Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-Gi-Oh! 5D's
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Autore: eli_mination    16/04/2021    2 recensioni
[AU Distopico]
Sembrava tutto troppo perfetto per gli abitanti del Satellite. Dopo anni, finalmente si sarebbero riscattati con la costruzione del ponte che collega la zona malfamata alla grande città, Nuova Domino. Qualcosa va però storto, a qualcuno piace giocare con il tempo e inserisce un pezzo mancante nella storia che Allen, neo-diplomato nato nel Satellite che è cresciuto con i cambiamenti del suo luogo, conosce. Perché, improvvisamente, si ritrova in una guerra civile che vuole rivendicare i diritti di quell’isola? Con quale assurda coincidenza si unisce ad una banda di sciroccati del Satellite capitanati da Crow Hogan? E come mai quest’ultimo gli ride in faccia quando Allen gli racconta della lotta contro Z-ONE? In quello che sembra un assurdo sogno, Allen abbraccia la causa e darà un’importantissima mano alla rivoluzione in corso. Il tutto mentre cerca di capire come sia finito in quell’arco temporale a lui totalmente nuovo…
Genere: Angst, Azione, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Crow Hogan, Nuovo personaggio, Yusei Fudo
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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“Si può sapere che ti è preso?!” mi domanda Tom, visibilmente preoccupato, incontrando il mio sguardo.

La stanza è proprio come l’avevo lasciata, con l’unica differenza che a noi si è aggiunta anche Ruby, sulle scale, che si avvicina per sincerarsi che io stia bene… credo…

“Non lo so…” scuoto la testa, portandomi la mano alla fronte. Sento un forte dolore proprio lì.

“Sei rimasto in trance per circa un minuto.” Alyssa mi molla e fa un sospiro. “Stavi fissando il vuoto e non rispondevi a niente di quello che dicevamo…”

“Siediti un attimo…” ordina il biondo, accompagnandomi al divano tenendomi per il braccio. In realtà riesco tranquillamente a muovermi, con o senza il suo aiuto, è solo che mi fa male la testa. È abbastanza sopportabile, ma comunque fastidioso, quindi chiudo gli occhi nella speranza che passi.

“Ho perso i sensi?” domando loro, con i gomiti sulle cosce e a testa bassa.

“Non credo, altrimenti saresti caduto a terra…” risponde Alyssa.

Vero, è che questa situazione è alquanto strana. Anche nella mia vita “normale” non mi è mai capitato di avere queste… “visioni”? Non saprei come definirle… Quella creatura simil serpente… Sono sicuro di averla già vista da qualche parte, ma in questo momento proprio non saprei… Ho la testa offuscata da questi pensieri.

Procedo a raccontare ai miei amici quello che ho visto, o almeno ci provo. È difficile, più che altro perché non so nemmeno io quello a cui ho assistito… Prima il buio totale, poi quella creatura di colore scarlatto, di cui si vedeva solo la coda… E poi, quella incessante sensazione di cadere.

“Sarà lo stress…” conclude Tom, allargando le braccia. “In questi giorni hai dovuto assistere a tante cose diverse e a tratti macabre… Dovresti riposarti un po’.”

“Sto bene, non preoccupatevi! Anzi, scusatemi se ho causato in voi timore…” li rassicuro, con le mani davanti e alzandomi lentamente in piedi. “Non… Dovevamo andare da Jasper?”

“Sicuro che te la senti?” continua a chiedermi il ragazzo.

“Assolutamente!” gli sorrido. Cavolo, Tom, capisco che ti preoccupi, però basta che sono vivo e rispondo a tutto. “Andiamo, Alyssa?”

Lei annuisce debolmente.

“Non preoccupatevi per me, tanto tra poco arriverà anche Lucy!” esordisce anche la bionda. “Ho sentito che vi preoccupavate perché io rimanessi da sola, così ho contattato la nostra combattente preferita e ha detto che lei e Crow stanno ritornando! Ero scesa per dirvelo e poi…”

“Sei sicura, Ruby?” le domanda la dark, titubante.

“Non succede niente se rimango da sola per alcuni minuti, suvvia!” la rassicura con allegria, con una piccola linguaccia.

“Eheh…” sussurra, poi si rivolge a noi ragazzi. “D’accordo, allora andiamo?”

“State attenti quando usate le pistole!” ci raccomanda Ruby.

“Correzione: ‘state attenti a Jasper’!” ribatte Alyssa.

