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Autore: Nemesy_    27/04/2021    1 recensioni
Dopo che Arcadia Bay è stata rasa al suolo, Max e Chloe fuggono dal tornado abbandonando per sempre la loro città natale per raggiungere i Caulfield a Seattle, ma la tempesta non ha ancora terminato con loro. L'unico modo per sopravvivere, sarà ricominciare da zero. Solo quando le nuvole saranno state spazzate via definitivamente, potranno essere certamente sicure che la tempesta sia davvero passata. Ha così inizio la loro nuova vita, che non risulta essere affatto semplice a causa delle grandi perdite, dei traumi subiti e dei forti sensi di colpa. Il percorso che le attende alla scoperta dei loro sentimenti, sarà pieno di ostacoli che metteranno a dura prova il loro rapporto di amicizia. Riusciranno le due ragazze a superare le difficoltà che si troveranno a dover affrontare? Torneranno a riappropriarsi delle loro vite e ricominciare di nuovo a vivere? Ma soprattutto, la loro unione, resterà per sempre una bella amicizia, diventerà un grande amore, o sarà destinata a perire esattamente come Arcadia Bay?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri, Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Chloe Price, Kate Marsh, Max Caulfield, Victoria Chase
Note: Lemon, Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Ogni parola ha
conseguenze.
Ogni silenzio anche.

                (
Jean-Paul Sartre)




Capitolo 6
Paure e verità


La settimana successiva ai loro appuntamenti con Duncan e Victoria, trascorse inesorabilmente lenta. Rimasero chiuse in casa a causa del cattivo tempo, la pioggia non voleva saperne di fermarsi. Continuarono a dormire nella stessa stanza, ma qualcosa era evidentemente cambiato tra loro. Le due ragazze non parlarono mai della sera in cui erano uscite separatamente. Per la verità i loro dialoghi si erano ridotti quasi all’osso. Parlavano lo stretto necessario, giusto per cercare di vivere in quiete e non dare nell’occhio con i genitori di Max.
Anche se in realtà i Caulfield notarono subito il cambiamento. Preferirono non intromettersi per paura di scatenare ancora più dissapori tra loro. Soprattutto a causa della bomba a orologeria chiamata Chloe. Speravano che le due ragazze con il tempo, avrebbero superato quel momento ritornando a essere le solite Max e Chloe. Le due ragazze continuarono con i loro compiti assegnati dalla dottoressa Tyler. Max si concentrò a suonare con la sua chitarra i brani con i quali aveva difficoltà e a trascrivere i suoi sogni su un nuovo diario, acquistato appositamente per quello scopo. Chloe fece lo stesso con il suo diario regalatole dalla sua amica.
 
Venerdì 24 gennaio 2014

Arrivò il venerdì e per le due ragazze era giornata di seduta con la dottoressa Tyler. Presero posto in sala d’attesa per aspettare il loro turno. Dopo aver concluso la seduta in corso, la dottoressa Tyler accompagnò alla porta il suo paziente salutandolo. Guardò in direzione delle due ragazze e rimase sorpresa da ciò che vide. Se nelle precedenti sedute, Max e Chloe aspettavano in sala d’attesa, stando vicine o tenendosi per mano, questa volta era distanziate l’una dall’altra. Chloe era seduta su una sedia dalla parete opposta a quella della sua amica. Aveva le braccia e gambe incrociate con la testa appoggiata alla parete. Guardava altrove, non incrociando mai gli occhi con quelli dell’amica. Max era seduta dall’altra parte a testa bassa, guardando il diario che aveva fra le mani. Le loro espressioni non promettevano nulla di buono. Abigail si chiese se le sedute che stava per iniziare con le due ragazze, sarebbero state problematiche, visto la tensione che si respirava in quel momento. Si avvicinò lentamente a loro.

“Buongiorno ragazze”.

“Buongiorno dottoressa Tyler” rispose Max alzando lo sguardo verso di lei.

“Buongiorno” rispose Chloe continuando a guardare un punto non ben definito nella sala d’attesa.

“Allora Max, possiamo andare?”

“Si” rispose Max alzandosi dalla sedia. Anche lei senza rivolgere un minimo sguardo in direzione dell’amica.

La dottoressa fece accomodare Max nel suo studio e prima di chiudere la porta lanciò un’occhiata a Chloe. La ragazza stava guardando nella sua direzione, ma quando notò la dottoressa guardarla, si girò di scatto da un’altra parte. Dopo aver chiuso la porta prese il suo solito taccuino e andò a sedersi sulla poltrona davanti alla ragazza. Abigail guardò Max con un sorriso.

“Allora Max, com’è andata la settimana?”

“È andata bene…”

“Sei sicura? A guardarti non si direbbe”.

Max sospirò abbassando lo sguardo sul diario.

“Come sono andati i compiti che ti ho assegnato?”

“Ci sto lavorando”.

“Quel diario che hai tra le mani?”

“Ci scrivo i sogni che ho iniziato ad avere da quando sono tornata a casa”.

“Bene. Hai avuto altri incubi in questa settimana?”

“Un paio di notti”.

“Vuoi parlarmene?”

“Non sono molto differenti dai soliti”.

“Che ne dici se proviamo ad analizzarne qualcuno insieme?”

Max sembrava non propensa a parlare. La dottoressa iniziò a battere la penna sul taccuino mentre la guardava aspettando.

“Max, che sta succedendo? Si vede chiaramente che c’è qualcosa che non va. Tenersi tutto dentro non aiuta e io sono qui apposta per ascoltare. L’ultima volta che ci siamo viste abbiamo fatto dei passi in avanti, non chiuderti di nuovo”.

Max si risistemò nervosamente sul divano non guardando Abigail.

“Ok, facciamo così. Io adesso provo a ipotizzare il motivo per cui sei così abbattuta. E tu puoi dirmi se ho indovinato o meno”.

La ragazza continuò restare in silenzio.

“Da quando tu e Chloe avete iniziato a fare terapia, vi ho sempre viste sedute vicine in sala d’attesa. Tenervi per mano, abbracciarvi, incoraggiarvi e sostenervi a vicenda. Oggi è tutto diverso. Sembra esserci della distanza tra voi e non parlo solo a livello fisico. La scorsa settimana ho notato la reazione di Chloe alla vista di Victoria Chase. Non sembrava molto entusiasta di vederla. Avete discusso a causa sua?”

“Si, Victoria non è certo una persona che riesce facilmente a farsi voler bene. Loro non vanno d’accordo per cose successe in passato. Quando ci siamo incontrate l’altra volta, mi ha chiesto di vederci in serata e io ho accettato. Victoria voleva passare del tempo con noi per parlare di quanto successo. Sicuramente lei saprà cosa le è successo”.

“Si Max, lo so cosa è successo a Victoria. Cosa è andato storto? Vi siete incontrate e hanno litigato?”

“No. Chloe non è voluta venire con me. Si è arrabbiata perché volevo che venisse con me, pur sapendo che a lei Victoria non piace”.

“Quindi avete litigato”.

“Abbiamo avuto una discussione”.

“Questo è successo venerdì scorso. Non vi siete ancora chiarite?”

“No. Parliamo pochissimo in questi giorni”.

“È per questo motivo che oggi sembri così abbattuta?”

“Si”.

“Un modo per risolvere tutto è parlarne affrontando il problema. Non puoi semplicemente far finta che vada tutto bene. In questo modo le cose rimarranno irrisolte e potrebbero soltanto aggravare la vostra situazione”.

“Lo so”.

“Max, perché non parlate tra voi? Siete amiche da tanto. Il vostro legame è molto forte, avete recuperato il vostro rapporto dopo tanti anni. Avete condiviso una brutta esperienza e questo dovrebbe tenervi ancora più unite e invece sembra tutto l'opposto. Mi hai detto in un’altra seduta, che non parlate dei vostri sogni perché potrebbe farvi più male che bene. Ma adesso non si tratta di sogni, ma di realtà. Avete dei problemi di incomunicabilità. Questo potrebbe ostacolarvi nel vostro percorso terapeutico”.

Max rimase in silenzio iniziando a guardarsi intorno.

“Parlami del tuo rapporto con Chloe”.

“Perché?”

“Perché è utile scavare a fondo, per risalire al vero problema e trovare una soluzione”.

“Le cose tra me e lei non vanno sempre bene. Continuiamo ad avere alti e bassi. Mi sembra di stare su un’altalena con lei. Ci sono giorni in cui stiamo benissimo e altri che sarebbe proprio il caso di starci lontano”.

“Di solito per cosa litigate?”

Max ci pensò un attimo. “Per i miei genitori, gli amici e i guai che di solito combina”.

La dottoressa ripensò a cosa le aveva detto Chloe per quanto riguardava i Caulfield, quindi si concentrò sulle altre possibili cause. “Come mai litigate per gli amici?”

“Perché spesso lei è gelosa di me. A dire la verità lo è sempre stata sin da quando sono tornata ad Arcadia Bay”.

“Secondo te perché è gelosa?”

Max sospirò. “Forse perché sin da quando eravamo piccole, siamo sempre state solo io e lei. Non avevamo bisogno di nient’altro per stare bene. Poi ci siamo perse per anni a causa del mio trasferimento. Quando sono tornata, non eravamo più solo noi due. Avevo altri amici come Kate e Warren. Forse temeva che preferissi gli altri a lei”.

“Temeva di perderti ancora?”

“Forse sì”.

“Le hai mai dato motivo di dubitare della tua amicizia?”

“Assolutamente no, non credo. Il fatto è che lei vuole avere tutte le attenzioni su di sé. Ma questo non è possibile perché ci sono gli altri, anche se lei per me conta più di chiunque altro. Nessuno potrebbe mai prendere il suo posto”.

“Hai detto che litigate anche perché combina guai”.

“Si, è come avere a che fare con una bambina a volte. Se le si dice di non fare una cosa, lei puntualmente la fa. La sua capacità di mettersi nei guai è ineguagliabile. Il punto è che quando ne combina una delle sue, non ci va di mezzo solo lei, ma anche io. Come quando abbiamo passato una giornata intera con gli amici e si è ubriacata. Il giorno dopo siamo state messe in punizione, per il suo atteggiamento e per aver bevuto”.

“Cosa è successo?”

“Ha alzato la voce con i miei”.

“Perché?”

“Perché mio padre le ha chiesto spiegazioni su una cosa che riguardava me".

“Cosa le ha chiesto tuo padre?”

“Le ha chiesto cosa è successo la sera prima”.

“Per caso ha capito che aveva bevuto?”

“No, quello lo ha capito dopo che Chloe è corsa in bagno a vomitare”.

“E allora cosa voleva sapere tuo padre, per farla infuriare tanto?”

Max arrossì. "Questo è imbarazzante".

"Cosa può essere successo di così imbarazzante da non poterlo rivelare?"

Max fece un sospiro continuando il suo racconto. "Quella mattina mentre eravamo tutti a tavola per fare colazione, mamma ha notato un livido sul mio collo. E quando sono rimasta in silenzio senza dare nessuna spiegazione, mio padre si è rivolta a lei per sapere cosa fosse successo".

"Che tipo di livido?"

"Un segno... di un bacio".

"Ah, sei finita in punizione per quello?”

"Il punto è che loro pensano che abbia bevuto anche io, ma non è vero. Io non ho bevuto!”

"Allora perché non hai detto ai tuoi cosa era successo? Magari sarebbero stati più comprensivi. Infondo siete ancora ragazzi, è più che naturale..."

"Non potevo dire la verità!”

"Perché no?"

"Perché... quel livido non me lo ha fatto né Lucas né Fernando, che sono gli unici ragazzi del gruppo".

"Oh, capisco. Allora suppongo sia stata una delle tue amiche".

"Oddio!” disse Max appoggiando i gomiti sulle ginocchia coprendosi il viso con le mani.

"Max non devi preoccuparti di questo. Non sono qui per giudicare, ma per ascoltare e aiutare".

Max guardò Abigail. "Non è stata un'amica qualunque… ma Chloe".

"Chloe ti ha lasciato il livido?!" chiese Abigail sorpresa.

"Si, quando siamo rientrate lei era completamente ubriaca. Quindi l'ho accompagnata nella sua stanza. Ho cercato di toglierle i vestiti per metterla a letto, ma lei mi ha afferrata e… lo ha fatto".

"E Chloe cosa ha detto dell'accaduto?"

"Niente... lei non sa cosa è successo. Era ubriaca quindi non si ricorda nulla".

"Max, mi stai dicendo che Chloe non sa di essere la causa di quel livido?"

"Si, lei non ne sa niente perché non gliel’ho detto".

"Perché no?"

"Perché non potevo! Era una situazione imbarazzante e avrei dovuto raccontarle tutto! Mi faceva male pensare all’accaduto".

"Ti ha infastidito così tanto il suo gesto?"

"No, non il suo gesto ma... quello che ha detto".

Abigail parve confusa. "Cosa ha detto?"

"Quando mi ha baciata… mi ha chiamata Rachel".

"Ah... e questo ti ha infastidito?"

"Si... cioè, non mi ha dato fastidio…ci sono rimasta male. Non mi andava di raccontarle questo".

Abigail prese qualche appunto. "Max quando lei ti ha chiamata Rachel cosa è successo?"

"L'ho respinta e sono andata nella mia stanza".

La dottoressa rimase in silenzio per un po’ a riflettere. "E se non ti avesse chiamata in quel modo, le avresti detto cosa era successo?"

Fu il turno di Max di rimanere in silenzio. "Credo...no...non lo avrei fatto lo stesso".

"Perché no?"

"Perché si sarebbe sentita in colpa per tutto il casino che aveva creato bevendo. E poi..."

"E poi?"

"Non lo so… io... non so cosa mi è successo, ok?!"

"Cosa vuoi dire?"

"Sono responsabile anche io di quello che è successo!”

"Perché? È stata Chloe a bere non tu. Ed è stata sempre lei a lasciarti quel livido, quindi..."

"Io gliel’ho permesso! L'ho lasciata fare!” disse Max interrompendo la dottoressa.

"Quando ti ha baciata qual è stata la tua reazione?"

"Non l'ho respinta subito. Io… ho lasciato che accadesse".

Abigail annuì lentamente. "Perché l'hai lasciata fare?”

Max abbassò lo sguardo rimanendo in silenzio.

“Sul diario che stai scrivendo, c’è qualche sogno riguardante la tua amica?”

“Si”.

“Che ne dici di raccontarmene uno?”

“Perché?”

“Da qualche parte dobbiamo pur iniziare. Però prima vorrei chiederti una cosa”.

“Cosa?”

“Vorrei parlare di quello che mi hai detto l’ultima volta che ci siamo viste. Hai detto di aver sognato di salvare Chloe”.

“Si”.

“E che era un sogno, giusto?”

“Si”.

“Allora sono un po’ confusa al riguardo. Vedi Max, subito dopo la nostra seduta è arrivato il turno di Chloe. E lei mi ha detto che le hai salvato la vita nel bagno della Blackwell. Solo che per lei, questo è successo per davvero. Ovviamente senza poteri del tempo. Puoi darmi una spiegazione?”


Merda! E adesso? Lo sapevo che prima o poi potesse succedere una cosa del genere. Io non so cosa dice Chloe alla dottoressa e lei non sa cosa dico io. Ok… devo uscire da questa situazione.


“Io… ho salvato… davvero Chloe”.

“Ma tu avevi detto che era un sogno. Poco fa lo hai riconfermato”.

“Io mi trovavo nel bagno. Prima che Nathan sparasse ho fatto scattare l’allarme, così lei è fuggita mettendosi in salvo. Ho sognato qualcosa che è successo per davvero. Ma nel sogno io sono riuscita a salvarla soltanto con l’aiuto dei miei poteri”.

“Oh… quindi hai sognato un evento realmente accaduto. Forse il tuo forte senso di colpa verso Chloe, ti ha portato a sognare di avere dei poteri di riavvolgere il tempo”.

“Credo di sì. Ho un po’ di confusione nella testa… non c’è da sorprendersi” disse Max con una risatina nervosa.

La dottoressa annuì non molto convinta. “Ok. Ora torniamo ai sogni dove c’è anche Chloe”.

"Una volta ho sognato che veniva sparata da Jefferson".

"Perché le ha sparato?"

"Perché il tempo era scaduto".

"Scaduto per cosa?"

"Per dare una risposta alla sua domanda".

"Jefferson ti ha fatto una domanda?"

"Si".

"Cosa ti ha chiesto?"

"Mi ha chiesto il motivo per cui ho salvato Chloe invece di Arcadia Bay".

"Questo sogno ha a che fare ancora con il tuo senso di colpa verso Chloe".

“Già…”

"Cosa hai risposto alla domanda?”

"Non ho risposto. Cioè, stavo per farlo ma poi lui le ha sparato".

"Quindi avevi una risposta da dargli".

"Si."

"Quale?”

Max non rispose.

“Perché non vuoi rispondere alla domanda Max?”

“Perché… non serve”.

“Non lo puoi sapere questo. Max, il fatto che tu stia evitando di rispondere a questa precisa domanda, dimostra che c’è qualcosa di importante sotto. Se vuoi che io ti aiuti in questo percorso, devi cercare di affrontare determinati argomenti, anche se non ti piacciono. Altrimenti rimani bloccata e non faremo passi avanti. Ma non ho nessuna intenzione di obbligarti a parlarmene. Sei tu a decidere se farlo e quando. Ci sono altri sogni in cui era presente Chloe?”

“Si, ho sognato una serata che abbiamo realmente passato insieme. Quindi c’è qualcosa di vero. Questo è successo quando eravamo ad Arcadia Bay. Solo che alla fine sono successe altre cose. Inoltre c'erano anche Jefferson e Rachel”.

“Cosa è successo di diverso dalla realtà?” chiese Abigail mentre prendeva appunti sul suo taccuino.

“Noi… ci siamo… baciate” disse con un filo di voce Max.

La dottoressa alzò lo sguardo verso la ragazza. “Che altro è successo?”

“Sono stata trascinata sul fondo della piscina come da una forza invisibile. Stavo soffocando. Ho perso i sensi ed è intervenuta Rachel che mi ha aiutata a venire fuori dall’acqua. Quando finalmente ero in salvo è arrivato Jefferson. Chloe e Rachel invece erano svanite nel nulla”.

“Cosa è successo con Jefferson?”

“Mi ha fatto di nuovo la stessa e identica domanda di sempre”.

“E tu hai risposto?”

“Si”.

“Questo sogno non l’hai raccontato alla tua amica?”

“No”.

“Ci sono altre cose di cui non parli a Chloe oltre ai tuoi sogni?”

La ragazza annuì.

“Non lo fai per paura di ferirla?”

“Non solo per quello”.

“E per quale altra ragione?”

“Mi manca il coraggio di farlo”.

“Non ti fa male tenere tutte queste cose per te?”

“Si”.

“Vuoi provare a dirle almeno a me? Può essere liberatorio e magari potresti trovare la forza di dirle anche a lei”.

“Io… le ho mentito”.

“A che riguardo?”

“Su quel bacio. Chloe ha pensato che fosse stato un nostro amico e io glielo lasciato credere”.

“Perché non le hai detto la verità?”

“Perché era imbarazzante e anche perché si sarebbe fatta problemi come l’altra volta”.

“L’altra volta?! È successo ancora?!”

“No… cioè sì… ma era una cosa diversa”.

“Puoi spiegarti meglio?”

“Quando eravamo ad Arcadia Bay, lei… mi ha sfidata… a baciarla”.

“Perché?”

“Perché non ero tanto sicura di voler indossare alcuni vestiti che aveva della sua amica Rachel. Non erano certo nel mio stile. A quel punto lei ha insistito dicendomi che potevo correre il rischio. Sa che io ho difficoltà a fare qualsiasi cosa senza crearmi dei problemi. Così, mi ha sfidato a baciarla”.

“E tu cosa hai fatto?”

“Io… l’ho fatto. Poi quando siamo venute qui a Seattle, mi ha fatto alcune domande. Ha capito che era stata la prima volta che baciavo qualcuno. Così ha completamente perso la testa, dicendo di avermi rovinato il primo bacio con quella sfida”.

“Quindi secondo te, potrebbe perdere la testa di nuovo sapendo quello che è successo quando si è ubriacata?”

“Si, anche perché quella mattina è successo di tutto con i miei e siamo state messe in punizione entrambe. Potrebbe sentirsi responsabile per quello che è successo”.

“E il ragazzo che è stato messo in mezzo in tutto questo, conosce la verità?”

“Si, ho dovuto dirglielo”.

“Quindi il vostro amico sa cosa è successo quel giorno, ma Chloe che è la diretta interessata, ne è completamente all’oscuro. È esatto?”

“Detta così… sembra peggio di quello che è…”

“Davvero Max?!”

Max rimase in silenzio pensando alla gravità della situazione. La sua migliore amica non era a conoscenza della verità su una vicenda che la riguarda personalmente. Invece Lucas, un ragazzo che conoscevano da poco, era al corrente di tutto. Si erano messi d’accordo su cosa dire nel caso Chloe avesse fatto delle domande. Tutto alle spalle della ragazza. “Oddio, se lo scopre si arrabbierà tantissimo!”

Abigail la guardò sorridendo. “Forse hai ragione, se tu le avessi detto cosa era realmente successo, lei si sarebbe sentita in colpa. Ma poi le sarebbe passato, perché tu avresti fatto in modo di non farla sentire colpevole. Del resto, aveva bevuto. Invece mentendo, non hai fatto altro che peggiorare la situazione. Se la verità saltasse fuori, diventerà un bel problema Max. Lei è la tua migliore amica, ma nonostante questo le hai mentito”.

“Quindi ora non posso più dirle nulla… nemmeno volendo!”

“Oppure, potresti prendere il toro per le corna. Rivelando tutto quello che non le dici, con la premessa di smetterla una volta per tutte”.

“Oh no, non posso farlo! Mi odierà e se la prenderà anche con Lucas! Questa situazione si è creata a causa mia! L’ho creata io mentendo!” disse Max spaventata.

“C’è altro che non le dici?”


Certo che sì. Sto usando il mio potere di riavvolgere il tempo a sua insaputa. Mi aveva chiesto di non farlo, ma non l’ho ascoltata. Non sa che Jefferson nei miei sogni, riesce a farmi sentire in colpa di averla salvata. E non sa quanto tengo a lei.


“Si, c’è altro”.

"Cosa pensi di dover fare per rimediare?"

"Non lo so".

"Max, il problema di incomunicabilità non è solo tuo. Ti ricordo che siete in due. Credi che lei ti dica sempre tutto?"

"No, non lo credo".

"Quindi?"

“Siamo nella stessa situazione".

“Se voi due la smetteste di nascondervi tutto e cercaste di essere più sincere l’una verso l’altra, le cose potrebbero andare molto meglio”.

“Non so se ce la faccio a dirle queste cose”.

“Allora la situazione non cambierà mai”.

Abigail rimase in silenzio per un po’ per permettere a Max di riflettere sulle sue ultime parole.

"Vorrei portare la tua attenzione su alcune cose che hai detto prima".

"Quali?"

"La sera in cui Chloe ti ha baciata. Hai precisato di averle permesso di farlo e di esserti ritirata nella tua stanza solo quando ti ha chiamata Rachel".

"Si..."

"Cosa avresti fatto se lei non ti avesse chiamata così e non si fosse fermata?"

"Io… non lo so..."

"Non ti ha creato nessun problema il suo gesto, ma ti ha ferito che ti abbia chiamato con un altro nome. Per di più ha usato il nome di Rachel, che come molto probabilmente saprai avevano una sorta di relazione. Inoltre hai accettato la sfida di Chloe baciandola. Hai fatto un sogno di voi due insieme. Con tutte queste informazioni non posso fare a meno di chiedermi, se oltre alle bugie e le varie omissioni, non ci sia anche dell'altro".

Max si appoggiò allo schienale del divano abbassando lo sguardo.

"È così Max?"

"È complicato".

"So che lo è Max. È un argomento delicato e se non te la senti di parlane ora va bene. Ma non accantonare anche questo tra le altre cose, perché non è un bene".

"Io... non so nemmeno com'è successo. Quando ci siamo riunite e abbiamo passato quei cinque giorni insieme, è cambiato tutto” disse Max mentre alcune lacrime iniziarono a scivolare via sul suo viso. La risposta alla domanda di Jefferson nel sogno, riguardava proprio questo. Ho ammesso di provare qualcosa per lei. Cioè, credo di provare qualcosa... non lo so. Sono confusa".

"È normale che tu sia confusa. Dopotutto lei è tua migliore amica e sicuramente le hai voluto sempre molto bene".

"Forse è questo… soltanto affetto. Magari mi sento così perché sono stata troppo tempo lontana da lei. O forse è a causa del senso di colpa” disse Max spostandosi in avanti sul divano. "Giusto?! Potrebbe essere questo?!” chiese Max guardando speranzosa la dottoressa.

Abigail la guardò con mezzo sorriso. Le faceva tenerezza vedere Max che cercava di trovare una spiegazione logica ai suoi sentimenti, pur di non ammetterli. "È realmente questo quello che pensi?"

Max si accasciò di nuovo contro lo schienale del divano dicendo: "Ma chi voglio prendendo in giro..."

