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Autore: runami_ lu99    17/04/2021    3 recensioni
STORIA AD OC (ISCRIZIONI CHIUSE)
Fiore è nel caos da 500 anni, un perfido sovrano con un oscuro segreto mantiene il controllo su di esso con la violenza e la sottomissione, ma un gruppo di maghi riuniti dal destino riuscirà a riportare il regno alla bellezza di un tempo?
[Dal prologo]
"Se tu che stai leggendo queste righe, credi che il bene trionfi sempre sul male, ti conviene cambiare storia, perché questa non è una favola e quindi non esiste un lieto fine"
[Dal 34° capitolo]
"Il fischio dell'arma che fendeva l'aria vibrò nelle orecchie di 78 facendogli venire i brividi, e per un attimo quel sibilo gli sembrò come parole sussurrate provenienti da un'oscura creatura che di terreno non aveva nulla. Il medico abbassò lo sguardo soffermandosi sulla lama e, come a volersi beffare di lui, questa emise un tenue e lontano bagliore rossastro al di sotto dello strato di bende, proprio un attimo prima che il corpo del nemico venisse nettamente tranciato a metà."
[Dal 35° capitolo]
"I colori caldi del tramonto che prima brillavano in tutta fierezza, parvero spegnersi di colpo quando vennero in contrasto con le sue iridi gelide come il ghiaccio."
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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VENTICINQUESIMO CAPITOLO:
SAGA DI KARETAO LAB: IL PASSATO DI VELVET







-Non capite! È proprio perché siete qui che tutto andrà a farsi fottere!- gridò Velvet infuriata e impaurita al tempo stesso, poi si voltò e uscì sbattendo la porta, qualcuno oltrepassò lo stesso uscio correndo.
-Velvet, spiegaci cosa sta succedendo! Perché dici così?- chiese Nicolash tentando di farla ragionare, intanto dietro di lui uscirono anche tutti gli altri maghi.
-Ti avevo detto che non dovevi interessarti! Che l'unica cosa che dovevi fare era aspettare, ma come al solito tu e tutti gli altri fate le cose per conto vostro- rispose stringendo i pugni.
-Per forza, siamo compagni, non puoi sparire nel nulla da un giorno all'altro senza preavviso e pretendere di non essere seguita- ribatté lui.
-No, è vero, non posso, ma questo non vuol dire che mi dovete stare attaccati come delle cozze...- si fermò tremando: era sempre stata una che diceva ciò che pensava in faccia, anche se quello che stava per dire non lo pensava minimamente.
-Non capite niente! Io sono entrata a far parte della gilda solo per i soldi, non mi interessa niente di voi, per quanto mi riguarda potreste anche morire che non mi farebbe né caldo, né freddo perciò...- si voltò con l'espressione più infuriata che i suoi compagni avessero mai visto.
-... Se provate anche solo a pensare di seguirmi, questa volta non mi farò scrupoli ad uccidervi- concluse allontanandosi e sparendo nel bosco: la sua destinazione? Karetao Lab, non voleva mollare per nessun motivo, avrebbe riportato indietro sua sorella ad ogni costo. Nicolash per la seconda volta rimase immobile a fissare Velvet mentre se ne andava, impotente e arrabbiato al tempo stesso. Priscilla come una furia si fece avanti a passo svelto e a falcate lunghe.
-Che bel comportamento! Non lo capisce che siamo solo preoccupati per lei, quell'idiota!- esclamò tirando un calcio all'erba. Tecla intanto se ne stava in disparte guardando la scena dalla finestra della casa: ora aveva veramente paura, dopo quello sguardo e quelle parole avrebbe voluto sparire nel nulla, sapeva che non centrava niente con loro e con lei, ma sembrava quasi che quel discorso fosse rivolto a tutti i presenti. Ty con gli occhi oscurati dai ciuffi castani che gli coprivano la fronte, aveva ascoltato tutto, impassibile e a braccia incrociate.
-Ragazzi, venite torniamo dentro, forse è il caso che vi racconti qualche cosa su Velvet - intervenne Nani gentilmente, i maghi si voltarono per rientrare tranne Tyson che si allontanò in una direzione imprecisata. Alèk fece per seguirlo ma Demetra glielo impedì.
-Lascialo- disse semplicemente ed entrarono. Una volta all'interno Noite sgattaiolò fuori e inseguì il ragazzo con la falce senza dare nell'occhio. 
