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Autore: Nemesy_    15/04/2021    1 recensioni
Dopo che Arcadia Bay è stata rasa al suolo, Max e Chloe fuggono dal tornado abbandonando per sempre la loro città natale per raggiungere i Caulfield a Seattle, ma la tempesta non ha ancora terminato con loro. L'unico modo per sopravvivere, sarà ricominciare da zero. Solo quando le nuvole saranno state spazzate via definitivamente, potranno essere certamente sicure che la tempesta sia davvero passata. Ha così inizio la loro nuova vita, che non risulta essere affatto semplice a causa delle grandi perdite, dei traumi subiti e dei forti sensi di colpa. Il percorso che le attende alla scoperta dei loro sentimenti, sarà pieno di ostacoli che metteranno a dura prova il loro rapporto di amicizia. Riusciranno le due ragazze a superare le difficoltà che si troveranno a dover affrontare? Torneranno a riappropriarsi delle loro vite e ricominciare di nuovo a vivere? Ma soprattutto, la loro unione, resterà per sempre una bella amicizia, diventerà un grande amore, o sarà destinata a perire esattamente come Arcadia Bay?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri, Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Chloe Price, Kate Marsh, Max Caulfield, Victoria Chase
Note: Lemon, Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Quando la tempesta
sarà finita, probabilmente
non saprai neanche tu
come hai fatto ad
attraversarla e a
uscirne vivo. Anzi,
non sarai neanche
sicuro se sia finita per
davvero. Ma su un punto
non c'è dubbio. Ed è che tu,
uscito da quel vento,
non sarai lo stesso
che vi è entrato.
 


                                                         (Haruki Murakami)


Capitolo 4
Sensi di colpa

 
Dopo aver terminato tutte le lacrime, Max si rimise in piedi raggiungendo il letto e senza nemmeno spogliarsi ci si buttò sopra. Le si era aperto nel cuore una ferita troppo grande da poter sopportare. Si addormentò con ancora la voce di Chloe nell’orecchio che sussurrava il nome di Rachel.

Era appoggiata con le braccia incrociate sul bordo piscina della Blackwell insieme a Chloe e stavano chiacchierando tra loro.

“Smettila di essere così fottutamente umile Max. Sei la persona più intelligente e talentuosa che io abbia mai conosciuto”.

“Più di Rachel Amber?” chiese Max.

“Bella, non sono la sua groupie, ok? E sono sicura che ti vengono dietro tutti i ragazzi della Blackwell, come ad esempio Warren”.

“Warren è simpatico...”

“Simpatico? Ahia. Questo significa “Friend zone” disse Chloe.

“No, è davvero figo. È stato così dolce quando mi ha difesa con Nathan...

ma non gli ho parlato del mio potere...”


“Non preoccuparti. Quando sarai padrona di te stessa, farai inginocchiare il mondo”.

“Finché rimani al mio fianco...”

“Non essere così triste. Non ti lascerò mai...” disse Chloe.

Max si appoggiò con il mento sulle braccia guardando Chloe.

“Che c’è?” chiese Chloe sentendosi il suo sguardo addosso.

"E se Rachel fosse viva?"

"Cosa?!” chiese Chloe sorpresa dalla domanda.

"Se Rachel fosse viva? Andresti via con lei? Volevate lasciare Arcadia Bay per andare a Los Angeles”.

“Potresti venire con noi. Anzi, tu devi esserci”.

“E se io non volessi?”

“Perché non dovresti volerlo?”

“Quanto conto per te Chloe?”

“Che razza di domande fai? Dovresti saperlo quanto conti per me".

“No Chloe, non credo di saperlo”.

“Non puoi dire sul serio”.

“Si invece. Io non lo so più ormai...”

Chloe si voltò verso di lei avvicinandosi.

“Tu sei la mia migliore amica Max. Sei una delle persone più importanti della mia vita. Eravamo lontane, ma adesso sei qui. Passeremo il resto della nostra vita insieme, come dicevamo sempre da piccole”.

“Chloe, non siamo più delle ragazzine. Io non sono più la stessa di allora e nemmeno tu. Le cose sono cambiate tra noi”.

“Questo non è vero. Il mio affetto per te non è cambiato”.

“Per me si invece”.

“Cosa vuoi dire? Non mi vuoi più bene?”

“No Chloe, non è questo. Non me lo sarei mai aspettato, ma il mio affetto per te si è trasformato in qualcos’altro”.

“In che cosa? Max, mi stai confondendo”.

“E a me lo dici? Pensi che per me sia tutto chiaro? Non so nemmeno io che diavolo mi sta succedendo. Non so cosa voglio. Io non so se...”

“Cosa Max?” chiese Chloe afferrando la sua amica per le spalle.

“Io... non lo so” rispose Max piangendo mentre avvolgeva le sue braccia attorno alla vita della ragazza abbracciandola. Chloe ricambiò il suo abbraccio.

Poi si allontanarono leggermente, appoggiando le loro fronti l’una contro l’altra tenendo gli occhi chiusi. Rimasero così per un po’. Poi Max alzò lo sguardo verso la sua amica allontanandosi leggermente. Chloe appoggiandole una mano sul viso l’attirò verso di sé fino a far scontrare le loro labbra in un profondo e dolce bacio. Quando il baciò terminò, Max si accorse che lo sguardo della sua amica era cambiato. Si poteva leggere preoccupazione sul suo volto.


“Chloe, cosa c’è?”

“Max,  lo sai che gli squali mangiano le lontre. Mi dispiace...”

“Cosa? Che stai dic...”

Non riuscì a finire di parlare. Successe tutto in un attimo. All’improvviso venne risucchiata nell’acqua finendo velocemente sul fondo della piscina. Continuava a dimenarsi cercando di risalire in superficie, senza riuscirci. Non c’era nulla che la bloccasse lì sotto. Era come una forza invisibile che non voleva lasciarla andare. Le forze iniziarono a mancarle, come anche l’ossigeno nei suoi polmoni. Stava soffocando e l’unica cosa che riusciva a pensare era Chloe. Non l’avrebbe rivista mai più. La loro storia finiva lì, ancor prima d'iniziare. Bolle d’aria cominciarono a uscire dalla sua bocca. In un attimo i suoi polmoni si riempirono d’acqua e smise di lottare. I suoi occhi si chiusero e finì nel buio più totale perdendo i sensi, ma sentì una voce chiamarla.

“Max!”

Non riusciva a decifrare da dove provenisse quella voce, né a chi appartenesse. Non sembrava quella di Chloe. A dire il vero non sembrava appartenere a nessuno che conoscesse. Oppure non la riconosceva perché il suono era attutito dalla presenza dell’acqua. A un tratto riuscì ad aprire gli occhi ancora una volta. Con uno sforzo sovrumano iniziò a nuotare per raggiungere la superficie. Non sentiva più quella forza minacciosa tenerla giù. Ma prima di poter finalmente mettere la testa fuori dall’acqua, sentì di nuovo qualcosa trascinarla sul fondo. In quel momento un braccio si allungò verso di lei e riconobbe la camicia rossa a quadri, quella appartenuta a Rachel e che aveva indossato anche lei.

“Non ora Max, non è ancora il momento!” disse la voce mentre il braccio la tirò fuori dall’acqua con una forza sorprendente.

Quando finalmente riemerse, emise dei profondi respiri tossendo, mentre espelleva l’acqua che aveva accumulato nei polmoni. Si arrampicò al bordo della piscina uscendone e mettendosi in salvo. Si guardò intorno mentre cercava di far tornare il respiro regolare. In giro non c’era nessuno. Né Chloe e né... Rachel?! Possibile che fosse lei? Che fosse intervenuta per salvarla? E cosa intendeva dire con le sue parole? Era distesa a pancia all’aria, stremata dalla lunga lotta contro l’ignoto. C’era silenzio assoluto intorno a lei. A un tratto, giunse alle sue orecchie il rumore di un applauso. Si girò in quella direzione e lo vide di nuovo, sempre lui. Dall’altro lato della piscina, c’era la persona che continuava a tormentarla giorno e notte, il professor Mark Jefferson.

“Max, non hai idea di quanto sono orgoglioso di te. Sei stata formidabile” disse Jefferson mentre faceva il giro della piscina avvicinandosi a lei mentre continuava a parlare. “Credo che finalmente siamo giunti al nocciolo della questione. Sull’argomento che hai fatto un’enorme cazzata sacrificando Arcadia Bay siamo tutti d’accordo. Ora però, il quesito è un altro. Ti farò di nuovo la stessa domanda dell’altra volta. E stavolta volta pretendo che tu risponda. Non a caso, io sono il professore e tu l’allieva. Io pongo le domande e tu rispondi, possibilmente in modo corretto”.

“E se decido di non rispondere, oppure do la risposta errata? Cosa succede in quel caso?”

“Avrai una brutta valutazione e credimi, non sarà piacevole”.

“Perché?”

“Le cose potrebbero diventare molto difficili per te mia cara Max. Le mie visite saranno decisamente più dolorose e spaventose. Vuoi questo?”

“E se rispondo in modo corretto? Mi lascerai in pace?”

“Max...” disse il professore portandosi una mano al petto, quando si fermò davanti alla ragazza ancora a terra. “Come puoi pensare che lo farei? Non ti abbandonerei per nessuna ragione al mondo, lo sai questo”.

“Allora sai che ti dico? Fottiti, vai al diavolo psicopatico!”

“Ah-ah... Max, non provocarmi, te ne pentiresti amaramente. Dunque, la domanda è molto semplice. Perché hai salvato Chloe?” chiese guardando la ragazza dritto negli occhi con sguardo divertito. La ragazza non rispose.

“Avanti Max, non mi dirai che ancora non l’hai capito? Non ci posso credere che sei così stupida. Ti stai solo rifiutando di rispondere. Ti stai ribellando al tuo professore. Ok, ti do un piccolo aiutino, perché sei la mia studentessa preferita. Anzi no, ma che dico? Sei la mia unica studentessa”.

“Vai all’inferno!” disse Max con rabbia.

“L’indizio che ti offro è questo. Una ragazza accompagna la sua “migliore amica” in camera sua, perché è totalmente ubriaca. A proposito Max, che gesto ammirevole il tuo. Dicevo? Ah sì... l’aiuta a spogliarsi...”

“Smettila!” disse Max abbassando lo sguardo.

“Vuoi che mi fermo? Allora vuol dire che hai la risposta per me, giusto?”

La ragazza continuò a non rispondere.

“Come immaginavo” disse Jefferson con un’espressione soddisfatta sul volto.

“Vuol dire che dovrò continuare. La ragazza aiuta la sua amica a spogliarsi e a un tratto succede...”

“BASTA!” disse con rabbia la ragazza.

“La risposta Max... perché hai salvato Chloe? Potrai non dirlo ad alta voce, ma lo sai. Non è vero Max?”

“Io... credo...”

“Cosa Max. Dai, non è così difficile”.

“Credo... di provare qualcosa... per lei...” disse con un filo di voce.

“Come scusa? Non ho capito bene. Puoi ripetere per favore?” chiese Jefferson portandosi una mano all’orecchio fingendo di non aver udito le parole della ragazza. Ma la ragazza non riuscì a dire più nulla, iniziando a piangere.

“Scusami, sono stato scortese a chiedertelo di nuovo, anche se ho ascoltato benissimo. Volevo solo sottolineare l’importanza delle tue parole”.

“Ora... lasciami in pace...” disse Max.

“Oh Max, lo vorrei tanto credimi, ma non avere così tanta fretta. Forse non te ne rendi conto, ma la risposta che mi hai appena dato è la prova tangibile di un altro fatto molto importante che va approfondito”.

Max lo guardò confusa.

“Esatto Max, c’è dell’altro. Non pensavi davvero di potertela cavare così a buon mercato, vero?”

“Io ho risposto alla tua stupida domanda, quindi ora mi lascerai in pace”.

“Lascia che ti spieghi la situazione più nel dettaglio. Hai sacrificato tante persone per salvarne soltanto una. Una persona che definisci essere la tua migliore amica, ma che in realtà non è solo questo per te. Quella decisione che hai preso al faro, non era dettata dalla voglia di fare qualcosa per lei. Non l’hai fatto perché pensavi che Chloe non meritasse quella fine orribile. O perché dopo tutto quello che aveva passato meritava un'altra occasione per essere felice. No Max, tu l’hai salvata per te stessa. Sei doppiamente egoista Max. E la cosa più divertente di tutte sai qual è?”

Max lo osservava senza emettere neanche un fiato.

“Che lo hai fatto per niente. Lei non ti vede in quel modo. Come potrebbe mai farlo? Sei stata la causa della morte di sua madre.
Tu hai pensato che salvandola avresti avuto la possibilità di diventare qualcosa di più per lei. Ma questo non succederà mai. Chloe non ti guarderà mai come guardava lei. Rachel era una forza della natura. Era una vera artista ed era brava in tutto quello che faceva. Una persona carismatica che riusciva a ottenere tutto ciò che voleva. Si prodigava sempre ad aiutare il prossimo, era benvoluta da tutti. E poi era bellissima, stupenda. Lo sai che era la ragazza più bella e popolare di tutta la scuola? Lei c’era quando Chloe ne aveva più bisogno. Tu invece dov’eri? Non la chiamavi mai, non rispondevi ai suoi continui messaggi. Le hai semplicemente voltato le spalle come hanno fatto sempre tutti. Come puoi competere con tutto questo? Tu non sarai mai lei”.

Max ricordò la conversazione avuta con la sua amica, quando le aveva parlato di Rachel.

“Era il mio angelo. Dopo che mio padre è morto e tu ti sei trasferita, mi sono sentita abbandonata. Rachel mi ha salvato la vita”.

“Non ne avevo assolutamente idea”.

“Beh, non ti sei sforzata più di tanto per scoprirlo. Avevo quattordici anni, eravamo migliori amiche”.

La voce di Jefferson la distolse dai suoi ricordi.

“La sogna ancora, è costantemente presente nei suoi pensieri. Lei ama ancora Rachel. Non smetterà mai di farlo. Alla fine dei giochi, cosa ti è rimasto Max? Te lo dico io. Ti è rimasto solo il senso di colpa per aver fatto una strage inutilmente. Il tuo grande potere usato per futili motivi. Che spreco. Noi due avremmo potuto formare una bellissima squadra. Avrei potuto scattare tutte le foto che volevo a quelle stupide ragazze. E con il tuo potere, avremmo rimosso qualsiasi loro ricordo. Puff, come se niente fosse successo. Invece, hai pensato bene di usarlo per evitare che Chloe baciasse qualcun altro. Hai idea di cosa comporterebbe utilizzare i tuoi poteri? Cosa succederà ora? Quali catastrofi imminenti provocherai? Metteresti a rischio la vita dei tuoi genitori, i tuoi amici e della stessa persona che hai deciso di salvare. Tutto questo per un misero e inutile bacio. Cosa farai quando si scoperà qualcuno? Con il tuo grande potere non sei riuscita nemmeno a fermarmi. Certo, sono rinchiuso in una cella, ma sono ancora vivo. Non come le persone che hai deciso di mandare all'altro mondo. Chissà, forse un giorno potrei riuscire a sgattaiolare fuori da quel letamaio di prigione e raggiungervi. Così potrò finire quello che ho cominciato con voi”.

Le lacrime le inondarono ancora gli occhi. Jefferson le si avvicinò tendendole una mano con un’espressione comprensiva. Max si lasciò aiutare per alzarsi. Quando si rimise in piedi Jefferson la teneva ancora per mano.

“Max, potevi davvero far inginocchiare il mondo ai tuoi piedi, ma i tuoi inutili sentimenti per una nullità come Chloe, ti hanno offuscato la mente togliendoti ogni capacità di giudizio. Adesso sei... COMPLETAMENTE INUTILE!”

Detto ciò la lanciò di nuovo in piscina. Ancora una volta si ritrovò ad affondare lentamente nell’acqua, vedendo il professor Jefferson che la guardava con durezza mentre andava giù. Tentò di lottare inutilmente, ma non riuscendo a scampare al pericolo, si lasciò andare. Questa volta nessuno intervenne per aiutarla. Chiuse gli occhi e sprofondò nell’oscurità.

Si svegliò di soprassalto nel suo letto tossendo, avendo ancora addosso la sensazione di soffocamento. Quando capì di aver avuto soltanto l’ennesimo incubo, le lacrime e lo sconforto tornarono ad abbattersi su di lei.


Chloe era nella sua stanza profondamente addormentata, mentre un ricordo di quella lunghissima giornata, andò a confondersi con i suoi sogni.

“Sarebbe ora che ti svegliassi bella addormentata”.

“Chloe...” disse Max spostandosi lontana da lei mentre si stiracchiava. Quando allungò le braccia diede un colpo in faccia alla sua amica.

“Ahia... cazzo... beh grazie tante Max”.

Max si avvicinò a lei per capire la gravità del danno che aveva causato.

“Oddio, Chloe scusami, ti ho fatto male?”

“Scherzi? No, niente di grave, mi hai solo rotto il naso. Ho passato di peggio” disse Chloe tenendo entrambe le mani appoggiate sul naso.

Max la guardò preoccupata sentendosi terribilmente in colpa.

“Cazzo Max, riesco sempre a fartela eh?!” disse Chloe sorridendo mentre toglieva le mani dalla faccia, mostrandole che in realtà non le aveva fatto nulla.

“Sei la solita idiota Chloe” rispose schiaffeggiandola mentre Chloe ridendo si copriva con le braccia per difendersi.

“È troppo facile con te Max, dovresti iniziare a fare un corso di furbizia. Se vuoi ti insegno io”.

Anche Max iniziò a ridere. “Un giorno te la farò pagare”.

“Uuuh… che paura, non vedo l’ora”.

“Si, ridi finché puoi Chloe, perché quando sarò io a fregarti allora rimpiangerai i continui scherzi che mi fai”.

“Scusa ma è più forte di me, sei la migliore vittima che ho mai avuto in vita mia. In questo non sei cambiata affatto Max”.

Si rotolarono nel letto continuando a prendersi in giro finché Max non si ritrovò sopra Chloe, mentre le teneva le braccia ferme. Erano faccia a faccia. All'improvviso smisero di ridere, rimanendo a fissarsi in silenzio.

Max si allontanò dal suo viso rimanendo a cavalcioni su di lei. In quel momento nessuno bussò alla porta per interromperle. Riflessi di luce giungevano dai lampioni esterni alla casa che si proiettavano su di loro attraverso la finestra della camera di Max. In tutta la casa regnava il silenzio assoluto. Segno, che stava a indicare potesse essere ancora notte fonda. O forse no, quell’oscurità proveniva da qualcos’altro o per meglio dire... da qualcun altro. Mentre Max continuava a restare a cavalcioni su di lei, Chloe iniziò a spostare le braccia. Max allentò la presa permettendole di muoversi, restando comunque nella sua posizione, appoggiando le sue mani sull’addome dell’amica. Chloe spostò le sue mani sulle gambe di Max risalendo lentamente verso i fianchi. Si alzò a sedere, mentre con le mani iniziò a tirarle su la maglietta. Max alzò le braccia in alto per facilitarne la rimozione. Fu il turno di Max per aiutarla a rimuovere la sua maglietta, lanciandola da qualche parte nella stanza, appoggiando la fronte su quella dell’amica. Le loro bocche erano così vicine da riuscire ormai a sentire l’una il respiro dell’altra. Chloe passò le sue mani sulla schiena di Max fermandole per sganciare il reggiseno. Max lo fece scivolare via attraverso le braccia, aiutando anche Chloe a rimuovere il suo. Ormai gli unici indumenti rimasti, erano gli abituali pantaloncini che usavano per la notte. Rimasero così ferme a guardarsi per un po’, mentre il desiderio di Chloe continuava a crescere. Max strinse le mani tra i capelli di Chloe tirandole la testa all’indietro iniziando a baciarla lentamente. Chloe iniziò a stringerle un seno con una mano, mentre con l’altra afferrava il suo fondoschiena attirandola di più vicino a sé. Il bacio diventò più profondo, e ne approfittò per far scivolare la sua lingua nella bocca di Max. Mentre le loro lingue si esploravano tra loro, Max emise un gemito di piacere, che mandò in estasi la ragazza. Chloe invertì le posizioni, girandosi di colpo facendo finire Max con le spalle sul letto. Chloe sopra di lei posizionata tra le sue gambe, iniziò a baciarle il collo scendendo lentamente fino ad arrivare sul petto. Max strinse ancora una volta le mani tra i capelli di Chloe, mentre le stringeva le gambe attorno alla vita. Chloe appoggiò le mani sul letto ai lati della testa di Max, alzandosi facendo leva sulle sue braccia. Baciò ancora Max in modo passionale. Mentre il suo bacino spingeva contro quello di Max e i loro respiri si facevano pesanti, Chloe disse: “Ti voglio Max...”

“Ma bene, bene, bene...”

Il momento fu interrotto da una voce alle sue spalle. La ragazza si girò di scatto ritrovandosi ancora una volta davanti il suo alter ego. Era in piedi appoggiata con le spalle alla porta della stanza, a braccia conserte e con le gambe incrociate. Le osservava con soddisfazione.

“Oh… scusatemi, non volevo interrompervi” disse cambiando posizione, portando le mani in avanti in segno di resa.

“Continuate, fate pure finta che io non ci sia. Non vi disturberò più, promesso. Cazzo, non trovate che in questa stanza inizi a fare davvero caldo?” disse tirando con le dita un po’ la sua maglietta, come per scollarsela di dosso. In tutto questo, le due ragazze restarono sul letto a guardare nella direzione dell’altra Chloe con occhi sbarrati e in silenzio.


“Cosa c’è? Per caso volete che mi unisca a voi? Se proprio volete, posso anche sacrificarmi eh!”

Le due ragazze si misero sedute restando vicine coprendosi con il lenzuolo.

“Chloe non c’è bisogno di coprirsi, conosco ogni parte di te. Cioè di me, o per meglio dire, di noi”.

Un’altra voce sopraggiunse. “Che diavolo ci fai qui?!”

“Oh cazzo! Eccola che arriva Santa Amber dei miei coglioni. Iniziamo a stare un po’ stretti qui dentro”.

“Vaffanculo!” disse Rachel.

“Mi piacerebbe tanto darti un'altra bella ripassatina, ma sai dopo un po’ diventi noiosa a letto”.

Rachel la guardava con rabbia stringendo i pugni.

“Piuttosto, dimmi tu cosa ci fai qui? Sei per caso venuta a dare i tuoi inutili consigli alla ragazza che non hai mai amato? O sei... diciamo... semplicemente venuta? Oooh... dai su, non offenderti. Queste due a letto sono una novità e ho come la sensazione, che sarebbero in grado di mandare a fuoco l'intera stanza, oltre alle tue parti intime Rachel”.

“Beh... vedo che con te ci sono già riuscite”.

Chloe era stupefatta dalla capacità della sua versione più vecchia, di tenere testa a Rachel.

“Non so cosa sei venuta a fare qui Rachel, ma per quanto mi riguarda puoi pure smammare e levarti dai coglioni. Il tuo aiuto qui non serve, basto io”.

“Sei così presuntuosa e piena di te da fare schifo. E comunque non sei qui per aiutare, ma per demolire. Far diventare Chloe a tua immagine, ma non ci riuscirai perché te lo impedirò”.

“Yuhuuu, c'è nessuno in casa? Forse non te ne sei accorta ma lei è già me e io sono lei. Solo che io qui sono la furba, quella in gamba...” poi girandosi verso Chloe aggiunse: “...senza offesa Chloe”.

“E la più stronza” aggiunse Rachel.

“Whoa... ahahahah ma sentila miss perfettina!”

“Chloe, non ascoltare qualsiasi cosa dica, vuole solo confonderti le idee. Farti fare ciò che desidera” disse Rachel guardando Chloe.

Chloe non riusciva a dire mezza parola guardando quel dibattito surreale.

“Io?! Spero tu stia scherzando! Guardale bene, questo è merito mio” disse la vecchia Chloe indicando le due ragazze sul letto.

“Pff, ma fammi il piacere, tu questo lo chiami un risultato soddisfacente?” chiese Rachel incrociando le braccia al petto.

L'altra Chloe la guardò per un attimo seria iniziando poi a sorridere. “Aaaah... ora capisco, sei gelosa. Ti è stato soffiato il trono da sotto al culo da Max e ora ti rode”.

“Questo non è assolutamente vero!” rispose Rachel.

“Dimmi Rachel, come ci si sente a essere il terzo incomodo? Così adesso imparerai la lezione una volta per tutte, anche se a pensarci bene non serve più a un cazzo visto che sei morta”.

“Vai all’inferno!”

“Vedi Chloe, ti ha appena mandato all’inferno. La verità è che non vuole che ti limoni Max”.

“Chloe, guardami bene” disse Rachel cercando di attirare la sua attenzione.

Chloe si girò verso di lei mentre l’ascoltava.

“Non è come dice lei. Se fosse così, l'altra volta non ti avrei mai detto di lasciarmi andare.

“Vuoi andare?! Bene, se vuoi ti accompagno io alla porta!” disse la vecchia Chloe interrompendola.

Rachel la ignorò completamente. “Questa è la tua vita Chloe, hai diritto di viverla come vuoi, ma devi farlo nel modo giusto”.

“Disse colei che si sbatteva tutti di nascosto...” aggiunse l’alter ego con una certa teatralità. Poi con un ghigno disse: “Si Rachel, forse hai ragione tu, non sei affatto gelosa. Chloe, hai notato che non le frega niente che ti vuoi sbattere Max?”

Chloe guardò verso Rachel con aria interrogativa. La ragazza non disse nulla in sua difesa, mentre il suo sguardo diventava triste.

“Visto? Lo sapevo io...” disse l’alter ego.

Rachel si rivolse a Chloe sul letto. “Cosa vuoi che ti dica Chloe?! Che non lo sopporto?! Lo sai già questo! Ti ho già detto quanto mi dava fastidio che pensassi sempre a lei! Vuoi che te lo rinfacci anche io, come hai fatto tu con me?! Me ne hai dette così tante, che non riesco nemmeno a ricordarle tutte! Mi hai puntato il dito contro e adesso... e adesso lei...” disse indicando nella direzione di Max.

Chloe guardò a suo fianco ma Max non c’era più. Era completamente sparita.

“Max...” disse Chloe sorpresa di non trovarla lì.

“Pff, è un classico sparire sul più bello!” disse l’altra Chloe, appoggiandosi con le spalle all’armadio con braccia conserte, fissando Rachel.

“Chloe, lei non c’è perché questo non è mai successo. Non nella realtà almeno. Quella realtà che tu rifiuti di vivere. Devi andare avanti, non puoi tenermi qui con te per sempre” disse Rachel.

“Bene, vedo che ti è tornato il lume della ragione miss Amber. Su alcune cose la pensiamo allo stesso modo”. Poi rivolgendosi a Chloe disse: “Evitando queste cose da sveglia, ti ritroverai a viverle qui. Non posso negare che ci sia il mio zampino. Tutto questo è merito mio dopotutto. Cioè tuo...”

Gli occhi di Chloe iniziarono a riempirsi di lacrime.