“Chloe non sospetta nulla di quali siano i tuoi reali sentimenti per lei?”

“No, come potrebbe? Non gliel’ho detto”.

“Ti spaventerebbe parlare con lei di questo?”

“Molto. Lei ama ancora Rachel anche se non c’è più. Non credo di poter competere con lei. Dannazione, non dovrei nemmeno dirle queste cose. Lei è morta e io mi preoccupo di non riuscire a prendere il suo posto. Sono una persona crudele”.

“Non lo sei Max. Le persone crudeli non hanno una coscienza. Non si creano complessi come stai facendo tu adesso. Quello che provi è comprensibile. Nutri dei sentimenti per lei che vanno ben aldilà della semplice amicizia. Sei innamorata e in questo caso è possibile che Chloe, non sia l’unica a essere gelosa”.

“Sono innamorata di Chloe..." disse Max con un sussurro.

“Non è così?”

“Sembra tutto così irreale. È strano pensare a lei in questo modo. Per fortuna non lo sa”.

“Già, se non glielo dici non lo saprà mai. Comunque, non credo sia il momento adatto per rivelarle anche questo. Meglio fare un passo alla volta verso la giusta direzione e per farlo, dovrai iniziare a dirle la verità su quello che è successo”.

“Non posso!”

“Non puoi o non vuoi?”

“Ho paura di come potrebbe reagire. Si arrabbierà con me e anche con Lucas. La conosco ormai. Non credo di potercela fare”.

“Dovrai provarci Max. All’inizio sarà difficile, ma vedrai che le cose si sistemeranno”.

Nel frattempo Chloe era in sala d’attesa, con il desiderio di essere da un’altra parte. Qualcuno si avvicinò alla scrivania della segretaria. Chloe raddrizzò la testa che fino a quel momento era appoggiata alla parete dietro di sé. Guardò in direzione della scrivania e vide lei, la regina di tutte le stronze. Roteò gli occhi rimpiangendo ancora di più la sua presenza lì.

“Buongiorno Nelly”.

“Buongiorno Victoria, oggi sei decisamente molto in anticipo”.

“Si, spero che non sia un problema”.

“Non c’è problema, solo che dovrai aspettare un bel po’”.

“Lo so, ma non avevo nulla da fare e non mi andava di rimanere in galleria più del dovuto”.

“Come stanno proseguendo i preparativi per la mostra”.

“Un po’ a rilento ma proseguono. Non vedo l’ora che finisca tutto”.

“Passerà anche questa. Prego Victoria accomodati pure”.

“Si, grazie”.

Quando Victoria si voltò per andare a sedersi, vide Chloe. Senza dire nulla prese posto dall’altra parte della sala d’attesa di fronte a lei. Chloe iniziò a giocherellare con i suoi anelli, cercando di non incrociare lo sguardo dell’altra ragazza. Victoria iniziò a lisciare la sua minigonna e ogni tanto lanciava uno sguardo a Chloe. Dopo qualche minuto Victoria si decise a rivolgere la parola alla ragazza. “Comunque, vorrei precisare che l’invito era rivolto anche a te”.

Chloe alzò di scatto lo sguardo incazzato verso di lei. “Sinceramente non me ne frega un cazzo del tuo invito! Non ci sarei venuta per nessuna ragione al mondo!”

“A quanto pare sei rimasta la solita stronza di sempre!”

“Si vede che ho imparato dalla migliore!”

“Faccio davvero fatica a capire cosa diavolo ci trova in te Max per essere tua amica!”

“La sua migliore amica vorrai dire! Lo so che non puoi capire! Le uniche persone che potresti considerare amiche, erano due complete nullità! Erano prive di spina dorsale, senza carattere! L’unica cosa che riuscivano a fare bene, era leccarti il culo tutto il tempo! Ma non credere che lo facessero perché tenevano a te! Loro erano dalla tua parte perché era più semplice così! Meglio stare dalla parte della stronza che ha potere, invece che dall’altra parte della barricata, con il rischio di essere prese di mira da te!”

Victoria la guardò a bocca spalancata, non si aspettava così tanta cattiveria nelle sue parole. Considerano anche cosa era successo alle sue amiche. Si sentì ferita, ma non lo diede a vedere contrattaccando. Nelly nel frattempo le osservava con una penna tra le labbra ascoltando il loro battibecco, non sapendo bene cosa stesse succedendo. Non sapeva nemmeno se intervenire.

“Beh, non possiamo di certo dire che tu sia stata da meno Chloe! Anche tu ti sei attaccata alla gonnella di una delle ragazze più popolari della scuola o sbaglio?! Io almeno ho avuto la decenza di non infilarmi tra le gambe di nessuna! Le amiche mi avranno leccato anche il culo, ma tu hai leccato ben altro!”

Chloe strinse i pugni dalla rabbia mentre a Nelly cadeva la penna dalla bocca, scioccata dalle parole di Victoria riversate sulla ragazza.

“Si, forse hai ragione, ma almeno io non sono stata amica di uno psicopatico, pervertito e assassino! Mi dispiace un casino che sia già morto, me ne sarei occupata volentieri io di mandarlo all’altro mondo!”

“Non parlare di lui in questo modo! Lui non ha nessuna colpa per quello che è successo! Tu non hai idea di quello che ha passato Nathan! Non conosci com’era la sua vita famigliare! Lui è stato semplicemente manipolato da Jefferson!”

“Oh piantala Vicky! Vuoi davvero impietosirmi con tutte queste puttanate su di lui?! Credo che tra noi due chi non lo conoscesse per davvero sei tu, non io! O magari eri ben consapevole di quanto fosse pervertito e ti andava benissimo così!”

“Lui aveva dei problemi, ma non era un pervertito! Suo padre è un gran figlio di puttana e non ha fatto nulla per aiutarlo! Spero davvero che tutto quello che è successo gli si ritorca contro! Perché il primo responsabile è proprio lui! Se avesse offerto delle cure adeguate per suo figlio, non sarebbe mai stato manipolato da Jefferson! Non sarebbe successo nulla di tutto questo!”

“Pff… questo sarebbe quello che continui a dirti per rifiutarti di accettare la verità?! Ti serve per dormire bene la notte Vicky?! Era solo un pervertito e lo sai!”

“Allora, se proprio vogliamo parlare di perversione, possiamo aggiungere nella lista la cara Rachel! Lo sanno tutti che si faceva sbattere da Jefferson!”

“Quelle sono soltanto stronzate inventate da te, perché eri invidiosa di lei! Ti era stato strappato lo scettro da regina dalle mani e non lo sopportavi!

E poi non dovresti nemmeno puntare il dito contro Rachel, visto che sei stata tu a provarci con Jefferson! Hai pensato bene di offrirgliela su un piatto d’argento pur di vincere il concorso, non è vero?! Io e Max ti abbiamo vista con lui ascoltando tutto quello che hai detto!”

“Cosa hai detto?” chiese Victoria sorpresa.

“Si Vicky, hai capito benissimo! Io e Max eravamo lì. Quindi non fare tanto la santarellina con me! Ci saresti andata a letto pur di vincere il concorso! Temevi che Max ti avrebbe soffiato la vittoria, non è vero?!”

“Tu non sai nemmeno di che diavolo stai parlando!”

“Lo so benissimo invece e ti consiglio di badare bene a ciò che dici su di lei! Io amavo Rachel ed è morta a causa del tuo amico psicopatico! Tu non hai la più pallida idea di cosa significa perdere una persona che ami!”

“Invece lo so eccome Price, non pensare che solo perché hai perso i tuoi genitori e Rachel, sei l’unica persona a soffrire a questo mondo! Anche io ho perso una persona cara! Per te Nathan era solo uno psicopatico, ma per me era un amico! Gli volevo molto bene e adesso non lo rivedrò più e non saprà mai che…” disse Victoria interrompendosi mentre la sua voce si incrinava.

“Che cazzo vuoi dire?! Oooh… ora capisco! Ti eri presa una cotta per il pazzoide! Si, ho sempre pensato che eravate fatti l’uno per l’altra!” disse Chloe con un sorriso crudele.

“Sei solo una grande stronza Price! Soprattutto sei sempre stata una nullità, ecco perché Rachel se la faceva con Jefferson! Non sei mai stata alla sua altezza! Anzi, non sei mai stata all’altezza di nessuno! Sei solo una perdente che passa il suo tempo a fare la vittima! Credo che a questo punto Rachel meritasse molto più di te di essere ancora viva”.

“Si, forse hai ragione! Il tuo amico Nathan avrebbe dovuto spararmi in quel bagno!”

“Ma cosa… di che stai parlando?”

“È davvero assurdo! Eravate così amici ma non ti ha detto di avermi puntato una pistola contro?!”

Victoria era scioccata da quella rivelazione. “Non è vero… stai mentendo!”

“Prova a chiederlo a Max, ascolta cosa ha da dire in proposito! È stato grazie a lei che sono ancora viva! Sono proprio curiosa di sapere cosa penserà del tuo desiderio di vedermi morta!”

“Perché ti ha puntato una pistola?”

“Perché temeva che avrei rivelato a tutti cosa mi aveva fatto! Mi ha drogata e scattato delle foto! Esattamente com’è successo a te con Jefferson!”

Victoria abbassò lo sguardo sulle sue mani che si contorcevano in grembo, non riuscendo a credere alle sue orecchie.

“Io non so cosa diavolo vuoi da Max! Non so perché tutto a un tratto vuoi uscirci insieme, ma ti assicuro di una cosa! Se provi a crearle problemi te la vedrai con me e ti assicuro che non sarà per niente piacevole!”

“Mi stai minacciando Price?! Io non voglio crearle nessun problema, puoi starne certa! Sto cercando di rimediare agli errori fatti in passato! E poi non puoi impedirmi di frequentarla, come non puoi impedirlo neanche a lei! Non sei nessuno per dare ordini! Possiamo fare quello che ci pare! Ora è fin troppo evidente cosa non abbia funzionato tra te e Rachel!”

Victoria guardò la ragazza con un sorriso soddisfatto, consapevole di aver colto nel segno. Chloe si alzò dalla sedia avvicinandosi alla ragazza. Victoria si appiattì allo schienale della sedia appoggiando la testa al muro, prendendo le distanze. Chloe appoggiò una mano alla parete avvicinando il suo viso a quello di Victoria.

“Non provocarmi Victoria e non osare nominare Rachel! Ricorda bene le mie parole Vicky, stai - lontana - da – Max!”

Mentre Nelly era paralizzata dallo sconcerto a quella scena a cui stava assistendo, la porta dello studio si aprì. La dottoressa e Max rimasero ferme davanti alla porta guardando confuse nella loro direzione.

“Chloe, è il tuo turno!” disse Abigail per fermare qualsiasi cosa stesse succedendo.

Chloe fissava ancora la ragazza negli occhi. “Certo, arrivo subito!”

Si allontanò dalla ragazza e si diresse verso lo studio non incrociando lo sguardo con quello di Max. Le passò vicino come se niente fosse, senza dire nulla. Quando la dottoressa chiuse la porta, Max si avvicinò a Victoria.

“Che è successo Victoria?”

“Io non so davvero quale sia il suo problema! Ma soprattutto, non so come diavolo possa essere tua amica!”

Max prese posto sulla sedia accanto a lei e iniziarono a parlare di ciò che era appena successo. Chloe seduta sul divano si guardava intorno facendo finta di nulla, mentre Abigail la osservava con attenzione.

“Chloe, cos’era quello?”

“Cosa?! Non so di cosa sta parlando!”

“Di quello che ho appena visto lì fuori. Che stavi cercando di fare o dimostrare?”

“Assolutamente niente! Volevo solo farle capire di stare al suo posto!”

“Fino a prova contraria eri tu a invadere il suo spazio”.

Chloe guardò la dottoressa scuotendo la testa sbuffando con un sorriso.

“Perché ce l’hai così tanto con Victoria Chase?”

“Non sono qui per parlare di lei!”

“Infatti non ti sto chiedendo di parlarmi di lei, ma di cosa hai tu contro di lei”.

“C’è poco da dire! È solo una puttana viziata, abituata a ottenere tutto ciò che vuole senza un minimo di sforzo! E se per qualche ragione non ottiene ciò che vuole è disposta a scendere davvero in basso! È capace di fare qualsiasi cosa! Ha tentato di mettere fuori gioco Rachel drogandola, tutto per una stupida recita del cazzo! Perché voleva avere il suo ruolo! Se lo merita quello che ha passato in quel cazzo di bunker! Pensa che era disposta anche a farsi sbattere dal professor pur di vincere quel concorso di merda della scuola! E la cosa che più mi fa incazzare è non sapere che cazzo vuole da Max! Deve stare lontana da lei! Giuro che se lei…” disse Chloe interrompendosi cercando di mantenersi calma.

“Cosa pensi che possa fare a Max?”

“Non lo so, voglio solo che stia lontano da lei!”

“Sarà un po’ difficile questo, visto che si sono già incontrate. Max potrebbe voler instaurare un rapporto di amicizia con lei”.

“Te lo ha detto Max questo?!”

“Non posso rivelare nulla di ciò che viene detto qui dentro, ricordi?”

“Certo, quando vi fa comodo!”

“Potresti chiedere direttamente a Max, quali sono le sue intenzioni”.

“Non credo proprio sia possibile questo”.

“Cosa sta succedendo con Max? Non ho potuto fare a meno di notare che il vostro atteggiamento è cambiato. È bastato solo la comparsa di Victoria e non vi guardate più in faccia, non vi rivolgete la parola, c’è un muro tra di voi. Se volete salvare il vostro rapporto dovete abbatterlo in qualche modo”.

“Ammazzando Victoria?!” chiese Chloe sarcastica.

“No, parlando tra di voi. Non è restando in silenzio che si possono risolvere i problemi. Vedo che non hai portato il tuo diario, come mai?”

“Non serve, ho tutto qui dentro” disse Chloe indicando la testa.

“Parlami del tuo rapporto con Max”.

“Che cosa?! E perché dovrei farlo?!”

“Perché non dovresti? Max è un argomento tabù per caso?”

Chloe la guardò riflettendo senza capire. “Ok, allora parliamone!”

“Non devo parlare io, ma tu Chloe”.

“Ok, va bene. Cosa vuole sapere?”

“Perché non vi parlate ad esempio”.

“Perché abbiamo discusso a causa della stronza seduta in questo momento in sala d’attesa”.

“Perché avete discusso?”

“Perché Max pur sapendo che non sopporto Victoria, voleva che uscissi con loro! Ha dato per scontato che sarei andata con lei! Sembrava aver già deciso per me! Insomma… voglio dire… possibile che ciò che voglio io non conta mai un cazzo?! Posso capire se questa stronzata la fanno i suoi genitori, ma porco cazzo, da lei questo non l’accetto!”

“Sei molto arrabbiata”.

“Certo che lo sono! Sono stufa di essere trattata come se non fossi in grado di decidere per me stessa! Sono una persona adulta ormai e devono farsene una ragione, soprattutto Max!”

“Lei hai detto tutto questo?”

“Si, le ho fatto capire chiaramente che in questo modo, sembra costringermi a fare ciò che non voglio! E che io non l’ho mai costretta a fare nulla!”

“E lei cosa ti ha risposto?”

“Mi ha risposto che in realtà ho un modo tutto mio per far fare agli altri ciò che voglio! Neanche fossi una manipolatrice!”

“Secondo lei, in che modo riesci a ottenere ciò che vuoi?”

“Beh, dice che mi incazzo se non ottengo ciò che voglio e per calmare le acque lei mi accontenta!”

“E non è così?”

“No… io… si mi incazzo, ma non sfrutto questa cosa per ottenere ciò che voglio! Mi incazzo perché qualcosa mi dà fastidio davvero! Sono impulsiva, non ragiono!”

“Quindi?”

“Quindi il problema è suo, non mio! È lei che non sa dirmi di no! È stata lei che lei a precisarlo, sono sua testuali parole”.

“Secondo te perché non riesce a dirti di no?”

Chloe alzò le spalle. “Non lo so, forse è ancora il suo senso di colpa per avermi abbandonata”.

La dottoressa la guardò con un mezzo sorriso.

“Che c’è?”

“Max non ti ha…”

“Si, lo so! Mi sono sbagliata ok?! Non mi ha abbandonata, si è semplicemente trasferita”.

“Avete discusso e il risultato è che dopo una settimana, ancora non vi parlate. Non ti sembra un periodo troppo lungo per restare arrabbiata?”

“Non posso farci nulla se sono ancora arrabbiata”.

“Veramente c’è una cosa che puoi fare. Parlare con lei, ma mantenendo la calma. Se ti lasci trasportare dalla rabbia del momento non farai altro che peggiorare le cose”.

“Si certo…”

“Chloe, io temo che tu e Max avete delle grosse difficoltà a comunicare tra voi”.

“Non è così, noi parliamo”.

“Le parli mai dei tuoi incubi? Di come ti senti dopo aver perso Rachel e tua madre?”

“Mi è capitato. Credo solo una volta, ma non sono cose di cui amo parlare con lei”.

“Perché?”

“Perché non sono cose piacevoli e lei ha già i suoi fardelli da sopportare. Non voglio darle altri problemi”.

“Se non ricordo male, mi avevi accennato di aver sognato Max a volte”.

“Si… e allora?”

“Ti andrebbe di raccontarmi quei sogni?”

“Non… ricordo molto”.

“Chloe, poco fa hai detto di avere tutto nella mente”.

“Si, ma non proprio tutto…”

“Una volta mi hai detto che il tuo alter ego ti ha accoltellata perché hai cercato di difendere Max. Che voleva farle del male. Ora ricordi?”

Chloe iniziò a far sobbalzare la gamba. Abigail ormai aveva imparato a leggere i segnali che le due ragazze mandavano senza rendersene conto. La ragazza era già molto arrabbiata per via di Victoria e adesso si stava innervosendo alle sue domande. Doveva stare ben attenta nel proseguire, perché bastava poco a raggiungere il limite. In quel caso Chloe non avrebbe dato più nessuna informazione.

“Vagamente…” disse Chloe incrociando le braccia distogliendo lo sguardo dalla dottoressa.

“So che non è facile, ma sto solo cercando di aiutare Chloe. Tutto quello che avete vissuto vi sta causando dei grossi problemi. Vi sta dividendo. Avete subito un brutto colpo e non meritate di perdervi. Dopo anni in cui siete state lontane, avete l’opportunità di stare di nuovo insieme. Di recuperare il tempo perduto. Non dovete permettere che la vostra brutta esperienza distrugga le vostre vite e la vostra amicizia. Parla con me Chloe. Niente di quello che dirai uscirà di qui, lo sai questo”.

“Ok…” disse Chloe strofinando le sue mani sudate sui jeans.

“Ti ascolto”.

“In quel sogno il mio alter ego continuava a dire che a Max non importava niente di me. Voleva spingermi… a fare qualcosa. Perché secondo lei, mi avrebbe aiutata a capire… cosa provava Max. Lei era convinta che quello che aveva scritto su quel diario… non era vero. Mi ha detto… visto che le hai rubato il primo bacio potresti… rubarle anche il resto. Lei la stava toccando… e io ho reagito”.

Abigail già conosceva la storia del bacio di cui parlava Chloe, ma decise comunque di approfondire l’argomento. Ma non poteva dire di conoscere quella storia, perché altrimenti avrebbe capito che Max gliene aveva parlato. “Chloe, fa tutto parte di un sogno, non devi avere difficoltà a parlarne”.

 “Lo so… ma il… bacio c’è stato per davvero”.

“Hai baciato Max?”

“No, non io, lei ha baciato me”.

“Era la sua prima esperienza in quel senso?”

“Si”.

“Com’è successo?”

“L’ho sfidata a farlo. Max è sempre stata insicura e questo lo sa meglio di me”.

Abigail annuì.

“Così quando ci siamo ritrovate, ho notato che non era cambiata per niente sotto quell’ aspetto. Lei non era tanto sicura di indossare alcuni vestiti e io l’ho spronata a farlo. Le ho fatto capire di buttarsi e basta senza pensarci. E non so come… mi sono ritrovata a sfidarla a baciarmi. La cosa assurda in tutto questo, è che lei lo ha fatto per davvero” disse Chloe ridendo nervosamente mentre scuoteva la testa. “Se qualcuno mi avesse detto che Max Caulfield fosse capace di tanto, io non gli avrei mai creduto. Ma l’ho visto con i miei occhi, quindi…”

“Come hai reagito a questo suo gesto?”

“Mi sono tirata indietro. Insomma… io non me lo aspettavo. Ero sorpresa”.

“Quindi tu l’hai sfidata consapevole che non lo avrebbe mai fatto. Non ti aspettavi niente da lei”.

“Beh… sì”.

“Perché l’hai sfidata proprio in quel modo? Voglio dire, non potevi sfidarla su qualcos’altro?”

“L’ho sfidata in quel modo perché sapevo che non ne sarebbe mai stata capace”.

“So che sei stata tu a consigliare a Max cosa fare con il compito che le avevo assegnato. Hai trovato altri modi per farle affrontare e superare le sue insicurezze. Le hai consigliato di cucinare, di comprare alcuni vestiti, di ballare. Anche queste cose la mettono in seria difficoltà”.

“Si, è vero. Però non sono state tutte mie idee. Alcune erano sue, come il bacio”.

“Il bacio?!” chiese sorpresa Abigail.

“Si, lei ha pensato di farlo e questa volta senza che io la sfidassi”.

“Lo ha fatto?”

“Si”.

Ora Abigail finalmente capiva quale fosse stato il compito portato a termine, di cui Max non voleva parlare considerandolo troppo personale.

“E tu le hai permesso di farlo?”

“Si, cosa avrei dovuto fare? Le serviva per il suo compito, quindi ho accettato lasciandoglielo fare”.

“Va bene. Resta il fatto che tu hai avuto molte idee per lei. Quindi perché nella sfida hai deciso proprio il bacio?”

Chloe rimase in silenzio riflettendo. “Io… non lo so. Perché si, non c’è una ragione”.

“Questo evento della sfida, ha destabilizzato in qualche modo il vostro rapporto?”

“Quando siamo arrivate qui a Seattle abbiamo parlato e ho scoperto che quello, era il suo primo bacio”.

“E questo come ti ha fatta sentire?”

“Una merda! Mi sembra davvero di averle rubato qualcosa. Se qualcuno un giorno le chiederà com’è stato il suo primo bacio, lei cosa risponderà? Lo ricorderà per sempre”.

“Quindi ti senti in colpa per questo?”

“Si, è colpa mia quello che è successo”.

“Max cosa ne pensa al riguardo?”

“Dice che non le è dispiaciuto, ma credo che lo dica solo per non farmi sentire una merda”.

“Quindi nel sogno il tuo alter ego voleva che facessi altro con lei, giusto?”

“Si, ma non è successo. Quando ho reagito lei mi ha colpito con un coltello. Dopo che ha finito con me, si è diretta verso Max”.

“Voleva colpire anche lei?”

“Si”.

“Chloe, hai paura di fare del male a Max?”

Chloe annuì.

“Perché?”

“Perché di solito succede così. Faccio male a chiunque mi sia intorno. Non voglio farne anche a lei”.

“Come pensi di potergliene fare?”

“Basta semplicemente la mia presenza nella sua vita”.

“Lei non conosce questa tua preoccupazione?”

“No. Preferisco che non lo sappia”.

“Ci sono altri sogni che la riguardano?”

“Si” rispose Chloe dopo un sospiro.

“Me ne parli?”

“Ho sognato di…” disse Chloe interrompendosi con una risata per nascondere il suo disagio.

“Prenditi tutto il tempo che vuoi Chloe” disse la dottoressa cercando di non forzarla troppo.

“Di fare… sesso con lei. Cioè, non lo abbiamo fatto… siamo state interrotte…”

“Da chi?”

 “Il mio alter ego”.

“Nel sogno, stando con lei cosa hai provato?”

“Che cazzo significa?!”

“Beh, non lo so, magari hai provato fastidio o altro”.

“Non ho provato fastidio”.

“Hai provato una sensazione piacevole in quel momento?”

“Cazzo, io non…” disse Chloe togliendosi il berretto dalla testa, passandosi una mano tra i capelli. “Possiamo evitare di parlarne per favore?”

“Lo prendo come un sì?”

“Faccia come le pare!” disse Chloe distogliendo lo sguardo dalla dottoressa.

“Suppongo che Max non sappia nulla nemmeno di questo, giusto?”

“Certo che no”.

“Avete questa abitudine di proteggervi da verità, per così dire… scomode. E senza che ve ne accorgiate state alzando un muro invalicabile tra di voi. Lo dimostra il fatto che se litigate non riuscite più a parlarvi. Anzi, non riuscite nemmeno a guardarvi. C’è altro di cui non parli con Max, oltre ai tuoi sogni su di lei e alla tua paura di farle del male?”

“Si”.

“Cosa?”

