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Autore: FrancyF    24/04/2021    0 recensioni
Zac Efron sta passando un periodo complicato e vuole solo prendersi del tempo per stare da solo con sè stesso. Vanessa Hudgens, invece, vuole solo stare vicino al suo fidanzato, e sperare che la felicità tanto conquistata a fatica non la lasci mai. Ma il destino ha altri piani per loro, e presto i fili rossi dei due giovani finiranno nuovamente per ingarbugliarsi e li legheranno come mai prima d’ora.
Secondo la tradizione orientale ogni persona porta, fin dalla nascita, un invisibile filo rosso legato al mignolo della mano sinistra che lo lega alla propria anima gemella. Il filo ha inoltre la caratteristica di essere indistruttibile: le due persone sono destinate, prima o poi, a incontrarsi e a sposarsi.
“Fate is pulling you miles away and out of reach from me. But you're here in my heart, so who can stop me if I decide that you're my destiny?” - “Rewrite the stars” The Greatest Showman
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Vanessa Hudgens, Zac Efron
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi quà con il nuovo capitolo. Spero che vi piaccia! Ci vediamo sabato prossimo, 1 maggio. - Fran

I'm so in love with you
And I hope you know
Darling, your love is more than worth its weight in gold
We've come so far, my dear
Look how we've grown
And I wanna stay with you until we're grey and old”
- “Say you won’t let go” James Arthur
 

-Ne siete proprio sicuri?-.
I genitori di entrambi i giovani li fissarono preoccupati. Zac e Vanessa si scambiarono un lungo sguardo d’intesa. Lui gli fece l’occhiolino, le bacio la mano dell’anello e la mise sul tavolo, in modo che tutti i presenti potessero verificare l’autenticità della sua proposta di matrimonio. Voleva dimostrare a tutti che le sue intenzioni erano serie e che non stava assolutamente prendendo la cosa alla leggera.
-Assolutamente sì mamma. Lo siamo- asserì Vanessa con un sorriso enorme sulle labbra –è stata una cosa inaspettata, ma non potrei esserne più felice. Zac mi ha sorpreso, davvero-.
- Ma non devi sentirti costretta. Il matrimonio è un passo importante Sweet Girl- la ammonì Starla –lo so’ che adesso sei incinta, ma io scherzavo quando facevo pressioni a Zac. Non volevo obbligarvi-.
-Mamma non mi hai fatto pressioni di alcun tipo… beh non nell’ultimo mese almeno. Quando eravamo ragazzi sì, lo hai fatto, ma tutte le tue insistenze non avevano portato a niente. Perché avete dei dubbi adesso che siamo adulti e possiamo permetterci di prenderci una pausa solo per noi stessi?-.
-Non è questo- Starla si portò entrambe le mani sul cuore e sospirò –è che no voglio che ti senti obbligato a farlo tesoro. Insomma, hai preso sempre le mie insistenze come una sorta di gioco quando eri ragazzo, ma voglio che tu sappia che non devi sentirti obbligato in alcun modo-.
-Il ragazzo me lo ha chiesto- si intromise Greg grattandosi il mento come se stesse ancora riflettendo sull’accaduto –mi ha chiesto il permesso. Se non lo avesse fatto non staremo seduti qui a parlarne tranquillamente-.
Zac ingoiò un groppone di saliva.
-Mamma, papà io e Van ci sposeremo. Non c’è…-
-Niente che potete dire che ci faccia cambiare idea. Lo sappiamo Zachary. Avete chiarito questo concetto già quando ci avete detto del bambino il mese scorso- David non poteva evitare di non preoccuparsi: voleva che tutta al situazione fosse ben chiara nella testa di suo figlio. Anche lui era stato giovane e innamorato e anche lui aveva sofferto per amore. Non voleva che Zac e Vanessa si gettassero a capofitto in una cosa più grande di loro per poi divorziare dopo pochi anni di matrimonio. Non voleva che facessero la fine che avevano fatto lui e Starla e che scoprissero, dopo anni di vita assieme, di non sopportarsi più. –Ma possiamo almeno dirvi che siamo preoccupati? Non penso che tu ti debba sentire obbligato. Potete crescere il bambino assieme senza il vincolo matrimoniale e potete sposarvi quando vi sentirete davvero pronti. Il matrimonio complica tutto. Avete già un figlio e due carriere alle quali pensare. Non è forse abbastanza?-
-Io voglio sposare Van perché la amo. Il bambino è venuto da sé. Anche se lei non fosse incinta le avrei chiesto di sposarla il giorno dopo che si è presentata a casa mia con le valigie in mano. Non ho mai smesso di amarla e non aspetterò di certo che arrivi il momento giusto. Non verrà mai il momento giusto perché ci sarà sempre qualcos’altro da fare. Non voglio che succeda questo. Non voglio perché so’ che l’amore che provo per lei va oltre tutte queste piccole cose-.
