato Pinguino per loro. 

 

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Castello di Topple, sede principale delle Guardie Reali del Re.

 

Passarono diversi minuti e le tre ragazze stavano aspettando il Re sedute sulle sedie che circondavano il tavolo. Reyna stava rimuginando su quello che aveva detto Lory poco prima, se era una trappola o il Re era corrotto dal male, quel castello era la loro prigione se non la loro tomba. Lilith come al solito aveva lo sguardo perso nel vuoto, la sua mente vagava in mondi inesplorati, chissà cosa immaginava, magari coniglietti rosa che saltellavano in un vasto prato con caramelle e alberi di zucchero filato. La più seria di tutte ma che teneva una concentrazione assoluta era Lory, lei si era trovata più volte in situazioni di svantaggio, ma mai come questa, riusciva a gestirle e poi aveva quattro assi nella manica. I suoi quattro coltelli celati nel cosciale che rimanevano nascosti grazie alla sua veste. Erano solo quattro coltelli, ma nelle mani di un assassino, quattro coltelli potevano essere armi letali e poteva abbattere decine e decine di nemici. 

Un rumore distolse le tre compagne dai loro pensieri, la porta di fronte a quella dove erano entrate si aprì e entrarono quindici soldati in armatura nera, come quelli che stavano osservando Lory all’entrata del castello. 

Avere ragione alle volte è frustrante....” pensò Lory alla vista delle guardie in armatura nera. 

Dopo entrò un altro soldato con la stessa armatura ma con un mantello bianco con decorazioni d’oro con un elmo che lasciavano in vista gli occhi e la bocca. Alla sua sinistra un ragazzino con una veste elegante con un lungo mantello rosso. Questo ragazzo avrà avuto appena sedici anni, moro con I capelli che gli arrivavano oltre le spalle. Occhi scuri sembravano impauriti, ma per cosa? Esile, statura media. In testa portava una corona e al fianco una spada corta, tutte e due erano adornate con gemme e diamanti. Quel Ragazzino era il Re. 

Le tre ragazze si alzarono dalla sedia in segno di saluto con un piccolo inchino. 

“Benvenute mie Dame, ehm… posso..” iniziò il Re, un po’ goffamente ma venne interrotto dalla guardia alla sua destra: “Mio Sovrano, forse è meglio che parli io con queste donzelle.”.

Il Re si voltò verso la guardia a bocca aperta ma dopo poco annuì e fece pure un passo indietro.

Cosa diavolo sto vedendo?” Pensò Reyna ma lo stesso pensiero era anche di Lilith e Lory. 

“Sono il Capitano Pattion, Primo soldato del Re e suo consigliere oltre al capo della sicurezza di Sua Maestà.” disse il capitano guardando le tre ragazze. 

“Salve Capitano, veniamo ad informarvi di grandi pericoli all’interno del Regno di Gulfingard.” Disse Reyna che prese la medesima lettera, fece per passarla ma dei soldati le puntarono subito le lance contro. La Dracomante non si aspettava una reazione così prevenuta nei suoi confronti e alzò subito le mani. 

“Ehy, abbassate quelle armi, altrimenti ve le metto in un posto non tanto piacevole.” Intervenne Lory con aggressività facendo un passo verso I soldati, ma venne trattenuta da Lilith.

“Per favore soldati, abbassate le armi.” Intervenne il Re. 

Per qualche istante tutti rimasero immobili. Il Capitano Pattion fece un cenno con la mano e si soldati abbassarono le lance. “Vi prego di perdonare I miei uomini, sono così attaccati alla sicurezza di Vostra Maestà che al primo movimento scattano per difenderlo.” 

“Posso capirlo Capitano ma volevo portarvi questa lettera.” Rispose Reyna ancora un po’ scioccata dalla reazione dei soldati. 

Il Capitano fece un cenno ad un soldato e quest’ultimo si avvicinò a Reyna per farsi consegnare la lettera, cosa che fece subito. 

Il soldato portò la lettera, il Re fece per prenderla ma fu bloccato dalla mano del Capitano che la prese e iniziò a leggerla. 

“Ma chi è il Re dei due?” bisbigliò Lilith all’orecchio di Lory. 

“Il bambino con la corona in testa ma credo che sia solo per figura”. Bisbigliò in risposta Lory che aveva capito che quel Ragazzo, figlio del Re defunto pochi mesi prima, era solo per figura, le decisioni le prendeva il Capitano e questo a Lory non le piaceva per niente. 

Finita di leggere, il capitano appoggiò la lettera sul tavolo: “Pinguino… Ho sentito parlare di quest'uomo, ma non ho mai avuto il piacere di conoscerlo.”

Reyna vide un ghigno sulla faccia del Capitano che non le piacque, iniziò a pensare che forse Lory aveva ragione sul fatto di non consegnare le armi. 

“Mie Fanciulle, per favore, raccontatemi I fatti che vi hanno condotto fino al Nostro castello.” chiese il Capitano con molta calma e gentilezza.

Reyna raccontò dell’attentato dei Diavoli con le catene alle Rovine e della battaglia alla Linea di fuoco e della Termagante. Ogni piccolo dettaglio era spiegato benissimo dalla Dracomante, l’unica cosa che aveva omesso era la posizione del rifugio di Pinguino. 

Finito il racconto il Capitano annuì: “Mie signore… io e il Re vi ringraziamo per il Vostro grande intervento…” 

Le tre ragazze lo squadrarono e sembrava più divertito che preoccupato. 

“… Bene. Soldati… ARRESTATELE!” Ordinò il Capitano e tutte le guardie puntarono le lance verso le tre ragazze prendendole di sorpresa.
“Tck...e dai che si ricomincia...” mormorò l’assassina.

 
   
 
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