“Ho fatto qualcosa, che non avrei dovuto fare, anzi più di una. Una mattina lei non era in casa. Era uscita con suo padre e io dopo aver fatto colazione sentivo il bisogno di fumare, ma non trovavo l’accendino. Così sono entrata nella sua stanza e l’ho trovato appoggiato sulla sua scrivania. Ho visto che c’era un cassetto leggermente aperto e ci ho guardato dentro. C'era il suo diario e gli ho dato un’occhiata. Sapevo che fosse sbagliato quello che stavo facendo. Quindi stavo per rimetterlo a posto, ma poi…” si interruppe ricordando le parole scritte dalla sua amica.

Aveva cercato di rimuovere definitivamente quel ricordo dalla sua memoria. E adesso, si ritrovava a doverne parlare.

“Chloe…”

“Ho pensato che siamo amiche e non ci dovrebbero esserci segreti tra di noi. Giusto?”

“Nel momento in cui affermi questo, ti contraddici Chloe. Hai ragione che non dovreste avere dei segreti tra di voi, ma tu le stai nascondendo molte cose”.

“Lo so…”

“Cosa hai fatto dopo?”

“Ho iniziato a leggerlo. E sono venuta a conoscenza di cose che non sapevo”.

“Non ti ricorda niente questo?”

“Si, ho violato la sua privacy come ha fatto Ryan con me. La parte più divertente, è che sono stata io la prima a commettere questo errore. E poi me la sono presa con Ryan”.

“Cos’altro non avresti dovuto fare?”

“Ho comprato dell’erba di nascosto”.

“Fai uso di erba?”

“Ho iniziato quando mio padre è morto. E ogni tanto sento il bisogno di farlo, ma l’ho comprata solo una volta. Ho smesso con quella roba” mentì Chloe per non mettersi nei guai.

“Ok, continua”.

“Max non lo sa, pensa che l’abbia ricevuta come regalo da un amico. Un amico che tra l’altro a lei non piace. Stava per scoprire la verità a causa di un'altra persona. Quando poi mi ha chiesto spiegazioni, io le ho mentito”.

“C’è altro?”

“Ho dei soldi di cui lei non sa nulla. Cioè, non immagina che li ho con me”.

“Quindi lei sa dell’esistenza dei soldi, ma non sa che li hai tu?”

“Si”.

“Perché glieli tieni nascosti se lei ne conosce già l’esistenza? Li hai ottenuti in maniera illegale?”

“No, li ho trovati, ma non è questo il punto” mentì ancora Chloe.

“E allora qual è il punto?

Chloe non rispose.

“Come usi quei soldi?” insistette Abigail.

Ancora silenzio.

“Hai detto di aver comprato dell’erba a sua insaputa. Usi i soldi per questo?”

“Si… voglio dire… li ho usati solo una volta per l’erba”.

“Li hai usati anche per comprare altro?”

“La cornice per il suo ritratto”.

“Max non sa dei soldi, però le hai comprato una cornice. Non ti ha chiesto come hai fatto ad acquistarla?”

“No, non ci avrà pensato. E poi ogni tanto i Caulfield ci danno dei soldi per comprare vestiti o altro”.

“Ok. Cos’altro ci fai con quei soldi?”

“Al momento nulla… almeno per ora…” disse Chloe con un filo di voce.

“Non ora? Li stai conservando per qualche occasione particolare?”

“Io… non lo so ancora”.

“È per questo che glieli tieni nascosti? Per non rivelarle cosa hai intenzione di farci?”

“Si”.

“Questa cosa che potresti voler fare, può arrecare qualche danno alla tua amica?”

“No, non credo. Penso che potrebbe aiutarla”.

“Aiutarla per cosa?”

“Per farle avere una vita migliore”.

“Ok, ti va di dirmi…”

“No, se lo può scordare!”

“Va bene. Torniamo al diario. Tra le cose che hai scoperto leggendo il diario, c’è qualcosa che ti ha turbata?”

“Si… c’è qualcosa”.

Abigail temeva di sapere già cosa potesse essere. La seduta con Max, aveva reso tutto molto più chiaro. Ormai era evidente quali erano i suoi sentimenti verso la sua amica. Sentimenti che andavano ben oltre la semplice amicizia. E quale modo migliore per sfogarsi, se non scrivere tutto su un diario segreto? Al tempo stesso, si chiedeva quali potessero essere i sentimenti di Chloe verso Max. C'erano segnali che potevano indicare che forse, anche lei potesse aver sviluppato dei sentimenti nei confronti di Max, tipo: i suoi sogni, i baci che occasionalmente erano avvenuti tra loro e infine la sua estrema gelosia. Il problema a quel punto, era come riuscire a capire se effettivamente fosse così, senza scatenare l’ira di Chloe. Fino a quel momento la ragazza era stata abbastanza disponibile a parlare, forse anche perché sentiva la necessità di sfogarsi. Però era meglio non sfidare la sorte, cercando di non essere troppo diretta con lei.

“Posso sapere cosa?”

“Ehm… non lo so. Non è violazione anche questa? Insomma, se adesso le dico questo è come aver rivelato qualcosa di personale di Max”.

“Giusta osservazione, ma tecnicamente la mia domanda riguarda te. Voglio sapere cosa ti ha turbato, non cosa c’era scritto”.

“È la stessa cosa. Anche se mi pone la domanda in un altro modo, io finirei comunque per rivelarle qualcosa di segreto che riguarda Max”.

“Quello che ti ha turbata, riguarda te Chloe. Con me puoi parlare liberamente senza correre nessun rischio. Credo che hai rischiato molto di più a leggendo il suo diario di nascosto, piuttosto che dirmi cosa hai scoperto”.

“Si, infatti stava per scoprirmi. Per fortuna sono riuscita a cavarmela. A pensarci bene, forse sarebbe stato meglio che mi scoprisse”.

Abigail incrociò le mani in grembo, mentre aspettava che Chloe si decidesse a parlare. Chloe fece un sospiro appoggiandosi allo schienale del divano, guardando nella sua direzione.

“Solo se vuoi dirmelo Chloe, non sei obbligata”.

“In quel diario c’era tutto quello che riguardava i cinque giorni che abbiamo passato insieme ad Arcadia Bay. Nell’ultima pagina del diario… lei ha scritto che… sono più della sua migliore amica. E si chiedeva… cosa provassi davvero per lei. Non si è pentita di avermi baciato, quando l’ho sfidata. Pensava di essere sul punto di scoprire cosa provasse per me, se era amicizia o… amore. E questo è tutto”.

“Come ti sei sentita leggendo quelle parole?”

“Sorpresa, non riuscivo a credere a quello che avevo appena letto. Ho continuato a rileggere quella pagina. Volevo essere sicura di averne capito bene il senso”.
“Lo hai capito il senso?”

“Beh… se non sono diventata completamente stupida, credo di sì. Lei cosa ha capito?”

“Secondo te?”

“Quello che ho capito io e che capirebbe qualsiasi persona con un po’ di sale in zucca”.

Abigail sorrise alle parole di Chloe. “Come ti senti adesso al riguardo?”

“Non lo so, forse lei è soltanto confusa. Ne abbiamo passate tante in quei cinque fottuti giorni, quindi potrebbe aver fatto un po’ di confusione. Oppure non era esattamente quello che intendeva sul diario.

Forse mi considera più di un'amica, perché mi vede come una sorella. Può essere così, vero? Voglio dire, dopotutto siamo cresciute insieme”.

“È una giusta osservazione questa, se non fosse per il fatto che ha specificato bene che stava per capire se era amicizia o amore. Ha fatto una netta distinzione”.
“Si, ma anche il rapporto tra due sorelle può essere d’amore. Cioè, sono comunque sentimenti di affetto”.

“Certo, ogni forma di affetto è comunque amore, ma non credo che Max intendesse quello. Tu la consideri come una sorella?”

“No, certo che no. Io la considero la mia migliore amica”.

“Ok, allora ti faccio un esempio banale. Ammettiamo che i Caulfield ti adottassero, per te andrebbe bene? In questo modo Max diventerebbe come tua sorella”.

Chloe spalancò la bocca. “Che cazzo… questo è un esempio di merda, lo sa?! No, non mi andrebbe bene per niente!”

“Perché no? Hai detto che forse Max intendeva quello visto che siete cresciute insieme. Pensavo che potesse andare bene per te”.

“Assolutamente no!”

“Ti dà fastidio pensare che lei possa provare questi sentimenti per te?”

“No, ma mi mette un po’ a disagio”.

“È a causa del tuo disagio che stai cercando di trovare una spiegazione logica a quello che Max ha scritto sul suo diario? Te lo chiedo perché sembra che stai cercando di trovare un’altra ragione, per poter scartare l’idea che lei possa provare dei sentimenti per te”.

“Non sto cercando proprio nulla!” disse Chloe iniziando a scaldarsi.

Abigail capì che il suo tempo a disposizione, come la pazienza della ragazza, stava per terminare. Così decise di tirare di più la corda.

“Anche lei si chiedeva cosa tu provassi per davvero nei suoi confronti. Secondo te perché?”

“Non ne ho la più pallida idea…”

“A parte la sfida un po’ particolare che le hai lanciato, c’è qualcos’altro che hai fatto o detto, che potrebbe averle messo il dubbio?”

“Io non ho fatto proprio nulla che…” disse Chloe prima di interrompersi bruscamente per riflettere.

“Allora?” chiese insistendo Abigail.

“Beh… si, c’è qualcosa, ma non credo che possa averle fatto credere alla possibilità che io potessi provare qualcosa per lei”.

“E cos’è?”

“Ho flirtato con lei tutto il tempo, ma era solo per gioco, ok?!”

“Hai flirtato con lei?”

“Era solo per scherzare!”

“Quindi l’hai sfidata a baciarti e hai flirtato con lei tutto il tempo solo per scherzo?”

“Si!”

“Non pensi che queste cose possano bastare per averle dato anche un minimo di dubbio sui tuoi sentimenti?”

“Non lo so, io non sono Max! E poi cosa c’entrano i miei sentimenti, se stiamo parlando dei suoi?!”

“Ci sono mai stati momenti affettuosi tra di voi?”

“Si, ci sono stati! E allora?!”

“Hai mai pensato a Max in determinati contesti? Oppure ti sei mai sentita attratta da lei?”

“In quale cazzo di modo avrei dovuto pensare a lei?! Ma che sta insinuando?!”

“Cerca di calmarti Chloe, non sto insinuando nulla. Sto solo cercando di capire se Max in te ha visto più di quello che c’è realmente”.

“Non c’è assolutamente nulla di più in me! Le voglio bene e questo è quanto! È inutile continuare a parlarne!”

“Perché ti scaldi tanto?”

“Non ne voglio più parlare!” disse Chloe incrociando le braccia.

“Di solito quando una persona evita di parlare di un determinato argomento, è perché lo teme. Se per ipotesi tu dovessi provare qualcosa per Max…”

“Io non provo nulla per lei!” disse Chloe arrabbiata, ma con la voce che iniziava a incrinarsi.

Abigail la guardò annuendo tranquillamente chiese: “Stai cercando di convincere me o te?”

Chloe rimase in silenzio mentre la guardava trattenendo le lacrime.

“Perché neghi la possibilità che lei provi questi sentimenti per te? E perché ti arrabbi così tanto se si parla dei tuoi di sentimenti? Di cosa hai paura?”

Chloe si alzò dal divano. “Questa merda di seduta finisce qua!”

Mentre Chloe si dirigeva verso la porta per uscire la dottoressa chiese: “Da cosa stai scappando Chloe? Perché ti spaventano i suoi sentimenti e soprattutto perché temi tanto i tuoi?”

Chloe si girò verso di lei prima di arrivare alla porta.

“Va pure Chloe, la seduta è terminata”.

La ragazza uscì velocemente dallo studio con una lacrima che le scendeva sul viso. Passò davanti a Max e Victoria dirigendosi verso l'uscita. Quando le due ragazze la videro, Max si alzò salutando di fretta Victoria per seguire la sua amica fuori. Chloe, mise in moto l'auto evitando di guardare nella direzione dell'amica. Quando Max salì in macchina chiudendo lo sportello, Chloe accelerò di colpo immettendosi nel traffico. Ogni tanto durante il tragitto, Max le lanciava un’occhiata di sbieco. Chloe invece, guardava la strada davanti a sé. Continuava a prendere velocità e Max iniziò a preoccuparsi seriamente per la loro incolumità.

"Chloe, potresti rallentare per favore?"

Chloe continuava a sfrecciare per le strade di Seattle, non tenendo conto delle parole dell'amica.

"Chloe, mi stai ascoltando?! Ti ho chiesto di rallentare!"

Chloe non rispose mentre Max la guardava preoccupata.

"La smetti di fissarmi?!” chiede Chloe con rabbia.

"Si Chloe, la smetto, ma solo quando inizierai a rallentare! Per caso stai cercando di ammazzarci entrambe?! Non ti ho salvato e sacrificato tante gente, solo per vederci schiantare da qualche parte con l'auto!” disse Max rispondendole a tono.

Solo in quel momento Chloe si girò a guardare Max iniziando a rallentare. Tornarono a casa in assoluto silenzio, esattamente come era proseguita l’intera settimana. In serata gli amici li contattarono attraverso la chat di gruppo per chiedere loro di uscire per stare un po’ insieme, ma entrambe si rifiutarono. Max stava seduta alla sua scrivania passando il tempo al pc. Chloe invece era sdraiata sul letto a guardare il soffitto a riflettere sulle parole della dottoressa. A un tratto ricevette un messaggio, era Duncan.

Duncan: "Hola chica, como estas?”

Chloe: Unas veras merdas grazies.

Duncan: Ma che razza di spagnolo è il tuo?

Chloe: Pensavo che per parlare e scrivere in spagnolo, bastasse aggiungere una esse finale a ogni parola.

Duncan: Mi stai prendendo per il culo vero?

Chloe: No, ma scommetto che ti piacerebbe.

Duncan: No, non credo mi piacerebbe.

A Chloe scappò una risatina e Max si voltò verso di lei. Quando Chloe se ne accorse, tornò seria.

Chloe: Come mai mi hai scritto?

Duncan: Non posso farlo?

Chloe: Non ho detto questo.

Duncan: Mi mancava la mia compagna di giochi.

Chloe: Che tipo di giochi?

Duncan: Ehi, ma cosa vai a pensare?
  • Sei davvero una ragazza sfacciata, mi stai facendo arrossire dalla vergogna.
  • A parte gli scherzi, mi stavo riferendo all’erba.
Chloe: Ora si ragiona.
  • Non vorrei che ti fossi fatto idee sbagliate dopo quello che è successo l’ultima volta.
Duncan: Quando?
  • Cosa è successo?
  • Credo di soffrire di amnesia, mi potresti rinfrescare la memoria?
Chloe: Guarda che non ci casco.

Duncan: È per questo che mi piaci.

Chloe: Dico sul serio, quello che è successo è stato solo un momento.
  • Non succederà mai più.
Duncan: Sbaglio o mi hai baciato anche tu?

Chloe: Ti ho detto che è stato solo un momento.

Duncan: Si, uno dei momenti migliori della mia vita.

Chloe: Quello è stato solo un errore, non si ripeterà.

Duncan: Ok, ma spero che questo non significhi, che non ci rivedremo mai più.
  • Anzi, visto che hai avuto sicuramente l’ennesima giornata di merda, potremmo farci un giro.
  • Che ne dici?
Chloe: Grazie per l’interessamento, ma oggi non voglio uscire.
  • Sarà per un’altra volta.
Duncan: Si può sapere che è successo questa volta?

Chloe: Preferisco non parlarne.
  • Voglio solo dimenticare questa giornata il più presto possibile.
Duncan: Ok, come vuoi.
  • Allora ti lascio al tuo tormento, ma fatti vedere.
Chloe: Ok, ciao Danky Kong.

Duncan: E cos’è questo? LoL

Chloe: Il tuo nuovo nome, non ti piace?
  • Vuoi che ne scelgo un altro peggiore?
Duncan: No grazie, mi accontenterò di questo.

Chloe: Buon per te.

Duncan: Sogni d’oro Chloe.

Chloe: E questo invece cos’era?

Duncan: La buonanotte.

Chloe: Mi sta salendo su la cena.

Duncan: Non posso nemmeno essere romantico…

Chloe: Non sei il mio ragazzo, quindi risparmiati queste cazzate.
  • Funzioneranno con le altre, ma non con me.
Duncan: Ora mi sto eccitando. LoL

Chloe: Fai una bella doccia fredda e vai a dormire.

Duncan: Ok mamma, buonanotte.

Chloe: Notte anche a te.

Quando terminò di chattare con Duncan, arrivò un altro messaggio suscitando la paranoia di Max, che stava facendo di tutto per non chiederle chi fosse.

BigMaster: Chloe, ci sei?

Chloe: Si, ciao.

BigMaster: Ciao, come va?

Chloe: Oggi sembra che vi siete messi d’accordo tutti sul farmi la stessa domanda.

BigMaster: Tutti chi?
  • Io non sono tutti.
Chloe: Ho avuto una brutta giornata.

BigMaster: Oh, mi dispiace tanto.

Chloe: A te come va?

BigMaster: Come al solito.
  • Oggi ho la serata libera e sono spaparanzata sul divano a mangiare popcorn, mentre la mia coinquilina guarda la tv.
Chloe: Hai la serata libera e la passi in casa?
  • Perché non vai a rimorchiare?
BigMaster: Perché faccio dei turni massacranti e sono sfinita.
  • Anche se riuscissi a rimorchiare qualcuno, alla fine mi dovrebbero rianimare per farmi tornare in vita.
Chloe rise di nuovo, così Max spense il pc e andò in bagno per non essere tentata di chiederle chi fosse.

Chloe: Com’è la vita a Portland?

BigMaster: Quale vita?
  • Aspetta che chiedo alla mia coinquilina, sicuramente ne saprà più di me.
Chloe: Cazzo, ma sei un disastro.
  • Fammi capire, la coinquilina non lavora?
BigMaster: Non più, si è fidanzata e molto presto si sposa.
  • Così io sarò nella merda fino al collo, perché dovrò trovare qualcun altro per dividere le spese dell’appartamento.
Chloe: Ok, ora spiegami come farai a trovare un'altra coinquilina, visto che sei un eremita.

BigMaster: Molto semplice, mi legherò al collo un cartellino con una frase scritta sopra.
  • Cercasi ragazza per condividere appartamento con un fantasma.
  • Perché tanto io non sono quasi mai in casa.
Chloe: A questo punto faresti prima a dormire nel locale, ti risparmieresti pure i soldi dell’affitto.

BigMaster: Già, comunque il nostro grande capo ha deciso di aumentare il personale, visto che gli affari vanno a gonfie vele e noi sembriamo tutti degli zombie.

Chloe: Chissà, magari è la volta buona che torni a vivere.

BigMaster: Non ci conterei troppo.
  • A te come va li a Seattle?
  • Hai una vita sociale o anche tu parli da sola?
Chloe: Parli anche da sola adesso?

BigMaster: Manca poco ormai.

Chloe: Beh, si ho una vita sociale, anche se non è che mi renda tanto euforica.

BigMaster: Chloe, non estraniarti ancora…

Chloe: Vuoi sapere la novità?
  • Ho rivisto Victoria.
BigMaster: Oh cazzo, non oso immaginare cosa sia successo.

Chloe: È sempre la solita stronza, non è cambiata di una virgola.
  • Anche se dice che sta cercando di migliorarsi, chi cazzo le crede?
  • Di certo non io, ma forse Max si…
BigMaster: Max e Victoria sono amiche?

Chloe: No, non lo erano.
  • Però ora credo che le cose stiano cambiando.
BigMaster: Beh, dopo tutto quello che è successo, potrebbe davvero provare a cambiare.
  • Concedile il beneficio del dubbio.
Chloe: L’unica cosa che posso concederle è un bel calcio dritto nel culo.
  • Posso sopportare tutto, ma non lei.
BigMaster: Non combinare guai Chloe, c’è anche Max da considerare.

Chloe: Già…
  • BigMaster: Ok Chloe, adesso ti lascio, mi si stanno chiudendo gli occhi dal sonno.
  • Domani si torna a lavoro.
Chloe: Ok, ti auguro una buonanotte e buon lavoro per domani.

BigMaster: Grazie, anche a te.
  • Mi raccomando Chloe…
Quando Chloe lasciò il telefono, Max ritornò nella stanza infilandosi sotto le coperte voltando le spalle all’amica. Anche Chloe fece lo stesso rimanendo a guardare in direzione della ragazza.

“Max, mi dispiace per stamattina”.

Max si girò verso di lei. “Mi hai spaventata lo sai?”

“Si, lo so. Scusami, non era mia intenzione”.

“Posso sapere cosa è successo con la dottoressa Tyler?”

“Diciamo che abbiamo toccato argomenti non molto piacevoli”.

“E con Victoria?”

“Oh no, Max ti prego, non nominarla nemmeno”.

“Mi ha raccontato cosa vi siete dette”.

“Si certo, come no. Sicuramente ti avrà detto che dalla sua bocca sono usciti fiori, mentre dalla mia solo merda. Giusto?”

“No, mi ha detto che avete esagerato entrambe”.

“Questa te la stai inventando”.

“No, lo ha detto per davvero. Non sono una bugiarda” non appena disse l’ultima parola distolse lo sguardo da Chloe.

“Non volevo insinuare questo Max. Lo so che non sei una che mente”.

Le parole di Chloe finirono per peggiorare la situazione.


Non sono una bugiarda? Pff, certo che lo sono, ma tu non lo sai ancora. Non so se riuscirò mai a dirti la verità. Ho troppa paura di come potresti reagire. Ti conosco fin troppo bene, sicuramente ti arrabbierai. Quando perdi il controllo è difficile tenerti a bada. Ma la dottoressa Tyler ha ragione, devo provarci. Avrei dovuto essere sincera con te sin dall’inizio. A quest’ora non mi troverei in questa situazione. L’unica responsabile sono io. Devo rimediare, non posso perderti Chloe.


Si Max, non sei tu a mentire, ma io. Sei una persona migliore di me, lo sei sempre stata. Mi hai salvato la vita e io cosa faccio in cambio? Eppure, io per prima ci sono passata con Rachel e adesso mi sto comportando esattamente come lei. So quanto può far male una bugia e nonostante tutto ti sto riservando lo stesso trattamento. Tutti mentono senza nessuna eccezione, inclusa me. Come posso riuscire a dirti cosa ho fatto? E se poi mi odiassi? Non credo che riuscirei a sopportarlo.


 
“Chi era al telefono?” chiese Max.

“Duncan”.

“Ah, com’è andata la vostra serata?”

“Bene”.

“Cosa avete fatto?”

“Siamo andati alla sala giochi di Colin, abbiamo chiacchierato, fumato, mangiato porcherie. Il solito” disse Chloe ripensando al bacio con Duncan. “Ehm… e tu, con Victoria?”

“È andata bene… più o meno. Sai com’è lei”.

“Eccome se lo so”.

“Ma credo che ci stia provando per davvero a cambiare”.

“Ah beh, ci vuole un premio per lo sforzo allora, perché i risultati non si vedono ancora”.

“Chloe, anche tu sei stata dura con lei”.

“E non mi scuserò per questo”.

“Non ti sto chiedendo di farlo, però mi farebbe piacere se provaste entrambe a cercare di andare d'accordo. Sai, Victoria ha deciso di ospitare Kate a casa sua per qualche giorno, così io e lei potremo rivederci. Lo sta facendo per noi”.

“Kate qui a Seattle?!” chiese Chloe girandosi di scatto verso di lei.

“Si, mi piacerebbe tanto che venissi anche tu quando ci incontreremo”.

“Max, sai che non…”

“Lo so Chloe, ma avrò bisogno di te. Non sarà facile”.

Chloe sospirò. “E va bene Max, sarò lì con te se vuoi. Ma non posso prometterti nulla per quanto riguarda Victoria”.

“Chloe…”

“Ci proverò, ok? È il massimo che posso fare”.

“Grazie!”

“Ora mettiamoci a dormire che ho davvero sonno oggi” disse Chloe voltando le spalle alla sua amica.

“Si, anche io” rispose Max.

Pochi minuti dopo entrambe le ragazze si addormentarono.

Chloe si ritrovò nello studio della dottoressa Tyler, seduta sulla stessa poltrona che di solito occupava Abigail. Davanti a lei c’era il divano sul quale sedevano Rachel, Joyce e William. La guardavano restando completamente immobili. Chloe rimase in attesa, come se si aspettasse che potessero dire qualcosa da un momento all’altro, ma ciò non avvenne. La porta dello studio si aprì e comparve il suo alter ego.

“Ed eccomi qui, scommetto che ti stessi chiedendo quando sarei arrivata, non è vero?

"Perché loro sono qui? E per quale motivo restano in silenzio?

"Chi? Loro? chiese l'altra Chloe indicandoli. "Loro restano in silenzio perché sono morti Chloe. E se guardi bene, il divano è abbastanza grande per ospitare un'altra persona. Resta a te decidere se far occupare o meno quel posto".

"Che cosa vuoi dire?"

"Cazzo Chloe, ti facevo più intelligente di così. Sai benissimo a cosa mi riferisco. Guarda!” disse l'alter ego indicando la poltrona girevole dietro la scrivania. Chloe rivolse lo sguardo in quella direzione e vide Max. Era legata e imbavagliata alla sedia dimenandosi mentre cercava di dire qualcosa.

