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Autore: MaryFangirl    15/04/2021    4 recensioni
[Sequel di 'Una presenza così familiare']
Prosegue la vita familiare dei nostri adorati sweeper...
Genere: Azione, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Nuovo personaggio, Ryo Saeba
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
Capitoli:
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Mentre i tremiti della bambina raddoppiavano, chiaro segno che i suoi nervi erano messi a dura prova, Ryo sussurrò a Kaori:

“Non muoverti! Fidati di me!”

Nonostante la giovane donna avesse l'irrefrenabile desiderio di prendere sua figlia tra le braccia, consolarla, coccolarla, rassicurarla dicendole che tutto ciò non sarebbe mai più accaduto, si astenne per lasciare campo libero al suo compagno. A malincuore, rimase indietro e con un gesto ansioso unì le mani, come per dire una preghiera, mettendole davanti alla bocca per attutire qualsiasi suono che avrebbe potuto spaventare A-Shan e causare un incidente. Anche se le sue piccole dita non erano abbastanza forti da premere il grilletto, sotto intenso stress le capacità fisiche di una persona potevano essere decuplicate. Avanzando cautamente verso la figlia, Ryo la fissò intensamente, pronto a farsi avanti o balzare in qualsiasi momento se la situazione fosse sfuggita di mano. A pochi passi dalla piccola, si inginocchiò; il suo sguardo si velò di tristezza.
 
“Ti avevo promesso che ci sarei sempre stato e quando hai avuto bisogno di me, sono stato assente. Sono un pessimo padre” sospirò vergognandosi e voltando il capo.
 
La voce di suo padre, lacerata dal senso di colpa e dal dolore, fece riacquistare a Shan In una sorta di lucidità che sembrava averla abbandonata pochi istanti prima. Con il dorso della mano si asciugò le lacrime persistenti che ancora vagavano per i suoi zigomi rosei, poi lentamente posò l'arma sul pavimento e camminò verso di lui, appoggiandogli le mani tremanti sull'avambraccio.
 
“Tu sei il mio papà e ti voglio bene come sei”

Con la sua corporatura imponente, abbracciò la piccola che rabbrividiva, la quale annidò il viso nel calore del suo collo protettivo. Esitante, Kaori fece un passo, poi un altro per arrivare a sua volta a rannicchiarsi nel rifugio confortante della sua famiglia. La bambina alzò lentamente la testa e abbracciò il collo di sua madre continuando ad aggrapparsi a quello di suo padre per stringerli amorevolmente. La tensione si allentò e la bambina sbadigliò, spalancando la bocca.
 
“Ti porto a letto, piccola mia” disse Kaori, prendendola in braccio.
 
Per una volta, Shan In non trovò nulla da ridire su quelle parole; teneramente cinse la vita della donna con le sue piccole gambe paffute e si aggrappò alla calorosa presenza.
 
“Voglio che anche papà mi porti a letto”

Con un sorriso, lui seguì le due e attese nella stanza della bambina, sedendosi sul letto, prendendo con cura l'orsacchiotto bruno fedele compagno di sua figlia.
 
“Cos'avresti detto se ci fossi stato, Li Taijin?” sospirò seccato.
 
Quando la porta del bagno si aprì leggermente, un piccolo tornado dai capelli scuri balzò sul letto e si avvolse nelle coperte mentre il padre appoggiava il peluche contro il cuscino.
 
“Dormi bene, cuore mio” disse lo sweeper, rivolgendole un caldo sorriso e baciandola sulla fronte.
 
La bambina sorrise timidamente e lui si recò alla porta; dopo aver finito di ripulire il disordine in bagno, Kaori apparve a sua volta e baciò teneramente la piccola che si voltò di lato, facendo scivolare il suo compagno notturno sotto il piumone per stringerlo forte. Premendo l'interruttore, la stanza fu immersa nell'oscurità totale, quindi la bambina si alzò improvvisamente mentre Kaori si apprestava a chiudere la porta.
 
“Mamma...”

“Sì, tesoro?”

“Puoi lasciare la porta aperta?” chiese piano.
 