-È il caso che vi racconti le origini di Vel- cominciò Nani, tutti la guardarono straniti.
-In che senso?- chiese Alex, la donna sospirò.
-Così capirete almeno in parte perché si comporta così...-  disse.

Le sorelle Rockbell vennero al mondo in una giornata di tempesta, proprio come se la natura avesse fatto loro dono del suo potere più grande: il fulmine. La prima fu Velvet e dopo soli nove minuti anche Sapphire. I genitori delle due bambine si stupirono di quanta differenza di aspetto ci fosse tra le due, ma ciò che più li colpì è che entrambe già nei primi minuti di vita, vennero avvolte da una piccola scarica elettrica: gialla per la più grande, mentre blu per la più piccola. 
-Sono due femmine congratulazioni- disse l'infermiera con un sorriso, tentò di avvicinarsi a loro per avvolgerle in un panno, ma quando fu a pochi centimetri si sentì uno sfrigolio, poi ritirò la mano dolorante, la guardò notando la comparsa di scottature sulla punta delle dita, spostò gli occhi sulle due neonate: i fulmini attorno a loro erano diventati come impazziti, crepitavano e saettavano tutto attorno, come se non volessero essere avvicinati da nessuno. L'infermiera presa dal panico uscì di corsa dalla sala chiamando aiuto e in pochi minuti altri dottori accorsero con guanti e coperte di gomma per evitare di essere feriti. Finalmente riuscirono a coprirle, non appena furono tra le braccia della madre si calmarono e le saette svanirono nel nulla. I genitori le guardarono.
-I loro nomi?- chiese un medico, i due si scambiarono un'occhiata.
-Velvet- disse la madre riferendosi alla più grande. Poi guardò anche la seconda: i suoi fulmini blu ricordavano uno zaffiro brillante.
-Sapphire- affermò. A primo impatto i genitori non si fecero tante domande, pensavano semplicemente che le loro figlie sarebbero cresciute con un grande potere magico, non potevano certo immaginare che sarebbero state la rovina della loro città. 
Più i giorni passavano, più le bambine crescevano e insieme a loro anche la loro magia, finché un giorno non furono più in grado di controllarla. 
-Scappate, sono impazzite!- gridò un abitante fuggendo il più lontano possibile dalla casa in cui le due sorelle vivevano con i genitori. La gente sembrava impazzita urlava e correva disperata. Le due bambine, ancora troppo piccole per reggere un tale afflusso di potere magico, non riuscirono più a controllarsi: saette e fulmini colpirono case e abitanti, riducendo in polvere qualunque cosa. Metà della città fu rasa al suolo da una tale potenza, così i genitori furono costretti ad allontanare le figlie da qualunque centro abitato, mandandole a vivere lontano. Avevano sentito parlare di una maga eremita che viveva su una montagna isolata chiamata "Eclipse Soul", si raccontava che a causa di uno sterminio incondizionato lei avesse perso i suoi fratelli, suo marito e suo figlio, decidendo così di vivere lontano da tutto e da tutti. Scelsero di rivolgersi a lei che accettò di buon grado, incapace di negare un favore a chiunque.
Nani grazie alle sue capacità fu in grado ad imprimere dei sigilli anti-magia sulle braccia delle sorelle, riuscendo a contenere in parte il loro enorme potere magico e di utilizzarlo in minima parte.
Nani fu come una madre per loro e grazie alla sua gentilezza, era l'unica che riusciva a far andare d'accordo le due sorelle, visto i caratteri simili che si trovavano. La maggior parte delle volte, per dimostrarsi affetto litigavano prendendosi a cazzotti o insultandosi, non era mai stato un rapporto di gesti d'affetto eclatanti, non si erano mai date un abbraccio, se non per sopravvivere agli inverni rigidi su quella montagna. Questo però non ha mai impedito ad entrambe di ridere e darsi una mano a vicenda, quando una delle due aveva bisogno di aiuto l'altra era sempre presente, anche se non riuscivano a stare nello stesso posto a lungo a causa della loro incompatibilità.
Tutte e tre vissero insieme per anni finché Velvet non decise di partire e intraprendere la vita di maga mercenaria, senza una dimora fissa.
