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Autore: Immersi nella vita    18/04/2021    0 recensioni
Le avventure tragicomiche delle Nazioni alle prese con i loro sentimenti.
[ Pairing: Gerita, Spamano, Fruk, Rochu ]
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 13: Ospiti indesiderati 

Spagna si ritrovò  davanti alla casa di Lovino. Grugnì e pensò arrabbiato ' Perché sono arrivato qui? ' quando aveva utilizzato la via stava perdendo le forze e aveva semplicemente fatto fare al suo inconscio. Imprecò, non poteva farsi vedere così da Romano.
La sua gamba cedette all' improvviso e si ritrovò per terra, un gemito di dolore gli scappò dalle labbra.  Doveva solo respirare un po', recuperare le forze e andarsene. Ma chi prendeva in giro!? Non riusciva neanche a muoversi, aveva perso troppo sangue, e l' unico motivo per cui aveva continuato a muoversi era stata la rabbia e l'adrenalina. Le sue ferite pulsarono dolosamente, era come essere trafitto da freccie ardenti, era proprio un cretino. Poggiò con un tonfo la schiena contro la porta, e chiuse gli occhi. Fu facile abbandonarsi all' oblio.  
.

Romano si rigirò nel letto, aveva passato tutto il giorno a dormire. Sospirò, quello stupido spagnolo era rimasto tutta la notte a vegliarlo e poi appena si svegliava decideva di abbandonarlo!? Non che volesse passare del tempo con quel bastardo...

Si alzò dal letto, si sentiva meglio, gli antidolorifici avevano fatto effetto. Voleva mangiare qualcosa.  Incespicò appena, si sentiva ancora un po' intorpidito, raggiunse finalmente il salone e si fermò. Cercò Feliciano, ma probabilmente si trovava in bagno, sentiva in lontanaza il rumore della doccia in funzione. Lovino andò in cucina e iniziò a mettere una pentola sul fuoco. Guardò fuori dalla finestra, il sole era tramontato, avrebbe preparato della pasta all'amatriciana per sé e suo fratello come cena. Stava per iniziare a tagliare il guanciale, quando sentì un rumore sordo provenire dalla porta di ingresso. Era come se qualcosa si fosse accasciato contro il portone. 

Si avvicinò lentamente alla porta, qualcosa dentro di sé gli diceva di non ignorare quel suono e di andare a vedere, allungò la mano e la poggiò sulla maniglia. Fece un respiro profondo, non sapeva perché ma un brutto presentimento prese forma dentro di sé; chiuse gli occhi, li riaprì e spalancò la porta. La superficie fece resistenza , c'era qualcosa dall'altra parte che la bloccava. Un liquido rosso passò al di sotto la porta, Lovino si pietrificò. Allarmato si allontanò velocemente dall'ingresso e fece il giro della casa, uscì in giardino dalla porta sul retro e si incamminò verso il portone frontale. 

Si sentì mancare il respiro, davanti a casa sua giaceva  Spagna, privo di coscienza e ricoperto di sangue. Le gambe gli divennero molli come gelatine e precipitò sulle ginocchia accanto ad Antonio. Non si accorse si stare urlando e piangendo finché non si affacciò  allarmato alla porta Veneziano  ancora in accapatoio. 

Il mondo intorno a Lovino vorticò velocemente , la vista del viso pallido di Antonio e di tutto quel sangue lo fecero svenire.
.

Cina si svegliò all'alba. Il giorno prima aveva passato la mattina con Ivan, poi era andato a lavoro, e dopo una giornata stancante si era addormentato come un sasso.

Preparò il suo té mattutino e la colazione, le erbe avevano fatto effetto e la ferita non gli doleva più così tanto, anche grazie al fatto che le Nazioni tendono a guarire più in fretta degli esseri umani. 

