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Autore: Mew_vale    18/04/2021    1 recensioni
Prima di leggere questa storia, vi consiglio di dare un’ occhiata ad “Alternative Story”, dato che questa FanFiction si collega a quella storia.
Abbiamo lasciato Beatrice in procinto di partorire, un Armando ansioso ma anche spaventato dalla prospettiva di diventare padre (come chiunque diventi genitore per la prima volta) Marcella che, dopo aver lasciato l’ Ecomoda, ha presenziato a qualche consiglio di amministrazione dopo di che è sparita. Di Mario nessuno ha più avuto notizie… Mentre Patrizia e Daniele sono convolati a nozze.
Nel frattempo, sono passati 27 anni: alla fine di “Alternative Story” vi ho regalato una chicca in cui Camilla Mendoza, primogenita di Armando e Betty, attraversava la navata in abito bianco; Ad attenderla all’ altare David Valencia, primogenito di Daniele e Patrizia. Ma si saranno sposati? Anzi, si sposeranno? Perché ebbene sì, la nostra storia inizia da prima delle nozze. All’ Ecomoda, entrano nuovi personaggi tra cui la prole dei Mendoza, dei Valencia e della famiglia Mora. Può accadere di tutto!
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Store di Ecomoda'
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CAPITOLO 85
 
 
 
[Kristoff]
È un suono fastidioso a svegliarmi leggermente dal mio sonno tormentato.
<< Amore, la sveglia… spegnila. >> Biascico, convinto di essere ancora preda del mio sogno. O convinto che sia Sabato 11 Marzo 2028 quando tutto andava bene. Solo quando tocco l’altra metà del letto e lo trovo vuoto realizzo di essere in un’anonima e desolata stanza d’albergo, dato che ieri sera ho lasciato mia moglie. Mi passo le mani sul viso prima di afferrare la cornetta del telefono per dire “grazie” a chiunque ci sia al di là di essa che annuncia la sveglia negli hotel. Con il senno di poi, in questi anni, di indizi sotto il naso me ne sono passati tanti ma ho preferito ignorarli. Mia moglie ha sempre risposto sprezzante alle battute di Daniele invece negli ultimi tempi era stranamente silenziosa. Nonostante lo avessi sentito proporle di lasciarmi per crescere Class, sostenuto da mia suocera, non ho mai pensato che avesse rinunciato al litigio con lui perché avevano una tresca alle mie spalle. Ho preferito raccontarmi che fosse stremata almeno quanto me da quella situazione, consolato dal fatto che avesse rifiutato la proposta indecente di Daniele, dato che stava ancora insieme a me. Dio solo sa quello che ho passato nel periodo successivo a quando ho origliato quello che quel bastardo le aveva proposto! Di notte restavo sveglia a guardarla, accarezzandole la pelle morbida del volto, spaventato dal fatto che potesse accettare e lasciarmi, portandomi via il mio bambino. Giorno dopo giorno, osservando che mi restava accanto, ho capito che nel seguito di quella conversazione (che non ho origliato) doveva aver rifiutato la proposta di quel degenerato. Ma non sospettavo che fosse divenuta la sua amante! Fisso il vuoto sopra di me, un soffitto monocromatico, constatando come tutto ora abbia più senso. La proposta di Camilla di partire è stata decisa dalla sua volontà di porre un distacco fisico tra lei e Daniele, è stato quindi l’unico modo che ha trovato per resistergli? Gli occhi mi si riempiono di lacrime constatando che quindi che, ad ogni pranzo di famiglia, mia moglie guardasse Daniele con lussuria se davvero non riusciva a resistergli tanto da decidere di mettere un oceano a dividerli. Decido di alzarmi e di andare a correre, prima di impazzire, preda dei miei pensieri.
 
 
 
[Lena]
Il cuscino è fradicio di lacrime. Il 12 Marzo sarà per me la data di un bel ricordo, dato che mi sono messa ufficialmente con Jimmy, ma anche quella del più orribile degli avvenimenti. I miei genitori si sono lasciati.
<< Chi è? >> Biascico quando qualcuno bussa alla porta. Mi asciugo gli occhi e mi metto seduta sul letto. Spero non sia quella bugiarda che ho per madre! Con che faccia tosta bussa alla porta della mia stanza?
<< Tuo fratello. Posso? >> Mi domanda permesso. Gli dico sì quindi entra e richiude la porta alle sue spalle.
<< Cosa fai in piedi alle sei e mezza? >> Gli domando. Neanche dovesse lavorare!
<< Bravo chi ha dormito! Non appena mamma si è chiusa in camera sono sgusciato in salotto e ho giocato alla Play per tutta la notte. >> Mi narra.
<< Io ho dormito, anche se poco. Ho riaperto gli occhi mezz’ora fa. Ho sognato che i nostri genitori si risposavano con altri e che dovevamo accogliere una valanga di fratellastri! >> Gli spiego. Mi accarezza la testa dopo di che mi attira a sé e nascondo la testa sotto il suo braccio.
<< Stai dando tutto per spacciato. Non è detto che divorzieranno. >> Cerca di rincuorarmi dipingendo un futuro utopico rispetto alla realtà presente.
<< Mamma lo ha tradito! E non con pinco pallo, ma con Daniele Valencia, colui nei confronti del quale papà si è sempre sentito inferiore. Credi davvero che la perdonerà? Giocare alla play per tutta la notte ti ha fuso quei tre neuroni?! >> Affermo sprezzante, prendendomela con lui anche se non c’era nulla.
<< Cerco solo di mantenere la calma. Magari ci riproveranno? >> Ipotizza.
<< Quindi, se così fosse, dovrei perdonarla per non minare la pace famigliare? Io non la perdonerò mai! >> Affermo perentoria.
<< Allora… tu e Jimmy! >> Esclama all’improvviso mio fratello, dopo istanti di silenzio. Sorrido. L’unica cosa bella della giornata di ieri.
<< E’ una cosa seria stavolta? >> Mi domanda.
<< Sì. Io sono totalmente persa di lui, e ne sono sicura! Non mi sembra ancora vero, sai? Ho paura che sia stato tutto un sogno. Sto aspettando il suo messaggio del buongiorno per avere la conferma che non sia così. >> Gli confesso. Jimmy di solito si alza intorno a quest’ora.
<< Vedrai che arriverà. Sono contento per te sorellina, averlo accanto ti sarà d’aiuto in questo periodo. Facciamo colazione? >> Propone. Annuisco e ci rechiamo in salone: è deserto ma con gli occhi della mente vedo mamma e papà, seduti agli stessi posti tutte le mattine, passarsi il latte e le pagine del giornale. Quando mio fratello ed io entriamo ci salutano con un cordiale “buongiorno” quindi la mamma si alza per prepararci il caffè. Mi asciugo una lacrima che mi attraversa una gota.
 
 
 
[Armando]
E’ difficile accettare il fatto che la propria sorella sia un’ipocrita. Quando è arrivata a Bogotà la prima volta qualche settimana fa mi ha detto di essere preoccupata perché temeva che suo marito le mettesse le corna e ora vengo a sapere questo!
<< Forse dovevamo venire più tardi per essere sicuri che i ragazzi siano usciti. >> Obbietta mia moglie, mentre ci togliamo le cinture di sicurezza.
<< I nostri nipoti sono grandi e navigati, non si scandalizzeranno. E poi, Lena di sicuro, staranno per uscire vista l’ora. >> Ribatto, mentre suoniamo il campanello. La chiusura del cancello scatta quindi accediamo al cortile e ci dirigiamo verso la porta d’ingresso. E’ mia sorella ad aprirci: in pigiama, con i capelli semi raccolti e il viso ancora da struccare. Regge una tazza di caffè. Ci fa accomodare e chiude la porta alle sue spalle quindi ci accomodiamo nel tinello. Il tutto avviene in religioso silenzio.
<< Non hai nulla da dire? >> Esordisco, interrompendo il silenzio creatosi.
<< Posso solo dirti che mi dispiace, Armando. So di averti dato dei pensieri… >> Risponde.
<< DEI PENSIERI? UN MOTIVO DI STRESS ENORME, CAMILLA! TU SE VUOI PUOI TORNARE A VIENNA, MA IO VIVO QUI E D’ORA IN POI LA GENTE MI FERMERA’ AI COCKTAIL CHIEDENDOMI COSA SIA SUCCESSO FRA TE E TUO MARITO! OLTRETUTTO DANIELE E SUA MOGLIE SONO I MIEI CONSUOCERI, HAI IDEA DI QUANTO MI SIA VERGOGNATO IERI?! >> Sbotto. Mia moglie mi invita a tornare seduto e a mantenere la calma. 
<< È l’unica cosa ti importa? Della tua immagine? IL MIO MATRIMONIO E’ FINITO, SONO A PEZZI ARMANDO! Sì: MI DISPIACE DI AVER CEDUTO ALLE AVANCES DI DANIELE ANNI FA, E LA STO SCONTANDO! NON TI PASSA MINIMAMENTE PER IL CERVELLO CHE CI STO MALE? CHE SONO A PEZZI?! >> Mi rimbrotta mia sorella.
<< Credi che io non ci pensi? Continuo a pensare a quel periodo e finalmente riesco a cogliere delle cose che all’epoca mi erano sfuggite: il tuo cattivo umore, gli sguardi fra te e Daniele… Credi che io non mi senta in colpa? >> Le faccio notare.
<< In colpa per cosa? >> Mi domanda basita.
<< In colpa perché se avessi colto il tuo malessere avrei potuto aiutarti e non ti saresti fiondata tra le braccia di Daniele. Così oggi non saresti in questo stato. SEI MIA SORELLA, PORCA MISERIA! CREDI CHE NON MI DISPIACCIA VEDERTI IN QUESTO STATO? >> Sbotto nuovamente. Camilla comincia a piangere.
<< Mi dispiace tanto! >> Piagnucola, prima di fiondarsi tra le mie braccia. L’abbraccio mentre mia moglie le accarezza la schiena. No: non si meriterebbe la nostra comprensione ma è mia sorella, come posso rimanere indifferente mentre soffre?
<< Ma ci spieghi come ha fatto Kristoff ha scoprirlo? >> Le domanda Betty. Camilla si separa da me e si asciuga gli occhi con le maniche del pigiama.
<< Ha sentito me e Daniele parlare. >> Confessa. Traggo un sospiro profondo.
<< E perché diamine vi mettete a chiacchierare di certi argomenti con tuo marito a pochi passi? >> Ironizzo.
<< Daniele mi ha beccata ad origliare mio figlio e il suo nuovo ragazzo che amoreggiavano… >> Inizia a narrare. Mia moglie ed io ci guardiamo aggrottando le sopracciglia.
<< …. Così ne è nata una discussione. Lui ha offeso Kris, io ho offeso quell’ottenebrata di sua moglie… Armando, non mi guardare così! Non è gelosia la mia, sua moglie è davvero un’ottenebrata, e lo sai. Come si permette di offendere mio marito, quindi?! >> Divaga, dinanzi alla mia occhiata di biasimo.
<< Va avanti. >> La invito.
<< E poi lui mi ha minacciata di dire tutto a Kristoff. Poco dopo ho visto che si appartava con Isabella e Francesco (il ragazzo di Class) e li ho seguiti per sentire se gli avrebbe detto che ero stata io a spiarli. Daniele mi ha beccata di nuovo ad origliare e gli ho chiesto se davvero avrebbe detto tutto a mio marito e lui mi ha garantito di no. Non potevo sapere che Kristoff mi avesse seguita e che ci stesse spiando. >> Racconta.
<< Dev’essere successo quando si è alzata per andare al bagno e lui si è alzato dopo di lei. >> Mi fa notare mia moglie. Mia sorella è la discrezione fatta a persona, non c’è che dire!
<< Perché gli hai seguiti e spiati se non sai neanche raccontare una balla a tuo marito?! >> Le domando. Poteva dare meno dell’occhio quando si è alzata per seguirli! Sprofondo sulla poltrona scrollando il capo e portandomi una mano alla fronte.
<< Immagino se ne sia andato. Ma i ragazzi non ci sono? >> Le domanda Betty.
<< Sì, è andato in albergo ieri sera. Class e Lena erano già usciti quando mi sono alzata, mi hanno scritto che avevano appuntamento con amici per fare colazione al bar. Immagino non volessero incrociarmi. >> Spiega, quando sentiamo delle chiavi nella toppa della porta. Ci voltiamo tutti verso l’ingresso e il viso di mia sorella si illumina quando vede entrare suo marito.
<< Buongiorno. >> Lo salutiamo coralmente tutti e tre.
<< Buongiorno. Ieri sera nella furia di lasciarti ho scordato il caricabatterie. >> Spiega, non perdendo l’occasione per infliggere un colpo gobbo verso mia sorella. Mia moglie ed io ci guardiamo imbarazzati, ci sentiamo di troppo ora.
<< Immagino siate qui per consolarla! >> Esordisce mio cognato.
<< E’ mia sorella Kris, è normale che sia venuto prima da lei. E comunque no. Credi non sia incazzato per quello che è successo? E anche con te, se devo dirla tutta. Non potevi evitare una scazzottata pubblica? La tua esibizione è già online! >> Lo redarguisco.
<< Lo so, ho visto questa mattina il video online. >> Ci informa. Camilla sembra sorpresa.
<< C’era da aspettarselo. Durante la scena tutti stavano riprendendo la torta. Il video è su Youtube. >> Le spiega mia moglie.
<< Tanto ci siamo abituati! >> Ironizzo. Il prossimo video che finirà su internet sulla nostra famiglia cosa riprenderà?
<< Comunque prendo quello che devo prendere e me ne vado. Armando, Betty, mi dispiace. Ma non ho saputo controllare la rabbia. Tu, senza complicazioni di salute di mezzo, non faresti la medesima cosa? >> Mi domanda. Probabilmente sì, dato che ho dato un pugno in faccia a Daniele, per ragioni minori ovvero per aver chiamato mia moglie “racchia”. (Capitolo numero 13 di “Alternative Story”, NdA)
<< Ti va di parlare? >> Gli domanda mia sorella.
<< No. Prendo quello che devo prendere e me ne vado. >> Taglia corto mio cognato. Non passano tanti minuti prima di vederlo tornare dalla zona notte con il caricabatterie e una pochette da bagno, quindi raggiunge l’uscita salutando me e mia moglie con un “ci vediamo” prima di uscire.
<< Non mi ha nemmeno guardato in faccia. >> Piagnucola mia sorella. Cosa pretendeva dopo una sola notte?
<< Camilla, noi andremo. Ti lasciamo riposare. >> Ci congeda mia moglie, facendomi cenno che è meglio andare. Anche se ce l’ho con lei prima di andarmene poso un bacio sulla testa di mia sorella che, seduta al tavolo del soggiorno, piange silenziosamente con il gomito che fa perno sul tavolo e la mano chiusa a pugno appoggiata alla bocca.
<< Amore, devo chiederti un favore. Devi stare vicino a mia sorella, che so, invitarla alla spa così potreste parlare. >> Le suggerisco. Mi guarda con biasimo.
<< Che c’è? Dopo tutto tu sei stata la prima a cui ha detto del bacio che ha strappato a Daniele. Io voglio sapere se è ancora attratta da lui, devo capire! >> Le spiego.
<< E credi che lo ammetterebbe dopo quello che è successo ieri? Suo marito l’ha lasciata, i suoi figli non le parlano… Rischierebbe di peggiorare le cose. >> Mi fa notare.
<< Dobbiamo scoprirlo per poter evitare una catastrofe. Mia sorella è diventata una mina vagante. Ti ricordo che fra 7 mesi nostra figlia si sposa e che lo sposo è il figlio di Daniele. Non vorrei che le nozze della mostrilla finissero come quelle di ieri perché sarebbe la volta buona che finisco al creatore! >> Esclamo.
<< Va bene, io passerò del tempo con tua sorella per cercare di capire cosa le frulla per la testa. Ma tu dovresti coinvolgere Kristoff, ricordiamoci che la parte lesa di questa storia è lui. >> Osserva Betty.
<< E sia. Appena arriviamo a casa lo chiamo per invitarlo fuori, e tu sentirai Camilla. >> Sentenzio. Ho un po’ paura di scoprire i pensieri di mia sorella: e se viene fuori che è ancora attratta da Daniele?
 
 
[Francesco]
Ho una missione ora: cercare di rallegrare le sue giornate.
<< Sono contento di averti nella mia vita proprio in questo momento. >> Afferma, come se mi leggesse nel pensiero. Lo bacio, senza dovermi preoccupare di essere sorpresi dai suoi genitori o da chi che sia.
<< Sorellina, stai facendo le prove per uno spettacolo di tip tap? O hai cambiato lavoro e sei stata impiegata per i lavori pubblici? Sai scavando un solco sul marciapiede! >> La canzona Class, quando si separa da me. Lena sembra nervosa e non fa che muoversi sul posto.
<< Sono agitata, cosa ci posso fare? >> Gli domanda.
<< Dubito che l’agitazione sia dovuta a quello che succede tra i nostri genitori, o almeno solo in parte. >> Mi sussurra.
<< Lo avevo capito. Jimmy è un po’ in ritardo ma vedrai che non è successo nulla. >> Cerco di rincuorarla.
<< Neanche un messaggino stamattina! >> Protesta. Class sospira e trattengo un sorriso.
<< Oddio, sorella, mi ero dimenticato quanto puoi essere insopportabile i primi tempi di una nuova relazione! Ma, se vuoi un consiglio, cerca di evitare certe sceneggiate solo perché non ti ha mandato il messaggino del buongiorno, sempre che tu ci tenga a tenertelo stretto. >> Le consiglia.
<< Perché credi che mi stia sfogando con voi? >> Ci domanda. Class ed io ci scambiamo uno sguardo eloquente.
<< Quindi ci userà come pungi ball, ho capito bene? >> Gli domando sussurrando. Lui annuisce. Il viso di Lena cambia espressione quando vede arrivare Jimmy. Solleva la mano e ci saluta prima di venirci incontro.
<< Buongiorno. >> Lo salutiamo coralmente il mio ragazzo ed io.
<< Buongiorno. >> Si salutano loro due, guardandosi con gli occhi a cuoricino e ignorandoci del tutto. Il mio fidanzato ed io ci scambiamo uno sguardo eloquente.
<< Ho fame! E la fame non soddisfatta mi rende cattivo. Perché non vi baciate e basta ed entriamo? Va bene che sono più piccolo di te ma solo di tre anni, per tanto non mi scandalizzo se baci mia sorella davanti a me! >> Gli interrompe il mio fidanzato. Non trattengo una risata.
 