-Ma perché adesso? Non potete aspettare la nascita del bambino?-
-No, non possiamo- Zac mise un braccio intorno alle spalle di Vanessa –non possiamo e basta. Vogliamo che ci siate tutti al nostro matrimonio e quindi ci sposeremo a dicembre-
-A dicembre? Ma è fra due mesi- balbettò Gina.
-Il giorno del mio compleanno- spiegò Vanessa –io… io voglio che papà mi possa accompagnare all’altare e voglio che possa vedere me e Zac diventare marito e moglie-.
Tutti gli occhi dei presenti si fossilizzarono su Greg.
-Gli hai dato veramente il permesso? A Zac intendo… non hai cercato di ucciderlo- Gina sembrava incredula.
-Certo che glie l’ho dato. Non pensavo che fosse lui l’uomo alla quale avrei consegnato la mia Baby V, ma sono determinato ad arrivare a quel giorno. E spero anche di vedere il mio nipotino-.
Il clima nella stanza sembrò distendersi. Starla e Gina sorrisero nel vedere l’amore negli occhi della giovane coppia.
-Se siete sicuri allora vi sostenemmo come abbiamo sempre fatto- disse Starla –anche se dovrete lasciarci organizzare il matrimonio. Voglio che il vostro giorno sia perfetto-.
Non era quello che voleva Zac, ma si limitò a sorridere a sua madre. D’altronde doveva accettare qualche compromesso.
-Dobbiamo iniziare subito i preparativi? Avevate già qualcosa in mente cara?- gli occhi di Gina brillavano.
-Mamma, me lo ha appena chiesto- Vanessa mostrò l’anello a tutti i presenti.
-Quello è…- disse David –è l’anello di mamma-
-Sì certo. Nonna Dot me lo ha dato durante la nostra ultima visita in Oregon. Vogliamo che sia una cerimonia piccola però niente fronzoli e roba del genere e la stampa deve restarne fuori ovviamente-
-La stampa non sarà un problema li rassicurò Greg – i mie amici della stazione 19 si assicureranno che nemmeno uno schifoso paparazzo interrompa il giorno speciale della mia bambina-.
-E ora parlando di cose serie…vorremo che Dylan e Stella ci facessero da testimoni- annunciò Zac, alleggerendo l’atmosfera.
-Amico ma sei serio?- Dylan era così felice che saltò subito in piede correndo ad abbracciare la coppia. –Ti organizzerò il più fico addio al celibato della storia degli addii al celibato!-.
Tutti risero.
-Dyl, lo sai vero che il testimone ha altri compiti più importanti? Come scrivere il discorso d’auguri agli sposi eh…-
-Oh andiamo! So’ già cosa dire! Ma l’addio al celibato! Quello che sì che è roba forte da organizzare!-.
-Ci sono delle regole al riguardo- lo ammonì Vanessa, mentre il ragazzo alzava già gi occhi al cielo.
-Come dubitarne Nessa… avanti… quali sono?-.
-Non deve bere. Devi portarmelo in chiesa sobrio e in orario chiaro?-
-Certo…certo..- Dylan agitò con non curanza le mani in aria, facendole segno di non preoccuparsi.
-Oh e Stella?- disse Vanessa questa volta rivolgendosi alla sorella in lacrime –vedi di controllare cosa diavolo si metterà Zac il giorno delle nozze! Lo sai che se potesse indosserebbe le sue infradito anche all’altare!-.
 
Erano passate solamente due settimane dal grande annuncio e Zac e Vanessa si erano già pentiti di aver coinvolto le loro famiglie in quella faccenda. Ogni mattina si svegliavano e trovavano circa una ventina di messaggi in segreteria da parte delle loro madri. Sembrava proprio che Starla e Gina non si capacitassero del perché i loro figli non fossero entusiasti di tutte le loro proposte.  E Greg non era da meno.
