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Autore: genxha    22/04/2021    0 recensioni
La fanfic che state per leggere è il seguito di "you're mu best friend". Questa (anche in questo caso il titolo viene da una canzone) si svolge circa un anno dopo la sua conclusione, ma dovreste poterla leggere anche indipendentemente dall'altra.
Marinette ed Adrien hanno scoperto le rispettive identità segrete ed i sentimenti che provano l'uno per l'altra. Decidono di formare una coppia ma di tenere questo fatto segreto.
Naturalmente continueranno ad essere Ladybug e Chat Noir e combattere contro Papillon, che non ha ancora rinunciato al suo progetto di prendere i loro Miraculous.
Miraculous: le storie di Ladybug e Chat Noir - Zagtoon, Method Animation, Toei Animation, SAMG Animation, De Agostini Editore, Nelvana, Cartoon Network Studios Tutti i diritti appartengono ai rispettivi proprietari.
Genere: Azione, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Altri, Kagami Tsurugi, Luka Couffaine, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Marinette non è per niente mattiniera, ma la sera precedente aveva promesso ai suoi genitori che li avrebbe aiutati in negozio. 

Quindi, alle sette, scalza e in pigiama, con un gomito appoggiato al tavolo della cucina, la mano sinistra a reggere la testa, sta cercando di non addormentarsi facendo colazione.

“Non ho tempo per la doccia” borbotta tra un boccone di croissant e uno sbadiglio. “Apriamo tra venti minuti e devo ancora vestirmi”.

Tikki appare da da dietro la biscottiera: “Sbrigati, allora, a fare colazione! I tuoi sono già scesi in negozio”, le ricorda.

Marinette sbadiglia di nuovo, “Tikki, potresti evitare di fare la ‘voce della coscienza’ quando non sono ancora abbastanza sveglia da capire chi sono?”, poi riprende a mangiare. Immediatamente il cellulare si attiva mostrando un allerta Akuma vicino al Trocadero. “Oh, cavolo!” esclama la ragazza, finendo in un sorso la scodella di latte e andando al lavello per buttarsi dell’acqua fredda sul viso per poi infilarsi nella botola per camera sua. “Accidenti, è troppo lontano, non ho tempo di vestirmi!” sbotta tra i denti. “Tikki! Trasformami!”.


Mentre si lancia da un lampione all’altro lungo la Senna Ladybug pensa - Scommetto che quest’Akuma sarà di quelle per cui mi dovrò ritrasformare, peccato che sono in pigiama e non ho niente da dare a Tikki. Spero che gli altri abbiano qualcosa. - cercando con lo sguardo qualche altro eroe e vedendo con la coda dell’occhio un lampo arancione sui tetti alla sua destra.

 

Avvicinandosi al luogo dell’allarme, Ladybug comincia a capire con chi lei e gli altri eroi avranno a che fare: una strana nuvola grigio scuro turbinante vola sopra il Trocadero. Arrivando ancora più vicino si sente il tubare di migliaia di piccioni. 

Ladybug si ferma su di un tetto vicino e osserva la scena, scrolla le spalle e sbuffando borbotta: “No, meno male forse è una di quelle facili!” Poi si volta, dopo aver sentito un tonfo alle sue spalle e una voce ben nota. 

“Ciao Ladybug! Già sveglia?” Ladybug si trova di fronte Volpe Rossa, che la saluta con un gesto della mano.

“Lascia perdere, stavo facendo colazione, per fortuna che si tratta solo di Mister Piccione. Ma Papillon non impara mai? Da una parte dico meno male, perché le ultime sono state proprio diff...” Ladybug si interrompe perché una violentissima raffica di vento stranamente caldo costringe lei e Volpe rossa a sdraiarsi a terra per non volare lontano.

 

Sopra il turbine di uccelli sta volando un enorme piccione meccanico, l’apertura alare di almeno una decina di metri, con una grossa chiave sulla schiena che gira lentamente e fa muovere le ali del marchingegno. Sul petto c’è un foro con una grossa elica da cui esce un getto d’aria calda. In piedi, tra le ali del volatile meccanico c’è Mister Piccione, col solito richiamo di legno legato al collo.

 

“Oh, per la miseria….” commentano le due ragazze, coprendosi il viso con una mano, immediatamente raggiunte ed imitate da Chat Noir, Carapace e Ryuko.