Sorridendo dolcemente, la giovane madre lasciò la porta socchiusa per far entrare uno spiraglio luminoso nella camera.
 
“Ti va bene così?”

“Sì!” affermò lei allegramente, sprofondando di nuovo nel suo comodo letto.
 
Dopo aver sentito sua figlia, Ryo aveva smesso di scendere le scale, poi riprese il tragitto e finalmente Kaori lo raggiunse. I due non avevano ancora parlato dal 'dramma' e Kaori, chinando la testa, si accomodò accanto a Ryo che aveva afferrato il telecomando e iniziava a fare zapping da un canale all'altro.
 
“Perdonami per lo schiaffo di prima” balbettò lei, torturandosi le dita.
 
“In effetti non ci sei andata leggera” disse lui con una smorfia, sfregando la parte rossa che era sbiadita da poco.
 
“Mi dispiace tanto...ero ugualmente colpevole e mi sono sfogata su di te” aggiunse lei, immensamente confusa.
 
Premendo il pulsante rosso del telecomando, lui si sistemò al fianco della giovane donna e le prese la mano.
 
“Me lo sono meritato perché dovrei sempre esserci per proteggervi, ho fallito nel mio compito”

“Non dire così, non è colpa tua. È stata la rabbia a farmi comportare così, non perché ti ritenevo responsabile di ciò che è successo”

“Ma avrei dovuto esserci!”

“Non sei infallibile” disse lei sorridendo, accarezzandogli la guancia maltrattata. “Sei un uomo prima di tutto, un ottimo padre e un compagno eccezionale...” arrossì. “E noi ti amiamo così come sei”

Quel cenno di timidezza non l'avrebbe mai abbandonata a prescindere dallo scorrere degli anni; lui sorrise all'ultima riflessione.
 
“Eccezionale, dici” ripeté con tono allegro, avanzando gradualmente verso di lei.
 
“Piano!” disse lei con tono falsamente arrabbiato. “A proposito, dove sei stato tutto il pomeriggio?” chiese, aggrottando la fronte.
 
“Ero con Saeko...”

Avvertì l'aura omicida di Kaori riempire gradualmente la stanza; senza preoccuparsi della collera della sua donna, continuò con tono fermo:
 
“Un nuovo gruppo di terroristi vuole dettare legge nel paese e tutte le forze armate e di polizia sono sul piede di guerra. Ho potuto assistere alla conferenza perché Saeko mi ha fatto passare per un collega. Uno pseudo attentato è stato evitato grazie all'intervento del ministro della difesa”

“Il signor Mirizawa...pensi che sia per questo che hanno cercato di usare suo figlio!” lo interruppe lei con voce arrabbiata.
 
“Credo di sì, ma quello di cui sono sicuro è che gliela farò pagare per essersela presa con nostra figlia” si infuriò, stringendo i denti mentre i suoi occhi danzavano la fiamma incendiaria della sua
ira.
 
* * *

Nella stanza di un bambino dall'altro capo della città, una giovane donna teneva la mano di un bambino che tremava di paura.

“Sumire, credi che i cattivi torneranno?” chiese spaventato, stringendo la mano della donna.

In quel momento, Yuri era sul punto di entrare ma rimase zitto dietro la porta.

“Non avere paura, mio caro, rimarrò con te questa notte...almeno finché non ti addormenterai”

Piccole stelle illuminarono gli occhi del bambino mentre si voltava su un fianco per addormentarsi, stringendo tra le manine quella confortante della donna. Poco dopo, mentre il respiro regolare mostrava che il bambino si era addormentato, con un gesto amorevole lei gli accarezzò i capelli.

“Ci sarò sempre per te, tesoro” disse baciandolo sulla fronte.

In corridoio, il signor Mirizawa, appoggiato al muro con le braccia incrociate sul petto, era rimasto a vegliare sul figlio ma aveva sentito le parole della sua bella segretaria. Un sorriso affettuoso si diffuse sulle sue labbra quando le ultime parole della donna avevano raggiunto le sue orecchie. Lentamente, lei lasciò la mano del bambino e uscì dalla camera in completo silenzio, chiudendo con cura la porta. Sospirando, si strofinò la fronte, poi sobbalzò quando si trovò faccia a faccia con il signor Mirizawa.

