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Autore: eddiefrancesco    22/04/2021    0 recensioni
La Gran Bretagna vive un periodo di relativa pace.
Cosa c'è di peggio che stringere un patto col diavolo?
Forse accettare un compromesso con un impenitente libertino...La bella Rosalin, pur di salvare il patrimonio di famiglia perso al gioco dal fratello, acconsente di fingersi la fidanzata di lord Michael Stamford, famoso dongiovanni della capitale inglese.
Cosa ci ricava lui?
Trascrizione dell'opera di Harmony History.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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- Ho tutta l'intenzione di mostrarmi perdutamente innamorato di voi. Vi accompagnero' ovunque e cogliero' ogni occasione per restare solo con voi.- - Tutto questo è... è ridicolo. Non c'è alcun bisogno di arrivare a certi eccessi. Ci vedremo al massimo un paio di volte la settimana.- - Ora sono io che non tollero i vostri ordini, milady. Abbiamo concluso un affare i cui termini vanno rispettati. Io vi restituirò la proprietà e voi reciterete la parte della fidanzata. Dunque mi aspetto un po' di entusiasmo da parte vostra, quando sarete in mia compagnia. Intesi? - Lei alzò il mento in segno di sfida. - E sia, ma non fingero' di essere innamorata di voi. Mettetevi bene in testa che non amoreggero' con voi quando saremo soli.- Lui assenti' quasi fosse stremato da una battaglia che non prevedeva di dover ingaggiare. Si avviò fuori dallo studio, poi si voltò con aria torva. - Domani vi accompagnero' all'opera. Conoscerete mia sorella e suo marito. Chiederò a lady Carlyn di unirsi a noi.- - Molto bene, milord.- - Vi consiglio di esercitarvi a chiamarmi per nome.- - Non lo conosco affatto.- - Mi chiamo Michael.- Lei tacque e continuò a guardarlo come desiderosa di essere lasciata sola. Guidato da un impulso irresistibile, Michael tornò in dietro, le prese la mano e se la portò alle labbra. Poi di colpo la strinse a sé sfiorandole la bocca con un bacio. Aveva un sapore sorprendentemente dolce. - A domani, Rosalin.- Pronunciò il suo nome in tono deliberatamente intimo e complice. Si soffermo' quindi sul suo volto. Non c'era dubbio, concluse stranamente turbato, era divorato dall'ansia. Rosalin rimase senza fiato: lady Carlyn, diceva il biglietto, si dichiarava spiacente di non poterli accompagnare all'opera per via di un lancinante mal di testa. Era una scusa bella e buona per lasciarla sola con lord Stamford. Evidentemente stava cominciando a mettere in campo le sue alte capacità strategiche, considerò Rosalin rabbrividendo al pensiero delle future mosse che l'adorata nonna avrebbe studiato. Rilesse incredula il malaugurato biglietto per poi accartocciarlo con mano tremante. Non aveva alcuna voglia di restare da sola in carrozza con un uomo di cui ignorava tutto o quasi, un uomo che oramai l'aveva in suo potere. Serbava ancora sulle labbra la sensazione del suo bacio, un tocco leggerissimo che scatenava in lei un accesso di terrore ogni volta che le tornava alla memoria. Da un'occhiata all'orologio sulla toletta si accorse che lord Stamford aveva un quarto d'ora di ritardo. - Signora? - Rosalin trasali'. Era la governante che faceva capolino per avvisarla dell'arrivo del suo cavaliere. - Com'è bello, milady. È vestito di nero da capo a piedi.- Nemmeno la signora Harrod sembrava immune al tenebroso fascino di lord Stamford, riflette' lei sconsolata. Lord Stamford l'attendeva in salotto, intento a rimirare un acquerello sopra il caminetto. Si voltò riscosso dai suoi passi leggeri. In quell'attimo lei dovette far ricorso a tutto il suo autocontrollo per non soccombere all'ondata di emozione che la investì nel vederlo. Il mantello nero in contrasto con il bianco accecante della camicia esaltava la carnagione olivastra di lord Stamford sottolineando i tratti aristocratici del volto. - Spero di non avervi fatto attendere troppo a lungo, Rosalin.- - Cosa volete che siano quindici minuti, milord - ironizzo' lei. - Sappiate che sono migliorato. Di solito i miei ritardi si aggirano intorno alla mezz'ora. Chissà che non riusciate a curare questa mia inclinazione a sprecare minuti preziosi.