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Autore: coopercroft    15/04/2021    0 recensioni
Ritrovare un padre dopo anni di abbandono e adozioni, finite spesso male. Sherrinford ha un nome eccentrico, come tutti nella sua singolare famiglia. Un padre chiamato “Ice Man”, una zia Eurus rinchiusa in una fortezza e uno zio detective famoso : Sherlock Holmes. Come potrà adattarsi a vivere con loro? Dopo anni di vita fisicamente disastrosa al limite dell’autodistruzione. Ritrovare un affetto stabile lo aiuterà a superare il dolore e i torti subiti?
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Watson, Mycroft Holmes, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Mycroft, per non destare sospetti torna a casa con Albert. Un'altra auto mi preleverà più tardi e tornerò insieme con Anthea.

Rimango seduto sulla panchina, stretto nella giacca, mentre aspettiamo.

Per ora ho deciso con papà, di non incontrare i Sinclair. Ci siamo accordati che quando avremo chiuso la storia con Auberton, mi interesserò di loro. È mio diritto capire perché la mia vita è tutta in salita, rovinata da una decisione terribile, per quell' abbandono che non digerisco.

Anthea mi lascia da solo, a smaltire un insieme di rabbia e amore. Ho riacceso il cellulare ed ecco arrivare con perfetto tempismo il messaggio di Serge.

Naturalmente vuole incontrarmi e vuole qualcosa di solido in cambio. Un acconto di password buone e compromettenti. Anthea intuisce, si avvicina, le mostro il cellulare, senza dire una parola.

"Sherrinford, devi buttarti alle spalle i tuoi nonni materni. Ora devi essere lucido."

La berlina nera è arrivata, meno vistosa, meno elegante di quella di Mycroft. Saliamo e stabiliamo d'incontrare Serge nel pomeriggio, in una via lungo il Tamigi non troppo lontano da casa, dove potrò essere ben sorvegliato. Consegnerò una memoria usb, poco funzionale, ma che dimostra che non sono così esperto.

"Hayc, Mycroft vuole che tu faccia una cosa per lui." Già avermi chiamato con il mio soprannome mi mette in allarme. Grugnisco e la guardo. "Vuole che tu metta un chip sottocutaneo che ti possa sempre localizzare."

Aspetta la mia reazione con un mezzo sorriso canzonatorio. "Anthea, per Dio! Spero non avrai appoggiato papà su questa idiozia." La fisso furente. "Non sono un animale, da trovare se si perde."

Ride, scuotendo i capelli ramati. "Me la immaginavo la tua reazione, ma è necessario Hayc, con Auberton che ti minaccia è indispensabile, te lo assicuro. E Mycroft...ha paura, quindi non fare il ragazzino impertinente." Continua a stuzzicarmi, sa di provocarmi.

"Anthea, non chiamarmi ragazzino." Le grido offeso. Poi la guardo e vedo che si burla di me. "Bada, che potrei vendicarmi, allungare le mani quando faccio la farsa, e approfittarmi di te."

"Non lo farai perché ti conosco bene, sei come Mycroft, gentleman fino al midollo." Si ferma e inclina la testa e mi osserva. "Ti riempirei di schiaffi, perderesti la lotta. Sono stata un agente, non scordartelo."

Ha ragione, senza dubbio perderei, il suo fare mi ha calmato, accetto d'inserire il chip anche se non sono contento.

"Bene, lo farà John è già tutto fissato." Sa come manovrarmi, la fisso astioso, hanno già deciso anche per me.

"Non fare quella faccia, nessuno ti avrebbe lasciato allo sbando senza sapere la tua posizione, imparerai una formuletta in base alla distanza che hai percorso, saprai quanto tempo ci vorrà per il nostro arrivo perché tu sia al sicuro. Una semplice moltiplicazione. Ma una sicurezza in più." Annuisco, il suo discorso non fa una piega.

Intanto siamo arrivati a Baker Street. Mi accompagna di sopra, mi consegna la memoria usb. Intanto mando un messaggio a Serge per il nostro incontro, alla fine accetta la via lungo il Tamigi, dove c'è un piccolo porticciolo.

"Bene, ti sarò vicino con discrezione, ora aspettiamo John, facciamo introdurre il chip." Vede la mia faccia preoccupata. "Non è nulla, Sherrinford, un taglietto sottocute." Poi ride. "Però dolorosissimo."

"Smettila Anthea!" Mi metto a ridere anch'io mentre mi guardo allo specchio con la faccia pallida. Mi fanno paura le siringhe, figuriamoci i tagli, soprattutto quelli programmati.