“Era qui, signore” arrossì lei.

“Sì, grazie per essersi presa cura di mio figlio come sempre”

“Ma è naturale! Gli voglio molto bene” sorrise affettuosamente.

“E so che è reciproco” disse lui sorridendo. “Andiamo a prendere un caffè, le farà bene”

“Si sta facendo tardi, andrò a casa” balbettò lei.

“Abbiamo delle camere per gli ospiti, per stanotte rimane con noi”

“Non voglio disturbare...”

“Non è così, non si preoccupi” sorrise lui amabilmente.

“Va bene” rispose timidamente. I due si diressero in cucina per una bella bevanda calda che li avrebbe confortati della dolorosa giornata che era trascorsa.

* * *

Nell'appartamento vicino a quello di City Hunter, una bambina bionda addormentata aveva la testa appoggiata sull'ampio petto di un uomo dalla capigliatura simile. Kazue purtroppo aveva il turno di notte, non era potuta rimanere a vegliare su Pai Lan ma prima di andarsene, con un bacio appassionato, Mick le aveva promesso di prendersi cura della loro bambina. Più e più volte la piccola si era svegliata in lacrime e per non turbarla ulteriormente lui aveva preferito andare a dormire nel suo lettino. Pur essendo molto più piccolo si poteva vedere, tramite la luce della luna, un corpo fin troppo imponente, rannicchiato nel letto, che teneva teneramente tra le braccia muscolose un corpicino vestito di una camicia da notte rosa. Sebbene la posizione non fosse delle più comode, Mick si era infine addormentato a tarda notte, con il suo corpo possente che stringeva la piccola agitata.

* * *

Sopra il Cat's Eye, nell'ampio letto coniugale, una coppia era infagottata sotto le coperte mentre una testolina bruna era appoggiata accanto alla donna, e il piccolo era accoccolato contro la madre. L'avambraccio del gigante stringeva la vita della moglie e allo stesso tempo rassicurava il ragazzino della sua presenza paterna.

* * *

Nel cuore della notte, A-Shan si svegliò di soprassalto nel suo letto, con piccole gocce di sudore che le vagavano sulla fronte; non aveva gridato, ma i suoi occhi scuri riflettevano ancora la paura dei suoi terrori notturni. Ansimando, si guardò intorno alla ricerca di una presenza rassicurante e fu il suo orsetto a darle conforta; liberandosi dalla protezione del pupazzo, lo afferrò e con passo esitante si avventurò lungo il corridoio buio. Lo scricchiolio del pavimento la fece rabbrividire e abbracciò forte il suo amico.

“Non avere paura, orsacchiotto, andiamo da mamma e papà” sussurrò.

Il minuscolo rumore attirò l'attenzione di suo padre che aprì un occhio e sentì poi i passetti leggeri in corridoio dirigersi in camera da letto. Con un cigolio, la porta si aprì con cautela e Kaori si svegliò a sua volta.
 
“Che ci fai qui, tesoro?” disse sfregandosi gli occhi. Automaticamente, osservò il display digitale della sveglia. “È ancora presto, amore, dovresti dormire”

“Ma l'orsetto ha paura tutto da solo” disse abbassando la testa.

“Dì piuttosto che sei tu ad avere paura” aggiunse Ryo stuzzicandola appoggiandosi su un gomito.

“Un po'” balbettò lei.

“Dai, vieni!” disse Ryo, scostando le coperte.

Non c'era bisogno di ripeterlo due volte, la bambina corse infilandosi tra i genitori; li baciò teneramente, stringendo il suo peluche preferito. Istintivamente, Kaori strinse la vita della bambina e Ryo, a sua volta, circondò le sue donne con il suo braccio protettivo. Scambiandosi uno sguardo dolce, i due si sorrisero per lasciarsi prendere dal sonno.

* * *

Urla infantili risuonavano nella grande casa.

“Mamma, mamma!”

“Kito, che succede?” urlò suo padre spaventato, precipitandosi in camera da letto. Il volto di suo figlio in lacrime gli apparve mentre accendeva la luce.