 
[Daniele]
È da qualche giorno che Camilla è strana. E solo adesso, dopo il suo annuncio, ne comprendo il motivo. Sua madre è sotto choc e viene consolata dalle mie sorelle. Roberto è chiuso nelle sue riflessioni mentre Armando si versa un altro calice di vino. Sollevo il mio chiedendogli tacitamente di versarmene un po’: mi ci vuole per mandar giù le parole di Camilla.
<< Camilla, ne sei sicura? >> Le chiede suo padre riemergendo dai suoi pensieri.
<< Sì, papà. Ho fatto il test due volte. >> Spiega. Mi alzo di scatto per sorseggiare il mio vino sullo stipite della porta finestra, osservando la piscina e la pioggia battente e reprimendo le lacrime di rabbia che premono per fuoriuscire dai miei occhi.
<< Mi domando come tu possa essere stata così stupida. Farsi mettere incinta a 21 anni, non sposata e da un cameriere, per di più! Non ti abbiamo educata così! Cos’abbiamo sbagliato con te? >> Sbotta sua madre. Ogni parola sull’argomento è una coltellata al cuore per me. La mia Camilla è incinta di quel pezzente!
<< MAMMA! Kris non sarà snob come voi ma si guadagna da vivere onestamente! È un bravo ragazzo! >> Obiettò la mia ex. Cazzo, mi ha lasciato solo 4 mesi fa!
<< Calmiamoci, per favore! >> Esclama Roberto, cercando di riportare la calma.
<< Margherita, la prima cosa da fare è conoscere questo ragazzo. >> Propone Roberto. Sento un moto di rabbia dentro di me ma che altro può fare? Lei è sua figlia!
<< Cosa? Dovrei invitarlo in questa casa? >> Domanda ancora scioccata Margherita.
<< Una stalla sarebbe più appropriata, ma non alla tua altezza, Margherita! >> Intervengo velenoso.
<< Non mi pare che qualcuno abbia chiesto la tua opinione. >> Digrigna tra i denti Camilla dedicandomi un’occhiataccia.
<< Abortirai o lo terrai? >> Le chiede Armando intervenendo per la prima volta sulla questione.
<< ARMANDO! >> Lo redarguisce Margherita.
<< Che c’è? Secondo me è la prima domanda da porre. >> Risponde lui. In effetti! Tutti gli sguardi, compreso il mio, si puntano su Camilla. Trattengo il respiro aspettando la sua risposta.
<< No, non voglio abortire! >> Esclama lei mandando il mio cuore in pezzi. Margherita si porta una mano alla fronte.
<< Che vergogna. Mia figlia di 21 anni incinta fuori dal matrimonio, cosa dirà la gente? >> Si chiede Margherita.
<< “La gente” sarebbero i tuoi amici snob da vomito? Non hanno una vita propria a cui pensare? >> Ribatte Camilla. Margherita è pronta per rispondere ma Roberto s’intromette.
<< Cara, vorrei parlarti in privato. >> Interviene Roberto, portando via sua moglie dalla sala da pranzo. Faccio segno con gli occhi alle mie sorelle di andarsene con Armando per lasciarmi da solo con Camilla ma mia sorella Bea fatica a capire, ovviamente.
<< Dan, basta giocare al mimo terraplegico. Parla! >> Mi esorta. Mi trattengo dall’insultarla.
<< Semmai è tetraplegico. >> La corregge Armando.
<< Non ho gli occhi sulla nuca ma credo voglia che usciate dalla stanza per potermi parlare. Accontentatelo, vi prego, così finirà in fretta questa tortura. Perché le nausee e il seno dolorante non bastavano! >> Interviene Camilla. Serro la mascella mentre il trio abbandona la stanza.
<< Non te lo ha suggerito nessuno da farti ingravidare. E, ad ogni modo, potevi almeno avere la decenza di dirlo alla tua famiglia in mia assenza. >> Protesto, una volta rimasti da soli. Non riesco a fare a meno di pensare alla vita che sta crescendo dentro di lei chiedendomi “perché non è mio?”.
<< Non era di certo mia intenzione appendere i manifesti! Ma cosa ci posso fare se le donne incinte sono soggette a nausee? I miei genitori era da giorni che erano sospettosi… sai che non sono brava a nascondere le cose! >> Esclama a mo’ di giustificazione.
<< LO SO BENE, DATO CHE NON HAI PERSO TEMPO PER ESIBIRE QUEL COSO DINANZI AI NOSTRI AMICI NEL NOSTRO LOCALE PREFERITO! >> Protesto.
<< Daniele, modera i toni. Il mio fidanzato è munito di nome e cognome! >> Protesta.
<< Peccato gli manchi un pedigree di rispetto, o sarebbe perfetto allora! >> Ironizzo. Mi becco un ceffone.
<< Pensi di essere migliore di lui solo perché sei nato in una famiglia agiata? >> Mi chiede con le lacrime agli occhi. Sono ancora in grado di colpirla nel profondo vale a dire che le importa di me e del mio parere.
<< Non capisci che sono geloso? Non capisci che muoio al solo pensiero di te e lui che fate l’amore? Che muoio di dolore per il fatto che non sono io il padre di questo bambino? Io ti amo ancora! >> Le confesso.
<< Dan, ne abbiamo parlato molte volte. Io non ti amo, e lo sai. Perché vuoi farti del male così? >> Mi domanda.
<< Perché non posso semplicemente premere un interruttore. >> Le faccio presente.
<< Io nel profondo ti vorrò sempre bene perché siamo cresciuti insieme ma non è l’affetto che intendi tu. Per questo mi dispiace vederti soffrire. Devi dimenticarmi, Daniele. >> Mi fa notare.
<< Quindi mi vedi come un fratello? Non ci credo neanche un po’. Armando ti ispira sessualmente? No, ne dubito! Eppure mi ricordo come ti piaceva… >> Cerco di replicare per farle capire che non sono suo fratello.
<< MA SEI SCEMO? ARMANDO È MIO FRATELLO, PORCA MISERIA! Quello che cerco di dire è che l’affetto che nutro verso di te non è amore, Daniele! Fattene una ragione. >> Mi pugnala.
<< E verso quello provi amore? >> Le domando reprimendo l’istinto di piangere.
<< Sì. Kristoff mi regala emozioni concrete e con lui ogni giorno è diverso. Mi dispiace Daniele ma io non sono tagliata per la vita che sogni tu fatta di etichetta e ovvietà. Non voglio far parte del tuo mondo di falsità e di frasi fatte. Di feste sfarzose dove ti tocca fare buon viso a cattivo gioco con persone che ti stanno sulle palle. >> Mi spiega.
<< Questo è anche il tuo di mondo. Ti rammento che ci sei nata e cresciuta! >> Obbietto. Tante volte mi domando se sia davvero figlia di Margherita e Roberto!
<< E ne sono nauseata! >> Protesta. Mi sfugge un ghigno.
<< Sei un’illusa, Camilla. Credi di riuscire a scappare da tutto questo e da noi? Se lo terrai e se ti sposerai credi che tua madre accetterà di vederti mancare alle occasioni mondane? No. L’unica differenza è che invece di presentarti a quei party al braccio di Daniele Valencia dovrai presentarti con Kristoff come si chiama re degli estranei. >> Le faccio notare.
<< Questo cos’è, un mero tentativo di convincermi da abortire? Ti sei fatto lobotomizzare, Dan? Oppure tutta la brillantina che hai in testa ti ha compromesso l’udito? Dov’eri quando ho detto che amo Kris? Ti amo uguale tenere suo figlio! >> Esclama, mandando il mio cuore in pezzi.
 
 
Ansante, si separa da me sedendosi sul divano di pelle del mio studio che è fradicio. Diciamo che non è il luogo ideale per fare l’amore. La guardo mentre, timidamente, si riveste sollevando una spallina poi un’altra. Perché questa ragazza mi intriga così? È una ragazzina banale, se vogliamo. E anonima. Eppure mi fa tenerezza. Sarà proprio questa differenza con Patrizia ad attrarmi verso di lei.
<< Penserai di me che sia un uomo orribile e hai ragione. Ti capirai se volessi licenziarti e finirla qui, e dirlo a mia moglie. >> Intervengo, rompendo il silenzio. In effetti le starebbe bene.
<< Non ho intenzione di dirglielo, dottore. >> Risponde.
<< Dottore? È la quarta volta che noi… Non credi che potresti darmi del tu almeno in privato? >> La invito, facendole capire che non voglio porre fine a tutto questo.
<< Dottore… Cioè, Daniele , non lo dirò a tua moglie. >> Mi assicura, Bhe, dopo tutto anche lei è sposata. Sarebbe controproducente anche per lei. Mi interesserebbe sapere quali sono i suoi motivi che la spingono a tradire!
<< Ingrid, ti posso chiedere una cosa? >> Le chiedo, seduto leggermente di lato con la guancia appoggiata al pugno e il gomito che fa da perno contro lo schienale del divano. Annuisce intimidita da me.
<< Quali sono i tuoi motivi per tradire? >> Le domando.
<< Non mi va di parlare di mio marito, se per te va bene. >> Taglia corto.
<< Va bene. I miei li conoscerai, suppongo. Hai assistito a tutte le nostre liti coniugali. >> Risposi.
<< Credo che lei voglia vendicarsi per via di Nicola Mora. >> Adduce come ipotesi.
<< Sì, anche. Sono arrabbiato con mia moglie. Solo alla fine dello scorso anno ha dato alla luce il figlio di quello ed è di nuovo incinta, di me stavolta. Capirai come mai io non faccia i salti di gioia alla notizia. Ci sarebbe anche un’altra domanda che vorrei porti. Perché sei qui con me adesso? >> Le chiedo. Una ragazza del genere perché diventa l’amante del suo capo?
<< In che senso? >> Mi chiede.
<< Hai sentito tutte le parole che rivolgo a mia moglie durante le nostre liti e ti ho appena detto di volerti usare per vendicarmi di mia moglie.  Perché non mi mandi al diavolo e scappi? Perché stai qui a sentirmi? Perché accetti tutto questo? >> Le chiedo.
<< Per lo stesso motivo per cui tu non hai cercato una delle modelle della sua azienda per vendicarti di tua moglie, credo. Perché mi piaci. >> Ammette, voltando la testa dall’altra parte. Le sfioro i capelli costringendola a voltare il capo verso di me prima di baciarla. Era dai tempi in cui frequentavo Camilla che non provavo queste sensazioni di tenerezza verso una donna.
 
 
<< Signore, desidera un drink? >> Mi domanda una hostess, appoggiando la mano sulla mia spalla. Vengo destato dal mio stato di dormiveglia dalla sua voce e mi sento ancora più stanco e confuso rispetto a prima che chiudessi gli occhi. Patrizia sta dormendo con il sedile reclinato. Questi non sono sogni bensì ricordi e mi massaggio gli occhi stupito di averli sognati proprio oggi.
<< Sì, grazie. >> Accetto.
 
 
 
[Paola]
E’ un suono fastidioso a svegliarmi. Mi porto una mano alla testa quando vengo colta da un capogiro, dato che mi muovo troppo velocemente. Chiudo gli occhi per poi ricordarmi che ieri mi sono scolata un’intera distilleria. Oddio, ho anche vomitato contro un albero e davanti a lui! Che figuraccia. Questi sgradevoli ricordi lasciano il passo ad uno più piacevole e sorrido quando il nostro confronto mi torna alla mente. Ci siamo baciati! Un bacio da premio oscar. Ma abbiamo un appuntamento per stasera o me lo sono sognato? Torno alla realtà quando mi ricordo di quel suono che mi ha svegliata: lo squillo del mio smartphone. Guardo il mittente della chiamata e sorrido prima di rispondere, con il cuore e le dita che tremano.
<< Ciao, buongiorno. >> Esordisco, con una vocina da ebete.
<< Buongiorno. Come ti senti? >> Mi domanda la sua voce suadente.
<< Male. Mi gira la testa.  Mi dispiace per ieri sera… >> Cerco di spiegarmi, per chiedergli scusa di aver rimesso dinanzi a lui.
<< Veramente ti dispiace? >> Mi domanda dopo attimi di silenzio.
<< Sì… cioè, ma non per quello che pensi tu… Mi dispiace per averti quasi vomitato addosso! >> Preciso.
<< Ah, ok. Tranquilla. Hai vomitato addosso ad una delle querce di Daniele, non a me. Quindi non ti dispiace per tutto il resto? >> Mi domanda conferma.
<< No, neanche un po’. E a te? >> Gli chiedo. Insomma, lui è ancora fidanzato con Kelly!
<< No, neanche a me. >> Precisa. Sorrido nonostante mi senta in colpa per quello che sto facendo a Kelly, dopo avercela avuta tanto con Giulia per la sua condotta.
<< Aspetta ma Kelly può sentirci? >> Gli domando preoccupata.
<< No. Sono in macchina. >> Mi spiega.
<< Me lo sono immaginato o stasera abbiamo un appuntamento? >> Gli domando, stesa sul petto. Con una mano tengo lo smartphone contro l’orecchio e con l’altra gioco con una ciocca di capelli. Mi sto infilando in un bel guaio e lo so! Lui avrà un figlio da un’altra donna che sia dia il caso sia una mia amica. Ma cosa ci posso fare che mi sento morire sotto il suo sguardo? Se sento sobbalzare il cuore quando mi sfiora la mano?
<< Sì, io ti devo parlare. Per te va bene se ci vediamo nel tuo appartamento? >> Mi domanda.
<< Va bene. Dirò a mio padre che devo controllare alcune cose e prendere altri vestiti. Per le 20? Con Kelly come farai? >> Gli domando, sentendomi un mostro. Sto diventando io “l’altra”!
<< Me lo hai chiesto anche ieri sera, le dirò che devo sbrigare del lavoro arretrato in ufficio. >> Mi risponde. Sento che ha cambiato tono di voce rispetto all’inizio della telefonata!
<< Va bene, allora ci vediamo stasera? >> Gli domando, come nella speranza che arrivi in questo istante per rapirmi.
<< Sì. Passa una buona giornata e riposati se puoi. Un bacio. >> Mi saluta, facendomi tremare il cuore.
<< A te. >> Lo saluto. Ciò che segue è solo silenzio prima che lui ponga fine alla telefonata. Quando mi riprendo trovo un sms che mi avvisa che Kelly ha provato a chiamarmi. Sospiro prima di comporre il suo numero.
<< Buongiorno! Allora, non devi dirmi qualcosa? >> Mi domanda, a decibel decisamente troppo alti da sopportare in hangover. Mi massaggio l’incrocio degli occhi.
<< Buongiorno. Che cosa dovrei dirti? >> Le domando.
<< Tu, Fernando, qualche bottiglia di champagne, solo le stelle a farvi compagnia… Ciò non ti suggerisce nulla? >> Mi domanda. Oddio! Stavo per baciare Fernando! E adesso cosa gli dirò, dopo avergli dato queste speranze?
<< Non è successo niente di ciò che credi. >> Specifico.
<< Solo perché l’arrivo di Gonzalo vi ha interrotti, cara. A proposito, cosa doveva dirti? >> Mi domanda. Rabbrividisco.
<< Cose riguardanti i nostri genitori. >> Minimizzo.
<< Ah. >> Si limita a rispondere.
<< Qualcosa non va? >> Le chiedo.
<< No. È solo che quando glielo ho chiesto io mi ha dato la medesima risposta ma non ha voluto confidarmi queste “cose”. Sono la sua fidanzata e sto per dargli un figlio, non dovrebbe confidarmi tutto? >> Mi domanda. Mi si velano gli occhi di lacrime. Per fortuna non può vedermi. Questi sono i sensi di colpa!
<< Magari non gli viene così facile lasciarsi andare su argomenti che lo addolorano. >> Adduco come ipotesi.
<< Ma con te lo fa. >> Mi fa notare. Mi mordo la lingua.
<< Lo fa perché suo padre sta con mia madre. Scusami, ma c’è papà che bussa alla porta della mia stanza. Vado a beccarmi una ramanzina. >> Adduco come scusa per esaurire quest’argomento scomodo. La cosa positiva con Giulia è stata di non dover mai sostenere conversazioni del genere.
<< Va bene. Mi raccomando, richiama Ferdi. È un bravo ragazzo, è simpatico e credo ci tenga a te. Non merita di essere illuso. Un bacio! >> Mi saluta.
<< Buona giornata. >> Taglio corto ponendo fine a questa seconda telefonata.
<< Paola… in che casino ti sei andata a cacciare? >> Mi domando sotto voce. La pace dura poco poiché il mio cellulare squilla di nuovo.
<< Buongiorno. Gonzalo era inferocito ieri sera. Neanche fosse tuo fratello! Come stai? >> Esordisce il mio interlocutore.
<< Buongiorno. Insomma, mi gira la testa. >> Rispondo sintetica.
<< Lo immagino. Vorrei far recapitare a tuo padre una pregiata bottiglia di Prosecco per farmi perdonare per averti fatto ubriacare, ma non credo apprezzerebbe l’ironia. Un consiglio? Strisciare andrà bene? >> Mi domanda, strappandomi un sorriso. Sì, Ferdinando è simpatico, gentile, carino e tante altre cose ma non è per lui che palpitano il mio cuore e qualcos’altro!
<< Le tue scuse andranno bene. >> Taglio corto, per non protrarre troppo la conversazione. Non devo alimentare oltre le sue speranze.
<< Oggi ci vediamo? Magari per cena? >> Mi invita. Mi mordo il labbro inferiore.
<< Non posso, scusami. Ho una riunione con due amiche dell’Università. >> Adduco come scusa. 13 Marzo 2028, giornata mondiale delle bugie!
<< Rimandiamo, ok? Ti lascio, passa una buona giornata. Ci sentiamo. >> Mi saluta.
<< Buona giornata anche a te. >> Lo saluto. Una volta chiusa quest’ennesima chiamata mi infilo le pantofole e scendo al piano inferiore.
<< Buongiorno. >> Mi salutano coralmente mio padre e mia sorella.
<< Ciao zia, guarda che bel disegno ho fatto? >> Mi fa vedere mio nipote, strillando.
<< Buongiorno a tutti. È molto bello, tesoro. >> Li saluto.
<< Papà mi stava raccontando della fine che ha fatto la torta nuziale. >> Mi spiega Maria. Ed io che pensavo le stesse raccontando della mia sbronza!
<< Immagino che quest’oggi vorrai rimanere a letto? >> Mi domanda papà, tutt’altro che comprensivo bensì ironico.
<< No. Prendo due o tre caffè, un cachet e vengo in ufficio. >> Rispondo.
<< Papà mi ha detto anche questo. Perché l’altra sera al ritorno dalla cena non mi hai parlato di questo Fernando? >> Mi domanda mia sorella.
<< Se dovete scambiarvi confidenze su quel ragazzo, vado a finire di vestirmi! >> Cerca di congedarsi papà.
<< Papà, scusa per ieri. E ti pregherei di non avercela con Fernando. Ieri ero un po’ giù di morale per i due annunci su Giulia e Fernando pensava di tirarmi su il morale. Mi dispiace. >> Intervengo. Papà torna seduto.
<< Potevi dirmelo che le notizie della gravidanza di Giulia e delle sue nozze ti avevano turbata e avremmo trovato un altro modo per tirarti su il morale. >> Mi redarguisce papà. Kelly quasi si strozza con il succo.
<< Che? Giulia è incinta? >> Mi domanda sotto choc mia sorella. Evidentemente papà non ha fatto a tempo a raccontarle tutto.
<< Sì, ma non di Diego, quindi frena con la fantasia. Aspetta un figlio dal suo fidanzato, Massimiliano, che ieri l’ha chiesta in moglie. >> Spiego, prima che ci ricami sopra.
<< Perciò questo Fernando è solo un amico? >> Mi domanda Maria, mentre papà si allontana per prepararsi ad una nuova giornata d’ufficio.  Annuisco.
<< Paola, papà mi ha detto che ieri sera Gonzalo era piuttosto alterato dal fatto che Fernando ti avesse fatta ubriacare. Ti prego, dimmi che tra di voi non c’è nulla! >> Mi supplica.
<< Più che altro era alterato perché per poco non gli vomitavo addosso. Sai che suo padre gli ha raccontato tutto? >> La informo, eludendo la sua domanda.
<< Bhe, per lo meno eviterà di insultarlo ad ogni incontro. Paola, credi che la cosa tra nostra madre e Marcus sia seria? Sì, insomma, rischiamo di sederci alla stessa tavola a Natale con i suoi figli? >> Mi domanda preoccupata.
<< Sì, credo sia seria. Ma cos’hai contro Gonzalo e Sebastian? >> Le domando, dato che ha detto “figli” al plurale.
<< E’ solo che non mi stanno molto simpatici, tutto qui. Vado a togliermi il pigiama. >> Risponde evasiva. La guardo con sospetto mentre si allontana.
 