 

Eccoci qui, nella discarica. Stranamente Alyssa non ha spinto troppo sull’acceleratore, non ho avuto la sensazione che corressimo tanto. Tuttavia, eravamo l’unica macchina in giro. Abbiamo scorto una pattuglia della polizia in lontananza ma non aveva le sirene spiegate e pareva che stesse semplicemente andando in cerca di abitanti del Satellite che vogliono fare gli eroi ribellandosi.

Come appare la discarica? Esattamente come una discarica. Un recinto in metallo con sopra del filo spinato che circonda una montagna di cose buttate, apparentemente, senza un filo logico.

“Qui vicino ci sta anche l’ingresso del tunnel… Ne approfittiamo per dare un’occhiata generale, dopo?” propone la ragazza vestita di nero, guardandosi attorno e tappandosi il naso.

“Ci può stare!” approva Tom, cercando di togliersi la cintura e incastrandosi con essa. Lo aiuto a divincolarsi e poi esco anche io dalla macchina. Il tanfo di spazzatura, se prima non si era fatto sentire, adesso mi ha inondato il naso, costringendomi ad usare il colletto del dolcevita grigio che ho addosso, srotolandolo e tenendolo a mo’ di mascherina chirurgica o di foulard… Cambia ben poco ma è già qualcosa.

“Ce ne avete messo, di tempo!”

Dietro di noi, Jasper si avvicina. Sempre vestito in abiti scuri e sporchi di polvere o strappati. Sempre con quelle occhiaie che lo rendono più pauroso, ma con l’aggiunta di una bandana nera che gli copre il volto dal naso in giù.

“Piccolo contrattempo!” ci giustifica Tom, con un sorriso simpatico.

“Il contrattempo sarebbe quella darkettona che ‘oh, facevo le gare di corsa ma adesso sono più lenta di una tartaruga’?” domanda, imitando Alyssa. Poi sbadiglia. “Ricordatemi di non salire in macchina con lei che guida, quando la polizia ci starà alle calcagna…”

“E voi ricordatemi di bloccare le porte quando avrà bisogno di qualcuno con cui fuggire!” si rivolge a noi Alyssa, facendo un gestaccio al corvino.

“Seguitemi, ragazzi!” ci invita Jasper, freddo come sempre. Noi tutti obbediamo, destreggiandoci tra pezzi di ferro arrugginito (non voglio prendermi il tetano proprio ora, quindi dovrei stare molto attento…) e bottiglie di plastica, alcune rese più inquietanti dal sole che le ha sciolte in parte.

Come sempre, oltre all’aria pesante data dalla puzza di spazzatura, si respira la solitudine più totale. Nonostante dietro alcuni cumoli ci siano un paio di coppiette a pomiciare (molto romantico, direi…) oppure dei ragazzini che si esercitano sullo skate, ho l’impressione di trovarmi completamente da solo. Che desolazione…

“Tu venivi qui quando andavi sullo skateboard?” domando al biondo, rompendo il silenzio.

“Per quanto fossi consapevole che qualcuno, qui, ci passava le giornate, preferivo le aree più cittadine…” mi risponde lui. Non lo biasimo, sentire la puzza di immondizia per ore e ore non deve essere sano. Vorrei proporre a Jasper di andare altrove, la prossima volta… Anche se ho paura che mi mangi vivo se provo a chiederglielo.

Alcuni metri dopo, eccoci dove Jasper ha preparato il nostro “poligono di tiro”. È riuscito a trovare una cassa con alcuni oggetti frantumabili, tra cui bottiglie di birra e oggetti in vetro di varie dimensioni, ma vedo che ha recuperato anche dei vasi in ceramica o argilla. Accanto, ha accumulato altri oggetti della stessa natura.

“Avrei voluto portarvi ad un poligono di tiro vero e proprio, il problema è che l’unico esistente è praticamente incollato al commissariato e se mi vedono… Beh, sarei costretto a fuggire!”

“Vorresti dire ‘saremmo’…”

Alyssa corregge Jasper.

“No, ‘sarei’.”

La castana alza le braccia, arrendendosi.

“Bene, chi vuole iniziare?”

Mi propongo io per primo. Lui mi porge una pistola completamente nera, che ha al di sopra una sporgenza che non avevo mai visto sulle pistole in tv, e io la prendo in mano. È pesante, cavolo! Me l’aspettavo un pelino più leggera…

“Io vi guardo da lontano!” fa Alyssa, incamminandosi verso una montagna di ciarpame.

“Non vuoi provare anche tu, ‘Black Arrow’?” le domanda Jasper.

“Meglio di no, perché se mi dessi una pistola in mano ti sparerei ‘per errore’ alle palle!” ribatte, mimando le virgolette con le dita.

“Nah, di quello non mi preoccupo.” le sorride di scherno. “Non sapresti nemmeno dove mirare!”