 

“Milady, è sempre un piacere vederti.” Chat Noir aiuta Ladybug ad alzarsi, porgendole la mano e sfiorandola con le labbra quando la solleva. “Hai idea del perché questa volta?”

“Fa differenza, Gattino? Facciamo in fretta e chiudiamola qui!”

Chat Noir fa un passo avanti: “Hai sentito, uccellaccio? Tanto lo sai già come va a finire!” grida. 

L’Akumizzato si gira verso di loro e fischia nel richiamo per uccelli: una nuova raffica di vento sempre più caldo li investe costringendoli ad accucciarsi di nuovo.

Si raddrizzano subito e Chat Noir fa qualche passo avanti e grida per sovrastare il tubare dei piccioni: “Ehi, vuoi rifarci la piega ai capelli con quel coso?”, mentre Ladybug con la coda dell’occhio vede che i piccioni stanno circondando il tetto su cui si trovano. 

Gli eroi si raggruppano e Ladybug spiega: “Stavolta ha anche un sentimostro, dobbiamo trovare l’Amok. L’Akuma è sicuramente nel suo richiamo.” 

Chat Noir si gira di scatto e starnutisce violentemente “Qualsiasi cosa ma...” tira su col naso, “muoviamoci, queste piume mi uccidono”.

 

Mister Piccione si volta nuovamente verso gli eroi: “Non voglio farvi la piega, voglio i vostri Miraculous!” grida, poi fischia nel richiamo che ha al collo e un gruppo di piccioni si stacca  dalla nube, scendendo in picchiata verso Chat Noir.

 

Lui cerca di evitarli roteando il bastone, ma inizia a starnutire e Ladybug deve intervenire, lanciandosi verso di lui e creando uno scudo con lo yo yo.

“Attento, Micetto. Mi sa che dobbiamo occuparcene noi,” dice la ragazza, facendogli l’occhiolino, poi si volta verso gli altri: “Ryuko! Tienili lontani!” grida.

 

Ryuko annuisce ed esclama “Drago del vento!” evocando un turbine che scaglia i piccioni lontano dal gruppo di eroi.

 

“E ora liberiamoci dell’Akuma!” esclama Ladybug, lanciando lo yo yo verso Mister Piccione, subito imitata da Carapace che lancia il suo scudo come un freesbee. L’Akumizzato però fa ruotare il piccione meccanico verso di loro e con un getto d’aria calda manda le due armi fuori bersaglio, evitandole entrambe.
 

“Scendiamo sul piazzale, sarà più facile evitarlo!” suggerisce Volpe Rossa saltando giù dal tetto dove è raggruppata con gli altri eroi. 

“Giusto! Andiamo!” conferma  Ladybug, seguendola.

 

Pochi secondi dopo Ladybug, Chat Noir, Carapace, Ryuko e Volpe Rossa sono in cerchio nel piazzale del Trocadero. Il turbine  di piccioni intanto si è riunito e sta volando sempre  più vicino al gruppo. Troppo vicino: Carapace  è costretto ad usare il suo potere e a creare una cupola impenetrabile attorno a loro. “LadyB hai qualche idea?” le chiede. 

Lei arriccia il naso, riflettendo: “Non ancora, ma dobbiamo cercare di farlo scendere da quell’uccello meccanico!”

 

Improvvisamente i piccioni si disperdono e il volatile meccanico si getta  in picchiata su di loro, sbattendo con un rumore metallico contro la barriera. Mister Piccione si mantiene in equilibrio sul collo del piccione, la sagoma luminosa di una farfalla attorno al viso: “Ora dovrò solo aspettare che i vostri Miraculous si esauriscano e poi verrò a prenderli!” esclama.

 

“Grazie per averci svelato il tuo piano!” risponde Ladybug, poi si gira verso Chat Noir: “Ha ragione. Devo inventarmi qualcosa”.

 

Il piccione meccanico si sta risollevando, muovendo le ali all’indietro e lanciando una nuova raffica di vento dall’elica sulla pancia. La cupola ferma il flusso d’aria ma non il calore ed in un attimo gli eroi si trovano in un bagno di sudore, senza fiato. “Dobbiamo fare in fretta Milady!  Rischiamo di finire arrosto!” interviene Chat Noir.