 
[Russell]
<< Buongiorno. >> Saluto, quando raggiungo il gruppetto formato da mio figlio, la sua fidanzata, i genitori di quest’ultima, la sorella con il suo fidanzato, Cesar con il suo fidanzato e mia moglie con mia cognata. Mia moglie ed io ci scambiamo uno sguardo e le dedico un debole sorriso. Per tutta la notte non ho fatto che pensare all’incontro delle nostre labbra, che mi ha tolto il sonno.
<< Buongiorno. >> Mi salutano coralmente i presenti un attimo prima che Leonora abbracci i due figli più grandi per salutarli. Nicola e i suoi generi si scambiamo una vigorosa stretta di mano quindi continuano i saluti di rito.
<< Spero che riuscirai a rilassarti durante questi giorni. Casa di tuo fratello ha tutti i confort. >> Rompo il ghiaccio rivolgendomi a mia moglie. Sì, mi dispiace che non torni con noi a Miami ma forse un altro po’ di distanza l’aiuterà a riflettere e dopo il bacio di ieri si renderà conto che le manco? Alex ha ragione: adesso devo superare la rabbia che sento verso quel tale. Solo così tornerò me stesso.
<< Qualcosa mi dice che non sarà propriamente una vacanza. Dovrò prepararmi a superare il prossimo week end! >> Risponde.
<< A tal proposito, se ti servisse una mano basta una telefonata. Insomma, con l’assenza di tuo fratello e di sua moglie non sarà facile gestire degli ospiti che non conosci. >> Suggerisco, in cerca di un invito per il prossimo week end.
<< I protagonisti della cena sono mia nipote e il suo fidanzato, non ho l’autorizzazione per invitare altre persone…. >> Taglia corto mia moglie prima di essere interrotta da sua sorella. Sospiro per il suo rifiuto.
<< Ma possiamo sempre chiedere a lei, vero Marce? Ti faremo sapere! >> Mi assicura Bea. Le sussurro un “grazie” quando mi abbraccia per salutarmi, almeno lei mi vuole ancora un po’ di bene!
<< Dobbiamo fare il check-in. >> Ci fa notare mio figlio. Agitiamo la mano per salutare mia moglie, Bea, Roberta, Lorenzo, Michael e Cesar mentre raggiungiamo il banco trascinando i nostri trolley. La linea immaginaria che collega i miei occhi a lei si spezza solo quando Marcella si gira per tornare al parcheggio dell’aeroporto.
 
 
[Marcella]
<< Dan è stato gentile a permetterci di usare una delle sue auto! >> Esclama mia sorella, mentre sono concentrata sulla guida. Quel bacio che ci siamo scambiati ha tormentato il mio sonno, me lo sono pure sognato. Che significato ha? Che dentro di me sono pronta a perdonarlo? O è solo una suggestione dovuta ai bei ricordi nel nostro matrimonio prima di scoprire di quella sgualdrina?
<< Ma non capisco perché non ci siamo fatte accompagnare dal suo nuovo autista. >> Aggiunge, cercando di intraprendere con me una conversazione. E se dovessi perdonarlo cosa accadrebbe? Mi farei prendere da mille paranoie ogni volta che lo vedrei parlare con una donna? Io ho già vissuto tutto ciò e non posso ripetere l’esperienza! Ma lo amo ancora! Penso a lui continuamente.
<< Marce, e se per pranzo ordinassimo cinese? Ti va? >> Mi domanda, non ottenendo risposta da parte mia.
<< Marce ma sei arrabbiata con me? >> Mi domanda.
<< Un po’. Perché non mi hai lasciato finire la frase? Perché gli hai dato una speranza dicendo che avremmo chiesto a Giulia di invitarlo? >> Le domando.
<< Perché è ancora tuo marito e mi sembrava brutale escluderlo in modo così diretto da un evento di famiglia. Poi se dovessimo chiedere a nostra nipote e lei non dovesse essere d’accordo, quello sarebbe un altro discorso. >> Mi spiega.
<< ANCHE LUI MI HA UMILIATO TRADENDOMI! PERCHE’ DOVREI FARMI SCRUPOLI DI METTERLO IN IMBARAZZO DINANZI AI NOSTRI FAMIGLIARI? >> Sbotto.
<< Mi dispiace, Marce! Sai quanto mi è sempre stato simpatico Russell ed è evidente che soffre molto. Non volevo gettare altro pepe sulla ferita, ecco! >> Esclama. Mi sfugge in ghigno.
<< Sale, Bea. >> La correggo.
<< È ovvio che mi dispiace per quello che ti ha fatto e non mi permetterei mai di perorare un vostro riavvicinamento ma non chiedermi di aiutarti ad umiliarlo. >> Precisa. Mi distraggo dalla guida guardandola.
<< La mia sorellina è maturata alla veneranda età di 50 anni! >> Scherzo, beccandomi un buffetto sul braccio.
<< “Veneranda”?! Ne dimostro 40! >> Protesta.  
 
 
[Mariapaola]
Non riesco a smettere di rimirarlo mentre si sistema il nodo della cravatta davanti allo specchio, pensando a quanto tempo abbiamo perso in questi anni.
<< Tesoro, sulla nuca hai il colletto della camicia messo male. Te lo sistemo. >> Mi offro, cominciando ad armeggiare con il dettaglio del capo che indossa.
<< Oggi sarà una giornata campale. Vorrei riuscire a parlare con Seba, prima che riparta. >> Mi spiega.
<< Oggi sarà una giornata campale anche per me, amore mio. Devo parlare con Osvaldo di noi, cercare di capire cosa c’è tra Paola e tuo figlio e lei e tuo nipote… È una situazione intricata! >> Osservo.
<< Tesoro, mi sembri tesa. >> Osserva. La situazione si inverte quando è lui a coccolare le mie spalle.
<< Sì, per numerosi motivi. Mi preoccupa la piega che sta prendendo la vita sentimentale della mia secondogenita e temo che Osvaldo possa reagire male, opponendosi al divorzio. Insomma, quanto felice potrà essere dopo aver ascoltato tutta la vicenda? >> Mi domando. Il mio amore giovanile e attuale mi abbraccia.
<< Vedrai che quando gli sarà passata la rabbia ti concederà il divorzio e potremmo stare insieme alla luce del sole. >> Cerca di rincuorarmi.
 
 
 
[Jimmy]
Mi beo del suo profumo. Vorrei rimanere seduti e abbracciati su questo pallet per tutta la giornata, invece questo momento di tenerezza rubato sta per finire dato che è quasi ora di timbrare il cartellino.
<< Questa mattina ho temuto che fosse stato tutto un sogno. Soprattutto non ricevendo da te neanche un messaggio. >> Mi confida, con gli occhi chiusi, con la testa contro il mio petto. Mi mordo il labbro superiore.
<< Te l’ho detto, devo avere dei problemi con la rete del telefono. Questa sera chiamerò il gestore. Per fortuna tuo fratello mi ha chiamato, o mi sarei perso la piacevole colazione di questa mattina. Ma perché non mi hai chiamato tu? >> Mento, per poi spostare il perno della conversazione. Stiamo di nuovo insieme da poche ore e le sto già mentendo!
<< Perché pensavo non volessi sentirmi, visto che non mi scrivevi… >> Borbotta. Le accarezzo dolcemente le gote costringendola a sollevare il capo per poi baciarla.
<< Non lo devi pensare mai. Sarebbe il mio desiderio più grande poter dirti buongiorno ogni giorno, e senza l’ausilio di un cellulare. Non esiste un mondo dove io non voglia fare qualcosa con te. >> Le assicuro, guadagnandomi un bacio. Veniamo interrotti da un colpo di tosse. E’ Carlos a sorprenderci. Di questo passo domani la notizia arriverà alle orecchie dei miei!
<< Ragazzi, mi dispiace interrompervi, ma è ora di lavorare. Comunque era ora che vi metteste insieme così la smetterete di farmi impazzire con i vostri battibecchi. Era così difficile? >> Ci domanda, facendoci l’occhiolino.  
 
 
 
[Lorenzo]
<< Buongiorno. >> Salutiamo coralmente la mia fidanzata ed io quando giungiamo al piano dove lavoriamo. La banda delle racchie è riunita a spettegolare e non mi sorprende dato che, con questo ennesimo filmato, di carne al fuoco ne avranno tanta!
<< B-buongiorno dottori. >> Farfugliano, fingendo di tornare alle loro scrivanie e parlando di lavoro. Scuoto il capo.
<< Buon lavoro amore. Ti amo. >> Mi saluta la mia fidanzata, baciandomi castamente.
<< Anche a te. Ti amo anch’io. >> La saluto di rimando, prima di separarci per raggiungere i nostri uffici. La prima cosa che faccio è chiamare subito il mio amico il quale risponde dopo pochi squilli.
<< Ciao. >> Esordisce.
<< Ciao anche te. Ieri non abbiamo avuto occasione di parlare. >> Rispondo.
<< Ieri è stata una giornata da incubo. Anche se è finita meglio di come è cominciata. >> Riassume.
<< Ora però sono curioso. Non sai che lavorare a contatto con la banda delle racchie e contagioso? Non puoi darmi le informazioni centellinandole! >> Protesto, strappandogli una risata. Pensavo non si ricordasse più come si fa!
<< Ho parlato con mio padre e ho saputo alcune cose sul matrimonio con mia madre. Non immaginavo che papà fosse tanto infelice, ecco come mai tradiva mamma. Lui e Mariapaola da giovani stavano insieme ma mia madre si è intromessa, facendosi sposare con l’inganno. >> Riassume per sommi capi.
<< Devo dirti la verità: io lo sapevo già. Roberta e Paola si parlano di nuovo e quest’ultima glielo ha raccontato in una telefonata sabato sera. Capisci perché mio fratello ed io eravamo così pressanti sul fatto della proposta? >> Gli confesso.
<< Ho combinato un casino grosso come una casa. È tutto complicato. >> Lo sento lamentarsi sinceramente provato.
<< Prova a dirle che ti senti sopraffatto. Non puoi sposarti per obbligo, soprattutto sapendo quello che ha passato tuo padre. Io mi farei tagliare entrambe le mani (e non solo quelle) se dovessi perdere Roberta, per essere sicuro che nessun’altro mi infili una fede al dito! >> Esclamo.
<< Ieri sera Paola ed io…. >> Interviene.
<< Oddio. Dove? Nel parco? Oppure avete profanato la stanza da letto di Daniele? E me lo dici così? >> Domando a raffica.
<< SEI UN’IDIOTA! Ci siamo baciati e mezzi chiariti. >> Mi redarguisce. Traggo un sospiro di sollievo.
<< Bene, no? Una ragione in più per interrompere questo fidanzamento sul nascere. Potrai stare con la donna che vuoi realmente. >> Osservo.
<< Non è così semplice. Ti sei dimenticato cos’ho tramato con sua sorella, alle sue spalle e a quelle di mio fratello? Lorenzo, io non posso averla portandomi dentro questo segreto! Per questo stasera ho deciso di confessarle tutto. E’ la cosa migliore. >> Mi spiega. Mi abbandono con la schiena contro la poltrona, del tutto colto alla sprovvista.
<< Mi scusi, devo aver sbagliato numero. Credevo di conversare con il mio amico… >> Ironizzo.
<< Sei un bastardo e, se non la pianti immediatamente, ti sbatto il telefono in faccia. >> Mi minaccia. Sorrido.
<< Sono orgoglioso di te… >> Tento di intervenire prima di essere interrotto.
<< Per carità. Niente cose melense da te, per favore! >> Protesta.
<< Davvero. Sarebbe semplice portartela a letto in questo istante ma questo tuo atto di coraggio simboleggia che… >> Intervengo, prima di essere interrotto di nuovo.
<< Che l’amo? Sì. Io l’amo. Io penso di continuo a lei. Ho immaginato cosa accadrebbe se la rendessi mia ora e scoprisse tutto fra qualche tempo, e le conseguenze mi hanno lacerato da dentro. Ed erano solo ipotesi. Non si merita le mie bugie! Non potrei dormirci la notte. >> Mi spiega a raffica. Il mio amico è maturato!
<< E allora sii sincero con lei, e basta. Ti odierà per un po’ di tempo ma passerà, e tu potrai dormire la notte. E la stessa cosa dovresti fare con Kelly. >> Gli suggerisco.
<< Una guerra alla volta. Questa sera prima spezzerò il cuore di Paola e poi quello di Kelly! >> Esclama. Sarà un bagno di sangue!
 
 
[Annamaria]
Sarà la decima volta che riguardiamo il video su Youtube. Quando Lorenzo e Roberta si sono chiusi nei loro uffici siamo tornate a riunirci. Ci allarmiamo quando le porte dell’ascensore si aprono ma ne esce solo mio figlio Jimmy.
<< Che spavento, credevamo fossero gli altri dirigenti. >> Brontola Mariana.
<< Scusate e buongiorno. Devo portare questi campioni in atelier. >> Si giustifica. Gli vado incontro e gli bacio una guancia.
<< Mamma, dai. >> Protesta.
<< Che c’è? Non ti ho sentito per tutto il giorno ieri. >> Mi lamento.
<< Ho dei problemi con il cellulare. State guardando il video, suppongo. >> Ne deduce.
<< Sì. Tu lo hai visto? >> Gli domando.
<< Non ce ne è stato bisogno. Ero lì! Quando ho portato il pacco al dottor Valencia quest’ultimo mi ha invitato a restare. Mi ha anche prestato un abito di uno dei suoi figli. >> Narra.
<< Che invidia, quanto avrei voluto partecipare ad un evento così esclusivo! >> Esclama Sandra.
<< Quindi sai come mai Kristoff ha picchiato Daniele? >> Gli domanda Mariana.
<< Mariana, che domande sono? Da giovani Daniele e Camilla stavano insieme, è evidente che ci sia sotto un intreccio di gelosie e magari di corna! >> Esclama Berta, convinta di aver risolto il mistero. Mio figlio non risponde alla domanda di Berta.
<< Berta, ti sei dimenticata che le due famiglie stavano per imparentarsi? Se così dovesse essere credi che Kristoff avrebbe accettato Daniele come consuocero? >> Protesta Mariana.
<< Cosa c’entra? Metti che Kristoff all’epoca non lo sapeva e lo abbia scoperto di recente. E se avesse beccato sua moglie con Daniele all’evento di ieri? >> Ipotizza tutta gasata.
<< Quindi tu cosa sai? >> Domando a mio figlio.
<< Vabbè che il dottor Valencia mi ha invitato a rimanere ma mica siamo intimi? Porto questo in atelier. >> Si congeda da noi, eludendo la domanda. Trasaliamo quando vediamo che sono arrivati David, Camilla, Diego e Isabella. I tre dirigenti ci guardano con rimprovero.
<< Ovviamente le nostre famiglie sono fonte di gossip, ma sarebbe troppo chiedervi di sparlare durante le vostre ore libere? >> Interviene con garbo David. Abbassiamo tutte il capo, mestamente.
<< Scusateci. >> Affermiamo in coro.
<< Quest’azienda non è un salotto! >> Protesta Diego.
<< Mio fratello e il mio fidanzato hanno ragione. Il minimo della cortesia sarebbe se sparlaste della famiglia di mio suocero e di mia zia al di fuori di queste mura. >> Rincara la dose Camilla, quando le porte dell’ascensore si aprono nuovamente.
<< Buongiorno a tutti. >> Saluta, un ospite non previsto. David serra la mascella e alza gli occhi al cielo senza neanche voltarsi, solo ascoltando la sua voce.
<< Buongiorno. >> Salutiamo tutte noi coralmente.
<< Lo vedete il fumo che gli esce dalle orecchie? >> Sussurra Berta, riferendosi a David.
<< Buongiorno Nataniel. >> Lo saluta sbrigativamente Camilla.
<< Buongiorno Nataniel, come mai questa visita? >> Gli domanda il Presidente, stringendogli la mano.
<< Ciao Nataniel. >> Lo saluta Isabella. I due di scambiano un guancia a guancia. Con David c’è solo una fredda stretta di mano. Le ragazze ed io ci guardiamo eloquentemente.
 
 
[David]
Una giornata tranquilla no, vero? Cos’è tornato a fare nella mia azienda? Quel giorno sono stato un cretino quando ho votato contro il suo licenziamento. Quella volta ero arrabbiato perché avevo saputo di Giulio e Camilla e con il mio gesto volevo dimostrare che non stavo male per lei, ma era chiaramente una bugia. Ho agito senza riflettere, come faccio sempre quando sono arrabbiato, quindi ho dovuto sopportare questo individuo anche la sera della sfilata ma credevo che sarebbe stata l’ultima volta.
 