“Oh cazzo!” disse l’alter ego sbattendo la testa all’indietro contro l’armadio.

Rachel si avvicinò a Chloe abbracciandola.

“Santa merda! Che cazzo stai facendo?! Così cerchi di aiutarla?! Guardala porca puttana! I tuoi modi del cazzo non servono a nulla! Stai usando la tecnica del bastone e della carota, allo scopo di tenerla ancora inchiodata a te, vero?! Cazzo, sei sempre stata una grande manipolatrice!”

Rachel si allontanò da Chloe avvicinandosi alla sua avversaria, mentre questa continuava a infierirle contro.

“Sei solo una grande approfittatrice! Sei subdola...”

Chloe smise di piangere abbassando lo suo sguardo mentre ascoltava la raffica di parole dei suoi demoni. 

“Sono l’unica che può aiutarla! Tu stai solo cercando di portarla fuoristrada con le tue false promesse di una vita migliore!” rispose Rachel al suo attacco.

“Già, proprio come te quando dicevi di voler andare via da Arcadia Bay con lei!”

“Tu vuoi svuotarla, privarle di qualsiasi sentimento d’affetto. Vuoi renderla fredda e insensibile a qualsiasi cosa e a qualunque persona!”

“Oh certo, dovrebbe prendere a cuore persone come i Caulfield che vogliono privarle della sua libertà e di ciò che le appartiene! Chloe ne ha già avuto una bella dimostrazione!” rispose l’alter ego.

Chloe strinse forte il lenzuolo tra le sue mani.

Rachel spezzò una lancia in favore dei Caulfield. “Loro non sono i genitori più in gamba del mondo, ma ci tengono a lei e vogliono solo aiutarla!”

“In che modo?! Costringendola a rinunciare a ciò che le appartiene?! Oppure vogliono aiutarla costringendola ad avere a che fare con quello stronzo di David, che le ha tolto le attenzioni di sua madre per tutto il tempo, fino ad arrivare alla sua morte, mentre lui è ancora vivo?!” ribatté l’alter ego.

“Non è colpa di David se Joyce è morta...” disse Rachel.

“Giusto, quello è colpa di Max!” disse l’alter ego interrompendola e rigirando le parole della ragazza a suo favore.

Chloe spalancò gli occhi a quella affermazione e una rabbia incontrollabile iniziò a impossessarsi di lei. Rabbia, che minacciava di farla esplodere da un momento all’altro, promettendo la distruzione totale. Rachel rimase di sasso a quella affermazione, e non ebbe il coraggio di guardare verso Chloe.

“Ahahahah... ci ho preso eh?! Beh, questa è un’altra bella realtà con cui dover fare i conti” disse l’altra Chloe soddisfatta di aver colto nel segno.

“Basta così…” disse sottovoce Chloe dal letto.

“MALEDETTA, COME OSI DIRE UNA COSA DEL GENERE?! COME PUOI PENSARE DI AIUTARLA IN QUESTO MODO?! TRASCINANDOLA IN QUESTO TUO GIOCO PERVERSO! METTENDOLA CONTRO TUTTI! CHE RISULTATO SPERI DI OTTENERE IN QUESTO MODO?! E POI IO SAREI LA MANIPOLATRICE EH?!” urlò Rachel.

“Basta ora...” continuò a dire Chloe, mentre gli altri continuavano con la loro diatriba.

“IL RISULTATO CHE VOGLIO OTTENERE È RENDERLA PIÙ FORTE, PERCHÉ PER TUTTA LA SUA VITA È STATA UNA DEBOLE! LO SAI CHE HA SOLTANTO SUBITO! ORMAI SEMBRA AVER IMPARATO SOLO A INCASSARE COLPI! CHE RAZZA DI PERSONA LA LASCEREBBE IN QUESTO STATO?! NON SARÀ UNA PERDENTE, NON PIÙ! QUANDO LE MANCA PRIMA DI FARE UN BEL SALTO NEL VUOTO EH?! QUALE SARÀ LA GOCCIA CHE FARÀ TRABOCCARE IL VASO?!” rispose l’altra Chloe.

“Basta!” disse ancora Chloe con un tono di voce più normale.

“NON LO FARÀ MAI SE AVRÀ VICINO DELLE PERSONE CHE LA AMANO!” proseguì Rachel.

“AH SI?! QUALI?! SUO PADRE E SUA MADRE CHE SONO MORTI?! MAGARI TU! AH GIÀ SCUSA, DIMENTICAVO CHE SEI MORTA ANCHE TU! O MAGARI TI RIFERISCI ALLA SUA GRANDE AMICA MAX, CHE LE HA VOLTATO LE SPALLE ALLA PRIMA OCCASIONE?!” ribatté l’altra Chloe.

“ADESSO BASTAAAAAAAAAAAA! ANDATE VIA FUORI DALLE PALLE TUTTI E DUE! ORA!” grido Chloe con tutto il fiato che aveva in corpo. Le due ragazze smisero di fronteggiarsi guardandola, mentre Chloe si alzava dal letto e iniziava a buttare all’aria qualsiasi cosa si trovasse sottomano. Prese il computer posato sulla scrivania e lo lanciò a terra. Aprì i cassetti tirando fuori il diario di Max, lo guardò un attimo e poi iniziò a strapparne tutte le pagine. Prese la sedia dalla scrivania lanciandola verso le due uniche presenze nella stanza. Andò verso la finestra con rabbia, tirando un forte pugno contro il vetro rompendolo e provocandosi un profondo taglio. Cadde in ginocchio a terra, tenendosi la mano ferita piangendo e urlando.

“AL DIAVOLO TUTTI, LASCIATEMI IN PACE! VI ODIO! Lasciatemi morire in pace...”

 

Lunedì 11 novembre 2013

E con queste ultime parole si svegliò nel suo letto alzando la testa di scatto. Il movimento le provocò una fitta di dolore alla testa. Sentiva la bocca impastata con ancora il sapore della birra bevuta la sera prima. La luce che entrava dalla finestra le dava fastidio, quindi coprì gli occhi con una mano.

"Porca puttana, devo aver bevuto proprio tanto ieri sera. Etciù!"

Il dolore alla testa aumentò a causa della pressione dello starnuto.

"Oh merda!”

Si guardò addosso notando che era vestita, ma la camicia era completamente sbottonata. "Fantastico, spero di non beccarmi un raffreddore!”

Cercò di alzarsi ma la testa continuava a pulsare dal dolore, quindi si distese di nuovo sul letto. Rimanendo a fissare il soffitto pensando al sogno. Per la prima volta aveva sognato l'altra Chloe e Rachel insieme. Ma non era quella la parte più strana. La cosa che più di tutto la sorprendeva, era la presenza di Max nel letto come era successo la mattina precedente. Solo che gli eventi avevano preso una piega del tutto differente. Si chiese qual era il motivo di sognare Max in un contesto del genere. Ma soprattutto si chiese perché la sensazione di avere Max tra le sue braccia in quel modo, non le dispiacesse affatto. Scosse la testa, come per poter cancellare dalla sua mente il ricordo di quel momento. Niente di più sbagliato. Un’altra fitta di dolore trafisse la sua testa. “Aaaah… fanculo!”


Vorrei poter non sognare tutte queste stronzate, ne ho già piene le palle di quelle reali. Oggi Vanessa andrà a prendere la sua auto e quindi posso dire addio al mio pick-up. Ryan invece, mi costringerà a mettermi in contatto con David. Max, mi rimprovererà per aver alzato il gomito ieri. Che altro? Non penso di aver dimenticato nulla. Aspetta, ma oggi è lunedì. I genitori andranno a lavoro, non avranno molto tempo a disposizione per rompere i coglioni. Però, mi devo alzare dal letto, ho assolutamente bisogno di qualcosa per questo terribile mal di testa. Mi toccherà sedermi a tavola con loro per fare colazione. Al solo pensiero di mettere qualcosa sotto ai denti mi viene da vomitare.


Rimase ancora un altro po’ sdraiata a letto. Guardò sul comodino il telefono ancora collegato alla presa elettrica. Lo prese rigirandoselo tra le mani riflettendo.

 
Max si svegliò guardandosi intorno, sperando di aver immaginato quello che era successo con Chloe. Indossava ancora i vestiti del giorno precedente, segno che non era solo frutto della sua immaginazione. Era successo per davvero.


E adesso cosa devo fare? Come chi mi devo comportare con lei? Ieri era ubriaca, forse non ricorderà nemmeno cosa è successo. E se invece si ricorda? Come ci sono finita in questa situazione e cosa mi è saltato in mente di riutilizzare i miei poteri? Per cosa poi, un semplice bacio? Non era un’emergenza, che diavolo sto combinando? Se lo scopre andrà su tutte le furie. Lei non ne deve sapere nulla, ma se iniziano a succedere cose strane in giro, potrebbe arrivarci da sola. Oddio, ma cosa ho fatto? Se succede qualcosa di orribile a qualcuno sarà colpa mia.


Si alzò dal letto per andare in bagno temendo di incrociare Chloe. Quindi cercò di fare il più in fretta possibile, per poi andare di sotto. In quello stesso momento Chloe finalmente decise di alzarsi dal letto, dirigendosi lentamente verso il bagno, tenendosi una mano appoggiata sulla fronte. Mentre Max, non riusciva a smettere di pensare agli eventi della sera prima, Chloe continuava a essere tormentata dal sogno che coinvolgeva la sua amica.
 
Max diede il buongiorno ai suoi genitori e poi andò a sedersi a tavola per la colazione.

“Buongiorno Max” risposero i genitori.

I genitori sembravano un po’ tesi, forse a causa di quello che era successo il giorno precedente. La faccenda del professor Jefferson, il pick-up e David. Chloe era arrabbiata con loro. Max non era nemmeno riuscita a parlarne con lei. E ora, oltre a tutto il resto, andava ad aggiungersi altro carico grazie agli eventi della sera prima. Si sedettero tutti e tre a tavola. Dopo un po’ arrivò anche Chloe, che a vederla non aveva un bel aspetto. Mentre si stava avvicinando al tavolo, gli occhi delle due ragazze si incrociarono. Entrambe distolsero subito lo sguardo l’una dall’altra. Questo gesto non sfuggì a Max che iniziò temere il peggio.


Perché ha distolto subito lo sguardo? Forse... ricorda tutto? Oddio, voglio sparire.


Nel frattempo anche Chloe aveva i suoi dilemmi.


Ok, non è successo niente. Era solo uno stramaledettissimo sogno senza senso. Perché agitarsi tanto?


“Buongiorno Chloe” dissero i Caulfield ricevendo in risposta un semplice grugnito da parte della ragazza.

Le ragazze non si erano date il buongiorno e i Caulfield se ne erano accorti. Si guardarono un attimo e poi iniziarono la loro colazione. A tavola la tensione si poteva tagliare con il coltello. Chloe guardava sulla tavola i pancake e una leggera nausea la colpì, impedendole di mangiare. Cercava di non darlo a vedere, ma era impossibile. I Caulfield la guardavano, mentre Max si sforzava di non farlo.

“Ehm... Chloe, va tutto bene?!” chiese Vanessa alla ragazza.

“Si, ho solo mal di testa!” rispose la ragazza con un tono non del tutto amichevole senza nemmeno alzare lo sguardo.

“Ti prendo subito qualcosa” disse Vanessa alzandosi da tavola, per poi ritornare velocemente con una pastiglia e un bicchiere d’acqua porgendoli alla ragazza. Chloe non ringraziò nemmeno. Anche mandare giù quell’acqua le era stato difficile. Continuò a non mangiare rimanendo a testa bassa. A quel punto Ryan intervenne.

“Dovresti provare a mandare giù qualcosa”.

Chloe continuava a stare in silenzio mentre fissava quei pancake. Per lei in quel momento, mandare giù quei pancake era come dover addentare delle interiora crude di qualche specie di animale. Non ottenendo nessuna risposta Ryan decise di rivolgere la parola a sua figlia, per cercare di avviare una conversazione senza monologhi o grugniti.

“Allora Max”.

Max quasi saltò sul posto, presa troppo dai sui pensieri.

“Va tutto bene?!” chiese suo padre.

“S-si, ero solo... non è niente”.

“Vi siete divertite ieri da Lucas?”

“Si”.

“Beh... accidenti che entusiasmo”.

“Ci siamo divertite papà”.

Chloe iniziò a prendere la posata, cercando di trovare la forza di mangiare.

“Siete rientrate tardi?”

Max rimase in silenzio ricordando ancora quello che era successo.

“Max?”

“N-no, cioè sì... un po’. Era mezzanotte. Quando ci si diverte si perde la cognizione del tempo”.

Perdere la cognizione del tempo, per lei che lo governa è davvero strano. Se Chloe non era in piena crisi, ora avrebbe fatto una delle sue battute. Ma purtroppo, il senso di nausea continuava a non darle pace.

“Non dovreste fare troppo tardi la sera, anche perché gli altri il lunedì ritornano a scuola” disse Vanessa.

“Tua madre ha ragione Max”.

Chloe infilzò con la forchetta un pezzo di pancake. In quel momento Max stava bevendo del succo d’arancia e sua madre la guardava attentamente. Mentre la ragazza stava appoggiando il bicchiere sul tavolo la madre le domandò qualcosa che all’inizio non capì.

“Maxine, cos’hai sul collo?!”

“Cosa?!” rispose la ragazza.

Anche Ryan e Chloe si voltarono verso di lei. La ragazza si appoggiò una mano sul collo, dal lato sbagliato.

“Su lato destro Maxine” precisò sua madre.

Max spostò la mano sul lato destro del collo e disse: “Non ho nul...”

A un tratto si interruppe, ricordando i baci di Chloe e si paralizzò all’istante.


Oddio, non può essere. Ditemi che non è vero. Chloe mi ha lasciato un segno...


La ragazza voleva riavvolgere il tempo, ma non poteva farlo. Non poteva usare il suo potere per cose di questo genere. Doveva imparare a cavarsela da sola, per quanto possibile. Chloe la stava guardando, in attesa anche lei di una risposta da parte della ragazza.
Il silenzio imbarazzante che calò nella stanza faceva più rumore di qualsiasi altra cosa al mondo. I Caulfield si guardarono tra loro. Max non riusciva a dire nulla.

Così Ryan, provò a chiedere a Chloe. “Chloe, che cos'è successo ieri?”

“Perché dovrei saperlo?!” rispose la ragazza voltandosi verso di lui.

“Beh, se non ricordo male eri con lei o sbaglio?”

“E allora?! Non sono la sua balia! Certamente non le sto con il fiato sul collo come fate voi con me!”

“Che cosa vorresti dire con questo?!”

“Quello che ho detto, ecco cosa!”

“Quello che stai dicendo è ingiusto Chloe!” disse Vanessa. Chloe si alzò dalla sedia rivolgendosi a lei. Gli animi iniziarono a surriscaldarsi.

“MA PIANTALA, PROPRIO TU PARLI DI INGIUSTIZIA?! VUOI FAR SPARIRE IL MIO PICK-UP COME SE NULLA FOSSE! VORREI RICORDARTI CHE QUEL PEZZO DI ROTTAME, MI HA PERMESSO DI RIPORTARE VOSTRA FIGLIA QUI SANA E SALVA! CI HA PRATICAMENTE SALVATO IL CULO! E QUESTO È IL VOSTRO RINGRAZIAMENTO?! FARLO SPARIRE?! PER FARE SPAZIO ALLA BATFIELDMOBILE DEI MIEI COGLIONI!”

Max iniziò a preoccuparsi per l'atteggiamento dell'amica. Certamente quella situazione non si sarebbe concluse bene.

“MODERA I TONI CHLOE, NON È QUESTO IL MODO DI CONVERSARE CIVILMENTE!” disse Ryan.

“AH, MA DAVVERO?! COSA VUOI FARE?! ME LO VUOI INSEGNARE TU PER CASO?! RYAN, IL GRANDE UOMO CHE SEMBRA TANTO COMPRENSIVO, MA CHE ALLA FINE APPENA PUÒ, TI METTE ALL’ANGOLO COSTRINGENDOTI A FARE CIÒ CHE NON VUOI! E SE DECICI DI NON ESEGUIRE UN SUO COMANDO, LO FARÀ LUI PER TE! PENSA A QUANTO È PREMUROSO!” disse con sarcasmo.

“CHLOE, IL TUO ATTEGGIAMENTO NON È ACCETTABILE!” disse Vanessa infervorandosi di più.

“QUINDI COSA FARETE ADESSO, MI METTERETE IN PUNIZIONE COME DEI BRAVI GENITORI?! VI VORREI RICORDARE CHE NON LO SIETE E NON LO SARETE MAI!”

“CHLOE ADESSO BASTA! È ORA DI FINIRLA! DEVI DARTI UNA CALMATA, OK?!” disse Ryan.

“E SE NON MI VOGLIO CALMARE, COSA FARAI?! CHIAMERAI DAVID?!”

“SI, HO INTENZIONE DI FARLO! HO GIÀ IL SUO NUMERO!”

“CAZZO, SEI STATO DAVVERO VEL...” Chloe si interruppe riflettendo. Poi riprese. “Hai... tu hai preso il numero dalla rubrica... del mio telefono. È COSÌ VERO?! ECCO PERCHÈ SEI RIUSCITO A OTTENERLO COSÌ IN FRETTA!”

Max guardò scioccata prima Chloe e poi suo padre. La ragazza non riusciva a credere che suo padre potesse arrivare a fare una cosa del genere.

“Papà... non l’hai fatto davvero. Giusto?!”

Ryan abbassò lo sguardo colpevole. Non rispose, per non dover mentire a sua figlia. Max rimase delusa dal comportamento di suo padre.

“ECCO CHI È TUO PAD...” Chloe si interruppe portandosi una mano sulla bocca.

“Chloe, che hai?” chiese Max preoccupata.

La ragazza corse al piano di sopra andando in bagno, giusto in tempo per vomitare. La seguirono tutti. Vanessa iniziò a pensare che Chloe fosse incinta. Ryan invece capì subito a cosa era dovuto quel vomito. Si girò verso sua figlia con sguardo inquisitore. Adesso sì che erano guai. I genitori imposero alle ragazze di non uscire di casa, e che ne avrebbero riparlato dopo quando sarebbero tornati dal lavoro. Chloe andò a farsi una doccia e tornò in camera sua per vestirsi, mentre Max era nella sua stanza con uno specchietto in mano a guardare il segno che aveva sul collo, sfiorandolo con le dita.


Che gran casino si è venuto a creare solo per questo. Come lo spiegherò ai miei? E il vomito di Chloe? Ormai avranno capito che ha bevuto. Ci metteranno in punizione. Come posso rimediare a tutto questo?


Dopo essersi rivestita, Chloe guardò in direzione del telefono. Si avvicinò prendendolo, indecisa su cosa fare.


Maledetto Ryan, è colpa sua tutto questo e anche di quella maniaca del controllo di sua moglie. Non ho altra scelta, devo farlo. Devo assicurarmi una via d’uscita da questo inferno, senza finirne in un altro. Sperando di avere un po’ di fortuna, non avrà cambiato numero.


Chloe riaccese il telefono. Il nervosismo cresceva sempre di più mentre il display prese vita. Dopo un attimo, vide il numero dei messaggi arrivati. Il telefono non emise nessun suono, a conferma che era stato accesso e non da lei, ma da Ryan. I messaggi presenti erano perlopiù di David. Quasi le si fermò il cuore. Scosse la testa, costringendosi a portare l’attenzione a quello che doveva fare. Aprì WhatsApp, iniziando a scorrere verso il basso sui nomi dei contatti. Alla fine trovò quello che cercava. Premette sulla chat di suo interesse digitando una sola parola.

Chloe: Ciao

Restò a guardare il display del telefono per un po’ perdendo le speranze. Forse la persona in questione aveva cambiato numero. Spense il telefono con l’intenzione di riaccenderlo più tardi solo per controllare se il suo contatto avrebbe risposto. Non aveva nessuna intenzione di leggere i messaggi di David. Era pure negazione la sua, ma in quel momento desiderava solo altro.

Max voleva parlare con Chloe, ma si sentiva terribilmente in imbarazzo e aveva paura. Chloe era sicuramente arrabbiata, quindi se la sarebbe presa anche con lei. Nonostante tutto, si fece forza andando da lei. Bussò alla sua porta. Chloe, dopo aver nascosto il telefono nel comodino, andò ad aprire.

“Posso entrare?” chiese Max con timore.

L' amica non rispose nulla facendosi da parte per farla passare, lasciando la porta aperta, visto che erano sole in casa. Si appoggiò con le spalle alla parete vicino alla porta con le braccia incrociate. Max si sedette sul letto con la testa bassa. Nessuna delle due parlò per un bel po’. Alla fine Chloe trovò il coraggio di dire qualcosa.

“Cosa fai qui?! Mi volevi dire qualcosa o dobbiamo continuare a starcene in silenzio?!”

Max alzò lo sguardo su di lei e Chloe non poté far a meno di vedere il segno del bacio in bella vista. Distolse subito gli occhi e Max fece lo stesso.

“Siamo nei guai Chloe...”

“Pff… e dov’è la novità?! Almeno per me! Per te invece sarà la prima volta in assoluto! Certo, che come inizio per mettersi nei guai, non è male!” disse Chloe indicando il segno sul collo dell’amica.

“Beh, non è stata colpa mia!”

“Si certo, è stata mia allora” rispose sarcastica.


Non immagini quanto Chloe. Forse non ricordi proprio nulla, ma io non penso ad altro ormai.


“Ieri eri ubriaca Chloe, parte della responsabilità di quello che è successo stamattina è anche tua!”

“Per fortuna ero io quella ubriaca Max! Se lo fossi stata tu, non ti saresti fermata a quello!” indicando ancora una volta il segno sul collo.

“Maledizione Chloe, è l’unica cosa a cui riesci a pensare in questo momento?!”

“Beh, se non fosse per quello, tutto questo casino non sarebbe mai successo!”

“Sei tu quella che ha bevuto ieri e si è messa a vomitare nel cesso, non io! E sei stata ancora tu a esagerare con i miei, mettendoti a urlare!”

“Non riesco a crederci, li stai difendendo?!”

“No Chloe!”

“Ah no?! Strano, a me sembrava proprio il contrario invece!”

“Anche loro hanno sbagliato con te! Ti hanno imposto qualcosa che non volevi e poi...”

“Già, e poi tuo padre ha violato la mia privacy, come David!”

“Le sue intenzioni erano...”

“E no Max, non dire che lo ha fatto a fin di bene! Doveva chiedermi il permesso!”

“Lo so e odio il suo gesto, ma credo che in questo periodo siamo tutti un po’ nervosi e finiamo per fare cose che non dovremmo!”

“Cazzo, adesso sembri lui!”

“Chloe, ti prego!”

Chloe scosse la testa e poi la guardò. “È stato lui vero?!”

“Cosa?! Di che parli?!”

“Lucas, è stato lui a farti quello?” indicando per l’ennesima volta il segno.

“Fin dove ricordi Chloe?!”

“Cosa?! Ieri dici?! Beh... fino all’arrivo della sorella di Lucas, quella iena. Ma ho comunque ricordi confusi, perché me lo chiedi?!”


E ora cosa le dico? Non posso dirle che è stata lei, altrimenti peggioro la situazione.


“S-si... è stato lui”.

Chloe se lo aspettava già, ma per strane ragioni a lei ancora ignote, sentirlo confermare direttamente dalla ragazza, la ferì. Annuì con la testa.

“Bene. Tu e lui... state insieme ora... o era solo...”
Max la guardò sorpresa. “No Chloe, è solo successo! Anche lui era ubriaco! Ti giuro che non c’è nulla tra noi!”


Dannazione, devo mettermi in contatto con Lucas per dirgli tutto. Mi dispiace metterlo in questa situazione, ma non ho altra scelta. Gli devo una spiegazione, soprattutto se Chloe gli chiederà qualcosa. Oppure potrei non dirgli nulla, dopotutto poteva succedere per davvero, visto che era ubriaco anche lui. No, non posso mentirgli, devo dirgli tutto.


A un tratto un po’ infastidita chiese a Chloe: “E poi perché dovrei giustificarmi con te?!”

Quelle parole dette da qualcun altro l’avrebbero fatta incazzare, ma non se a pronunciarle era Max. “Si, hai ragione... scusami… non sono affari miei questi”.

Max si sentì in colpa e alzandosi dal letto si avvicinò a lei, ma in quel momento Chloe si spostò per evitare la vicinanza di Max. Il ricordo del sogno che aveva fatto era ancora troppo presente.

“Ascolta Max, ti dispiace uscire dalla mia stanza?! Ho bisogno di stare un po’ da sola, se non ti dispiace!” disse Chloe senza nemmeno guardarla.

“Ok, Chloe!” rispose dirigendosi verso l'uscita, mentre Chloe la seguiva per chiudere la porta. Poi si fermò di colpo voltandosi verso di lei abbracciandola attorno alla vita. “Mi dispiace per i miei genitori”.

Chloe stava per ricambiare l’abbraccio, ma si fermò. Le ripassavano nella mente le immagini del sogno che continuavano a tormentarla, nonostante non voleva dargli peso. Quindi rimase immobile. Max, capendo cosa stava succedendo si allontanò lentamente, ricordando la sua amica pronunciare il nome di Rachel. Rimasero a guardarsi per un po’. Poi Max tornò nella sua stanza. Chloe chiuse la porta restando in ascolto. Appena sentì Max chiudere la porta della sua stanza, agì in fretta. Prese i soldi nascosti nel comodino insieme al telefono. Prese anche le chiavi del pick-up e uscì dalla stanza facendo attenzione a non far nessun rumore. Scese lentamente le scale aprendo la porta di casa. Si infilò nel pick-up e lo mise in moto. Al rumore di accensione del mezzo, Max guardò attraverso la finestra della sua camera. Di corsa uscì dalla sua stanza per raggiungerla. Quando uscì di casa, fece in tempo solo per vedere il retro del pick-up.

“CHLOE FERMATI!”

Chloe la vide attraverso lo specchio del retrovisore, farsi sempre più piccola mentre si allontanava.

“Mi dispiace Max, ma devo fare una cosa che tu non approveresti! Ne ho assolutamente bisogno!”

Max guardò l'amica allontanarsi. Di seguirla non se ne parlava, in mancanza dell’auto di suo padre e non poteva nemmeno riavvolgere, per non creare ulteriori casini.
 
Chloe raggiunse la casa di Lucas, parcheggiando nei dintorni e aspettando il rientro del ragazzo. Continuò a fumare per tutto il tempo di attesa, ripensando a quello che era successo.

Nel frattempo Max stava andando fuori di testa a casa. Temeva che Chloe se ne fosse andata via per sempre. Aveva una paura terribile che potesse succederle qualcosa. Riusciva a stare tranquilla solo se era nei paraggi, perché così poteva assicurarsi con i suoi stessi occhi che stesse bene. Un altro problema le venne in mente, i suoi genitori. Cosa avrebbe detto al loro ritorno se Chloe non si fosse ripresentata in tempo? Forse era il caso di chiamare suo padre, ma non lo fece. Considerava l’idea che Chloe potesse tornare da un momento all’altro prima dell’arrivo dei suoi. O almeno, così sperava.