Dopo la colazione decise che era l'ora di andare a dare da mangiare al suo panda. Il suo fido animaletto viveva in giardino. La sua casa infatti non si trovava nella capitale, ma in una zona rurale. Cina infatti amava la calma e la tranquillità che quel luogo gli trasmettevano.

Uscito in giardino, la vista che lo accolse lo fece sbiancare. Lanciò un urlo inorridito, che cosa era successo al suo bellissimo 中國園林(Zhōngguó yuánlín)* !? Yao sentì le lacrime agli occhi, era tutto distrutto. Il suo bellissimo giardino, a cui aveva dedicato così tanta energia e fatica. 

L'erba era estirpata, alcuni alberi abbattuti, lo stagnetto era tinto di rosso, la pittura si trovava anche sul suo prugno. I bambù erano stati tagliati e la gabbia di panda era aperta. Spalancò gli occhi e iniziò a cercare il suo animaletto. Più si addentrava nel giardino e più notava con orrore tutti i danni. Sembrava che fosse passato un tornado. 

Notò una figura accanto al pino, era panda. Sul tronco dell'albero c'era scritto ''commie scumbag!! ".

Gli occhi di Yao si iniettarono di sangue, strinse i pugni, aveva capito chi doveva ringraziare per questa inaspettata "sorpresina".

Afferrò irato il cellulare e cliccò sull'icona della fotocamera, iniziò a fare diverse foto di quel disastro. 

Aprì l'app di messaggistica e mandò le foto a Ivan. Dopo qualche minuto gli arrivò la risposta del compagno:

Vanya:« COSA!?»

Vanya:« Cosa è successo!??? Hanno devastato il tuo giardino!? Yao stai bene??»

Cina digitò velocemente:

« È stato quel porco capitalista, lo ammazzo!!😠😤»

Vanya: « Tesoro calmati, vuoi che venga da te?»

Vanya: « So quanto ci  tieni al tuo giardino, la prossima volta che incontro Amerika gliela faccio pagare!!»

Leggendo i messaggi di Ivan, Yao si calmò, aveva iniziato infatti a tremare involontariamente. Era molto legato al suo giardino, era la parte più importante della casa, ci aveva messo anni a curarlo, alcuni alberi erano lì da secoli e ora erano rovinati. 

Scrisse:

« Grazie Ivan, stai tranquillo non devi disturbarti a venire»

« Ti amo 💕»

Russia gli mandò il gif di un panda e un messaggio.

Vanya: « Ti amo anch'io, tesoro. 💖» 

Cina salutò Ivan e mandò le foto sul gruppo delle Nazioni. 

Quelle immagini scatenarono l'indignazione generale.
.

America si trovava a Washington D. C era in ufficio e si stava annoiando, aveva notato le notifiche del cellulare e le reazioni alla sua vendetta. Sorrise contento e sorseggiò il caffé della macchinetta, era stato occupato tutta la notte e non aveva dormito quindi la caffeina lo aiutò a tenersi sveglio. Essere una superpotenza lo teneva sempre occupato, di conseguenza non era la prima volta che faceva le ore piccole. Si tolse gli occhiali e si strofinò gli occhi arrossati, fissare lo schermo del computer per così tanto tempo iniziava a dargli fastidio. Si coprì il volto con le mani e pensò ' Anche se sono felice che quel bastardo l'abbia pagata, mi chiedo se sia stata la cosa migliore da fare... ' dentro di sé sapeva che quella faida non poteva durare in eterno e che sarebbe potuta sfociare in qualcosa di terribile. 