La ragazza ci dà le spalle, allontanandosi e lasciandosi dietro un dito medio.

“Stavamo dicendo, Allen…” si rivolge a me il tipo. “Innanzitutto, mettiti in una posizione in cui sai di essere stabile. Tom, ascolta attentamente anche tu perché non ho la voglia di ripeterti nulla. Comunque, non importa se sei seduto, in piedi, in ginocchio, sdraiato o appoggiato ad un muro, l’importante è che sai di non perdere l’equilibrio e cadere in quel modo. Quello che è importante è come metti le braccia: visto che sei principiante, ti consiglio di utilizzare entrambe le mani per reggere la pistola. Il grilletto lo dovrai premere con l’indice della tua mano dominante.”

Bene, allora… Per questa volta allora divaricherò leggermente le gambe, così che i miei piedi siano fissi al suolo. Metto le braccia in avanti, reggendo la pistola tra le dita. Come aveva suggerito Jasper, uso la mano destra per tenere l’arma e la sinistra a sostegno dell’altra. Immagino che serva per rendere la traiettoria del proiettile… Stabile?

“Bene, deduco che tu sia destrorso…” continua il “maestro”, sistemandomi le dita in posizione corretta. “Medio, anulare e mignolo reggono il manico, il pollice a riposo lungo la canna, dall’altro lato… Ho già detto a cosa servirà l’indice… Ora, l’altra mano deve circondare l’altra e deve garantire che tu mantenga una presa stretta. Non deve scivolare in alcun modo, altrimenti sarai impreciso.”

Prende anche la mano destra e fa sì che io stringa forte. Anche se l’arma non va da nessuna parte, devo reggerla come se fossi appeso ad una corda e mi tenessi con la sola forza delle mani. O almeno, così mi sembra.

“A questo punto, dovresti sparare. Prima di farlo, devi togliere la sicura e premere sul cane. Questa è una pistola semi-automatica, per cui dovrai fare entrambe le cose una sola volta prima di scaricare in successione una raffica di proiettili. Per questa volta, userete una pistola con mirino laser. Quando sarete più abili, vi toglierò questo aiutino.”

“Non potremmo sempre portarcene dietro una con il laser, così ci aiutiamo se dovessimo-” inizia a chiedere Tom, prima di essere interrotto dal corvino.

“Potreste, ma non venitevi a lamentare con me nel caso in cui, in mezzo ad un assalto con armi da fuoco, per pura fortuna vi capitasse una pistola senza la luce e non sapete mirare con precisione!”

Sono d’accordo, senza contare che un laser potrebbe farci scoprire nel caso in cui uno di noi volesse sparare senza farsi scoprire, soprattutto al buio.

“Tornando a noi, vediamo come te la cavi. L’arma è scarica, quindi ora non ti faccio sparare sul serio… Voglio solo vedere la tua destrezza e se hai capito quello che ti ho detto finora…” mi dice Jasper. “Prima di tutto, la sicura si toglie scorrendo in avanti una levetta, il cane si abbassa con il pollice, che tu in seguito avrai libero. Punta un bersaglio a caso e premi il grilletto, sentirai un clic. Ah, e rilassa le spalle.”

Eseguo tutto quello che mi dice. Ora, se la pistola fosse carica, dovrebbe sparare un colpo potentissimo… E se Jasper l’avesse caricata davvero? Voglio dire, mi sembra strano che sia così pesante… Forse mi sto facendo mille paranoie ed è solo la paura di sbagliare e andare a combinare qualche disastro. D’altronde, che ne posso sapere io del peso di un’arma se è la prima volta che ne maneggio una? Eppure non ne sono così sicuro…

Il mio indice esita nel premere il grilletto e quando ci riesce chiudo gli occhi con la paura che fuoriesca un boato improvviso e assordante…

Clic.

Come non detto, era scarica…

“Hai paura di sparare anche quando non ci sono proiettili al suo interno? Non andiamo bene…” sussurra Jasper, anche se lo vedo ridacchiare. “Devo ammettere che è stato molto tenero vederti chiudere gli occhi. Sembravi il cerbiatto a cui avresti dovuto sparare, visto che, armato in quel modo, avresti dovuto essere il cacciatore!”

Tom non riesce a nascondere una risata, seppur ci provi.

“Anzi, può darsi che tu abbia chiuso gli occhi per lo sforzo di premere il grilletto!” continua a prendermi in giro il moro.

“Hahaha… Divertente.” rispondo ironicamente. “Ora fatemi concentrare!”