-Tornerò a trovarvi ogni tanto!- gridò alle due ragazze che la salutavano da lontano. Dopo qualche tempo anche Sapphire partì dicendo le stesse identiche parole, le due sorelle però da quel momento non si incontrarono più, almeno non fin quando Velvet scoprì che Sapphire era scomparsa.


-Vedete io riesco a tirare avanti solo grazie ai soldi che Velvet e Sapphire mi mandano ogni mese, non saprei come fare senza di loro- concluse Nani.
-Comunque sia, vi ho raccontato questo perché capiste il motivo per cui Velvet si comporta in questo modo- continuò.
-Capisco, quindi quelle bende che ha sulle braccia servono a coprire i sigilli antimagia- disse Milah
-Esattamente- rispose Nani annuendo.
-Ci hai raccontato la sua storia solo per farci capire il suo comportamento, ma io non ci vedo nessun collegamento- ammise Priscilla.
-Vedete, Velvet è sempre stata eccezionalmente forte, non sopporta chi è debole proprio perché lei non lo è mai stata, questo è il motivo per cui non vuole mai aiuto da nessuno, sa cavarsela da sola e da una battaglia non si tira mai indietro, anche se questo potrebbe significare morire- spiegò la donna.
-Non ha senso, lo sa perfettamente che può contare su di noi e sa anche che noi non la considereremo mai una debole- ribatté Casper contrariato.
-Casper ha ragione, non è la prima volta che ci salva la pelle- lo spalleggiò Alexis ripensando a quando ad Orchidea stava per morire a causa dei fumi dell'alcol: se non fosse intervenuta Velvet a quell'ora lei non sarebbe lì a parlarne.
-Credo che in cuor suo lei sia a conoscenza di questa cosa, ma il suo orgoglio è più forte, anche se devo ammettere che non penso che sia solo questa la motivazione per cui non vuole il vostro aiuto- ammise Nani. Nicolash rimase in silenzio pensando alle parole che gli aveva rivolto con rabbia poco prima: "È proprio perché siete qui che tutto andrà a farsi fottere!". Non riusciva a capire il nesso logico tra il fatto che loro fossero lì e il fatto che tutto andrà in rovina, si stava scervellando da quando glielo aveva urlato in faccia, senza però saltarci fuori.
-L'unico modo per scoprirlo è andare a chiederglielo di persona- intervenne Demetra alzandosi in piedi. Tecla che aveva ascoltato tutto sobbalzò.
-Ma, ha detto che avrebbe ucciso chiunque l'avesse seguita- disse timidamente abbassando gli occhi.
-Che ci provi! Le darò una lezione che se la ricorderà per tutta la vita- intervenne Priscilla scambiando uno sguardo d'intesa con la ragazza dai capelli rossi.
-Principessa guerriera eh- commentò Alèk guardandola maliziosamente.
-Ma sembrava veramente intenzionata a farlo- ribatté Tecla stringendosi le mani al petto sentendo una sensazione di paura, una mano le si posò sulla spalla, lei si voltò vedendo Casper guardarla sorridendo.
-Al massimo ci darà qualche scossa, ma non sarebbe capace di ucciderci, non dopo tutto quello che abbiamo passato insieme- la rassicurò.
-E poi è compito nostro tenere a bada quella furia- intervenne Milah accennando un sorriso. Nicolash guardò i suoi compagni per poi alzarsi anche lui in piedi.
-Sarà tornata sicuramente a Karetao Lab, andiamo!- esclamò stringendo un pugno, si voltò poi verso Tecla.
-E tu ci accompagnerai- continuò accennando un sorriso malizioso, la ragazza indietreggiò impaurita.
-No, dovete essere impazziti!- disse.
-Solo tu sai dove si trova, non ti stiamo chiedendo di portarci fin dentro, ma solo di accompagnarci e farci vedere dove si trova- cercò di convincerla, Tecla si sentì a disagio con tutti quegli occhi puntati su di lei, inspirò tremante.
-Va bene- balbettò sottovoce.
-Ottimo!- esclamò Casper dandole una pacca sulla spalla con un grosso sorriso, poi si guardò attorno.
-Ma Noite e Ty?- chiese non vedendoli, Demetra aveva visto Tyson allontanarsi e Noite andargli a dietro, ma non aveva detto niente.
-Li ho visti dirigersi verso il bosco- rispose Alèk.