Non ho potuto evitare di guardarlo di traverso per tutta la sera, per assicurarmi che non ci provasse ancora con la mia fidanzata. Quel pomeriggio Armando aveva dato il suo benestare per questo matrimonio quindi sarei potuto impazzire del tutto se lo avessi notato fare gli occhi dolci a Camilla, provocando una rissa anche dinanzi a tanti invitati, clienti e fornitori dell’azienda di famiglia.
<< David, se continui così ti verranno le rughe prima del previsto. È già stata una serata impegnativa tra la scoperta fatta su Isabella, la scoperta della mia gravidanza, il video, la litigata con Paola… Non vorrai peggiorare le cose? La serata è quasi finita, resisti! >> M’invitò mia sorella, la più piccola delle due.
<< Sì, infatti. E poi non mi sembra che si sia comportato in modo sconveniente questa sera. Deve avere imparato dalla lezione che gli ho dato la sera della nostra festa! >> Intervenne mio fratello Giulio.
<< Ti rammento che è anche colpa tua se ho detto a Diego che poteva rimanere. Ero arr…. >> Tentai di rinfacciargli, benché quello che è successo tra i due fosse storia morta e sepolta.
<< Lo so, sono stanco di sentire questa cantilena. Eri in collera con Camilla e volevi dimostrarti duro e tutte quelle cose lì, un uomo tutto d’un pezzo, perciò hai fatto rimanere quel tale. Bhe, ora ne paghi le conseguenze. >> Mi rammentò mio fratello, con poco tatto. Mi dedicò una pacca sulla spalla prima allontanarsi. Ripresi a sorseggiare l’ultimo drink della serata osservando i due parlare a debita distanza di sicurezza e in modo formale. Posai di colpo il bicchiere e li raggiunsi quando lo vidi allungare una busta bianca a Camilla. Giulia mi seguii, per evitare che io lo potessi atterrare.
<< Buona sera. Credevo avessimo superato la questione riguardante bigliettini sfacciati e fuori luogo! >> Esclamai.
<< Buona sera. Non è come crede. Nella busta ci sono due biglietti per una mostra fotografica, che si terrà il prossimo venerdì, a cui io purtroppo non posso partecipare. Questa notte prenderò un aereo per un lavoro dell’ultimo minuto e rientrò a Bogotà solo sabato. Stavo appunto dicendo alla signorina che potreste andarci voi. >> Spiegò il tipo. E dovevo bermela?
<< Che pensiero gentile! >> Esclamò mia sorella.
<< E’ una mostra di un fotografo che seguo su instagram. Mi farebbe piacere andarci ma se vuoi possiamo declinare il regalo. >> Intervenne Camilla, guardandomi come se fosse preoccupata di una mia reazione.
<< E ha pensato a noi? Sbaglio o Isabella è una sua cara amica? >> Chiesi scettico. Camilla si grattò una tempia e sospirò, così mi resi conto che si stava indispettendo!
<< Isabella non è appassionata di fotografia come la sua fidanzata. E poi mi sembrava un buon modo per scusarmi per il mio comportamento delle scorse settimane. Ma, se non li volete, proverò a chiedere ad Isa, a Silvia od a Francesco. >> Intervenne. Accettare quei biglietti avrebbe reso Camilla felice e questa era la mia priorità, specialmente in previsione della mia proposta.
<< Certo che li accettiamo. Grazie mille. >> Risposi. L’espressione sul viso della mia fidanzata divenne più rilassata e mi sorrise prima di prendermi la mano. Ci guardammo con dolcezza.
<< Perfetto. Chiamerò la galleria domani stesso comunicando che sarete voi ad usufruire del mio invito, dato che è personale. È stato un piacere lavorare per voi. Con permesso, vado a raccogliere la mia attrezzatura. >> Si congedò da noi, mentre gli invitati iniziavano ad abbandonare la sala. Camilla mi allacciò le braccia al collo.
<< Ti amo! >> Mi rammentò, baciandomi castamente.
<< Anch’io piccola mia. >> Le risposi.
<< Bhe, io vi lascio da soli! >> Esclamò mia sorella, sentendosi di troppo. L’abbracciai forte, e lei fece lo stesso con me, come se fossimo soli in quella grande sala.
 
 
Giro un braccio dietro il collo di Camilla, appoggiando la mano sulla spalla. Ok che questo tipo ha chiesto scusa per il suo comportamento ma quante volte lo ha fatto per poi riprovarci con la mia ragazza?! Non ho mica scritto “scemo” in fronte! Marcare il territorio non è mai sbagliato!
<< Qual buon vento? >> Domando, ovviamente ironico.
<< Volevo salutarvi, prima di ripartire. Sono stato accettato per un reportage in Africa che mi terrà lontano un paio di mesi. Mi sembrava giusto avvisarvi in previsione della prossima vostra collezione. >> Ci informa.
<< EVVAI! EVVIVA! IL CASCAMORTO SE VA! ANNAMARIA, SE NE VA! >> Gioisco, baciando addirittura la guancia di Annamaria. Tutti mi guardano sgomenti.
<< Ma che peccato. >> Commento ironico, tornando alla realtà, in cui gioisco solo dentro di me. Vorrà dire che cercheremo un altro fotografo o fotografa, problemi 0!
<< Spero che tu faccia buon viaggio. >> Lo saluta formalmente Camilla. Il tale e Isabella si abbracciano.
<< Ciao, scricciolo. Spero che porterai i miei saluti a Silvia e Francesco. Sfortunatamente ho i minuti contati e devo ancora fare le valigie, i biglietti aerei… >> La informa.
<< Fa buon viaggio. Ma hai sempre una vita così avventurosa? >> Gli domanda Diego.
<< Quasi sempre. Vivo con la valigia pronta. >> Risponde il cascamorto. Ma meglio così!
<< Comunque, prima che mi dimentichi, sono anche passato per lasciarvi quest’album. Sono le foto del lancio e pensavo che sarebbe stato un bel regalo d’addio fornirvele anche in formato carta. >> Ci spiega, estraendo tale album. Camilla e Isabella iniziano a sfogliarlo. Perché? Mica siamo una galleria fotografica!
<< Grazie mille. >> Rispondiamo tutti e quattro coralmente. Il tale (finalmente) si dilegua per sempre dopo aver salutato anche la banda.
<< Ci vediamo dopo, ragazzi. Buon lavoro. >> Ci augura mio cognato, allontanandosi tenendo per mano mia sorella. Afferro la mano della mia fidanzata invitandola tacitamente ad accompagnarmi nel mio studio, per poter avere qualche attimo di privacy prima dell’inizio della giornata lavorativa, come ogni mattina.
<< La smetti di sorridere così per la partenza di Nataniel? >> Osserva Camilla, divertita, dato che non riesco a smettere di sorridere. Il fatto di saperlo migliaia di chilometri dalla mia donna mi rallegra, cosa ci posso fare?
<< Amore, non sorrido per quello. Non solo, almeno! >> Confesso, attirandola a me. L’abbraccio posando le mani alla base della sua schiena. Camilla mi allaccia le braccia al collo.
<< Non posso certo nasconderti che sono più tranquillo sapendo che ci sono tanti chilometri a tenere lontano da qui un corteggiatore della mia Camilla… Uno spudorato e mal voluto corteggiatore… >> Confesso, intervallando le parole con dei dolci baci.
<< Sono orgogliosa di come hai imparato a gestire la tua gelosia. La sera della sfilata ti sei comportato in modo inappuntabile e anche poco fa, anche se non hai risparmiato un po’ del sarcasmo di famiglia… >> Commenta divertita. Mi perdo nei suoi occhi profondi.
<< Solo della mia, vero? Tuo padre non è di meno al mio in fatto di sarcasmo! Diciamo che ci sono buone chance che i loro nipotini diventino dei comici famosi! >> Esclamo senza neanche pensarci. Trattengo il respiro quando mi rendo conto delle parole che sono uscite dalla mia bocca. Le brillano gli occhi.
<< Che c’è, corro troppo con la fantasia? >> Le domando, dinanzi al suo silenzio.
<< No. Stavo solo pensando che, oltre che un comico nato, sarà un bambino fortunato perché avrà te come papà. >> Risponde. L’attiro a me e la bacio.
<< Vogliamo parlare della sua mamma? Avrà la mamma più bella e più dolce che si possa desiderare. Sarà un bambino fortunato. >> Ribatto, con il cuore colmo d’amore. D’un tratto scoppia a ridere.
<< Povero papà, stavo pensando se gli dovessimo annunciare che aspetto un bambino in mezzo al trambusto provocato da mia zia. >> Mi spiega. In effetti per il cuore già debole di mio suocero potrebbe essere troppo!
<< Invece tuo padre ne sarebbe contento, secondo me. L’amore per un nipotino guarirebbe il suo cuore. Una bella notizia gli farebbe piacere dopo quanto successo ieri. >> Osservo. Tremo, mentre le accarezzo la schiena sopra alla giacca dello spezzato che ha deciso di indossare questa mattina. Sono completamente prenda del suo sguardo mentre mi domando sarebbe già pronta per questo passo?
<< Hai ragione. I nostri genitori faranno i salti di gioia quando arriverà quel momento. >> Conviene. Dopo avermi baciato cerca di separarsi da me per poter andare da Ugo ma la trattengo ulteriormente.
<< Sei fantastica e non vedo l’ora di diventare tuo marito. >> Le confesso. Sogno quel giorno tutte le notti!
<< Anch’io attendo con ansia quel giorno, per poterti chiamare “marito”. Ora vado da Ugo prima che smuova mari e monti per cercarmi. Ti amo, buon lavoro. >> Mi augura. Ci baciamo castamente.
<< Buon lavoro amore. Ti amo anch’io. >> Le rammento. La osservo sorridendo mentre afferra le sue cose dal divano e imbocca la porta.
<< Amore? >> Mi chiama, tornando subito indietro. Si affaccia dentro solo con il viso. Sollevo lo sguardo.
<< Va bene se pranziamo qui nel tuo ufficio, così decidiamo se confermare la meta del viaggio di nozze? >> Mi domanda.
<< Certo amore. Ordino due insalate dal ristorante vegano che ti piace tanto, va bene? >> Le propongo.
<< Sì. La mia senza… >> Fa per ricordarmi.
<< Senza mais. Lo so, cucciola. >> Le ricordo.
 
 
 
[Isabella]
Seguitiamo a baciarci, ignorando il luogo in cui ci troviamo ed il fatto di doverci mettere al lavoro.
<< Roberta si starà chiedendo dove sia finita… >> Sussurro, tra un bacio e l’altro. Diego è il secondo fidanzato che ho ed il primo dotato di tanto sex appeal, di una passione talmente dirompente da farmi tremare anche dopo 2 mesi e tanti baci. Questo giovedì saranno 2 mesi che stiamo insieme.
<< Il capo sono io, le dirò che ti ho dato un permesso speciale… >> Sussurra suadente, seguitando a baciare il mio collo. 2 mesi fa non credevo che sarei riuscita a lasciarmi andare in questo modo con lui, quando interrompevo i nostri preliminari perché mi sentivo intimidita dalla sua esperienza. Invece ora fatico a resistergli anche se è passata solo una notte dall’ultima volta in cui abbiamo fatto l’amore.
<< Sono contento che tu stanotte sia riuscita a dormire. Ieri è stata una giornata impegnativa! Credevo che l’incontro con tua madre e poi quello che ha fatto mia zia ti avrebbero tolto il sonno. >> Interviene.
<< È merito della tua presenza se riesco a fare sogni sereni. E poi, come avete suggerito tu e mio cugino, non ha senso rimuginare troppo su che tipo di rapporto abbiano avuto mia madre e mio padre. Qualunque nome si voglia dare alla cosa è relegata al passato. Quanto a tua zia, mio padre ha una lunga vita alle spalle e non posso certo scandalizzarmi per questo. E poi sono talmente contenta di averlo trovato che non voglio litigare con lui giudicandolo per aver sedotto una donna sposata. Anche mia madre lo era. >> Osservo. Mia madre ci ha tolto così tanto tempo che non intendo sprecarne per discutere con lui.
<< Però devi farmi una promessa. Che non ti farai mettere i piedi in testa. Daniele l’ho visto molto cambiato in quest’ultimo mese quindi dubito che possa commettere qualche passo falso ma non vorrei che tu, per paura di perderlo, soprassedessi dinanzi ogni tipo di condotta. Io credo che accetterebbe qualche tua critica. >> Mi confessa. Sorrido e mi stringo forte forte a lui, appoggiando la testa al suo petto.
<< Va bene, ti prometto che non mi farò accecare dall’amore che provo per lui. È che non vorrei perdere tempo a discutere con lui quando ce n’è già stato tolto così tanto. >> Rispondo, beandomi delle carezze che posa sul mio capo.
 
 
 
[Roberta]
Che strano. Ho ricevuto una chiamata dalla segretaria di Lorenzo che mi chiedeva di andare nel suo ufficio ma quando ci sono arrivata lo studio era vuoto. Sandra ha sollevato le spalle quando le ho chiesto spiegazioni quindi me ne torno nel mio ufficio ed è qui che trovo il mio fidanzato.
<< Amore, mi fai gli scherzi? Ero venuta nel tuo ufficio come mi aveva chiesto Sandra. >> Gli spiego.
<< Lo so, ti avevo fatta chiamare ma poi ho deciso di sgranchirmi le gambe. >> Mi spiega.
<< Cosa succede, problemi con i resoconti che ti ho inviato? >> Gli domando. Mi allaccia le braccia al collo.
<< No, erano perfetti e in ordine. Avevo solo voglia di vederti. >> Confessa, prima di baciarmi. Mi lascio andare, godendo di ogni singolo bacio che ci scambiamo, di ogni risata che riesco a strappargli, di ogni giorno insieme, ancora incredula e grata del fatto che io lo abbia fatto innamorare.
<< Sei riuscito a parlare con Gonzalo? >> Gli domando, accarezzandogli il petto. Annuisce.
<< Ieri sera c’è stato un avvicinamento con Paola perciò ha deciso di confessarle di Tommy e di chiudere il fidanzamento con Kelly. >> Riassume.
<< Ma dicendole tutto la perderà per sempre. >> Osservo.
<< Non è detto. Magari Paola apprezzerà la sua sincerità. Non subito ma accadrà. Sarebbe molto peggio se facessero l’amore, se vivessero giorni felici e poi lei dovesse scoprirlo e magari non da lui. >> Mi fa notare. Lo guardo trasognata.
<< Cosa c’è? Ho gli occhiali storti? I capelli spettinati? >> Mi domanda. Sorrido.
<< No. Stavo solo pensando che non puoi essere lo stesso play boy incallito… >> Tento di dire, prima che mi venga tappata la bocca con un bacio.
<< L’amore vero fa sì che tu metta sempre i bisogni e il bene di quella persona dinanzi ai tuoi. E’ quello che è successo a me da quando ti sono accanto, e non mi preoccupo solo del tuo bene ma di tutte le persone a cui tengo. È la stessa cosa che sta accadendo a Gonzalo. Come può accettare di stare con una persona che non conosce di lui anche i lati peggiori? Sarebbe come raggirarla. Perché credi che ti abbia confessato quello che ho fatto a Silvia? Non avrei mai potuto guardarti negli occhi, baciarti, accarezzare i tuoi capelli profumati, fare l’amore con te e condividere ogni giorno di vita nascondendoti questo fatto. Sarebbe stato come privarti del libero arbitrio. Dovevi decidere di metterti con me sapendo che razza di uomo io sia, solo così sarebbe stato vero amore. Se non te lo avessi detto subito mi avresti lasciato una volta scoperto ed io ne sarei morto. >> Sproloquia. Mi vengono le lacrime agli occhi ascoltandolo e lo bacio d’impeto.
<< Non avevo mai riflettuto su questo aspetto. Quando me lo hai detto sono solo stata capace di arrabbiarmi con te, non ho pensato al vero motivo che ti aveva spinto ad essere sincero. >> Gli confesso.
<< Perché dovevi immaginarlo dopo che ti avevo ignorata per anni? Quel giorno provai a dirtelo ma Camilla bussò alla porta del tuo ufficio interrompendoci. E poi mi sono comportato da codardo quando avrei solo dovuto prenderti per mano, attirarti a me, baciarti e dirti che ti amavo. >> Rievoca.
<< Ed invece hai tentato la strada dello spionaggio, cercando di separarmi dal ragazzo con cui uscivo credendo che suo nipote e sua sorella fossero suo figlio e sua moglie! >> Ricordo, non reprimendo una risatina. Mi attira a sé posando una mano alla base della mia schiena.
<< Cerchi di provocarmi, Mora? Sai bene cosa succede quando mi ricordi che prima di me hai avuto una vita! >> Esclama. Sì, lo so bene!
 
Quel sabato mi stava aiutando a togliere le ultime cose dal mio vecchio appartamento, per poter ufficializzare il mio trasloco da lui. Lo guardavo svuotare i miei cassetti, spostandone il contenuto in una scatola, ancora incredula della bella favola che stavo vivendo. Il mio sogno d’amore si era realizzato.
<< Bene, con questo cassetto ho terminato. Svuoto quello più in basso. >> Gli sentii dire. Mi irrigidii ma non fui abbastanza svelta dato che aprì quel cassetto. Non ci avevo pensato!
<< E questa roba? Di solito agli ex non si rendono anche gli effetti personali tipo i vestiti? >> Mi domandò.
<< Conservi questa roba da quanti mesi? >> Mi domandò al quanto contrariato.
<< Mesi? Queste cose sono di Leon. >> Ammisi. Erano solo cambi che aveva lasciato in previsione di doversi fermare da me e che non avevo avuto occasione di restituirgli dato che era accaduto così velocemente.
<< Leon? Ma siete stati insieme 5 minuti! E aveva un cassetto?! >> Protestò. Gli accarezzai il petto.
<< Amore dai, non te la prendere. Pensavo che avrebbe passato qui tante notti e la nostra rottura è avvenuta così velocemente che non ho avuto occasione di restituirgli le cose. E poi vuoi dirmi che non troverò neanche una forcina di Silvia in casa tua? >> Protestai. Lorenzo sollevò un sopracciglio quando dissi “pensavo che avrebbe passato qui tante notti” e compresi che si stava infastidendo. Mi morsi il labbro inferiore e mi lasciai sospingere dolcemente verso una parete, avendo abbandonato da tempo l’idea assurda di non piacergli sessualmente.
<< Se cercavi di provocarmi, ci sei riuscita. Adesso dovrò sostituire dalla mente di entrambi una certa e disgustosa immagine sostituendola con nuovi e assai più piacevoli ricordi! >> Sussurrò lascivo contro le mie labbra, prima di aprirsi un varco con la lingua.
 
 
<< Non qui, ti rammento che siamo in azienda! Sorvegliati dalla più sofisticata banda di spie della Colombia! >> Ironizzo, riferendomi alla banda delle racchie. Sbuffa.
<< Vorrà dire che ti punirò stasera! Ti amo. >> Mi rammenta, posando un casto bacio sulle mie labbra.
<< Ti amo anch’io. >> Gli rammento, mentre abbandona il mio ufficio prima di perdere ogni inibizione. Sorrido.
 