"No!" disse Chloe alzandosi. Ma il suo alter ego la spinse con un braccio di nuovo a sedere. "Non provarci nemmeno Chloe".

Nel momento che Chloe finì di nuovo seduta sulla poltrona, non riuscì più a rialzarsi. Sembrava che fosse legata alla poltrona, ma non c'erano corde. "Che cazzo stai facendo?! Perché non riesco a muovermi?!"

"È una brutta sensazione vero? Sentirsi inermi, legati, senza potersi liberare. Questo è quello che succede con Max. Sei costretta a fare qualsiasi cosa per lei. Lei ti chiede di fare terapia e tu accetti. Ti chiede di uscire con lei per incontrare Kate e tu accetti. È bastato che dicesse le parole magiche. Ho bisogno di te” disse l'altra Chloe facendo il verso a Max ridendo.

“Lasciala andare, ti prego”.

L’alter ego la guardò seria. “Chloe, è esattamente quello che dovresti fare, lasciarla andare. Ma tu non lo vuoi capire. Ci ho provato in tutti i modi possibili, ma tu hai la testa dura come un mulo”.

L’alter ego si spostò dietro al divano allargando le braccia verso i tre occupanti. “Questo è di solito quello che succede ad aver a che fare con te. Sai che non puoi evitarlo. Voglio dire, guardali. Tuo padre…” disse appoggiando una mano sulla spalla di William. Poi proseguì appoggiando una mano su Joyce. “…tua madre e in fine lei… Rachel” disse appoggiando entrambe le mani sulle spalle della ragazza immobile. Si chinò su Rachel dandole un bacio sulla testa. “La mia preferita”.

“Cosa vuoi da me?” disse sibilando con rabbia Chloe.

L’alter ego andò a posizionarsi dietro Max tirando fuori un coltello.

“Che cazzo stai facendo?! Non farle del male!”

L’altra Chloe passò la lama del coltello sul viso di Max. “Beh, questo dipende tutto da te. Sai Chloe, stavo pensando, cosa faresti se fossero tutti vivi e tu potessi salvare soltanto uno di loro?”

“Che cosa?!”

“Si, ammettiamo che tuo padre, tua madre e Rachel fossero ancora vivi e si trovassero in una situazione di pericolo, rischiando la loro vita. Però, tu potessi aiutare soltanto uno di loro, lasciando gli altri al loro triste destino. Chi salveresti?”

“Vai a farti fottere!”

“Avanti su, non farti pregare. Facciamo così, aggiungiamoci pure Max nel pacchetto. Salva qualcuno o muoiono tutti”.

“Io non posso scegliere!”

“Non puoi o non vuoi?”

“Non posso farlo!”

“Perché no?!" chiese l’alter ego mentre si posizionava davanti a William fermandosi.

“Perché non riesco a scegliere…” disse Chloe mentre la voce le si incrinava.

L’altra Chloe la guardò comprensiva. “Lo so Chloe che non è facile. Ma devi fare una scelta o succede questo” disse accoltellando William colpendolo all’addome. Il corpo dell’uomo cadde all’indietro sullo schienale del divano.

“NOOOOOOOOO!” urlò Chloe iniziando a piangere.

“Beh, vedi cosa succede a non decidersi? Poco male, fuori uno. Sono rimaste in tre, a te la scelta”.

“Perché fai questo?!”

“Chloe, sono veramente stufa di dovertelo ripetere continuamente! Cosa cazzo hai che non va?! Possibile che non ci arrivi da sola?! Ok, non mi lasci altra scelta!”

Si avvicinò a Joyce da dietro afferrandole la testa e accoltellandola al petto.

“NOOOOOO! MAMMA!” gridò Chloe dimenandosi sulla poltrona senza riuscire a liberarsi.

“Dunque ora sono in due. Rachel e la tua cara amica Max. Vediamo di rendere la cosa ancora più interessante”.

Il quel preciso istante Rachel si mosse guardandosi intorno. L’alter ego si avvicinò a Max togliendole il bavaglio. “Finalmente potete parlare. Ora convincete la vostra cara Chloe a salvarvi”.

La prima a parlare fu Rachel. “Chloe, ti prego aiutami. Io non voglio morire. Salvami come io ho salvato te”.

“Ma tu sei già morta Rachel” disse Chloe piangendo.

“No, non lo sono. Sono qui con te ora. Se mi salvi, finalmente potremo avere un futuro insieme. Andremo a Los Angeles, soltanto noi due”.

“Non è vero. Non c’è futuro per noi e non c’è mai stato, nemmeno quando eri in vita”.

“No Chloe, non è così. Noi possiamo avere ancora un futuro”.

“E in che modo?”

Rachel lanciò uno sguardo verso Max. Chloe fece lo stesso mentre Max cominciava a piangere.

“Chloe ti prego, non puoi farlo. Non puoi permettere che mi venga fatto del male” disse Max.

“Max…”

“Anche io ti ho salvata, non puoi voltarmi le spalle così”.

“Tu le hai salvato la vita?! Ma di che diavolo parli Max?! Tu l’hai abbandonata quando aveva più bisogno di te! Perché lei non dovrebbe fare lo stesso con te ora?!” disse Rachel.

“Tu invece c’eri e nonostante questo la tradivi! Io invece sono tornata per lei!”

“No Max, tu sei tornata per Jefferson!” rispose Rachel.

“E tu volevi andare via a Los Angeles con lui, non con Chloe!”

Mentre la diatriba fra le due ragazze continuava, Chloe spostava lo sguardo dall’una all’altra senza sapere cosa fare. L’alter ego invece guardava nella sua direzione in attesa della sua scelta. “Avanti Chloe, non possiamo stare qui per sempre. Devi fare una scelta e subito, altrimenti moriranno entrambe”.

“Non posso… loro mi hanno salvato…”

“E solo a una di loro puoi ricambiare il favore” ribatté l’alter ego.

“Ti prego, non farmi scegliere…” disse Chloe piangendo.

Nel frattempo Max e Rachel si rivolsero ancora a lei.

“Chloe, non ti ho tradito, io ti ho amato. Salva me”.

“Chloe, tu sei la mia migliore amica, siamo cresciute insieme. Non abbandonarmi, darei la mia vita per te”.

“Smettetela, vi prego…”

“Chloe, il nostro futuro ci attende” disse Rachel.

“Sei tutto ciò che conta per me” disse Max.

“Avanti Chloe è ora di prendere una decisione. Farai morire entrambe?”

“No, basta così…” disse Chloe accorgendosi di avere la possibilità di muoversi.

L’altra Chloe la guardò sorridendo. “Avanti Chloe, ora sei libera di scegliere cosa fare”.

“Chloe salvami, io ti amo” disse Rachel.

“Chloe, non lasciarmi qui…” disse Max.

“NON POSSO SCEGLIERE!” gridò Chloe affondando la testa tra le mani. Mentre continuava a piangere calò il silenzio. Le voci di Max e Rachel erano cessate. Quando rialzò la testa, vide che erano sparite e con loro anche i corpi dei suoi genitori e al loro posto sedeva il suo alter ego che la fissava.

“Dove… sono finiti tutti?!”

“Oddio Chloe, sei un caso disperato! Senza alcuna speranza! Ti prego dimmi che hai compreso lo scopo di quello che hai visto”.

“Dove sono Rachel e Max?!”

“Rachel è sotto terra e Max sta dormendo al tuo fianco. Quello che hai visto qui non è reale. Però, tutto ha un senso. La tua cara dottoressa direbbe così, vero?” disse l’alter ego sporgendosi in avanti per guardare Chloe più da vicino. “Allora Chloe, perché non sei stata in grado di scegliere tra loro?”

“Loro… mi hanno salvato la vita”.

“Hai ragione, ma solo a una di loro puoi ricambiare il gesto. Sai cosa significa?”

“Rachel è morta…”

“Benissimo, vedi che se ti impegni ci arrivi? Quindi chi rimane?”

“Max…”

“Già. Vedi Chloe, se non fosse stato per te lei non avrebbe sacrificato nessuno. Ora hai sentito, ciò che ha provato lei al faro. Hai capito il suo dilemma e sai quanto è stato devastante per lei. Ma non sarebbe avvenuto nulla di tutto ciò, se al tuo posto ci fosse stato qualcun altro”.

“Ma io le ho detto di sacrificarmi…”

“Ma la scelta non spettava a te. Ora dimmi Chloe, chi… puoi salvare?”

“Max… posso salvare lei”.

“Chiunque ti stia vicino soffre Chloe. Soffrirà anche lei a causa tua. Quindi sai bene cosa devi fare. Non aggiungere anche Max alla tua lunga scia di morte”.
“Non voglio che lei soffra a causa mia”.

“Ma succederà se non ti decidi a farlo”.

“Lo devo fare…”

“Si Chloe, devi farlo”.

“E se lei non volesse?”

L’altra Chloe si alzò dal divano avvicinandosi a lei. “Allora in quel caso morirai tu. Quella che stai vivendo non è vita. Se non puoi essere te stessa, allora non sei più nessuno”.

“Ma io non…” si interruppe mentre la lama del coltello del suo doppio, le trapassò il petto.

Chloe si svegliò di colpo non riuscendo a muoversi perché Max teneva ancora il braccio su di lei, cingendole la vita. Rimosse lentamente il braccio dell’amica per alzarsi dal letto e andare in bagno. Si buttò un po’ d’acqua in faccia guardandosi allo specchio, rimuginando sul sogno che aveva fatto. Tutto riconduceva all’unica cosa che sentiva di dover fare, ma di cui aveva paura. Uscì dal bagno e andò di sotto per bere un bicchiere d’acqua. Mentre Chloe stava bevendo sentì una voce alle sue spalle.

“Non riesci a dormire?”

“Cazzo!” disse Chloe portandosi una mano al petto mentre si girava per vedere Ryan.

“Scusami, non volevo spaventarti. Credevo che mi avessi sentito”.

“No, non ti ho sentito arrivare. Mi farete morire d’infarto prima o poi”.

Ryan rise alle parole della ragazza. “Spero di no. Adesso che Max ti ha ritrovata non sarebbe un bene se ti perdesse ancora”.

Chloe si sentì a disagio alle parole dell’uomo. “Già…”

“Va tutto bene?”

“Si… certo”.

“Vuoi un pezzo di torta?”

“Se lo scopre Vanessa ci ammazza”.

“E tu non dirglielo” disse Ryan facendole un occhiolino.

Dopo aver preso un pezzo di torta ciascuno, si sedettero al tavolo in cucina.

“Come sta andando la vostra terapia?”

“Prosegue”.

"Ci sono dei miglioramenti?"

“A essere sincera, non lo so Ryan”.

“Fate ancora brutti sogni?”

“Si”.

“Avete bisogno di tempo. Vedrai che andrà meglio”.

“Lo spero”.

Dopo aver preso un altro boccone del dolce Ryan guardò Chloe con aria interrogativa.

“Cosa c’è?” chiese Chloe sentendosi gli occhi puntati addosso.

“Le cose con Max come vanno? Non abbiamo potuto fare a meno di notare che ultimamente siete molto silenziose".

"Abbiamo avuto una discussione, ma niente di grave. Passerà".

"Lo spero. Siete sempre state buone amiche e in questo momento più che mai, avete bisogno l'una dell'appoggio dell'altra".

“Ryan, posso chiederti una cosa?”

“Certo”.

“Hai già provveduto per il diploma di Max?”

“Si, sono andato a parlare con il preside della scuola che Max frequentava qui a Seattle. Otterrà il suo diploma a breve. E quando si sentirà pronta potrà iscriversi al college”.

Chloe rimase in silenzio a giocherellare con la forchetta sul pezzo di torta.

“Hai riflettuto sulla mia proposta di andarci anche tu?” chiese Ryan approfittando di quel momento per capire quali fossero le intenzioni della ragazza.

“Io… no, non ci ho pensato”.

“Secondo me dovresti andarci. Dovresti pensare al tuo futuro ora”.

Chloe non apprezzò le sue ultime parole, perché si riferì esclusivamente al suo di futuro. Come se non fosse in alcun modo collegato a quello di Max. Tornò a mangiare velocemente il suo pezzo di torta per poter ritornare subito in camera. Quando si infilò sotto le coperte guardò la sua amica che dormiva serenamente, ripensando al sogno che aveva fatto.


Max si svegliò ritrovandosi sul divano del rifugio di Chloe e Rachel, all’American Rust. Si mise a sedere guardandosi intorno, chiedendosi per quale ragione fosse lì.

“Ma cosa…”

“Perché ti sorprendi tanto Max?” chiese il professor Jefferson entrando all’interno del rifugio.

Max si appiattì contro lo schienale del divano spaventata.

“Oh, non spaventarti Max, non ho intenzione di farti del male, anche perché basti già tu per questo”.

Max si guardò i polsi e le caviglie aspettando di ritrovarsi legata come al solito, ma stranamente non lo era. Il professore si accorse della sua sorpresa. “Si Max, oggi sei finalmente libera di scorrazzare in giro. Abbiamo fatto passi da giganti. Finalmente hai compreso il tuo gesto egoistico nei confronti di Arcadia Bay. Stai anche per pagare il prezzo per la tua scelta, quindi io non dovrò fare altro che guardare mentre di autodistruggi”.

“Cosa vuoi dire?!”

“Max, non penserai davvero che Chloe ricambi i tuoi sentimenti? Sei una povera illusa a credere una cosa del genere. Ma come tutto il resto, lo capirai presto a tue spese. Seguirai il consiglio della dottoressa, giusto? Le dirai di tutte le menzogne che le hai raccontato. Questo non farà altro che peggiorare la situazione”.

“Se non lo faccio peggiorerò la situazione”.

“Max la situazione è già peggiorata nel momento stesso in cui le hai mentito la prima volta. Se le riveli tutto adesso, non andrà affatto bene. Conosci Chloe meglio di chiunque altro. Sai bene cosa succederà”.

“Devo essere sincera con lei”.

“No Max, avresti dovuto esserlo, ma hai scelto di non farlo”.

“Io non posso perderla!”

“È per questo che non dovresti dirle nulla. Un modo per nascondere una menzogna è coprirla con un’altra e così via. Fino a quando non diventa un circolo vizioso dal quale è difficile sottrarsi. Una volta che ci sei finita dentro non è facile tirarsene fuori. Però tu sei speciale Max. Non sei una ragazza come tutte le altre. Hai delle capacità che altri non hanno e saresti solo una stupida a non utilizzarle a tuo favore”.

“Il mio… potere…”

“Si Max è proprio quello di cui sto parlando. Puoi piegare Chloe al tuo volere. Lo hai usato parecchio a scuola per rimediare ai tuoi errori relazionali con gli altri. Ti è sempre andata bene. Sei molto capace quando vuoi. Adesso la posta in gioco è molto alta Max, non puoi rimanere ferma aspettando una catastrofe. Devi fare qualcosa e subito”.

“Non posso utilizzare il mio potere, le ho promesso di non farlo”.

“Ma lo hai già usato Max e per futili motivi. La tua promessa è già stata infranta”.

“Non posso…”

“Ma devi farlo. Hai mai provato a saltare attraverso una foto fatta dal telefono?”

La ragazza si ricordò della foto che aveva scattato a Chloe, prima di avere il suo attacco al Fremont Troll. “No, non ho mai provato e non voglio farlo”.

“Se torni indietro al momento dello scatto, potresti eliminare come per magia alcune menzogne. In questo modo la furia di Chloe diminuirà di parecchio. Hai la possibilità di rimediare ai tuoi errori. Del resto, a cosa serve un grande potere se non puoi utilizzarlo a tuo piacimento, per non finire nei guai?”

“Fare questo… vuol dire manipolarla”.

Il professor Jefferson scoppiò a ridere. “E allora Max? Non è la prima volta che lo fai. Inoltre, sarà a fin di bene che utilizzerai il tuo potere. Ricorda per chi lo stai facendo. Non c’è altro modo Max, tu le hai mentito. Niente potrà mai cambiare questo, ma se tu utilizzi il tuo potere sarà tutto svanito. Come se non fosse mai successo nulla”.

“Lei non si arrabbierà…”

“Esatto Max. Però, per quanto il tuo potere sia speciale, ricorda che non potrai mai manipolare i suoi sentimenti. Non puoi costringerla ad amarti. Non dimenticare che è ancora innamorata di Rachel. Ma anche se non ti amerà, almeno potrai evitare che ti odi a causa del tuo comportamento sconsiderato”.
“E se incasino tutto di nuovo? Non posso permettere che Seattle venga distrutta come Arcadia Bay”.

“Oh Max, non preoccuparti di questo. Non farai grossi cambiamenti. Dovrai semplicemente evitare di mentirle. E se anche dovesse succedere qualcosa, non sarà nulla di così drastico, al massimo qualche uccello morto, cosa vuoi che sia. Infondo, non stai tornando indietro per salvare una vita, come è successo con Chloe. Non stai strappando nessuno dalle braccia della morte”.

Max ci pensò su e poi guardò il professore dritto negli occhi. “Non mi fido di te Jefferson”.

“E di te… ti fidi Max? Guarda cosa hai combinato con Arcadia Bay, Joyce e anche con Chloe. Pensi di essere migliore di me ma non lo sei. Ma non mi interessa cosa farai. Io assisterò alla tua distruzione Max, perché ancora una volta non sai qual è la cosa giusta da fare”.

Detto ciò, il professore uscì dal rifugio lasciando da sola la ragazza.

Max si risvegliò tranquillamente nel suo letto. Vide Chloe al suo fianco rivolta con il viso verso di lei. Sembrava stesse dormendo. Prese il suo telefono dal comodino e in quel momento Chloe aprì gli occhi osservandola in silenzio. Max guardò la foto di Chloe.

“Che cosa fai?” chiese di colpo Chloe facendola spaventare.

“Oddio Chloe, pensavo stessi dormendo”.

“No, come vedi sono sveglia”.

“Lo vedo” mentre continuavano a guardarsi.

“E allora? Che stai facendo con il telefono?”

“Io… niente… volevo vedere l’ora”.

“Per caso hai un appuntamento alle quattro del mattino?” chiese Chloe sorridendole.

Max fece una risata nervosa. “No, certo che no” disse rimettendo a posto il telefono. “Tu come mai sei sveglia?”

“Non riesco a dormire”.

“Brutti sogni?”

“No, nessun sogno. Tu?”

“Nessuno”.

“Ok, provo a dormire di nuovo” disse Chloe girandosi dall’altra parte.

Max rimase a guardare il suo telefono prima di riaddormentarsi di nuovo.

 
Sabato 25 gennaio 2014

Il giorno dopo Max ricevette una telefonata da parte di Victoria che le comunicava l’arrivo di Kate in giornata. La ragazza entrò in camera mentre Chloe stava passando il tempo al telefono.

Max chiuse la porta appoggiando le spalle contro di essa. Chloe si alzò sugli avambracci dal letto guardandola confusa. “Che succede Max?”

“Mi ha chiamata Victoria”.

“Si, capisco il tuo stato d’animo” rispose Chloe sarcastica tornando a sdraiarsi.

“Kate sta arrivando!”

Chloe si rialzò di nuovo mettendosi seduta. “Oggi?”

Max annuì.

“Beh, è una cosa positiva, no?”

“Si, sono solo molto nervosa. Sto per rivederla dopo…”

Chloe fece un sospiro. “Max devi stare tranquilla, andrà tutto bene”.

“Tu… verrai con me, vero?”

Chloe la fissò per qualche secondo in silenzio e poi allargò le braccia in segno di resa. “Ho altra scelta?”

“Grazie Chloe!”

L’appuntamento era nel pomeriggio al Kerry Park. Quando le due ragazze arrivarono sul posto, non c’era ancora nessuna traccia di Victoria e Kate. Quindi presero posto su una panchina attendendo il loro arrivo. Max sembrava visibilmente agitata e Chloe cercò di tranquillizzarla, anche se la prima a essere nervosa era proprio lei. Non aveva nessuna intenzione di esserci, ma non poteva fare altrimenti. Non voleva lasciare l’amica alle sue difficoltà. Inoltre, voleva conoscere Kate, che rispetto a Victoria poteva essere davvero considerata amica di Max. Mentre chiacchieravano tra di loro sedute sulla panchina, sentirono avvicinarsi dei passi dietro di loro. Si voltarono continuando a restare sedute e videro Kate e Victoria una accanto all’altra che stavano dirigendosi verso di loro. Max si alzò lentamente dalla panchina mentre alcune lacrime iniziarono a scenderle sul viso. Kate si fermò sui suoi passi e restarono a guardarsi per alcuni secondi, prima di correre l’una verso l’altra abbracciandosi. Chloe si alzò dalla panchina senza avvicinarsi e anche Victoria rimase in disparte a braccia conserte a osservare la scena.

“Max… tu… stai bene…” disse Kate piangendo.

“Avevo così tanta paura che ti fosse successo qualcosa Kate…” disse Max continuando a tenerla stretta fra le sue braccia.

Victoria e Chloe si diedero uno sguardo sentendosi a disagio. Il loro ultimo incontro non era stato uno dei migliori. Nonostante questo, sapevano bene che l'unica cosa importante in quel momento, fosse il ricongiungimento delle due ragazze. Avrebbero dovuto mettere da parte il loro astio. Le due ragazze sciolsero il loro abbraccio asciugandosi le lacrime.

Max si voltò verso Chloe che era rimasta indietro facendole cenno di avvicinarsi. Lei si avvicinò con passo lento e si fermò di fianco a Max. “Kate, lei è Chloe... Chloe, lei è Kate”.


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Kate allungò una mano verso Chloe. Si strinsero la mano mentre Kate le rivolgeva un sorriso. “Piacere di conoscerti Chloe”.

“Piacere mio… Kate”.

“Complimenti per i capelli”.

“Oh… grazie” disse Chloe a disagio.

Victoria si schiarì la voce. “Ehm… allora ragazze, che ne dite se andiamo da qualche parte. Conosco un Caffe non molto distante da qui. Potremmo prenderci un tè o qualsiasi altra cosa vogliate. Offro io naturalmente. Che ne dite?”

“Mi sembra una buona idea” disse Kate rivolgendole un sorriso.

Chloe aprì la bocca per protestare, ma Max le lanciò uno sguardo che sembrava dire ti prego non farlo, così decise di rimanere in silenzio. Le ragazze raggiunsero un Caffe in zona e quando entrarono, Chloe si guardò intorno notando che il posto non era granché, il che era molto strano. Trattandosi di Victoria, si aspettava un castello con la servitù che l’accoglieva all’entrata stendendo un tappeto rosso, mentre le leccavano il sedere. Invece niente. Occuparono uno dei tavoli liberi sedendosi in modo che Max fosse di fronte a Kate e Victoria dinanzi a Chloe. Forse era un bene che le due acerrime nemiche non fossero sedute vicine, il fatto di trovarsi comunque l’una di fronte all’altra non poteva impedire ai loro occhi di incrociarsi ogni tanto con astio. Qualcuno si avvicinò al loro tavolo per prendere le loro ordinazioni. Optarono tutte per una bella tazza di tè, tranne Chloe che preferì un caffè. La ragazza non riusciva nemmeno a immaginarsi di bere del tè anzi, si chiedeva cosa diavolo ci trovassero gli altri di così strepitoso in quella brodaglia colorata. Inoltre Victoria decise anche di prendere della cheesecake alla vaniglia e su quella, e almeno su quella, furono tutte d’accordo. In attesa dell’arrivo delle loro ordinazioni ci fu un momento di silenzio. La prima a rompere il ghiaccio fu Kate.

“Come stai Max?”

“Adesso che ti ho rivista, molto meglio. Mi dispiace tanto non averti chiamata dopo il tornado, ma ero distrutta e avevo paura di scoprire che ti fosse successo qualcosa”.

“Oh Max, non devi sentirti in colpa, dopotutto anche io non ti ho chiamato”.

“Ma tu non avevi la possibilità di farlo in mancanza del telefono”.

“Si, ma tu non devi sentirti in colpa. Credo che a questo tavolo, nessuna di noi può dire di non aver passato l’inferno”.

A quella frase Victoria abbassò lo sguardo rattristandosi.

“Victoria mi ha detto che siete scappati dall’ospedale” disse Max.

“Si, la mia famiglia era appena venuta a prendermi quando è apparso il tornado. C’è stato un fuggi fuggi generale. Persone che piangevano, urlavano e correvano ovunque. Ho lasciato molti dei miei effetti personali e sono scappata via con la mia famiglia. Ci siamo diretti prima a Bay City e poi a Tillamook, lì vive un caro amico di mio padre. Ci ha ospitati per un po’ e ora abbiamo trovato un appartamento”.

“Quindi resterete a Tillamook?”

“Si”.

“La tua famiglia sta bene?”

“Si, grazie a Dio stanno tutti bene. Le mie sorelle il giorno del tornado hanno deciso di venire con mamma e papà a prendermi. Non oso immaginare cosa sarebbe potuto succedere se non lo avessero fatto” disse stringendo una mano a pungo sul tavolo.