Poco prima:

Tyson si era allontanato, la rabbia che provava gli faceva ribollire il sangue nelle vene, se avesse potuto avrebbe spaccato la montagna con un dito, ma si limitò solo a prendere a pugni qualche masso lì vicino, frantumandolo. Dietro di lui Noite lo aveva seguito con le mani infilate nelle tasche e un sorriso tranquillo in volto. Ty non fece neanche in tempo a voltarsi che Noite gli scagliò contro un raggio di luce colpendolo in pieno.
-Ma che diavolo...- imprecò guardandolo storto, ma non finì la frase che gliene lanciò un altro, che però questa volta schivò. 
-Cosa ti è preso così all'improvviso!?- chiese, ma il ragazzo non rispose, i suoi arti vennero avvolti da luce oscura e partì all'attacco sferrando pugni e calci che Knightbuster schivò e parò senza problemi, si allontanò con un balzo.
-Devo forse capire che non hai intenzione di smetterla?- chiese, in risposta ebbe solo un altro attacco rivolto verso di lui. Decise quindi di afferrare la sua falce e contrattaccare.
-Questo lo prendo come un sì- disse, si lanciò in avanti, ma Noite lo intercettò con una sfera luminosa, che Tyson parò, quando gli fu davanti, il God Slayer, cercò di attaccarlo con un calcio al fianco, ma l'avversario schivò balzando, in seguito riuscì a colpirlo con l'asta della falce spedendolo lontano. Noite si rialzò sorridendo e ripartì scattando in avanti, inspirò, poi dalla sua bocca partì un laser di luce oscura, Tyson lo deviò con il piatto della falce e lo respinse per poi dirigersi verso di lui a gran velocità, Noite schivò gli affondi uno ad uno per poi rispondere con un pugno potenziato dalla sua magia dritto su una guancia, Tyson roteò in aria prima di schiantarsi a terra, strinse i pugni e quando il God Slayer si avvicinò, gli fece una spazzata che lo fece cadere al suolo anch'esso, poi lo bloccò tramite una presa impedendogli di usare sia braccia che gambe.
-Hai finito?- chiese con il fiatone e una guancia livida per il colpo subito.
-E tu?- chiese di rimando il ragazzo, Tyson lo guardò stranito e mollò la presa rimettendosi in piedi. Intanto da lontano il resto dei maghi li raggiunsero allarmati da tutto il baccano che avevano causato.
-Ragazzi, che diavolo state facendo, vi siete per caso rincretiniti?- chiese Priscilla basita.
-Se dovevate sfogarvi potevate farlo anche in un altro modo- ribatté Alexis, a quelle parole Tyson sobbalzò e guardo Noite a terra che si massaggiava le braccia doloranti. Sorrise impercettibilmente: era incredibile, quel ragazzo aveva capito che lui era arrabbiato, così invece che farlo sfogare su cose inanimate, aveva pensato bene di cominciare una battaglia. Ora effettivamente si sentiva molto meglio. Si voltò verso di lui e gli porse una mano per aiutarlo ad alzarsi, lui la accettò volentieri e si rimise in piedi. I due non si scambiarono neanche una parola, solo un'occhiata e un sorriso d'intesa.
-Che roba!- commentò sconsolata Milah. Tyson andò verso i compagni ritornando serio.
-Andiamo a riprenderci Velvet- disse con la determinazione che bruciava negli occhi.
-Prima però dobbiamo accordarci su alcune cose- continuò, i compagni lo guardarono straniti: che cosa aveva in mente?


Karetao Lab:

Velvet si mimetizzò tra la vegetazione che circondava l'ospedale: la prima volta che lo aveva assaltato aveva perlustrato in ogni angolo per capire dove avessero portato sua sorella, era riuscita a trovarla subito, ma ora le cose si erano fatte più complicate: non vi era traccia di lei da nessuna parte. Rifletté per qualche secondo: la prima volta però, lei si era fatta vedere dalla gente dell'ospedale, questo vuol dire che le avevano fatto trovare Sapphire apposta, per attirarla in una trappola in cui lei era cascata in pieno. Strinse i denti furiosa.