Ripensò al loro litigio, quella sera Yao e Ivan erano molto vicini, si scoprì il volto e il principio di un sospetto iniziò a pungerlo. Stavano insieme? Il solo pensiero lo fece raggelare.  Non aveva mai preso in considerazione questa ipotesi, ma effettivamente aveva senso. Decise che doveva fare qualcosa a proposito e gli venne l'idea di fare una cena diplomatica insieme a Russia e Cina in cui avrebbe avuto l' occasione di scoprire la vera natura della loro relazione. Il suo piano si dispiegò con lampante semplicità davanti ai suoi occhi: avrebbe contattato Cina e Russia e li avrebbe invitati a cena dicendo che era un'idea di Inghilterra per aiutarli a migliorare i loro rapporti diplomatici e dissipare i malumori, insomma porre un fine alla faida. Avrebbe invitato Arthur facendogli credere che sarebbe stata una cena solo fra loro due, perché sapeva che il vecchio era troppo orgoglioso per accettare di andare a una cena con chi aveva combattuto solo qualche giorno prima. Durante la cena ovviamente avrebbe fatto delle domande discrete e con le sue eccezionali doti di oratore avrebbe scoperto la verità, ovvero se stavano insieme o meno.

Cosa poteva andare di storto?  
.

Arthur si ritrovò davanti a un ristorante cinque stelle nel centro di New York, si strinse nel suo impermeabile e aspettò di vedere  comparire quel cretino  di America. Lo aveva invitato a cena quel pomeriggio, gli aveva inviato solo l'indirizzo del locale e aveva detto che se non fosse venuto si sarebbe vendicato. Sospirò, il fiato si condensò in una nuvola davanti a lui, l'aria notturna era particolarmente fredda.  Guardò dubbioso il ristorante stellato, di solito America lo avrebbe portato in un fast food o in una trattoria, non in posto del genere. Arrossì e si chiese perplesso che cosa voleva da lui lo statunitense. I suoi pensieri vennero interrotti dall' arrivo di America, stava indossando un completo elegante, sembrava pronto per una cena formale. Inghiltera lo sguadrò dalla testa ai piedi e qualcosa dentro di sé gli disse che c'era qualcosa che non andava. Alfred gli sorrise e disse: " Hey Ciao, scusa l'attesa! " Arthur sospirò e chiese: " Cosa vuoi da me America? Perché mi hai invitato qui? " . Il sorriso dell' americano si fece più forzato e disse velocemente: " Andiamo, per una volta che ti porto a cena.. " gli afferrò una spalla e iniziò a trascinarlo all' interno dell'edificio. Continuò con fervore il suo discorso: " Scoprirai tra poco perché ti ho invitato~". Inghilterra lo guardò dubbioso, ma il suo cuore non poté fermarsi dal fremere per l' anticipazione. 

Arrivarono all'ultimo piano del grattacielo dove era alloggiato il rinomato ristorante. Giunti al loro tavolo, Arthur si sentì gelare. Guardò America e disse in tono duro: " Cosa vuol dire questo? " indicò le quattro sedie, Alfred si sedette e disse con semplicità: " Abbiamo ospiti ''.

Inghilterra strinse i pugni sui fianchi e si sentì un cretino, un senso di vergogna e rabbia gli infiammarono il collo. Si sedette al fianco di Alfred e fissando dritto davanti a sé chiese freddamente: " E chi sarebbero questi ospiti? ". 

Alfred non ebbe bisogno di rispondergli perché li raggiunsero Russia e Cina. Inghilterra sbiancò e si sentì la bile salire dallo stomaco. America si alzò dal  suo posto e disse spalancando la braccia: " Buona sera, sono felice che siete venuti! " un ampio sorriso gli solcava il volto, gli occhi erano freddi dietro le lenti. Russia e Cina li guardarono sospettosi e presero posto a tavola. Il Russo si piazzò di fronte ad America, mentre il cinese si sistemò al suo fianco, davanti a sé era seduto l'inglese. Il locale era praticamente pieno, il rumore delle conversazioni e delle vettovaglie copriva il silenzio che era calato al loro tavolo. 