 
[Camilla]
Quando entro in atelier capisco subito che Silvia sta già aggiornando Ugo sugli ultimi nefasti avvenimenti.
<< Buongiorno. >> Li saluto.
<< Ciao Cami. >> Mi saluta mia cognata.
<< Ciao tesoro. Come fai ad essere così fresca come un fiore con tutti i grattacapi e gli impegni che hai? Il tuo lavoro, la preparazione delle nozze, tua zia che fa la matta, quel buzzurro che ha per marito e il vampiro che fanno a cazzotti ad un evento mondano! >> Elenca, come se durante la notte avessi perduto la memoria.
<< Bhe, punto primo: il mio lavoro e il mio matrimonio non li classificherei come grattacapi. Punto secondo: mio suocero non ha fatto a cazzotti, è stato mio zio. Punto terzo… No, non esiste un punto terzo perché in effetti i miei zii sono dei grattacapi. Ma cosa dovrei fare? Non dormire la notte e giare di giorno con due occhiaie tremende? >> Obbietto.
<< Per carità! Saresti orribile tesoro! >> Esclama Ugo. Silvia ed io ci scambiamo uno sguardo eloquente.
<< Però io vorrei sapere il motivo di quel cazzotto. Tua zia e il vampiro avevano una tresca, non è così? Oh povera Patty, sarà a pezzi! È assurdo che né lei né Marce mi hanno chiamato! >> Si lamenta.
<< Dubito che ti risponderà dato che è in luna di miele. Lei e Daniele sono partiti, come da programma. E secondo me dopo il cazzotto i due hanno anche… capito, no? Solo io ho notato che si sono appartati per “parlare” più del dovuto? >> Osserva Silvia. Ugo scrolla le spalle intervenendo con un’esclamazione d’orrore.
<< No, scusate. Ora sono un po’ confuso. Perché Patty è partita lo stesso con quell’orribile traditore? >> Ci domanda Ugo.
<< Perché la cosa con Camilla è roba vecchia. Camilla era già sposata, ma Daniele no. >> Spiega Silvia.
<< Perciò l’univa vittima della storia è il buzzurro? >> Chiede precisazioni Ugo. Silvia annuisce.
<< Vabbè, io vado a provarmi questi abiti come mi hai chiesto. >> Si congeda Silvia. Quasi trasalisco quando Ugo mi arriva alle spalle.
<< Ti devo parlare! >> Esclama sussurrando.
<< E perché sussurri, scusa? >> Gli domando, sussurrando anch’io.
<< Silvia mi ha detto che la bionda finta junior è incinta del centralinista e che si sposeranno. Passato lo sconcerto iniziale, ho pensato: e noi a settembre chi ci portiamo a New York per la settimana della moda? >> Mi domanda.
<< E’ un punto su cui ho riflettuto anche io da quando ho scoperto che Giulia è incinta. >> Gli confesso.
<< E così lo sapevi già e non mi hai detto nulla! >> Constata offeso.
<< Ugo, quella ragazza oramai è mia cognata. Non trovato di classe diffondere tale notizia come se fosse un pettegolezzo da mercato. Oltretutto le nostre famiglie sono in vista e per certe cose è più opportuno un annuncio ufficiale. >> Preciso.
<< Comunque, a che conclusione sei arrivata? >> Mi domanda.
<< Silvia se l’è cavata bene a sostituire Giulia al lancio, no? Anzi direi egregiamente. >> Osservo, lanciando a Ugo uno sguardo eloquente.
 
 
[Mariapaola]
<< B-buongiorno Signora Ribeiro! >> Mi accoglie l’impiegata dell’accoglienza del piano amministrativo, chiamandomi con il cognome di colui che è ancora mio marito. Non vedo l’ora di essere chiamata “signora Torres”, pur sapendo che ciò è brutto da dire dato che questo causerà la sofferenza dell’uomo con cui ho trascorso gli ultimi trent’anni.
<< Buongiorno a lei. Vado a trovare mia figlia e poi Osvaldo! >> Annuncio, evitando di chiamarlo “mio marito”. Sarebbe ipocrita, ed è una delle cose che non voglio essere più! Compio alcuni passi prima di bussare alla porta dell’ufficio di mia figlia la quale mi invita ad entrare, avendomi notata attraverso le pareti di vetro degli uffici. Si alza e ci salutiamo con un guancia a guancia, come facevamo prima della faccenda del video. Lei torna seduta mentre io m’incanto a guardarla.
<< Mamma, tutto bene? >> Mi domanda.
<< Sì. È che credevo che non avrei mai più potuto salutarti così! >> Ammetto. Sorride debolmente.
<< Diciamo che comincio a capirti? Essere innamorati di un uomo che non puoi avere è orribile. >> Borbotta con lo sguardo basso.
<< Parli di Gonzalo, vero? >> Le domando. Annuisce, prima che i suoi occhi diventino lucidi. Cerca di ricomporsi imponendosi di non piangere.
<< È tutto molto complicato. Tra di noi c’è stato un avvicinamento e questa sera abbiamo un appuntamento per parlare. Ma c’è anche Kelly! Come posso comportami così dopo aver parlato tanto male di Giulia? >> Si domanda, dando sfogo ai suoi dubbi.
<< Piccola, mica lo hai deciso tu? L’amore arriva dalla direzione che meno ti aspetti, e quando si mette di mezzo il destino nefasto tutto si complica. Lui cosa dice a proposito di Kelly? Non finirai per fare l’amante, vero? >> Le domando in ansia.
<< Ha detto che la lascerà. Ma riuscirò a stare con un uomo che sta avendo un figlio da un’altra donna che è stata una mia amica? >> Mi domanda. Le afferro una mano sulla scrivania.
<< Perché, per iniziare, non senti cos’ha da dirti questa sera? Un passo alla volta. Tanto, chi vi corre dietro? >> Le propongo. Annuisce.
<< Mamma, a papà non dire nulla di Gonzalo. Qualcosa ha intuito ma non sa quanto ci siamo spinti in là. >> Mi spiega. Anche i miei occhi si velano di lacrime, dato che siamo qui, insieme, a scambiarci confidenze sentimentali come prima.
<< Ho mai riferito a papà delle nostre confidenze? >> Le faccio notare. << E di quel Fernando cosa mi dici? >> Le domando.
<< Niente! Non c’è da dire niente. Se non che temo averlo tipo illuso, lanciandogli determinati segnali. Ed ora come faccio? >> Mi domanda, portandosi le mani alla testa con i gomiti puntellati contro il tavolo. Afferra un bicchiere d’acqua con una pastiglia in fase di scioglimento e inizia a bere.
<< Gli puoi dire che eri un po’ brilla e ti sei lasciata andare, ma che tra di voi non c’è nulla. Dopo tutto lo hai appena conosciuto, mica siete usciti insieme per mesi? >> Osservo.
<< A proposito di ragazzi con cui sei uscita, ma è vero che Alec Suarez è in prigione? >> Le chiedo. Quando ho letto la notizia stentavo a crederci, sembrava un tipo così banale e un bravo ragazzo! Annuisce.
<< Dopo la sfilata l’ho lasciato. Lui ha visto me e Gonzalo insieme, lo ha seguito, e lo ha aggredito. Gonzalo ha riconosciuto uno stemma sulla felpa del suo aggressore e io ho detto alla polizia dove avevo già visto tale simbolo. Pare che fosse già stato denunciato per stalking. >> Mi narra.
<< Oddio! E se avesse seguito anche te? Non ci posso neanche pensare… >> Rifletto con un certo brivido che mi attraversa la schiena.
<< Non escludo che lo abbia fatto. >> Osserva.
<< Tornando a ieri sera. Perché ti sei ubriacata in quel modo? >> Le domando.
<< Giulia è incinta. E quando sarà nato il bambino si sposerà. Ma io non avrò alcun ruolo né nell’organizzazione del matrimonio né nella vita di suo figlio. Non ho retto a queste notizie. >> Mi confessa.
<< Ed è solo colpa mia. >> Constato. Se solo non mi fossi incaponita così sulla questione della vendetta!
<< Anche mia, mamma. Quando ho trovato quel filmato avrei dovuto schiaffeggiarla, non rubare il video tape. >> Recrimina.
<< Se me lo hai fatto vedere è perché ti sono stata troppo addosso, mi sono impicciata troppo della tua vita. >> Ribatto. Mi afferra la mano.
<< Non avrei mai voluto una madre assente. >> Afferma, sorridendomi. Ricambio, accarezzandole il dorso della mano. Le nostre confidenze vengono interrotte da un colpo di tosse di Osvaldo. Mi volto.
<< Buongiorno Osvaldo. >> Lo saluto. Lui guarda duramente me e nostra figlia, alternativamente.
<< Non sapevo che aveste ripreso a parlarvi! Comunque volevo solo chiederti se ti andava una piadina per pranzo. Ma forse hai già altri impegni? >> Domanda a nostra figlia, ignorando il mio augurio.
<< No papà, non ho impegni e ho anche poca fame, a dire il vero. Quanto alla mamma c’è un motivo se abbiamo ripreso a parlarci… >> Esordisce Paola.
<< Faccio io, tesoro. Osvaldo, se sono venuta qui oggi è perché desidero parlarti. Ci sono delle cose che devi sapere. Informazioni che ti faranno cambiare idea su di me: forse mi comprenderai, o forse mi odierai ancora di più. Ma è giusto che tu sappia. >> Intervengo.
<< E se io non fossi interessato? >> Domanda, facendoci capire che non vuole ascoltarmi. Noto perfettamente il viso di Paola divenire paonazzo quando vediamo, attraverso le pareti di vetro degli uffici, Gonzalo raggiungerci.
<< Buongiorno. >> Ci saluta, alzando leggermente gli angoli della bocca mentre guarda mia figlia.
<< B-buongiorno. >> Balbetta mia figlia, rossa come un peperone. No: dinanzi a Diego non l’ho mai vista in questo stato!
<< Buongiorno. >> Lo saluto.
<< Buongiorno Gonzalo. Avevamo un appuntamento? >> Gli domanda Osvaldo, aggrottando le sopracciglia.
<< No. Volevo solo vedere come vanno gli affari e sapere come stesse Paola. >> Risponde non facendo capire assolutamente ad Osvaldo la vera natura della sua visita ovvero solo una delle motivazioni elencate.
<< Ti andrebbe di andare a pranzo allora? Tanto non ho niente da fare qui… >> Propone a Gonzalo, lanciandomi una chiara occhiataccia.
<< Papà, vorrei che ascoltassi cos’ha da dirti la mamma, ti prego. >> Interviene mia figlia, cercando di mediare.
<< Perché la difendi? Mi ha tradito, ferito, ha macchiato la tua reputazione… >> Comincia ad elencare Osvaldo.
<< Quando l’avrai ascoltata capirai perché ho ricominciato a parlarle… >> Risponde, quando viene interrotta da Gonzalo.
<< Anch’io ho smesso di odiare mio padre dopo averlo ascoltato. Probabilmente Mariapaola cerca di dirti la stessa cosa. Con tutto il rispetto, dovresti ascoltare anche tu. >> Interviene Gonzalo. Gli sorrido debolmente in segno di ringraziamento e vengo ricambiata con uno sguardo.
<< E’ una congiura alle mie spalle, a quanto pare! Se non ho altra scelta va bene. Andiamo nel mio ufficio. >> Mi invita Osvaldo, abbandonando per primo l’ufficio di Paola. Bacio la guancia di mia figlia ringraziandola, prima di rivolgermi al ragazzo di cui è innamorata.
<< Grazie, Gonzalo. Non puoi avere idea di quanto conti per tuo padre e me l’appoggio di voi ragazzi. >> Gli rammento, prima di abbracciarlo. Resta interdetto per un po’ e solo dopo qualche istante avverto una sua mano accarezzarmi leggermente la schiena. Non sarebbe male come genero!
 
 
[Paola]
Sento il cuore martellare nel mio petto. Le mie mani sudano, e c’è una scrivania a separarci.
<< Immagino che ti sentirai più leggero di alcuni chili, senza l’odio per tuo padre. >> Esordisco.
<< Non proprio, perché adesso odio mia madre. >> Risponde. Mi mordo le labbra perché vorrei rimangiarmi il mio intervento ridicolo.
<< È vero, scusami. Devo essere ancora un po’ confusa per via dei postumi. >> Mi giustifico, arretrando verso la finestra mentre lui si avvicina a me con il suo solito fare sicuro e prepotente, quelle sue labbra invitanti piegate in un sorriso provocante, senza mai staccare gli occhi dai miei.
<< Hai paura di me? >> Mi domanda. So perfettamente che si sta divertendo, e questo gioco tra di noi rende tutto più eccitante. Per quanto ancora riuscirò ad ignorare i segnali che mi invia il mio corpo? Perché dinanzi a lui mi sento insicura come una verginella?
<< Paura di te? Perché ma… >> Mi interrompo quando sento il mobiletto, dove teniamo i faldoni dei vari clienti, che entra a contatto con il mio fondoschiena.
<< Dimmelo tu, dato che stai scappando. >> Sussurra, posando le mani sui miei fianchi. Sono preda del suo sguardo, talmente immersa nei suoi occhi che quasi non mi accorgo del suo viso che si avvicina sempre di più. Chiudo gli occhi, godendomi le sue labbra. Gli accarezzo la nuca e sento le sue mani vagare lungo la mia schiena sopra la camicetta, incuranti del fatto che potremmo essere visti.
<< Avevo una gran voglia di farlo… >> Sussurra quando ci separiamo, giocherellando con i miei capelli. Sono totalmente sua.
<< Quindi non sei qui per controllare l’andamento aziendale? >> Lo provoco. Si morde il labbro inferiore, posando lo sguardo sulle mie labbra.
<< Non potevo certo dire a tuo padre “sono qui perché è da ieri sera, da quando l’ho accompagnata in macchina, che ho una gran voglia di baciare tua figlia”. >> Osserva, facendomi sorridere.
<< Per carità. Ho già dato troppi pensieri di recente a mio padre. >> Osservo, accarezzandogli una guancia. Chiude gli occhi piegando leggermente il capo, beandosi di tale carezza.
<< Cosa serve per stasera? Vino? Ordino qualcosa da asporto? Va bene cinese? >> Gli domando a raffica.
<< Porto tutto io, non ti preoccupare. Ora sarà meglio che vada, prima che i tuoi ci vedano avvinghiati. >> Si congeda, separandosi da me. Lo trattengo afferrandogli una mano e lo attiro a me, catturando le sue labbra, consapevole che questo bacio rubato dovrà bastarmi fino a questa sera.
 
 
 
[Osvaldo]
Non credo che abbiano ancora inventato la terminologia adeguata a spiegare come mi sento in questo istante, dopo aver appreso determinate notizie. Mille pensieri, la maggior parte brutti, mi attraversano la mente mentre osservo il cielo e il profilo dei grattacieli circostanti, oltre la finestra.
<< Osvaldo, dì qualcosa. Ti scongiuro. >> Mi supplica.
<< Cosa vuoi sentirti dire? “Mi dispiace se ti sei dovuta accontentare in questi anni”? >> Ironizzo.
<< Non dire così, ti prego… >> Risponde, come se potesse ancora avanzare pretese verso di me.
<< NON DIRE COSì? MI HAI APPENA DETTO CHE PER TE SONO SEMPRE STATO UNA SECONDA SCELTA, UN TAPPABUCHI! COME LA DOVREI PRENDERE? COME DOVREI REAGIRE ALLA CONSAPEVOLEZZA CHE IN TUTTI QUESTI ANNI DURANTE I VARI COCKTAIL IN CUI LO ABBIAMO INCONTRATO DENTRO DI TE PENSAVI “PERCHE’ NON SONO LA SUA DI MOGLIE”? >> Sbotto, assestando un pugno sul tavolo. Mariapaola sobbalza.
<< Io ti ho amato, Osvaldo. Ti ho sposato per amore! Davvero credi che per ripicca o per solitudine avrei sposato il primo venuto? Ti ho sposato perché ti amavo! >> Specifica. Sentirla parlare dei sentimenti che ci legano al passato è l’ennesimo colpo di grazia per me. Cerco di darmi un contegno, questa donna non merita neanche le mie lacrime.
<< Lasciami solo. >> Le ordino.
<< C’è anche un’altra cosa che hai il diritto di sapere. E’ qualcosa che non i ragazzi non sanno ancora. >> Borbotta, ignorando la mia direttiva.
<< Cosa sarà mai? Vi siete sposati a Las Vegas? >>Ironizzo, sempre evitando ogni contatto visivo.
<< No, cosa dici? Sono ancora sposata con te, come potrei risposarmi? >> Mi fa notare. Questo sono diventato per lei dopo trent’anni o giù di lì di matrimonio: un ostacolo!
<< Cos’altro c’è? >> Le chiedo, accantonando l’ironia.
<< Poco dopo essere partita per il college ho avuto un brutto malore. Un aborto spontaneo. Non avevo idea di essere incinta, perciò ho trascurato la mia salute in quel periodo. >> Mi confessa. Mi porto una mano in viso, non riuscendo più a reprimere le lacrime. La nostra Maria non è stato il primo figlio ad occupare il suo grembo, ma aspettava in figlio da quello!
<< Non ne farò parola a Paola e Maria, se è questo che ti premeva potevi anche ometterlo. >> Rispondo.
<< Io te l’ho raccontato per poter essere sincera una volta per tutte. Spero che riuscirai a comprendermi, un giorno, quando non proverai più rabbia e disgusto per me. >> Auspica. Mi alzo, con il viso bagnato, e le tengo aperta la porta del mio ufficio: un chiaro invito a togliere il disturbo. Vedo che coglie l’invito dato che si alza.
<< E per il tuo matrimonio con quello non temere: in settimana ti farò avere i documenti per presentare l’istanza di divorzio, così potrete sposarvi a Las Vegas o dove diavolo volete. >> Concludo, chiudendo la porta quando ha varcato la soglia. Mi porto le mani in vita e inclino leggermente il capo in avanti abbandonandomi definitivamente alle lacrime che non riesco neanche a fermare quando mia figlia, con il trucco colato, accede al mio ufficio e mi abbraccia.
 