Quando Chloe vide Lucas che stava tornando a casa, riaccese l’auto e si diresse verso di lui. Il ragazzo scese dall’auto e vide il pick-up fermarsi davanti casa sua. Chloe uscì dall’auto.

“Ehi Lucas!”

“Chloe, brutta stronza!”

Chloe rimase sbalordita dalla reazione del ragazzo. “Che hai detto?!”

“Oh avanti, non fare la finta tonda! Sai bene a cosa mi riferisco!”

“Mi dispiace deluderti, ma non lo so davvero!”

“Davvero?! Vieni con me allora, ti rinfresco io la memoria!”

Il ragazzo si fermò davanti alla saracinesca del garage, mostrando alla ragazza la scritta con il pennarello. “E adesso non dirmi che non è roba tua! Stamattina i miei mi hanno rimproverato fino a quando non sono uscito di casa! Ora mi tocca prima pulire questo schifo! Poi forse potrò ritornare dentro! Inoltre, posso uscire solo per andare a scuola!”

Chloe continuava a guardare la scritta con il pennarello. Un sorriso le comparve sul viso.

“Oh, ma bene! Certo, adesso ridici pure su! Tanto sono io a pagarne le conseguenze! Mi fa piacere sapere che lo trovi divertente!”

“Giuro che questa parte, non la ricordo! Però, sembra decisamente roba mia!”

“Certo che è roba tua!”

“Tua sorella ha capito che mi riferivo a lei?!”

“Sei incredibile! È questo ti preoccupa?!”

“Beh, se proprio devi essere punito, almeno spero ne sia valsa la pena!”

Lucas la guardò con la bocca aperta. “Vaffanculo Chloe!”

Il ragazzo si voltò per andare in casa.

“Aspetta Lucas, mi dispiace davvero! Se vuoi ti aiuto io a rimuoverlo, ok?!”

Il ragazzo la guardò stranito. “Lascia stare! Comunque, che cosa ci fai tu qui?! Sei venuta ad ammirare la tua opera d’arte, o a prenderti gioco di me?!”

“Ho bisogno del tuo aiuto”.

“Cosa?! Questo è davvero troppo!”

“No, davvero! Ieri sera doveva passare un tuo amico! Non ricordo come hai detto che si chiama!”

“Duncan! Il suo nome è Duncan! Perché ti interessa tanto?!”

“Ho capito da quello che avevi detto su di lui, che ha qualcosa di...”

Lucas la guardò con aria interrogativa. “Cosa vuoi dire?”

“Oh avanti Lucas, sai bene di cosa sto parlando. Mi serve un po’ di quella roba. Ti prego. Lo so che sei incazzato con me, ma ti prego aiutami. Ti prometto che se lo fai, sarò in debito con te”.

“Senti, dammi del tempo per organizzarmi. Lo chiamo e vedo se è disposto a incontrarti. Lui è molto cauto in queste cose. Non vuole finire nei guai”.

“Lucas, ti prego, mi serve ora! Non posso aspettare ancora! Potresti dirmi in che zona si trova, dove lo posso trovare! Farò finta di non sapere nulla di lui! Non gli dirò che mi hai mandato tu! Sembrerà una cosa casuale! Te lo giuro Lucas!”

Il ragazzo la guardò riflettendoci un po’ su. “Max lo sa che sei qui?”

“No, e non lo deve sapere!”

“Chloe...”

“Ti prego!”

“Aaaah e va bene, l'importante e che sparisci dalla mia vista!”

Le diede l’indirizzo e le indicazioni per trovare la strada, dove il ragazzo trafficava. Per fortuna la zona non era così distante dalla casa di Lucas.

“Grazie amico, a buon rendere”.

“Ci puoi contare che mi devi un favore”.

“Tutto quello che vuoi”.

Stava per risalire sul pick-up, ma si fermò e guardando il ragazzo. “Ti piace davvero?”

“Cosa?!” rispose il ragazzo confuso.

“Ascolta, non so che intenzioni hai, ma spero tu sia sincero. Trattala bene. Ti giuro che se scopro che le fai del male, ti cambierò i connotati”.

Lucas era ancora più confuso, mentre guardava Chloe allontanarsi. “Ma di che cazzo stava parlando?! Era già strafatta?!”

Alzò le spalle e tornò a pulire il disastro causato da Chloe.


I genitori di Max tornarono dal lavoro. La ragazza era seduta in salotto in attesa che la sua compagna tornasse. Appena i suoi genitori entrarono in casa, dopo aver parcheggiato entrambe le auto in cortile, Max scattò in piedi.

“Max, dove diavolo è il pick-up di Chloe?!” chiese suo padre.

“Papà, lei lo ha preso andando via. Non so dov’è. Sono preoccupata”.

“Non stai mentendo, vero Max?” chiese Vanessa, mentre Ryan era preoccupato per la ragazza.

“No mamma. Come puoi pensare che mentirei su una cosa del genere?”

“E tu dov’eri quando lei è andata via?” insistette la madre.

“Ero in camera mia. È uscita di nascosto”.

Ryan si passò una mano tra i capelli. “Ok, hai idea di dove possa essere andata?” chiese suo padre.

“No”.

“Ok, vado a fare un giro per vedere se riesco a trovarla”.

“Papà vengo anche io”.

“Te lo puoi scordare Maxine, sei in punizione” disse Vanessa.

“Mamma, non è una gita di piacere. Dobbiamo trovare Chloe”.

Poi rivolgendosi a suo padre. “Papà, possiamo passare da tutti i posti dove siamo state. Forse così la troveremo”.

Ryan, continuò a guardare sua figlia che era preoccupata. “Ok, sali in macchina”.

Così, partirono alla ricerca di Chloe.

 
Chloe scese dal pick-up dopo aver raggiunto la zona, dove abitualmente si trovava il ragazzo. Lucas le aveva fornito anche delle informazioni sull’aspetto di Duncan. All’ora di punta, c’era molta gente in giro. Passeggiava per la zona nella speranza di imbattersi in lui. Dopo quindici minuti di ricerca le speranze iniziarono ad affievolirsi. A un tratto sentì delle voci. Si girò per vedere da dove provenissero le voci. Vide tre ragazzi uscire da un negozio per tatuaggi. A quanto pareva uno di loro si era appena marchiato qualcosa. Chloe si diresse verso di loro davanti al negozio, fingendo di trovarsi a passare di lì per caso. Avvicinandosi si accorse che uno di loro poteva essere proprio il ragazzo che cercava. La descrizione fattagli da Lucas sembrava corrispondere. I ragazzi si stavano dirigendo verso il vicolo, vicino al negozio da cui erano usciti. Quando si infilarono nel vicolo, la ragazza passò davanti e vide uno di loro estrarre qualcosa da un marsupio, che dall’aspetto sembrava essere una busta trasparente con dell’erba. Chloe esultò dentro di sé. Bingo!

“Ehi!” disse la ragazza.

I tre ragazzi si voltarono verso di lei sorpresi.

“Salve!” continuò Chloe.

“Che cazzo vuoi tu?!” chiese con tono ostile uno di loro, che dall’aspetto non poteva essere Duncan.

Chloe era rimasta in silenzio e il ragazzo iniziò ad avvicinarsi minaccioso. “Per caso sei sorda o cosa?!”

Un altro ragazzo lo fermò bloccandolo mettendogli un braccio davanti, mentre guardava verso la ragazza.

“Duncan, questa ci metterà nei guai. Meglio risolvere la faccenda a modo nostro”.


Ed ecco Duncan. Finalmente ti ho trovato, sei difficile da rintracciare.


“E cosa vorresti fare?! Metterti contro una ragazza?! Non ti ho insegnato proprio niente allora! Vuoi ficcarti nei guai per caso?! Accomodati pure, ma lo sai che odio queste cazzate!”

Il ragazzo si ritirò avvicinandosi all’altro amico, che era rimasto indietro a osservare tutta la scena. Anche Duncan si voltò verso i suoi amici per andarsene.

“Ehi, aspetta!” disse Chloe.

Si fermarono tutti di nuovo a guardare Chloe. Duncan si avvicinò di un paio di passi. “Forse non hai ben capito la situazione. Ti sto dando la possibilità di andartene via sulle tue gambe. Non riuscirò a trattenerlo per sempre. Ora smamma!”

“No!” disse Chloe con fermezza mentre guardava dritto negli occhi il ragazzo.

Duncan era sorpreso dalla determinazione della ragazza. Si mise uno stecchino tra i denti e sorridendo guardò verso i suoi due amici che ridevano. Poi si girò di nuovo verso di lei. “Sei per caso in incognito? Sei qui per fare la spia per Rod?

Rod era un altro ragazzo che faceva da concorrenza a Duncan e che spesso aveva cercato in maniera del tutto inutile, di soffiargli i clienti e appropriarsi del quartiere dove Duncan era solito svolgere i suoi affari.

“Rod?! Non so chi sia. Non so nemmeno di cosa parli”.

“Secondo me è stata mandata dagli sbirri!” disse uno degli amici.

Chloe guardò verso Duncan. “Oh avanti, ti sembro una che lavora per gli sbirri?!”

“No, appunto! Puzzi di fregatura!” rispose l’altro amico.

“Ho bisogno un po’ di quello che hai nel marsupio. Posso pagarti in contanti e subito”.

“Ma sentila!” disse ridendo uno dei due amici.

Dopo averla osservata a lungo Duncan prese una decisione. “Ok ragazzi. Voi andate pure, ci vediamo in giro”.

Duncan iniziò ad avvicinarsi alla ragazza diffidente.


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“Beh, ci vediamo Duncan. Mi raccomando, almeno spassatela e poi ci racconti tutto” disse uno dei due ragazzi mentre ridendo si allontanò con l’amico.

“Si certo, come no. Complimenti per i capelli. Non passi di certo inosservata”.

“Ti assicuro che non è mia intenzione stare al centro dell’attenzione” rispose Chloe.

“Cosa vuoi da me? E come mai conosci il mio nome?”

“Stai scherzando vero?! Uno dei tuoi scagnozzi ti ha chiamato così!”

“Seguimi!” disse Duncan.

“Aspetta, dove andiamo?”

“Sbaglio o avevi detto che volevi qualcosa da me?”

“Si, quello che hai nel marsupio”.

“Questa non posso dartela”.

“Perché no?”

“Il perché sono affari miei. Sono io che faccio le regole qui, se non ti sta bene gira i tacchi e tornatene da dove sei venuta”.

“È solo che... ho lasciato la mia auto più in fondo. Io sono nuova da queste parti. Faccio un po’ fatica a orientarmi. Se vengo con te dopo non riuscirò a ritrovare l’auto”.

“Ok, allora fai strada, andremo con la tua auto. Mi auguro che sia vero, altrimenti mi incazzerò tantissimo”.

Chloe fece strada al ragazzo verso il suo pick-up. Quando arrivarono il ragazzo la sorpassò mentre lei si fermava.

“Ehi, siamo arrivati”.

Il ragazzo si voltò verso di lei guardando il pick-up. Poi guardando Chloe chiese: “Sul serio?! Questa è la tua auto?!”

“Beh... si. Qualcosa in contrario?”

“No, solo non riesco davvero a capire come possa mettersi in movimento questa bagnarola”.

“Si muove eccome. Monta su, se non vuoi fartela a piedi”.

Chloe guidava seguendo le indicazioni del ragazzo. Parcheggiarono davanti a una casa. Quando scesero dall’auto il ragazzo prese delle chiavi dalle tasche e si diresse verso la porta.

“Ehi, dove cazzo stai andando?”

“A casa”.

“E la mia roba?”

“È in casa, se ti aspetti che te la darò qui, sei fuori strada. A te la scelta”.

Chloe lo seguì rassegnandosi. “I tuoi non sono in casa?”

“Pff… non preoccuparti”.

Quando entrarono in casa il ragazzo iniziò a salire le scale per andare al piano di sopra. Chloe lo stava seguendo, ma lui la fermò. “No, tu aspetta qui!”

Chloe allora ne approfittò per prendere la busta contenente i soldi dalla parte posteriore dei pantaloni. Prese qualche dollaro infilandosi nelle tasche. Poi rimise al suo posto la busta. Visto che il ragazzo ancora non scendeva Chloe diede un’occhiata in giro. La casa era molto semplice e aveva urgente bisogno di pulizie. Su un tavolinetto c'era un cerchio perfetto che stava a indicare che vi era appoggiato un bicchiere una volta. Tutto intorno polvere. Ce n’era così tanta, che si poteva scrivere passandoci un dito sopra. Sembrava mancare proprio il tocco femminile in quella casa. Sui mobili non c’era traccia di nessuna foto o altro. Il ragazzo scese proprio in quel momento.

“Ecco qua” disse il ragazzo porgendole una busta.

“Quant’è?” chiese Chloe non fidandosi.

“Dieci grammi. Cosa c’è, non ti fidi per caso?” chiese sorridendo il ragazzo che le prese il sacchetto dalle mani.

“Vieni con me ragazza”.

“Mi chiamo Chloe”.

“Ah, bene”.

Andarono in cucina dove c’era una piccola bilancia. Pesò davanti a lei l'erba. Risultavano essere davvero dieci grammi.

“Ora ti fidi?”

“Si!”

“Se ne vuoi di più dovrai attendere. Il resto è tutto prenotato. Se invece ne vuoi di meno, posso rimediare”.

“No, va bene così, quanto ti devo?” chiese Chloe impaziente di poterne fumare un po’.

“Duecento dollari”.

Chloe tirò fuori dalla tasca i soldi. Aveva messo in tasca trecento dollari. Diede i soldi al ragazzo, mentre lui la guardava sorridendo.

“Cos’è, hai rapinato una banca per caso?”

“Più o meno. Hai anche delle cartine?”

“Si, ma anche quelle hanno un prezzo. Comunque… facciamo così. Visto che sei una mia nuova cliente. Ti faccio un buon prezzo per tutto. Ti restituisco cinquanta dollari e ti do anche delle cartine”.

Il ragazzo non stava scherzando. Le consegnò le cartine e le restituì cinquanta dollari.

“Sei fortunata oggi”.

“Beh, grazie Duncan. Senti conosci qualche posto tranquillo per poter fumarne un po’ senza essere scocciata?”

Il ragazzo allargò le braccia. “Ci sei già!”

“Qui, in casa tua?” chiese sorpresa la ragazza.

“Mi casa es tu casa. Però andiamo in camera mia a fumare”.

“E se rientrano i tuoi?”

“Mio padre torna tardi la sera”.

“E tua madre?”

“Allora, sali o no?” chiese il ragazzo iniziando a salire le scale. Chloe si decise a seguirlo nella sua stanza. Dopo essere entrati, Chloe si sedette a terra per iniziare a prepararsi una canna, ma il ragazzo la fermò prendendo un’altra busta d’erba e altre cartine.

“Usa la mia”.

“Sei troppo gentile, non è che ti aspetti qualcosa in cambio vero?”

Il ragazzo cominciò a ridere. “Mi piaci Chloe, davvero. Sei uno spasso e sei molto determinata. Mi piacciono le persone così. E no, non mi aspetto nulla, a meno che tu…”

“Puoi scordartelo!

“Posso farti una domanda?” chiese il ragazzo.

“Spara”.

“Da quando non fumi?”

“Un bel po’, ora ne avevo un estremo bisogno”.

“Giornata di merda?”

“Fosse solo una!”

A un tratto si sentì lo stomaco di Chloe brontolare. Non aveva fatto colazione e iniziava ad avere un po’ di fame. “Cazzo!”

“Ehi, non vorrai fumare quella a stomaco vuoto? Aspetta”.

Il ragazzo andò di sotto, tornando con un paio di coca cola e due buste di patatine. Le passò a Chloe.

“Continuo a pensare che vuoi fregarmi” disse Chloe al ragazzo.

Duncan rise. “Ancora con questa storia? Rilassati, se avevo questa intenzione lo avrei già fatto”.

“Non mi fido della gente”.

“Beh, allora sappi che non sei l’unica. Dovrei essere preoccupato più io che tu. Insomma, ti ho portato a casa mia e ti ho venduto dell’erba. Potresti fregarmi in qualunque momento”.

“Io non frego la gente. Sono gli altri a fregare me”.

Si guardarono un attimo e poi iniziarono a divorare le patatine e bere le loro bibite.


Nel frattempo Ryan e sua figlia andavano in giro per le strade di Seattle. Passarono per tutti i luoghi che Max aveva visitato in compagnia di Chloe e degli amici. Non riuscivano a trovarla da nessuna parte. La ragazza tirando fuori il suo telefono chiamò Kristen e Fernando. Nessuno dei due aveva visto la sua amica. Si fece dare il numero di telefono di Lucas da Fernando. Chiamò anche lui. Il ragazzo era ancora indaffarato a cercare di rimuovere l’inchiostro di pennarello dalla saracinesca del garage. La sorella ogni tanto trovava qualche scusa per uscire fuori di casa, per prendere in giro suo fratello.

“Fratellone, quando finisci puoi passare anche dalla mia stanza? Ha bisogno di una ripulita” disse la sorella mentre rientrava ridendo in casa.

“Fanculo!”

Suonò il suo telefono e rispose subito. “Pronto?”

“Lucas?”

“Chi parla?”

“Sono Max”.

Il ragazzo rimase in silenzio per un attimo.

“Lucas?”

“Eh? Oh, Max scusami. Come hai avuto il mio numero?”

“Fernando”.

“Ah, capisco. Dimmi tutto Max”.

“Ascolta Lucas, non è che per caso hai visto Chloe da qualche parte?”

“Chloe?”

“Si”.

Il ragazzo mentì ricordando cosa le aveva detto Chloe. Max non doveva saperne nulla. Tra l’altro non poteva dirle che le aveva indicato il posto dove recuperare dell’erba.

“No, non l’ho vista”.

Max emise un sospiro. “Ok Lucas, scusami se ti ho disturbato”.

“No, figurati”.

“Ci sentiamo, a presto”.

“A presto Max”.

Riattaccò odiandosi per aver mentito a Max. “Fanculo Chloe”.


Max e suo padre tornarono a casa decidendo di aspettare lì. Parcheggiarono l’auto in garage, per lasciare dello spazio per il pick-up di Chloe, in caso tornasse da sola a casa. Se non lo avesse fatto, avrebbero chiamato David e la polizia.


Chloe e Duncan avevano cominciato a fumare, ridendo alle continue cazzate che sparavano. “Cazzo, avevo dimenticato questa sensazione” disse Chloe sdraiandosi a terra.

Anche Duncan era disteso a terra.

“Senti, se vengono i tuoi li facciamo unire a noi” proseguì Chloe.

Duncan scoppiò a ridere. “Non sarebbe una cattiva idea, ma non è possibile”.

“Perché no?” disse ridendo Chloe.

“Te l’ho detto. Mio padre torna sempre tardi dal lavoro”.

“E tua madre?”

Ci mise un po’ a rispondere. “E mia madre non tornerà mai più”.

Chloe si alzò sugli avambracci e guardò davanti a sé in direzione del ragazzo passandogli lo spinello. Lui si alzò a sedere incrociando le gambe prendendolo e facendo un altro tiro.

“Come mai?”

“È morta... qualche anno fa…”

“Cazzo! Mi dispiace davvero tanto Duncan. So bene come ci si sente” disse Chloe ripensando a sua madre.

“Si certo” disse il ragazzo non immaginando che lei avesse subito la stessa perdita e anche molto di più.

“Siamo rimasti solo io e mio padre. Lui per la maggior parte del tempo è assente. Non che la cosa mi dispiaccia. Con lui non vado molto d’accordo e ultimamente le cose stanno peggiorando. Da quando lei se ne andata lui si butta nel lavoro per non pensarci e quando passiamo del tempo insieme o litighiamo o ci ignoriamo totalmente. Per lui sono soltanto una delusione, un fallito buono a nulla. Mamma aveva dei grandi progetti per me. Voleva diventassi avvocato e lo volevo anche io. Invece eccomi qui a spacciare”.

“Hai mollato gli studi?”

“Si! Per me non aveva più alcun senso continuare. La stessa cosa vale per mio padre. Quando ho mollato tutto non ha fatto una piega. Non ha detto nemmeno mezza parola, assolutamente niente” disse il ragazzo scuotendo la testa al ricordo.

“Io li ho persi entrambi e non passa un solo giorno in cui non pensi a loro”.

Duncan la guardò sorpreso. “Mi dispiace, non immaginavo che anche tu ti trovassi nella mia stessa situazione. Adesso che ci stai?”
“Vivo con la famiglia di una mia amica”.

“Non hai altri parenti?”

“Si, ma non li ho cercati e loro nemmeno quindi mi sta bene così. Forse perché pensano che sia morta stecchita da qualche parte o perché ho un patrigno che può occuparsi di me. Non saprei”.

“Un patrigno?!”

“Dopo la morte di papà, mia madre ha trovato qualcun altro e si è risposata”.

“Ah, capisco”.

Si erano appena conosciuti ma nonostante questo sembrava che si conoscessero da sempre. Forse era dovuto alle loro esperienze molto simili. Infatti, i due ragazzi avevano in comune molte più cose di quanto si potesse immaginare. Quindi trovarono estremamente facile confidarsi e sfogare la loro rabbia e la frustrazione per una vita che li avevi messi a dura prova fin troppo presto. Continuarono a parlare delle loro vicende famigliari ancora per un po' condividendo il loro dolore. Quando arrivò il momento di ritornare a casa, il ragazzo accompagnò Chloe al suo pick-up. La ragazza saltò al posto di guida lasciando lo sportello aperto. Il ragazzo si appoggiò sullo sportello con le braccia appoggiandosi con il mento sopra.

“Duncan, grazie di tutto. Credevo fossi un coglione e invece...”

“Oh, ma io lo sono eccome. Me lo dicono tutti quindi penso ci sia un fondo di verità”.

“E tu lasciali parlare”.

Duncan le sorrise dandole un saluto con il pungo. Chloe ricambiò il gesto. Il ragazzo chiuse lo sportello e si allontanò un po’ dall’auto.

“Alla prossima Chloe”.

“Ci puoi contare Duncan”.

Duncan sorrise mentre vedeva il pick-up allontanarsi. Non gli era mai successo di aprirsi così facilmente con nessuno. La morte della madre era un argomento che evitava a tutti i costi per il profondo dolore che provava dopo, ma con Chloe era stato diverso. Si sentiva più leggero, come se si fosse liberato un po' dal peso che aveva sul cuore. Forse perché lei più di tutti poteva comprendere il significato di perdere qualcuno di caro. Anche per Chloe fu la stessa cosa. Dopo la giornata pessima che aveva avuto, parlare con qualcuno che la capisse la faceva star meglio. A volte era più semplice parlare con un estraneo piuttosto che con qualcuno che si conoscesse. In questo modo poteva parlare liberamente senza rischiare di ferire l’altro, addossandogli il proprio dolore.


Chloe tornò a casa Caulfield sapendo già cosa l’aspettava, ma non le importava nulla. Dopo aver fumato si sentiva meglio. Parcheggiò nel cortile recuperando la sua roba, infilandola nella tasca interna della giacca. Entrando in casa si accorse che erano tutti in attesa che tornasse. Non le interessava di cosa potessero pensare o dire i Caulfield. Ma quando i suoi occhi incontrarono quelli di Max fu tutta un’altra storia. Lo sguardo di Max era di preoccupazione all’inizio e di rabbia e delusione poco dopo. Si alzò dal divano salendo in camera sua sbattendo la porta. Chloe si sentì in colpa, avanzò verso le scale senza guardarsi indietro. La voce di Ryan la raggiunse alle spalle.

“Domani ne parleremo Chloe. Adesso hai davvero esagerato”.

“Accetterò qualunque punizione” disse Chloe senza voltarsi proseguendo per la sua strada, lasciando sorpresi i due genitori.

Quando arrivò sul pianerottolo, si fermò guardando la porta della stanza della sua amica. Poi andò nella sua camera nascondendo l’erba e i soldi dietro la scrivania. Si sedette sul letto al buio. Prese il suo telefono e lo accese per controllare se aveva ricevuto risposta al messaggio inviato. Ma non c’era nulla. Lo spense e si mise a letto nella speranza di riuscire a dormire senza visite poco gradite.
 
Max nella sua stanza era seduta sul letto tenendosi le ginocchia strette al petto. Era triste, ma nello stesso tempo molto arrabbiata con Chloe.


Come ha potuto farmi una cosa del genere? Non ha la benché minima idea di quanto sono stata in pensiero per lei. È la solita egoista di sempre, non cambia mai. Non porta rispetto per i sentimenti altrui, se ne infischia totalmente. Beh... questa volta non gliela faccio passare liscia.
 


Giovedì 21 Novembre 2013

Erano passati ormai dieci giorni dalla fuga di Chloe. Le due ragazze, come era prevedibile, finirono in punizione. Chloe, per essersi ubriacata, per l’atteggiamento avuto nei loro confronti e per essere uscita senza permesso, non rivelando dove andava facendo preoccupare tutti. Max invece, per non aver avvisato i genitori subito dopo la fuga di Chloe, e per il dubbio assurdo che avesse bevuto degli alcolici a casa di Lucas. Secondo i Caulfield, era la risposta più sensata al segno sul collo. Niente di più errato. Se solo avessero saputo a chi apparteneva veramente quel bacio, molto probabilmente avrebbero messo delle sbarre di acciaio davanti alle porte delle loro camere. Alle ragazze venne imposto di pulire e tenere in ordine tutta la casa in loro assenza, quando erano a lavoro. Inoltre, era stato vietato loro di uscire con gli amici. Però, per un’ora al giorno, avevano la possibilità di utilizzare i loro telefoni per chiacchierare con loro. Max era in disaccordo con le punizioni ricevute insieme all'amica. Lo trovava troppo assurdo considerando che non erano più delle bambine. A questo Vanessa rispose che avrebbero dovuto dimostrarlo con i fatti e che anche se erano delle adulte, c'erano regole da seguire per il quieto vivere di tutti. Anche Chloe aveva cominciato a tenere il telefono acceso per richiesta degli amici. Max dal giorno della fuga, smise di rivolgere la parola all’amica. Questo succedeva anche tramite telefono. I ragazzi avevano creato una chat di gruppo dal nome “Gli Esiliati di Seattle”. Il nome era stato appositamente scelto da Chloe, con grande approvazione di Lucas e Kristen. Infatti, Lucas era stato messo in punizione a causa dell’opera d’arte sulla saracinesca del garage, lasciata da Chloe. Kristen invece, a causa delle ore piccole dovute alla serata, non si era svegliata in tempo per andare in orario a scuola. Gli unici a non finire in qualche tipo di punizione, erano stati Jennifer e Fernando. Chloe tentava tutti i giorni di riavvicinarsi a Max, non ottenendo nessun risultato. Max non ne voleva sapere di perdonarla. A Chloe pesava molto di più il silenzio dell'amica, anziché la punizione dei Caulfield. Ryan alla fine aveva deciso di non liberarsi del pick-up della ragazza, parcheggiandolo in garage. Le due auto dei Caulfield, la Chevrolet Cruze nera e la Volkswagen golf bianca di Vanessa, erano entrambe in cortile. Per quanto riguardava la faccenda di David, Ryan aveva deciso di concedere più tempo a Chloe di mettersi in contatto con il patrigno. In caso non lo avesse fatto entro un certo periodo, avrebbe provveduto personalmente. Chloe, aveva letto anche tutti i messaggi che le erano stati inviati da David, ma non aveva risposto. David invece, rassegnandosi all’idea che Chloe non ce l’avesse fatta, non si rese nemmeno conto che i suoi messaggi risultavano visualizzati. Quella sera le ragazze erano nelle loro stanze alle prese con i loro telefoni. Max sdraiata sul letto stava ascoltando della musica. Chloe invece, fissava il messaggio mandato giorni fa al suo misterioso contatto. Risultava ancora non visualizzato. A un tratto arrivò il segnale di un messaggio nella chat degli Esiliati. Era Lucas che chiedeva attenzioni.