Max allungò una mano sul tavolo per posarla su quella di Kate. Il gesto non rimase inosservato agli occhi delle altre due ragazze che si lanciarono un’occhiata. Kate si girò verso Chloe. “Chloe, Victoria mi ha detto che hai perso tua madre, volevo farti le mie più sentite condoglianze. Non posso nemmeno immaginare il dolore che stai provando adesso. Sappi che se hai bisogno di qualcosa, io ci sono”.

Chloe provò un misto di emozioni contrastanti mentre guardava la ragazza. Era arrabbiata con Victoria che aveva osato parlarle della sua situazione. Triste, perché per l’ennesima volta era costretta a pensare a sua madre. Era anche sorpresa dalle parole di Kate, che si stava offrendo spontaneamente di sostenerla se ne avesse avuto bisogno. E tutto ciò senza conoscerla nemmeno. Infine, si sentì in colpa per come aveva tentato di allontanarla da Max, quando la ragazza cercò di mettersi in contatto con lei. Non poté fare a meno di immaginare Kate sul tetto della Blackwell, con l’intento di mettere fine alla sua vita mentre Max cercava di aiutarla. Max capì cosa le passasse per la testa in quel momento e allungò una mano sotto al tavolo per afferrare la sua.
 
“Grazie… Kate”.

Finalmente arrivarono le loro ordinazioni mentre continuavano a chiacchierare.

“Avete già testimoniato contro il professor Jefferson?” chiese Chloe sulle spine.

“No, non ancora” rispose Kate.

“Non vedo l’ora di farlo. Voglio che marcisca all’inferno quel gran figlio di puttana!” disse Victoria con rabbia rendendosi conto solo dopo, del suo linguaggio colorito. “Oh, scusami Kate…”

“No tranquilla, capisco la tua rabbia perché appartiene anche a me. Non riesco ancora a ricordare molto di quello che è successo nella camera oscura”.

“Credo che sia un bene Kate. Io ricordo molto bene invece… e non è facile” rispose Victoria scossa.

Kate prese una mano di Victoria stringendogliela. “Non preoccuparti Victoria, con l’aiuto di Dio supereremo tutto questo insieme”.

Chloe e Max si lanciarono un’occhiata leggermente sorprese.

“Ho saputo che anche voi state facendo terapia” disse Kate rivolgendosi alle due ragazze.

“Si, è davvero troppo per noi riuscire a gestire tutto quello che è successo” rispose Max.

“Anche io sto seguendo uno psicologo a Tillamook. Mi sta aiutando davvero tanto. Spero che anche per voi sia lo stesso”.

“Beh, la dottoressa Abigail Tyler è davvero in gamba. Ho scelto lei perché è una delle migliori a Seattle” disse Victoria.

“Si, è molto brava” disse Max.

Chloe rimase in silenzio ripensando alla sua ultima seduta. Il telefono di Victoria iniziò a suonare. La ragazza prese il telefono guardando il display esasperata.
“Scusate è mia madre, ci metto un attimo”.

Si alzò allontanandosi un po’ dalla loro tavola. “Mamma, che c’è ora?!” disse Victoria con tono brusco. Kate e Max si guardarono chiedendosi come mai Victoria sembrasse tanto arrabbiata. Chloe non diede importanza alla cosa alzandosi anche lei dal suo posto.

“Chloe, dove stai andando?” chiese Max.

“Ehm… ho bisogno di andare un po’ fuori. È l’ora della mia dose giornaliera di nicotina” rispose Chloe dirigendosi fuori. Max la guardò uscire con uno sguardo triste. Kate non poté fare a meno di notarlo.

“Va tutto bene Max?”

“Oh sì… certo. È tutto ok”.

“Non si direbbe dalla tua espressione. Ci sono problemi con Chloe?”

“No davvero, va tutto bene”.

“Max, penso di aver imparato a conoscerti ormai. Se hai bisogno di parlare io sono qui”.

“Lo so Kate” disse Max con un sorriso. “Ho bisogno di andare un attimo in bagno”.

“Ok Max, vai pure”.

Max si allontanò e Kate uscì dal locale per raggiungere Chloe. La vide appoggiata alla macchina di Victoria, dall’altro lato della strada dove c’era il parcheggio. Chloe la vide. “Ehi Kate, hai bisogno di qualcosa?”

“No, ho pensato di farti compagnia. Max è in bagno e Victoria è ancora al telefono con sua madre”.

“Oh… vuoi una sigaretta?” chiese Chloe sorridendo.

Kate appoggiandosi alla macchina accanto a lei, la guardò ridendo. “No Chloe, io non fumo”.

“Beh, se nel caso cambi idea fammi sapere”.

“Come sta Max?”

Chloe la guardò con aria interrogativa. “Beh… esattamente come la vedi”.

“Te lo chiedo perché ho come l’impressione che sta peggio di quello che vuole far sembrare. Glielo leggo negli occhi. Sono preoccupata per lei”.


È davvero incredibile di come si preoccupa per gli altri anziché di se stessa. Eppure anche lei ne ha passate tante. Ha addirittura cercato di suicidarsi. Faccio davvero fatica a capire come faccia a prendersi il disturbo di pensare agli altri. Su una cosa però sono certa. Capisco perfettamente perché Max ci tiene così tanto a lei. Sono stata una gran stronza con questa ragazza e lei non lo sa nemmeno.


“Max… ne ha passate tante. Ha degli incubi e come Victoria non riesce più a scattare foto…”

“Cosa?! Non vorrai dire che anche lei…” disse Kate sconcertata.

“No… non è come pensi” disse Chloe mentendo. “Lei ammirava molto Jefferson. Lui era la ragione per cui è ritornata alla Blackwell. Dopo quello che ha saputo… lei non…”

“Oh… capisco” disse Kate stringendo il suo crocefisso dal quale non si separava mai.

“Ma non devi preoccuparti per lei. Presto starà meglio…” disse l’ultima frase con tristezza.

Kate alzò lo sguardo verso di lei. “Riuscirete a superare tutto vedrai…”

Rimasero a guardarsi per un po’ e poi quando Kate fece per andarsene, Chloe la fermò. “Kate!”

Kate si voltò verso di lei. “Dimmi Chloe”.

“Mi dispiace tanto per quello che è successo. Spero che tu e Max rimarrete sempre buone amiche”.

“Certo, lo saremo tutte. Giusto Chloe?”

“Giusto…”

La ragazza si stava dirigendo verso il locale, ma Chloe la fermò di nuovo. “Kate, un’ultima cosa. Come fai a essere amica di Victoria? Voglio dire, lei è una delle cause per cui tu hai tentato di… insomma… hai capito…”

Kate ci pensò un po’ su. “Lo so che Victoria non si è comportata bene con me e anche con Max. Ha sbagliato, ma sta cercando davvero di rimediare ai suoi errori”.

“Si, ma non si può rimediare a quello che ti ha fatto in passato. Se non fosse stato per Max, tu ora non…”

“Chi è senza peccato scagli la prima pietra. È vero, quello che è successo in passato non può essere cambiato. Ma lei come persona, può farlo. Lei cerca di essere una persona migliore e ammiro i suoi sforzi, perché ci sta provando davvero anche se le risulta difficile. Mentre ero in ospedale mi ha scritto. È stata molto carina e sono sicura che fosse sincera. Quando ci siamo incontrate per la prima volta dopo il tornado, abbiamo parlato. Lei si è scusata con me, si sente terribilmente in colpa per quello che è successo”.

“Quindi l’hai perdonata?”

“Non giudicate e non sarete giudicati, non condannate e non sarete condannati, perdonate e vi sarà perdonato. Si Chloe, l’ho perdonata e se tornassi indietro lo rifarei ancora. Non avete un buon rapporto, vero?”

“Per niente, non riesco a perdonarla dopo tutte le cattiverie che ha continuato a fare sin da quando l’ho conosciuta. Anche io frequentavo la Blackweel anni fa. È così che l’ho conosciuta. Lei era invidiosa di Rachel e avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di prendere il suo posto in tutto. Ha messo in giro voci sul suo conto, facendola passare per una… poco di buono. E adesso lei è morta e…”

Chloe si ammutolì non riuscendo più a proseguire.

“Eravate molto amiche, mi dispiace tanto per quello che è successo”.

Chloe annuì gettando il mozzicone a terra pestandolo con un piede.

“Forse è il caso di rientrare”.

“Lo so che non è facile Chloe, ma devi perdonala perché se non lo fai, farai del male solo a te stessa. Il rancore non porta a nulla di buono”.

Chloe la guardò sorridendo. “Ma tu sei vera?”

Kate si diede un pizzicotto. “Credo di si Chloe”.

Le due ragazze risero e tornarono nel locale dove Max e Victoria erano ritornate al loro tavolo.

“Ma dove siete state voi due?” chiese Victoria con aria sospettosa.

“Siamo andate a fumare, vero Kate?” chiese Chloe facendole un occhiolino.

Kate rise portandosi una mano davanti alla bocca. Victoria la guardò scioccata.

“Non preoccuparti Victoria, non ho fumato” disse Kate continuando a ridere.

“Oh grazie al cielo, non è divertente Price” disse Victoria lanciandole uno sguardo omicida.

“Beh, io invece lo trovo molto divertente” rispose facendo sorridendo a Kate.

Victoria roteò gli occhi mentre scuoteva la testa. Max nel frattempo rideva insieme a Kate. Decisero di ritornare al parco per passare un altro po’ di tempo insieme. Max e Kate presero posto su una panchina. Chloe si allontanò camminando per fumare una sigaretta e Victoria era alle prese con l'ennesima telefonata di sua madre.

“Ho come l’impressione che Victoria abbia dei problemi in famiglia” disse Max mentre guardava la ragazza.

“Lo penso anche io, ho conosciuto sua madre. Ho avuto come l’impressione che la sua gentilezza nei miei confronti fosse forzata”.

“Davvero?!”

“Credo di sì. Ma penso che ci siano più che altro dei problemi tra loro. Un giorno Victoria mi ha detto che sua madre non riesce davvero a comprendere cosa stia passando. Insiste nel farla lavorare al Chase Gallery, perché pensa che sia il miglior modo per affrontare le sue paure”.

“Oh, non lo sapevo. Mi dispiace tanto per lei”.

“E io che pensavo di essere l’unica ad avere una madre così”.

“Come vanno le cose con lei?”

“Si sente in colpa ovviamente, mi ricopre di attenzioni e a me fa piacere. Solo che avrei preferito che avesse preso le mie difese, invece di venirmi contro. Lo so che sbaglio a pensarla così e infondo al mio cuore so di averla perdonata. Ma fa ancora male, perché lei non è una persona qualunque. È mia madre…”

“Non c’è nulla di sbagliato. Sei un essere umano anche tu Kate. Al tuo posto mi sarei sentita allo stesso modo. Spero davvero che tua madre capisca che ha una figlia meravigliosa e che impari a fidarsi di te e apprezzarti di più”.

“Grazie Max”.

“Non devi ringraziarmi, è la verità” disse Max abbracciandola.

Quando Kate si separò dall’abbraccio diede un’occhiata a Chloe che continuava a fumare camminando. “Scusami Max, ma prima ho chiesto a Chloe di te. So che hai degli incubi anche tu”.

“Oh, non scusarti. Anzi, a me dispiace non avertene parlato, ma so che anche tu hai problemi. Non volevo addossarti anche il peso dei miei”.

Kate afferrò le sue mani saldamente. “Max, noi due siamo amiche. Promettimi che anche se saremo lontane resteremo in contatto. E che parleremo di tutto”.

Max non poté fare a meno di pensare alla strana situazione che le si presentava. Cinque anni prima, aveva fatto quella promessa a Chloe di sua spontanea volontà. Ma non era riuscita a mantenere la parola data. Ora, Kate le chiedeva di farle quella stessa promessa. Si, la vita è davvero strana a volte. È come se le venisse concessa una seconda chance di rimediare a quell’errore che aveva commesso in passato. Lacrime iniziarono a scorrerle sul viso. Abbracciò di nuovo Kate stringendola forte.

“Te lo prometto Kate, rimarremo sempre in contatto. Ti racconterò tutto, fosse anche l’ultima cosa che faccio. Poi verrò a trovarti e anche tu. Ok?"
“Si Max…”

Dopo aver interrotto il loro abbraccio Kate guardò di nuovo in direzione di Chloe, che si era appoggiata alla ringhiera che affacciava su un vasto panorama. “Chloe non sembra serena”.

Max si girò nella sua direzione. “Già”.

“Deve essere difficile per lei. Ha perso entrambe i genitori e la sua amica. Però adesso ha te, quindi andrà tutto bene”.

“Non lo so Kate. A dire la verità le cose tra noi non vanno molto bene”.

“Perché no?”

“Siamo state distanti per molti anni. E quando finalmente ci ritroviamo succede tutto questo. Non è facile per nessuna delle due. Il punto è che le cose sono decisamente cambiate. Ho paura di perderla”.

“Non credo che questo possa succedere. Voi siete amiche e quello che avete vissuto, non farà altro che unirvi ancora di più. Sono successe molte cose brutte, questo lo so. Ma vedrai che con il tempo tutto si risolverà".

Max tornò a guardare Kate sorridendo. “Lo spero tanto”.

“Scusate di nuovo per la mia assenza” disse Victoria mentre si avvicinava alla panchina.

“Non preoccuparti Victoria” rispose Kate.

“Credo che sia ora di rientrare, se per te va bene Kate” disse Victoria.

“Si, tanto possiamo vederci ancora” rispose Kate.

“Ma certo Kate. Ok, vado a chiamare Chloe. Credo che si sia dimenticata di noi” disse Max dirigendosi verso l’amica.

Chloe guardava davanti a sé mentre con la testa vagava chissà dove. Quando Max la raggiunse si mise al suo fianco guardando nella sua stessa direzione. “Va tutto bene Chloe?”

“Si…” disse Chloe continuando a guardare davanti a sé.

“Grazie Chloe”.

Chloe si girò verso di lei. “Per cosa?”

“Per avermi accompagnata all’incontro”.

“Oh, non devi ringraziarmi, l’ho fatto volentieri”.

Max la guardò scettica e Chloe rispose: “Ok… va bene, non volevo affatto venirci per via di Victoria. Ma ora dopo aver conosciuto Kate, mi rendo conto che è stato un bene che ci fossi anche io. Sai, credo di capire perché ci tieni così tanto a Kate”.

Max la guardò ascoltando con attenzione le sue parole.

“È davvero una persona buona, esattamente come te. Mi dispiace davvero aver cercato di allontanarti da lei”.

“Chloe, ti sei già scusata abbastanza per quello”.

“Lo so, ma non riesco a smettere di pensarci. Comunque, credo abbiate molte cose in comune tu e Kate. Come ad esempio la vostra opinione su Victoria. Vedete in lei cose che io non riesco a vedere. Insomma, siete sulla stessa lunghezza d’onda. Mi fa piacere che hai lei, perché io spesso sono un disastro”.

“Chloe, non sei un disastro. E per quanto io possa avere tante amicizie, nessuna sarà mai in grado di sostituirti”.

Chloe si girò a guardarla e non lesse altro che sincerità nei suoi occhi. Max le si avvicinò abbracciandola e Chloe ricambiò, con qualche titubanza. Le parole della dottoressa Tyler tornarono a farsi prepotenti nella sua mente. Victoria e Kate guardarono il loro abbraccio.

“Spero che riescano a risolvere i loro problemi. Sarebbe davvero un peccato vedere spezzarsi un’amicizia così” disse Kate.

“Hanno dei problemi?” chiese Victoria sorpresa.

“Sembrerebbe di sì. Non so di preciso di cosa si tratti, ma credo che tutto quello che hanno vissuto stia mettendo a dura prova il loro rapporto”.

Victoria guardò verso le due ragazze. “Sono così diverse, non riesco proprio a capire come facciano a essere amiche”.

“Beh, anche noi due siamo diverse, ciò non toglie che lo stiamo diventando” disse Kate con sorriso.

“Si certo, io non… volevo dire… che… insomma io…” disse Victoria in imbarazzo.

Kate rise nel vedere la difficoltà della ragazza. “È tutto ok Victoria”.

Nel frattempo Max e Chloe si separarono dal loro abbraccio. “Credo che sia arrivato il momento di andare” disse Max.

“Ok, andiamo”.

Raggiunsero le loro rispettive automobili e dopo essersi salutate ognuno si diresse alla propria destinazione. Quando tornarono a casa le ragazze si sedettero con i Caulfield per cenare. Subito dopo decisero di guardare un film. Prima Max andò in bagno e nell'uscire, notò la porta della stanza di Chloe aperta. Entrò nella camera e vide sua madre Vanessa che stava rimuovendo le lenzuola dal letto.

“Mamma, cosa stai facendo?”

“Beh, a te cosa sembra? Devo cambiare le lenzuola, anche se mi sembra alquanto inutile visto che Chloe ormai dorme nella tua stanza”.

“È un problema per te mamma?”

“No Maxine. Se a voi sta bene così, non c’è nessun problema”.

Mentre Vanessa continuava a rimuovere le lenzuola, notò qualcosa sbucare da sotto al materasso del letto. “È questo cos’è?” chiese mentre si abbassava per afferrare l’oggetto.

Max era ancora all’entrata della stanza, quindi non riuscì a vedere subito cosa fosse. Capì di cosa si trattava solo quando Vanessa si rialzò con uno sguardo sorpreso e scioccato. Aveva tra le mani la rivista di Chloe, regalatole da Lucas.

“Ma cosa diavolo…” disse Vanessa girandosi verso sua figlia. “Maxine… come me la spieghi questa?”

“Io non…”

“Maxine, fai venire Chloe qui immediatamente!”

Max sospirò rassegnata, sapendo che l’unico modo per rimediare era riavvolgere. Alzando la mano disse: “Scusa mamma, ci rivediamo tra un attimo”.

Riavvolse fino al momento in cui era uscita dalla sua stanza per raggiungere il bagno e quindi prima che Vanessa entrasse in camera di Chloe. Aprì la porta della stanza di Chloe di corsa e prese la rivista che sbucava da sotto al letto. La infilò nella parte posteriore dei pantaloni senza pensarci. In quel momento entrò Vanessa.

“Max!”

“Ehi… mamma…”

“Che ci fai qui?”

“Ehm, pensavo di aver lasciato qui una cosa. Mi sono appena ricordata che è in camera mia”.

“Oh, va bene”.

“Tu cosa fai qui mamma?”

“Sono venuta a cambiare le lenzuola del letto di Chloe, anche se è alquanto inutile visto che Chloe dorme sempre in camera tua”.

“È un problema per te mamma?”

“No Maxine. Se a voi sta bene così, non c’è nessun problema”.

Vanessa iniziò a rimuovere le lenzuola mentre Max ritornava nella sua stanza, chiudendo la porta e appoggiandosi con la schiena contro. Fece un sospiro liberatorio per essere riuscita a evitare l’ennesimo problema, dimenticandosi di essere in presenza di Chloe che la guardava con aria interrogativa.

“Che succede Max?”

“Eh? Oh, niente”.

Raggiunse il letto stendendosi mentre guardava Chloe. “Non hai ancora preso il computer?”

“No… ma scusa, non potevi prenderlo tu visto che eri già in piedi?” chiese Chloe.

“Non ci ho pensato. Potresti prenderlo tu visto che la scrivania è dalla tua parte?”

“Sfaticata!” disse Chloe alzandosi dal letto per raggiungere la scrivania.

Max ne approfittò per sfilare la rivista dal retro dei pantaloni e nascondendola sotto al letto. Chloe tornò indietro con il pc e in quel momento una fitta di dolore attraversò la testa di Max. Chinò il capo portandosi le mani alla testa.

“Max, che hai?” chiese Chloe preoccupata afferrando l’amica per le spalle. Cercò di farle sollevare la testa e quando la vide in volto, Chloe era terrorizzata.
“Ho solo un po’ di mal di testa”.

Chloe le appoggiò una mano su una guancia rimuovendo un po' di sangue dal naso con il pollice. “E questo?”  le chiese mostrando il sangue a Max.

“Io… non lo so” disse Max alzandosi di corsa dal letto prendendo un fazzoletto per pulirsi.

“Max… perché perdi sangue?”

“Chloe, non è niente”.

“No Max! Non è esattamente niente!”

Max si asciugava il naso dando le spalle all’amica per evitare il suo sguardo. “Non esagerare Chloe, sembra quasi che tu non abbia mai visto del sangue”.

“No Max, è proprio il contrario invece. È proprio perché l’ho già visto che mi preoccupa. Lo sappiamo bene in che occasione è successa una cosa del genere”.

“Non è quello che pensi…”

“Allora perché diavolo non me lo dici guardandomi in faccia?!”

Max chiuse gli occhi un attimo per trovare la forza di voltarsi verso l'amica. Si girò lentamente verso di lei rimuovendo il fazzoletto mentendo ancora una volta.  “Non ho usato i miei poteri, se è quello che stai pensando. Capita a tutti di perdere sangue dal naso, non c’è nulla di anomalo”.

Chloe rimase a guardarla negli occhi aspettandosi di leggere la verità, ma non fu così. Per la prima volta stava mettendo davvero in dubbio le parole della sua amica. Decise di fidarsi di Max lo stesso, anche se una parte di lei era combattuta. Aveva una brutta sensazione al riguardo, che scacciò via all’istante considerando che tra tutte le persone al mondo, Max era l’unica che non le avrebbe mai mentito.

“Ok…va bene”.

“Allora che film guardiamo?” chiese Max con finta indifferenza mentre tornava a letto.

“Non lo so… scegli tu”.

Così Max scelse un film da guardare, ma entrambe le ragazze non erano tranquille. Ogni tanto Chloe lanciava uno sguardo furtivo alla sua amica, che nonostante ne era consapevole fingeva di non accorgersene. Passarono una notte turbolenta, senza riuscire a chiudere occhio. Le loro menti affollate da vari pensieri non concesse loro nessun riposo. Ormai mentire e omettere erano diventate per loro un vizio dal quale facevano fatica a staccarsi. Le troppe parole non dette e le bugie accumulate nel tempo, avrebbero portato molto presto alla resa dei conti. A ogni azione corrisponde una conseguenza…

 
Domenica 26 gennaio 2014

Il mattino seguente dopo essersi svegliate e aver fatto colazione, Max ricevette un messaggio da parte di Kate mentre Chloe era fuori a fumare.

Kate: Buongiorno Max

Max: Buongiorno Kate

Kate: Ti va di vederci stamattina? Domani devo tornare a Tillamook.

Max: Vai via così presto?

Kate: Purtroppo devo.
  • L’avvocato vuole vedermi per quanto riguarda la testimonianza che devo fare in tribunale.
Max: Capisco

Kate: Ma non devi preoccuparti, ci rivedremo ancora.
  • Non avrai già dimenticato la promessa, vero? 😑
Max: Neanche per sogno. 😜

Kate: Victoria non può passare la mattina con noi.

Max: Come mai?

Kate: Deve dare una mano in galleria.

Max: Non vorrei essere al suo posto.

Kate: Nemmeno io.

Max: Allora passo a prenderti io.

Kate: Va bene.
  • Viene anche Chloe?
Max: Visto che domani parti voglio godermi la mattinata sola con te.

Kate: Ok

Max: Allora ci vediamo tra poco.

Kate: A dopo

Max si stava cambiando quando Chloe entrò in camera rimanendo bloccata sulla soglia. Max era mezza svestita. Si voltò mentre tentava di coprirsi come poteva con le braccia.

“Chloe, non si usa bussare?! Esci immediatamente da qui!”

“Ok ok, stai tranquilla, esco subito” disse la ragazza alzando le mani in segno di resa. "Ma posso prendere almeno il mio telefono?”

“No, lo prenderai dopo! Ora esci di qui!”

“E va bene calmati!” disse Chloe mentre stava per chiudere la porta. Poi sbucò di nuovo con la testa all’interno della stanza e aggiunse: “Poi avvisami quando hai finito il tuo streeptese”.

Max lanciò una maglia verso di lei, ma non la colpì perché Chloe chiuse subito la porta. Si appoggiò alla parete in attesa che Max finisse di cambiarsi. In quel momento Ryan stava salendo le scale per andare in bagno. La guardò ridendo.

“Cosa hai combinato questa volta Chloe?”

“Ah ah, molto divertente Ryan. Sto solo aspettando che Max finisca di vestirsi”.

Ryan continuò a ridere mentre proseguiva per andare in bagno. Chloe lo guardò mormorando. “È incredibile, oltre il danno anche la beffa!”

Max aprì la porta dicendo: “Ora puoi entrare”.

“Oh, ma davvero Max?! Non è che ti sei dimenticata di indossare il burqa per caso?!”

“Smettila di prendermi in giro”.

“Non ti sto prendendo in giro. Dico sul serio” disse Chloe rientrando nella camera per prendere il suo telefono. Poi si girò verso Max e dopo averla guardata finse di essere scioccata. “Oddio Max! Hai dimenticato una tetta di fuori!”

Max d’istinto si coprì guardandosi, pur sapendo che non era possibile. Poi guardò male Chloe che scoppiò a ridere sedendosi sul letto.

“Ahahahah… Max, è troppo facile con te”.

“Sei un’idiota!”