 

“Hai ragione, Micetto, qui ci vuole un pò di fortuna!“ Ladybug lancia in aria lo yo yo esclamando “LUCKY CHARM!”

 

Subito tra le mani della ragazza si materializza un aeroplano di legno di balsa, la fusoliera intagliata a forma di piccione, un foro circolare tra le ali, come se ne mancasse una parte.

 

Ladybug lo guarda borbottando “E cosa devo farci con QUESTO? Ce l’ho contro un piccione!” si interrompe guardando l’oggetto che ha in mano e quello molto più grande che sta tentando una nuova picchiata sulla cupola, senza risultato come la prima. Il piccione fa  una stretta virata e passando sopra il piazzale soffia nuovamente aria rovente sui ragazzi.

 

Passa qualche istante mentre Ladybug, cercando impedire che il sudore le finisca negli occhi, guarda la chiave sulla schiena del piccione meccanico, poi l’elica sul petto, infine la stringa di cuoio che lega il richiamo  per uccelli al collo di Mister Piccione. Alla fine la ragazza esclama: “Ci sono! Venite qui, ragazzi!” poi, guardandoli uno dopo l’altro, “Chat Noir, usa il tuo Cataclisma sulla chiave per caricare quell’affare volante!” Aspetta che l’eroe in nero annuisca e muove lo sguardo verso Ryuko: “Ryuko, appena soffia, evoca un getto d’acqua contro il piccione, devi colpire l’elica che ha nella pancia!” Ryuko annuisce. “Io e gli altri ci occuperemo di Mister Piccione. Dobbiamo togliergli il fischietto!”

 

Tutti annuiscono e Ladybug annuncia: “Andiamo!”

 

Carapace dissolve la barriera e Mister Piccione fa spostare il sentimostro in modo da soffiare altra aria rovente sugli eroi. 

Ryuko approfitta del momento e al grido di “Drago dell’Acqua!” dalle sue mani tese in avanti si forma una colonna  d’acqua che colpisce in pieno il foro sul petto del piccione meccanico, trasformandosi in una nube di vapore.

 

Chat Noir grida: “Cataclisma!” ed usando il bastone come asta, si lancia in aria nella nuvola di vapore, la  mano tesa per sfiorare la grossa chiavetta argentata, riducendola in cenere..

 

Ladybug si sta preparando a  lanciare l’aereo di balsa verso Mister Piccione non appena il vapore si dissolve, il braccio teso dietro la schiena, - devo solo trovare il momento giusto - pensa, con la punta della lingua che sporge appena dalle labbra strette.

 

Una nube azzurra si materializza mentre il vapore scompare e Ladybug lancia l’aereo, che con una virata perfetta strappa il richiamo per uccelli dalle mani di Mister Piccione e lo porta verso Ladybug. L’akumizzato, sospeso in aria senza  più nulla che lo sostenga viene preso al volo da Volpe Rossa ed entrambi ruzzolano a terra.

 

Ladybug spezza il richiamo, facendo emergere l’Akuma dall’interno “Niente più malefatte, piccola Akuma!” esclama, “Ladybug sconfigge il male!” prosegue lanciando lo yo yo per catturarla e purificarla, ripetendo poi la stessa cosa per catturare l’Amok che ha generato il sentimostro-piccione.

 

Ladybug lancia il Lucky Charm e gli eroi osservano la nuvola di coccinelle magiche riparare i danni provocati dall’Akuma.

 

I ragazzi si mettono in cerchio e uniscono i pugni al centro col solito “Ben fatto!”, col signor Ramier che sbatte le palpebre, leggermente  stordito, accanto a Volpe Rossa. 

 

In quel momento Ladybug sente il suono insistente del proprio Miraculous - Lo sapevo, ci ho messo troppo - pensa, voltandosi di colpo e borbottando un, “Devo andare! Mi sto per ritrasformare!” mentre lancia lo yo yo per togliersi dal piazzale e atterrare su un tetto piatto coperto di ghiaia poco lontano. Arrivata sul tetto Ladybug inizia a cercare un modo per scendere ma l’unica botola non si può aprire dall’esterno “Accidenti!” esclama pensando - Non posso sfondarla, ho già usato il Lucky Charm. Devo chiedere aiuto - poi prende il Bugphone, mentre gli orecchini iniziano a suonare sempre più velocemente, e seleziona l’icona di Chat Noir. Senza aspettare una risposta, Ladybug dice tutto d’un fiato “Micetto sono ancora vicino al Trocadero, sul terzo edificio alto dal lato Sud Ovest. Non posso scendere e mi sto per ritrasformare, vieni subito ad aiutarmi!” Poi il bugphone scompare e un bagliore rosa la avvolge.

