Il ritorno
di Papillon
*
Capitolo 11
*
La
settimana della moda di Parigi era finalmente arrivata, e la prima collezione
che sarebbe stata presentata era proprio quella curata dalla casa di moda
Agreste.
Si
vociferava che Marinette Dupain-Cheng
Agreste aveva realizzato l’intera sfilata, scegliendo personalmente stoffe,
pizzi, merletti, perle, tagli, colore e gioielli.
Quindi
su di lei erano puntati i riflettori e le sarebbero state rivolte le peggiori
critiche.
Si
spettegolava anche sul fatto che la dichiarazione che avrebbe fatto il
capostipite di Casa Agreste, era proprio quella che si sarebbe ritirato dalla
scene, ma ormai era da qualche tempo che realizzava collezioni a quattro mani,
e non più a due come si era abituati a vedere.
Ospiti
illustri stavano arrivando da ogni parte del mondo.
Grandi
imprenditori del settore che cercavano di accaparrarsi l’offerta migliore per
l’acquisto degli abiti e l’esclusiva nei loro negozi, stavano facendo il loro
ingresso nella sala, chi accompagnato dai rispettivi partner, chi da soli.
Tra
la folla c’erano anche curiosi.
Attraversavano
il lungo tappeto rosso uno dopo l’altro, posando anche per le riviste dei
principali giornali mensili e quotidiani.
Alcuni
di prestavano anche ad autografi e a qualche selfie
con in fan.
L’invitata
più acclamata fu Audrey Bourgeois, nota critica di
moda e direttore del New York magazine; sua figlia Chloè
non aveva potuto presenziare, purtroppo era dovuta rimanere nella grande mela a
badare agli affari di famiglia, comunque aveva detto alla madre di portare i
suoi saluti alla famiglia Agreste.
Anche
Lila Rossi arrivò nella location, scese dal suo taxi giallo e con nonchalance camminò
sul tappeto.
Venne
acclamata come una diva anche se nessuno la conosceva, o meglio, nessuno l’aveva
riconosciuta così conciata, nemmeno Alya Cesaire che si trovava in prima fila proprio dietro la
transenna.
Lila
indossava un vestito bianco e nero lungo e con uno spacco vertiginoso senza
spalline e lo scollo a cuore le metteva in risalto il decolté generoso, fu
quello che fu fischiato dai più arrapati, oltre che per il suo sedere alto e
sodo.
Ai
piedi indossava un paio di sandali con tacco dodici a spillo neri, e sui pezzo
di cuoio vicino le dita c’erano incollate due piccole farfalle viola glitter.
Per
completare il look, aveva indossato dei gioielli neri, un paio di occhiali da
sole grandi e i capelli biondi erano lasciati sciolti e morbidi alle spalle.
La
parrucca s’intende.
In
mano reggeva una clutch viola glitter.
Si
atteggiava a diva, ma di quelle con la puzza sotto il naso, nessun sorriso, il
suo volto non esprimeva nessuna emozione. Non guardava nessuno.
Non
le interessava farlo.
Voleva
solo entrare, sedersi al suo posto, sorseggiare un drink che le veniva offerto
dai valletti e godersi lo spettacolo.
Si,
lo spettacolo del declino di Gabriel Agreste, perché era sicura che sarebbe
capitato oggi, in quel luogo.
“Grazie!”
Disse al valletto che le aveva offerto il flute con dello champagne.
*
Dietro
le quinte la tensione si poteva tagliare con il coltello.
Mancava
poco più di un’ora all’apertura della settimana della moda e alla conseguente
presentazione della collezione di Marinette ed i
problemi non erano ancora finiti.
I
truccatori e i parrucchieri erano arrivati tardi sul set, colpa del rifacimento
del manto stradale che aveva provocato degli enormi disagi e grossi ingorghi.
Gli
abiti per fortuna erano arrivati la sera prima e con ben dieci guardie del
corpo a sorvegliarli.
Gli
Agreste non avevano badato a spese.
Alcune
modelle erano state rimpiazzate all’ultimo perché non si sentivano bene, e Marinette aveva dovuto fare delle modifiche in loco agli
abiti, quelle nuove ingaggiate erano un po’ più alte e dovevano indossare degli
abiti lunghi, sarebbe stato un disastro se si fossero presentate in passerella
con l’orlo più ridotto rispetto la propria altezza.