Chloe cercò di smettere di ridere e poi guardò Max. “Come mai ti sei cambiata? Stai andando da qualche parte?”

Max sospirò sedendosi accanto all’amica. “Mi ha scritto Kate dicendomi che domani torna a casa. E vuole vedermi stamattina. È un problema per te se usciamo senza te e Victoria?”

Chloe la guardò sorpresa. “Wow… davvero non mi stai chiedendo di venire con te?”

“Si… sembra brutto eh?”

“Brutto?! Questo è un sogno che diventa realtà!” disse Chloe con eccessivo entusiasmo per prenderla in giro. Max le diede un pugno sul braccio.

“Tranquilla Max, non ho problemi al riguardo. È giusto che passiate del tempo tra di voi senza intrusioni. E poi domani parte, quindi vai e divertitevi”.

Max la guardò leggermente sorpresa. Non sembrava esserci nessuna punta di gelosia da parte di Chloe. Si avvicinò a lei dandole un bacio sulla guancia.

“E questo per cos’è?”

“Non lo so, volevo farlo e basta. Ora meglio che vado altrimenti farò tardi. Ci vediamo dopo Chloe”.

“Certo e salutami Kate”.

“Lo farò” disse Max uscendo dalla stanza.

Chloe cambiò espressione mentre si stendeva sul letto ripensando a quello che era successo la sera prima. Per distrarsi decise di scrivere alla sua amica.

Chloe: Ciao Master

BigMaster: Ciao Chloe

Chloe: Cazzo, non mi aspettavo una risposta. Pensavo fossi al lavoro come al solito.

BigMaster: Indovina perché sono a casa.

Chloe: Licenziamento?

BigMaster: Chloe, non portare sfiga per favore.

Chloe: Giorno libero?

BigMaster: No, niente giorno libero.

Chloe: E allora cosa?

BigMaster: Ho l’influenza.

Chloe: Ah, è un buon modo per non andare a lavoro.

BigMaster: Si certo
  • Sono giorni che tento di ammalarmi per restare a casa. 😑
Chloe: Dai, stavo solo scherzando.

BigMaster: Tu come stai?

Chloe: Mai stata meglio.

BigMaster: Non mi riferivo alla salute.

Chloe: Per il resto tutto come al solito.

BigMaster: E non è una cosa buona, vero?

Chloe: Non credo.

BigMaster: Sai, stavo pensando che se vi va, tu e Max potreste venire a trovarmi a Portland.
  • C’è spazio nel mio appartamento.
  • Inoltre il divano si apre diventando un letto.
  • Non so se è proprio comodo, però che sarà mai una molla infilzata in un rene?😂
A Chloe le si gelò il sangue nelle vene a leggere il messaggio dell’amica.

Chloe: Ma quanto sei idiota.
  • E piantala con quelle emoji.
BigMaster: Dai venite per qualche giorno, così staccate un po’ da tutto e vi rilassate.
  • Potete vedere Portland e io finalmente posso conoscere di persona Max.
  •  
  • Sono sicura che lei sarà d’accordo se glielo chiedi.
BigMaster: Chloe, perché non rispondi?

Chloe: Non posso chiederle questo.

BigMaster: Non capisco, perché no?

Chloe: Il fatto è che lei non sa di te.

BigMaster: E questo cosa diavolo dovrebbe significare?

Chloe: Non le ho detto che sono in contatto con te.

BigMaster: Per quale motivo?
  • Lo sai che non ha senso quello che dici?
Chloe: Non puoi capire…

BigMaster: E allora spiegamelo, perché non ci sto a capire nulla.

Chloe: Le sto tenendo nascoste alcune cose.
  • E prima che tu lo dica, lo so che sto sbagliando, ma non posso farci nulla.
  • Ho dei soldi con me e lei non lo sa.
BigMaster: Perché?
  • Che soldi?
  • E che hai intenzione di fare?
  • Chloe, che diavolo stai combinando?
Chloe a quel punto decise che era giunto il momento di rivelare a BigMaster tutta la verità. Del motivo per cui nascondeva i soldi a Max.

Chloe: Ok, ti dirò tutto.
  • Dammi il tempo di uscire di casa.
BigMaster: Max è lì con te?

Chloe: No, però preferisco chiamarti invece di inviarti messaggi.
  • Non voglio che il padre di Max mi senta.
  • Ogni tanto lavora da casa.
BigMaster: Ok, aspetto la tua telefonata.

Uscì di casa e mentre passeggiava spiegò tutta la situazione BigMaster. L'unica persona che prima o poi avrebbe dovuto sapere la verità.


Max passò a prendere Kate a casa di Victoria. Poi si diressero di nuovo al Caffe del giorno precedente e ordinarono un tè.

“Mi dispiace che domani parti”.

“Anche a me, ma ci saranno altre occasioni”.

“Assolutamente sì. Anzi, la prossima volta voglio farti conoscere i miei genitori e gli amici. Inoltre anche se casa mia non è una reggia come quella di Victoria, posso ospitarti lo stesso. Tanto Chloe non usa più la sua stanza”.

“E dove dorme?!”

“Fuori casa legata a un albero” disse seria Max.

Kate la guardò con un’espressione scioccata.

“Stavo scherzando Kate” disse Max cominciando a ridere. “Dovevi vedere la tua espressione”.

Anche Kate iniziò a ridere senza riuscire a fermarsi. “Non riesco a smettere di immaginare Chloe legata a un albero”.

Continuarono a ridere e si fermarono solo quando venne servito loro il tè.

“A parte gli scherzi, dove dorme?”

“In camera mia”.

“Dormite insieme?!”

“Si, lo abbiamo sempre fatto sin da piccole”.

“Le vecchie abitudini sono dure a morire”.

“Già…” disse Max mentre le si leggeva un po’ di tristezza negli occhi.

“Max, che sta succedendo con Chloe?” chiese Kate aver preso un altro sorso dal suo tè.

Max si prese un attimo per riflettere e poi disse: “Le ho mentito spesso da quando siamo qui a Seattle”.

“Su cosa le hai mentito Max? E soprattutto perché lo hai fatto?”

“Quando sono tornata a casa ho iniziato ad avere degli incubi. Mi svegliavo spesso nel cuore della notte terrorizzata. Ho sempre evitato di raccontarglieli nei particolari, anche quando me lo ha chiesto. Il fatto è che non volevo farla preoccupare ulteriormente. Lei ha già perso troppo nella sua vita. Anche lei ha degli incubi. Non volevo peggiorare la situazione addossandole anche questa preoccupazione”.

“Max, capisco che vuoi proteggerla, ma mentirle non è la soluzione. Ti piacerebbe sapere che una tua amica ti racconta menzogne, anche se lo fa a fin di bene?”
“No, certo che no”.

“Beh, lo stesso vale anche per Chloe. Devi essere sincera con lei se davvero non vuoi rischiare di perderla”.

“Ho combinato davvero un gran bel casino con le mie bugie coinvolgendo anche altre persone” disse appoggiando i gomiti sul tavolo e portandosi le mani tra i capelli.

“Chi?!”

“Un amico. Io non so davvero cosa fare”.

“Io credo che tu sappia già cosa devi fare”.

Max alzò lo sguardo verso Kate. “Se le dico tutto adesso la perderò per davvero”.

“Questo non puoi saperlo per certo. Prendi in considerazione che se non le dici nulla e alla fine per qualche ragione dovesse scoprire la verità…”

“Si arrabbierà molto” disse completando la frase di Kate.

“Hai parlato di questo con la tua psicologa?”

“Si”.

“E cosa ti ha detto?”

“Che dovrei essere sincera e dirle tutto. Cioè, non proprio tutto”.

“Max, le bugie hanno le gambe corte. In un modo o in un altro Chloe lo scoprirà e quando succederà sarà…”

“Un disastro completo”.

“Perché la psicologa ti ha consigliato di non dirle tutto?” chiese confusa Kate.

“Beh… perché… c’è una cosa un po’ particolare che…”

“Che?”

“È complicato”.

“Ok, ma sai che puoi dirmi tutto. Siamo amiche”.

“Lo so Kate e credimi lo apprezzo tanto…”

“Ma non me lo dirai” disse Kate sorridendo.

“Per ora no. Il fatto è che sono ancora confusa al riguardo e voglio prima capire bene come gestire questa… cosa”.

“Va bene” disse Kate confusa chiedendosi di cosa potesse trattarsi.

“Oh… quasi dimenticavo, Chloe ti manda i suoi saluti” disse Max.

“Ricambia i saluti quando torni”.

“Credo che tu le piaccia molto”.

“Anche a me piace Chloe. È molto simpatica”.

“Come vanno le cose con Victoria?”

“Bene. È stato molto carino da parte sua ospitarmi da lei per permettere di rivederci”.

“Si, è stato un bel gesto. Sta cercando davvero di cambiare. Abbiamo discusso un po’ per tutto quello che è successo, ma nonostante questo sembra volermi rivedere ancora”.

“È davvero strano eh?”

“Non immagini quanto. Tu credi che dovrei frequentarla? Voglio dire, si abbiamo delle cose in comune, ma siamo diverse”.

“E allora? Anche tu e Chloe siete diverse, ma questo non ti impedisce di esserle amica. Anche Victoria ha dei dubbi su te e Chloe”.

“In che senso?”

“Si chiede come facciate a essere amiche visto che siete così diverse. Vedi? Avete un altro punto in comune tu e Victoria, i vostri dubbi” disse Kate ridendo.

“Mi piacerebbe conoscerla meglio, ma tra lei e Chloe non corre buon sangue”.

“Cosa è successo per la precisione tra loro due?”

“Beh, conosci Victoria. In passato ha preso di mira Rachel e Chloe, combinandone qualcuna delle sue. Chloe la odia nel profondo e non crede che lei possa cambiare”.

“Si sbaglia di grosso se lo pensa. Certo, non è facile cambiare, ma non è impossibile. Ognuno di noi può migliorarsi se vuole. Ci vuole solo molta pazienza, determinazione e volontà. E io credo che Victoria nonostante sia solo all’inizio del suo percorso, stia dimostrando di potercela fare”.

“Lo spero tanto”.

“Max, tu che progetti hai per il futuro?”

“Io non lo so proprio. Al momento non mi sento pronta a tornare a studiare. Ho troppi casini per la testa. E poi per quanto riguarda la fotografia… beh… se non supero tutto quello che è successo, sarà difficile avere qualche speranza”.

“Max, ma tu ami la fotografia, non puoi rinunciarci”.

“Non riesco più a scattare foto”.

“Si, Chloe me lo ha detto. Hai lo stesso problema di Victoria, anche se è stato scatenato in maniera diversa. Max non dovete rinunciare a ciò che amate di più. Non potete permettere che quel mostro vi porti via tutto”.

“Spero di poter tornare a scattare foto un giorno, ma al momento non è proprio possibile”.

“Ce la farai. Anzi, ce la farete entrambe” disse Kate stringendole una mano.

“E tu Kate? Riprenderai la scuola?”

“Si, voglio assolutamente farlo. Dopo tutto quello che mi è successo ho riflettuto molto. Ho deciso di voler diventare una psicologa Max”.

“Davvero Kate?!” chiese sorpresa Max.

“Si, voglio aiutare il prossimo. Sento che è questo il mio scopo nella vita. Voglio che nessun altro arrivi a commettere l’errore che stavo per fare io. Tu mi hai salvata Max, se non fosse stato per te non sarei qui. Devo fare lo stesso anche io. C’è tanta gente li fuori che non sa come affrontare i propri problemi. E sentendosi braccati, trovano la soluzione scappando o peggio. Grazie Max, se un giorno riuscirò ad aiutare qualcuno sarà anche per merito tuo. Perché sono qui solo grazie a te”.
Max rimase a guardarla senza parole mentre le lacrime scendevano sul suo viso.

“Non piangere Max, altrimenti comincio anche io. Finiremo per annegare tutti qui dentro”.

“Ok Kate, hai ragione” disse Max asciugandosi gli occhi cercando di sorridere.

Chiacchierarono ancora per un’altra ora. Dopo aver terminato il loro tè, fecero una passeggiata e prima che Max riaccompagnasse Kate da Victoria, passarono a casa Caulfield. Chloe era seduta sui gradini del cortile a fumare una sigaretta. Quando scesero dall’auto Chloe si alzò guardandole confusa.

“Cosa ci fate qui?” chiese Chloe sorpresa di vedere anche Kate.

“Stavo per riaccompagnare Kate a casa di Victoria, ma voleva prima passare a salutarti. Domani mattina parte presto”.

“Oh, capisco. Mi dispiace che vai già via. Pensavo ti saresti fermata più a lungo”.

“Ci saranno altre occasioni Chloe”.

“Si, lo spero”.

“Allora, come avete passato il vostro tempo? Spero bene”.

“Benissimo, credo che ne avevamo bisogno entrambe” disse Kate guardando Max.

“È vero” disse Max sorridendole.

“Mi ha fatto davvero tanto piacere conoscerti Chloe e spero di rivederti presto”.

“Si… ha fatto tanto piacere anche a me… conoscerti” disse Chloe stringendo la mano che Kate le stava porgendo. Mentre si salutavano Kate guardò Chloe negli occhi e una strana sensazione si impossessò di lei. Quando risalì in auto con Max, Kate continuò a guardare Chloe con un sorriso mentre la ragazza la salutava con la mano. Raggiunsero casa Chase rimanendo in macchina.

“Mi mancherai Kate”.

“Mi mancherai anche tu Max, ma tanto ti chiamerò spesso”.

“Si, lo farò anche io”.

“Ti voglio bene Max”.

“Ti voglio bene anche io Kate”.

Le due ragazze si abbracciarono e prima di uscire dall’auto, Kate guardò Max. “Max, stai vicino a Chloe e cerca di risolvere le cose tra di voi al più presto possibile”.

“Si certo, lo farò. Ma come mai questa raccomandazione?”

“Niente Max, solo sistema le cose con lei”.

“Oh… ok”.

“Alla prossima Max. Ciao”.

“Ciao Kate, fai buon viaggio”.

Kate si allontanò dall’auto mentre la salutava con la mano. Quando entrò in casa, Max si appoggiò al sedile dell’auto pensando alle parole dell’amica. Sembrava strano. Poi scosse la testa mettendo in moto l’auto e tornando a casa. Quando arrivò la sera, mentre erano a letto guardando un film, Chloe sembrava strana. Troppo silenziosa e pensierosa.

“Come ti sembra il film? Bello?” chiese Max.

“Mmh?”

“Il film, ti piace?”

“Oh…si certo”.

“Ho messo il tuo spazzolino nel cesso. Per te va bene?” disse Max per capire se la stesse ascoltando per davvero.

“Si, bene” rispose Chloe.

Max smise di guardare il film concentrando la sua attenzione su di lei “Davvero Chloe?!”

“Cosa?!” chiese Chloe girandosi verso di lei.

“Hai capito cosa ti ho detto? Mi hai almeno ascoltata?”

“Io… puoi ripetere?”

“Che succede Chloe?”

“Cosa dovrebbe succedere? Hai le allucinazioni per caso?”

“Sei strana”.

“Io sarei quella strana eh? Max, ma cosa c’è?”

“Sembri con la testa da un’altra parte”.

“Ti sbagli!”

“Non credo!”

“Max, ti prego! Possiamo guardare questo film in santa pace per favore?!”

“È per Kate?”

“Cosa?! Ma di che diavolo stai parlando?! Non mi ha dato nessun fastidio che sei uscita con lei!”

Max rimase in silenzio continuando a guardarla.

“Ascolta Max, io non ho nulla che non va. Ti prego di non insistere come al solito, non voglio litigare!”

Max si rassegnò tornando a guardare il film, ma ormai nemmeno lei riusciva più a seguirlo per davvero.

 
Venerdì 31 Gennaio 2014

Trascorsero quattro giorni dall’ultimo incontro di Max e Kate. Le due ragazze mantennero la loro promessa chiamandosi e scrivendosi ogni giorno. Max riuscì a trovare conforto in Kate nonostante la distanza. Ancora una volta, le cose tra lei Chloe avevano cominciato a non andare per il verso giusto. Max non riusciva a trovare nessuna spiegazione plausibile per l’atteggiamento della sua amica. Però era certa solo di una cosa e cioè, che tutto fosse cominciato il giorno dell'uscita con Kate. Ma Chloe sembrava del tutto sincera nell’affermare di non avere nessun problema a tal proposito. Quindi iniziò a credere che la motivazione potesse essere il suo riavvolgere il tempo, che le aveva causato una perdita di sangue dal naso. Forse Chloe, aveva dei sospetti su di lei. Doveva aver intuito la sua menzogna. Max e Chloe raggiunsero lo studio della dottoressa Tyler. Le due ragazze erano sedute una di fronte all'altra in sala d'attesa aspettando il loro turno. Quando la porta si aprì la dottoressa le salutò prima di dirigersi verso la sua segretaria.

"Buongiorno ragazze, sarò subito da voi. Nelly fammi la cortesia di chiamare i Tunner e di loro che voglio vederli questo pomeriggio. Joe non si è presentato nemmeno oggi".

"Subito dottoressa Tyler".

Abigail si voltò verso le due ragazze e vide che sedevano di nuovo separate, l’una di fronte all’altra senza guardarsi. Fece un sospiro e si avvicinò a loro. “Allora ragazze siete pronte?”

“Si” rispose Max.

Chloe rimase in silenzio a testa bassa. Si aspettava che la prima ad andare fosse Max come al solito.

“Bene, allora seguitemi in studio”.

Max spalancò la bocca pensando che la dottoressa si fosse semplicemente sbagliata. Chloe alzò di scatto la testa guardando Abigail.

“Che significa? Non tocca a Max?” chiese Chloe stranita.

“No Chloe, oggi faremo qualcosa di diverso. Da quello che sto vedendo, posso dedurre che l’ultima seduta non vi ha portato da nessuna parte. Forse avete bisogno di una spinta in più, ed è quello che voglio fare oggi. Seguitemi tutte e due”.

Max e Chloe si guardarono prima di alzarsi lentamente intimorite dal quel cambio di programma. Entrarono in studio sedendosi sul divano mettendo una certa distanza tra loro. Abigail chiuse la porta dello studio e si tolse la giacca, appoggiandola sulla sedia alla scrivania. Prese la penna e il suo taccuino e andò a sedersi sulla poltrona davanti al divano. Mentre la dottoressa si prendeva del tempo leggendo il suo taccuino, Max e Chloe si lanciavano furtivamente degli sguardi, temendo quello che stava per accadere.

“Ok, cominciamo a…”

“Aspetti!” disse Chloe interrompendola.

“Cosa c’è Chloe?”

“Io non capisco cosa ci faccio qui. Non è la mia seduta”.

Abigail incrociò le mani guardandola con un sorriso.

“In effetti hai ragione. Questa non è la tua seduta, ma la vostra. Di entrambe”.

“Non ne vedo l’utilità”.

“Chloe, ricordi la nostra ultima seduta?”

“Certo che la ricordo”.

“E tu Max? La ricordi?” chiese Abigail guardando la ragazza.

“Si… la ricordo…” rispose Max agitata.

“Ho cercato di spronarvi a venirvi incontro a vicenda. Sinceramente mi aspettavo qualcosa di diverso dalla scena a cui ho assistito oggi in sala di attesa. Avete creato questa barriera tra di voi e questa cosa non gioca a vostro favore. Dovete allontanare da voi tutto il malessere che avete dentro. Non dovete allontanarvi l’una dall’altra. Non siete voi il nemico da combattere”.

La dottoressa si accorse del loro stato d’animo. “Ok ragazze, ascoltatemi attentamente. Voi siete qui a causa di quello che avete vissuto. Io sto cercando di aiutarvi a metabolizzare quello che è successo e a farvi riuscire a superare il vostro trauma. In questo modo potrete finalmente tornare a vivere le vostre vite serenamente. Ma il percorso che state facendo qui con me, si sta rivelando più difficile di quello che immaginavo. Voi due siete amiche da sempre e avete condiviso una brutta esperienza. Questo dovrebbe unirvi e invece sta succedendo il contrario. Quello che è successo vi sta dividendo e vorrei cercare di evitarlo. Perché come già vi ho detto, avete dei seri problemi di comunicazione che non facilitano il mio lavoro e nemmeno il vostro percorso. Una cosa che non riuscite a vedere con i vostri occhi è che state commettendo gli stessi errori. Sicuramente lo fate a fin di bene, per proteggervi a vicenda da verità che possono risultare deludenti e scomode. Ma tutto questo con il passar del tempo sta aggravando la vostra situazione. Lasciate che vi aiuti a fare qualche passo l’una verso l’altra, perché mi sembra chiaro che nessuna delle due ci stia riuscendo. Non vi costringerò a dire nulla che non vogliate. Ogni cosa a suo tempo, nessuna forzatura”.

Abigail rimase in silenzio per un minuto dando a loro il tempo di assimilare le sue parole. Chloe si accasciò contro lo schienale con un sospiro tenendo lo sguardo basso. Max guardava la dottoressa pensando e temendo quello che sarebbe potuto venire fuori da quella seduta. L’atteggiamento di Chloe ormai indicava che non aveva più voglia di ribellarsi a quella stupida idea di Abigail. Per la prima volta Max desiderò ardentemente che Chloe mandasse tutto all’aria come sempre. Ma non lo fece, lasciando tutto nelle mani della dottoressa.

“Allora, siete pronte?”

“Faccia quello che le pare” rispose Chloe senza guardarla.

“Max, sei d’accordo?”

Max annuì poco convinta.

“Bene” disse Abigail annuendo.

Chloe incrociò le braccia tenendo lo sguardo basso.

“Come già dicevo, voi due state commettendo un gravissimo errore. State cercando di evitare il problema per non doverlo affrontare. Avete paura delle conseguenze di quello che potrebbe succedere ad aprirvi, rivelando ciò che custodite dentro di voi. Per quanto possa capire il motivo per cui lo fate, è del tutto sbagliato. Per proteggervi a vicenda non fate altro che aggiungere benzina sul fuoco. Prima o poi tutto salterà fuori in un modo o nell’altro, che lo vogliate o meno. Quando questo succederà spazzerà via tutto, anche la vostra amicizia. E io credo che non vogliate questo, perché avete già perso troppo. Quindi per cominciare, voglio cercare di capire più a fondo il vostro rapporto. Vedere quali sono gli ostacoli che vi impediscono di parlavi tranquillamente, oltre alle motivazioni di cui sono già a conoscenza. E che ovviamente non dirò per nessuna ragione al mondo” aggiunse Abigail per tranquillizzarle.

“Iniziamo da te Chloe. Quando parli con Max di un tuo problema o altro che ti riguarda, come ti senti?”

Chloe alzò lo sguardo verso la dottoressa. “Che cosa dovrei sentire?!”

“Non lo so Chloe, per questo te lo sto chiedendo. Ad esempio, ti senti compresa da lei?”

“Io… non lo so… penso di sì, altrimenti non le parlerei…” Chloe si interruppe da sola comprendendo ciò che aveva appena ammesso. Max si voltò verso di lei guardandola tristemente.

“È esattamente quello che stai facendo Chloe. Non parli con Max” disse Abigail.

“Pensi che io non sono in grado di capirti?” chiese Max.

Chloe si girò verso di lei mentre si appoggiava con le braccia in avanti sulle gambe. “Beh… a volte… non mi capisci… o forse semplicemente non vuoi capire. Anzi, non dovrei nemmeno essere io a dirti certe cose. Ci dovresti arrivare da sola!”

Max spalancò la bocca alle parole dell’amica. “Sai Chloe, io non ho la capacità di leggere il pensiero!”

“Non c’è bisogno di nessuna capacità straordinaria Max! Devi solo ascoltarmi quando ti parlo! In questo modo non dovrai sforzarti tanto per capirmi!”
“Ma di che diavolo stai parlando?!”

Abigail non aveva nessuna intenzione di interromperle, perché forse questo era la maniera più semplice per capire il problema. Ma non poteva nemmeno permettere che le cose sfuggissero di mano. Avevano appena iniziato ma i toni delle ragazze stavano già iniziando ad alzarsi.

“Ok, ferme un attimo” disse Abigail alzando le mani facendo segno di calmarsi. “Va bene il confronto ma senza prevaricare l’altra!”

“Beh, questo è quello che di solito succede con Chloe, visto che svalvola di continuo!”

Queste volta fu Chloe a girarsi di scatto verso di lei. “Ah certo, come al solito sono sempre io il problema!”

“Sei tu che perdi di continuo le staffe ogni volta che parliamo!”

“Ragazze!” le interruppe Abigail alzando anche lei un po' il tono. “Cercate di mantenere la calma. Facciamo un passo alla volta. Ho deciso di iniziare con Chloe, quindi Max devi attendere e non interromperla. Arriverà anche il tuo turno”.

“Va bene” rispose Max.

“Ok Chloe, fai un esempio di qualche vostra conversazione in cui ti sei sentita incompresa”.

“Beh, è molto semplice. Max era a conoscenza…”

“Fermati Chloe! Non puoi parlare come se Max non fosse presente. Non è a me che ti devi rivolgere, a lei. Puoi farmi la cortesia di voltarti verso di lei quando parli?”
Chloe fece un sospiro e si voltò verso Max.