 
[Helena]
Ora che Marcus ha raccontato tutto a Gonzalo non posso neanche andare da mio figlio per cercare di capire se è attratto dalla figlia di quella. Se solo lo avessi saputo prima avrei potuto agire! Agito la mano verso di lei quando vedo arrivare la mia bella e dolce nuora verso di me, dinanzi al ristorante scelto per pranzare. Ci salutiamo con un guancia a guancia. Mio figlio deve pur provare qualche sentimento verso la ragazza con cui è stato del tempo e che porta in grembo suo figlio, no?
<< Sei radiosa, tesoro. Come sta il mio nipotino? >> La saluto, accarezzandole il mento con i polpastrelli delle dita. Sorride.
<< Da un po’ di problemi alla sua mamma con le nausee, a parte questo benone. Non vedo l’ora di sentirlo muoversi. >> Fantastica, mentre entriamo e sediamo al tavolo.
<< Io non vedo l’ora di tenerlo in braccio. Tesoro, Gonzalo come sta? Questa mattina ho provato a chiamarlo ma non mi ha risposto. >> Le domando. Chissà se mi parlerà ancora!
<< Avete litigato, vero? >> Mi domanda, come se cadesse dal pero.
<< Non ti ha detto niente? >> Le domando, sorpresa. Scuote il capo in segno di diniego. La vedo rabbuiarsi e cercare di trattenere il pianto.
<< Tesoro, cosa c’è che non va? >> Le domando, accarezzandole una spalla.
<< Tuo figlio non si confida con me! È frustrante, considerando che sono la sua fidanzata e futura moglie. Dovrebbe dirmi tutto, no? >> Si confida. Scommetto che con la figlia di quella sgualdrina si confida eccome!
<< Non devi prenderla così, cara. Dopo tutto vi conoscete da poco, vedrai che si renderà presto conto che sei per lui un punto di riferimento. >> Cerco di rincuorarla, sperando davvero che ciò avvenga. La vedo troppo abbattuta e pensierosa!
<< Mi ha chiesto di sposarlo solo perché sono incinta. >> Riflette a voce alta. Devo quanto prima parlare di Kelly con mio figlio. Non può comportarsi così con un amore di ragazza del genere! Le afferro la mano.
<< Non dire così. Mio figlio non è certo il tipo d’uomo che si lascia influenzare da certi convenevoli. Non viviamo nel medioevo e lui lo sa. Per tanto, se ti ha chiesto in moglie significa che tiene a te. >> Le faccio notare.
<< E l’affetto è sufficiente secondo te per costruire un matrimonio?  Io amo così tanto tuo figlio. Ma se non sono ricambiata dove mai potremmo andare? >> Piagnucola. Le accarezzo il mento con la punta delle dita.
<< Devi capire che mio figlio fino a poco tempo fa non considerava minimamente di mettere su famiglia. Se ti ha chiesto di sposarlo significa che ha fatto un passo molto grande verso di te, nella costruzione di questa famiglia. Vuoi ripagarlo tirandoti indietro, anziché andargli incontro facendo tu il prossimo passo verso di lui? Sii comprensiva, lasciagli il giusto spazio e tempo ma senza ignorarlo. Sii una compagna perfetta e affettuosa e il vostro amore crescerà giorno dopo giorno. >> Cerco di consigliarla. Vedo il suo sorriso espandersi e traggo un sospiro di sollievo. Mi abbraccia con un gesto spontaneo.
<< Hai ragione. Avrebbe potuto comodamente scappare e passarmi un assegno mensile, invece mi ha chiesto in moglie. Deve pur significare qualcosa, no? >> Osserva.
<< Sì, tesoro. Significa che tiene a te e non ha la minima intenzione di lasciarti sola. Immagino quindi che non abbiate discusso di una data ipotetica per il matrimonio? >> Domando, pur immaginando la risposta.
<< Immagini bene. E non saprei neanche come intavolare il discorso senza risultare pressante e spaventarlo. Però mi piacerebbe ci sposassimo prima che si vedesse la pancia. >> Mi confida.
<< E tu non chiederglielo direttamente. >> Le consiglio, cominciando ad esporle la mia idea per coinvolgere mio figlio nel discorso senza risultare troppo pressante.
 
 
[Class]
È stata un’impresa separare quei due. Servirebbe il piede di porco! Però sono contento per mia sorella, si vede che è molto innamorata. È stra-presa questa volta e lo so perché l’ho sempre vista in atteggiamenti intimi con i suoi ex: più che una ragazza innamorata sembrava una ninfomane! Invece si respira tenerezza quando lei e Jimmy sono insieme.
<< La smetti di guardarmi così? >> Mi redarguisce, a bordo del taxi.
<< Stavo solo pensando che sono contento per te e Jimmy. Sei diversa rispetto a com’eri con i tuoi ex! >> Constato. Mi guarda storto.
<< Non sono abituata al tuo lato melenso! >> Mi spiega, prima ancora che le possa chiedere come mai mi guarda torvo. Quando il taxi arriva a destinazione paghiamo la corsa, salutiamo e vediamo nostro padre aspettarci dinanzi al ristorante. Lena gli corre fra le braccia mentre io e lui ci salutiamo con una pacca sulla spalla.
<< Papi, ho passato una notte orribile. >> Esordisce.
<< Solo lei. >> Brontolo, scuotendo il capo. Papà non nasconde un sorriso.
<< Lo so, piccola. Tutti noi. Entriamo, cosa dite? >> Propone. Accediamo al locale e occupiamo un tavolo sotto una finestra prima di ordinare tre insalatone.
<< Non abbiamo più visto la mamma da ieri sera. >> Spiega Lena, come se fossero passati duemila anni luce.
<< Io l’ho vista questa mattina. Sono passato da casa a prendere delle cose, c’erano anche zio Armando e zia Betty. >> Ci spiega.
<< Ovviamente ti avrà propinato qualche scusa ridicola per giustificare ciò che ti ha fatto! Papà, non devi abbattetti. Daniele Valencia è un cinico arrogante, può avere tutta la classe innata che vuole e aver ricevuto l’educazione nelle migliori scuole, ma rimane un bastardo, un esperto di bon ton bastardo! Tu sei molto meglio! >> Cerca di rincuorarlo a modo suo nostra sorella. I due si sporgono leggermente dalle proprie sedie per abbracciarsi. Papà non sembra così arrabbiato con me: non mi guarda con l’occhio di chi vuole giudicarmi!
<< Papà, so che hai saputo di me e Francesco. >> Esordisco, continuando a tormentare con l’unghia il bordino del sottopiatto.
<< Sì. Certo, avrei preferito che me lo avessi detto tu ma le cose sono andate così. Comunque se dovessi rovinare quel piatto sarebbe una pessima figura. Basta e avanza la mia esibizione di ieri. >> Interviene. Smetto così di toccare il piatto.
<< È ovvio che volevo essere io a dirtelo. Aspettavo il momento giusto, o il coraggio. Visto come hai accolto Ella ero spaventato dal tuo giudizio. >> Rivelo.
<< Ne sarei rimasto cioccato, non lo nego. Ma qualunque partner sarà meglio di quella lì. E poi Francesco mi sembra un ragazzo simpatico… Ma non stava con quel Cornelio? >> Domanda papà.
<< Conrado. No, era solo un fidanzato fittizio. È successo un casino tra di noi, un equivoco. La relazione con Francesco è iniziata prima che partissi ma è terminata quando lui ha trovato nella mia borsa un biglietto per Berlino con il mio nome. Ha creduto che volessi andarmene perciò mi ha lasciato con la scusa di tornare dal suo ex, e quel tale recitava la sua parte. Non sapeva che i biglietti in verità erano due, l’altro era nella borsa ma più infondo. >> Spiego. Vengo pervaso da un moto di tristezza ripensando a tutta la storia, a tutto il tempo perso!
<< Ed è entrata in scena quella ragazzina. Un tappabuchi. >> Ne deduce papà. Annuisco.
<< Papi, ma quindi non sei arrabbiato o sotto choc? >> Gli domanda Lena. Papà sospira e prende tempo prima di rispondere. Tanto entusiasta non mi sembra!
<< Diciamo che tra tutti i drammi che stanno succedendo mi sembra il meno grave. Preferisco rivolgere le mie energie negative verso quel bastardo di Valencia. E poi, come ha intelligentemente osservato Nicola, non intendo certo comportarmi come quel pezzo di merda che ha inveito contro suo figlio e sul suo posto di lavoro per di più. >> Commenta. Immagino che di queste parole affettuose per Daniele ne abbia un bel po’ in serbo!
<< Sei molto meglio di lui, papi. E se la mamma non lo ha capito in tanti anni significa che è proprio scema. >> Interviene Lena.
<< Non voglio che parliate così di vostra madre, intesi? Se vostra madre, nonostante tutti questi anni, due figli e un matrimonio si sente ancora attratta da Daniele si vede che non ero la persona adatta a lei. Ovviamente mi ha sposato solo perché era incinta. Forse, se non fosse rimasta incinta, per lei sarei stata solo una parentesi e si sarebbe presto accorta di voler rimanere con Daniele e fare la vita che fa oggi Patrizia. Evidentemente per lei lasciarlo è stato un colpo di testa di cui si è pentita quand’era troppo tardi. >> Recrimina. In effetti la verità si nasconde in cosa le frullasse per la testa a vent’anni.
<< Cosa vuol dire che dopo tanti anni è ancora attratta da Daniele? La loro tresca non risale a quando Class era appena nato? >> Domanda mia sorella che sembra meno sveglia di quello che è in realtà, evidentemente.
<< Ho scoperto che al cocktail di benvenuto a Marcella, quando si ubriacò, ha baciato Daniele. >> Ci rivela, dopo attimi di esitazione. A Lena si riempiono gli occhi di lacrime.
<< Quindi non è una storia morta e sepolta per lei! >> Constata Lena.
<< Io credo di no. Credo che infondo in tutti questi anni una parte di lei sia sempre stata attratta da Daniele, che si sia sempre chiesta come sarebbe stata la sua vita se lo avesse sposato. >> Riflette papà, visibilmente provato e con lo sguardo perso nel vuoto.
<< Quindi ti avrebbe preso in giro per tutti questi anni. >> Borbotta Lena. Papà le accarezza la testa.
<< No, non dico questo. Io sono convinto che mi abbia amato, ma sono altrettanto convinto che quel tipo lo abbia sempre attratta. >> Precisa. Stavolta non ha usato un epiteto sgradevole!
<< Che sia sempre chiesta cosa sarebbe accaduto se non fosse rimasta incinta. >> Aggiungo, dopo aver taciuto per un po’. Papà mi rivolge un’occhiata di consenso.
<< Vuoi dire che si è pentita che sei nato? >> Mi domanda Lena.
<< A volte mi sembri sveglia. Altre meno. Un giorno maturerai e sarai in grado di leggere i sottotesti. Secondo me chiunque rimanga incinta così giovane e impreparata si chiederà, prima o poi, come sarebbe la sua vita se non fosse successo. >> Spiego.
<< Scusami tanto se non sono intelligente come te! >> Esclama Lena. Le faccio la linguaccia.
<< Forse è stata anche colpa mia. Vostra madre è sempre stata un’anima irrequieta, sono stato uno sciocco sperando di cambiarla. >> Constata.
<< Credo che ora la mamma abbia bisogno di riflettere su quello che prova e vuole. Per il bene di tutti e per quanto doloroso sarà il risultato di questo esame di coscienza. >> Propongo.
 
 
[Sebastian]
Bacio castamente mia moglie prima di seguirla con lo sguardo mentre raggiunge l’esterno. Stende sul prato il tappetino per poi cominciare i suoi esercizi yoga. È talmente bella! Mi assicuro che sia immersa nei suoi allenamenti prima da raggiungere la libreria del salotto da dove estraggo un vecchio album di foto, che ho recuperato dalla soffitta. Dal tablet apro il profilo instagram di Maria quindi una foto del piccolo. Mi sento mancare la terra sotto i piedi analizzando le due immagini, quando mi rendo conto che sono pressoché simili. Mio padre e quel bambino hanno la stessa espressione, il medesimo sguardo. Compio lo stesso paragone con una foto mia e di una di mio fratello, con le quali scorgo aria di famiglia ma non la somiglianza netta con mio padre da bambino. Tuttavia mi rendo conto che i colori sono gli stessi. Mi stropiccio il viso preda di un incubo. I miei pensieri vengono interrotti dal suono del campanello. Ad aprire è la domestica.
<< Buongiorno, signore. >> La sento salutare. Non è difficile immaginare chi possa essere primo perché il telecomando per aprire il cancello non è un oggetto di pubblico utilizzo, e secondo perché la domestica si rivolgerebbe così solo al padrone di casa.
<< Buongiorno. Mio figlio Sebastian è in casa? >> Le domanda mio padre, confermando i miei sospetti. Spengo il tablet e nascondo l’album fotografico, prima che acceda al salotto.
<< Ciao figliolo. Tua moglie è in casa? >> Mi domanda.
<< Buongiorno. Sì, sta facendo yoga. Qual buon vento? >> Domando ironico.
<< Devo assolutamente parlarvi. Devo dire anche a voi ciò che ho detto ieri sera a tuo fratello. >> Esordisce, quando arriva mia moglie e cominciano i saluti di rito.
<< Quindi Gonzalo era incazzato nero per qualcosa che gli hai detto? E sei venuto fin qui per rallegrare anche le nostre giornate? >> Ironizzo.
<< Gonzalo non era arrabbiato con me bensì con vostra madre. Quando ascolterete quanto devo dirvi capirete come mai. >> Precisa.
<< Cosa puoi mai aver detto per dirottare il suo odio verso mamma? Quale abra cadabra lo ha reso possibile? >> Lo schernisco.
<< L’abra cadabra della verità. >> Risponde senza irritarsi dinanzi alle mie battute. Con un cenno del braccio ci prega di prendere posto come se fossimo noi gli ospiti e lui l’occupante della casa.
<< Sapevate che in gioventù Mariapaola ed io eravamo già innamorati? >> Domanda. Mia moglie ed io annuiamo.
<< Helena e Mariapaola erano amiche. Helena era la donna che i vostri nonni avevano scelto ma io amavo Mariapaola. Helena lo ha scoperto e ha fatto in modo di sbarazzarsi di lei con la più usata delle bugie nelle più scadenti soap-opera: una finta gravidanza. A un mese dalle mie nozze con tua madre Mariapaola ed io volevamo fuggire a Las Vegas ma Helena lo ha scoperto ed è andata da lei annunciando questa gravidanza. Mariapaola le ha creduto, anche se le avevo detto che non andavo più a letto con tua madre, cosa vera. Ma sai come sa essere convincente tua madre. Venderebbe ghiaccio agli eschimesi. Ho aspettato invano Mariapaola all’aeroporto, ma lei era partita per il college. >> Narra. Prendo un profondo sospiro per riordinare le idee.
<< Come poteva essere una falsa gravidanza? Io sono nato in giugno, voi vi siete sposati in ottobre, i conti tornano. Quindi in quel periodo doveva già essere incinta. >> Osservo, temendo la risposta a questa mia obiezione.
<< Sei nato settimino. Diciamo che è stata una stravagante coincidenza, che le ha permesso di portare avanti quella bugia. Tua madre mi ha detto che non voleva che nessuno sapesse che eri nato settimino, per non suscitare domande su un tema così intimo. Ora so come mai non dovevo farne parola. Se Mariapaola avesse scoperto che eri nato settimino avrebbe capito che a settembre, l’epoca dei fatti, Helena non era incinta. >> Spiega.
<< MI AVETE MENTITO SULLA MIA NASCITA, QUINDI? >> Mi altero, balzando in piedi. Mia moglie mi accarezza una mano.
<< Tesoro, tuo padre non sapeva il vero motivo per cui dovesse mentire su questo argomento. >> Cerca di chetami mia moglie.
<< Mi dispiace, figliolo. Era giusto che sapessi tutti i fatti. >> Aggiunge.
<< UNA PEDINA? È QUESTO CHE SONO NELLA VITA DELLA MAMMA? >> Osservo, alterato da queste notizie.
<< Amore, non dire così. Sai che tua madre ti ama. >> Cerca di porre rimedio mia moglie.
<< Sarà, ma di sicuro non mi rende felice sapere di non essere stato concepito per amore, ma come alibi. Dopo queste informazioni è ovvio che pensi che si sia fatta mettere incinta apposta! >> Tuono, guardando papà in attesa di un suo segno di assenso.
<< Tua moglie ha ragione. Il motivo per cui ti ha desiderato è stato poco ortodosso, ma dal momento in cui ha scoperto di essere incinta la mamma ti ha amato. Nel suo modo contorto di vedere le cose tutti i suoi sogni si stavano avverando: mi aveva sposato e stava per avere un figlio da me. >> Risponde, per non ferire i miei sentimenti e senza difendere mamma.
<< E tu perché l’hai sposata? Non l’amavi, perché non sei fuggito e basta? >> Gli domando.
<< Perché sono debole? Perché temevo la solitudine? Perché temevo di impazzire e che sarei finito a cercare Mariapaola, una donna che non mi voleva più e che mi aveva piantato in asso. >> Risponde.
<< E Mariapaola non ti ha concesso neanche il beneficio del dubbio? Non ti ha neanche scritto dopo essere partita? >> Mi domanda.
<< No. Ma ti prego di non biasimarla. Pensava che Helena fosse incinta e non voleva intromettersi tra un padre e suo figlio, e poi aveva i suoi problemi a cui pensare…>> Risponde, tirando su con il naso alla fine della frase.
<< Di che genere? >> Domando, visto che l’ultima frase lo ha turbato.
<< Mariapaola non sapeva di aspettare un bambino prima di partire. Arrivata al college si è trascurata, era a pezzi, ed è stata vittima di aborto spontaneo. >> Aggiunge.
<< Ci sono altre belle notizie che vuoi darci su questa storia? >> Domando, ironico e davvero saturo di pessime notizie.
<< No. È tutto direi. Ora sapete come sono andate le cose. >> Conclude.
<< Non posso crederci che la mamma non ne abbia fatto mezza parola. >> Penso a voce alta, scuotendo il capo.
<< Non è così strano. Avrà temuto di perdere la tua stima e quella di tuo fratello. >> Osserva mia moglie.
<< Angie, non difenderla, ti prego! Si è comportata da bugiarda. In questi giorni ha fatto chiaramente la vittima della situazione, ripetendo come un pappagallo che è stata una moglie irreprensibile in questi anni, per tanto non meritava di venire tradita. Sì è dimenticata di dire che si è fatta sposare con l’inganno da un uomo che amava un’altra e che ha concepito un figlio per usarlo come alibi! >> Esclamo sconvolto, prima di alzarmi per raggiungere l’esterno. Ho bisogno di stare solo. Vorrei fumare una sigaretta ora ma non posso perché ho smesso per favorire la fertilità! Fertilità… un altro argomento che mi fa tremare dopo aver comparato le foto di quel bambino con quelle di famiglia.
 