Lucas: Ehi ragazzi
  • Ci siete?
Jennifer: Per te sempre
  • Ah... ma sei Lucas
  • Allora scusami ma ho molto da fare
Lucas: Esattamente cosa?

Jennifer: Vedere quel film porno che mi hai consigliato l’altro giorno 😂

Lucas: Non ti ho consigliato nessun film
  • Sei sempre la solita 😠
Jennifer: 😂

Chloe: Ci sono e ci faccio anche

Jennifer: Non ne dubito Chloe 😂

Kristen: Ehilà

Max: Ciao

Jennifer: Ciao ragazze, come prosegue il vostro esilio?

Kristen: Il mio è finito finalmente

Chloe: Il nostro ancora no
  • E di questo passo non credo finirà mai.
Jennifer: Come stai Max?

Max: Bene

Jennifer: Diretta e concisa 😅

Chloe: Beata te Kristen
  • Io sto scontando due punizioni
Kristen: Non dirmelo…
  • Ancora non vi parlate?
Chloe: È lei che mi ignora
  • Pensa che ormai parlo con il mio cuscino fingendo che sia lei.
Jennifer: 😂

Kristen: Max, non essere così dura con lei

Lucas: Secondo me se lo merita.

Max: Allora c’è qualcuno dalla mia parte.

Chloe: Non c’è da sorprendersi che prendi le sue parti Lucas…
  • Considerando gli eventi...
Jennifer: Quali eventi?🤔

Kristen: Non ho capito.

Lucas: Nemmeno io 😕

In quel momento Max mandò un messaggio in privato a Lucas.

Max: Lucas, te lo spiego non appena avremo la possibilità di vederci. Per adesso sorvola.

Lucas: Va bene, ma è successo qualcos’altro?

Max: Si, ma ne parleremo a quattrocchi.

Lucas: Ok

Poi ritornarono nella chat di gruppo.

Jennifer: Ma dove siete finiti tutti?

Kristen: Io sono qui

Chloe: Io sto parlando con il cuscino

Kristen: LoL

Jennifer: 😂

Chloe: Jenny, la pianti con quelle emoji?

Jennifer: A me piacciono.

Chloe: JennysCan che abbaia non morde, smettila con quelle emoji.
  • È da sfigati usarle.
Fernando: Ehi ragazzi, eccomi qui.
  • Scusate il ritardo.
Lucas: Parli di sfigati e chi compare? Lui... 😂

Jennifer: Chloe, non mi piace il nome che mi hai affibbiato.

Fernando: Lucas, parla per te.

Kristen: Fernando, ma dov’eri?

Chloe: Ne troverò di meglio Jenny
  • Puoi contarci
Lucas: 😂

Fernando: Ero al bagno.

Jennifer: Potrei chiederti cosa stavi facendo, ma non lo farò.
  • Visto che sei cugino di Lucas, penso di saperlo già. 😂
Lucas: 😑

Fernando: (-_-)

Chloe: Max...

Lucas: Sei una causa persa JennysCan che abbaia non morde. 😂

Fernando: 😂

Kristen: Ragazzi la finite?

Chloe: Max, non puoi continuare a fare l’asociale solo perché ci sono io.

Jennifer: Lucas, a proposito di cani che abbaiano.
  • Elvis mi ha detto di salutarti e non vede l’ora di rivederti per un incontro ravvicinato. 😂
Fernando: Che schifo 😂

Kristen: Darle dell’asociale non ti farà guadagnare punti Chloe.

Lucas: Infatti…
  • Al massimo te li farà mettere i punti. 😂
Jennifer: Ragazze, capisco che avete i vostri problemi, ma sono passati già diversi giorni.
  • Non credete che sia ora di riappacificarvi?
Fernando: Quindi se un giorno organizziamo qualcosa tutti insieme, voi venite separate? O non venite affatto?

Chloe: Fefè, chiedilo alla tua amica.

Fernando: QUANDO IMPARERAI IL MIO NOME?!😠

Jennifer: 😂

Chloe: Max Max Max Max Max Max...

Kristen: Nemmeno prenderla a sfinimento ti aiuterà Chloe.

Chloe: Allora che faccio, la prendo a sberle?

Jennifer: Mi viene una battuta spontanea, ma non la dico. 😂

Lucas: Già la immagino, sei squallida.

Kristen: Ragazzi, non state aiutando.

Lucas: Io ho la soluzione ed è il motivo per cui vi ho contattato.

Jennifer: E sarebbe? Una chat erotica di gruppo? 😂

Lucas: ...

Kristen: Sei incredibile Jenny...

Fernando: 😂

Chloe: Maaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaax

Lucas: Dopo domani è il compleanno di mia sorella e i miei mi hanno ordinato di fare da vedetta mentre loro sono via. Mi è stato concesso di invitare qualcuno dei miei amici e ho pensato a voi. Che ne dite?

Jennifer: Tua sorella? Quella ragazza così dolce che mi verrebbe voglia di investirla con la mia auto?

Lucas: Mettiti in fila e aspetta il tuo turno Jenny.

Kristen: La mia punizione è finita quindi credo di poter venire.

Fernando: Per me va bene.

Max: Io sono ancora in punizione, non so se potrò venire.

Chloe: Forse vorrai dire che “siamo in punizione”.

Jennifer: Per me va bene, anche se siete pessimi mi mancate. 😭

Lucas: Max, chiedi ai tuoi se potete venire.

Max: Ci provo, ma non prometto nulla.

Chloe: Ok ragazzi, voi continuate pure senza di me. Qui dentro sono di troppo.

Jennifer: Chloe, ma che dici?

Fernando: Ma si può sapere che avete voi due?

Kristen: Max...

Max: Cosa?

Lucas: Mi auguro che non farete così anche alla festa di compleanno.

Jennifer: Chloe…

Kristen: Vi prenderei entrambe a testate.

Fernando: Le uccideresti così.

Lucas: 😂

Jennifer: Ragazzi io vado a guardare un film vi saluto.

Kristen: Anche io vi auguro buona serata.

Fernando: Io vado a stendere Jin Kazama.
  • A presto
Lucas: Allora vado pure io. Mi raccomando Max, fammi sapere se siete dei nostri.

Max: Ok

Lucas: Ciao a tutti

Max: Ciao

Dopo che tutti uscirono dalla chat, Max ricevette dei messaggi in privato. La ragazza li visualizzò, ma non rispose.

Chloe: Max...
  • Se i tuoi decidono di lasciarci libere, non vengo alla festa.
  • É questo che vuoi?
  • Lo so che ho sbagliato, ok? Non avrei dovuto darmi alla fuga.
  • Mi dispiace…
  • Che devo fare per farmi perdonare?
  • Ora basta. Conto fino a tre, se a due non rispondi a uno sono dietro la porta della tua stanza.
Max iniziò a preoccuparsi. Chloe era capace di andare nella sua stanza e se i genitori se ne fossero accorti, la punizione non sarebbe mai finita.

Max: Non farlo

Chloe: Ok, ora posso finalmente darmi pace, buonanotte.

Max: ...
  • Tu sei completamente matta.
Chloe: Volevo solo che mi rispondessi.
  • Ora so di avere qualche possibilità di essere perdonata e mi basta.
Max: Continuo a pensare che sei fuori di testa.

Chloe: E io continuo a pensare di volerti un bene dell’anima.

Chloe riuscì a strapparle un sorriso.

Chloe: Sei ancora lì?

Max: Si.

Chloe: Non ti sembra strano dover comunicare tramite chat, quando potremmo tranquillamente parlare a tu per tu?

Max: È colpa tua

Chloe: Ma se io ora venissi di nascosto in camera tua senza fare nessun rumore, sarebbe un problema?

Max: Non provarci nemmeno.

Chloe: Per poco tempo...

Max: No

Chloe: Mi manchi...

Max avrebbe voluto rispondere che mancava anche a lei, ma non poteva. Questo avrebbe offerto un incentivo a fiondarsi nella sua camera.

Max: Meglio che ci mettiamo a dormire.

Chloe: Ok... a domani Max...

Max: A domani

Questa volta fu Chloe a sorridere.

 
Venerdì 22 Novembre 2013

Il mattino seguente le ragazze scesero per la colazione. Max stava trovando il coraggio di chiedere il permesso ai suoi di andare alla festa. Si aspettava un no come risposta.

“Mamma, Papà...”

I genitori la guardarono in attesa.

“Ehm... ieri sera gli altri ci hanno chiesto di partecipare a una festa di compleanno. Volevo sapere se per caso potevamo andarci”.

“Uhm... siete ancora in punizione voi due” disse Vanessa.

“Io vorrei soltanto dire che Max non ha bevuto alla festa di Lucas. Non meritava quella punizione” disse Chloe.

“Chloe, Max è stata punita anche per altre ragioni”.

“Ok, però sempre per colpa mia. Per ciò che ho fatto io. Non voglio che lei paghi anche per me. Quindi se volete tenermi in castigo, va bene. Ma lei no, non è giusto”.

I Caulfield si guardarono.

“Beh... è già passata più di una settimana. Hanno rispettato tutte le regole, non dando problemi. Credo che hanno imparato la lezione. Giusto?” disse Ryan.

“Si...” disse Max.

“Ok, dichiariamo ufficialmente scontata la vostra punizione. Questo però non significa che potete fare quello che vi pare” disse Ryan.

“E per la festa?” chiese Max.

“Di che festa si tratta?” chiese Vanessa.

“Il compleanno della sorella di Lucas”.

A sentir pronunciare quel nome Vanessa fece una faccia strana. Forse per via del bacio.

“Saranno presenti anche i loro genitori?” chiese Ryan.

“A dire il vero no, ci sarà Lucas per tenere d’occhio la festa”.

“Oh cielo!” disse Vanessa portandosi una mano alla testa.

“Mamma, anche Lucas è stato messo in punizione dai suoi genitori. Non sono degli sprovveduti”.

“Ok. Facciamo così. Usiamo questa festa per mettervi alla prova. Per controllare se avete recepito bene il messaggio. Vi daremo fiducia, ma non fatecene pentire” disse Vanessa.

Così Max contattò i suoi amici per avvisarli della loro presenza alla festa. Decisero di fare un regalo di gruppo. Ci avrebbe pensato personalmente Lucas. Giorni addietro la sorella aveva messo gli occhi su un completo attraverso la vetrina di un negozio di abiti firmati. Il completo era provvisto di maglietta, pantaloni, giacca e cintura.


I genitori erano andati a lavoro e alle ragazze era rimasto il compito di mettere a posto la cucina. Quando Max scese di sotto, l’amica stava lavando i piatti e posate della loro colazione. Chloe la guardò non sapendo se poteva rivolgerle la parola o meno. Poi fece un tentativo.

“Ehm... allora, hai avvisato Lucas?”

“Si, ha detto anche che provvederà lui per il regalo a cui contribuiremo tutti”.

“Bene...”

Max prese la bottiglia di succo d’arancia e il latte conservandole in frigo. Poi guardò verso la ragazza. “Ti do una mano”.

“No, faccio io Max. Tu rilassati pure”.

“Ok!”

Max andò a sedersi sul divano accendendo il televisore sintonizzandosi su un programma musicale. Quando Chloe finì di pulire tutto. Si avvicinò lentamente al divano senza sapere cosa fare. Se sedersi vicino alla sua amica o meno. Poi si decise e prese posto accanto a lei. Poi si voltò verso Max.

“Max...”

“Mmh?”

“Mi dispiace tanto per essere scappata via. Non avrei dovuto farlo. Sei stata messa in punizione a causa mia. Sembra che qualsiasi cosa faccia, finisca per coinvolgerti e metterti nei casini. Non ho pensato alle conseguenze del mio gesto”.

“Non mi importa niente della punizione Chloe! Possibile che tu non lo capisca?! Ero preoccupata per te!”

"Si Max, lo so che..."

"No Chloe, non lo sai invece! Se tu fossi realmente consapevole di come mi sento ogni volta che non ti vedo in giro, non ti comporteresti così! Io ero terribilmente preoccupata! Temevo che potesse succederti qualcosa! Ti ho già vista morire e non voglio riviverlo mai più un momento del genere! Dopo aver fatto la mia scelta al faro, non posso più permettere che ti succeda qualcos’altro! Altrimenti quel sacrificio sarà stato del tutto inutile!”

"A proposito di questo. Volevo dirti che non dovresti più riavvolgere il tempo, neanche se dovesse succedermi qualcosa…”

"Chloe…"

"No Max, ascoltami bene! Quella scelta che hai fatto, ha avuto delle forti ripercussioni su di te! Non voglio che ti ritrovi a dover scegliere di nuovo tra me e qualcun altro! Stai portando un peso troppo grande...”

“Chloe, se tornassi indietro farei di nuovo la stessa scelta!”

“Senza sensi di colpa Max?! Riusciresti a farlo senza problemi?! Come se niente fosse?!"

Max, rimase in silenzio tenendo lo sguardo basso.

“Max, io non voglio che tu stia male a causa mia. Non posso permetterlo. E non voglio nemmeno vedere un’altra catastrofe che metta fine a migliaia di vite solo per salvare me”.

"Tu sei la mia priorità! Lo sarai sempre, soprattutto dopo quello che è successo! Non voglio più parlarne!”

“Max, non puoi...”

"Chloe, ti prego!” disse Max con voce tremante che minacciava una crisi di pianto da un momento all'altro.

"Max!"

Chloe si avvicinò abbracciandola, accantonando ancora una volta quell'argomento. Inoltre, le era mancata troppo per crearsi problemi anche in merito al sogno che aveva fatto su di lei. Max ricambiò l’abbraccio, spazzando via in un attimo il ricordo di quello che era successo tra loro. Ricordo, che apparteneva soltanto a lei. Erano riuscite così, dopo diversi giorni fatti di silenzi, ad abbattere il muro che si era venuto a creare tra loro. Quella sera, dopo aver terminato la loro cena, erano rimaste in camera di Max a guardare un film. Beh, più che altro Max, visto che la sua amica aveva sempre avuto il vizio di addormentarsi. Ogni tanto Max le dava una gomitata e lei sussultava un po’. Alla fine Max mise via il computer e tornò a letto. Chloe si svegliò per l’ennesima volta.

“È già finito il film?” disse Chloe con voce impastata dal sonno.

“Tu che dici?”

“Dico di sì. Comunque non male”.

“Ma se hai dormito per quasi tutto il tempo”.

“Appunto. Un bel film che concilia il sonno”.

Max diede un’altra gomitata all’amica.

“Ahia!”

“Vuoi restare qui a dormire?” chiese Max senza pensarci, pentendosi un attimo dopo.

“Non mi dispiacerebbe affatto. Al pensiero di dover alzarmi e camminare fino alla mia stanza mi sento male” disse Chloe sbadigliando.

“Esagerata come sempre. Non è così distante la tua stanza”.

“Certo, perché non sei tu a doverci arrivare”.

“Ok, resta. Però non russare”.

“Cosa?! Io non russo!”

“Si certo, come no. Vorrà dire che la prossima volta ti registrerò e lo farò ascoltare a tutti”.

“Malvagia!”

Max rise. “Allora... buonanotte Chloe”.

Max si voltò alla sua destra dando le spalle alla sua amica.

“Buonanotte Max” disse Chloe guardando verso di lei.


Chloe mi è mancata così tanto che non ho nemmeno pensato a cosa le stavo chiedendo. Speravo che non accettasse di rimanere a dormire qui per paura. Ma di cosa poi? Forse mi sto facendo troppi problemi, non mi devo far condizionare da quello che è successo nella sua stanza.


 
Temevo che Max non mi avrebbe mai perdonato. Era davvero molto arrabbiata e delusa. Glielo letto negli occhi quando sono tornata dalla mia fuga. Quello sguardo, insieme alla sua indifferenza di questi giorni, sono stati in assoluto la punizione peggiore che potessi mai avere. Ma ora sono qui, ancora una volta. Quanto vorrei essere una persona migliore per lei. Sono un tale disastro.


Mentre Max stava chiudendo gli occhi, sentì un movimento alle sue spalle. A un tratto il braccio di Chloe l'avvolse stringendola da dietro, avvicinandola a sé. Chloe le diede un bacio sulla guancia e appoggiò il suo viso a quello di Max, rimanendo così. Max smise quasi di respirare, temendo che potesse ripetersi ciò che era successo quella famosa notte. Con suo enorme sollievo non successe niente. Così tornò a rilassarsi appoggiando il suo braccio su quello che l’avvolgeva, e incrociando le dita della sua mano con quella di Chloe, la strinse forte portandola più vicino al petto.

“Ti voglio bene” sussurrò Chloe.

“Anche io Chloe”.

Si addormentarono così, senza visite notturne a turbare il loro sonno. Come se fossero protette da qualche forza misteriosa, che si presentava per proteggerle nei loro momenti di pace come quello. Momenti, che un giorno sarebbero diventati solo frammenti di un ricordo lontano.

 
Sabato 23 Novembre 2013

I piani per la serata seguente erano che Kristen e Fernando passassero a prendere Jennifer. Chloe e Max invece avrebbero raggiunto la festa da sole. Questa volta le ragazze presero l'auto di Vanessa. Dopo le loro solite raccomandazioni le due ragazze partirono alla volta della casa del loro amico.

"Allora Max, dimmi una cosa. Come mi sta la macchina di tua madre? Mi dona anche questa?” chiese Chloe prendendola in giro.

"Ti stai prendendo gioco di me?"

"Non mi permetterei mai Max, lo sai. Comunque, al ritorno porti tu l'auto".

"Come mai? Non avrai mica intenzione di bere?"

"No Max, ma che dici e poi è una festa di una diciottenne. Ti pare che ci possa essere dell'alcool? Sono solo stanca di farti da autista".

"Chloe, è una festa a casa di Lucas, c'è sicuramente dell'alcool!”

"Beh, grazie per la fiducia Max".

"Quando mi assicuri che non farai stupidaggini, puntualmente le fai. Guarda che cosa è successo l'ultima volta".

"Ok Max, ho capito. Ti prometto che anche se ci fossero degli alcolici nascosti, non berrò nulla. E spero tanto che non lo farà nemmeno Lucas. Così magari terrà le mani a posto".

"Chloe!"

"Non è così? Ti è saltato addosso. Ha anche marchiato il territorio, come fanno i cani".

"Chloe, non mi è saltato addosso".

"Beh, il segno sul tuo collo, non è uscito come per magia".

Max abbassò lo sguardo rimanendo in silenzio, senza dire più nemmeno mezza parola. Le risultava difficile smettere di pensare a ciò che era successo quella sera, soprattutto perché Chloe non perdeva mai occasione di ricordargliela. Chloe si accorse del silenzio.

"Ehi... scusa. Non volevo esagerare. Adesso andiamo a questa festa del cavolo e ci rilassiamo un po’, ok?”

Quando giunsero a casa di Lucas c'erano già tante altre macchine parcheggiate, tra cui quella di Kristen.

"Devono essere già arrivati, meglio così. Scendiamo?"

"Dobbiamo per forza!” rispose Max non molto entusiasta.

Chloe la guardò sorridendo. "Tu non volevi venirci vero?"

"Non tanto".

"Lo immaginavo. Per la cronaca, nemmeno io volevo venirci".

Si guardarono sorridendo. "Beh, sacrifichiamoci per oggi” disse Chloe.

Scesero dall'auto diretti verso la casa. Già si potevano sentire schiamazzi ovunque. Ragazzi che si rincorrevano, altri che si erano impossessati della palla e il canestro di Lucas. Anche dal retro della casa giungevano delle voci. A quanto pareva quel lato della casa era sfuggito alla loro attenzione l’ultima volta. Entrarono in casa in cerca degli altri e anche della festeggiata per poterle fare gli auguri. Lucas era in compagnia di Jennifer Kristen e Fernando. Appena le vide si avvicinò con gli altri.

"Wow... udite udite, Max e Chloe sono giunte insieme alla festa e per di più, con tutti gli arti al proprio posto".

"Lucky Luke, non fare l’idiota, altrimenti ce ne andiamo” disse Chloe.

Kristen abbracciò Max stringendola forte. "Quanto mi sei mancata".

"Anche tu Kristen".

Dopo essersi staccata da Max si lanciò in picchiata al collo di Chloe stritolandola. "Mi sei mancata anche tu Chloe".

Nonostante questi ripetuti contatti fisici di Kristen, Chloe non si era ancora del tutto abituata. Quando anche Jennifer salutò Chloe si avvicinò a un orecchio bisbigliando.

"Dopo mi devi spiegare come hai fatto”.

“A fare cosa?!”

“A farti perdonare”.

"Non lo so sinceramente".

"Bugiarda” rispose Jennifer.

Lucas salutò Max e disse sottovoce: "Noi due abbiamo qualcosa di cui parlare".

"Si, infatti” rispose la ragazza.

Fernando salutò le ragazze solo con un cenno, visto che era così impegnato a riempirsi la bocca di stuzzichini di vario genere. Quando finirono con i saluti, Lucas accompagnò le ragazze dalla festeggiata per poterle fare gli auguri. Quando la raggiunsero, la ragazza guardò Chloe e il suo sorriso scomparve.

"Samantha ecco i pezzi mancanti. Chloe e Max, sono qui per rendere omaggio a te".

Fu Max a parlare per prima. "Tantissimi auguri per i tuoi diciotto anni Samantha".

"Grazie Max".

Chloe ancora non si decideva a parlare, concentrata com'era a guardare la tavola. Max le diede una leggera gomitata, per farla ritornare nel mondo dei vivi.

"Ahi... oh...ah... certo sì... tanti auguri di buon compleanno Sam".

La ragazza si infastidì sentendosi chiamare in quel modo da una perfetta estranea. Infatti, potevano permettersi di chiamarla così solo gli amici stretti e Chloe non era tra questi.

"Sono Samantha per te!” disse la ragazza.

"Ah benissimo, allora auguri Samantha per te".

Chloe si allontanò per dirigersi al tavolo dove Fernando continuava a ingozzarsi. La ragazza rimase a bocca aperta, mentre alcuni amici le ridevano intorno.

"Beh, complimenti per gli amici fratellone, non potevi sceglierne di migliori".

"Sai com'è Sam, le mie scelte nelle amicizie sono come le tue in fatto di ragazze, sono pessime. Comunque, visto che adesso sono tutti qui e non manca nessuno, puoi aprire il nostro regalo per te".

"Uuuh, non vedo l'ora. Guarda, non sto più nella pelle. Chissà cosa sarà, forse una boccetta di veleno?!” disse Samantha con sarcasmo.

"Ci avevamo pensato infatti, poi abbiamo optato per metodi più macabri".

"Come sei divertente” rispose Samantha. Andò a prendere il regalo e lo scartò, rimanendo sorpresa da quello che vide. Il completo che aveva adocchiato giorni prima.

"Wow… cazzo... vi siete guadagnati davvero la presenza alla mia festa. Grazie tante, fate pure come se foste a casa vostra. Ma per favore, tenete lontana Chloe da me".

Così si allontanò con i suoi amici al seguito.

Max guardò Lucas. "Si può sapere cos'ha tua sorella contro Chloe?"

A Jennifer scappò una risatina. "Si Lucas racconta, mentre io e Kristen andiamo a recuperare almeno gli avanzi di quei due".

Le ragazze si allontanarono lasciando Max confusa.

"Te lo spiego. La sera che siete state a casa mia, Chloe ha scritto qualcosa sulla saracinesca del garage con un pennarello. Quello che ha scritto era diretto a Samantha. E quindi adesso è incazzata con lei".

Max si mise una mano sulla fronte. "Lo sapevo che prima o poi lo avrebbe fatto. Aspetta, ma allora è per questo che sei finito in punizione?"

"Beh... si".

"Io pensavo che era perché avessi bevuto. Perché non me l'hai detto subito?"

"Perché già non vi parlavate più, non volevo peggiorare la situazione tra voi".

Max guardò in direzione di Chloe. "Sempre la solita".

“Sarà meglio raggiungere gli altri, altrimenti rimarremo a bocca asciutta” disse Lucas.

Dopo aver messo qualcosa sotto i denti e mentre gli altri invitati iniziavano a scatenarsi a suon di musica, decisero di uscire fuori. Chloe e Jennifer si accesero una sigaretta e Max iniziò a prendere le distanze, così intervenne Lucas.

“Max, che ne dici se facciamo un giro, per dare tempo a loro di intossicarsi per bene?”

“Come se tu non fumassi” disse Jennifer.

“Hai ragione, ma non lo sto facendo adesso. Allora Max?”

“Si, ci sto”.

I ragazzi si allontanarono dal gruppo uscendo in strada iniziando a passeggiare, mentre Chloe li osservava attentamente.

“Non avevo dubbi che ci stava!”

Chloe si accorse solo dopo aver parlato, che gli altri la fissavano. “Che c’è?!” chiese Chloe.

“Beh, dovremmo essere noi a farti questa domanda” disse Fernando.

“In chat hai parlato di eventi, di cui noi non conosciamo nulla. Vuoi illuminarci?” chiese Kristen.

“Si dai, racconta” disse Jennifer ansiosa di sapere.

“Nessuno si è accorto di niente quella sera? Posso capire che Jenny era brilla, ma tu Kristen? E anche tu Fefè. Non avete notato movimenti sospetti?”

“Che cosa avremmo dovuto notare?” chiese Fernando.

“Allora si saranno appartati, è l’unica spiegazione” continuò Chloe.

“Chloe, non lasciarci sulle spine e dicci cosa diavolo è successo” insistette Jennifer.

“Lucas ha baciato Max sul collo lasciandole un bel segno in bella vista”.

“Che cosa?!” chiesero tutti insieme.

“Già!”
“Lo dicevo io. Sapevo che a Lucas piaceva Max” disse Kristen.

“Lucas e Max?!” chiese sorpreso Fernando.

“Wow, non immaginavo che Lucas avesse una cotta per Max. Insomma, siamo molto amici, credo che me ne avrebbe parlato” disse Jennifer riflettendo.

“Comunque, non parliamo di questa cosa davanti a loro” disse Chloe scocciata.

Jennifer la guardava confusa. “Non ti piace proprio l’idea di Max e Lucas insieme eh?!”