 

Marinette si ritrova sulla terrazza pavimentata di ghiaia, indossando solo il pigiama: una canotta che le lascia le spalle e la schiena nude e leggeri pantaloni di cotone.

La ragazza rabbrividisce violentemente nell’aria gelida e cerca di coprirsi mettendo le braccia attorno al corpo, poi inizia a saltellare per scaldarsi, trasalendo sentendosi pungere  le piante dei piedi. “La ghiaia!” dice tra i denti, spostandosi di mezzo metro e saltando sulla botola, più liscia. Appena i suoi piedi nudi toccano il metallo della botola coperta di brina, Marinette lancia un urlo e risalta sulla ghiaia “Cavolo! È GELATA! era m-m-eglio il c-c-aldo di p-p-rima!” esclama, accovacciandosi, tremando violentemente per il freddo “M-m-muoviti m-m-icet-to… s-speriamo che a-abbia s-s-entito la c-c-chiamata. Tikki p-pro-pro-prio n-non r-riesci a t-tra-tras-fo-for-rmarmi?” chiede battendo i denti.

“No Marinette mi dispiace.. sono troppo stanca” risponde la Kwami con un filo di voce, posandosi accanto alla ragazza intirizzita che pensa - Quanto odio avere ragione. Accidenti che freddo, non riesco a smettere di tremare -.

Passano un paio di minuti e Marinette inizia a non sentire più le dita dei piedi, si soffia sulle mani e cerca di scaldarle strofinando, ma le mani sono altrettanto fredde. Si è sciolta i capelli per cercare di coprirsi la schiena, ma possono fare ben poco contro l’aria pungente della mattina.

 

Alcuni minuti dopo Marinette trema talmente tanto da non riuscire quasi a stare accovacciata ma finalmente vede, oltre il parapetto del terrazzo, un riflesso metallico e l’inconfondibile sagoma di Chat Noir atterrare sulla terrazza. La ragazza salta in piedi ma non riesce a camminare per i brividi “C-Chat! m-m-muoviti!” lo chiama, battendo i denti.

 

Chat Noir vede Marinette e le corre incontro, abbracciandola “Stai bene?” chiede. 

Lei l’abbraccia, sentendo il tepore attraverso la tuta. “No! P-portami al c-c-ca-caldo a c-c-asa!”. 

Lui la guarda senza riuscire trattenere un sorriso: “Agli ordini Principessa! E pensare che ero io quello che si trasformava sempre in pigiama! Vieni qui!”, cominciando a strofinare le mani sulle spalle nude di Marinette per scaldarle. Lei mette le mani sul petto del ragazzo e continua a tremare ma gli dà lo stesso un’occhiataccia.

Chat Noir chiede “Sei pronta?” 

“A-as-p-pet-ta p-p-rendi Ti-tikki!” risponde Marinette. Il ragazzo prende delicatamente la Kwami per farla entrare nella tasca del costume. Poi prende in braccio Marinette e partono 

verso la pasticceria.

 

Mentre saltano da un tetto all’altro avvicinandosi a casa sua Marinette non smette di tremare e l’aria gelida non l’aiuta: quando arrivano ha quasi perso la sensibilità a mani e piedi e Chat Noir deve sorreggerla con un braccio mentre con l’altro apre la botola del lucernario - non sento nemmeno il freddo delle mattonelle - pensa lei, guardandosi le dita dei piedi che iniziano a sembrarle leggermente blu.

 

Finalmente i due riescono a entrare nella camera “La c-c-coperta” balbetta Marinette e Chat Noir toglie il piumone del letto per avvolgerla. Riprende Marinette in braccio e la porta giù dal soppalco.

Tikki nel frattempo vola fino alla borsa di Marinette e ne esce con un biscotto tra le zampe.

 Il caldo inizia a fare effetto e la ragazza smette di battere i denti e torna a parlare normalmente “Gattino, mi devi aiutare ad entrare nella doccia calda,” dice, strofinandosi i piedi gelati. “Non credo di riuscire a stare in piedi da sola.”