“Giusto…” torna serio l’ex-poliziotto. “Allora, dicevamo… Focalizzati sull’obiettivo e poi spara. Non perdere la concentrazione, altrimenti sai già che cosa succede…”

Questa volta non mi lascio intimorire da nulla. Mantengo lo sguardo fisso su una delle bottiglie di vetro, metto il puntatore sulla stessa linea del bersaglio… Le mie mani tremano un po’, così come anche quella piccola lucina rossa del mirino laser… Quando mi stabilizzo, sento un altro “clic”.

“Beh, per essere… Come dire, principiante… Direi che va bene.”

Si rivolge a Tom.

“Biondo, tocca a te.”

La sua espressione scherzosa svanisce all’improvviso.

“Ehm… Devo proprio?” domanda insicuro, con un sopracciglio alzato.

“Si, perché non sto qui a perdere tempo della mia vita per convincere un cagasotto a prendere in mano una pistola e imparare a sparare.”

Prontamente, Jasper mi toglie la pistola dalle mani e la affida a Tom.

“Tieni. Mi pareva che tu fossi d’accordo sul seguire questa masterclass che vi sto dando…”

Lui la prende in mano, girandosela tra le mani e osservandola attentamente, in ogni singolo dettaglio. Sembra che lui stia temporeggiando perché non vuole usarla…

Ora che ci penso, il primo giorno Tom ha avuto una strana reazione quando Jasper ha finto di prendere Alyssa in ostaggio per allontanare quei delinquenti… Non capisco a cosa sia dovuto, forse gli fa paura Jasper e non si fida di lui? Gli fanno paura le pistole? Non ne ho idea…

Mi avvicino a entrambi. Preferisco evitare che il mio compagno viva una situazione di disagio, qualunque sia la causa di esso.

“Jasper, se permetti… Vorrei provare di nuovo… Ad arma carica.”

Jasper si gira verso di me. Tempo un paio di secondi e si riprende la sua semi-automatica, tira fuori un caricatore da una tasca della cintura portaoggetti e lo inserisce a ridosso del manico. Poi me la porge.

Intanto Alyssa si è avvicinata a noi.

“Tom, come ti avevo già accennato, nel frattempo vogliamo dare un’occhiata lì?”

Tom le annuisce, seguendola. Ammetto che rimanere solo con Jasper mi fa un po’ paura, ma non ci faccio troppo caso.

“Ora sai cosa devi fare, giusto?”

Si, Jasper. Togli la sicura, azioni il cane e spari. Mi allontano sia da lui che dalla cassa con sopra i bersagli (non vorrei beccarmi qualche scheggia) e inizio a puntare, dopo aver eseguito tutti i passaggi precedenti. Ora è carica, quindi qualsiasi passo falso mi porterebbe a combinare qualche casino…

Stabilizzo la mira e, non appena ho la certezza e il sangue freddo di voler premere quel proiettile, lo faccio. Percepisco una leggera spinta, quella del rinculo, che cerco di minimizzare il più possibile tenendo ben salda l’arma tra le mani e le braccia tese. Il proiettile manca il mio bersaglio, finendo probabilmente in quel mucchio di schifo dietro la cassa.

“Mancato.” sussurra Jasper. Come se non lo sapessi già… “Fa nulla, riprova. Ci sono altri colpi nel caricatore.”

 

Tom’s POV

 L’intervento di Alyssa è stato provvidenziale. Anche quando Jasper aveva proposto questa sorta di lezione, sentivo su di me un grosso macigno. Ho evitato di dire di no perché, come prima cosa, Jasper mi fa un po’ paura… Due, volevo rimuovermi quel trauma dal cervello… E tre, non volevo fare capire che maneggiare una cosa del genere mi facesse paura. Forse riprendere in mano una pistola dopo mesi dall’ultima volta che l’ho fatto mi avrebbe aiutato. Invece no, solo toccare il metallo di quell’arma mi aveva completamente bloccato.

Così ci siamo allontanati, io e lei, alla ricerca del fantomatico tunnel. Non avendolo mai visto, non saprei come possa essere fatto. Deduco che sia un buco larghissimo, altrimenti come ci sarebbe passata la Yusei Go?

“Non eri tenuto ad accettare…” mi rimprovera Alyssa. “Meglio di te stesso non ti conosce nessun altro, Tom. Tu sai cosa ti provoca fastidio…”

“Credevo che sparando a qualcosa che non sia una persona mi avrebbe permesso di scaricare tutta la tensione accumulata in questi ultimi due, tre mesi… Invece appena quello stupido metallaro si è avvicinato a me, non so se hai visto, ma me la stavo facendo sotto!”

