Dopo quello che era accaduto, Chloé non aveva più voluto la colazione a letto dal suo maggiordomo nei giorni seguenti. Certamente sapeva che quando le aveva fatto del male lui non era in sè, ma non riusciva a dimenticare la sensazione di impotenza, ed il fatto che si fosse sentita in colpa. Si chiedeva perchè non fosse mai andata bene con nessuno. Non pensava però alla magia che si era creata tra lei e Jean-Yves mentre lo salvava e salvava se stessa, e a come era riuscita ad essere più forte del controllo mentale di Orsaccio.
Quella mattina volle andare a fare colazione in sala, soprattutto per stare un po' con la madre. Decise di tenere gli occhiali da sole sul naso, un po' per mascherare la stanchezza e la delusione dovute ai giorni precedenti, un po' per sfuggire allo sguardo di Jean-Yves. Inoltre non voleva che la madre o qualcun altro potessero vederla in quello stato: voleva sempre apparire al meglio, in ogni occasione! Dopotutto, era la figlia del sindaco di Parigi! Così, avanzò lentamente ma solennemente verso il tavolo dov'era seduta Audrey. -"Ciao mamma.", disse piano. -"Ah, Chloé, cara...", rispose quella poco attenta, mentre le squillava il cellulare: ovviamente era una telefonata di lavoro. Chloé sbuffò seccata. Mentre la madre parlava al telefono, la ragazza si accorse che alla tv stavano trasmettendo il telegiornale, che mostrava le scene di quando il sentimostro di Orsaccio distruggeva il ponte di Brooklyn stringendo Queen Bee nella mano. Chloé sussultò e strinse i denti: cosa avrebbe detto la madre? Allora abbassò la testa e si coprì lateralmente il viso con la mano: aveva paura che qualcuno potesse considerare Queen Bee come una buona a nulla, visto che in quel momento era stata inerme, sotto le grinfie dell'akumizzato. Fortunatamente la madre fece poco caso alle immagini alla televisione, e, finita la telefonata, si girò verso la figlia, e disse prontamente:-"Chloé,cara, oggi indosserai delle mie creazioni. Avrai la possibilità di posare per una rivista...Ma dov'è finito Jean-Yves?" chiese sorpresa. Chloé non sapeva cosa inventarsi, poi disse frivolamente:-"Ehm, non so, sarà andato sopra a prendermi la borsa!", tentò di giustificarsi. Audrey alzò un sopracciglio, dubbiosa. Infine si alzò, e disse:-"Va bene. Vieni cara, andiamo a farci una bella sauna rilassante!", e si avviò verso le sale di bellezza. Chloé tirò un sospiro di sollievo. Intanto si accorse che non c'era quasi nessuno in sala colazione: non aveva mai visto un hotel così silenzioso! Si guardò intorno, e Jean-Yves non era da nessuna parte! Fu per la prima volta che avvertì un forte vuoto. Così decise di seguire la madre.
Jean-Yves era in camera sua, seduto sul letto, al buio, con le spalle rivolte al balcone. Non aveva ancora tirato su tutta la persiana. Rifletteva a testa bassa. Per quanto ancora poteva andare avanti in quel modo? Non ricordava quasi nulla dell'akumizzazione, se non una forte energia positiva che ad un certo punto lo aveva avvolto e lo aveva costretto ad arrendersi mentre era Orsaccio. Cos'era quella sensazione? Amore o sottomissione? Non riusciva a capire. Cosa provava per la signorina Chloé? Comunque decise che in quel momento non era importante. Il suo sguardo ricadde sul libro di Queen Bee che aveva sul comodino. Era pericoloso tenerlo ancora lì. Così si alzò risoluto: aveva deciso di fare la sua proposta a Chloé.