John arriva più tardi, Anthea gli consegna una piccola scatola sterile, mi guardano ironici, lui si avvicina, con la faccia seria.

"Ora mi diverto a vederti stramazzare al suolo. Ti farò malissimo." E scoppia a ridere anche lui. Si stanno facendo beffe di me, ma so perfettamente che cercano di farmi rilassare. Ci sta che sono pauroso, con tutto quello che ho passato! Però sono tranquillo, perché hanno cura di me.

Mi fanno sedere sulla poltrona, a torso nudo girato di fianco, John armeggia sotto la scapola.

"Come sei magro, Hayc dovresti mangiare di più." Sbotta John, mentre mi osserva.

"Direi più palestra dottore, non ha muscoli, non è atletico come lo zio. Non è nei miei standard, decisamente troppo magro." Spettegola lei, con aria saputa.

"Hai ragione Anthea, dovrebbe mettere su muscolatura. Chi se lo prenderebbe questo ragazzino ossuto."

"Smettetela vuoi due, sto bene così." E intanto mi taglia e mi infila veloce il chip, mentre fa male, ma sono troppo arrabbiato per sentirlo.

"Fatto, adesso puoi svenire, stai morendo dissanguato." Comprendo la farsa che hanno imbastito. John mi batte sulla spalla. "Rivestiti, sei stato bravo, avrai un premio per il coraggio dimostrato. Adesso ti ritroveremo ovunque tu vada."

E ridono ancora, ma mi sciolgo, sono pieni di attenzioni. Infondo ho passato di peggio eppure oggi mi sono perso. Sento un bruciore, ma nulla più. Mi ha messo un cerotto a protezione, che toglierò prima di uscire.

Anthea mi lascia con un'ultima raccomandazione: di non cambiare in fretta direzione e calcolare i tempi del loro intervento in caso di pericolo. Ora sarò solo, agirò come credo.

Lei esce e torna Sherlock.

Quello che non mi aspetto succede in un attimo. È già arrabbiato quando arriva, non mi lascia nemmeno salutare e mi chiede del perché di quello stupido colpo di testa.

È brutale quando mi dice di non cercare chi non mi ha mai voluto. John lo placa, mentre io non riesco a rispondere.

Balbetto indignato. "Zio, voglio sapere. Che c'è di male?"

"Questa è solo vendetta che vuoi! Tua madre non c'è più. Vuoi far vedere ai Sinclair cosa ti hanno fatto lasciandoti andare, per il puro piacere di tormentarli." Si interrompe, non riesco a capire perché si accanisca così. "Non fai del male solo a loro, Sherrinford, ma soprattutto a mio fratello."

Ora capisco! Non è più mio padre, ma rivendica il diritto che Mycroft sia suo, il suo amato fratello.

Quello che ha sempre infastidito e molte volte offeso, reso dipendente da lui, che non si è fatto una famiglia per corrergli dietro.

John vede la mia rabbia salire e tenta di smorzare i toni, ma la furia mi ha preso e parto senza freni.

"Bada zio! Parli tu che hai manipolato tutta la sua vita! Non sei stato sempre così amorevole come vuoi far credere. Lo hai allontanato così spesso da farlo soffrire. E ora lo vuoi proteggere da me? Che sono suo figlio? L'unica cosa che ha?" Mi fermo tentando di prendere aria. "Sono imperfetto lo so, sono malato, ma mi vuole bene e io ne voglio a lui. Sto imparando ad amarlo e lui lo fa con me."

Sherlock tace è in piedi vicino al camino, anche John è muto. Due statue immobili. Sento un fastidio crescente, continuo deciso a dirgli quello che penso.

"Non riesce nemmeno a portarmi dai suoi genitori, perché si sente in colpa per le bugie che ha detto su Eurus. Nonostante tutto quello che ha passato all'isola, lo hanno massacrato e permettimi, anche tu e John lo avete lasciato da parte. Se non fosse stato così forte non sarebbe sopravvissuto al vostro ignorarlo."

Ho le mani nelle tasche strette così forte da far male. Sono fermo al centro della stanza, mi sembra che tutto sia precipitato in un attimo. Un castello di carte volato a terra.

La famiglia ora non c'è, io volevo solo proteggerla, e mi sento improvvisamente escluso.

Non mi rendo conto in quel momento, che Sherlock soffre la mia presenza, perché è unicamente geloso della sua fratellanza con Mycroft.

 

   
 
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