-Quei pezzi di merda!- imprecò sottovoce. Anche se odiava ammetterlo, l'avevano fregata, ma non poteva cadere nello stesso tranello due volte, doveva giocare d'astuzia, anche se avrebbe preferito di gran lunga caricare a testa bassa e fulminare tutti. Spostò lo sguardo verso l'alto, poi sul muro accanto a lei notando diversi appigli, si guardò attorno controllando che non ci fosse nessuno, poi uscì allo scoperto e si arrampicò fino ad arrivare sul tetto, sfondò una porta di metallo ed entrò dal controsoffitto. Una volta dentro si fece scudo con un muro e cautamente guardò che non ci fosse nessuno, una volta accertato che il corridoio fosse libero uscì svelta e perlustrò tutto il piano superiore, senza però trovare niente che rimandasse a Sapphire, così provò anche con quello più in basso e quello più in basso ancora. Arrivò a perlustrare, senza essere scoperta, tutti e cinque i piani dell'ospedale, senza individuare alcuna traccia. Alla fine si rinchiuse in un bagno non sapendo più dove andare a cercare, quando all'improvviso sentì delle voci.
-Sei così fortunata, non a tutti è permesso entrare al piano sotterraneo, non sai che invidia!- esclamò un'infermiera a quella che doveva essere un medico, a quelle parole Velvet sobbalzò e si fece interessata alla conversazione.
-Non lo dire troppo ad alta voce, lo sai che è un segreto che deve essere mantenuto, comunque hai ragione, quando mi hanno promosso sono scoppiata di gioia, finalmente sono diventata qualcuno in questo ospedale, chissà che compiti mi assegneranno, sono così curiosa- disse l'altra ragazza eccitata, la prima guardò l'orologio e sobbalzò.
-Accidenti è tardissimo, devo andare, poi fammi sapere come va ok!?- le gridò uscendo dalla porta del bagno. Il medico sorrise salutandola, si lavò le mani e quando si guardò allo specchio Velvet spuntò dietro di lei come un fantasma, le tappò la bocca e si mise un dito davanti alle labbra in segno di silenzio.
-Vi ho sentito parlare di un piano inferiore, da dove si entra?- chiese sottovoce, la donna però scosse la testa intimidita.
-Non lo so, in questo ospedale non ci sono porte che conducono al sottosuolo, mi hanno detto di farmi trovare fuori nel retro dell'ospedale e che sarebbero stati loro a venire a prendermi- rispose la donna un pò spaventata dallo sguardo cupo di Velvet.
-Vogliono tenerlo segreto eh? Per quale motivo?- chiese sospettosa.
-Beh, non lo so- ammise, Velvet si avvicinò ancora di più a lei fulminandola con lo sguardo.
-E tu ti fidi ad andare in un posto così, di cui non si sa niente?- chiese assottigliando gli occhi.
-In questo ospedale, tutti i migliori sono stati richiamati dal piano inferiore, per questo ognuno di noi lavora sodo, per potervi accedere un giorno- spiegò, Velvet si allontanò di poco, pensierosa, poi risollevò gli occhi penetrandola.
-C'è una ragazzina che lavora qui, è bassa e ha i capelli lilla legati in una coda, porta gli occhiali...- disse.
-Oh parli forse di Tecla, lei è molto brava, ma non è mai stata richiamata dai piani più bassi, i bambini sono il suo forte, senza di lei questo ospedale non sarebbe quello che è- spiegò il medico, la maga la guardò stranita.
-Cosa intendi?- chiese.
-Karetao Lab è chiamato così perché la parola "Karetao" significa "burattino" o "manichino", Tecla si occupa dell'intrattenimento per tutti i pazienti dell'ospedale, li fa divertire utilizzando queste marionette ed esibendosi due o tre volte al giorno, ovviamente viene aiutata da altri di noi, ma il fulcro centrale è sempre lei... Bambini e adulti rimarrebbero a guardarla per ore durante i suoi spettacolini, ed è proprio grazie a lei che i nostri malati guariscono più in fretta e poi lei è fatta così, se vede qualcuno in difficoltà non può fare altro che aiutarlo- spiegò la donna. Velvet dopo aver ricevuto le informazioni che desiderava, lasciò andare il medico un pò stranito per quello che le era appena successo. La maga venne lasciata sola e ragionò alle sue parole: pensava che Tecla l'avesse salvata per qualche secondo fine, invece voleva solo aiutarla perché l'aveva vista in un momento difficile. Velvet strinse i pugni mentre la sua rabbia saliva: non aveva bisogno di aiuto, lei era forte, avrebbe potuto i cavarsela anche da sola. Presa dall'impeto della rabbia non si era accorta di aver fatto scoppiare gli specchi del bagno con la sua magia, udì delle voci esterne correre verso il suo nascondiglio, così decise di sgattaiolare fuori dalla finestra e attendere nel retro dell'ospedale l'appuntamento a cui quel medico doveva partecipare. Passarono diverse ore, finché, poco dopo l'ora di pranzo, la donna non si presentò nel posto accordato. Velvet aguzzò gli occhi e da lontano vide arrivare due persone con un camice bianco: il primo era un signore anziano, mediamente alto, i capelli erano grigi tirati completamente indietro e gli occhi erano dello stesso colore; mentre il secondo sembrava la stessa persona, ma in versione più giovane. 