Cina sospirò e disse improvvisamente: " Perché ci hai invitato qui? " si era rivolto a Inghilterra. Arthur lo fissò come stordito, aprì la bocca come per parlare, ma prima che potesse esprimersi intervenne America che disse: " Il nostro vecchio Arthur ci ha invitati tutti qui per fare pace'' strinse una mano sulla sua spalla e gli sorrise ammiccante. Arthur si sentì la gola secca, spalancò gli occhi e realizzò. Le sue guancie andarono a fuoco, la rabbia lo assalì, strinse con forza il bicchiere e disse: " Scusateci un attimo, devo scambiare due parole in privato con America" la sua voce era fredda. Alfred sudò freddo e disse: " Andiamo, sarebbe scortese allontanarci così...perché invece non iniziamo ad ordinare da mangiare? Si mangia proprio bene in questo posto" .

Le mani di Inghilterra furono attraversate da leggero tremito, le strinse con forza ficcandosi le unghie nei palmi; il suo grande senso di dignità lo tratteneva a stento dal fare una scenata in publico. Pestò con forza il piede dell'americano da sotto il tavolo e disse: " Scusate vado un attimo in bagno" si alzò velocemente e si allontanò dal tavolo. Rilasciò il respiro, che non sapeva neanche di trattenere, soltanto quando si ritrovò da solo. 

Le sue mani ripresero a tremare leggermente, si sentiva come frastornato, non sapeva se a prevalere fosse la rabbia o la delusione. Un sogghigno amaro gli attraversò per un attimo il volto, chi voleva ingannare? Si chiese per l'ennesima volta perché ogni volta che era coinvolto l' americano terminava sempre in quel modo. Cosa aveva sperato esattamente? Che lui e America avrebbero avuto un confronto?
Si accasciò lentamente a terra e si prese la testa fra le mani. I suoi rapporti con Alfred erano complicati... Lo aveva trovato che era un piccolo batuffolo nei campi  di granturco del nuovo mondo, lo aveva cresciuto, tenuto sotto la sua ala, protetto dal mondo esterno. Corrucciò le sopracciglia e pensò con rammarico che il giovane che aveva  con così tanta fatica tirato su adesso era diventato l'esatto opposto di quello che avrebbe voluto. Ma alla fine l'uccellino aveva infranto la campana di vetro e  aprendo le ali  era volato via reclamandosi la sua libertà. E il grande impero era rimasto solo, non per molto si intende, aveva avuto molte altre colonie, ma c'era sempre stato qualcosa di particolare con America. Qualcosa che non aveva più osato replicare con altri. Inghilterra aveva sperato che il piccolo non fosse mai cresciuto, rimanendo puro e innocente per sempre, che non conoscesse la guerra e quello che comportava. Ma alla fin fine era il destino di una Nazione e lui non ci poteva fare molto, così va il mondo. 

Dentro di sé sentì qualcosa di sordo, una voce gli solleticò le orecchie e gli disse che era nel torto. Lui aveva sempre amato la solitudine, era facile essere soli, vi trovava conforto e forza. Eppure....eppure sapeva che c'era sempre stato qualcuno al suo fianco, nel bene e nel male. Gli era stato accanto in molti momenti anche quelli più critici, aveva visto il suo lato peggiore e quello migliore, si erano odiati e combattuti e allo stesso tempo amati e vissuti. 

I suoi occhi azzurri gli tornarono in mente. 

Si ricordava di aver guardato il cielo dei suoi occhi per la prima volta nel alto medioevo. Sorrise appena, si ricordava che lo aveva subito odiato. Veniva sempre a importunarlo, con quei suoi capelli lunghi e le sue tuniche colorate, ma alla fine erano finiti per giocare insieme. Si ricordava che delle volte quando accendevano un falò sotto gli alberi di notte e la luce del fuoco danzava leggiadra su quel volto diafano colorandolo di tinte calde, accarezzandone le dolci gote e risaltandone il suo spendore, si ritrovava come incantato. Non riusciva a distogliere lo sguardo, come se allontando anche per un solo attimo l' attenzione quella magia si sarebbe infranta per sempre. Aveva imparato a conoscere quegli  occhi in tutti gli anni che avevano passato insieme, vi aveva visto riflesse l'orgoglio, la lussuria, il dolore, la rabbia, la gioia e mille altre emozioni.