“I cattivi...i cattivi torneranno a prendermi!” singhiozzò, accoccolandosi al padre.

“No, papà è qui per proteggerti” sussurrò accarezzandogli i capelli morbidi e baciandolo.

“Voglio Sumire!” singhiozzò.

“Kito, cosa succede?” chiese la giovane donna impanicata. “Oh, signore, è qui”

Il viso della giovane donna si fece rosso cremisi mentre la segretaria tirava nervosamente la parte superiore del pigiama, che le copriva a malapena le cosce. Toccata dall'angoscia del bambino, Sumire si era precipitata in corridoio indossando solo la maglia del pigiama, troppo grande per lei. Un ampio sorriso si diffuse sulle labbra dell'uomo, che doveva ammettere di essere sempre meno insensibile al fascino della sua assistente.

“Voglio che Sumire dorma con me!” singhiozzò il bambino.

“La signorina Sachiwa deve essere stanca...”

“No, signore, non mi dispiace dormire con Kito se può rassicurarlo” sorrise lei arrossendo ancora di più, cercando sempre di tirare la giacca che non voleva saperne di allungarsi.

“Se non la disturba...” disse lui, alzandosi e lasciando passare la donna. Con cautela, lei passò davanti al ministro e si inginocchiò accanto al bambino, prendendogli delicatamente la mano.

“Resterò con te stanotte, tesoro” sorrise.

Un barlume di gratitudine si dipinse sul viso del bambino, che spinse le coperte da parte per far entrare la donna e alla fine accoccolarsi a lei. Con aria rassicurante, il signor Mirizawa osservò il quadretto che poteva apparire, a prima vista, una scenetta familiare. Silenziosamente, se ne andò chiudendo la porta.

* * *

In un quartiere malfamato, un gruppo di uomini armati stava discutendo della predisposizione delle varie missioni che si sarebbero svolte il giorno successivo.

“Il rapimento del figlio di Mirizawa è fallito!” ruggì il capo, colpendo il tavolino di legno con il pugno. “È imperativo riuscire domani, userete la forza se necessario, non potrete fallire di nuovo” gridò agli uomini, che abbassarono vergognosamente la testa. “Sarete più numerosi, deve andare a buon fine!”

“Ma capo, City Hunter è apparentemente coinvolto nella faccenda...”

“Non me ne frega! Ha una figlia anche lui, quindi se non resta tranquillo, non avremo altra scelta che prendercela con la sua famiglia”

“Abbiamo avuto a che fare con sua figlia...una vera peste!” disse uno di loro, massaggiandosi la fronte dove una traccia rossa testimoniava ancora l'impatto del dardo.

Un'espressione machiavellica apparve sul volto del capo.



La mattina dopo, i vari componenti di casa City Hunter sembravano tranquilli; Kaori aveva deciso di tenere la bambina a casa. Esentarla dalla scuola per un giorno non le avrebbe nuociuto. Sebbene Ryo non fosse stato sicuro di incontrare Saeko per il caso dei 'Bambini del nuovo mondo', Kaori aveva insistito promettendogli di essere prudente. Baciando una per una le sue donne, Ryo, trascinando i piedi, finalmente lasciò l'appartamento. Per strada, fu fermato dall'americano, che portava un piccolo fardello sul petto.

“Come stai vecchio fratello?”

“Tutto bene, e tu come stai Pai Lan?” chiese Ryo, accarezzando la guancia della bambina che stringeva instancabilmente tra le braccia la sua bambola.

“La notte è stata movimentata” sospirò Mick, massaggiandosi il collo dolorante.

“Come per tutti noi, penso. Ma gliela farò pagare per quello che hanno fatto ai nostri bambini” si incollerì Ryo.

“Fammi un fischio perché anche io ho dei conti da regolare”

Con un sorrisetto, Ryo guardò la bambina aggrappata al collo di suo padre.

“A-Shan non è con te?”