-Tuo padre vuole che costruiamo assieme il nostro letto! Come avevamo fatto per la tua vecchia libreria!- gracchiò Zac una mattina, mentre Vanessa era intenda a sfogliare book di abiti da sposa.
-E allora? Io  la trovo una cosa dolce. Vuol dire che vuole legare con te-
-Van il nostro letto! Posso capire la culla del bambino, ma Dio… il nostro letto!-
-Non serve ripeterlo trecento volte-
-Non riuscirò più a… a… hai capito. Insomma…-
Vanessa scoppiò in una risata.
-Tesoro, io non mi preoccuperei di quello-
-Sì invece! Insomma non riuscirò più a farlo pensando che tuo padre ha costruito il letto nel quale vorrò farlo! Probabilmente l’ha fatto apposta per tenermi d’occhio anche quando non è fisicamente qui!-
-Zac, non credo che la gelosia di mio padre nei tuoi confronti raggiunga questi livelli. E comunque dovresti veramente prenderti una pausa dalla camera del bambino e sederti qui. Ho bisogno che mi aiuti con il matrimonio-.
 -Aspetta, mi stai davvero trascinando in tutto questo?- chiese, scettico –Van credevo di averti già detto che adoro il fatto di sposarti e non vedo l’ora di vederti camminare verso di me all’altare, ma non credo che ci sia granchè da decidere. Avevamo deciso di fare le cose usando un basso profilo, no?-.
Per tutta risposta la sua futura moglie non esitò a mettere su il broncio alla quale lui non poteva resistere.
-Van!- gracchiò lui, chiudendo gli occhi per poi riaprirli e constatare che il broncio non se ne era ancora andando dal suo volto. Vanessa sbattè le ciglia un paio di volte e sorrise, quando vide il suo fidanzato sedersi su uno sgabello accanto a loro.
Alla fine Zac aveva ceduto, come sempre del resto.
-Dylan ha ragione-
-Su cosa?-
-Sul fatto che mi tieni già al guinzaglio e non siamo nemmeno sposat… ahi!- Zac emise una risatina mentre si strofinava la parte superiore del braccio, dove Vanessa l’aveva appena pizzicato.
La ragazza inarcò le sopracciglia e incrociò le braccia sul petto.
-Zachary, sono seria! Ho bisogno del tuo aiuto! Dobbiamo parlarne-.
-Bene - disse con un sospiro frustrato. -Hai vinto, ovviamente. Parliamone-
-Grazie. Non posso affrontarli senza di te accanto- disse mentre gli accarezzava il lato del viso con amore.
Zac si sporse in avanti per dare un dolce bacio alla sua tempia. -Sai che qualunque cosa tu voglia a questa festa, ne sarò assolutamente felice. Sarò felice anche se fossimo solo noi due a festeggiare-.
-Zaccy lo so’ che vuoi limitare il numero degli invitati, ma tutta la tua famiglia verrà al matrimonio e sono già una ventina di persone. Metà della mia famiglia è nelle Filippine e voglio che ci sia, voglio che le mie zie e i mie cugini mi vedano vestita da sposa. Più tutti i nostri amici…-
-Ok, di che quanti invitati stiamo parlando per la precisione?-
-Un centinaio-
-Un centinaio?-
-Zac! Mia mamma ha undici fratelli e sorelle. Che ti aspettavi?-
- Ma dove vuoi mettere tutta questa gente? Non passeremo mai inosservati!-
-Oh no amore, stai tranquillo. Charles mi passerà a prendere davanti  casa e i vetri della limousine sono blindati. La chiesa è in una zone isolata-.
Zac fece una smorfia poco convinta.
-C’è altro?-
-Devi andare a New York amore-
-A New York?-
-Devi comprare uno smoking decente. Stella ti aiuterà a sceglierlo-
-Perché ho la netta sensazione che tu mi stia ingannando in qualche modo?-
Vanessa arrossì.
-Potrei avere già scelto il tuo abito da cerimonia… ti dà fastidio?-
-Onestamente? No. Van, a me interessa sposarti. Potrei anche farlo indossando semplicemente una tuta e mi andrebbe bene lo stesso. Tu sarai magnifica e io voglio essere perlomeno decente per renderti onore. Quindi no, non mi dà fastidio. Stella Bella sarà un’ottima consulente- concluse, facendo l’occhiolino alla ragazza.
Il suono del cellulare di Vanessa li interruppe.
-Oh non di nuovo!- sbuffò la donna, massaggiandosi la pancia. Zac sbirciò il numero sul display e tentò di sorridere.