“No, non è questo. È solo che…al diavolo, non lo so ok?!”

Jennifer rimase confusa.


 
Nel frattempo Max e Lucas passeggiando e chiacchierando, non si accorsero di essersi allontanati troppo. Quindi si voltarono per tornare indietro.

"Allora, mi puoi dire che altro è successo? In chat Chloe sembrava insinuare qualcosa, anche se non so bene cosa” disse Lucas.


Oddio, adesso devo dirgli tutto. Questo sarà imbarazzante, ma non posso tirarmi indietro. Lucas deve aiutarmi, altrimenti Chloe potrebbe capire qualcosa.


"Terra chiama Max. Allora?"

"Si tratta del giorno che siamo stati da te. Chloe era totalmente ubriaca e quando siamo tornate a casa l'ho accompagnata nella sua stanza".

"Uhm...Ooook” disse Lucas confuso, non capendo perché gli stesse raccontando questo. Max saltò alcuni particolari e giunse subito al dunque. "La stavo aiutando a mettersi a letto e..."

Lucas la guardava in attesa, incuriosito. "Eeeee?"

"E lei mi ha tirata verso di sé baciandomi sul collo lasciandomi un segno. Mia madre l'ho ha notato. Chloe ha pensato che fossi stato tu e io senza nemmeno pensarci ho confermato".

Lucas la guardava a bocca spalancata ripensando alle parole strane di Chloe, quando era andata a casa sua per chiedergli informazioni su Duncan. Poi scoppiò a ridere in una fragorosa risata. Max arrossì, con il desiderio di sprofondare. Mentre il ragazzo rideva, di colpo di fermò tornando serio riflettendo.

"Aspetta, questo vuol dire che i tuoi ora pensano che sono stato io?"

"Beh, ho confermato questa cosa a Chloe non ai miei. Però, loro sapevano chi doveva essere presente a casa tua. Sanno anche che Fernando non farebbe mai una cosa del genere. Lo conoscono da molto tempo. Quindi, pensano sicuramente che sei stato tu. Soprattutto pensano che io abbia bevuto per arrivare a tanto".

"Cazzo, che situazione di merda! Ma porca... è davvero incredibile! La tua amica porta guai Max!”

"È stata mia l'idea di far pensare che fossi stato tu. Lei non c'entra nulla, almeno non in questo. Senti Lucas, mi dispiace averti messo in mezzo, ma non sapevo davvero cosa fare. Se vuoi posso dire che non sei stato tu".

"No, lascia tutto così. Insomma i tuoi genitori potrebbero pensare che menti, se dici il contrario ora. Altri guai non ce ne vogliono. Ma poi, perché non hai detto la verità a Chloe? Voglio dire, è tua amica. Sicuramente l’avrebbe presa a ridere”.

"Non posso Lucas".

"Perché no?!"

"Si sentirebbe in colpa ancora di più per la punizione che ho ricevuto” rispose Max, giusto per dire qualcosa. “E poi è imbarazzante. Non so nemmeno come ho fatto a raccontarti tutto”.

“E dimmi Max, almeno bacio bene?” chiese il ragazzo per prenderla in giro.

“Oh, ti prego Lucas!”

Lucas ricominciò a ridere.

"Lucas!"

"Scusami, è che trovo tutto questo molto divertente. Tranne la parte dei tuoi, è ovvio. Allora cosa dovrei fare adesso?"

"Beh, se ti chiede qualcosa in proposito, confermi tutto. Le dici che lo hai fatto solo perché eri ubriaco".

"Ok, sarà fatto. E gli altri?”

“Gli altri non sanno nulla per ora. Se lo scoprono dai la stessa versione anche a loro. Lucas, gli altri non devono sapere la verità. Se a loro dovesse sfuggire qualcosa in presenza di Chloe, sarebbe un casino”.

“Stai tranquilla”.

Quando giunsero davanti la casa, Lucas guardò Max. “Aspetta, ma quando Chloe ti ha baciata tu cosa hai fatto?”

“L’ho respinta, cosa avrei dovuto fare?”

“E allora come diavolo ha fatto ad avere il tempo di lasciarti un segno?” chiese Lucas sorridendo confuso.

Max rimase in silenzio, non sapendo cosa rispondere. Per fortuna in quel momento furono interrotti da un'auto che si andò a parcheggiare proprio davanti la casa del ragazzo. Un ragazzo saltò fuori dall’auto.

“Ehi Duncan, cosa ci fai qui?!” chiese Lucas sorpreso di vederlo.

“Passavo di qui per caso. Ho notato che sembra esserci una festa a casa tua. Forse hai bisogno di qualcosa per rallegrare un po’ di più gli animi” disse con un sorriso ben poco rassicurante.

“No Duncan, è il compleanno di mia sorella. Non se ne parla di quella roba oggi”.

“Beh, magari possiamo chiedere agli invitati cosa ne pensano al riguardo”.

“Non credo sia un’ottima idea”.

“Ok!” disse Duncan appoggiandosi alla sua auto guardando con un sorriso Max.

“Lucas, non mi presenti la tua amichetta?”

“Ah… si certo. Lei è Max, un’amica. Max, lui è Duncan un amico, più o meno”.

“Ma come più o meno? Così ferisci la mia sensibilità” disse Duncan con il suo solito sorriso, mentre si portava una mano al petto. Poi si avvicinò a Max, porgendogli la mano. Quando la ragazza strinse la mano del ragazzo, lui le fece il baciamano.

“Sono onorato di conoscerti Max”.

Mentre Max arrossì sorpresa del gesto, Lucas roteò gli occhi. Conosceva molto bene Duncan, anche se non erano proprio amici. Succedeva che ogni tanto si frequentassero, ma non era una cosa assidua. Sapeva quali erano i suoi modi con le ragazze, gli era capitato di assistere ad alcuni suoi approcci, che erano decisamente strani, soprattutto per un tipo come lui.

“Beh, se non è la tua ragazza, posso propormi io allora”.

In quel preciso istante arrivò Jennifer con Chloe al seguito.

“Toh, ma guarda chi c’è qui oggi. Pensavo che avessero già disinfestato le strade e invece...” disse Jennifer sarcastica.

“Ciao anche a te Jenny, non vieni qui a darmi un bacetto?”

“E beccarmi la sifilide? No grazie, sono ancora troppo giovane per morire”.

“Ahahahah… vedo che la tua acidità è rimasta la stessa di un tempo”.

Il ragazzo guardò oltre Jenny e vide Chloe riconoscendola. “Ciao Chloe, ma guarda com’è piccolo il mondo. Che strane coincidenze…” disse guardando in direzione di Lucas, che stava iniziando ad agitarsi.

Tutti quanti si girarono verso Chloe non aspettandosi che i due si conoscessero, tranne Lucas ovviamente.

“Ehm… ciao Duncan”.

“Tu conosci Duncan?! Quando è successo?!” chiese Jennifer.

“Ehm… il giorno che sono fuggita. Ci siamo incontrati per caso e abbiamo scambiato due chiacchiere”.

“Per caso eh?!” ribatté Duncan mentre lanciava di nuovo un’occhiata verso Lucas. Poi si avvicinò al ragazzo. “Scusate, vorrei scambiare due chiacchiere con il mio caro amico Lucas. Ve lo riporto subito”.

Gli mise un braccio sulla spalla di Lucas allontanandolo dagli altri. Quando furono abbastanza distanti da orecchie indiscrete, Duncan lo guardò dritto negli occhi.

“Lucas, sai che non mi piace essere preso per il culo. Non ho mai creduto per un attimo che Chloe fosse arrivata da me per caso. Qualcuno deve avergli indicato la strada per trovarmi. Puoi immaginare la mia grande sorpresa nel vedere che lei è qui in tua compagnia. Mi dirai la verità? O vuoi vedere fino a che punto posso diventare cattivo?”

Lucas lo guardò intimorito. “O-ok Duncan, le ho indicato io dove trovarti. Lo so che non avrei dovuto farlo, ma lei continuava a insistere. Diceva di averne bisogno e non voleva aspettare. Mi dispiace Duncan, ti giuro che non si ripeterà più”.

“Ci puoi giurare che non succederà più. Sei fortunato che quella ragazza mi stia a genio, altrimenti non te la saresti cavata così facilmente”.

Mentre i due ragazzi stavano tornando dagli altri, Jennifer mise in guardia Chloe. “Chloe, ti do un consiglio. Stai lontano da quel tipo, è un vero stronzo”.

“Come mai?” chiese Chloe curiosa.

“Beh, ho avuto una storia con lui, durata per breve tempo per fortuna. È un coglione di prima categoria, uno stronzo patentato. Fa il cascamorto con tutte, sembra un santo ma non lo è credimi”.

“Non ho certamente intenzione di mettermi con lui. Questo consiglio non mi serve”.

“Bene, come vedete ve l’ho riportato sano e salvo. Ora penso proprio di dover andare, mi è venuta voglia di scaricare un po’ la tensione” disse Duncan.

“Grazie a Dio!” disse Jenny guardandolo.

“Chloe, vuoi unirti a me?” chiese il ragazzo mentre guardava Jennifer, quasi come fargli un dispetto.

Tutti la guardarono aspettando la risposta come Duncan.

“Beh… la festa in effetti è noiosa e non mi dispiacerebbe fare un giro prima di tornare a casa”.

“Ottimo allora!” disse Duncan.

“Chloe!” disse Max guardandola.

Chloe la prese da parte. “Oh avanti Max. Questa festa è terribilmente noiosa, non volevamo nemmeno venirci. Non voglio rimanere ancora qui. Possiamo andare a farci un giro. Non pensare a quello che ha detto Jenny. Lei parla così solo perché la loro storia non ha funzionato. Chi se ne frega di questo. Andiamo a farci solo un giro con lui, non dobbiamo mica andare sull’altare. Ti prego Max. Ti prego, ti prego, ti prego…”

“E va bene Chloe, ma non faremo tardi e ricorda la promessa”.

“Beh, si ne riparleremo!”

“Cosa vuoi dire?! Chloe?!”

Chloe l’abbracciò interrompendola. “Così mi piaci. Su andiamo”.

Così le due ragazze seguirono l’auto di Duncan che era davanti a loro.

“È davvero incredibile!” disse Jennifer guardando le ragazze allontanarsi con Duncan.

“Cosa è incredibile?”

“Trovo assurdo che Chloe ha voluto seguire quel gran pezzo di merda! Lo sai che porta guai!”

“Perché Chloe no eh?!”

Di colpo Jennifer divenne maliziosa. “Allora caro Lucas, non hai nulla da dire alla tua migliore amica?”

Lucas la guardò confuso. “Non che io sappia”.

“Allora… tu e Max eh?!”

“Oh merda! È stata Chloe a dirtelo?!”

“Oddio, allora è vero! Sei un marpione Lucas!”

“Non è come pensi!”

“Si, dicono tutti così!”

“No davvero, tra me e Max non è successo nulla!”

“Non credo di capire”.

“Nemmeno io fino a poco fa”.

“Ok, racconta”.

“Non dovrei dirti nulla, ma sei la mia migliore amica e voglio fidarmi. Quello che sto per dirti deve rimanere tra noi, ok? Se ti fai scappare qualcosa con Chloe o gli altri, non ti parlerò più!”

“Lucas, mi conosci troppo bene per farti queste paranoie. Avanti sputa il rospo, non lo dirò a nessuno. Puoi fidarti”.

“Ok, spero di non pentirmene”.

Così il ragazzo raccontò su come si erano svolti realmente i fatti.

“Questa non me lo aspettavo proprio” disse Jennifer al termine del racconto.

“Non c’è molto da sorprendersi. Chloe era ubriaca e considerando che le piacciono anche le ragazze…”

“Cosa?!”

“Già!”

“Non lo sapevo. Comunque Max avrebbe dovuto chiederti il permesso, prima di ficcarti in questa situazione. Adesso i genitori, pensano che sei stato tu”.

“Non dire nulla a Kristen e Fernando, se dici qualcosa mi metti nei guai”.

“Tranquillo, non dirò nulla”.
 
Parcheggiarono entrambe le auto in prossimità di una sala giochi. Scesero dalle auto e si diressero nel vicolo. Il ragazzo si avvicinò a una porta e bussò con tre colpi distanziati tra loro. Max e Chloe si guardarono confuse, mentre il ragazzo ammiccava verso di loro.

“Speriamo che ci sia qualcuno in corridoio” disse tra sé e sé il ragazzo. Bussò di nuovo.

A un tratto un ragazzo con un tatuaggio sul viso, aprì la porta guardandoli cercando di capire chi fossero.

“Hola Colin, come va?” disse Duncan.

“Chi sei?!” chiese il ragazzo a Duncan.

“Ahahahah, oh cazzo Colin, sei più strafatto del solito oggi. Sono io, Duncan. Il tuo amico”.

A un tratto il ragazzo spalancò gli occhi, quasi come per aver ricevuto l’illuminazione. “Oooh… Duncan. Cazzo amico, non ti avevo riconosciuto. Ehi aspetta, chi sono queste?”

“Rilassati Colin, sono due mie amiche. E i miei amici sono anche i tuoi”.

“Oh giusto, entrate ragazze”.

Entrando si ritrovarono a percorrere un corridoio. Alla fine del corridoio c’erano due porte. Quella sulla destra conduceva alla sala giochi, che avevano appena visto parcheggiando le auto. Il ragazzo oltrepassò la porta a destra raggiungendo l’ultima in fondo. Aprì la porta e si ritrovarono in una stanza, dove l’odore lasciava ben intendere per cosa venisse utilizzata. La stanza era già occupata da altri tre ragazzi. Due ragazzi erano seduti a terra attorno a un tavolinetto, dove c’erano delle bottiglie di birra e varie confezioni di patatine. L’altro ragazzo invece era seduto su una poltroncina che stava fumando erba. C’era anche un divano logoro, dove Colin andò a sedersi invitando le ragazze a fare lo stesso. Chloe e Max si sedettero.

“Ehi ragazzi, vedo che avete iniziato senza di me oggi” disse Duncan.

“Beh, problema tuo se ci metti troppo ad arrivare. Anche se credo di capire il motivo del ritardo” disse uno dei ragazzi guardando Max e Chloe.

“Henry, non essere scortese e poi non è come pensi. Sono solo delle amiche”.

“Oh, adesso è così si chiamano” disse ridendo l’altro ragazzo.

“Oliver, tu non sai nemmeno quale sia la differenza tra delle amiche e delle amanti, quindi chiudi il becco!”

Duncan si voltò verso le ragazze e fece le presentazioni. “Allora Max e Chloe, vi presento questa banda di cazzoni. Quello che ci è venuto ad aprire la porta è Colin, non fateci caso se oggi è troppo fuori. Di solito è più lucido. I due indiani seduti a terra, sono Henry e Oliver. Infine quello seduto sulla poltrona è Caleb. Ragazzi, loro sono Max e Chloe, conosciute da poco, ma tranquilli sono tipe apposto”.

Staremo a vedere” disse Caleb guardando le due ragazze, soprattutto Max.

Anche Duncan prese posto sul divano sedendosi accanto a Chloe. A seguire c’era Max e poi Colin, che ogni tanto si avvicinava alla ragazza per guardarla meglio. Max si pentì amaramente per essersi lasciata convincere dalla sua amica a seguire il ragazzo. Duncan iniziò a prepararsi una canna, lanciando un’occhiata a Chloe.

“Allora Chloe, tu non hai con te la tua roba?”

“Ehm, non era in progetto per oggi”.

“Che cosa vuoi dire con questo?! Hai dell’erba?! Come te la sei procurata?!” chiese Max.

Chloe iniziò a sudare freddo. Quando comprò l’erba non aveva minimamente riflettuto su Max. Come avrebbe potuto fumare in sua presenza, senza essere messa alla gogna?


Porca puttana e adesso? Non posso dirle che ho comprato dell’erba. Prima di tutto mi ammazzerebbe e secondo, mi chiederebbe con quali soldi. Non posso dirle dei cinquemila dollari. Cazzo!


“Ehm, vedi Max, quando sono scappata ho incontrato Duncan e lui me ne ha offerto un po’. Vero Duncan?” chiese Chloe girandosi verso il ragazzo facendogli l’occhiolino, sperando che il lui non fraintendesse il suo gesto.

Duncan la guardò sorridendole divertito. “Si, è assolutamente vero. L’ho presa così tanto in simpatia che ho voluto farle un regalo. Un regalo decisamente grande. Vero Chloe?”

“Certo! Anzi, non ti ringrazierò mai abbastanza”.

“Te ne sto per fare un altro Chloe” disse il ragazzo accendendo la sua canna facendo un tiro e passandogliela.

Chloe si girò alla sua sinistra guardando Max. “Ti dispiace se faccio qualche tiro?”

“Chloe!”

“Giusto qualcuno!” insistette Chloe.

“Max, sei dei nostri?” chiese Duncan.

“No! Grazie lo stesso, ma io non fumo!”

“Oh avanti, tienici compagnia”.

“Si dai Max. Vuoi provare?” chiese Chloe sorridendo.

“Chloe, assolutamente no e non dovresti neanche tu! Avevi promesso!”

“Avevo promesso di non bere, non di fumare!”

“Ma chi sei, sua madre?!” chiese Oliver sorridendo. Duncan lo fulminò con gli occhi e il ragazzo abbassò lo sguardo.

“Max, se non vuoi va bene, ma secondo me dovresti provare. Ti assicuro che dopo ti rilasserai” disse Duncan.

Max si girò verso Colin al suo fianco.

“No, non come lui” disse Duncan suscitando le risate di tutti. Tutti, tranne il ragazzo che continuava a non staccarle gli occhi di dosso.

"Ok, mi arrendo, ma se cambi idea sei ben accetta” disse il ragazzo passando la canna a Chloe. Questa volta la prese.

Chloe fece un tiro, poi guardando verso Max disse: “Abbiamo passato delle settimane di merda!”

“Ah sì?! Ricordami per colpa di chi!” rispose Max.

“Ok, è stata colpa mia! Comunque ci meritiamo un attimo di serenità! Quindi cazzo Max, provaci! Solo un tiro, non ti farà male! Poi è presto per tornare a casa!”

Chloe le porse la canna e Max la fissò per qualche secondo. A un tratto i ragazzi iniziarono a incitarla tutti insieme, tranne il ragazzo che la fissava. "Forza Max! Dai Max! Fuma! Max! Max! Max!"

Max la prese avvicinandola lentamente alle sue labbra facendo un tiro, forse un po’ troppo lungo, soprattutto per una che non aveva mai fumato nemmeno una semplice sigaretta.

“Whoaaaaaaaaaaaaa!“ gridarono guardando Max soddisfatti. A un tratto Max iniziò a tossire, per lo spasso di tutti. Chloe le appoggiò un braccio sulle spalle ridendo.

“Dai tranquilla, è solo un po’ di tosse perché non ci sei abituata. Hai fatto un tiro troppo lungo secondo me. Però cazzo Max, mi hai sorpresa. Non mi aspettavo che lo avresti fatto. Sono orgogliosa di te”.

Si, Max la sorprese tanto, soprattutto quando chiese di fare un altro tiro. Visto che iniziava a sentirsi davvero rilassata. E Dio solo sapeva quanto ne avesse bisogno, dopo tutto quello che era successo. Passarono così il tempo a fumare, ridere e scherzare, rifocillandosi di patatine e bibite. Chloe mantenne la sua promessa di non bere almeno alcolici, per fortuna. L'abbinamento sarebbe stato micidiale. Dopo un po’ Max si alzò, chiedendo di uscire a prendere aria. Così Colin l'accompagnò fuori. Mentre attraversavano il corridoio, Max si fermò davanti alla porta sbagliata, quella della sala giochi.

“Non quella Max, ma quella in fondo”.

Insomma, Max non era proprio in sé, aveva decisamente bisogno di prendere aria. Quando arrivarono fuori il ragazzo si accese una sigaretta, restando in sua compagnia per non lasciarla sola. Vennero raggiunti da Caleb, anche lui con una sigaretta tra le labbra. Portava con sé un drink energetico.

“Ehi Colin, porta il tuo culo dentro, resto io con lei”.

“Sicuro?!” chiese Colin.

“Si, vai pure”.

Così il ragazzo tornò dagli altri. Max era appoggiata con la schiena e la testa al muro con gli occhi chiusi. Caleb si avvicinò offrendole il drink.

“Tieni, prendi questa. Ti sentirai decisamente meglio dopo”.

Max guardò prima la lattina e poi il ragazzo. Non si fidava molto di lui. Aveva passato tutto il tempo a osservarla insistentemente. Quasi come per studiarla. La sua presenza la metteva in soggezione, nonostante questo accettò la bibita.

“Grazie, spero che funzioni”.

“Certo che funziona”.

“Sei di Seattle?”

“Si”.

“Non mi sembra di averti mai vista”.

“Nemmeno io ho visto te”.

“Beh, c’è sempre una prima volta”.
 
Nel frattempo, mentre Caleb la riempiva di domande, i ragazzi nella stanza continuavano a ridere e scherzare.

“E così, un giorno mi avvicino a lui per scusarmi, offrendogli un caffè” diceva Henry non riuscendo a trattenersi dal ridere. “Lui accetta quel fottuto caffè, con una soddisfazione in volto. Come se tutto gli fosse dovuto. Io mi allontano da lui mentre beve”.

“E poi?” chiese Chloe ridendo.

“Beh, dopo qualche sorso inizia ad agitarsi sulla sedia, scattando in piedi e correndo verso il bagno. Purtroppo per lui il bagno era guasto. Quindi non ce l’ha fatta poverino”.

“Beh, io direi che in realtà ce l’ha fatta. Addosso, ma ce l’ha fatta” disse Duncan.

“Gli hai messo del lassativo nel caffè?!” chiese Oliver.

“Si, e anche tanto” disse Henry.

Scoppiarono tutti a ridere.

“Oh cazzo ragazzi, non lo dimenticherò mai quel giorno” disse Henry.

Colin si alzò di nuovo dal divano e disse: “Vado un attimo al cesso, devo assolutamente pisciare”.

Il ragazzo era il fratello minore del padrone della sala giochi, quindi aveva la possibilità di entrare dalla porta dal retro per usare il bagno. Chloe lo guardò confusa.

“Ehi, ma dov’è Max?!”

“È fuori a prendere aria”.

“E l’hai lasciata da sola?!”

“No, è con Caleb”.

“Ah, meno male!” disse Chloe mentre gli altri la guardavano cominciando a ridere.

“Che cazzo avete da ridere?!”

“Non sarà un male, ma neanche un bene. Dipende dai punti di vista” disse Duncan ridendo.

“Che cazzo significa?!”

“Il nostro Colin ha messo gli occhi addosso alla tua amica. Non so se mi spiego” disse ridendo Henry.

“Ha continuato a guardarla sin dal momento che è entrata qui. Immagino già i suoi pensieri malsani” disse Oliver.

Chloe era rimasta come imbalsamata.

“Chloe, ancora non hai capito?! Molto probabilmente Colin ci sta provando con Max!” disse Duncan ridendo scivolando dal divano per finire a terra. Chloe si alzò di scatto dalla stanza per raggiungere la sua amica.

“Corri, prima che sia troppo tardi” disse ridendo Oliver.

Max aveva finito la sua bibita e si staccò dal muro al quale era appoggiata. “Credo che sia il caso di rientrare, qui fa freddo” disse Max dirigendosi verso la porta.

“Aspetta, volevo chiederti una cosa” disse Colin.

“Cosa?”

In quel momento sopraggiunse Chloe. “Ah, eccoti qua. Iniziavo a preoccuparmi, pensavo ti avessero rapita” disse Chloe sorridendo mentre appoggiava un braccio sulle spalle di Max.

Caleb fece dietrofront e tornò nella stanza con i ragazzi.

“Cazzo, stai bene?! È tutto ok?!” chiese Chloe guardandola come per assicurarsi che fosse tutta intera.

“Si, perché non dovrei stare bene?!”

“Non lo so, i ragazzi di là hanno detto che Caleb… aaah lascia stare! Ti va di andarcene da qui?!”

“E me lo chiedi?! Non vedevo l’ora!”

Così tornarono dentro. Giusto il tempo di salutare e si fiondarono nell’auto dirigendosi verso casa Caulfield.

“Scusa se faccio guidare di nuovo te Chloe, ma non credo di essere in grado di farlo ora”.

Chloe diede un’occhiata verso l’amica. “Sei stata sorprendente stasera Max. Ti è piaciuto vero?”

Max mugugnò qualcosa di incomprensibile.

“Oh avanti Max, ammettilo”.

“Un po’…”

“Un po’ tanto direi”.

“Non esagerare... non è così. Infatti, non farti passare per la testa che diventerà un’abitudine”.

“Per me è stata una figata oggi”.

Max guardò l’amica che sembrava davvero come una bambina. Come se avesse ricevuto uno dei più bei regali in assoluto. La verità era che quando condividevano qualcosa si sentivano unite più del solito. Quando rientrarono in casa, trovarono Ryan seduto sul divano a guardare la tv. Forse l’uomo voleva assicurarsi di trovarle sobrie al loro ritorno.

Papà, sei ancora in piedi?”

“Si, volevo finire di guardare un film. Allora, com’è andata la festa?”

“Bene, ci siamo divertite” disse Max guardando Chloe.

“Oh sì. Ci siamo divertite”.

“Max, stai bene? Ti vedo un po’…”

“Sono solo stanca papà, non vedo l’ora di andare a dormire”.

“Ok, allora buonanotte ragazze”.

“Notte papà”.

“Buonanotte Ryan”.

Salirono le scale guardandosi ridacchiando tra loro. Quando furono sul pianerottolo, Max trascinò Chloe verso la sua stanza.

“Dormi con me?”

“E me lo chiedi?!” disse Chloe sorridendo.

Mentre erano a letto Chloe rise.

“Perché ridi?”

“Non posso fare a meno di pensare a te che fumi”.

“Oddio, adesso non la finirai più vero?”

“Scherzi? Questo è un evento storico”.

“Non ho fumato tanto”.

“Beh, non te lo avrei permesso. Non volevo altre punizioni”.

“Chloe?”

“Mmh?”

“Hai usato il pennarello a casa di Lucas?”

“Ehm… si Max. Mi è partito un attacco d’arte dopo essere stata ispirata da SamSaw”.

Max, non poté fare a meno di ridere al soprannome appena affibbiato alla sorella di Lucas.

“Non farlo mai più”.

“Ero ubriaca Max. Non lo avrei mai fatto da sobria. Almeno non lì”.

 
Già, non lo avresti mai fatto da sobria...

 
“Sai una cosa?” chiese Max.

“Cosa?”

“Duncan è strano”.

“Perché strano?”

“Mi ha fatto il baciamano oggi”.

“Ma cosa cazzo è questa storia?! Quando?!”

“Quando Lucas ci ha presentati, mentre gli stringevo la mano”.

Chloe guardò verso Max anche se erano al buio. Max lo capì dal movimento al suo fianco.

“Chloe, mi sento i tuoi occhi addosso”.

“Si può sapere perché tutti ci stanno provando con te?!”