Gabriel
Agreste osservava tutta con la massima attenzione.
“Va
tutto bene?” Aveva domandato Adrien avvicinandosi al
padre, era da qualche tempo che lo vedeva strano, più del solito, sembrava turbato,
e non doveva essere per la sfilata.
“Marinette sta facendo un ottimo lavoro, e poi c’è Nathalie
che la sta aiutando” Rispose spicciolo mentre osserva le donne immerse nel loro
compito.
La
moglie di Gabriel continuava ad annotare appunti sul tablet
seguendo le indicazioni di Marinette.
“I
bambini?”
“Arriveranno
con Tom e Sabine” Scostò la tenda pesante nera per osservare il pubblico e li
vide seduti tutti e cinque in tiro in prima fila, impazienti di vedere gli
abiti sul quale anche per loro c’era il massimo riserbo. “Sono già qui”.
“Allora
li vado a salutare”.
Di
solito non faceva mai così, non andava mai a scambiare quattro chiacchiere con
i suoi ospiti, che fossero amici o parenti poco importava.
Ci
doveva essere per forza qualcosa che lo preoccupava, ma quello non era nemmeno
il momento per chiederlo a Nathalie, sua moglie stava avendo una crisi di nervi
e doveva intervenire per calmare gli animi prima che licenziasse la
truccatrice.
*
Un
colpo di cannone sparato fuori dalla location e alcuni fuochi d’artificio,
sancirono l’inizio della settimana della moda e appena la presentatrice, ovvero
Alya, aveva terminato il suo monologo elogiando i
pregi della Casa di Moda Agreste, Nino avviò la base musicale e gli abiti disegnati
da Marinette avevano iniziato a prendere vita sulla
passerella.
Lei
osservava da dietro le quinte come si muovevano.
Tremava
ancora e solo il tocco di Adrien che le stringeva
forte le spalle l’aveva calmata.
“Sono
stupendi.” Le sorrise.
“Tu
sei di parte” Rispose sorniona assottigliando gli occhi.
“Dico
solo la verità, non mentirei mai alla donna che amo.”
“Lo
sai che ti amo tanto anch’io!”
Stavano
per scambiarsi un bacio quando Alya aveva annunciato
l’arrivo in passerella del modello di punta della collezione, e l’agitazione
fece mancare un battito a Marinette.
Tutti
i migliori critici non aspettavano altro, quell’abito sarebbe stato pagato
ingenti somme di denaro, doveva essere semplicemente perfetto.
Fotografi
e giornalisti erano già pronti con flash e registratori a piena batteria,
pronti a scattare e a registrare audio appena la modella avrebbe fatto il suo
ingresso.
La
base musicale cambiò da tecno a più armoniosa, i bambini di Marinette
e Adrien riconobbero la melodia come quella che il
papà suonava al pianoforte ogni sera.
“Sai
nonna che l’ha scritta il mio papà questa canzone?” Aveva detto Emma con gli
occhi che le brillavano.
Ogni
sera prima di coricarsi, si accomodava al piano vicino ad Adrien
e lo ascoltava suonare.
Le
piaceva molto cullarsi in quel modo, vicino a suo padre che pigiava quei tasti
con molta maestria.
Quando
partì la musica chiuse gli occhi ed iniziò a far ondeggiare la testolina bionda
a ritmo.
Sabine
le accarezzò la testa amorevolmente mentre Tom le sorrideva.
*
La
sfilata fu un successo enorme, e tutte le aspettative che i più noti critici
avevano, si erano rivelate vere.
Marinette Dupain-Cheng era la degna erede del grande stilista di alta
moda Gabriel Agreste.
Tutti
applaudivano.
Tutti
si erano alzati per acclamare la regina indiscussa di quell’evento.
Tutti
tranne una persona, che continuava a sorseggiare champagne ben nascosta dagli
occhialoni da sole neri.
“Goditi
il trionfo finchè dura.” Disse a denti stretti.
“Marinette è incredibile, stanno già arrivando gli ordini,
pazzesco!” Il cellulare di Adrien e Nathalie scottava
da tante richieste appena ricevute.