“No, Kaori ha preferito tenerla con sé oggi”

“Ah, capisco. Beh, non perdo altro tempo, conosco qualcuno che mi ammazzerà se arrivo in ritardo a scuola”

Su ciò, Mick scomparve correndo sotto le grida della bambina che rideva forte e gli urlava di correre più veloce. Sorridendo, Ryo salì sulla sua Mini e si diresse al commissariato dove Saeko lo stava aspettando.
 
All'asilo, Miki incontrò un Mick esausto, appoggiato al muro che recintava la scuola.

“Che succede, Mick?” si preoccupò l'ex mercenaria.

“Non volevo arrivare tardi e ho corso”

Gli occhi della donna brillarono divertiti mentre teneva la mano del suo bambino.

“Ma A-Shan farà tardi!”

“Kaori la tiene a casa”

“Capisco”

I due bambini si presero timidamente per mano, dopo aver baciato i rispettivi genitori.

* * *

Arrivati alla sede della conferenza, Saeko e Ryo trovarono il ministro della difesa che avanzava verso di loro.

“Buongiorno signorina Nogami”

“Buongiorno ministro”

Un superiore chiamò la donna, che lasciò soli i due uomini.

“Mi dispiace per quello che è successo ieri...” confidò il politico.

“Lei non c'entra, sono quegli uomini che subiranno le conseguenze”

Quando incontrò lo sguardo determinato del suo interlocutore, il ministro capì subito che quei terroristi avevano commesso l'errore di attaccare la famiglia di City Hunter.

“Se non avessi avuto le mani legate, sarei stato felice di accompagnarla” asserì con fermezza.

“La sua segretaria non è con lei?” chiese Ryo guardandosi intorno.

“No, è rimasta a casa con mio figlio, sotto la protezione di due guardie del corpo”

Mentre l'assemblea dei vari partiti politici, militari e di polizia riempiva la stanza, i due uomini si scambiarono ancora qualche parola, poi presero posto nella sala conferenze.



Nel frattempo, a casa di City Hunter A-Shan sospirava continuamente, fissando lo splendido sole che abbelliva la città.

“Mamma, non possiamo andare al parco?” chiese timidamente.

“Tesoro, è pericoloso...”

“Ma è una bella giornata” piagnucolò lei, lamentosamente imbronciata.

“Va bene, ma non per molto” sospirò Kaori, lasciando giù lo strofinaccio.

“Sìììì!”

Mentre la piccola figura si precipitava in cameretta per recuperare i suoi giocattoli, Kaori sospirò.

“Non so se ho fatto bene ad accettare”

* * *

Nella grande casa del ministro, Kito girava in tondo mentre Sumire aggiornava i vari fascicoli che giacevano sulla sua scrivania.

“Possiamo andare a trovare A-Shan?” chiese il bambino, aggrappandosi al bordo della scrivania.

Sumire alzò la testa e vide solo i capelli scuri che sporgevano a malapena.

“Tuo padre non vuole che tu sia esposto al pericolo” intervenne la donna con un tono che voleva fermo.

“Ma ci sono le guardie di papà a proteggerci” insistette lui.
 
“Non è un motivo”

“Per favore, Sumire!” implorò, mostrando una faccia da cane bastonato.

“E va bene! Chiamerò sua madre, dev'essere ancora a scuola a quest'ora”

* * *

Mentre Kaori stava per varcare la soglia dell'appartamento, il telefono si mise a squillare.

“Pronto?”

“Buongiorno Kaori, sono Sumire Sachiwa”

“Buongiorno Sumire, a cosa devo la sua chiamata?”

“Beh, ho un ragazzino capriccioso accanto a me che vorrebbe vedere la sua amica”

Attraverso la cornetta, Kaori ascoltò le lamentele di Kito: “Non sono capriccioso!” borbottò, incrociando le braccia sul petto e voltando le spalle.

Un sorriso apparve sulle labbra di Kaori che posò uno sguardo materno sulla sua bambina.

“Penso che lei sarebbe felice di rivedere il suo amico. Stavamo andando al parco di Shinjuku, lei non pensa che sia un po' rischioso?”