Deglutì a vuoto e si disse' Perché sto pensando a tutte queste cose?'  tirò fuori il telefono e sbloccò lo schermo. Il suo cuore accelerò, già sapeva cosa doveva fare. Prese un respiro profondo e compose il numero, si portò il cellulare all'orecchio e aspettò.

 "Allô? [Pronto?]"

Inghilterra rispose: " Hey..."

Il silenzio calò dall'altra parte della linea. 

Francia disse incerto: "...Inghilterra, sei tu? "
Arthur fissò le piastrelle del pavimento e disse: " Umm sì, sono io...sei occupato? " la sua voce era piccola. 

Francis disse scioccato: " O mon dieu, stai bene?? Che ti è successo!? Sei malato?? " 
Una scossa di vitalità fece scintillare gli occhi di Inghilterra che si affrettò a dire con il suo solito tono: " Non sono malato, che diamine, dicevo...sei libero? Perché e-cco vorrei proporti una cosa... "

Questo catturò l'attenzione del francese.
.

Al tavolo America aveva già ordinato le sue portate e stava conversando del più e del meno con il russo e il cinese. Non smetteva di sorridere in modo cordiale, Russia sorrideva leggermente in modo enigmatico, i suoi occhi distanti e offuscati da sentimenti ignoti; mentre Cina era rismasto in silenzio tutto il tempo fissandolo con malcelata stizza.

Russia che aveva appena ordinato disse: " Inghilterra ci sta mettendo molto.. " . America fissò la sedia vuota vicino a lui e disse: " Già, magari è caduto nel buco del water" e si mise a ridere in modo sguaiato. Proprio in quel momento arrivò Arthur, non degnò di uno sguardo i commensali, si sedette al suo posto e iniziò a studiare il menù. America gli diede una gomitata e gli sussurò all'orecchio: " Ehi, non te la prendere, ok? Devi solo reggermi il gioco e poi ti spiego tutto... " Inghilterra gli rivolse solo un'occhiata fredda e poi continuò imperterrimo a fissare i prezzi delle pietanze. 

Dopo aver ordinato a sua volta guardò attentamente gli ospiti e disse in modo neutro: " Come vanno le tue ferite, Yao? ". Cina si irrigidì e il suo volto si fece leggermente cupo, replicò asciutto:'' Io sto bene, come vanno invece  le tue?''. Arthur fece un sorriso di circostanza e disse:" Che piacere sentirterlo dire, pensavo che i vecchi ci mettessero di più a guarire" sospirò e continuò " Be' se me lo chiedi io sto benissimo, mai stato meglio" . Le guancie di Yao presero fuoco, strinse con forza la forchetta e si morse le labbra. Bevve un sorso di vino e disse acido: " Io non ti capisco, Oppio, prima organizzi tutta questa commedia, e ora ti prendi gioco di me? Non volevi "fare la pace" come dice America? " il suo sguardo accusatorio lo fissava come per dire ' ti stai prendendo gioco di me, vuoi che perda le staffe e che mi renda ridicolo facendo una scenata...' .

Arthur sorseggiò lentamente il vino e disse in tono rilassato: " Oh no, io non stavo cercando di offenderti, ero genuinamente in pensiero per la tua salute''  l'ironia chiaramente presente nelle sue parole. Il tavolo piombò in un improvviso silenzio, l' atmosfera si fece soffocante. 

America guardava preoccupato ora Inghilterra ora Cina. Dentro di sé iniziava a sospettare che il suo piano fosse andato a puttane ancora prima che fosse iniziato. Intuì  che probabilmente era anche un po' colpa sua; il suo grande piano non aveva potuto prevedere il fatto che forse Inghilterra non gli avrebbe retto il gioco, ma che anzi glielo potesse intralciare. Cercò di scambiare occhiate complici con Arthur, ma l' altro era un muro di ghiacciò! Pensò improvvisamente 'Ah ecco è offeso con me perché non gli ho detto nulla! " . Stava per salvare il salvabile, quando al loro tavolo non arrivò nient'altri che Francia.