“Bene, vai avanti” disse Abigail.

“Sai bene che Victoria non mi piace, ma nonostante questo hai deciso di includermi nella vostra rimpatriata. Senza chiedere nemmeno il mio parere. Praticamente hai deciso per me, come se io non fossi nel pieno delle mie facoltà mentali. Questo può voler dire solo un paio di cose. La prima, è che anche se consapevole che non sopporto Victoria, te ne sei infischiata sottovalutando il mio problema. Forse perché effettivamente non capisci quanto fastidio provo quando c’è lei. La seconda possibilità invece, è che quando ti ho parlato di Victoria, non mi hai proprio ascoltata. Non riesco nemmeno a decidere cosa è peggio".

Calò il silenzio e dopo qualche secondo Abigail guardò verso Max. “Max, vuoi dire qualcosa? Cosa vuoi rispondere a questo?”

“Io l’ho ascoltata quan…”

“Ah-ah, non parlare con me Max”.

Max si voltò verso Chloe. “Io ti ho ascoltata quando mi hai parlato di Victoria e di quello che ha fatto”.

“Davvero?! A me non sembra proprio”.

“Chloe, ora è il momento di Max, non interromperla. Max continua”.

“Mi dispiace se ti ho dato questa impressione, ma ti sbagli. Io ti ascolto davvero quando dici qualcosa”.

“E allora perché poi fai come ti pare senza nemmeno interpellarmi? Come se la mia opinione contasse meno di zero. Non sono una ragazzina, sono in grado di decidere per me stessa. Cazzo Max, è una cosa che mi riguardava. Non puoi decidere tu cosa è meglio per me”.

“Volevo solo che ci fossi anche tu. Sono abituata ad averti attorno. Abbiamo passato troppo tempo separate, penso che cinque anni possano bastare. E poi Victoria sta cercando di cambiare e rimediare ai suoi errori. Mi piacerebbe che anche tu le dia una chance”.

“Cosa?! Oh merda Max! Questa motivazione è davvero troppo da accettare!” disse Chloe arrabbiata.

“Chloe, perché invece di attaccare Max non provi a esprimere le tue ragioni in maniera più civile? Magari senza parolacce e un tono più adeguato. Infondo stai parlando con la tua migliore amica, giusto?”

“Ok, va bene. Max, io non sono te e non sono Kate. Io sono Chloe, ho il mio modo di agire e di pensare. Tu vuoi che io veda le cose dal tuo punto di vista e credimi vorrei tanto provarci, ma me lo rendi davvero difficile. Perché tu per prima non riesci a vedere le cose dal mio punto di vista. Victoria ha cercato di mettere fuori gioco Rachel per ottenere ciò che voleva. E se Rachel avesse bevuto quel dannato tè e si fosse sentita male? Se per caso fosse stata allergica a quella roba? Hai idea di quello che sarebbe potuto succedere? E le voci che ha messo in giro su Rachel che era la put… una poco di buono. E le voci su di me. Io non so cosa vedi in Victoria. Forse hai anche ragione su di lei, che sta provando a rimediare. Ma devi permettermi di capirlo da me. A mio tempo senza costringermi a fare ciò che vuoi tu. A volte con te mi sento sopraffatta. Non mi sento libera di essere me stessa e questo fa male. Perché tu mi conosci da sempre, sai come sono e cosa ho passato. Sei la mia migliore amica e tu più di tutti dovresti capirmi. E lo so che siamo state lontane per anni e che vuoi recuperare il tempo perso, ma ogni tanto ho bisogno dei miei spazi. E credo di poter avere degli amici, anche se non ti piacciono”.

Abigail guardò Chloe leggendole il senso di colpa per ciò che aveva detto. Era chiaro che la verità avesse ferito Max, lo si leggeva sul viso.

“Mi dispiace Chloe. Ti giuro che non era mia intenzione farti sentire così. Cercherò di starti meno addosso, di comprenderti e ascoltarti di più. Scusami tanto, spero che riuscirai a perdonarmi”.

“Beh, non dovrai aspettare molto. Consideralo già fatto” disse Chloe guardandola con occhi lucidi.

“Chloe, va meglio ora che hai espresso in parole il tuo disagio?” chiese Abigail.

“Meglio… sicuramente più leggera”.

“Quindi non è un male parlare, giusto?”

“No”.

“Sicuramente quello che hai detto non è stato facile per te. Ed è stata dura anche per Max ascoltare. Soprattutto perché ha riconosciuto del vero in ciò che hai detto. Ma nonostante questo possa aver fatto male entrambe, ora avete comunicato. Avete affrontato il problema invece di fingere che vada tutto bene. Non dovete accettare gli atteggiamenti che non gradite dell'altra solo per il quieto vivere. Dovete parlarne insieme e trovare un punto di incontro. Ora andiamo avanti. Max, prima hai detto che Chloe perde facilmente le staffe, giusto?”

Max guardò verso Chloe, quasi come per assicurarsi di poter parlare o chiedere il permesso di dire ciò che voleva. Abigail incrociò le braccia guardandola.

“No Max, non funziona così. Non cercare l’approvazione di Chloe per quello che vuoi dire. Esiste la libertà di parola e come Chloe ha potuto dire la sua, anche tu potrai esprimere la tua. È un confronto a due non a senso unico. Quindi esprimi il tuo pensiero anche se può risultare spiacevole per lei. E soprattutto rivolgiti a Chloe, non a me”.
“A volte… no… a dire il vero spesso, quando parliamo ti arrabbi. Sei troppo permalosa. Quando non ti piace la piega che sta prendendo una conversazione ti alteri, perdi subito la calma. Le nostre conversazioni finiscono con me che rinuncio a parlarti per evitare ulteriori discussioni. E se invece continuo a parlare, la conversazione finisce con una porta sbattuta in faccia e tu che vai via, facendomi sentire una mer… in colpa”.

Abigail guardò la reazione di Chloe. Bastava la sua espressione per confermare le parole di Max. La ragazza aprì la bocca per dire qualcosa, ma la dottoressa intervenne. “Chloe, non è ancora il tuo turno. Continua Max”.

“Non sopporto il tuo atteggiamento. Perché mi impedisci di dire qualsiasi cosa. Mi blocco ogni volta, perché ho paura di come potresti reagire. Con te è sempre un terno al lotto. Non so mai quando è il momento giusto per dirti qualcosa. Il punto è che poi non cambia mai nulla, perché la tua reazione è sempre la stessa. Allora a questo punto mi chiedo che senso ha provarci a parlare con te. E per quanto io possa avere ragione su alcune cose, con il tuo atteggiamento riesci solo a farmi sentire in colpa. Capisci? Ci sto male per qualcosa che magari non ho nemmeno iniziato a dire, perché tu blocchi tutto sul nascere. Sembra che a volte ti dà fastidio persino il suono della mia voce. Io vorrei davvero avere la possibilità di aprirmi con te senza dover pensare a cosa succederà subito dopo aver aperto bocca. Vorrei sentirmi libera di poterti dire qualsiasi cosa mi passi per la testa, ma non posso perché non me lo permetti. Poi quando finalmente vedo da parte tua un minimo di interesse nel sapere cosa penso o voglio, ormai è troppo tardi perché sono io a tirarmi indietro. Perdo il coraggio e la voglia di aprirmi con te. Non so cosa fare e allora nel dubbio preferisco restare in silenzio, per evitare le urla e i tuoi sbalzi di umore”.

“Bene, Chloe vuoi dire qualcosa al riguardo? Pensi che Max abbia detto qualcosa che non corrisponde al vero?” chiese Abigail.

Chloe voleva controbattere a quello che aveva detto Max, ma ripensò a tutte le volte che si era arrabbiata con lei scappando via dalla sua stanza e a quando spesso aveva perso le staffe alzando la voce. Ma soprattutto, pensò al periodo di festività che avevano passato tra loro senza i Caulfield. Giusto un paio di volte Max era stata sul punto di dirle qualcosa, ma poi si era ammutolita o aveva cambiato discorso.

“Chloe, sei tra noi? A cosa stai pensando?” chiese Abigail.

Chloe si girò verso Max. “È tutto vero, mi arrabbio facilmente mettendoti in difficoltà. Mi dispiace davvero tanto di non riuscire a farti sentire a tuo agio con me. Mi rendo conto che spesso esagero, il fatto è che sono fatta così. Io non riesco a essere diversa. Credimi vorrei tanto essere meglio di così, ma non ci riesco. Mi dispiace di essere una continua delusione per te”.

“Max prima ha detto che cercherà di ascoltarti e comprenderti di più. C’è un impegno da parte sua. Da parte tua invece sembra esserci solo rassegnazione. Per quale motivo Chloe?” chiese Abigail.

“Perché sono stata sempre un casino. Ho sempre mandato tutto a puttane. Perché non riesco a non essere la stronza che sono”.

“Quindi non andrai incontro a Max per cercare di far funzionare il vostro rapporto?”

“Certo che lo farò… solo… non posso promettere nulla”. Chloe si girò alla sua destra guardando Max. “Cercherò di far funzionare le cose, ok? Almeno questo posso promettertelo. Ci proverò”.

“Bene, è già un inizio. Come potete vedere non è poi così difficile parlare se non perdete di vista la cosa più importante. Quando parlate tra voi, non dovete rendere tutto come fosse una battaglia. Non mettetevi l’una contro l’altra, ma rimanere unite. Siete dalla stessa parte. Avete un obbiettivo comune, ed è quello di salvare la vostra amicizia e superare ciò che vi affligge. Perché potete essere in disaccordo quanto volete, ma è chiaro che l’unica cosa che vi sta a cuore è non perdervi. E questo non succederà se comunicherete tra di voi. Vi ho mostrato come poter comunicare. Ma da oggi in poi dovete farlo tra di voi, io non sarò sempre presente. Non voglio che usciate di qui credendo che abbiate risolto tutto. Sapete bene quante cose sono rimaste in sospeso. Ritagliatevi del tempo solo per voi, in cui potete cercare di dirvi tutto quello che ancora custodite dentro per paura di ferire l’altra. Un passo alla volta tirate fuori tutto e non dimenticate di non interrompervi mai e di ascoltarvi. Ok? Ora andiamo avanti. Chloe, prima hai fatto capire chiaramente che non sopporti quando Max decide per te. Puoi approfondire questo argomento?”

“Molto semplice, ho diciannove anni e sono un'adulta! Eppure molto spesso mi fa sentire come se non fossi in grado di decidere per me stessa! E non lo fa solo lei, ma anche Ryan e Vanessa! Mi trattano neanche fossi una bambina! È questo mi dà molto fastidio! Per non parlare del fatto che non posso fare nulla senza il loro consenso”. Chloe iniziò a contare sulle dita. “Non posso fumare, bere alcolici, guidare il mio pick-up, devo rientrare in orario, faccio terapia contro la mia volontà e per concludere, sembra che io non possa frequentare chi mi pare! Penso che sia tutto per ora! Ma sono più che sicura che con il tempo la lista si allungherà!”

“Non sei una bambina, ma a volte ti comporti in maniera sprovveduta e senza riflettere prima di agire!” Anche Max iniziò a contare sulle dita mentre Chloe le sorrideva in modo beffardo. “Non voglio che fumi erba perché mi preoccupo per la tua salute! Non puoi bere alcolici perché non hai l'età per farlo! Il tuo pick-up è vecchio e potrebbe essere rischioso guidarlo! Devi rientrare in orario, perché saresti capace di restare fuori tutta la notte! E la terapia ci serve Chloe, ne abbiamo bisogno entrambe!”
“Ecco visto?!” disse Chloe rivolgendosi alla dottoressa. “Max qui è la persona adulta, matura e responsabile, io invece sono sua figlia! È come dicevo, non ho più la libertà di fare nulla! Non ho più il controllo della mia vita! Quando inizierai a trattarmi come tua amica Max?! E poi per quanto riguarda le mie amicizie?! Quelle per te vanno bene?! O posso frequentare solo chi riuscirà a entrare nelle tue grazie?!”

“Duncan non mi piace e sai bene perché!”

“No Max non lo so! Spiegamelo come fossi una bambina di otto anni”.

“Lui ha delle cattive abitudini e lo frequenti solo per questo! Non credo che tu possa considerarlo un amico!”

“Bene, adesso sei anche in grado di leggermi nel pensiero e capire come considero una persona!”

“Inoltre vi conoscete da poco!E non mi sembra un tipo di cui ci si può fidare!” proseguì Max.

“Quindi Duncan non ti piace, Jenny nemmeno…”

“Non ho mai detto che Jenny non mi piace!”

“Ricordo che all’inizio non ti piacesse!”

“Non è così!”

“Ah è vero, scusami tanto! Dimentico sempre che la tua era soltanto gelosia!”

“Pff, senti da che pulpito arriva la predica!”

“Duncan non ti piace, ma non deve essere un tuo problema! Non devi essere tu a uscirci insieme! E poi anche a me non piace Victoria, eppure non ti vieto di vederla!”

“Nemmeno io ti ho mai vietato di vederlo!”

“Non direttamente! Ma mi hai fatto capire chiaramente che non vuoi che io lo frequenti!”

“Beh, nemmeno tu vuoi che frequento Victoria, anche se non lo dici!”

“Hai ragione, preferirei che tu non la frequentassi! È solo una snob, egocentrica, altezzosa e una grande stronza! Non hai niente a che vedere con lei!”

“Ok, fermatevi un attimo!” intervenne Abigail. “Max, non puoi decidere chi deve frequentare Chloe. E lo stesso vale per te Chloe. Non avete nessun diritto d'imporre il vostro volere. Potete frequentare persone diverse anche senza l’approvazione dell’altra. Se avete problemi con le vostre relative compagnie, la soluzione potrebbe essere di non uscire tutti insieme”.

Abigail si rivolse a Max. “Quando Chloe vuole stare con Duncan, devi lasciarglielo fare”. Poi si girò verso Chloe. “E quando Max vuole vedere Victoria, tu dovrai accettarlo”.
“Capisco che cinque anni lontane non sono stati una passeggiata per voi. Volete recuperare il tempo perduto, ma non è necessario stare sempre insieme. Dovete imparare a gestire il vostro tempo in maniera equilibrata. Avete bisogno dei vostri spazi. Dovete avere tempo di stare con i vostri rispettivi amici. Del tempo da condividere insieme. E anche del tempo per stare sole con voi stesse. Tutto questo è possibile farlo solo accettando e riconoscendo i bisogni dell’altro. Altra cosa importante per entrambe è smettere di essere gelose l’una dell’altra”.

Max guardò Chloe e poi Abigail. “Chloe non è gelosa, ma possessiva!”

“Cosa hai detto?!” chiese Chloe infastidita.

“Hai capito bene cosa ho detto!”

“Ragazze calmatevi, ok?! Non pensate alla gelosia come una forma di cattiveria voluta nei vostri confronti. È qualcosa di difficile da controllare. Questo sentimento è molto doloroso e frustrante non solo per chi lo subisce ma anche per chi lo prova, perché nasce dalla paura di perdere l’altro. E questa frustrazione ben presto si trasforma in rabbia che sfocia in litigi del tutto dannosi per qualsiasi tipo di rapporto. Quindi c’è un problema di fondo tra voi. Sicuramente è dovuto molto alla vostra separazione”.

Abigail guardò Max. “Di questo ne abbiamo parlato nella scorsa seduta. Ricordi cosa hai risposto quando ti ho chiesto per quale ragione secondo te Chloe prova gelosia nei tuoi confronti?”

“Wow, fantastico! Sono stata l’argomento del giorno allora! Dimmi Max hai spiegato anche i motivi della tua di gelosia?!” chiese sarcastica Chloe.

“Chloe, vorresti negare di provare gelosia nei confronti di Max?” chiese la dottoressa.

“Servirebbe a qualcosa?!” chiese Chloe.

“Sei gelosa di Max?” chiese Abigail ignorando la domanda della ragazza.

Chloe rimase in silenzio pensando a tutte le volte che aveva provato gelosia nei confronti di Max. Era successo sempre a causa della presenza di altre persone, come Kate, Warren, Kristen, Fernando e anche Lucas. La lista era decisamente lunga. Decise di restare in silenzio mentre si appoggiava allo schienale del divano.

“Lo prenderò come un sì. Allora Max, ricordi la tua risposta?”

“Si”.

“Potresti ripeterla per rendere partecipe anche Chloe?”

“Sin da quando eravamo bambine siamo sempre state solo noi due. Non abbiamo mai cercato di fare nuove amicizie. Poi dopo il mio trasferimento ci siamo perse per anni. E quando sono tornata… semplicemente non eravamo più sole. C’era Kate e Warren. Penso che temeva preferissi gli altri a lei. Forse temeva di perdermi ancora, che mi avrebbero allontanata da lei”.

“Ed era così Max? Preferivi gli altri?”

“No! Non ho mai preferito nessun altro a lei! Ma lei voleva tutte le mie attenzioni per sé! Quindi non appena qualcuno richiedeva la mia presenza lei si infastidiva!”

Abigail guardò attentamente Chloe chiedendosi cosa avrebbe detto a tal proposito. Era abbastanza convinta che Chloe, esattamente come Max, provava dei sentimenti che andavano aldilà della semplice amicizia. Ma li negava fortemente forse più a sé stessa che agli altri. Il motivo poteva essere che lo trovava sbagliato trattandosi della sua migliore amica o semplicemente il vuoto lasciato dalle perdite che aveva subito, non le facilitavano il compito di guardare in faccia alla realtà.

“Lo sono è vero, ma ho tutte le ragioni per esserlo. Ti ho persa una volta e non voglio che succeda ancora. Temo che qualcuno possa facilmente prendere il mio posto. Perché tanto sostituirmi è semplice, visto che tu non riesci nemmeno a parlarmi. Grazie al mio carattere di merda è facile che tu possa preferire qualcun altro. Tipo Kate, lei è davvero una persona buona… io invece…”

“Chloe, hai così poca fiducia in me che pensi davvero che ti sostituirei? Tu sei la mia migliore amica ora e per sempre. Potrei avere altri mille amici, ma nessuno sarà mai te. Nessuno ti sostituirà mai. Pensi che abbia deciso di fare terapia solo per il nostro stramaledetto trauma? Se sono qui è anche per te. Ora che ci siamo ritrovate non posso e non voglio perderti per nessuna ragione”.

Alle sue ultime parole Chloe ripensò alla conversazione avuta con BigMaster, sentendosi terribilmente in colpa. Abigail iniziò a scarabocchiare sul suo taccuino pensando alla possibilità di osare di più.

“Allora, che ne dite se magari proviamo insieme a parlare di un qualche tipo di argomento affrontato nelle nostre ultime sedute? Ovviamente solo se volete. Come già vi ho detto, nessuna forzatura. Se volete provare a parlare di qualcosa in mia presenza, anche per prenderci la mano, fate pure. A voi la scelta”.

Max e Chloe rimasero in silenzio per un po’ aspettandosi qualcosa l’una dall’altra.

“So che per voi non è facile. Quello che vi portate dentro è molto. Ma pensate a quanto vi sentirete meglio una volta che vi sarete liberate dal peso. Non dovete parlare per forza di tutto ora. Però se iniziate con qualcosa, questo vi aiuterà in seguito”.

“Io non… so se è una buona idea” disse Chloe.

“E tu che ne pensi Max?”

Max si girò a guardare Chloe riflettendo. Abigail la fissava sperando che almeno lei trovasse la forza di dire qualcosa. Max aprì la bocca per dire qualcosa, ma la richiuse di nuovo rimanendo in assoluto silenzio.

“Chloe, perché pensi che non sia una buona idea parlarne? Poco fa lo avete fatto e hai confermato di esserti sentita meglio, o sbaglio?”

“Ed è così, solo che non mi sento pronta anche per questo. Ho fatto cose che non avrei dovuto fare…”

“Cosa hai fatto?” chiese Max confusa.

“Ti ho mentito…” disse Chloe con un filo di voce senza guardarla.

“Tu… su cosa?”

Chloe guardò Abigail che annuì, incoraggiandola a parlare.

“Per quanto riguarda l’erba. Il giorno che sono scappata da casa sono andata da Lucas. Gli ho chiesto del suo amico che avrebbe dovuto raggiungerci la sera prima a casa sua. Avevo capito tramite la conversazione di Lucas e Jenny che il tizio era in grado di procurare dell’erba. Così mi sono fatta dire dove trovarlo”.
Max continuava a guardarla incredula ascoltando la storia senza interrompere.

“Sono andata a cercarlo e con un colpo di fortuna sono riuscita a trovarlo. Avevo dei soldi con me. Quindi ho comprato dell’erba e quando sono tornata a casa l’ho nascosta senza dirti nulla. Quando eravamo da Colin, Duncan mi ha coperto. Ecco perché ti ha detto che era un suo regalo. E non è finita.
I ragazzi che erano con lui il giorno che stavamo al McDonald... loro... beh, erano gli stessi che stavano con lui quando ho comprato la roba. Ecco perché mi hanno riconosciuta”.

Chloe guardò Max solo dopo aver terminato il racconto.

“Quindi mi hai mentito più volte, anche con l’appoggio di altri. Duncan e... Lucas. Dio che idiota che sono stata. Avrei dovuto immaginarlo. L'amico di Duncan era così sicuro di averti riconosciuta. Avevo percepito che c'era qualcosa di strano. E quando te l’ho chiesto hai negato”.

“Non potevo dirtelo. Sapevo bene che ti saresti arrabbiata”.

“Ne avrei avuto tutte le ragioni”.

“Lo so, ma ti vorrei ricordare che quella mattina è successo di tutto. Ero arrabbiata, ok? Avevo bisogno di stare sola e sfogarmi. E c'era solo una cosa che mi avrebbe potuto calmare. Quindi sono andata a cercarlo”.

“Aspetta, ma come hai fatto a comprare l’erba?”

“Te l’ho detto, avevo dei soldi”.

“Quali soldi?”

Chloe rimase in silenzio.

“Chloe, quali soldi?”

“I soldi che avevo trovato… ricordi?” disse Chloe sperando che capisse. Max capì che dietro al modo di parlare di Chloe, c’era la necessità di non essere del tutto onesti sulla faccenda dell’erba e dei soldi. Dopotutto stavano parlando davanti a un’altra persona che avrebbe potuto metterle nei guai. Non potevano permettersi di avere dei problemi con la polizia a causa del furto e altro.

“Non credevo li avessi con te”.

“Invece si, li avevo in macchina. Te li ho tenuti nascosti”.

“Dove li tieni adesso?”

“Nella mia stanza”.

“Hai idea del casino che potrebbe succedere se i miei trovassero dei soldi nascosti? A cosa potrebbero pensare? E poi perché tenermeli nascosti? Che senso ha?”

“Io non… ok, ho sbagliato a non dirtelo. E comunque non ho più erba. Ho smesso con quello schifo” disse Chloe più a favore di Abigail anziché di Max.

“Puoi giurarci che hai sbagliato”.

Max non aveva preso per niente bene quella rivelazione. Si sentiva anche presa in giro, perché non si trattava solo di Chloe. C’erano altre persone coinvolte. E se di Duncan non c’era poi nulla da meravigliarsi, con Lucas era diverso. Lo considerava un amico, eppure aveva deciso di mentirle.

“Perché non rifletti mai prima di fare qualcosa? E poi ti lamenti se qualcuno decide per te?”

“Grazie, per fortuna ci sei tu mamma! Io non volevo mentirti! Stavo male e sentivo il bisogno di fumare! Se te lo avessi detto non me lo avresti mai permesso! Avresti fatto di tutto pur di fermarmi e avremmo litigato ancora!”

“Sei un incosciente! Non c’è stata una sola volta in cui prima di fare qualcosa hai riflettuto sulle conseguenze delle tue azioni! Ma del resto di cosa mi devo meravigliare, tanto è sempre così! Agisci, sbagli, chiedi scusa e poi ricominci tutto di nuovo! Sono stanca di questo!”

“Vorrai dire che sei stanca di me forse!”

“Non ho detto questo! Non mettermi in bocca parole che non ho detto!”

“Non lo dici ma lo pensi…”

“Non è così! E poi ti vorrei ricordare che tutto quello che fai non si ripercuote solo sugli altri, ma anche su di te! Come quando Jefferson ci ha teso una trappola e per colpa della tua impulsività ci siamo cascate! Io sono finita nella camera oscura e tu con un colpo di pistola alla testa!”

Abigail sgranò gli occhi alle parole della ragazza. Altrettanto fece Chloe.

“Max, ma di cosa stai parlando? La trappola di Jefferson, la camera oscura, un colpo di pistola? Io non credo di capire…” disse Abigail confusa.

“Max, ma cosa cazzo combini Max?!” disse Chloe.

Poi entrambe le ragazze guardarono Abigail.

“Adesso lo sai cosa devo fare” disse Max.

“Non sarò di certo io a impedirtelo. Ti avevo detto di stare molto attenta durante le sedute” rispose Max.

“Ragazze… vi sentite bene?” chiese Abigail che le guardava in maniera strana.

“Staremo bene subito dopo che Max avrà utilizzato i suoi poteri, quando le avevo chiesto esplicitamente di non farlo!” disse Chloe sarcastica guardando la dottoressa.