Chat Noir arrossisce di colpo. “N-nella doccia?” ripete, come se non avesse capito.

“Sì devo scaldarmi, sai?” sbuffa Marinette. “Facciamo in fretta prima che i miei vengano a cercarmi. Puoi chiudere gli occhi, se vuoi. Nell’armadio trovi un asciugamano. Muoviti!”

 

Chat Noir entra nel piccolo bagno della mansarda e inizia a far scorrere l’acqua, poi torna verso Marinette che si sfila da dentro la coperta con un brivido e mette un braccio sulle spalle di Chat Noir. Il ragazzo la sorregge fino alla porta, sempre più rosso “Dai, non fare così, c’è chi pagherebbe per essere al tuo posto” lo stuzzica Marinette, vedendo che tiene gli occhi serrati. Mette le braccia attorno al collo di Chat Noir e si infilano entrambi sotto il getto “AARGH” la ragazza lancia un grido strozzato coprendosi la bocca con una mano quando il getto raggiunge la pelle intirizzita “scotta scotta scotta accidenti quanto scotta” esclama cercando di resistere, aggrappandosi più forte a Chat Noir. 

Chat Noir trattiene Marinette che si agita e tiene gli occhi chiusi continuando a ripetersi - Respira Adrien. E’ un caso di emergenza. Stai calmo, non siete sotto la doccia e Mari non è quasi nuda! Stai calmo, pensa ad altro; pensa alle lezioni di cinese; pensa alle lezioni di piano; pensa a cose noiose -

Rapidamente Marinette si rilassa. “Ora dovrei spogliarmi, Gattino,” dice, appena udibile con l’acqua aperta. Chat Noir esce in fretta e furia dalla piccola cabina, asciugandosi alla meglio “Ti aspetto qui” dice, sempre rosso in viso. Marinette non riesce a non sorridere - Non pensavo che Adrien fosse così timido, non lo sembra affatto. Magari l’ho preso alla sprovvista - 

 

Un altro paio di minuti e Marinette chiude l’acqua. “Grazie ancora, Micetto, potresti passarmi l’accappatoio?” 

Il ragazzo prende l’indumento da dietro la porta e guardando dall’altra parte lo passa a Marinette che allunga il braccio da dentro la doccia. 

“Certo, dovrò spiegare a mamma perché ho fatto la doccia vestita, ma forse posso nascondere il pigiama e il resto in lavatrice,” dice lei, uscendo dal bagno avvolta nell’accappatoio rosso, i capelli bagnati sulle spalle. Marinette e Chat Noir si scambiano uno sguardo, entrambi con le guance rosse come l’accappatoio, poi lei si alza sulla punta dei piedi e gli dà un rapido bacio sulle labbra. “Grazie ancora, mon chaton!” gli sussurra nell’orecchio, lasciandolo immobile a guardarla.

Chat Noir si riprende subito e sussurra, “Dovere, Milady, vedo che ti sei ripresa purrfettamente.” 

Lei lo guarda di nuovo, indecisa, passandosi la punta della lingua sulle labbra poi, con un’espressione un po’ dispiaciuta dice: “Adesso vai, prima che arrivi mia mamma!”

“Ciao, Marinette, ci vediamo stasera?” chiede lui, sorridendo, poi si arrampica sul soppalco e la guarda prima di uscire dalla botola.
“Ti chiamo dopo!” risponde Marinette, poi gli manda un bacio con la punta delle dita. Chat Noir finge di afferrarlo, poi saluta con un cenno ed esce.

 

Marinette, rimasta sola con Tikki, guarda l’orologio e vede che tutto il combattimento è durato appena una mezz’oretta. La Kwami chiede: “Marinette, ti senti bene?” 

Lei, asciugandosi i capelli, risponde: “Sì, ho ancora i piedi un po’ freddi ma sto bene, grazie... e se non altro adesso sono ben sveglia”. 

Marinette rientra in bagno per asciugarsi i capelli ed esce poco dopo legandoli nei consueti codini, “Dovrò preparare un kit di emergenza da tenere nello yo yo per queste situazioni! Trovarmi in pigiama su quel tetto è stato orribile.” dice, poi si veste e scende al piano di sotto, proprio mentre Sabine la chiama.

   
 
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