 America sgranò gli occhi, Francis sorrise a tutti e disse in modo affabile: " Bonsoir, che coincidenza! Mi trovavo un attimo a New York e ho pensato di cenare in un bel ristorantino di lusso, mai avrei pensato di trovere anche voi qua!" come se niente fosse prese posto vicino a loro spostando una sedia, proseguì: " vi ho visto tutti così vicini, quindi ho pensato di unirmi, tranquilli ho parlato con la cameriera, apparecchierà anche per me". 

Cina e Russia guardarono con sorpresa Francia, Yao sentiva che qualcosa non quadrava. Francis disse: " Allora, mes amis, di che stavate parlando, sembravate così felici? ". A intervenire fu America che rispose frettolosamente:" Stavamo parlando del più e del meno, sai questa cena è stata un' idea del vecchio Inghilterra, pensava di distendere le acque". Arthur lo guardò in modo venefico ma non replico, scambiò un'occhiata d'intesa con il francese. Francia sorrise e disse: "Magnifique! Ma che bella idea Arthur~" lo guardò come per stuzzizarlo. Inghilterra, per mantenere le apparenze, si mise la sua solita maschera infastidita e disse con tono stizzito: " Ma piantala, bastardo, tu non dovresti essere qui! Rovini solo la cena e le pietanze perdono il loro sapore" . Francia fece un sorriso fintamente infastidito, gli occhi taglienti si incrociarono con quelli dell' inglese e gli rispose per le rime: " Ma guarda che è il contrario, la mia presenza rende questa cena più piacevole, e ti ricordo che con me anche un misero pasto si trasforma nella più saporita delle pietanze" si portò i capelli dietro l'orecchio con un gesto elegante della mano. Mentre Inghilterra e Francia riproponevano una delle loro solite tirate, Arthur si sentì profondamente rincuorato. In quel momento stava dicendo i peggiori insulti, ma un senso di abitudine lo confortava; anche se Francia era " insopportabile", la sua presenza in quel momento rendeva sopportabile il tutto. I loro occhi si guardarono con apparente odio, ma entrambi sapevano che era solo una farsa, la loro commedia preferita. 

Cina guardò annoiato i due eterni nemici litigare, distolse lo sguardo e lo posò su America, era stato per tutta la sera particolarmente strano, non riusciva a capire che cosa voleva. Il suo sguardò accarezzò appena Russia che era intento a guardare quell'animato battibecco con un sorriso stampato sulle labbra. Gli mise una mano sul ginocchio da sotto il tavolo, Ivan si girò nella sua direzione e lo guardò incuriosito. Cina stava per parlargli quando America disse: " Allora volevo sapere una cosetta... " e dopo una pausa ad effetto: "state insieme? ".Tutti lo fissarono. Gli occhi di Alfred erano fissati su Ivan, Yao strinse la mano sulla sua gamba e disse: " Sì, ma non sono affari tuoi! " fu come tolgliersi un peso dal cuore, guardò con soddisfazione le loro faccie sorprese.
Forse fu solo una sua impressione ma vide come qualcosa di simile al dolore nelle iridi cerulee dell'  americano, o era amerezza? Non ne fu molto sicuro visto che quella misteriosa emozione scomparve così come era comparsa, in un battito di ciglia. 

America sorrise e poi si riempì la bocca di bistecca. Masticare lo distraeva, c'era una voce nella sua testa che  lo tormentava. Continuò a masticare e a masticare, si disse che non era una grande sorpresa, che infondo lo aveva sempre saputo a chi apparteneva il cuore del russo. 

Era soddisfatto, si sentiva un senso di vuoto nel petto, ma la missione era conclusa, aveva scoperto la verità. Stavano insieme.