-Nessa lo stanno facendo solamente perché…-
-…ci vogliano bene e vogliono che tutto sia perfetto, lo so- la donna chiuse la chiamata senza rispondere  -ma mentre a te tocca lavorare con papà alla stanza del piccolo beh… io mi devo sorbire infiniti discorsi sul buffet e sui fiori. Insomma a chi importa di che colore saranno le tovaglie e i tovaglioli? Oh e tenere chiuse delle colombe in una gabbia per poi farle volare dopo le nostre promesse ha un senso seconde te? Perché la protezione animali potrebbe denunciarci-.
Zac la baciò sulla fronte.
-Ok, hai ragione. Ho afferrato il concetto. No, non me ne può importare di meno e non dovrebbe importare nemmeno a loro-.
-Io voglio bene a Starla e adoro mia madre, ma diavolo sembra che si siano trasformate in due naziste! Ieri sono venute qui con la scusa ti passare a trovarmi e aiutarmi con il bucano e abbiamo passato tre ore ferme, sedute in soggiorno a confrontare vari tessuti per il tappeto che stenderemo nella sala del ricevimento!-.
Zac le rivolse uno sguardo semplicemente dispiaciuto. Non era riuscito a stare a casa con lei, anche se voleva disperatamene farlo. Sapeva che aveva dei doveri anche verso lo staff del suo nuovo film e così ogni mattina usciva per andare al lavoro ai Fox Studios. Doveva resistere fino a Natale, ma sapeva che pazienza di Vanessa aveva un limite. Anche lei stava ancora lavorando, ma gran parte dei preparativi per il matrimonio erano toccati a lei semplicemente perché Gina e Starla aveva escluso Zac e il suo terribile pessimo gusto fuori dall’equazione. E per essere uno che preferisce tuta e sneakers agli smoking indossati la notte degli Oscar, l’uomo li aveva dato pienamente ragione. Tutto quello che aveva dovuto fare era iniziare a studiare la Bibbia per potersi sposare in chiesa, ma nulla di più. Era solo questione di tempo prima che Vanessa gli presentasse la lista dei problemi da affrontare e Zac stesso si stupì di quanto la ragazza avesse resistito, prima di chiedergli aiuto.   Aprì la bocca per parlare, ma questa volta fu il suono del suo I-Phone ad interromperli. Zac lanciò un rapido sguardo alla compagna: il medico le aveva raccomandato di riposarsi e lui la stava trascurando. Il minimo che poteva fare era risolvere quella faccenda così, afferrò il cellulare e si diresse in corridoio, lasciando a Vanessa il tempo per liberare la mente.
-Mamma- disse lui in tono risentito.
-Sei al lavoro tesoro?- la voce di Starla era gioviale, come se il nuovo scopo della sua vita fosse il matrimonio di suo figlio.
Zac pensò di mentirle, ma scartò l’ide a priori: non c’era mai riuscito, nemmeno da bambino.
-No, mamma sono a casa con Nessa…lei, lei sta riposando-
-Zachary-
-Ok, non sta riposando ma è stanca ugualmente. Dio mamma, non pensi che tu e Gina stiate esagerando? L’altra sera notte ho dovuto girare delle scene e quando sono tornato a casa l’ho trovata addormentata al tavolo della cucina con mille book fotografici aperti. E’ esausta. La stampa ci sta facendo impazzire e il matrimonio…-
-Zac, lei ha chiesto tu di sposarla-
-Me lo ricordo bene- sibilò –e apprezziamo il vostro aiuto, ma sarà una cerimonia per pochi intimi. Non voglio che la stressiate- ribadì.
-La stampa è davvero un problema per voi? Perché tuo padre sa già come intervenire Zachary-
-No… Dio… mamma. Insomma hanno scritto qualche articolo su di noi e i social media sono esplosi quando hanno coperto tutto e hanno visto le foto di quando eravamo a pranzo con i genitori di Nessa, ma non glie li lascio nemmeno aprire. Vogliamo solamente un piccola cerimonia in chiesa, con pochi invitati e un breve buffet di ricevimento. L’orchestra dal vivo andrà bene, ma nulla di più-.
Quando Zac chiuse la chiamata si sentì più leggero. Si avvicinò lentamente alle spalle di Vanessa e le mise e iniziò a massaggiarle delicatamente. Vanessa si concesse un momento di relax e sospirò alle sensazione che le davano le mani di Zac sul suo corpo.