“Il signor Mirizawa ci ha affidato alla protezione di due sue guardie del corpo”

“Saggio da parte sua. Va bene, allora ci vediamo al parco”

“Sì, dovremmo essere lì tra un quarto d'ora”

“Va bene, allora a dopo”

Dopo aver annunciato la notizia al bambino, lui si mise a correre per tutto lo studio e abbracciò la giovane donna, baciandola. Mano nella mano, scortati dai due uomini vestiti di nero, Sumire e Kito salirono sull'auto ministeriale per dirigersi verso il quartiere di Shinjuku.



Mentre Kaori e A-Shan camminavano felici per le strade, la giovane donna avvertì una presenza che sembrava filarle. Voltandosi più volte, non vide nessuno.

“Che succede, mamma?” chiese la bambina, incuriosita dalle tante fermate della madre che scrutava i dintorni.

“Niente, tesoro” le sorrise.

Riprendendo a camminare, si rimproverò, pensando che fossero le sue paure a distorcere il suo giudizio. Tuttavia, una figura si mimetizzava in ogni angolo delle strade quando la giovane donna cercava di captare la sua presenza.

Attraversando l'entrata del grande parco, la bambina lasciò la mano della padre per correre verso il bambino che l'attendeva accanto a una bella donna dai capelli scuri. I due piccoli, mano nella mano, si avviarono verso la sabbiera e iniziarono a giocare. Le due donne si salutarono e si sistemarono su una panchina mentre i due energumeni, in piedi lì vicino, scrutavano l'ambiente circostante.

“Come sta?” chiese gentilmente Kaori, tenendo d'occhio sua figlia.

“Sto bene” disse lei arrossendo.

“Mi sta nascondendo qualcosa, Sumire?” chiese Kaori, accigliandosi.

“Eh, beh...ieri sera ho dormito a casa del signor Mirizawa...”

“Ah, bene!” fece Kaori entusiasta.

“Non è come pensa...ho dormito nella stanza degli ospiti dato che si stava facendo tardi e il signor Mirizawa aveva bisogno di me al mattino presto” fece arrossendo maggiormente.

“Ah, gli uomini!” sospirò Kaori. “Perché a volte devono essere così sciocchi?”

“Perché dice così?”

“Non si decidono mai a essere sinceri quando iniziano a provare sentimenti per una donna”

“Lei crede?”

“Ne sono sicura!” proclamò Kaori orgogliosa.

“Beh, sono rimasta confusa quando ho sentito il suo sguardo su di me questa notte...” balbettò.

“Come sarebbe?”

“Beh...Kito si è svegliato in lacrime nel cuore della notte e sono corsa a consolarlo...mi sono precipitata in corridoio vestita solo con la giacca del pigiama e lui mi ha visto così”

Uno sbuffo di vapore sfuggì dal viso della giovane donna, raggiungendo il culmine dell'imbarazzo; Kaori scoppiò a ridere fissandola.

“Ha giocato bene le sue carte!” disse continuando a ridere.

“Non ho riflettuto e mi sono messa a correre nel sentire il piccolo piangere. Voglio bene a quel bambino come se fosse mio. L'ho visto crescere fin dalla nascita...”

“Com'è morta sua madre?”

“Mettendo suo figlio al mondo...” ammise lei tristemente. “Il signor Mirizawa era devastato dalla sua morte e in qualche modo ha trascurato suo figlio. Io l'ho preso sotto la mia ala in modo naturale, cercando di amarlo anche se sua madre non era presente. Lui ha sempre vegliato sull'educazione di suo figlio senza voler essere coinvolto personalmente. Era il suo modo di amarlo; certo, in modo maldestro, ma lo adora. Se avesse visto come lo guardava, non potrebbe dubitare del suo affetto per quel piccolo”

Dalle parole che la donna aveva pronunciato emanava tutta la tenerezza che provava per il bambino, così come l'amore e l'ammirazione verso il padre. Mentre le donne chiacchieravano, i bambini erano incuriositi da un formicaio scoperto sul bordo di un cespuglio.

“Cos'è?” chiese A-Shan, fissando le piccole bestie affaccendate in quel foro brulicante.

“Non lo so!”