Alzò con sforzo gli occhi del piatto, Russia non lo guardava, stava sorridendo a Yao che gli asciugava con un fazzolettino un angolo delle labbra in un gesto di tenera intimità. 

La cena continuò senza intoppi, America non fece altre domande, fece qualche battutina e la cosa finì lì. Anche Arthur e Francis avevano finito di stuzzicarsi e mangiavano tranquillamente. Cina e Russia scambiarono qualche parola con gli altri commensali, ma per il resto non successe nulla di clamoroso.

Finita la cena si scambiarono una stretta di mano e decisero di mettere una pietra sopra a quella faida. Cina avrebbe pagato per le ristruttarazioni della villa americana e America avrebbe risarcito i danni fatti al prezioso giardino. 

Cina e Russia si allontanarono per le strade newyorkesi mano nella mano.

Alfred si sentì il cuore sprofondare, osservò Francia e Inghilterra che stavano fumando tranquilli. America si scusò con Francia e trascinò Arthur in un angolo, doveva spiegarsi.

Una volta faccia a faccia Inghilterra gli disse sprezzante: " Allora cos'era tutta quella commedia!? " . L'americano gli strinse una mano sul braccio e disse amaramente: " Volevo solo vedere se stavano insieme e per chiederglielo avevo bisogno di una scusa, quindi ho inscenato questa cosa, scusa se non te ne ho parlato....ma non avresti mai accettato " e pensò ' e poi la tua faccia sbigottita è stata la cosa più divertente della serata'. Inghilterra lo guardò stupefatto e sbraitò: " Quindi era solo per quello!? Mi hai preso per il culo solo per il tuo fottuto interesse per il gossip!? " . America gli sorrise a mo' di scuse e disse: " Be' tu hai chiamato Francia, o sbaglio? Guarda che me ne sono accorto... ". Inghilterra divenne tutto rosso e disse:" Non dire stronzate, cretino! Come se potessi chiamare quella rana..." . 

Dietro di loro Francia li osservava divertito, guardò quei grandi grattacieli che si stagliavano in un notte fredda e senza Luna e pensò ' Non avrei mai pensato che Inghilterra avrebbe mai potuto inghiottire il suo orgoglio e chiamarmi nel momento del bisogno' sorrise soddisfatto, il ricordo della voce vulnerabile e bisognosa del suo inglese, gli scaldò il petto. 

Forse aveva delle speranze.

Note:

* 中國園林(Zhōngguó yuánlín):  è il giardino traduzionale cinese. Ha un carattere paesaggistico che si è evoluto nel corso di 3000 anni. Esso infatti ricrea un paesaggio in miniatura idealizzato e si propone di esprimere l'armonia che dovrebbe esistere fra l'uomo e la natura. È una delle parti più importanti della casa. 
Per approfondire su questo argomento: https://it.m.wikipedia.org/wiki/Giardino_cinese

Note dell' Autrice:

Salve a tutti! Sono finalmente riuscita a finire questo capitolo!! È un po' più lungo del solito spero che non sia stato troppo noiso.
In questo capitolo mi sono concentrata a far vedere il punto di vista di Inghilterra sulla sua relazione con Francia (anche gli tsundere hanno un cuore) ma la Fruk ha ancora un po' di strada da fare...

Ho anche scritto il capitolo 12.5, vorrei pubblicarlo come one shot di rating rosso, ma sono indecisa. Non ho mai scritto smut e non credo sia venuto decentemente
(╥﹏╥) . Fatemi sapere se siete interessati^^

Come sempre ringrazio tutti i lettori che continuano a leggere questo mappazzone 
(づ ̄ ³ ̄)づ) 

Fatemi sapere nelle recensioni cosa ne pensate della storia, i commenti mi rendono molto felice e mi stimolano a scrivere con passione!!^^

Alla prossimaヾ(❀╹◡╹)ノ~

 




 
   
 
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