-Ehi piccola- disse rompendo il silenzio – il tuo futuro marito ha appena risolto il problema momster-
-Mmmm…- mugugnò lei- fino a domani mattina Efron, ma apprezzo il tuo tentativo-.
-Van?-.
La ragazza chiuse gli occhi, perdendosi nel suo tocco.
-Van, però devi andare a riposarti-.
Vanessa si voltò tanto bastava per guardarlo in faccia.
-Come va con la camera del bambino?-.
Zac e Vanessa avevano da poco scoperto il sesso del bambino, ma volevano che per i loro amici e famigliari fosse una sorpresa. Da circa una settimana avevano liberato la stanza degli ospiti del primo piano e l’avevano dichiarata la stanza del bambino nella loro casa. Era perfetta perché era sullo stesso piano della camera patronale. Vanessa aveva chiesto più volte a Zac se gli serviva l’aiuto di qualcuno, ma il ragazzo si era sempre rifiutato. Probabilmente pensava di essere il perfetto tuttofare. 
-I muri sono dipinti- le mostrò Zac orgoglioso –e prima che tu mi chiamassi stavo montando la culla-.
La culla in questione era la vecchia culla nella quale avevano dormito prima Zac e poi Dylan e che David si era premurato di portare fino a Los Angeles. Si era anche offerto di aiutare il figlio a montarla, ma Zac, ancora una volta, aveva declinato l’invito.
-Amore lascia almeno che ti legga le istruzioni che ci ha lasciato tuo padre. Sono sicura che quel pezzo lì non vada incastrato dentro quell’altro- Vanessa indicò due anti traballanti che Zac aveva abbandonato in mezzo alla stanza. Tutt’introno vi erano viti, cacciavite, martello, chiave inglese, il materasso per la culla e le altre due ante del lettino.
-Io invece sono sicuro del contrario- Zac la baciò in testa e si inginocchiò sul pavimento, riprendendo gli attrezzi da lavoro in mano, ostentando una falsa sicurezza. Non poteva essere così difficile come glie l’aveva descritto suo padre! E di certo non avrebbe chiamato Greg per chiedere aiuto! Cosa avrebbe pensato di lui? La sua eccitazione nel rinnovamento della stanza per suo figlio scemò di colpo. Lanciò uno sguardo vagamente allarmato alla miriade di pezzi di ferro e utensili sparsi per la stanza.
-Sono sicura che ti servano quelle viti- ritentò Vanessa –o almeno dai un’occhiata al manuale-.
Zac alzò gli occhi al cielo.
-Van, non ho bisogno del manuale d’istruzioni. Insomma io stesso ho dormito in questa culla, quanto può essere difficile?-.
Probabilmente terribilmente difficile.
-Ho montato quelle ante senza l’aiuto del manuale- puntualizzò lui, incastrandole tutte e quattro –ho tutto sotto controllo-.
-Sì, ma è chiamato manuale d’istruzioni per una ragione. Cosa avete voi uomini contro le istruzioni?-.
-Ecco fatto- Zac ignorò il suo ultimo commento e si fece da parte, mostrandole la culla appena montata. In effetti Zac era riuscito in qualche modo ad incastrare le ante della culla e a metterla in piedi, ma l’intera struttura appariva poco stabile.
-Io mio figlio lì dentro non l’ho metto- asserrì Vanessa.
-Oh andiamo Van! E’perfettamente solida!- disse, tirando una spinta alla culla che traballò, ma rimase comunque in piedi –visto?-.
-Zac ti devo ricordare che fine ha fatto il letto del tuo primo appartamento che tu avevi assicurato di sapere montare?-
-Avevo diciannove anni allora. Ero praticamente un ragazzino-
-Si è rotto dopo una sola notte-
-Si è rotto perché ci abbiamo fatto sopra qualcosa di poco consono… e il giorno dopo tu hai rotto anche il letto gonfiabile-
-Ok- Vanessa nascose una risata –io non ho rotto il letto gonfiabile. Tu mi hai trascinata a letto quando ancora avevo i tacchi nei piedi e il materasso ad aria si è bucato. Il letto lo hai rotto tu signor Efron!-.
-Amore tu non hai fiducia nel tuo futuro marito?-
-No, ho fiducia in te. Non ho fiducia in quell’affare!-. le risate di Vanessa riecheggiano per tutta la stanza mentre Zac la strinse a sé.
   
 
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