“Sapevo
che avresti fatto un ottimo lavoro” Intervenne sempre con la solita rigidità
che lo caratterizzava.
“Ho
avuto il mentore migliore che si potesse avere” Disse con le lacrime agli
occhi.
E
Gabriel fece un gesto inaspettato: l’abbracciò.
Forse
l’unica volta che avevano avuto un contatto così stretto è stato al matrimonio,
quando Marinette aveva insistito per un ballo con
lui.
“Ti
voglio bene come fossi mia figlia, Marinette”.
A
quelle parole la mora si strinse ancora di più cercando di non piangere, se il
trucco le fosse colato sarebbe stato un disastro, anche perché avrebbe
rischiato di macchiargli la giacca beige.
“Se
non fosse stato per te, per la tua tenacia, probabilmente non sarei qui a
godermi il tuo successo.”
“Non
avrei mai permesso che lasciassi Adrien da solo.”
Un’orda
di applausi e la voce squillante di Alya pretendevano
la sua presenza sul palco interrompendo quel momento stupendo tra nuora e
suocero.
“Vai
a prenderti il merito” Le disse sorridendole.
Lei
annuì e dopo essersi ricomposta raggiunse l’amica al centro della sala.
*
Adrien si avvicinò al
padre informandolo di tutti gli ordini appena ricevuti.
“Non
avevo dubbi che sarebbe stata un successo!”
“Nemmeno
io. Marinette non ci dormiva la notte. In pratica mi
sembrava di vedere te quando dovevi presentare la nuova collezione.” Il biondo
sorrise a quei ricordi.
“Tu
e lei siete una squadra imbattibile, Adrien. Non
dimenticarlo mai. Vi capite con uno sguardo e ognuno di voi conosce i pensieri
reciproci. E’ questo il segreto del vostro successo: la sintonia.” Gabriel si
sistemò per l’ennesima volta in quella giornata, gli occhiali sul naso.
Sospirò.
Doveva dirglielo e non ce la faceva più a tenere quel segreto dentro di se.
Sapeva
che non era il momento giusto, ma pensò che forse non ce ne sarebbero mai
stati.
“Devo
dirti una cosa”.
A
quelle parole Adrien ruotò il capo verso di lui,
distogliendolo da quello sorridente e fiero di sua moglie sopra quel palco.
Era
bella come la prima volta che l’aveva vista, si era tolta, nel corso degli
anni, quell’aria da ragazzina, trasformandosi in una donna perfetta.
I
capelli erano più lunghi e lasciati sciolti, non portava più quei codini di cui
si era innamorato.
“Mi
fai preoccupare così.”
“Non
so veramente come dirtelo, ma…il miraculous
della farfalla è sparito” lo disse d’un fiato, senza fare nessuna pausa.
Adrien rimase senza
parole e con un espressione di terrore dipinta sul volto.
“Cosa?
Il miraculous della farfalla è sparito? E me lo dici
solo ora?” Adrien era furibondo, ma cercò di parlare
a bassa voce, in modo da non dare un pretesto, alle persone vicino, di
origliare.
“Speravo
di risolvere la cosa da solo” Spiegò mortificato.
“Papà…dovevi dircelo subito, ci avremo pensato noi.”
Alya aveva appena
finito di intervistare sul palco, la protagonista indiscussa di quella sfilata,
e ora sarebbe stato il turno di Gabriel di fare il suo grande annuncio.
“E
ora chiamiamo sul palco il grande Gabriel Agreste” Aveva annunciato Alya.
Lo
stilista si era avvicinato con fare elegante e raffinato, illuminato dai flash
delle macchine fotografiche, che cercavano di immortalarlo nella sua posa
migliore.
“Buongiorno
a tutti, e grazie per essere a tutti per essere qui”.
“Signor
Agreste, so che avete un’importante annuncio da fare” Alya
passò il microfono allo stilista.
“Si,
esatto…” Si sistemò gli meglio gli occhiali sul naso.
“Un momento!” Sabrina Raincomprix,
ovvero il comandante della polizia, aveva interrotto l’intervista e i
festeggiamenti.
Salì
sulla passerella, sotto gli sguardi attoniti dei presenti.
Si
avvicinò a Gabriel Agreste e tirò fuori le manette.
“Gabriel
Agreste, ti dichiaro in arresto!”
*
continua