 
[Diego]
<< Giuro, amico. Ti mancavano solo lo sguardo al raggio laser! >> Insiste Lorenzo, prendendo in giro David, mentre tutti e tre prendiamo un caffè alla caffetteria dell’azienda, terminata la pausa pranzo.
<< Vorrei vedere voi due, se saltasse fuori qualche palestrato che corteggia le vostre fidanzate! >> Esclama David, fintamente offeso.
<< Devo ricordarti che quando è arrivato Nataniel l’ho beccato che abbracciava Isabella? Per poco non lo stendevo! >> Rammento. Mi sono sentito ribollire il sangue!
<< Sì, solo che poi il tale ha pensato bene di concentrare le sue attenzioni sulla mia di donna. >> Ribatte.
<< Eduardo, scusi, ma è da solo oggi? Dove sono i suoi colleghi? >> Domando al ragazzo del bar, notando che saltella da una parte all’altra.
<< Sì, sono da solo. Perdonatemi se non vi ho ancora servito i caffè, provvedo subito! >> Esclama.
<< Come mai è da solo? >> Gli domanda Lorenzo. Il barista sta per aprire bocca quando veniamo raggiunti da Cèsar.
<< A questa domanda posso rispondere io. Stavo per venire ad aggiornarti, Diego. Alvaro ha avuto un incidente d’auto e Siria ha dovuto anticipare l’inizio del periodo di maternità a causa di alcune complicazioni. A tal proposito, avrei pensato di proporre a Francesco di lavorare qui in caffetteria. So che con il suo curriculum è degradante, ma mi ha detto che gli serve con urgenza un impiego, anche uno tappabuchi. E poi so che ha già esperienza nel settore. >> Propone Cèsar.
<< Allora con Francesco abbiamo un sostituto. Ma ce ne serve un altro. >> Osserva mio fratello.
<< A questo posso pensare io, ho in mente la persona giusta. Potrebbe essere nostro cugino. Non si formalizzerà per il fatto che non sia un impiego da dirigente. Class, girando il mondo, è abituato ad accettare anche i lavori più umili. >> Osservo.
<< Benissimo, no? >> Acconsente David, quando Eduardo ci consegna i nostri caffè. Lo ringraziamo.
<< Dottor Mora, caffè anche per lei? >> Gli domanda il barman.
<< No, grazie. Ero solo venuto a cercarvi per comunicarvi questi cambiamenti. A più tardi. >> Ci saluta Cèsar, venendo ricambiato.
<< Scappo anch’io. Buon lavoro. >> Ci saluta David. Rispondiamo con un “ciao”, prima di rimanere da soli.
<< Prima ho parlato con Gonzalo. >> Esordisce, cambiando argomento.
<< E’ sempre deciso a sposarsi? >> Gli chiedo, pur conoscendo la risposta.
<< Veramente no. Ieri sera tra lui e Paola è successo qualcosa e questo l’ha fatto rinsavire. Non solo porrà fine al fidanzamento con Kelly ma vuole dire tutto a Paola riguardo Tommy. >> Mi riassume.
<< Stiamo parlando della stessa persona, vero? >> Gli chiedo incredulo. Annuisce.
<< Ha detto che l’ama. E che per questo non riuscirebbe a guardarla negli occhi (e non solo lì) tenendosi dentro questo segreto. >> Mi racconta. Lo capisco benissimo! Neanch’io riesco a mentire alla mia fragolina!
<< E così a te sta bene? Cioè non ti fa strano pensare a lei con uno dei tuoi migliori amici? >> Mi domanda.
<< Dovresti conoscere la risposta a tale domanda. Per me ora esiste solo Isa! >> Esclamo trasognato. Chi lo avrebbe mai immaginato che con il tempo sarebbe divenuta così disinibita nei miei riguardi? Ha abbattuto determinate barriere, pur arrossendo ancora in certi contesti e questo suo nuovo modo di fare mi piace ancora di più.
<< Apposto siamo, sei proprio andato. >> Borbotta mio fratello, agitando una mano dinanzi al mio viso. Ciò mi fa rinsavire.
<< Mi hai fatto una domanda? >> Gli domando tornando con la mente al presente.
<< No. >> Risponde secco.
<< A te da fastidio vedere Silvia e Giulio insieme? O sapere che Maria ha un figlio dal fratello del tuo migliore amico? No. E allora perché poni certe domande a me? >> Gli faccio notare.
<< Che c’entra? Tu con Paola ci sei stato per anni e le avevi anche proposto… >> Tenta di ribattere.
<< Sai bene per quali motivi lo avevo fatto. Paola non l’amavo già da tempo, per tanto sapere che Gonzalo l’ama non mi crea alcun problema. Né me ne creerebbe il contrario. Dopo tutto quello che le ho fatto, e la pessima avventura con Alec, spero davvero che trovi la serenità! >> Affermo. Per lo meno mi sentirò in pace con la coscienza una volta per tutte.
 
 
 
[Silvia]
<< Mi dispiace dire certe cose trattandosi di tua cognata e tua sorella, ma la bionda tinta junior nei panni della madre e moglie proprio non me l’ero mai immaginata. E fatico ad immaginarla. >> Commenta Sandra, durante l’ennesima riunione della banda per discutere sugli invitanti avvenimenti di ieri. Isa ed io ci scambiamo uno sguardo eloquente.
<< Non è più la ragazza di un paio di mesi fa. La gravidanza l’ha cambiata. >> Fa notare loro Isabella.
<< Non vogliamo certo mettere in dubbio il potere che un figlio esercita su di te. Ti cambia la vita. E voi, belle signorine, nessuna novità all’orizzonte? >> Ci domanda eccitata Annamaria. La mia amica ed io ci scambiamo un altro sguardo per poi scuotere il capo.
<< E cos’è quel sorrisetto sul suo volto? >> Mi domanda Mariana, dandomi una gomitata. Stavo ripensando alla conversazione avuta ieri sera con il mio Giulio e non mi sono accorta di sorridere come un’ebete!
<< Stavo solo pensando che sicuramente, prima di indossare abiti da gestante, magari indosserò un bel abito bianco. >> Fantastico. La banda si agita emettendo dei gridolini che potrebbero benissimo attirare l’attenzione di qualcuno di non troppo tollerante, come ad esempio Lorenzo.
<< Ragazze, dai, se vi sente il dottor Lorenzo viene qui e ci fa una lavata di capo! >> Cerca di chetarle Isabella, partorendo il mio stesso pensiero.
<< Oh mio Dio! Ci stai dicendo che ti ha chiesto di sposarlo? E ce lo dici così? >> Si gasa Sandra.
<< No, non volevo dire questo. Era solo una mia fantasia, una mia speranza. Mi piacerebbe sposarmi e solo dopo avere dei figli. >> Preciso. Mi sono lasciata prendere troppo dall’entusiasmo e ho parlato senza pensare che qualsiasi confidenza fatta alla banda diventa un pettegolezzo!
<< Sandra, ore sei tu nel mondo delle favole? >> La canzona Mariana.
<< Stavo ripensando a quando eravamo noi al loro posto. Giovani e piene di progetti, ve lo ricordate quando io e Mariana abbiamo annunciato che ci sposavamo? >> Rammenta Sandra alle altre.
<< Come dimenticarlo? Abbiamo festeggiato il miracolo per settimane! >> Le canzona Berta, beccandosi uno scappellotto sulla spalla da Sandra. Però sono carine! Devono essersi divertite molto a lavorare tutte insieme durante tutti questi anni!
<< Silvia, mio figlio mi ha detto che ha partecipato al ricevimento di ieri ma è stato evasivo sull’argomento. Non mi ha raccontato cos’ha mangiato, a che tavolo era seduto. Nulla! >> Interviene Annamaria. Isa ed io ci scambiamo un altro sguardo. Sto per rispondere quando Berta mi batte sul tempo.
<< Annamaria dì la verità. Vuoi sapere se è finito allo stesso tavolo con Lena, o se è successo qualcosa con la madre di Silvia! Abbiamo visto dalla foto profilo di Alma, aggiornata questa mattina, che era presente al ricevimento. >> Specifica Sandra. Maledetti social, è impossibile tenere qualcosa nascosto di questi tempi.
<< Bhe, in effetti Jimmy era seduto al mio stesso tavolo. Ma lui e Lena non si sono praticamente rivolti la parola durante tutto il corso del banchetto. >> Spiego.  Bhe, non è una bugia dato che a tavola praticamente non si sono parlati. Annamaria mica mi ha chiesto se è successo qualcosa dopo!
<< Magari ha incontrato una nuova fiamma! C’erano ragazze single? >> Ci domanda Mariana.
<< Sì, ma non so dirti con chi abbia o non abbia parlato. >> Risponde Isabella. Oddio, se a 35 anni, quasi 36, mia madre mi tormentasse così di domande sulla mia vita non so se la prenderei tanto bene.
<< Oddio ragazze, è tardissimo! Devo assolutamente finire di fare quelle fotocopie, o dovrò rimanere per gli straordinari! >> Si lamenta Mariana, interrompendo il discorso. Grazie a Dio!
<< Anch’io devo finire alcune cose prima di staccare. Su, ragazze, al lavoro. In tram continueremo il discorso. >> Sentenzia Berta. Prendo sotto braccio Isa quando ci allontaniamo.
<< Ti immagini cosa accadrà quando scoprirà che suo figlio si è rimesso con Lena? >> Mi domanda sottovoce Isa.
<< Devo chiedere a Jimmy di dirmelo se ha intenzione di dare la notizia qui in azienda, così quel giorno mi do malata! >> Esclamo. Isa ridacchia.
<< Non so se Diego e tutti gli altri sarebbero concordi sulla scelta della location per dare tale notizia ad Annamaria! >> Osserva.
 
 
[Armando]
Mi preparo psicologicamente al fatto di dover ascoltare e consolare un uomo distrutto. Come biasimarlo? Ero ridotto a livello di un’ameba quando Betty partì per Cartagena, quando mi abbandonò al mio destino, quindi so perfettamente come ci si sente con il cuore e l’anima in pezzi. Dopo aver chiuso la macchina premendo l’apposito bottone sulla chiave accedo al bar, con cinque o sei minuti di anticipo sull’ora concordata con mio cognato.
<< Ah, ma sono in ritardo? >> Gli chiedo, quando lo noto al bancone del bar. È praticamente stravaccato dato che appoggia il braccio su di esso e la mano sulla tempia. Andiamo bene! Spero che sia il primo aperitivo che beve perché non vorrei doverlo sorreggere!
<< No. Sono arrivato un po’ in anticipo. Ciao Armando. >> Borbotta, bevendo un sorso di qualsiasi cosa abbia ordinato.
<< Non credo che sfondarsi di alcol cambierà la realtà! >> Gli faccio notare.
<< Lo sai cosa mi ha detto la sera della cena di fidanzamento di tua figlia, in ascensore? “Quando la smetterai di sentirti in competizione con Daniele? Io tanti anni fa l’ho lasciato per te”. Non sapevo che si riferisse a dopo che mi aveva tradito, e non a quando ci siamo conosciuti. >> Mi racconta, scimmiottando la voce di mia sorella quando cita le sue parole. Nel frattempo ordino al barman.
<< Ovviamente avevi ragione su tutta la linea nel sentirti in competizione con lui. Sai, ripenso spesso a quel periodo. Mi ricordo che tu lavoravi sempre… mi sono chiesto se Camilla non si sentisse sola, in un certo senso. I rapporti con i miei genitori e con Marcella continuavano ad essere tesi. Mariabeatrice, all’epoca incapace di partorire un pensiero proprio (non che ora sia migliorata) seguiva Marcella a ruota. Io ero troppo preso da… da me. Tu eri l’unica persona affine per lei. E mancavi spesso alle riunioni di famiglia. Mia sorella faceva tanto la dura ma il suo più grande punto debole era la paura della solutine. Io scommetto ciò che vuoi che Daniele ha toccato quel nervo. >> Rifletto.
 
Era l’ultimo dell’anno del 1996. Daniele e le sue sorelle e mia sorella con il piccolo Class erano arrivati prima, gli adulti con il fine di aiutare nell’allestimento della tavola, tuttavia mancava una persona all’appello: mio cognato. Marcella e Mariabeatrice si erano chiuse nella stanza di mia madre per truccarsi, Daniele e mio padre si erano chiusi nello studio di quest’ultimo a discutere di economia mentre io mi ero trattenuto con mia madre e la domestica per aiutare. Camilla se ne stava dinanzi alla finestra e guardava al di là di essa, pensierosa. Osservai la mamma guardarla prima di scuotere il capo.
<< Tuo marito doveva lavorare proprio oggi? >> Si lamentò la mamma.
<< Non è come il tuo pupillo, con orari flessibili, un lavoro di moderata fatica in una realtà che chiude durante le feste e un’azienda di proprietà che gli fornisce introiti extra qualora volesse smettere di lavorare. Mio marito lavora duro e non può decidere di stare a casa quando gli comoda. >> Rispose a tono Camilla, difendendo suo marito quando, evidentemente, le rodeva (e anche molto) che lavorasse il giorno del loro primo anniversario di nozze.
<< Mamma, Cami, ce la fate ad evitare di litigare e farci passare un cenone tranquillo? >> Chiesi.
<< Ad ogni modo stacca alle 19. Ha promesso di esserci. >> Precisò Camilla, distogliendo lo sguardo dal panorama al di là della finestra, per sorridere al suo bimbo che emetteva dei versetti e muoveva le braccine e le gambine. Sì, con il senno di poi è chiaro che si sentisse un po’ sola!
 
<< E QUESTA SAREBBE UNA GIUSTIFICAIZONE?! SE TI SENTI SOLA ESCI CON UN’AMICA, NON TI FAI SCOPARE DAL TUO EX! >> Sbotta. Mi passo una mano in fronte scuotendo la testa, prima di fare cenno al barman che è tutto apposto.
<< Sei pazzo? Stai dando spettacolo. Di nuovo! Siamo già la barzelletta di tutti, vuoi finire di nuovo sul web? >> Lo redarguisco.
<< Scusa, ma non sopporto che le si procurino giustificazioni! >> Esclama.
<< Mi sono espresso male. Non era un tentativo di giustificarla ma stavo riesumando un episodio per spiegarmi il come mai. Daniele ha fatto chiaramente leva su questo aspetto. >> Lo faccio capire.
<< E lei ci è cascata! Perché era ancora attratta da lui. >> Constata. Come dargli torto? Se non ne fosse più stata attratta lo avrebbe respinto senza esitazione.
<< Quando torna dal suo viaggetto… >> Interviene ma lo freddo immediatamente.
<< Cosa? Lo ammazzi? Vuoi finire direttamente in carcere sto giro, senza passare per il web? Cerca di rimanere calmo e sano di mente. Quando Daniele torna ci parlo io. >> Gli ordino.
<< Per dirgli cosa? Che è uno stronzo con i tuoi modi garbati da gentleman? >> Ironizza. Sospiro snervato.
<< Per sapere se era davvero necessario tediarla! Una persona sana di mente non si avvicinerebbe ad un’altra che è sposata. >> Osservo.
<< Perché è un bastardo! Perché mi ha sempre odiato, cos’altro c’è da capire? Chissà come si è divertito con mia moglie quand’era ubriaca, qualche settimana fa! >> Esclama. Come? Sa del bacio?
<< Togliti dal viso quell’espressione sorpresa. Sì, nonostante i vostri tentativi di tenermelo nascosto so del bacio. Lo so da settimane! >> Rivela.
<< Non te la prendere con noi. Credi che fossimo felici di scoprire che lo aveva baciato?! Ma cosa dovevamo fare? Far scoppiare un pandemonio? È ovvio che lo abbiamo tenuto nascosto. >> Osservo. Prevedo tempi duri. I futuri incontri di mia sorella e suo marito si trasformeranno in incontri di wrestling, per non parlare di quando Kris incontrerà Daniele in occasioni sociali!
<< Cosa mi dici di Class? Spero tu non lo abbia criticato! >> Esclamo, cercando di capire come ha preso la notizia della sua relazione con un uomo.
<< Non mi chiamo Daniele Valencia. Francamente sono troppo impegnato ad odiare quello stronzo, per avere anche le energie di scontrarmi con mio figlio. Di guerra famigliare ne basta una! >> Esclama. Per lo meno mio nipote e il suo ragazzo sono salvi!
 
 
 
 
[Sebastian]
<< Amore, calmati. Sembri impazzito. >> Cerca di tranquillizzarmi mia moglie.
<< Ho appena scoperto che sono stato concepito come alibi quindi forse sì, sono impazzito! >> Tuono, trascinando i nostri trolley verso l’ingresso. Non intendo rimanere sotto il suo stesso tetto.
<< Parliamone, ok? >> Cerca di trattenermi Angie.
<< Di cosa? Mia madre mi ha mentito per trent’anni! >> Esclamo.
<< Almeno tu puoi ancora parlarle. Vuoi davvero passare la vita ad odiarla? >> Mi domanda, con gli occhi velati di lacrime. L’abbraccio.
<< Scusa, piccola. Sono qui che inveisco contro mia madre, mentre tu attraversi il trauma più grande della vita. Ma cosa posso fare? Sono arrabbiato, deluso, amareggiato… >> Elenco, quando noto la domestica che sosta educatamente a pochi passi da noi.
<< Scusate, devo portare giù anche gli altri bagagli quindi? Il beauty della signora e il suo borsone? >> Mi domanda la domestica. Mia moglie ed io ci scambiamo uno sguardo.
<< Sì, Teresa, la ringrazio. Staremo per qualche tempo in albergo. >> Le risponde Angie, guadagnandosi un bacio. Speravo di poter uscire di casa prima di incontrarla ma le mie preghiere svaniscono quando sento la sua auto parcheggiare nel vialetto. Mamma resta interdetta quando vede le valigie nell’ingresso.
<< Ciao. Ma cosa significa? Partire così improvvisamente? >> Ci domanda.
<< Stai calmo… >> Mi suggerisce Angie, tenendomi per mano.
<< No. Andiamo a stare in albergo perché ho sviluppato un’allergia che non riesco a superare. >> Ironizzo.
<< Che tipo di allergia? Teresa, hai cambiato i prodotti per spolverare? Quante volte ti ho detto di usare… >> Interviene la mamma.
<< Teresa non centra nulla. Sono allergico alle mamme bugiarde! >> Esclamo saturo. Mamma mi guarda con la faccia da pesce lesso.
<< È passato a trovarci papà! Con parecchie novità interessanti! >> Annuncio. Mamma prova a toccarmi un braccio ma io mi discosto.
<< Non mi toccare. Dimmi solo una cosa: mi hai mai amato? >> Le domando.
<< Seba! Come puoi chiedermelo? Tu e Gonzalo siete la mia vita! >> Esclama, accarezzandomi il viso.
<< TE LO CHIEDO PERCHE’ SUONA UN PO’ IPOCRITA CHE UNA DONNA CHE PIANIFICA UNA GRAVIDANZA PER PARARSI IL CULO, POSSA AMARE QUEL BAMBINO! E GONZALO PERCHE’ È ARRIVATO? >> Tuono fuori di me.
<< Per amore! >> Biascica.
<< SMETTILA DI MENTIRE! ORA CHE SO COME SONO STATO CONCEPITO DIMMI PERCHE’ SEI RIMASTA INCINTA DI MIO FRATELLO! >> Tuono, ribadendo la domanda.
<< Che importanza ha? Io ho sempre amato te e tuo fratello. Sono sempre stata una madre amorevole perché vi adoro. >> Svicola. Mi divincolo ancora una volta per sfuggire al suo tocco.
<< Rispondi a questa domanda, o uscirò da quella porta e non mi vedrai più! >> La ricatto.
<< Sono rimasta incinta accidentalmente, contento? È successo quando ho interrotto la pillola perché aveva iniziato a darmi dei problemi. >> Confessa. Mi scappa un risolino isterico.
<< Perciò nessuno di noi due è stato voluto. >> Constato, infilandomi il cappotto.
<< Anzi, io sì che sono stato voluto. Per i motivi più tremendi, ma voluto! >> Ironizzo, guardandola torvo.
<< Sebastian, ti supplico, perdonami per non averti mai detto cos’era successo tra me, tuo padre e Mariapaola! >> Esclama, con le lacrime agli occhi, afferrandomi per le spalle con l’intento di farmi voltare.
<< Credi sia questo che mi rode? Allora non capisci proprio nulla. IO STO COSì PERCHE’ HO SCOPERTO DI ESSERE IL FRUTTO DI UN MACCHINAMENTO! SEI RIMASTA INCINTA PERCHE’ AVEVI DETTO A MARIAPAOLA QUELLA BALLA! Come hai fatto, eh? Hai accidentalmente dimenticato di prendere la pillola? >> Domando ironico.
<< E cosa dire della balla che hai inventato perché papà non diffondesse la notizia che sono nato settimino? Per evitare domande intime da parte di conoscenti e amici. DAVVERO UNA BRAVA COMMEDIANTE! >> Esclamo, applaudendo un paio di volte. Mamma ha il volto rigato dalle lacrime.
<< Seba, basta, dai. >> Cerca di fermarmi mia moglie.
<< In questi giorni hai recitato la parte della moglie ingiustamente tradita. Sei un’ipocrita! Invece tutte quelle corna te le sei merit… >> Tento di aggiungere in preda alla rabbia, quando vengo travolto da un ceffone di mamma.
<< Per più di trent’anni ho cucinato per tuo padre, sopportato le sue amanti, le sue giornate storte, tutte le volte in cui la sera si chiudeva nello studio per lavorare quando in realtà beveva, per poi venire a letto e servirsi anche di me qualora non avesse qualche sgualdrina a disposizione. Ho continuato a rimanergli fedele, ho amato con tutto il cuore i nostri figli. HO FATTO TUTTO QUESTO PER AMORE! QUINDI NON PUOI VENIRMI A DIRE CHE MI MERITAVO I SUOI TRADIMENTI, PERCHE’ SONO SEMPRE STATA LA MIGLIORE DELLE MOGLI, E TI POSSO ASSICURARE CHE HO VISTO MOGLI LASCIARE I PROPRI MARITI MOLTO PRESTO E PER MOLTO MENO! NON TI PERMETTO DI PARLARMI COSì! >> Sbotta. La tensione è al limite e tutti e tre i nostri visi (quattro considerando Teresa che si è defilata ma che starà piangendo chiusa in cucina) sono rigati dalle lacrime.
<< Se eri disposta a sopportare tutto questo, perché hai deciso di lasciare papà un bel giorno? >> Le chiedo. << Tanta fatica per poi lasciarlo nelle mai di Mariapaola? >> Aggiungo.
<< Quel giorno avevo scoperto che l’amante occasionale di tuo padre non era più una segretaria d’ufficio, una sua collega, o la moglie di qualche nostro amico. Ma che era una puttana. Abbiamo litigato violentemente e ho detto che era troppo per me, che ero stanca. Così lui ha preso la palla al balzo per andarsene. Ha fatto sembrare che fosse una mia idea. >> Mi spiega, esaurendo il discorso.
<< Porto in macchina i bagagli. Andremo a stare in albergo. >> Taglio corto, alla fine del suo sproloquio.
<< Angie… >> La sento dire dall’ingresso verso mia moglie.
<< Dagli del tempo. Un po’ di distacco farà bene a tutti. >> Cerca di farle capire mia moglie.
 