Accovacciati intorno al piccolo tumulo, ammiravano l'incessante via vai degli insetti che trasportavano molti carichi. Kito si raddrizzò e staccò una piccola foglia dall'arbusto dietro di loro; lasciandola cadere, i due osservarono con occhi spalancati una massa nera di formiche sul verde per tagliare la foglia in piccoli pezzi e trasportarli al loro rifugio.

“Hai visto come sono veloci?”

“Sì!”

Le due guardie del corpo furono avvicinate da due donne che si erano perse; mentre davano indicazioni nella giusta direzione, un pesante colpo si abbatté sulle loro nuche e un gruppo di uomini li nascose tra il fogliame. In quel momento, Kaori ebbe un brutto presentimento.

“Sumire, dove sono le guardie del corpo?”

“Non lo so, erano lì pochi minuti fa”

In quell'istante, Kaori si raddrizzò di colpo e chiamò i bambini che corsero verso di loro. Ma una mano maschile afferrò il braccio della piccola.

“Abbiamo bisogno anche di te!” sorrise l'uomo.

“La lasci!” gridò il bambino, dandogli un calcio sulla gamba. Con una presa salda, lui afferrò il ragazzino per le bretelle della salopette.

“Non preoccuparti, portiamo anche te con noi”

Kaori corse verso l'uomo nel tentativo di liberare i bambini, ma due uomini si posizionarono dietro le donne e afferrarono Kaori per la gola, stringendole la vita.

“Calma, signora Saeba” le sussurrò all'orecchio. “Non vuole che succeda qualcosa a sua figlia o a quel bambino”

“Lasciate andare mia figlia, bastardi! Siete ben numerosi per avere la meglio sue due donne e due bambini!” si scatenò.

“Farebbe meglio a chiudere la bocca o sarò felice di farlo io”

I due bambini, cercando di lottare, pedalavano nel vuoto senza raggiungere l'obiettivo. Kaori lanciò uno sguardo alla donna accanto a lei; nei suoi occhi si leggeva la paura. L'aggressore aveva solo una mano appoggiata saldamente sulla sua spalla. Sperando di riprendere il controllo della situazione, Kaori tentò di padroneggiare le proprie emozioni.

“Va bene, mi calmo!”

Avvertendo la riluttanza della giovane donna che diminuiva, l'uomo allentò la presa; grande errore, perché con un calcio rotante l'uomo cadde. Approfittando del diversivo, Sumire a sua volta si liberò per dirigersi verso i bambini.

“Sparate a quella donna!” urlò l'uomo umiliato agli altri, indicando Kaori.

Quando uno di loro caricò l'arma, uno sparo risuonò e un corpo crollò; tremando, Kaori si voltò e vide la donna distesa sulla sabbia.

“Sumire! Sumire!” gridò, correndo da lei.

Avendo notato che l'uomo mirava a Kaori, Sumire aveva fatto da scudo per proteggere la giovane madre.

“Non potevano separarla da sua figlia” sorrise dolorosamente.

In preda alla paura, i bambini tacquero e fissarono le donna terra; le lacrime iniziarono ad annebbiare gli occhi di Kito.

“Mamma!” singhiozzò.

Un grido straziante uscì dalla bocca del bambino, che si mise a divincolarsi più duramente; un'auto arrivò e si fermò davanti all'uomo che ancora teneva i bambini. Con un gesto violento, li gettò all'interno, poi il veicolo partì. Kaori, in un gesto disperato, cercò di inseguire i rapitori, vedendo l'espressione affranta di sua figlia che batteva sul parabrezza. Sebbene il suono non la raggiungesse, lesse le sue labbra tremanti.

“Mamma, papà! Aiuto!”

Ma la sua ostinazione fu vana, l'auto scomparve; tremando di rabbia, Kaori tornò indietro e strinse il corpo privo di sensi di Sumire.

“Sumire!” singhiozzò. “Si batta per il suo bambino”

Gli occhi della giovane si aprirono lentamente.

“Resista, chiamo i soccorsi! Aiuto, aiuto!”

Mentre le grida attiravano alcuni spettatori, si sentivano le sirene in lontananza.
  
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