“Tutti?! Ma di chi parli?!”

“Lucas, Duncan, Caleb…”

“Caleb?! Che diavolo c’entra lui?!”

“Quando eri fuori con lui i ragazzi mi hanno detto che ti ha messo gli occhi addosso! Secondo loro voleva provarci con te!

“Ah, ecco perché mi fissava!”

“Si!”

Fu il turno di Max di ridere.

“Perché ridi?!”

“Caleb non ci ha provato con me. Nemmeno Lucas, visto che era solo alticcio. Duncan ha solo modi strani di fare”.

“Come fai a essere così ingenua?! Colin non ci ha provato solo perché sono uscita io! I modi di fare di Duncan sono da cascamorto!”

“Ah, allora adesso dai importanza a quello che dice Jennifer su di lui”.

“Si! E per finire, Lucas ti ha ciucciato il collo come fosse un vampiro!”

“Chloe, stai esagerando”.

“Lui da ubriaco ha fatto esattamente quello che da sobrio non riuscirebbe a trovare il coraggio di fare!”

“Cosa vuoi dire?”

“C’è un proverbio che lo dice, anche se non ricordo esattamente qual è!”

Max dopo aver riflettuto disse: “Per caso è in Vino Veritas?”

“Si, proprio quello!”

“Capito”.


Può essere anche vero, ma tanto lei ha fatto il nome di Rachel quindi questo mi esclude completamente. Spero che Lucas non lo racconti a nessuno.


“Comunque adesso sono un po’ confusa” disse Max dopo qualche minuto passato a riflettere.

“Su cosa?”

“Prima hai detto che se tu non fossi stata ubriaca, non avresti mai utilizzato il pennarello. Giusto?”

“Giusto!”

“Ma so per certo che i tuoi attacchi d’arte non arrivano quando bevi”.

“Ok, quindi?”

“Quindi anche se non fossi stata ubriaca avresti potuto scrivere sulla saracinesca. Avresti fatto la stessa cosa, con o senza l’effetto dell’alcool”.

“E allora?!”

“Ora invece dici che Lucas essendo ubriaco ha fatto quello che da sobrio non farebbe mai. Per te il proverbio ‘In Vino Veritas’ ha senso?”

“Si! Però continuo a non seguirti. Dove vuoi arrivare?”

“Scusa se te lo dico, ma è un controsenso!”

“Perché?”

“Chloe deciditi! Per te una persona ubriaca fa davvero quello che non avrebbe mai il coraggio di fare da sobria, oppure lo farebbe in ogni caso?”

Chloe ci mise un po’ a rispondere. “Max, credo che ora sono più confusa di te. Potresti farmi questa domanda quando sono nelle mie piene facoltà mentali?”

Max iniziò a ridere. Passarono alcuni minuti in silenzio.

“Max?”

“Mmh?”

“Pensavo ti fossi addormentata”.

“No, stavo solo pensando”.

“A cosa?”

“Niente di importante”.

“La prossima volta che usciamo con qualcuno ti resterò incollata per tutto il tempo, così ci penseranno due volte prima di fare cazzate!”

“E se uno di loro mi dovesse piacere?”

“È così? Ti piace qualcuno di loro?”

“No, ma se fosse così?”

“Beh, in quel caso dovrò fargli un discorsetto!”

“Neanche fossi mio padre”.

“Ehi, io ho avuto a che fare con i ragazzi, quindi so bene di cosa sono capaci!”

“Ora sembri mia madre”.

“Certo, perché in quel caso aveva perfettamente ragione!”

“Tu che dai ragione a mia madre?! Sei sicura di stare bene?!”

“Si, sto benissimo!”

“Chloe, posso farti una domanda?”

“Certo che puoi”.

“Rachel era la tua ragazza?”

“È complicato anche per me capire cosa eravamo Max. Dopo quello che è saltato fuori, io non so davvero cosa risponderti”.

“Però era più di una semplice amicizia, vero?”

“Per me si… lei invece… non lo so. Perché mi chiedi queste cose?”

“Era solo semplice curiosità”.

Max continuò a rivedere le immagini di Chloe che l’attirava a sé per poi baciarla. Si ritrovò a chiedere qualcosa senza rendersene conto e quando se ne accorse si fermò, ma ormai era troppo tardi.

“Voi due avete mai fatto…”

“Cosa?”

“No, niente”.

“Dai Max. Ormai hai iniziato, quindi finisci”.

“Non era niente Chloe”.

“Vuoi vedere che indovino qual era la domanda che stavi per fare?” disse Chloe ridendo.

Max non rispose.

“Se abbiamo mai fatto sesso? Hai fumato poco, ma cazzo se si vedono gli affetti. La prossima volta ti faccio anche bere, così scoprirò cosa passa per la testa di Max Caulfield”.

“Smettila Chloe”.

“Comunque, la risposta alla tua domanda è sì”.

“Oh!”

“Vuoi i dettagli?”

“No grazie, preferisco dormire” disse Max girandosi di lato voltandole le spalle.

“Buonanotte Chloe”.

“Notte Max” rispose Chloe ridendo.

“Idiota!” disse Max.

“Si, ma sono sempre la tua idiota”.



Martedì 26 Novembre 2013

Era il martedì dell’ultima settimana di novembre e il giorno del Ringraziamento era ormai prossimo. I Caulfield avevano invitato i nonni paterni e gli zii materni di Max, che vivevano tutti a Hillsboro. Sarebbero arrivati il giorno prima della festa. Ryan aveva già prenotato l’albergo per loro. Aveva anche avvisato tutti della situazione delle ragazze, al fine di evitare di parlare del tornado e tutto il resto. Sembrava aver pensato a tutto, ma non era così. C’era ancora un’altra cosa da fare. Prese ancora il telefono dalla sua scrivania nello studio e scorrendo tra i suoi contatti in rubrica, si fermò sul nome di David. Era tentato di chiamarlo, ma decise di parlare un’ultima volta con Chloe. Era pomeriggio e Chloe stava distesa di schiena sopra al suo letto, controllando il messaggio mandato al suo contatto. Ancora nessuna risposta. Inserì le cuffie al telefono, iniziando ad ascoltare musica. Poi prese la rivista che le aveva regalato Lucas iniziando a sfogliarla. Con il volume della musica troppo alto, non sentì bussare alla porta della sua camera. Nemmeno quando Max entrò nella stanza si accorse della sua presenza, a causa della rivista davanti agli occhi. Max la stava chiamando, ma non ottenendo risposta si sedette sul letto. Chloe accorgendosi del movimento sul letto, fece uno scatto mettendosi seduta, lanciando un urlo mentre si portava una mano al petto facendo volare la rivista a terra.

“Cazzo Max, non si usa bussare?! Mi stavi per far venire un infarto!”

“Ma guarda che io ho bussato e anche tanto! Sei tu che hai problemi di udito!”

“Stavo ascoltando della musica!”

“Hai fatto cadere qualcosa a terra”.

“Ah sì… quella…” disse Chloe guardandola senza recuperare la rivista.

“Non la riprendi?”

“Ehm… no, non è necessario”.

“Te la prendo io, scansafatiche”.

“No Max!” disse Chloe afferrandola per le braccia mentre stava per alzarsi dal letto.

“Chloe, ma si può sapere che ti prende?!”

“Ehm… niente. Lascia stare la prendo io” disse agitata Chloe.

“Uhm… mi nascondi qualcosa per caso?”

“Io?! M-ma no, figurati”.

Max continuava a fissarla.

“Bugiarda” disse prima di lanciarsi dall’altra parte del letto, allungando una mano afferrando ciò che le era caduto a terra.

“No Max, fermati!”

Max, dopo essersi accorta di avere una rivista di donne nude tra le mani, guardò con imbarazzo la sua amica.

“Ti avevo detto fermati, non mi hai voluto ascoltare!”

“Chloe, ma che diavolo! Sarebbe potuta entrare mia madre, oppure papà! Hai idea di quanto sarebbe stato imbarazzante per tutti?!” disse Max con disappunto.

“Beh, per fortuna sei entrata solo tu, quindi siamo tutti salvi”.

“Da dov’è saltata fuori?”

Chloe riprese la rivista dalle mani dall’amica. “Dal tuo spasimante”.

“Il mio cosa?!”

“Lucas, ok?”

“Lu-Lucas?!”

“Si, come ti dicevo l’altra volta, so come sono i ragazzi. Odio ammetterlo, ma tua madre aveva ragione!” disse Chloe mentre ricominciava a sfogliare le pagine della rivista.

Max la guardava a bocca aperta. “Ah… ma davvero?! I ragazzi eh?! E a quanto pare anche le ragazze!”

“Ehi, non paragonarmi a loro!”

“Ma lo stai facendo anche tu!”

“Si, ma è diverso!”

“In cosa è diverso?! Sei solo un’ipocrita Chloe, perché anche tu guardi quelle…” si fermò in mancanza di termini adatti.

“Quelle?” chiese Chloe.

“Quelle cose…”

“Quelle cose come le chiami tu Max, sono donne!”

“Si… e sono letteralmente svestite!”

“Il nudo è arte Max. Vuoi darci un’occhiata, per assicurartene?”

“Ma neanche per sogno” disse la ragazza completamente in imbarazzo.

“Ok, come vuoi tu” disse Chloe con noncuranza, tornando a guardare la rivista.

“Dovresti smetterla di guardare quella rivista!”

Chloe chiuse di scatto la rivista. “Perché non posso guardarla? Temi che divento cieca per caso?”

“No, ma potresti abituartici troppo a guardare quelle… cose… e prima o poi i miei ti prenderanno in flagrante”!

“Beh, non preoccuparti. Ci starò attenta, ok?”

“Chloe!”

“Oh santo cielo Max!”

“Se non la metti via subito, lo farò io!”

Chloe spalancò la bocca dalla sorpresa. “Devi solo provarci!”

“Guarda che lo faccio!”

“Fai vedere!”

“Lo hai voluto tu!”

“Certo!”

“Bene!”

Si guardarono per qualche secondo e poi Max le saltò addosso per strapparle via la rivista dalle mani. Lottarono tra loro. Chloe cercava di tenere la rivista il più lontano possibile dalla sua amica. Max iniziò a farle il solletico per farla cedere.

“No… ehi… Max così non vale!” disse Chloe ridendo.

“Lascia quella rivista!”

“Assolutamente no!”

“Peggio per te allora!”

Max era sul punto di afferrare la rivista, ma Chloe con ultimo sforzo la lanciò verso il soffitto pur di non fargliela prendere. Nel momento in cui la rivista andò a sbattere contro il soffitto, Ryan entrò in stanza dopo aver bussato. Ovviamente non se ne erano accorte.

“Si può sapere che state combinando voi due?”

La rivista finì sul letto e Max la spinse per farla finire a terra dall'altro lato del letto, per nasconderla agli occhi del padre.

“Stavamo solo scherzando tra noi papà”.

Chloe cercò di trattenere a stento una risata.

“Ooook. Chloe senti, potresti raggiungermi nel mio studio un attimo?”

Il sorriso svanì dalle labbra della ragazza. “Perché? Ho fatto qualcosa che non va?”

“No Chloe, vorrei soltanto parlare con te di una cosa. Ti ruberò solo un attimo, dopodiché potrete tornare alle vostre cose”.

“Oh… va bene” disse la ragazza alzandosi dal letto. Prima di uscire dalla stanza si girò verso la sua amica parlando sottovoce per non farsi sentire da Ryan. “Mi raccomando divertiti con quella, ma non troppo eh!”

"Idiota!” rispose Max.

Quando raggiunsero lo studio, Ryan fece cenno a Chloe di sedersi sulla poltrona davanti alla scrivania. Per la ragazza quel momento le ricordava tanto il suo passato alla Blackwell School, quando la maggior parte del suo tempo lo passava in compagnia del preside Wells. Lui seduto dietro la sua scrivania a puzzare d’alcool e lei seduta davanti per subirsi le sue ramanzine a base di whisky. La ragazza iniziò a muovere nervosamente la gamba.

“Allora Chloe, innanzitutto volevo scusarmi con te per aver acceso il telefono senza il tuo consenso. È stato un brutto gesto da parte mia. Spero che potrai perdonarmi”.

La gamba della ragazza si fermò. Era sorpresa dalle parole di Ryan, di certo non si aspettava delle scuse.

“Ehm… ma certo Ryan, nessun problema. Tranquillo”.

“Bene, mi fa piacere sentirlo. Ora, volevo sapere una cosa. Volevo chiederti se hai riflettuto sulla possibilità di avvisare David. Non vorrei assillarti, ma credo che…”

“Lo farò!” disse Chloe.

Questa volta fu Ryan a rimanere sorpreso dalla ragazza. “Oh… bene. Quando hai intenzione di farlo?”

“Non lo so!”

“Chloe, visto che dopo domani sarà il giorno del Ringraziamento, speravo che lo potessi chiamare oggi. Magari, potresti chiedergli di raggiungerci qui domani. Potrebbe rimanere con noi, giusto per non restare da solo. Così avreste del tempo per parlare tra voi. Potrebbe stare nella tua stanza e tu con Max. Sicuramente avrete delle cose di cui parlare e anche io. Vorrei conoscerlo e sapere qualcosa di più sulla faccenda del professore”.


Oddio, io e Max non abbiamo mai parlato di questa faccenda. Quel figlio di puttana è vivo. Chissà come l’ha presa Max. Troppo presa dai miei casini non ho pensato a lei.


“Chloe!”

“O-ok!”

“Bene, se vuoi posso aiutarti io a convincerlo a raggiungerci”.

“No, lo faccio io. Ora posso andare?”

“Certo Chloe!”

La ragazza si alzò lentamente tornando nella sua stanza. Quando aprì la porta, Max era ancora lì ad attenderla con la rivista arrotolata in mano. Max notò che Chloe aveva cambiato umore.

“Chloe, che succede?”

Chloe andò a sedersi sul letto accanto a lei, appoggiandosi in avanti con le braccia sulle gambe e chinando il capo.

“Chloe!”

“Devo chiamare David. Tuo padre vuole che gli chieda di raggiungerci qui”.

Max appoggiò una mano sulla schiena della ragazza strofinandola su e giù. “Posso stare con te quando lo chiami. Vuoi?”

“No Max, è una cosa che devo fare da sola”.

“Ok! Ti lascio sola allora” disse Max alzandosi dal letto.

“Max?”

“Dimmi”.

“Jefferson… lui è…”

“Lo so Chloe!”

“Vorrei tanto che fosse morto!”

Max si avvicinò a Chloe abbracciandola. “Lo so Chloe, ma finirà dietro le sbarre per tutto il resto della sua vita, pagando per ciò che ha fatto”.

“Come fai a non essere arrabbiata e ferita da questo?!”

“Lo sono invece e molto anche, ma non possiamo farci nulla. Possiamo solo sperare che la giustizia faccia il suo corso e che paghi per ciò che ha fatto”.

“A me non basta Max… lo voglio morto!”

“Questo non la riporterà da te…” disse Max dirigendosi verso la porta. “Se hai bisogno di me, sai dove trovarmi”.

Chloe annuì. Quando Max uscì dalla stanza, si allungò sul letto raggiungendo il comodino per prendere il telefono. Cercò il numero di David in rubrica. Stava per mettere via il telefono, ma dopo essersi fatta coraggio, fece partire la chiamata. Dopo alcuni squilli l’uomo rispose.

“Chloe?! Sei tu?!” chiese l’uomo incredulo dall’altra parte del telefono.

Chloe non riusciva a emettere nemmeno un fiato. La ragazza sapeva di non essere pronta per quel momento e il suo silenzio lo dimostrava.

“Chloe, di qualcosa ti prego”.

Alla fine la ragazza trovò la forza per parlare. “Si… sono io”.

“Oh mio Dio! Chloe, non hai idea di quanto ero preoccupato per te! Ho provato a contattarti tante di quelle volte! Ormai avevo perso tutte le speranze di poterti ritrovare!

“Mi si era spento il telefono… e non l’ho più riacceso”.

David dall’altro lato del telefono rimase in silenzio per qualche secondo, poi riprese a parlare cercando di non farsi prendere dall’emozione di sapere Chloe ancora viva.

“Stai bene?! Non hai riportato ferite o altro?!”

“No David… s-sto bene”.

“Dove sei Chloe?”

“Io… sono a Seattle, a casa dei genitori di Max”.

“Da quando?”

“Siamo partite subito dopo l’arrivo del tornado”.

“Max sta bene?”

“Si, anche lei sta bene”.

Dopo quello scambio di parole, tra i due calò il silenzio. Quello era il chiaro segno della mancanza di coraggio che avevano, nel parlare di quello che era successo a Joyce. Ma alla fine qualcuno doveva pur dirlo, altrimenti non si sarebbe mai usciti da quell’inferno. Fu David a cominciare con voce tremante dal dolore.

“Chloe…”

La ragazza non aveva sentito altro che pronunciare il suo nome. Eppure, quello bastò per farla iniziare a piangere, consapevole di cosa stesse per dire l’uomo.

“Chloe, mi dispiace così tanto. Non hai idea di quanto mi dispiace…”

“David… lei è…”

“Si Chloe!”

Continuarono a piangere al telefono per un po'. Quando riuscirono finalmente a calmarsi, Chloe si ricordò di cosa le aveva chiesto Ryan.

“David, il padre di Max vorrebbe che tu venissi qui domani. Vorrebbe conoscerti e farti alcune domande”.

“Capisco”.

“Solo se vuoi David, non devi sentirti obbligato”.

“Nessun obbligo, voglio vederti e assicurarmi che tu stia bene con i miei occhi. Per te va bene se vengo lì”.

Chloe annuì rendendosi conto solo dopo, che lui non poteva vederla. “S-si David, per me va bene”.

La ragazza diede l’indirizzo di casa dei Caulfield.

“Allora preparo alcune cose. Ci vediamo domani”.

“Ok, a domani”.

“Ciao Chloe”.

“Ciao”.

Chiuse la chiamata e iniziò a piangere di nuovo, buttandosi sul letto a pancia in giù, stringendo il cuscino sul viso per non farsi sentire da nessuno. Non uscì dalla sua stanza nemmeno quando giunse la sera e la cena era pronta in tavola. Max non provò nemmeno a convincerla ad andare di sotto con lei. La conosceva fin troppo bene e quello, era uno di quei momenti in cui bisognava starle lontano. Nonostante questo, Max dopo cena fece un tentativo per starle vicino. Bussò alla porta della usa stanza non ricevendo nessuna risposta. Aprì la porta lentamente per non svegliarla nel caso stesse dormendo. La ragazza era distesa su un fianco con le spalle rivolte alla porta. Era rannicchiata su sé stessa, molto probabilmente aveva freddo. Non voleva svegliarla, quindi la coprì con un’altra coperta. Si girò per andarsene, ma la ragazza si mosse nel letto.

“Scusa Chloe, non volevo svegliarti” disse Max sottovoce.

Stava per uscire dalla stanza, ma la compagna la fermò. “Max?”

“Dimmi Chloe”.

“Puoi rimanere qui a dormire?”

“Certo” rispose Max chiudendo la porta e mettendosi a letto accanto a lei.

Chloe si voltò verso di lei abbracciandola. Max ricambiò l’abbraccio e dopo qualche minuto si addormentarono.



Mercoledì 27 Novembre 2013

Il giorno seguente quando Max si svegliò, Chloe la stava già osservando da un bel po’ di tempo.

“Ehi!”

“Ehi a te!”

“Da quando sei sveglia?” chiese Max.

“Non dà molto”.

“Lo sai che non è bene fissare le persone? Soprattutto quando dormono, è macabro”.

“Tipo come?”

“Uhm, tipo come il film Paranormal Activity”.

“Ahahahah… bene, allora lo farò più spesso”.

“Vuol dire che la prossima volta dormirai da sola”.

“Grazie!” disse Chloe tornando seria.

“Di cosa?!”

“Per non aver fatto domande e per essere rimasta con me”.

“Vorrei poter fare di più per farti stare meglio”.

“Lo fai già”.


Dopo aver fatto colazione decisero di uscire un po’ per fare una passeggiata, visto che Chloe iniziava a essere nervosa per via dell’arrivo di David. I parenti di Max, sarebbero arrivati in tarda serata e avrebbero alloggiato all’albergo prenotato da Ryan. Mentre le ragazze erano via, arrivò David a casa Caulfield.

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Così, Ryan ebbe l’occasione di conoscere il patrigno tanto odiato da Chloe e soprattutto colui che aveva smascherato il professor Jefferson. Erano in salotto e stavano già conversando da un po’. David mise al corrente i Caulfield dell’andamento del processo a Mark Jefferson. Confermò che le cose si stavano mettendo davvero male per lui. C’erano molte prove a suo carico e anche due vittime, le uniche a non essere scomparse, che avrebbero testimoniato contro di lui in tribunale.

“Oddio, come può esistere gente tanto malvagia al mondo?” disse Vanessa sconvolta.

“L’importante è che ora pagherà per i suoi crimini. E tutto questo grazie a te David” disse Ryan.

“S-sì, certo” rispose poco convinto David. Non era solo suo il merito per l’arresto di Jefferson, ma anche delle due ragazze che avevano indagato per conto loro dandogli una dritta per arrivare a lui. In quel momento arrivò una telefonata e Vanessa scusandosi si alzò per andare a rispondere. I due uomini rimasero soli.

“David, volevo farti una domanda. Ho un dubbio su mia figlia e forse tu puoi aiutarmi”.

“Che dubbio?”

“Hai visto le foto delle vittime di quel mostro?”

“Si purtroppo”.

“Mi puoi dire se per caso, c’erano foto di Max?” chiese agitato Ryan.

“No Ryan, non c’erano foto di Max”.

Ryan emise un respiro di sollievo alla notizia. “Grazie a Dio”.

David pensò alle foto che ritraevano Chloe nella stanza di Nathan Prescott.

“Sono davvero felice che non abbia dovuto subire le angherie di quella bestia. Quante vittime ci sono state?”

“A giudicare dal materiale trovato nella camera oscura direi tante. Inoltre si suppone che abbia fatto vittime, anche prima di arrivare ad Arcadia Bay”.

“È incredibile che abbia agito così indisturbato per anni”.

“Beh, adesso per lui è finita, mi assicurerò personalmente che marcisca per sempre dietro le sbarre!”

“Chi sono le due vittime che testimonieranno contro di lui?”

“Due studentesse della Blackwell, Kate Beverly Marsh e Victoria Maribeth Chase. Frequentavano entrambe le stesse lezioni di fotografia del professore, come vostra figlia”.

“Chase?! Questo nome non mi è nuovo”.

“Forse perché sono di Seattle”.

Ryan ci rifletté un po’ su e poi si ricordò dove lo aveva visto quel nome. Nel frattempo, Vanessa tornò al suo posto scusandosi per l’assenza.

“Ma certo, i Chase sono i proprietari del Chase Space, una galleria d'arte specializzata in foto. Ricordo di averci portato Max una volta anni fa”.

“Si, sono loro”.

“Nessuna delle ragazze scomparse è stata ritrovata?”

“Ehm… una soltanto”.

“Lei è viva?”

“No, purtroppo è stata trovata morta. Era la figlia del procuratore distrettuale, si chiamava Rachel Amber”.

Ryan sbiancò all’istante. “Cosa?! R-Rachel hai detto?!”

“Si!”

Un ricordo tornò alla mente di Ryan. Il giorno in cui Chloe era andata su tutte le furie, prendendosela con lui per averle portato via Max.

“Chloe, mi dispiace tanto... davvero tanto per la tua perdita...”

“Ah, ma davvero?! Quale delle tante?! Esattamente per quale perdita ti senti dispiaciuto?! Per la morte di mio padre?! Di Rachel? Di mia madre o per avermi portato via Max nel momento più difficile della mia vita?!”

E poi quando erano seduti fuori.

“In casa prima, hai fatto un nome. Hai detto Rachel, posso sapere chi è?”

“Lei… era una mia amica per così dire. Ero così arrabbiata con lei. Era scomparsa, pensavo mi avesse abbandonata e invece era semplicemente morta”.

“Ryan, che hai?” chiese sua moglie vedendo lo sguardo strano di suo marito.

“Oh, n-niente. David, quando è stato scoperto il corpo di Rachel?”

Prima del tornado sono giunto al bunker. Li c’erano le foto delle vittime e tra queste anche quella di Rachel. Il corpo è stato ritrovato nella discarica alcuni giorni dopo il tornado. Prima non è stato possibile per via dei soccorsi ai superstiti”.


Come diavolo faceva Chloe a sapere che Rachel era morta ancor prima che la verità saltasse fuori. Questo non è possibile.


“Chloe e questa Rachel si conoscevano? Erano amiche?”

David cominciava a essere sospettoso nei confronti dell’uomo. Non riusciva davvero a capire a che scopo fargli delle domande del genere.
“Si, erano amiche e frequentavano entrambe la Blackwell”.

“Qualcun altro era al corrente delle tue indagini?”

David stava per rispondere, ma venne interrotto dal rumore della porta di casa. Erano appena rientrate le ragazze. Chloe aveva già riconosciuto l’auto del suo patrigno parcheggiata davanti casa Caulfield. Appena giunsero in salotto, David si alzò dalla poltrona guardando Chloe. Rimasero a fissarsi con gli occhi che minacciavano di riempirsi di lacrime da un momento all’altro.

“Chloe…” disse David, trattenendo a stento le lacrime che iniziarono a rigarli le guance.

Chloe si avvicinò lentamente a lui e quando erano ormai a un passo l’uno dall’altro l’uomo la strinse in un forte abbraccio. Anche se con un po' di fatica, Chloe rispose al suo abbraccio iniziando a piangere. Vanessa si portò una mano sulla bocca commossa dalla scena. Ryan continuava a pensare a Chloe, alla possibilità che potesse sapere molto di più sulla morte di Rachel. Che potesse essere addirittura coinvolta nella sua morte? Cercò di rimuovere dalla mente quell’idea assurda, ma non poté fare a meno di pensarci. Sperava tanto che ci fosse una spiegazione logica a quella stranezza. Chloe e David vennero lasciati soli nel salotto per concedere loro un po’ di tempo per parlare.

“Ho provato tanto a mettermi in contatto con te. Non sapevo davvero più cosa fare. Credevo ti fosse successo qualcosa di terribile” disse l’uomo alla ragazza.

“Forse avrei dovuto contattarti, ma non ce la facevo”.

“Lo capisco Chloe e non te ne faccio una colpa. So quanto deve essere difficile per te. Per me l’importante è saperti al sicuro. Il resto non ha alcuna importanza”.

“Si, per quanto possibile, sto bene”.

“Chloe, come avete fatto a scoprire di Rachel?” chiese David sottovoce.

La ragazza era in enorme difficoltà e non sapeva cosa rispondere. “Beh, lei era mia amica e sapevo che non si sarebbe mai andata via senza dirmi nulla. Non era da lei e poi…”

David rimase in attesa che continuasse.

“Io e lei avevamo deciso di andarcene da Arcadia Bay, insieme”.

“Oh! Perché? Lei ancora non aveva ancora nemmeno terminato gli studi”.