“Qui l’unica metallara sono io!” ribatte scherzosa. Nel frattempo, dietro di noi si sente un boato. Allen deve aver sparato il suo primo colpo. “In ogni caso, solo parlandone con qualcuno che non sia io potresti superare la cosa e andare avanti con la tua vita…”

“Ci sei anche tu di mezzo e lo sai…”

“Solo perché ero presente in quel momento tu dovresti mantenere il silenzio?! Ma per favore…”

“Ho ucciso un uomo…”

“Ne abbiamo già parlato infinite volte!” sbotta lei, poi si rende conto di star perdendo la compostezza e dunque si tranquillizza. “Non avresti potuto comportarti diversamente, l’istinto ti ha detto di fare ciò e non hai potuto fermarti… Ma ora non parliamone più. Io ti dico solo di fare quello che è meglio per te, non voglio pressarti, quindi ti dico che quando ti sentirai a tuo agio ne parlerai con gli altri…”

“Secondo te, se ne parlassi con Lucy… La allontanerei?” le domando.

“Purtroppo non ne ho idea, è una tipa che non vuole lasciare intendere molto di sé... Rimango dell’idea, però, che in qualche modo possa comprenderti… Non lo so, mi dà questa impressione! Quindi provaci!”

Mi fa il segno del pollice in su. Ho la sua approvazione.

“Bene, se lo dici tu… Grazie, Alyssa! Sei davvero un’amica!”

Le sono riconoscente. Io e lei siamo quelli che si conoscono da più tempo, quindi anche grazie al suo carattere ho potuto integrarmi subito con il gruppo. Non si fa problemi nel dire nulla, è molto espansiva ma al tempo stesso conosce i rischi e i pericoli di fidarsi di qualcuno.

Continuiamo a camminare, cercando di trovare l’ingresso di questo fantomatico tunnel e alla fine lo incontriamo. Proprio lì davanti a noi, si vede parte del tubo che conduce a Neo Domino. Per averne piena visione, però, ci tocca arrampicarci su della ferraglia.

Rischiamo di cadere spesso, poiché il nostro peso fa cedere tutta la paccottiglia lì presente, come se fosse una montagna che frana. Raggiungiamo la cima e…

“Cazzo!” esclama Alyssa, parandosi le orecchie. Si sente uno scoppio improvviso, molto vicino a noi. Le orecchie mi iniziano a fischiare e per la sorpresa barcollo e scivolo giù dalla pila di rifiuti, fermandomi a pochi centimetri dal terreno polveroso. Alcuni oggetti acuminati mi grattano la pelle delle mani, bruciandomi anche se le ferite non sono chissà quanto gravi.

Alzo la testa e vedo che anche Alyssa ha avuto il mio stesso destino, anche se la sua caduta si è arrestata molto prima della mia. Mi rialzo, cercando di raggiungerla e tentando di capire cosa sia successo. Un colpo di pistola molto vicino a noi? Una bomba? Che cosa diamine…

“Tutto bene?” le chiedo, alzando la voce. Pare che dopo quell’esplosione io non riesca a sentire più nemmeno la mia voce.

Lei mi fa cenno di sì. Si rialza con difficoltà, dovuta al poco equilibrio e inizia a guardarsi intorno per capire la fonte di quello che è successo.

“E voi due chi sareste?”

 

Angolo autrice

Buongiorno chicos! :D

Il titolo della canzone di oggi è “Broken Home” dei Papa Roach. Seconda canzone di questo gruppo in questa storia ^^

Comunque, ragazzi miei, piccolo avviso: potrebbero esserci dei ritardi nella pubblicazione. Si stanno avvicinando anche gli esami della sessione estiva e quindi ad un certo punto dovrei smettere di scrivere per dedicarmi allo studio per un esame da 9 CFU. Fortunatamente si tratta solo di un esame che mi toglierà parecchio tempo perché: un esame l’ho evitato grazie ad una certificazione e ce l’ho già convalidato; un altro consiste nel creare un progetto che sto preparando strada facendo con le lezioni, quindi sto a buon punto; l’ultimo è una cagata, è un laboratorio che ha un esame che non mi preoccupa perché sul libretto apparirebbe solo la scritta “SUPERATO”, quindi anche se prendessi 18 non mi rovinerebbe la media ^^’

L’unico esame che mi preoccupa ha un programma bello corposo e per giunta si tratta di una materia che alle superiori mi ha causato non pochi traumi ^^’ Quindi può darsi che ad un certo punto dovrò prendermi almeno un mesetto di pausa, anche se sto già studiando ora. Non sarà una pausa lunga come quella di inizio anno, almeno credo XD (e spero…)!

Per il resto, ci sentiamo la settimana prossima con un nuovo capitolo! Byeeee!

  
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