Chloé era in accappatoio, nella sala relax, pronta per la sauna. Improvvisamente sentì bussare alla porta. Si girò. La porta d'ingresso non arrivava fin sopra il soffitto, così vide sbucare dallo spazio vuoto il suo Mr. Cuddly, che veniva fatto muovere dalla mano di Jean-Yves. "Cosa voleva adesso con quel pupazzo??", si chiedeva spazientita Chloé. Allora andò ad aprire. Si ritrovò il suo maggiordomo, che nascose il suo orsacchiotto prontamente dietro la schiena, non appena la vide. Con sguardo abbassato, non privo di imbarazzo nel vederla così, ma con classe, le disse:-"Ehm, mademoiselle, buongiorno. Mi dispiace per quello che è successo in questi giorni, ma, giacchè domani sarà il suo compleanno, mi permetta di farmi perdonare: lasci che io le offra la cena. Ho qualcosa per lei." Chloé strabuzzò gli occhi dalla meraviglia. Arrossì, ma non sapeva se a causa dei vapori della sauna o dell'imbarazzo. Jean-Yves cercava di mantenere un atteggiamento compìto, ma in realtà aspettava trepidante la risposta di quella signorina! Perchè Jean-coso avrebbe fatto una cosa del genere? Nonostante tutto però sarebbe stata una cosa carina, e avrebbe avuto l'occasione di mangiare in un ristorante di lusso di New York, pensava Chloé. Allora, prontamente, prese il suo orsacchiotto dalle mani di Jean-Yves, e disse decisa:-"Va bene, accetto, Jean-Marc!"Jean-Yves sorrise soddisfatto. -"Mademoiselle, è molto gentile! Ora vado. Buona giornata!", e andò via veloce, così la ragazza non ebbe il tempo di chiedergli se sarebbe venuto anche lui al servizio fotografico! Poi richiuse la porta, strinse a sè Mr. Cuddly e sorrise.
Erano al servizio fotografico. Aveva già provato e indossato una miriade di vestiti. Il fotografo le diceva che pose e che espressioni assumere. Ad un certo punto le toccò di interpretare il ruolo della fanciulla triste, senza il suo amato. Chloé non aveva la più pallida idea di come fare: aveva amato sempre e solo se stessa, e non aveva mai provato una mancanza di quel tipo, visto che era sempre stata viziata ed accontentata da tutti. Aveva fatto centinaia di foto, ma nessuna era abbastanza convincente. Ormai era alquanto annoiata ed esausta. Mentre cercava di ascoltare le ultime esortazioni del fotografo, con gli occhi fissi nel vuoto di fronte a sè, improvvisamente vide Jean-Yves entrare nella sala, ed incrociò il suo sguardo. Era venuto! Sul viso di Chloé si dipinse un'espressione di meraviglia e schiuse le labbra, gli occhi lucidi e trasognati! Le passarono per la mente tutte le cose che erano successe in quei giorni, gli occhi le tremarono e una lacrima le scese da un occhio. Jean-Yves intanto la guardava con dolcezza e tenerezza, dopo che anch'egli era rimasto incantato dalla sua bellezza! -"ECCO! ERA QUESTO QUELLO CHE INTENDEVO!", esclamò gioioso il fotografo.
Era scoccata la mezzanotte, e Chloé era seduta nella sua camera e aveva lo sguardo perso nello specchio. Pollen si avvicinò a lei dolcemente, e le disse:-"Mia regina, ho saputo che è il tuo compleanno! Ho un dono per te!"Era sospesa, sorrideva pacificamente e sorreggeva un barattolino, con all'interno una sostanza densa e dorata: era miele! Chloé si girò verso l'apetta, aveva ancora un'espressione sognante! -"Questo è il mio miele! L'ho fatto apposta per te! E' magico! Ti renderà più forte contro i tuoi nemici, ma..." -"Oh, un regalo per me!" Purtroppo Chloé non le fece neanche terminare la frase, che subito le strappò di mano il barattolino, lo aprì e ingurgitò tutto il miele, affamata, leccandosi i baffi. Tutto accadde sotto gli occhi di una Pollen esterrefatta, che non riuscì a dire altro alla sua regina, se non :-"Ma...mia regina...ma almeno hai letto il libro??"-"Quale libro??", chiese Chloé superficialmente. Effettivamente la ragazza aveva detto la verità. Non sapeva ancora dell'esistenza di quel libro!
"OH NO", pensò Pollen preoccupata.