-È pronta dottoressa?- chiese il più anziano, la donna fece un cenno con la testa in segno di affermazione.
-Molto bene, mi segua- disse dirigendosi poco più distante, Velvet aspettò che girassero l'angolo per seguirli di soppiatto. Sbirciò facendo attenzione a non farsi scoprire. Il signore più anziano estrasse la mano dalla tasca dal camice: un anello color verde acqua brillò sotto la luce del sole: sembrava giada, inserì il pugno chiuso in una rientranza nella parete e questa come per magia si abbassò sparendo nel terreno e rivelando un'entrata, il ragazzo giovane la oltrepassò senza dire una parola.
-Prego, entri pure, il direttore sarà molto felice di sapere che lei ora è una dei nostri- disse il più anziano spostandosi leggermente e permettendo al medico di entrare per prima, una volta varcata la soglia, anche il signore più anziano entrò e la porta invisibile fece per sollevarsi e chiudersi. Velvet non perse tempo e velocemente si diresse verso quel passaggio. Sarebbe riuscita ad entrare se qualcuno non avesse cercato di colpirla con un movimento di frusta, indietreggiò con un balzo e la porta automatica si richiuse davanti ai suoi occhi. Guardò verso l'alto notando una donna sul tetto, dalle forme abbondanti, voluminosi capelli bianchi e occhi di ghiaccio, vestita anch'essa con un camice bianco sotto il quale portava una maglietta rossa attillata e una minigonna in pelle nera, con dei vertiginosi tacchi a spillo aperti, rossi. 
-Ops, la porta si è chiusa, come farai adesso ad entrare mia cara?- chiese con tono sarcastico prima di scoppiare in una risata che Velvet trovò alquanto snervante. Un particolare saltò subito all'occhio della ragazza: l'anello di giada al suo anulare sinistro. Si drizzò in piedi sorridendo appena.
-È stato un'errore lasciarmi fuori, perché ora l'unico modo per entrare è quel tuo anello- disse preparandosi. La donna rise ancora più sonoramente portandosi una mano davanti alla bocca.
-Non crederai che te lo dia senza oppormi?- chiese alzando un sopracciglio.
-La scelta è tua: o mi dai solo l'anello, o mi prendo tutta la mano- rispose guardandola da sotto le sopracciglia.
-Uh uh, questa suona quasi come una minaccia- disse la donna fingendo di essere impaurita, in una frazione di secondo e senza alcun preavviso sventolò la sua frusta facendola sibilare a pochi centimetri da Velvet, la quale schivò il colpo per un pelo, in risposta la maga afferrò l'arma della nemica e la tirò a se, la donna presa alla sprovvista cadde dal tetto, ma invece che il rumore di uno schianto, si sentì solo silenzio. Velvet guardò il punto in cui l'avversaria avrebbe dovuto cadere, ma con sua grande sorpresa, il terreno non era né crepato né danneggiato, semplicemente aveva assunto la stessa forma del corpo del nemico, permettendole di uscirne illesa. Velvet non rimase a farsi troppe domande perciò ripartì alla carica, sferrando saette a pochi metri di distanza, la donna come se fosse posseduta assunse le pose più strane e innaturali per schivare i suoi attacchi, Velvet venne confusa dai suoi movimenti e si distrasse per un secondo, nel quale la nemica usò la sua frusta per avvolgerle la caviglia e farle lo sgambetto, per poi colpirla con una nuova sferzata al corpo, ferendola. Velvet mugugnò per il dolore, ma senza esitare si rialzò e unì le mani portandole in avanti, in seguito scagliò un fulmine gigantesco nella sua direzione, il nemico però sprofondò nuovamente nel terreno con la medesima tecnica usata in precedenza, in questo modo si avvicinò alla ragazza toccandole entrambe le gambe e le braccia, Velvet nell'immediato non riuscì più a muoverle.