 
[Betty]
Mi sciugo velocemente le mani con uno strofinaccio e raggiungo mio marito in soggiorno quando sento che è rincasato. Sprofonda sul sofà e mi protendo per baciarlo.
<< Ti vedo troppo stanco per essere reduce da una semplice chiacchierata. >> Osservo. Solleva un sopracciglio.
<< Chiacchierata? È stato un incontro di lotta libera! Nostro cognato è imbufalito, con Daniele più che con sua moglie! Vuole riempirlo di botte. Ieri non si è sfogato a sufficienza! >> Ironizza.
<< Di solito funziona così: è sempre l’altra persona a venire presa di mira. Questa è la più grave conseguenza della gelosia! >> Gli faccio presente.
<< Secondo lui Cami è ancora attratta da Daniele, lo è sempre stata. Ha condiviso questi dubbi anche con i ragazzi, oggi a pranzo. >> Mi racconta.
<< Visto com’è andata la breve riunione di ieri sera sotto al portico credo che Lena ne farà una tragedia. Farà la guerra a sua madre. Non credi sia il caso che stia con il padre per un po’? Tua sorella ha bisogno di riflettere e avere una figlia per casa che ti fulmina con lo sguardo non aiuta. >> Suggerisco.
<< Che abbia bisogno di riflettere è poco ma sicuro. Kristoff non è scemo è solo un po’ impulsivo e suscettibile. Lui certe cose le aveva capite molto tempo fa. >> Osserva Armando.
<< Ed è sempre rimasto con Camilla. Deve amarla molto! >> Constato. Cosa ci troverà mia cognata in Daniele?
<< Io credo che mia sorella si sia calata in un ruolo che non le apparteneva: quello di moglie e madre. Mi domando se non fosse rimasta incinta di Class si sarebbe mai sposata con Kristoff? O per meglio dire sarebbe mai rimasta con lui o sarebbe tornata da Daniele? >> Si domanda mio marito.
<< Sono cose che si è chiesto anche Kristoff? >> Gli domando. Annuisce.
<< Dopo averla ignorata per anni, si è arreso a una verità ineluttabile: mia sorella è ancora attratta da Daniele e lo è sempre stata. >> Conclude, ammettendo questa verità anche a sé stesso.
<< Restano sempre supposizioni, no? >> Obbietto.
<< È per questo che domani andrai con lei alla spa. >> Mi rammenta, baciandomi castamente prima di andare verso la camera da letto per indossare una tuta com’è solito fare la sera quando restiamo a casa e non attendiamo ospiti.
 
 
[Camilla Senior]
Come ho fatto ad essere così stupida, pensando che prima o poi la verità non sarebbe emersa? Così debole cedendo alle avances di Daniele? Mio marito sen è andato, mia figlia probabilmente mi odierà per sempre e tutto questo lo devo a me, alla mia irrequietezza, alla mia incoscienza giovanile e alla mia eterna indecisione. Riemergo dai miei pensieri quando sento una chiave nella toppa della serratura.
<< Ciao. >> La saluto, venendo ricambiata nel medesimo modo.
<< Tuo fratello? >> Le domando, guardandola togliersi il cappotto per poi appenderlo al suo posto. Mi rivolge le spalle.
<< Da Francesco. Io non ceno, buonanotte. > Cerca di svicolare.
<< Lena, ti supplico, parliamone. Non credevo… >> Tento di attirare la sua attenzione. A quanto pare ci riesco poiché si volta e mi ritrovo addosso i suoi occhi iracondi.
<< Non credevi che sarebbe successo questo? COSA CREDEVI? DI POTERLO TENERE NASCOSTO PER SEMPRE? O CHE PAPA’ SE NE ASSUMESSE LA COLPA DEL FATTO CHE TI SEI FATTA MONTARE DAL TUO EX PERCHE’ LUI LAVORAVA SEMPRE? >> Mi assale.
<< Sono tua madre, non puoi parlarmi così! >> Protesto, con gli occhi che mi si riempiono di lacrime.
<< Posso e lo faccio, perché è quello che è successo! Devi ammetterlo: tu ti sei pentita di essere rimasta incinta di Class e di aver sposato papà! Non era questa la vita che desideravi! >> Esclama, spezzandomi il cuore.
<< No, ti sbagli! Non ho mai smesso di amare papà e voi due! >> Le assicuro. È così: con Kristoff è stato un colpo di fulmine e mai mi sono pentita di non aver interrotto la gravidanza.
<< Sarà, ma in tutti questi anni, mentre eri innamorata di tuo marito, hai continuato a provare attrazione sessuale verso un altro uomo e io questo più che amore vero lo chiamerei amore malato! >> Esclama.
<< Lo hai fatto anche tu. >> Le rammento. Un ghigno compare sul suo volto.
<< Siete proprio anime affini tu e quello. Anche lui ha tirato in ballo la mia storia! Con la differenza che io non ho sposato David! >> Esclama.
<< No, ma lo avresti fatto. Continuando a vedere Jimmy. >> Le faccio notare.
<< Sono tua figlia, lo trovi così strano? Alcuni ereditano immobili, altri soldi, altri ancora ninnoli antichi… io ho ereditato la zoc… >> Sta per dire quando la blocco verbalmente.
<< Ti proibisco di dirlo! Io ho lottato per reprimere questa cosa che provavo verso Daniele, non hai idea di quanto abbia lottato! Ho messo un oceano di mezzo per poter vivere serenamente con l’uomo che amavo, un uomo a cui avevo fatto un male che non si meritava! >> Esclamo, facendo delle pause qua e là per il pianto.
<< È così? Sei ancora attratta da lui? Perché, mamma? Daniele Valencia non ti vuole, non ti pensa minimamente da anni, ama sua moglie… Perché continui? Non staresti meglio ammettendone i motivi una volta per tutte? >> Mi domanda.
<< E tu sapresti i motivi meglio di me? >> Le domando.
<< Sì. Perché tu scappi dalla verità, ma chi ti vive attorno non è scemo, compreso papà. Non hai mai smesso di amare Daniele ma quando te ne sei accorta era troppo tardi. >> Sentenzia, pensando di avermi letto dentro.
<< TI SBAGLI! SE FOSSE VERO AVREI ACCETTATO LA SUA RICHIESTA QUANDO MI PREGO’ DI LASCIARE TUO PADRE E SI OFFERSE DI CRESCERE CLASS! >> Preciso.
<< Però Daniele ti ha sempre intrigata e attratta, mamma. Questo almeno ammettilo. >> Conclude, raggiungendo la sua stanza per poi sbattere la porta. Sprofondo sul divano e mi rannicchio continuando a piangere. Forse è vero, Daniele ha sempre esercitato un certo ascendente su di me. Per questo avevo deciso di mettere un oceano a separarci. Tornare qui ha rovinato tutto!
 
 
 
[Maria]
<< Papà, non puoi digiunare, ti prego! >> Lo supplico, sedendomi accanto a lui sul divano e accarezzandogli un braccio.
<< La mamma ha ordinato anche le patatine fritte. >> Balbetta Tommy dal tavolo, dove sta divorando tutto.
<< Tesoro, prima di mastica e si deglutisce, e con la bocca vuota si parla. >> Lo redarguisco.
<< Non ho molta fame, scusa tesoro. Scoprire di essere stato un ripiego e di essere un ostacolo per il futuro insieme al vero amore della vita non stimola l’appetito! >> Esclama.
<< Io non credo che la mamma ti abbia visto come un ripiego. Siete stati felici, no? Non credi che fosse sinceramente innamorata di te in questi anni? >> Gli faccio notare.
<< Ed è sparito tutto così di colpo non appena si è chiarita con quello? >> Mi domanda.
<< Credo che abbia sepolto quel sentimento e che si sia riacceso quando ha capito che lui non aveva smesso di amarla. La mamma ti amava ma il sentimento verso Marcus era più forte, mi dispiace papà. >> Cerco di rincuorarlo. Gli accarezzo la mano e il gesto viene ricambiato.
<< E mi dispiace se il fatto che parliamo con lei o con Marcus ti faccia soffrire. >> Preciso, sentendomi in colpa.
<< Non voglio che smettiate di parlarle per causa mia. Oggi era molto felice mentre chiacchierava con Paola. Dopo tutto è vostra madre. Non voglio fare come quei genitori divorziati che usano i figli come armi. >> Conviene papà. Gli bacio una guancia.
<< Sei saggio e ancora molto attraente. Potrai rifarti una vita anche tu. >> Gli faccio notare.
<< Ora la mia vita è qui: le mie figlie, il mio nipotino e i miei nipoti futuri. >> Mi rammenta, come se fosse alla fine dei suoi giorni. È ancora troppo presto per parlargli di donne!
 
 
 
[Paola]
Non riesco a non pensare ai suoi baci, al suo sguardo su di me, a come mi guarda le labbra quando me le mordicchio. Sono così nervosa per questa serata. Dopo questo confronto sarà finalmente tutto chiaro e diventerò ufficialmente la sua ragazza? Sono talmente agitata che non riesco neanche ad andare dritta mentre mi metto il rossetto. Interrompo quest’operazione quando ricevo un messaggio WhatsApp di Kelly, dopo aver ignorato una sua chiamata. Non me la sento di parlarci: se lo facessi non so se avrei la forza di vedere Gonzalo tra poco! Nel messaggio mi prega di vederci per cena, dicendomi che Gonzalo farà tardi in ufficio. Le rifilo la medesima scusa che ho usato con Fernando ovvero un’esistente cena con due vecchie compagne dell’università. So perfettamente che da domani Kelly mi odierà. Le spezzerò il cuore e vivrò per tantissimo tempo con questo rimorso!
 
 
 
[Helena]
L’unica persona con cui posso sfogarmi è lei, mia nuora. Mio figlio ha usato parole tremende per descrivermi e sono a pezzi. Tutte le mie azioni, anche le più deplorevoli, le ho compiute spinta da un unico sentimento: l’amore verso Marcus. Perché nessuno riesce a capirlo? So che mia nuora è da sola perché quando poc’anzi mi ha chiamata, dicendomi di dovermi parlare, ha aggiungo che mio figlio tramite un messaggino le ha fatto sapere che si tratterrà in ufficio un po’ di più per terminare delle cose. Ho preso subito l’auto e ho percorso il breve tratto di strada che separa le nostre case, bisognosa anch’io di sfogarmi con un’amica sincera. Suono il campanello quando giungo dinanzi alla porta del loft. Sbianco quando la vedo: ha il viso rigato dalle lacrime e trema.
<< Tesoro, cosa succede? >> Le domando, sorreggendola per un braccio.
<< Helena… dopo averti chiamata sono caduta per scale… >> Singhiozza, aprendo leggermente le gambe. Le due macchioline di sangue sui leggings bianchi che indossa, all’altezza delle parti intime, sono inequivocabili. Mi sento venir meno!
<< Ho già chiamato un’ambulanza. >> M’informa. Io al suo posto non sarei mai riuscita ad alzarmi e a chiamare un’ambulanza senza perdere la calma! Nell’attesa dei paramedici le prendo un bicchiere d’acqua mentre io mi verso qualcosa di più forte.
 
 
 
[Gonzalo]
Lo so: avevo detto a Paola che al cibo e al bere avrei pensato io, ma non mi sembrava giusto che si spendesse tanto per una serata destinata a terminare drammaticamente. Perciò non ho portato nulla. Non ci sarà il tempo né di bere, né di mangiare, né di fare altro visto che non appena avrò vuotato il sacco mi sbatterà fuori a pedate nel sedere. Mi sento male al solo pensiero ma ormai ho deciso: devo dirle la verità! Sbuffo quando mia madre chiama per la ventesima volta nell’arco di cinque minuti. Poso la valigetta in macchina, dove stato per salire per raggiungere Paola, e decido di rispondere per poter togliermela di torno.
<< Mamma, ho da fare! >> Esordisco accigliato.
<< Qualunque cosa tu abbia da fare rimandala. Kelly è caduta dalle scale! L’ambulanza la sta portando al pronto soccorso ed io le sto dietro in macchina. >> Mi spiega senza tanto girarci intorno. Le chiedo subito in quale ospedale sono diretti e salgo subito in macchina, uscendo celermente dal parcheggio. La prima cosa che faccio è chiamare Paola, la quale risponde dopo pochi squilli.
<< Ciao. Stavo finendo di prepararmi, credo ti piacerà… >> Esordisce felice. Si aspettava una bella serata romantica, invece sarebbe stata la sera in cui le avrei spezzato il cuore. Ma neanche questo avverrà.
<< Dovremo rimandare. Mi ha appena chiamato mia madre, Kelly è caduta per le scale e sono dirette al pronto soccorso. Hanno chiamato un’ambulanza quindi sarà grave! >> Le racconto.
<< Oh mio Dio. In quale ospedale? Vi raggiungo. >> Risponde.
<< Ti mando la posizione. >> Le rispondo. Seguono attimi di silenzio, restiamo così sospesi per non so quanto, desiderando che questo incidente non sia successo. Desiderando di poter essere con lei adesso, anche solo per 5 minuti prima di essere cacciato. Quando avesse aperto la porta, le avrei rubato il bacio più prolisso e romantico del mondo, consapevole che sarebbe stato l’ultimo.
 
 
[Roberta]
Seguitiamo quello che abbiamo cominciato oggi in ufficio, continuando a baciarci anche lungo il corridoio. Ci siamo separati solo per le scale, per evitare di romperci l’osso del collo.
<< Come hai trovato quel ristorante? Dall’esterno sembra così anonimo, ma dentro è intimo e piacevole. >> Gli domando, accarezzandogli il petto sopra la camicia.
<< Cercavo un posto nuovo. Un posto piccolo, tutto nostro, dove non avremo rischiato di incontrare qualche mia ex. Quando usciamo il più delle volte finisce così e mi dispiace! Volevo regalarti una serata perfetta. >> Risponde. Sorrido prima di baciarlo.
<< Ogni serata è perfetta. Credi che mi spaventino le tue ex? So bene come rimetterle al loro posto. >> Gli rammento.
<< Lo so benissimo. Però volevo lo stesso regalarti una serata senza qualcuno che ci osservasse. >> Ribatte. Lo bacio.
<< È stata una serata perfetta. >> Gli assicuro.
<< E se ti dicessi che la serata non è finita? Che potrebbe anche migliorare? >> Mi domanda misterioso ed euforico.
<< Addirittura? Cosa c’è di più di “perfetto”? >> Gli domando, prima di essere dolcemente voltata. Lorenzo mi mette una mano davanti agli occhi e mi accompagna dolcemente verso la camera da letto, o almeno così penso. Ma quando mi toglie la mano e apro gli occhi mi accorgo che questa non è la nostra stanza da letto ma la stanza degli ospiti, anzi la ex stanza degli ospiti. Mi volto e gli sorrido. Il mio amore mi avvolge le braccia attorno alle spalle.
<< Ora ho capito cosa facevi nel mio ufficio. Hai preso dal mio mazzo di chiavi la chiave del garage della villa dei miei? >> Constato. Volto leggermente il capo e annuisce, prima di baciarmi. Mi libero del suo amorevole abbraccio per poter esplorare la stanza. Ha trasformato la stanza degli ospiti nella cabina armadio che tanto desideravo, prendendo dal garage dei miei alcuni mobili che ho messo lì quando ho abbandonato il mio ex appartamento. Nella stanza sono presenti anche la mia poltrona preferita e una zona trucco attrezzata di specchio e poltrona.
<< Lo so, è un po’ scomoda perché non comunica con la camera da letto. >> Osserva. Gli allaccio le braccia al collo.
<< È perfetta, amore mio. Hai anche messo la poltrona rosa che mi ha regalato tuo nonno. >> Osservo felice. Non ci sarà stato un legame di sangue, ma è stato anche per me come un nonno!
<< Non poteva mancare! >> Esclama, guadagnandosi un bacio.
<< Ma come hai fatto? Che fine ha fatto la camera degli ospiti? >> Gli domando.
<< Ho ingaggiato una ditta di traslochi che hanno lavorato ieri e oggi, per smontare la stanza da letto e installare questi mobili. Farei di tutto per renderti felice e accontentarti! >> Esclama.
<< Ti amo così tanto! >> Gli rammento.
<< Ti amo anch’io amore! >> Mi ricorda, mentre mi accompagna dolcemente verso la stanza da letto. Ridacchio.
 
 
FINE CAPITOLO 85.
 
 
Vi chiedo infinitamente scusa per il ritardo. Il capitolo come vedete e bello lungo e ben dispensato di urla, litigi, tensione, parole forti e abbiamo avuto anche due ceffoni. Pensate che Lena e Sebastian abbiano esagerato con le parole contro le rispettive mamme? Il cuore di Osvaldo è andato definitivamente in pezzi: qualcuno lo ricostruirà mai? Come starà il bambino di Kelly? Grazie a chi leggerà e commenterà.
 
 
   
 
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