- Le prese di mano il mantello offrendosi galantemente di aiutarla a indossarlo. Rosalin avvertì il morbido velluto scivolarle sulle spalle, poi le dita di lui che indugiavano casualmente sulla sua nuca. Fu come se ogni fibra del suo essere tornasse a risvegliarsi. - Del resto è tutta colpa vostra...- aggiunse lui a quel punto. - Colpa mia? - - Non credevo di trovarvi pronta. In questo siete diversa dalle altre. Non rinunciano mai ad almeno dieci minuti di ritardo per aggiungere mistero alla loro persona.- - Non amo perdere tempo.- Lui si staccò e le passò davanti per osservarla. - Non ne avete bisogno.- le sussurro'. Rosalin non poté fare nulla per cancellare il rossore che le fiori' sul viso a quelle parole. Certo lui era il tipo che si sapeva ben destreggiare in certe occasioni, esperto nell'arte di far sentire bella una donna. - Forse è meglio andare, milord.- - Chiamatemi Michael, Rosalin.- - Finché non annunceremo il nostro... patto, non ritengo che sia necessario.- - Invece sì. Il mio nome non è poi così difficile. Voglio sentirvelo pronunciare.- Le si mise di fronte a braccia conserte. Lei riconobbe quel mezzo sorriso e capì che sarebbero potuti rimanere lì anche tutta la notte se non si fosse piegata alla sua richiesta. - Va bene, Michael.- Lui si chino' a sfiorarle la guancia con la punta delle dita. - Mi compiaccio, Rosalin. Il mio nome suona molto bene sulle vostre labbra. - Quando finalmente la carrozza si arrestò. Rosalin vide che erano nei pressi del teatro dell'opera. Non aveva aperto bocca per tutto il tragitto. Del resto, la sua espressione assorta e tesa era già abbastanza eloquente. Scesero dalla vettura e lui la prese sottobraccio per fare ingresso nell'atrio affollato del teatro. Se fino ad allora il bel mondo l'aveva degnata di ben poca attenzione, stavolta Rosalin se ne ritrovò al centro. Molte teste si voltarono incuriosite al loro passaggio. Stamford non ci badava limitandosi a salutare i conoscenti con un cenno del capo; lei invece faceva uno sforzo sovrumano per attraversare a testa alta quel fiume indiscreto di persone. Il sipario si era già levato, quando presero posto nel loro palco. Rosalin notò sorpresa che non c'era nessun altro. - Incontreremo mia sorella e suo marito più tardi. Non volevo sottoporvi a tanti sforzi contemporaneamente. - Le spiegò lui all'orecchio. Rosalin si guardò intorno. Il teatro era come lo ricordava dall'ultima volta che c'era stata, solo che questa volta i sussurri scandalizzati dietro i ventagli riguardavano lei e Stamford. Per un attimo le parve di essere stata catapultata sul palcoscenico al posto dei cantanti, tanti erano gli sguardi appuntati sulla sua persona. - Qualcosa non va? - - No, stavo solo... controllando se ci fosse mio fratello.- - Il pensiero sembra atterrirvi.- - Avete ragione, mi sto davvero comportando da codarda.- - Non direi, altrimenti non sareste qui con me.- Le sue parole la lasciarono totalmente esterrefatta. Sembrava che in qualche modo apprezzasse lo sforzo che si era accollata per James. Concentrarsi su quanto avveniva in scena fu pressoché impossibile. Sentiva troppo la presenza di quell'uomo alle sue spalle e più di una volta il suo braccio gliele sfiorò strappandole un sussulto. Ringraziò il cielo quando il sipario calo' per l'intervallo. - Non mi pare che lo spettacolo sia di vostro gusto, vi vedo un po' troppo distratta - osservò Stamford. - Avevo dimenticato quanto possano essere maliziosi gli sguardi della gente di questa città. È che non amo ritrovarmi oggetto di tanto curiosità.- - Vi capisco. Io ormai non me ne curo più di tanto: vi consiglio di seguire il mio esempio. Troveranno subito altro pane per i loro denti. - Le tese la mano aiutandola ad alzarsi. - Ma ora venite, Rosalin, voglio presentarvi mia sorella. Bene, vedo che c'è anche mio cugino.- aggiunse compiaciuto. Spingendola delicatamente l'aiuto a superare gli sguardi increduli e i sussurri dei tanti spettatori che affollavano il salone del rinfresco. Si accostarono a un gruppetto di persone che chiacchieravano allegramente in un angolo. - Michael! Così presto? Non mi aspettavo di vederti prima della fine dell'ultimo atto.- esclamò il corpulento Charles. - Quale onore! - proruppe ridendo l'elegante signora che gli stava accanto. - Mi sembra impossibile che... - Si interruppe di colpo sgranando gli occhi non appena si accorse di Rosalin.
   
 
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