-Ma che diavolo...- imprecò cercando di piegare le ginocchia e i gomiti senza successo. La risata della donna attirò la sua attenzione.
-Interessante vero? Scommetto che ti stai chiedendo che razza di trucchetti uso- disse avvicinandosi a lei e cominciando a girarle attorno.
-Vedi, riesco a rendere più o meno flessibile quello che tocco, dal mio stesso corpo, a quello degli altri, funziona anche sugli oggetti inanimati come il terreno... poco fa l'ho reso talmente flessibile che ha assunto la mia stessa forma e ha funzionato come una specie di tappeto elastico proteggendomi dalla caduta, mentre al contrario ho irrigidito le tue braccia e gambe, per questo non riesci a piegarle...- guardò Velvet sorridendo sadica.
-E sai dirmi che succede ad un oggetto che non si piega?- chiese con tono acuto e divertito sfiorandole un braccio con un dito.
-Vanica, ricordati che ci serve intera, o 78 si arrabbierà- una voce intervenne da lontano, Velvet si voltò muovendo solo collo e busto, poco più distante arrivò un ragazzo: era molto alto, praticamente pelle e ossa, i suoi capelli erano medio lunghi, biondi maculati di nero, gli occhi invece erano colore dell'ambra, indossava anch'esso un camice bianco, sotto cui portava una camicia gialla pallido e dei pantaloni neri alla cui cintura vi erano diversi sacchetti in cuoio pieni di qualcosa.
-Serval, come mai qui?- chiese la donna che doveva chiamarsi Vanica.
-Mi ha mandato 78 per controllare che non facessi sciocchezze, immagino che avesse tutte le ragioni per farlo- disse serio, Vanica sbuffò.
-Anche se ora che le hai immobilizzato braccia e gambe possiamo portarla dentro, ottimo lavoro- continuò facendo accendere una luce negli occhi della donna.
-Non ti avevamo forse già detto che se volevi liberare la tua sorellina, dovevi assecondare le nostre richieste?- chiese il tizio che doveva chiamarsi Serval avvicinandosi fino ad arrivare a pochi centimetri dal viso di Velvet, lei lo guardò con disprezzo mentre alcuni fulmini cominciarono ad agitarsi vorticosamente sul suo corpo.
-Vai a farti fottere- sibilò furiosa, l'uomo cominciò a girarle attorno studiandola per bene, da un sacchetto che portava sulla cintura estrasse un piccolo ago e lo conficcò alla base del collo di Velvet, la ragazza cominciò a vedere fosco e poi perse i sensi in pochi secondi. I due compagni la portarono all'interno del piano inferiore dell'ospedale e per la seconda volta, la porta si chiuse alle loro spalle, senza lasciare traccia. Velvet non si sarebbe mai aspettata di assistere a delle scene tanto orribili al suo risveglio: non sotto ad un ospedale, non sul corpo di sua sorella. 







ANGOLO AUTRICE:

Ciao a tutti ragazzi!!
Beh come vi è sembrato il capitolo? Abbiamo inserito il passato di Velvet, che ve ne pare? Una bambina nata con una quantità di potere straordinario che però non riesce a controllare, non male eh? Fatemi sapere cosa ne pensate!! Io ho cercato di allungare la storia di Vel il più possibile spero che così sia abbastanza.
Ed ora passiamo alle notizie importanti... dunque, esattamente la domenica del prossimo weekend, il 25 di Aprile, per intenderci, sarà passato esattamente un'anno da quando ho pubblicato il prologo di questa storia!! E non vorrei mai saltare questa occasione, per questo ho un regalino per voi! Domenica 25 creerò una specie di storia "filler" per festeggiare l'anno compiuto, no, non la inserirò in questa storia, ma in una a parte che lascerò "in corso..." per altre eventuali occasioni speciali! Ci saranno ovviamente i vostri OC e si intitolerà "Phoenix's Ashes Special" 
Quindi a questo punto ci si sente tra una settimana (25 Aprile) con lo speciale per festeggiare l'anno di pubblicazione e tra due per il prossimo capitolo (1 o 2 Maggio) Alla prossima!!
Hola
Lu!
  
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