“Volevamo andarcene e basta! Lasciare tutto!” disse Chloe abbassando lo sguardo e rigirandosi gli anelli alle dita.

“Volevate scappare via?”

Chloe annuì con la testa senza guardarlo. David sembrava molto dispiaciuto a quella notizia, perché sentiva di essere stato lui la causa del suo desiderio di andarsene.

“Sono stato davvero uno stronzo, lo so. Mi dispiace tanto di essere arrivato al punto di farti desiderare questo Chloe”.

“No, non era per te. Cioè si lo era… in parte. C’erano tante cose che non andavano. Io odiavo Arcadia Bay. Lo so che è brutto dirlo adesso che è stata spazzata via, ma è così. Mi ha portato via tutto, fino all’ultimo” disse Chloe con voce tremante.

“Vorrei tanto che lei non fosse…” disse David interrompendosi per cercare di trattenere il pianto. Poi il momento passò e chiese: “Quindi sentivi che le era successo qualcosa?”

“Si e quando è arrivata Max, abbiamo cercato di capirci qualcosa”.

“In che modo ci siete riuscite?”

“David, non mi sembra importante! Inoltre non ne voglio parlare, ormai è finita!”

“Si, hai ragione. Scusami, non volevo essere insistente”.

“Comunque… grazie” disse Chloe sorprendendo il patrigno.

“Di cosa Chloe?”

“Suppongo che se nessuno è venuto a cercarci qui, vuol dire che non hai fatto i nostri nomi”.

“No infatti. Non sapevo ancora se vi fosse successo qualcosa. Ho preferito tenervi fuori da questa storia. Non meritavi di subirti anche un processo e neanche Max. Non sarei stato nemmeno in grado di dare una spiegazione logica di come due semplici ragazze siano giunte alla verità. A dire il vero faccio ancora un po’ fatica capirlo io. Ma del resto, tu è Max siete in gamba, quindi non mi sorprende. Ti giuro che non era mia intenzione prendermi il merito di aver fatto arrestare Jefferson”.

“Ma che dici?! Io non ho mai pensato a una cosa del genere!”

“Mi fa piacere sentirtelo dire. Sono orgoglioso di te Chloe e di quello che siete riuscite a fare”.

Fu il torno di Chloe a essere sorpresa dalle parole dell’uomo. Non aveva mai sentito uscire dalla sua bocca frasi del genere, soprattutto rivolte a lei. Sentendosi a disagio in quella situazione, cercò di cambiare discorso.

“La casa è andata distrutta?”

Si purtroppo”.

“Dove alloggi al momento?”

“Per seguire da vicino il processo a quel bastardo sto a Tillamook. Anche perché potrei essere chiamato a deporre ancora su ciò che so sul caso. Mi sta ospitando un amico”.

“Bene”.

“Oh, quasi dimenticavo. Ti ho portato qualcosa che sono riuscito a recuperare dai resti della casa”.

David si alzò dal divano sui cui si erano seduti, e prese una scatola di cartone. Appoggiandola davanti al divano, l'aprì per tirare fuori la bandiera degli Stati Uniti. Chloe la teneva appesa alla finestra della sua cameretta, per proteggersi dalla luce del mattino.

“L’ho trovata tra le macerie della casa. Pensavo che forse l’avresti voluta con te, anche se è un po' sporca. Comunque lavandola tornerà come nuova. Poi ho trovato anche questo”.

Tirò fuori un album fotografico di famiglia, in cui c’erano le foto di William, Joyce e Chloe. La ragazza lo prese passando una mano sulla copertina.

“Ho trovato anche questo diario” disse l’uomo porgendolo alla ragazza.

Chloe lo prese guardandolo sorpresa. Poi si girò in direzione di David.

“Se ti stai chiedendo se l’ho letto, ti posso assicurare che non è così. Infine ho trovato anche questa”.

Diede a Chloe la foto in cui era in compagnia di Rachel.

“Grazie David” disse Chloe con un filo di voce.

“Mi sono permesso di tenere con me la fede nuziale di Joyce e alcune sue foto”.

Chloe annuì.

“Chloe, come vanno le cose qui? Ti trattano bene?”

“Si David, mi trattano bene”.

“Anche se tua madre non c’è più, questo non vuol dire che io non possa prendermi cura di te. Lo so di non essere stato un granché come patrigno, ma posso rimediare se me lo permetti. Io tengo molto a te Chloe. Non sono stato in grado di dimostrartelo a tempo debito, ma posso farlo ora. Dammi solo il tempo di vedere la fine di Jefferson dietro le sbarre e rimettermi in sesto. Non voglio perderti Chloe, permettimi di far parte ancora della tua vita. Sono sicuro che Joyce lo vorrebbe. Pensaci su. Ok?”

In quel momento entrò Vanessa. “Scusate se vi interrompo”.

“Oh, non preoccuparti Vanessa. Abbiamo finito”.

“David, spero che resterai con noi per qualche giorno. Abbiamo posto per ospitarti”.

“Siete davvero molto gentili a volermi ospitare, ma credo che dovrò declinare l’invito. Devo sbrigare alcune cose urgenti”.

“Non vorrai rimetterti subito in viaggio spero? Sarai già molto stanco”.

“In questo caso, potrei approfittare della vostra gentilezza e passare la notte qui e ripartire domani mattina. Se per voi non è un disturbo”.

“Assolutamente no David, nessun disturbo. Anzi, ci farebbe davvero molto piacere se rimanessi un po' con noi. Ti mostro la stanza dove potrai stare per questa notte”.

“Grazie Vanessa” disse David seguendo Vanessa.

Prima dell’ora di pranzo Chloe era in cortile a fumare. Max invece stava uscendo dalla sua stanza trovandosi dinanzi a David.

“Oh, David, se stavi cercando Chloe è di sotto a fumare”.

“No no, cercavo te Max. Posso parlarti un attimo?”

“Certo” disse la ragazza rientrando in stanza facendo accomodare David.

Max si sedette sul letto e l’uomo sulla sedia della scrivania.

“Volevo solo ringraziarti per Chloe. Sapere che ci sei tu con lei mi tranquillizza. I tuoi sembrano delle persone in gamba”.

“Si, lo sono. Non devi preoccuparti di nulla”.

“Bene. Poi volevo anche… io ti devo delle scuse Max. Mi dispiace davvero tanto per averti trattata male quando sei tornata da Chloe. Non lo meritavi. Sei una brava persona Max e sono felice che Chloe sia qui con te”.

“Non scusarti, capisco bene come eri preoccupato per lei e per tutte le cose che stavano succedendo a causa di Jefferson”.

“Si è vero. Mi preoccupavo molto e volevo prendermi cura di lei, ma lo facevo nel modo sbagliato. Spero di riuscire a recuperare il mio rapporto con lei. Anche se so bene che adesso le cose sono cambiate. Sua madre ormai…”

Max rimase in silenzio. Cosa avrebbe potuto dirgli? Di certo non poteva scusarsi di avergli causato un dolore così grande, non salvando la donna che amava.

“David, sono sicura che le cose con Chloe andranno bene. Dalle solo un po’ di tempo. Vedrai che tutto si aggiusterà. Tu sei un uomo buono e questo lei lo sa”.

David sorrise alle parole di Max con una luce nuova negli occhi. Per la prima volta sentiva di poter sistemare le cose con Chloe. Se era Max a dirlo, la sua migliore amica, allora voleva dire che era possibile per davvero.

“Grazie Max”.

 
Si ritrovarono tutti a tavola per pranzare. Sembravano tutti sereni. Beh, quasi tutti. Ryan continuava a pensare continuamente alla faccenda di Rachel. Si tormentava alla ricerca di una risposta ovvia alla sua domanda. Come faceva Chloe a sapere della morte della ragazza ancor prima che venisse ritrovato il corpo? Durante il pranzo di punto in bianco, Ryan finì per parlare ancora una volta della vicenda del professore. Cercava così di ottenere più informazioni e capire cosa sapesse Chloe.

“Per te sarà difficile da accettare di non essere riuscito a fermarlo prima che facesse del male a quella povera ragazza” disse Ryan parlando a David.

David non gradì il suo commento, perché sapeva che Chloe ne avrebbe sofferto. Nonostante tutto cercò di restare calmo. “Già!”

“Dopotutto non era una ragazza qualunque. La conoscevi bene essendo amica di Chloe”.

“Si, certo!” rispose David.

“Per non parlare di quel ragazzo, il figlio dei Prescott. A volte si rimane coinvolti in certe situazioni senza volerlo. Sicuramente aveva dei problemi ma non era un assassino”.

Max guardò Chloe al suo fianco, sapendo quanto ritenesse Nathan responsabile della morte di Rachel. Le prese una mano sotto al tavolo e Chloe si girò a guardarla. Nel frattempo Ryan proseguì questa volta guardando Chloe. “Però resta il fatto che era conoscenza di cosa facesse il professore. Soprattutto sapeva di cosa era successo davvero a Rachel”.

Chloe non disse nulla abbassando lo sguardo, mentre Vanessa e Max guardarono Ryan sorprese. Non riuscendo ad arrivare a nulla decise di cambiare tattica andando dritto al sodo. Era stato David a scoprire le malefatte del professore e sicuramente avrebbe trovato strano che Chloe ne fosse in qualche modo già a conoscenza. Far saltar fuori il fatto che Chloe fosse già a conoscenza della morte dell’amica era l’unico modo. Però prima che potesse dire qualcosa Vanessa intervenne.

“Credo che sia ora di smetterla con questi discorsi. Non sono cose piacevoli per nessuno. Quindi cambiamo discorso. Piuttosto, volete un pezzo di dolce? David?”

“Oh, sono già pieno. Ma credo che lo accetterò molto volentieri”.

“Benissimo”.

Quando finirono il dolce, tutti rimasero ancora in sala da pranzo a chiacchierare. Chloe si alzò da tavole dicendo che andava in bagno, ma si fermò in salotto a fissare la foto di Rachel. A un tratto sopraggiunse una voce alle sue spalle. “È Rachel?”

La ragazza annuì mentre Ryan prese posto accanto a lei sul divano.

“È davvero molto bella”.

“Lo era…”

“David ha fatto un ottimo lavoro per smascherare Jefferson. Ti aveva messo al corrente delle sue indagini?”

“No!”

“Non ti ha mai parlato di nulla al riguardo”.

Chloe alzò lo sguardo dalla foto girandosi verso Ryan. Il suo atteggiamento durante il pranzo era strano. Per non parlare delle sue domande. “No, perché?!”

“Chloe, ricordi di averla nominata quando vi abbiamo chiesto di Joyce?” chiese Ryan indicando la foto con Rachel.

“L’ho fatto?!”

“Si! Eri molto arrabbiata quella mattina quindi forse non lo ricordi. Hai detto che credevi che ti avesse abbandonata e che invece era morta. Mi stavo chiedendo una cosa al riguardo. Come facevi a sapere di Rachel, se il suo corpo è stato ritrovato giorni dopo il tornado?!"

Chloe lo guardò con occhi sbarrati. Solo allora si rese conto del passo falso che aveva fatto quel giorno. Lei non avrebbe dovuto avere quella informazione. 

“Ehm… io non… cioè credo…”

“Chloe, come facevi a saperlo?!”

“Che importanza ha?!”

“Ne ha molta Chloe! Cosa è successo?! Stai tenendo nascosto qualcosa?!”

“Cosa?! No, certo che no!”

“Perché allora non rispondi alla mia domanda?! Non sarai mica coinvolta in qualche modo con la sua morte?!”

“Cosa?!” chiese Chloe scioccata.

“Posso rispondere io a quella domanda” disse David intervenendo.

Si voltarono e videro David, Max e Vanessa entrare in salotto. L’uomo si avvicinò a loro. “Mi dispiace ragazze, ma credo che ora sia il caso di dire i fatti come stanno realmente. Almeno a loro”.

David guardò Ryan. La verità è che Chloe e Max mi hanno aiutato a smascherare Jefferson”.

Ryan e Vanessa rimasero sorpresi dalle parole dell’uomo. “Che cosa vuoi dire? Le hai coinvolte nelle indagini rischiando di metterle in pericolo?” disse Ryan alzando un po’ la voce.

“No! Avevano fatto delle indagini per conto loro. Non ne sapevo nulla, almeno fino a quando non mi hanno fatto trovare tutti gli indizi”.

Ryan si girò a guardare sua figlia. “È vero quello che sta dicendo?”

Max annuì.

“Mi sono preso il merito di tutto solo per tenerle al sicuro. Non volevo che venissero coinvolte più del dovuto. Non so nemmeno io come hanno fatto, ma sono riuscite a fermare un mostro. E per quel che mi riguarda questo è l’importante. Quello psicopatico non riuscirà più a fare del male a nessuno. Ora voglio solo assicurarmi che finisca il resto dei suoi giorni in prigione, dopo quello che ha fatto a lei e a tutte le altre ragazze”.

“Rachel?!” chiese Ryan.

“No, non solo lei!” disse David.

Chloe guardò verso David, capendo di cosa stava parlando.

“Quello psicopatico ha manipolato un ragazzo problematico con seri problemi, portandolo a fare cose orribili. Nathan Prescott aveva foto di Chloe nella sua stanza.”

Max ricordò una foto di Chloe che aveva trovato nella stanza del ragazzo. Chloe le aveva raccontato vagamente ciò che ricordava. Era riuscita a scappare da lui, al contrario della povera Kate.

“Non mi darò pace, finché questa storia non sarà finita. Spero che per voi, non sia un problema tenere Chloe fino a quando tutto si sarà concluso e lei avrà deciso se stare con me o meno”.

Max guardò verso Chloe, non credendo alle proprie orecchie. Davvero c’era la possibilità che Chloe sarebbe tornata a vivere con David?

“David, non c’è alcun problema. Chloe può restare tutto il tempo che vuole” disse Vanessa.

Ryan era sconvolto. Non sapeva più cosa dire e soprattutto si sentiva male per come aveva trattato Chloe e David. Quindi cercò di scusarsi come meglio poteva. “Io… non… mi dispiace davvero… non so come scusarmi”.

“Va bene Ryan, non c’è alcun problema. Non potevi saperlo. Spero solo che teniate questa cosa per voi. Non voglio che Chloe e anche vostra figlia siano coinvolte nel processo”.

Ryan si voltò verso la ragazza. “Mi dispiace per aver dubitato di te”.

Chloe annuì accettando le scuse di Ryan.

Dopo che le verità venne a galla, David andò a riposarsi nella stanza di Chloe. I Caulfield ancora sconvolti, restarono in salotto ripensando alle due ragazze e al loro enorme contributo per catturare Jefferson. Chloe aveva portato la scatola con gli oggetti portati dal suo patrigno, nella stanza di Max. La ragazza tirò fuori il suo diario guardandolo. Per esorcizzare il suo grande senso di colpa per aver letto il diario della sua amica senza il suo consenso, stava considerando di permettere a Max di leggere il suo. Ovviamente l’amica non avrebbe mai saputo la verità sul perché le permettesse tanto. In quel momento Max entrò nella stanza sdraiandosi sul letto portandosi un braccio sugli occhi sospirando, stanca della tensione accumulata. Chloe andò a sedersi sul letto.

“Max?”

La ragazza spostando il braccio dagli occhi, vide il diario che Chloe le stava porgendo.

“Cos’è quello?”

“È il mio diario che ho scritto quando eri qui a Seattle. Voglio che tu lo legga”.

“Perché?”

“Non lo so, voglio semplicemente che tu lo faccia. Sei la mia migliore amica no? Non ci dovrebbero essere segreti tra noi. Prendilo ti prego”.

Max lo prese. Chloe si alzò dal letto.

“Dove vai ora?”

“Ho bisogno di una boccata d’aria e di qualche sigaretta. Tu ne avrai per un po’, quindi ci vediamo dopo”.

Uscì dalla stanza lasciandola sola con il diario tra le mani. La ragazza non sapeva davvero cosa aspettarsi e non riusciva nemmeno a capire la necessità di Chloe di farglielo leggere. Aprendo il diario trovò una lettera attaccata con una graffetta. Sembrava essere destinata a lei, solo che non l’aveva mai ricevuta.
 
5/3/10

Cara Max, papà mi aveva comprato questa carta da lettere quando internet era in sciopero e mi lamentavo perché non riuscivo a mandare e-mail. E oggi mi sono detta "Ehi, forse è ora di scrivere a Max! Però non so cosa dirti, sinceramente. Perché è da tre mesi ormai che non parliamo. Nonostante tutte le chiamate, tutti i messaggi che ti ho mandato e.… ma non sono arrabbiata con te, davvero. Cazzo. Col cazzo che ti mando sta roba.

Chloe, l'ex amica

Era solo l’inizio e Max stava già per mettersi a piangere. Arrivare alla fine del diario le sembrava un’impresa ardua. Però, la seconda pagina che lesse le lanciò un’ancora di salvezza. Un sorriso comparve sulle sue labbra. Uscì di corsa dalla sua stanza e scese le scale raggiungendo l’uscita. Trovò Chloe seduta sui gradini che stava fumando.

“Chloe, vieni con me”.

“Cosa?! Dove?!”

“Non fare domande e vieni con me”.

Chloe spense il mozzicone a terra. Max l’afferrò per una mano e la trascinò in casa.

“Max, ma quanta fretta!”

Rientrarono nella stanza di Max.

“Max, si può sapere che ti prende?!”

“Ti prego, vieni qui vicino a me” disse Max appoggiandosi alla spalliera del letto in attesa della sua amica.

Chloe si trascinò a forza sul letto vicino alla sua amica. “Max, cosa ci faccio qui?”

“Leggi qui” disse la ragazza passandole il diario indicando la seconda pagina.

Chloe diede un’occhiata alla pagina senza capire. “Cosa devo leggere?”

Max sospirò riprendendo il diario leggendo al posto suo la parte che le aveva indicato.

“Magari un giorno, quando sarai tornata, ti sarai scusata per esserti dimenticata di me e avremo fatto pace, leggeremo insieme questo diario e ci faremo una bella risata!”

Chloe capì le intenzioni dell’amica. “Max, non vorrai leggere il diario in mia presenza?!”

“Si Chloe! Quello che ho letto ora l’hai scritto tu, non io!”

“Oh merda! Ma dai Max, non vorrai davvero…”

“Ti prego Chloe! Non riesco a farlo da sola!”


Beh, credo che mi tocca accettare, visto che voglio redimermi per aver letto il suo.


“E va bene” disse Chloe mettendosi comoda.

Max le passò il diario appoggiando la testa sulla sua spalla e un braccio attorno alla vita.

“Ehm… Max?!”

“Si?”

“Che stai facendo?”

“Ti do fastidio?”

“No! Voglio solo sapere perché mi hai passato il diario! Non vorrai che te lo legga io spero?!”

“Chloe, faccio fatica a leggere. Soprattutto se si tratta di cose tristi, come la lettera”.

“Oh cazzo! E va bene, hai vinto tu! Comunque Max, sono tutte lettere che non ti ho mai spedito”.

“Perché pensavi, che non avrei risposto?”

“Già! Almeno sul diario potevo scriverti senza dovermi aspettare nulla. Lo sai come la penso, se non hai aspettative non rimani delusa”.
“Mi dispiace Chloe”.

“No Max, ne abbiamo già parlato troppe volte. Basta scusarsi, fa parte del passato”.


La verità è che fa ancora troppo male, ma non posso farla sentire una merda. Ha già troppi sensi di colpa da sopportare. Forse farle leggere il mio diario, non è una buona idea…


“Allora?” chiese Max.

“Ok… iniziamo”.

Chloe iniziò a leggere il suo diario. Max prestava attenzione, immaginando le situazioni vissute dalla sua amica.


4/4/10

“Lo sai, che ho smesso di andare tutti i giorni a scuola? Un po’ come tu hai smesso di parlarmi tutti i giorni, ecco”

Max strinse la mano che teneva appoggiata alla vita di Chloe, ma non disse nulla.

“Una volta non sapevo che scusa inventarmi e così... non l'ho fatto. Non mi sono presentata...e l'ho spuntata. Nessuno ha detto niente. Forse è il vantaggio di essere quella con il padre morto, nessuno sa come comportarsi con me, quasi tutti tirano un sospiro di sollievo quando resto a casa.

“Nemmeno io sapevo cosa dirti come loro. La mia vita non è stata semplice qui a Seattle, ma non volevo assillarti con le mie stupidaggini. I miei problemi non erano niente rispetto ai tuoi”.

“Max, non sminuire quello che hai vissuto qui e che ti ha creato problemi. Io ti conosco bene. A scuola non sarà stata una passeggiata nemmeno per te. So quanta fatica fai per fare amicizia e ambientarti. Sono contenta che ci fossero Kristen e Fefè con te. Oh… questa è davvero interessante, ascolta bene…” disse Chloe ridendo mentre riprendeva a leggere.

“P.S. L'ultima volta che mi sono fatta un ditalino mi è venuta in mente Pris di Blade Runner…”

“Oddio Chloe, sei sempre la solita! Per l’amor del cielo salta quella parte!” disse Max tappandosi le orecchie inutilmente.

“Ehi, sei stata tu a volere che leggessi il diario, quindi adesso mi lasci finire. Potevi pensarci prima”.

“Infatti comincio seriamente a pentirmene”.

“A proposito, sai cos’è un dit…”

“Chloe!”

“Ma quindi sai cos’è, buono a sapersi”.

“Chloe, se non la smetti subito…”

“Ok ok, stai calma e lasciami finire. Dove ero rimasta? Ah sì, ecco…”

“…O meglio, all'inizio stavo pensando a quel figo di Deckard, ma poi Pris ha decisamente rubato la scena, nulla di che, credo di volere la sua frangia”.

Chloe si fermò a riflettere un po’. “Beh, con il senno di poi credo che volessi anche un’altra cosa oltre alla sua frangia”.

“Ho capito cosa volevi! Possiamo andare oltre, per favore?!” chiese Max arrossendo.

Chloe lesse anche il primo incontro con Rachel al concerto dei Firewalk e di come la ragazza l’avesse salvata da due malintenzionati.

7/5/10

“Ho fatto ancora il solito sogno su papà. Quello in cui ero con lui, durate l'incidente. È sempre più difficile capire cos'è vero e cos'è solo frutto della mia immaginazione. Tutto quello che ricordo quando mi sveglio è quanto mi manca. Spero di non dimenticarlo mai”.

Entrambe rimasero in silenzio riflettendo sui loro rispettivi sogni, o per meglio dire incubi.

“…Ho anche parlato con Eliot. È stato molto carino, come al solito. E mi ha chiesto di uscire, come al solito. E io ho rifiutato, come al solito. Poverino, lui continua a insistere... Perché si impegna così tanto per uscire con una come me?”

“Chi è Eliot?”

“Diciamo un amico”.

“Diciamo?”

“Sei la solita ficcanaso”.

“Non avrebbe senso tenerti qui a leggere, se poi non posso informarmi sulla tua vita quando non c’ero”.

“Ok. Cosa vuoi sapere, se ci sono andata a letto?”

“No, non voglio sapere questo. Ci sei stata?”

“Beh… meno male che non lo volevi sapere eh?! Lui ha cercato di starmi vicino dopo che papà è morto. Ma il suo interesse andava ben oltre la semplice amicizia. Soprattutto dopo che ci sono andata a letto. Però è successo una volta sola quando ero ubriaca. Quindi non era importante. A quanto pare lui non era della stessa idea. Era diventando morboso e credo che fosse molto geloso di Rachel”.


Questo è più che chiaro ormai. Niente di quello che succede mentre sei ubriaca è davvero importante. Chissà cosa diresti nel sapere cosa è successo quella sera.


“Parlando di impegnarsi, ho fatto una partita con Steph e Mikey stamattina. Non è stato terribile come pensavo, ma non ho l'energia per impegnarmi in modo costante in... qualsiasi cosa. Forse dovrei impegnarmi a pensare a quanto sono menefreghista ultimamente. Ma poi vorrebbe dire che mi sto impegnando a fare qualcosa, no?”

Max diede un pizzicotto sulla pancia di Chloe.

“Ahia!”

“Sei la solita idiota Chloe. Ma Steph e Mikey sono gli amici che avevi nominato il giorno del pranzo con Fernando e Kristen?”

“Si, più o meno amici”.

“Dunque, fammi capire bene. Eliot era un ‘diciamo amico’. Steph e Mikey erano dei ‘più o meno amici’. Chloe, sono solo due le possibilità. O erano tuoi amici o non lo erano.”

“Max, devi capire che in quel periodo io ero disinteressata a tutto e a tutti. Quindi erano degli amici, ma senza impegno. Non uscivamo insieme la sera. I miei rapporti erano molto superficiali. Come con Justin e Trevor”.

“E ora chi sono loro? Due altri ‘non amici’?”

“Si, esatto. Vedi che hai capito il mio discorso? Comunque, con loro passavo il tempo a fumare e a fare skate”.

“Beh, sei brava con lo skate, quindi ci hai passato molto tempo con loro. Quindi erano amici”.

“Si, più o meno”.

“Sei esasperante.”

“Per me erano tutti sullo stesso piano”.

“Tranne Rachel?”

“Già! Con lei era diverso. Ci siamo, è il suo turno ora” disse Chloe dopo aver voltato pagina.

“So a cosa stai pensando. Ti stai chiedendo quando ti parlerò finalmente di Rachel Amber. Ok, stronzetta ficcanaso, ecco qui”.

“La pianti di pizzicarmi Max?”

“Si Chloe, quando la smetterai di darmi della ficcanaso”.

“Ma sto solo leggendo quello che c’è scritto… e poi è vero! Ahia! Ok, la smetto!”

Chloe proseguì con la sua lettura.

“Rachel Amber, la ragazza più popolare della scuola, all'improvviso ha deciso che vuole passare del tempo con me. Stamattina, ad esempio, mi ha trascinata al laboratorio teatrale e ha iniziato a farmi domande sul vero amore davanti a tutti. Io sì che sono un'esperta in materia eh? Le ho risposto che il vero amore è una stronzata, ovviamente. Il prof Keaton, l'insegnante di teatro, sembrava essere d'accordo. Poi Rachel mi ha portata nel suo camerino. L'ho appena conosciuta e già mi chiede di aiutarla a cambiarsi. Strano, non credi? Rachel è fatta così. Non gliene frega di niente, si lascia andare completamente”.

“Cosa vuol dire che ti ha portata nel suo camerino e ti ha chiesto di aiutarla a cambiarsi?”

“Non è andata proprio così. Le ho passato solo la cintura. Era solo per farti capire quanto era strafottente di tutto. Ad esempio, tu al suo posto vedendomi nel tuo camerino, mi avresti lanciato dietro di tutto”.

“Non sei divertente”.

“Non era mia intenzione esserlo infatti”.

“Davvero pensi che il vero amore sia solo una stronzata?”

Chloe rimase in silenzio non sapendo cosa rispondere. Max alzò la testa dalla sua spalla per guardarla.

“Io… non lo so. All’inizio pensavo davvero che fosse una stronzata. Vedere mia madre che si risposa con un altro uomo non ha di certo aiutato. Poi ho incontrato Rachel e mi sono innamorata per la prima volta. In quel momento forse ci ho creduto, ma adesso…”

Max tornò ad appoggiare la testa sulla spalla della sua amica e Chloe a leggere.

"Abbiamo mai giocato a "Due verità e una bugia, noi due? Saresti stata terribile a quel gioco, credimi. L'avremmo dovuto chiamare: "Due verità e oddio, ritiro tutto, non dovevo mentire, il senso di colpa mi sta uccidendo!”

Max la pizzicò di nuovo. “Praticamente hai continuato a prendermi in giro per tutto il tempo anche sul tuo diario”.

“Si, credo proprio di sì Max” rispose Chloe ridendo di gusto.

“Ti odio”.

“Non stai dicendo sul serio, vero?”

“Secondo te?”

“Dimmelo tu”.

Max fece un sorriso soddisfatto. “Non lo so, ci devo pensare”.

“Non pensavo fossi così crudele”.

Max diede un bacio sulla spalla di Chloe, prima di tornare ad appoggiarsi di nuovo. “Non potrei mai odiarti”.

“Nemmeno io Max” disse Chloe ricambiando il bacio sulla testa dell’amica.


"Te l'ho detto che eravamo su un treno? Non male stare sedute a guardare il mondo passarci davanti. Siamo letteralmente saltate giù dal treno all'entrata di un parco enorme a nord della città. Sei gelosa?"

Chloe fece una pausa.

“Perché non leggi più?” chiese Max.

“Non sei gelosa?”

“Di cosa?”

“Del mio tempo passato con lei”.

“Chloe, tra noi due quella gelosa sei tu”.

“Ah, davvero?!”

“Vuoi che ti faccio la lista dei nomi delle persone di cui sei gelosa da quando siamo a Seattle? Kristen, Fernando, Lucas, Duncan e Colin”.

“Ho capito, allora sono l’unica a essere gelosa. Quindi non te ne frega proprio niente di me. Buono a sapersi” disse Chloe sfogliando il diario. La sua era solo una tattica per spingere l’amica a sbilanciarsi di più.

“Cosa?! Non era quello che intendevo! A me importa di te!”

“Beh, non abbastanza a quanto pare”.

Max si arrese. “Si che lo sono, ma la sento una cosa sbagliata. Perché lei…”

“Lei non c’è più?” disse Chloe terminando la frase per l’amica.

“Già!”

“Non puoi continuare a sentirti in colpa per tutto Max”.

“È più facile a dirsi che a farsi”.

“Bene, dunque sei gelosa. Per la cronaca lo avevo capito”.

“Da cosa?”

“Dal primo incontro che ho avuto con Jennifer”.

“Adesso sei soddisfatta?”

“Puoi giurarci”.

Continuò a leggere.

“Non ci posso credere davvero. Per caso avevi scommesso che avrei rovinato tutto e sarei tornata a essere la tipa stramba senza amici? Spero per te di sì. Come ho fatto a rovinare tutto? Stavo passando una giornata perfetta... Ma poi le ho goffamente confessato i miei sentimenti, neanche fossi uno sfigato qualsiasi che invita una cheerleader al ballo di fine anno. E lei mi ha rifiutata, ovviamente”.

“Le hai detto di esserti innamorata di lei?” chiese Max.

“Non ho usato esattamente queste parole, ma si, l’ho fatto”.

“Com’è ricevere…”

“Un due di picche? Un vero schifo!”

“Mi dispiace Chloe”.

“Prima mi ha rifiutato, ma poi le cose sono cambiate”.

"Come hai capito di esserti innamorata di lei?"

"Non so dirti di preciso come l’ho capito. Voglio dire, non c'è qualcosa di specifico. Credo che sia più un insieme di cose. Credo che all’inizio, quando le ho confessato ciò che provavo, ero semplicemente stufa di stare da sola. La giornata che ho passato con lei è stata fantastica. Per me che mi estraniavo da tutto e tutti è stata un grande passo avanti. Forse presa dal momento mi sono lasciata un po’ troppo andare. Ma con il tempo è diventato tutto molto più chiaro”.

“In che modo?”

“La parte migliore di ogni mia giornata era quando stavo in sua compagnia. Con lei riuscivo a essere me stessa fino in fondo. Potevo aprirmi con lei, confidandole qualsiasi cosa mi passasse per la testa senza il timore di essere giudicata. Non mi guardava come tutti. Per gli altri ero soltanto la ragazza problematica senza padre. Temevano anche a rivolgermi la parola, non sapevano come prendermi. Per lei invece ero semplicemente Chloe Price. Rachel è l’unica che si sia davvero interessata a me, mi comprendeva. Se passavo una giornata di merda a causa di David, lei riusciva a farmi stare meglio. Ero libera insieme a lei e sentivo di poter fare qualunque cosa. Con lei sembrava tutto possibile, a volte anche troppo”.

“Era davvero speciale per te”.

“Si! Era una persona solare, divertente, comprensiva, altruista ed era anche di una sensualità disarmante! Mi dispiace che tu non abbia avuto l’opportunità di conoscerla. indipendentemente dalla nostra situazione, da quello che ha fatto, per me è stata la salvezza”.

“Eri attratta da lei anche fisicamente?”

“Si certo, chi non lo era?!”

“Quando stavi con lei cosa sentivi esattamente?”

Chloe abbassò lo sguardo su di lei. Max se ne accorse ma non si mosse dalla sua posizione continuando a guardare il diario.

“Max, sai che la tua domanda è molto specifica? E che potrei risponderti con una risposta altrettanto specifica?”

“Cioè?”

“Max, come mai mi fai tutte queste domande? Non che mi dia fastidio anzi, al contrario”.

“Semplice curiosità Chloe. Tu hai detto di esserti innamorata di lei. Volevo solo capire cosa provavi per essere arrivata a queste conclusioni. Tutto qua”.

Le sue domande erano mirate a scoprire cosa voleva dire essere innamorati di qualcuno. Non essendo mai stata innamorata e non avendo avuto nessuna storia, cercava di capirci qualcosa attraverso l’esperienza della sua amica. Stava cercando di mettere a confronto le sensazioni della ragazza con le sue. Spesso quando era in sua compagnia o quando aveva un contatto con Chloe, provava sensazioni contrastanti. Se da una parte erano piacevoli, dall’altra la turbavano non poco. Poi non riusciva a togliersi dalla testa ciò che era successo tra loro.

Chloe ci pensò un attimo e poi rispose. “Quando stavo con lei era tutto molto… ok… non so cosa rispondere senza beccarmi qualche pizzicotto o prendermi dell’idiota”.

“Non preoccuparti di questo, sei un idiota indipendentemente da quello che risponderai”.

“Cosa?!” chiese Chloe ridendo. Anche Max cominciò a ridere.

“E va bene, te la sei cercata. Quando stavo in sua compagnia in atteggiamenti alquanto inequivocabili, ero completamente eccitata”.

“Ok, basta così!” disse Max sperando che non continuasse.

“Hai presente quando…”

Max le piazzò una mano sulla bocca per non farla parlare. “Smettila Chloe! Dimentica quello che ti ho chiesto! Non lo voglio più sapere!”

Rimosse la mano dalla bocca dell’amica.

“Ok, come vuoi”.

Max tornò ad appoggiarsi sulla sua spalla.

“Proseguiamo?” chiese Max.

“Certo! Per la cronaca, dovevo cambiarmi le mutande spesso quando ero con lei” disse Chloe ridendo.

“Chloe!!!”

“Scusa, ma è colpa tua. Non puoi farmi delle domande e poi rinunciare ad ascoltare le risposte. Comunque, continuo con la lettura”.

8/5/10

“Quand'è che hai deciso che ti eri stancata di me? Quand'è che hai capito che era il momento giusto per voltare pagina? Te lo chiedo perché io e Rachel abbiamo chiuso con questa merda di città. Ce ne andiamo…”

Chloe si interruppe mentre Max iniziava a piangere.

“Ehi Max, ti prego non fare così. Non piangere. Non è stata una buona idea leggere questo cazzo di diario!”

“No Chloe, vai avanti”.

“No, questo diario ti sta facendo male e anche a me”.

“Voglio che finisci di leggere Chloe”.

“Per caso pensi che è quello che ti meriti per non avermi più risposto? Se la pensi così giuro che lo brucio”.

“No Chloe, finisci di leggerlo per favore”.

“Sei mai stata in terapia? Non è per niente male. Non sto parlando di quella merda dove scrivi i tuoi pensieri, ti abbracciano e piangi come uno sfigato. Sto parlando di aprirsi per davvero e tirare tutto fuori. Rachel è brava anche in questo, ovviamente. Abbiamo parlato... e sono felice di averlo fatto. Alla fine, sembrava tutto un po' meno incasinato”.


Chloe con lei parlava tranquillamente. Invece con me no, mi allontana. Forse sono io il problema…


“Indovina chi ha cercato di drogare Rachel per fregarsi la sua parte? Non preoccuparti, io e Rachel abbiamo rigirato la frittata e abbiamo dato a Victoria un assaggio della sua medicina. Letteralmente”.

“Victoria ha tentato di drogare Rachel?”

“Si, ha sciolto delle pillole nel suo tè gentilmente offerto da Victoria. Tutto per soffiarle il suo posto nella recita. Ma io ho scoperto tutto e ho semplicemente invertito le tazze del tè. Quella destinata a Rachel l’ha bevuta lei. Quindi dopo un po’ bey bey Victoria e sogni d’oro. Pensi ancora che fosse una brava persona?”

“Ho avuto modo di vedere un altro lato di Victoria e ti posso assicurare che c’è del buono in lei”.

“Scusami se faccio fatica a crederlo Max”.

“Purtroppo le tragedie non sono finite. Quella cretina di Juliet è rimasta bloccata nel traffico a causa dell'incendio e quindi... Diciamo che c'è solo una persona al mondo capace di farmi entrare in un costume ridicolo e di convincermi a recitare Shakespeare di fronte a un pubblico pieno di gente che odio. Sono sopravvissuta, se per caso eri preoccupata per me (scommetto di no). Ma non è stato facile. Mi sono dovuta ricordare cosa dire, dove andare e di cercare di non mandare a fanculo il pubblico”.

Max rise immaginando la sua amica sul palco mentre mandava a fanculo tutti. “Avresti fatto davvero di tutto per lei!”

“E anche oltre. Penserai che non ero più capace di intendere e di volere, vero?”

“No, non lo penso affatto, eri innamorata”.

Chloe cominciò a ridere.

"Cosa c'è?"

"A proposito del fatto che ero disposta a fare qualsiasi cosa per lei. Mi sono ricordata di qualcosa che abbiamo fatto".

"Cosa?"

"Spesso capitava che andassimo al faro per starcene per conto nostro e fumare in santa pace".

"E la discarica?"

"Beh, non andavamo sempre lì. Di solito non c'era mai nessuno ma quel giorno quando siamo arrivate, la panchina dove abitualmente ci sedevamo per fumare, era già occupata.

"Chi c'era?"

"Una coppietta che a giudicare da come si stavano divorando le facce, non avevano nessuna intenzione di schiodarsi da lì. Così ho detto a Rachel che era il caso di tornarcene indietro e trovare un altro posto. Ma lei ha insistito perché rimanessimo. Così escogita il piano diabolico".

"Che sarebbe?"

"Spacciarsi per le fidanzate dei due ragazzi".

"Santo cielo! E tu eri d'accordo?"

"Non proprio, ma lei ha insistito tanto che alla fine non ho potuto dire no".

"Cosa avete fatto?"

"Il piano era che a turno ci avvicinassimo ai due ragazzi facendo una scenata di gelosia. Come se avessimo beccato il nostro fidanzato e fidanzata tra le braccia di un qualcun altro" disse Chloie ridendo.

"E poi?"

"Rachel è stata la prima ad avvicinarsi a loro, iniziando a urlare e sbraitare contro di lui".

"E tu dov'eri?"

"Nascosta in attesa del mio turno. Rachel avrebbe fatto un movimento con le braccia per segnalare la mia entrata in scena. A meno che i due ragazzi non se ne fossero andati prima".

"Sono andati via?"

"Secondo te?"

"No".

"Ecco appunto. Avresti dovuto vederla. Lei era nata per fare l'attrice, aveva un talento naturale. Per poco non ci credevo anche io che lui fosse il suo ragazzo. Lui cercava disperatamente di spiegare alla sua fidanzata che non conoscesse nemmeno Rachel. E lei ha iniziato a urlargli contro di essere un traditore. Visto che ancora non si allontanavano, Rachel mi ha dato il segnale. Quindi sono arrivata anche io rivolgendomi alla ragazza. Io non sono brava a recitare, ma ci ho provato lo stesso. Le ho detto, chi sono queste persone e perché le porti qui giusto il giorno del nostro appuntamento? Dovevi vedere la faccia del tipo, gli era caduta la mascella a terra. Abbiamo davvero rischiato di essere scoperte perché io ero pessima e Rachel ha fatto una fatica assurda per non ridere".

"Com'è finita?"

"Che abbiamo capito chi era il più geloso tra i due, cioè lui. Si è arrabbiato tantissimo e ha iniziato ad allontanarsi con la ragazza al seguito. Quando se ne sono andati abbiamo iniziato a ridere come matte. Poi finalmente ci siamo sedute sulla panchina a fumare". 

"Non è stata una bella cosa da fare" disse Max ridendo.

"Si lo so, ma è stato davvero divertente".

Il sorriso di Chloe si spense, sentiva una profonda nostalgia delle cazzate fatte con lei.

“Meglio che torno alla lettura, altrimenti non finiamo più”.

“Non mentirò, ho spaccato di brutto. Una volta superato il trauma del trucco e delle luci accecanti mi sono lasciata andare. Immagino che recitare voglia dire dimenticarsi del resto del mondo e cogliere l'attimo.
Non so perché ma sembra tutto più semplice quando sono con Rachel. Alla fine ci siamo inventate una storia sul palco. Una molto più bella, perché finisce con noi che ce ne andiamo dall'isola e navighiamo verso il tramonto. Tiè Shakespeare”.

“Mi sarebbe piaciuto vederti recitare” disse Max.

“Anche a me sarebbe piaciuto che tu ci fossi”.

“Diciamo solo che... ha cancellato ogni mio dubbio. Come dici? Devo farti uno schema? Abbiamo limonato. Se pensi che limonare con Rachel Amber sia una figata, credimi... è un quadrilione di volte meglio”.

“È stato il vostro primo bacio?”

“Si, cazzo! Ed è stato davvero straordinario! Baciava da Dio!”


Sicuramente niente a che vedere con il bacio che le ho dato io con quella sfida. E se lei non si fosse tirata indietro? Cosa sarebbe successo?


Chloe lesse dei problemi di Rachel con il padre durante la cena, dell'ipocrisia di dell'uomo e della verità sulla sua vera madre. Quella biologica. E di come Chloe le era stata vicina.

9/5/10

“C'è una cosa che non hai mai…”

“Continua Chloe”.

“Questa parte la salto…”

“Leggi!”

“Non è importante questa parte!”

“Chloe!”

Chloe proseguì contrariata con la lettura.

“C'è una cosa che non hai mai imparato a fare, Max... Quando vedi che una persona a cui tieni sta soffrendo, fai tutto il possibile per starle vicino. Anche se significa portare le stelle in camera sua. È esattamente quello che ho fatto con Rachel, così si è rilassata e mi ha chiesto di trovare sua madre.

“Max?”

“S-sto bene Chloe”.

“Non è vero!”

“Continua!”

Chloe continuò, leggendo dell'incontro con Frank e Damon per ottenere informazioni sulla madre biologica di Rachel. Di come erano degenerate le cose e di come per difenderla, Rachel avesse ricevuto una coltellata finendo dritta in ospedale.

“Ha messo a rischio la sua vita per difenderti”.

“Già, come hai fatto tu Max.” disse Chloe spostando un braccio sulle sue spalle per tenerla stretta.

“Non penso che si possa sapere cosa si prova per una persona finché non la stai per perdere. Finché non sei seduta nella sala d'attesa di un ospedale, ferma in un posto ma con la sensazione di cadere, pregando disperatamente in silenzio di sentire la sua voce, di toccare la sua mano, di farla ridere... È lì che lo capisci”. 

“Sai quella linea sottile che c'è tra la vita reale e un sogno? Credo che non esista. Ho visto di nuovo papà, ma stavolta ero sveglia. O almeno credo...Se i sogni possono fondersi con la realtà, allora immagino che anche gli incubi possano farlo”.

Ogni volta che Chloe leggeva dei sogni che faceva, le due ragazze si sentivano estremamente coinvolte. Era impressionate come parti di un passato, di cui Max non aveva fatto nemmeno parte, combaciassero con la realtà che stavano vivendo. Chloe lesse di come aveva scoperto la verità sul casino fatto dal padre di Rachel alle sue spalle. Di come la madre biologica, le chiedeva espressamente di non svelare tutta la verità alla ragazza su quello che aveva fatto il padre. E sulla sua indecisione, il bivio in cui si trovava. Arrivò all'ultima pagina del diario.

"E ora... devo decidere cosa dire a Rachel. Tu cosa faresti Max? Non puoi rispondere, lo so. Tu non esisti, Sei una bugia che ho usato per fuggire dalla realtà. Per continuare a vivere nel passato. È così strano? Ma adesso non credo di voler più vivere nel passato. Voglio vivere nel presente insieme a Rachel. Succeda quel che succeda. Addio Max…”

Iniziarono entrambe a piangere silenziosamente tenendosi abbracciate. Chloe aveva sempre vissuto legata al suo passato. Quando finalmente aveva deciso di voltare pagina, il presente le era stato strappato via con forza riportandola di nuovo al punto di partenza. Portandole di nuovo una parte importante del suo passato, la sua migliore amica. In un attimo Rachel faceva parte del suo passato. Max invece era tornata nel suo presente. Forse è proprio giusto dire che la vita è strana…
Chloe aveva deciso di far leggere il suo diario solo per il senso di colpa nei confronti della sua amica. Alla fine della lettura però, si era resa conto che nulla era cambiato. Il senso di colpa era ancora lì. Pensava di fare la cosa giusta, ma forse era la cosa più sbagliata da fare. Aveva soltanto causato altro dolore a Max. Dopo circa dieci minuti, nei quali erano rimaste abbracciate in silenzio, con Max ancora appoggiata ancora con la testa sulla sua spalla, Chloe prese una decisione. Voleva dire la verità a Max. Forse solo questo le avrebbe dato un po’ di pace.

“Max… io ho fatto qualcosa che… non avrei dovuto fare. Mi sento uno schifo, credimi. Volevo farti leggere il mio diario solo perché io ho letto il tuo di nascosto”.

Max non rispose.

“Max… non sei arrabbiata?! Max?!”

Solo dopo si accorse che Max si era addormentata e che non aveva ascoltato nemmeno mezza parola di quello che aveva detto.
Chloe iniziò a ridere, pensando che non avrebbe più avuto il coraggio di svelarle la verità. Ormai il momento era passato.


 
Giovedì 28 Novembre 2013

Il mattino seguente si svegliarono tutti presto. In giornata sarebbero arrivati i nonni e gli zii di Max. David era ormai pronto alla partenza. Erano tutti fuori in cortile.

“David, sei davvero sicuro di non voler rimanere qui con noi oggi? È la festa del Ringraziamento, non dovresti rimanere solo” disse Vanessa nella speranza di far cambiare idea all’uomo.

“Ti ringrazio davvero tanto per l’ospitalità Vanessa, ma sarà per un’altra volta”.

David prese Chloe da parte per poterle parlare da sola. “Ascolta Chloe, io adesso devo andare, ma voglio che tu mi chiami nel caso avessi bisogno di qualcosa. Ok? Non so se sei sincera quando dici che qui va tutto bene, ma se non dovesse essere così, basta che mi chiami e io vengo a prenderti”.

“Ok David”.

Si abbracciarono e quando si staccarono David disse un’ultima cosa. “Ricorda cosa ti ho detto. Io posso prendermi cura di te Chloe”.
La ragazza annuì. “David, fammi sapere quando sbattono definitivamente quel bastardo dentro”.

“Lo farò Chloe”.

L’uomo si avvicinò abbracciando anche a Max. “Tienila al sicuro mentre sono via”.

“Lo farò David”.

L’uomo si staccò dall’abbraccio e stava per allontanarsi, ma si fermò voltandosi di nuovo verso la ragazza. “Toglimi una curiosità. Come diavolo avete fatto a scoprire la verità?”

“David, non credo di potertelo spiegare, ma l’importante è che venga fatta giustizia”.

L’uomo annuì sorridendo e tornò sui suoi passi. “A presto Max”.

“Ciao David”.

Mentre David si avvicinò alla sua macchina, Ryan lo raggiunse. “Ascolta David, so che al momento hai delle cose da sistemare, ma ricordati che qui hai qualcuno su cui poter contare.So che tra te e Chloe non è andato tutto bene in passato, ma credo che lei abbia bisogno di te e tu di lei. Quando tutto sarà finito torna qui a Seattle, ti possiamo ospitare e darti il tempo di sistemarti. Ho molte conoscenze qui, posso aiutarti a ottenere un lavoro e trovare casa. Così potrai stare con Chloe senza doverla allontanare da Max. Credimi, non te lo perdonerebbe mai”.

David sorrise a quell’affermazione. “Conosco molto bene Chloe. Grazie di tutto Ryan, ti ripagherò per quello che stai facendo per lei”.

“Non pensarci neanche, lo faccio molto volentieri. È la figlia di un mio caro amico. So che William al mio posto avrebbe fatto lo stesso con Max”.

“Ok, grazie ancora Ryan”.

I due si abbracciarono dandosi delle pacche sulle spalle. David salì sull’auto e si mise in viaggio lasciando temporaneamente Seattle. Poco dopo arrivarono gli ospiti.


 
Come da tradizione familiare, Vanessa preparò il classico tacchino ripieno con l’aiuto di sua sorella, di sua suocera e Max. Il menù includeva anche purè di patate come contorno e per dolce la torta di zucca. Il nonno e lo zio di Max erano intendi a guardare la tv tra una chiacchiera e l’altra. Nel frattempo Ryan addobbò l’albero di Natale con l’aiuto di Chloe. La ragazza fu ben felice di unirsi a lui pur di evitare di passare il tempo in cucina per preparare il pranzo. La giornata proseguì in modo molto tranquillo. Come da richiesta di Ryan, nessuno accennò agli eventi di Arcadia Bay. Nonostante questo, ogni tanto le due ragazze durante il pranzo, continuavano a ripensare a tutto quello che le tormentava. Riuscirono comunque a cavarsela, facendo buon viso a cattivo gioco, mentre dentro si sentivano morire. Quando giunse la sera e gli ospiti tornarono all’albergo, le due ragazze diedero una mano a Vanessa per ripulire la cucina. Quando finirono restarono un po’ con i Caulfield a guardare la tv.

La prima a salire in camera fu Chloe. Entrò nella stanza di Max e aprendo la scatola dei suoi oggetti personali prese la foto di Rachel. Toccò con le dita la superficie della foto dove era impresso il volto della ragazza. Iniziò a piangere ripensando ai loro piani mandati in fumo da due psicopatici, che le avevano rubato un futuro con la ragazza. Un dubbio la travolse in quel momento. Forse Rachel poteva essere salvata.


Rachel sarebbe ancora viva se me ne avesse parlato, ma non l’ha fatto. Perché no? Forse è solo colpa mia. Lei temeva la mia reazione. Per non litigare con me, ha preferito non dirmi nulla. Né di Frank, né di Nathan e né di Jefferson. L’unico accenno l’ho avuto tramite una lettera trovata per caso in discarica. Che tra l'altro non ha mai avuto il coraggio di consegnarmi. E se sono stata proprio io a spingerla tra le braccia di Frank? E se fosse morta a causa mia? Non si è sentita libera di potermene parlare e adesso non c’è più.


Continuò a piangere portandosi una mano sulla bocca per non farsi sentire. Cadde a terra in ginocchio. In quel momento entrò Max.

“Ehi Chloe, ti va di…Chloe, che succede?!”

Max le si inginocchiò accanto a lei stringendola.

“È stata colpa mia! È stata solo colpa mia…”

Max non capiva di cosa stesse parlando, ma quando vide la foto di Rachel capì a cosa si riferiva.

“No Chloe… non è colpa tua”.

Max l’aiutò a coricarsi a letto. Dopo mezz’ora, Max si addormentò mentre teneva un braccio attorno alla vita della ragazza che non riusciva a dormire. Chloe la guardò.


E se le facessi del male? Sembra che sono destinata a causare del male a tutti. Perché con lei dovrebbe essere diverso? Non posso sopportare di farne anche a te Max. Non me lo perdonerei mai.


Una lacrima scese lentamente sul suo viso. A un tratto sentì un singolo suono provenire dal suo telefono. Allungò un braccio prendendo il telefono e vide che aveva un messaggio. Spalancò gli occhi dalla sorpresa. Era il contatto a cui aveva mandato un messaggio.

BigMaster: Chi sei?


Chloe non riusciva ancora a crederci che avesse ottenuto risposta. Ormai non ci sperava più. Per non rischiare di svegliare Max decise di uscire dalla stanza. Si divincolò dalla ragazza spostando lentamente il suo braccio. Si alzò dal letto uscendo dalla stanza. Raggiunse il salotto restando al buio, sedendosi sul divano. Rispose al messaggio.

Chloe: Sono Chloe

BigMaster: Chloe?!
  • Stai bene?
Chloe: Si

BigMaster: Dopo aver saputo la notizia pensavo che non ce l’avessi fatta.

Chloe: Sono stata fortunata.

BigMaster: Dove sei?

Chloe: Seattle, a casa di un’amica.

BigMaster: Tua madre e David?

Chloe: Mamma non ce l’ha fatta.

BigMaster: Mi dispiace tanto Chloe, ti faccio le mie più sentite condoglianze.

Chloe: Grazie.
  • Pensavo avessi cambiato numero.
  • Come mai ci hai messo così tanto a rispondere?
BigMaster: Impegni di lavoro.

Chloe: Perché mi hai chiesto chi fossi?

BigMaster: Non ho più il tuo numero in rubrica.

Chloe: Dove sei?

BigMaster: A Portland
  • Scusami, ma adesso ti devo lasciare. Sono ancora a lavoro e oggi la giornata sembra non voler finire mai. Ogni giorno del Ringraziamento è sempre così.
Chloe: Ok
  • Possiamo scriverci ancora?
BigMaster: Certo

Chloe: Allora ciao

BigMaster: Ciao

Chloe alzò lo sguardo dal telefono riflettendo. L’idea che aveva sempre avuto sin dall’iniziò era ancora lì. Tornò nella stanza sdraiandosi accanto a Max e rimanendo lì a fissarla senza riuscire a chiudere occhio.


Forse è la cosa giusta da fare per tutti. Ma allora, se è la cosa giusta perché ho così tanta paura? Perché non lo faccio e basta? Cosa mi sta trattenendo? Dovrò fare una scelta prima o poi. Perché deve essere sempre tutto così difficile?


                                                                                                                                                                                          Continua…
   
 
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