“Non ho altra scelta Chloe! Ci farà rinchiudere da qualche parte!”

“Ragazze, credo sia il caso che facciamo tutti una pausa”.

“Cazzo! Ok fallo Max”.

Max alzò la mano, ma Chloe la bloccò afferrandogliela. “Aspetta! Mi prometti di non tornare troppo indietro? Cancella solo il danno con la dottoressa. Voglio ricordare tutto quello che ci siamo dette, anche se sei arrabbiata con me. E un’altra cosa… scusami davvero tanto per averti mentito. Davvero non volevo”.

Max la guardò sorridendo. “Te lo prometto. E accetto le tue scuse, ma dovrai dirlo di nuovo perché questo non è mai avvenuto”.

“Giusto… ti ho chiesto scusa per niente”.

“No Chloe, non per niente. Io mi ricorderò di questo”.

Si sorrisero abbracciandosi mentre Abigail le guardava come fossero due matte. Max alzò di nuovo la mano e riavvolse il tempo.

“Non lo dici ma lo pensi” disse Chloe.

Max la guardò con un’espressione del tutto serena rispetto a prima. “No Chloe, non lo penso affatto. Io non sono mai stanca di te, nonostante tutto”.

Chloe e Abigail sembravano sorprese dal suo repentino cambio di umore.

“Ok, credo che per oggi è il caso di fermarci qui. Spero davvero che siate riuscite a comprendere quanto è importante comunicare tra voi. La comunicazione è il primo passo per recuperare un rapporto. E mi auguro che in questa settimana in cui non ci vedremo, riusciate a dirvi tutte le altre cose che custodite dentro di voi. Cercate di tirare fuori tutto. Questo deve essere un nuovo inizio per voi. Ci vediamo alla prossima seduta” disse la dottoressa Tyler.

Le ragazze dopo essere uscite dallo studio, salirono in macchina per tornare a casa. Chloe rimase con una mano sul volante guardando Max.

“Max, stai… bene?”

“Si”.

“Sicura? Perché eri un po’ strana prima. Eri arrabbiata e poi… non lo so…”

“Tranquilla, sto bene”.

“Ok” disse Chloe riposizionandosi per avviare l’auto ma si fermò.

“Non sei arrabbiata con me?”

“Si che lo sono Chloe, ma voglio che le cose si sistemino tra di noi”.

“Lo so che hai detto che chiedo continuamente scusa solo dopo aver fatto casino però… si insomma… scusami, non volevo mentirti. Mi sento uno schifo”.

“Scuse accettate. E scusami anche tu se mi sono tanto arrabbiata”.

“Ne avevi tutto il diritto”.

“Chloe, noi due dovremmo trovare il modo di dirci anche tutto il resto. Lo so che c’è molto di più di quello che abbiamo detto oggi”.

“Si, lo so questo”.

“Anche io ho delle cose da dirti”.

“So anche questo Max”.

“Forse dobbiamo decidere solo quando farlo” disse Max.

“Già. Oggi no di certo. Magari un altro giorno”.

“Si, forse è meglio”.

“La giornata è stata già abbastanza dura così”.

“Forse potremmo provarci dopodomani”.

“Perché?”

“Mamma e papà vanno a pranzo da alcuni loro amici”.

“Quindi saremo solo tu e io?” chiese Chloe.

“Si”.

“Beh, c’è un motivo per cui non ci dovrebbero essere i tuoi? Mi devo preoccupare?”

“No, però forse è il caso di stare da sole Chloe. Così se le cose non dovessero andare proprio bene, non li coinvolgeremo”.

“Ecco, adesso mi sale l’ansia”.

“Non sei l’unica con l’ansia qui”.

“Ok, allora proviamo dopodomani. Se per qualche ragione non ci riusciamo, cambiamo giorno” disse Chloe.

“Certo”.

“Bene, ora torniamo a casa”.

Quando arrivò la sera e si misero a letto, non riuscirono ad addormentarsi. E dopo un’ora a girarsi e rigirarsi...

“Chloe, stai dormendo?”

“Si sto dormendo come un ghiro”.

“Allora perché mi hai risposto?”

“Ero sarcastica Max. Comunque perché mi hai chiesto se sono sveglia se sto continuando a rigirarmi come in una centrifuga?”

“Per essere sicura di poterti parlare senza scatenare l’orco che c’è in te”.

Chloe ripensò alla seduta e iniziò a ridere mentre si girava verso di lei. “Oooh non sapevo che era uno di quei momenti. Allora hai bisogno di dirmi qualcosa?”

“No, volevo solo sapere perché non riesci a dormire”.

“Troppi pensieri”.

“A causa della nostra situazione?”

“Direi di sì. E tu perché non riesci a dormire?”

“Per la stessa motivazione”.

“Che ne dici se andiamo di sotto, apriamo il frigo e prendiamo un bel pezzo di torta? Di solito aiuta a dormire”.

“Di solito?” chiese girandosi verso Chloe. “Allora sei tu che mangi di nascosto la torta”.

“Io? Ehi, è tuo padre che mi invita a mangiarne un pezzo ogni volta che ci incontriamo di sotto”.

“Ogni volta? Ecco svelato il mistero della torta scomparsa. Lo dirò alla mamma”.

“Sei una traditrice”.

“Ho paura Chloe.”

“Di cosa?”

“Di quello che succederà dopo che noi avremo…”

“Lo so, anche io. Vorrei tanto non aver fatto le solite stronzate”.

“Beh, non sei l’unica questa volta”.

“Questa volta eh?! Ti ho contagiata con le mie stronzate allora” disse Chloe suscitando una risata di Max.

“Si, è colpa tua”.

“Lo sapevo io, nessuno resiste alle stronzate di Chloe Price” disse Chloe ridendo.

“Già…” disse Max ripensando al bacio avvenuto la sera in cui Chloe era ubriaca.

 
Domenica 2 Febbraio 2014

Finalmente arrivò domenica e i Caulfield uscirono per raggiungere i loro amici. Max era già di sotto e stava facendo colazione. Chloe invece era ancora a letto a dormire. Le ultime due notti non avevano riposato granché al pensiero di ciò che le attendeva. Forse prefissare una giornata per parlare di tutte le cose rimaste in sospeso tra loro, non era stata proprio un’ottima idea. Nonostante fosse la cosa giusta da fare, sembravano due condannate al patibolo. Dopo aver terminato la sua colazione, Max raggiunse la sua amica di sopra in camera. Aprì la porta silenziosamente per non rischiare di svegliarla nel caso dormisse ancora. Si sdraiò sul letto guardando la ragazza che era a pancia in giù, stringendo il cuscino con un braccio. A un tratto il telefono di Chloe iniziò a emettere dei suoni. Qualcuno le stava inviando dei messaggi e la tentazione si scoprire chi fosse era decisamente troppa da gestire. Il telefono era appoggiato sul pavimento dal lato di Chloe. Era decisamente arrivato il momento di aggiungere in camera l’altro comodino, che al momento era nella stanza di Chloe, visto che ormai dormivano tutte le notti insieme. All’ennesimo suono che arrivo dal telefono, Max si allungò al di sopra dell’amica per raggiungere il dispositivo. Mentre afferrava il telefono Chloe si mosse sentendo il peso di Max addosso. Girandosi verso di lei, la guardò confusa con occhi ancora assonnati.

“Max, ma cosa stai facendo?” chiese con voce ancora impastata.

Max si ritrovò faccia a faccia con Chloe senza sapere cosa dire. “Oh… io stavo… solo… buongiorno Chloe…”

“Buongiorno anche a te Max. Ehi?!”

“Eh?!”

“Potresti spostarti un po’, mi stai distruggendo il ginocchio”.

Max arrossì tornando dall’altro lato del letto con il telefono dell’amica ancora in mano. “Oh… scusami”.

“Cosa ci fai con il mio telefono?”

“Eh? Oh… questo…” disse Max sorridendo nervosamente.

“Si, quello…”

“Stava suonando e ho pensato di spegnerlo. Non volevo che ti svegliasse”.

“Oooh, che premurosa” disse sarcastica Chloe porgendo una mano per farsi restituire il telefono. Max glielo consegnò un po’ riluttante, anche se cercò di non darlo a vedere. “Sei sveglia da tanto?”

“Si, mamma e papà sono già usciti”.

“Ma che ore sono?”

“Sono le dieci passate”.

“Così tardi?” chiese Chloe chiudendo gli occhi e portandosi una mano tra i capelli.

“Già, non è che abbiamo dormito molto in queste notti” disse Max.

“Hai fatto già colazione?” chiese Chloe.

“Si, vuoi farla anche tu?”

“Prenderò solo un caffè per svegliarmi”.

“Chloe… sai che giorno è oggi?”

“Si, certo che lo so” disse Chloe girandosi verso di lei.

“Vado a prepararti un caffè” disse Max alzandosi dal letto.

“Grazie Max, ti raggiungo subito”.

Dopo che Max uscì dalla stanza, Chloe guardò il telefono. C’erano due messaggi da parte di BigMaster. “Oh cazzo, ci è mancato poco”.

BigMaster: Chloe, in questi giorni non sono riuscita a fare altro che pensare a quello che mi hai detto.
  • Penso che per me va bene, ma non posso fare a meno di chiedermi se è davvero quello che vuoi.
  • Hai riflettuto attentamente su tutto?
  • Non vorrei che tu stessi facendo scelte troppo affrettate, potresti pentirti.
  • Ti consiglio di pensarci ancora un po’ e se alla fine sarai comunque decisa ad andare avanti, puoi contare su di me.
  • Riflettici e fammi sapere…
Chloe rilesse di nuovo i messaggi e con un sospiro si coprì gli occhi con un braccio. Poi mettendosi a sedere sul letto cancellò tutti i messaggi che si era scambiata con il suo contatto. Si appoggiò con le braccia sulle gambe chinando la testa tra le mani, rimase a pensare alla conversazione avuta con BigMaster. Dopo un po’ alzò la testa osservando il ritratto di Max attaccato alla parete sopra la scrivania. Sembrava fissarla in attesa della sua decisione. Lentamente iniziò a rivestirsi per raggiungere la sua amica di sotto. Forse un caffè le avrebbe riattivato meglio i neuroni per pensare.
Quando arrivò di sotto trovò Max seduta al tavolo con il mento appoggiato sul palmo di una mano, sembrava stesse pensando a qualcosa. Cosa, non le era dato sapere e nemmeno aveva voglia di scoprirlo. Rimase a osservarla per un po’ e poi fece rumore scendendo l’ultimo scalino rimasto per distoglierla dai suoi pensieri. Max si voltò verso di lei.

“Ah, sei arrivata, prendo il caffè”.

“Ok, grazie Max” disse prendendo posto al tavolo.

Max tornò con due tazze di caffè, porgendone una a Chloe.

“Grazie ancora”.

“Di niente Chloe. Sei sicura di non voler qualcosa da mangiare? Posso prepararti…”

“No Max! Va bene così, non ho fame”.

“Ok…” disse Max sedendosi anche lei.

Bevvero il loro caffè in silenzio lanciandosi ogni tanto qualche sguardo fugace. L’aria iniziava a farsi pesante all’idea di cosa le attendeva. Alla fine fu Max a rompere il silenzio.

“Stavo pensando che il comodino che è in camera tua, potremmo spostarlo da me. Così potrai evitare di mettere il tuo telefono a terra. Sul mio comodino non vuoi appoggiarlo, quindi… pensavo…”

“Si certo, per me va bene”.

“Ok allora, magari dopo…”

“Si…”

Dopo aver preso un altro sorso di caffè, Max appoggiò la tazza sul tavolo focalizzando il suo sguardo su di essa. Chloe la guardò cercando di riordinare i pensieri che le affollavano la mente. Poi prese la parola.

“Allora… che programmi abbiamo per la giornata?”

“Beh… lo sai cosa dovremmo fare…”

"Ok, bene… ehm... come procediamo?" chiese Chloe.

“Vorrei vedere dove nascondi i soldi…”

“Dietro la scrivania della mia stanza”.

Max sembrava riflettere. “Quando siamo arrivate a Seattle…”

“Sotto il tuo letto. Li ho nascosti lì all’inizio” rispose Chloe intuendo cosa voleva sapere Max.

“Puoi… si insomma… mostrarmeli?”

“Certo, devo farlo” rispose Chloe alzandosi facendo cenno a Max di seguirla di sopra.

Entrarono nella sua stanza ormai rimasta inutilizzata, se non fosse per la presenza delle cose che le appartenevano. Spostò leggermente la scrivania dalla parete e staccò una busta di carta, che Max riconobbe subito come quella dei soldi rubati dall’ufficio di Wells.

“Ho pensato di metterli lì per evitare che tua madre potesse scoprirli altrove”.

“Ok”.

“Come puoi vedere non sono poi così sempre sprovveduta” disse Chloe porgendole la busta con i soldi. Max l’afferrò tra le mani e si accorse che fino a quel momento aveva sinceramente sperato che fosse tutto un brutto sogno. Che la sua amica non le avesse nascosto nulla e che non le avesse mentito. Ma ora tra le mani aveva la prova tangibile delle sue menzogne. Aprì la busta e vide i soldi all’interno.
“Manca qualcosa perché ho comprato dell’erba da Duncan” disse Chloe staccando un’altra busta trasparente molto più piccola, contenente ciò che aveva acquistato.

“C’è altro lì dietro?” chiese Max, con una punta di delusione.

“Non che io sappia” disse con una risata nervosa.

Max le restituì le buste e Chloe le rimise al suo posto. Spostò di nuovo la scrivania alla parete e guardò Max che aveva un’espressione strana in volto. “Max, di qualcosa per favore”.

Max incrociò le braccia al petto e guardandola disse: “Io non… non ti capisco. Perché non dirmelo? Ci siamo sempre detto tutto e ora questo… fa male Chloe”.

“Lo so e mi dispiace” disse Chloe iniziando seriamente a preoccuparsi per tutto il resto che avrebbe dovuto dire. “Forse è meglio lasciare qui il comodino per adesso. Nel caso entro questa sera non mi vorrai in stanza con te”.

“Chloe…”

“Beh, può succedere Max”.

“Non voglio questo”.

“Non ancora Max, ma forse dopo si”.

“Che cosa vuoi dire?”

“Andiamo di sotto?”chiese Chloe.

“Va bene, andiamo di sotto se preferisci”.

Andarono in salotto. Max si sedette sul divano ma Chloe preferì mettersi un po’ distante prendendo posto su una delle due poltrone davanti a lei.

“Dunque, come proseguiamo adesso?” chiese Chloe.

"Non lo so, forse dovremmo semplicemente dire le cose e basta".

"Certo... si".

"C'è solo un piccolo problema" disse Max.

"Ah sì? Quale?"

"Chi comincia?"

"Non ci avevo pensato. Allora… vuoi cominciare tu?"

"Se vuoi puoi farlo tu".

"Ma no, ti lascio l'onore di iniziare".

"Oh... che gentile” disse con sarcasmo Max.

“Ehi, sono stata io a iniziare dalla dottoressa Tyler. E poi ti ho mostrato la roba di sopra. Quindi ora tocca a te”.

“E va bene comincio io".

"Bene… spara. No, aspetta” disse Chloe prendendosi un attimo per calmarsi. “Ok… ora vai".

"Non ti ho detto tutto sui miei sogni. Sai della presenza di Jefferson. Quello che non sai e che ho evitato di dirti… è che tenta di farmi sentire in colpa per averti salvata. E la parte più brutta di tutto questo… è che ci riesce molto bene”.

Chloe rimase in silenzio riflettendo sulle parole di Max. Si appoggiò allo schienale della poltrona iniziando a far sobbalzare una gamba dal nervosismo.

"Tu lo sai che… non è realmente Jefferson, vero? Questa è una cosa della tua mente o del tuo inconscio come dice la strizzacervelli".

"Si, lo so".

"Oh cazzo! Tu... ti senti in colpa per... avermi salvato?"

“Chloe io…”

“Rispondi alla mia domanda Max!” disse Chloe cambiando tono.

"Io... so solo che se tornassi indietro farei la stessa identica scelta".

“Questo non risponde alla mia domanda”.

“Io continuerei a salvarti all’infinito Chloe, anche se questo vorrebbe dire convivere con le conseguenze delle mie azioni”.

“Continui a non voler rispondere alla mia domanda, se abbiamo deciso di essere del tutto oneste allora devi dirmelo, altrimenti possiamo chiuderla subito qui”.

Gli occhi di Max iniziarono a riempirsi di lacrime.

“Mi dispiace per tutta quella gente e ancor di più per Joyce… dannazione… era tua madre Chloe. Ma anche se questo fa tanto male, io non rinuncerei a te per niente al mondo. Ti salverei ancora, perché aprire gli occhi al mattino e trovarti al mio fianco vale molto di più del senso di responsabilità verso quello che ho dovuto fare”.

"Allora perché non me l'hai detto?"

"Perché temevo ti saresti sentita in colpa di essere qui con me. Di sentirti responsabile del mio senso di colpa".

"E non è così? Non sono responsabile?”

"No Chloe, la scelta è stata mia e tu non c'entri nulla. La decisione è stata soltanto mia. Tu non mi hai neppure chiesto di salvarti".

"Si, ma hai salvato me ed è per questo che vivi tutto questo e sono direttamente o indirettamente la causa del tuo senso di colpa".

"Ecco vedi? Ora sai perché non ho voluto dirtelo. Perché avresti detto esattamente queste parole addossandoti responsabilità che non ti appartengono".

Chloe ripensò ai suoi sogni che la perseguitavano. Inconscio o no, stavano cercando di indicarle la strada da percorrere. Era come non voler affrontare la realtà. Conosceva già il senso di colpa dell’amica. Però, sentirselo dire da lei rendeva tutto troppo reale. La consapevolezza che non poteva evitare in nessun modo ciò che secondo lei andava fatto, la colpì in pieno come acqua gelata.

"Ok… va bene… che altro?"

"Credo che ora tocchi a te” disse Max.

"Oh... ok. Allora io... anche io sogno alcune cose che non ti ho detto e che mi spaventano... molto. Non sogno solo Rachel e i miei genitori, ma anche me stessa. Per la precisione un'altra me, anche se diversa. Nei miei incubi lei… vuole farti del male. E se Jefferson nei tuoi sogni rappresenta il tuo senso di colpa, beh… allora questo vuol dire che il mio alter ego rappresenta qualche lato di me e quindi…”

“Non capisco… tu vuoi… farmi del male…”

“No! Non è questo. Forse è semplicemente qualcosa che non posso evitare. È c’è poco da sorprendersi se si tratta di me. Io sono un tale casino per chiunque e tu…”

“Chloe, tu non mi fai del male…”

“Ah davvero? E tutto quello che sta succedendo tra noi per te va bene? Non stai male? Non volevi andare in terapia anche per noi? Sei stata tu a dirlo non io. Se non soffrissi e se le cose tra noi funzionassero come dovrebbero, a quest’ora non staremmo qui a parlare di queste cose”.

“È complicato Chloe…”

“Puoi dirlo forte questo!”

“Ti prego Chloe…”

“Ok, va bene. Andiamo avanti. Tocca a te”.

“Ti ho mentito anche io” disse tutto d’un fiato Max.

Chloe ripensò a quello in cui aveva sempre creduto, tutti mentono senza nessuna eccezione. Dopotutto Max le aveva già mentito una volta dopo averle promesso di rimanere in contatto con lei, cosa che non fece. E ora davanti alla sua ammissione non sapeva come sentirsi. Lo aveva già sospettato quando l’amica perse del sangue dal naso. Lei aveva prontamente negato, ma guardandola negli occhi le si leggeva la menzogna. Aveva deciso di crederle, perché dopotutto era Max, la sua migliore amica.

"Su cosa… mi hai mentito?"

"Su alcune cose".

"Alcune?"

Max annuì rimanendo in silenzio non sapendo nemmeno come iniziare.

"Max... su cosa hai mentito?"

"Avevi detto di non volere che utilizzassi più i miei poteri. E io davvero non volevo farlo. Ma ho dovuto".

"Quante volte?" chiese Chloe cercando di rimanere calma. La menzogna poteva far male, ma anche usare il suo potere. Considerando cosa era successo a causa loro.

"Più volte..."

"Quando?"

"Quando ero in seduta dalla dottoressa Tyler".

"Lo sapevo io! Ti avevo detto che non sarebbe stata una buona idea. Che saresti dovuta stare attenta..."

"Lo so, ma è successo. Ho detto cose che non avrei dovuto. Dovevo rimediare e quello era l'unico modo".

"Aspetta, li hai usati anche nell'ultima seduta che..."

"Si, ho dovuto".

"Ecco perché sembravi strana. Un attimo sembravi arrabbiata e poi…cazzo! E in quale altra situazione hai dovuto usarli?”

"Quella sera che perdevo sangue dal naso..."

"Lo sapevo! Cazzo io lo sapevo! Era ovvio che stavi mentendo! Io ho voluto crederti!”

"Mi dispiace Chloe. Mamma ha trovato la tua rivista e non volevo altri casini”.

"Ti dispiace?! Beh cazzo, hai fatto tante storie per le mie bugie e ora tu stai ammettendo di fare lo stesso! Bene, siamo pari allora! Con l'unica differenza che a me hanno mentito per tutta la vita! E tu lo hai fatto più di tutti!”

“Ti ho mentito anche il giorno che siamo state a casa di Lucas” disse Max.

Chloe alzò di scatto la testa verso di lei.

“Cosa?!”

“Tu... hai bevuto troppo... ti sei ubriacata e quando siamo tornate a casa... ti ho aiutato a raggiungere la tua stanza”.

“E allora?”

“Ho cercato di toglierti i vestiti per metterti a letto ma...”

“Ma?”

“Ma tu mi hai attirata verso di te e... mi hai baciata lasciandomi quel livido...”

Chloe era scioccata da quella rivelazione. Aveva sempre creduto che fosse stato Lucas e invece lui non c’entrava assolutamente nulla. “Stai mentendo” disse Chloe rifiutandosi di credere non tanto alla bugia di Max, ma a quello che lei aveva fatto.

“No, non sto mentendo. Mi hai baciato chiamandomi Rachel”.

Chloe si ricordò del suo risveglio, distesa sul letto con la camicia sbottonata.

“Cosa è successo dopo?”

“Sono andata via nella mia stanza”.

“Ma tu avevi detto che era stato Lucas”.

“No Chloe lo hai detto tu, io te l'ho lasciato solo credere. Perché sembrava più convincente che fosse stato lui. Quando hai fatto il suo nome ho pensato che era un buon modo per evitare di dirti cosa fosse successo per davvero”.

“Perché mentirmi?”

“Perché siamo state messe in punizione anche a causa di quello. Papà voleva sapere che cosa fosse successo e io non potevo dirgli la verità. È per questo che ha chiesto spiegazioni a te, scatenando l'inferno. Ti saresti sentita in colpa per questo”.

“Lucas è a conoscenza di tutto questo?”

“Si, ho dovuto dirglielo nel caso gli avresti chiesto spiegazioni”.

“Oh cazzo! Cos’altro è successo quella sera?! Ho fatto altro?! Ti prego voglio la verità!”

“Chloe, non hai fatto altro. Mi hai solo tirata verso di te ed è successo. Quando mi hai chiamata Rachel ti ho respinto e sono andata via”.

Chloe continuava a riflettere cercando di ricordare qualcosa di quella sera. Ma non ricordava nemmeno il rientro a casa. Poi la guardò confusa.

“Avevi già usato i tuoi poteri prima di quel momento?”

“Si”.

“Allora perché non hai riavvolto?! Se lo avessi fatto avremmo potuto evitare una serie di casini!”

“Non potevo…”

“Perché se lo avevi già fatto?! E poi a quel tempo noi non avevamo nemmeno iniziato terapia. Quindi in quale altra occasione li hai utilizzati?!”

“Chloe ti prego non…”

“Quando li hai usati la prima volta?!”

“Io non…”

“Quando Max?!”

“Sempre Il giorno che abbiamo passato a casa di Lucas".

“Quello stesso giorno?”

“Si”.

"Perché, cosa è successo?! Sono morta di nuovo per caso?!”

“No Chloe, non è successo niente del genere”.

“Allora cosa Max?!”

"Stavamo giocando a obbligo o verità e Lucas stava per..."

"Per...?"

"Baciarti".

Chloe la guardò ancora più confusa. "Che cosa?! Tu hai… usato il potere solo per evitare che lui..."

Max chinò la testa restando zitta. Non c'era molto da dire in proposito. C'era solo da capire e forse, Chloe aveva capito. Il ricordo del diario riaffiorò nella sua mente. Chloe non chiese nulla evitando di guardarla.

“Ho sbagliato Chloe, ma tutto questo non sarebbe mai successo se tu non avessi bevuto! Se per una maledetta volta mi avessi dato retta invece di ignorarmi!
Ti avevo chiesto esplicitamente più di una volta di non bere! Ma tu come al solito hai fatto ciò che volevi!”

Chloe si alzò dalla poltrona per tornare di sopra. “Cazzo, fermiamoci qui Max, non voglio sapere nient’altro per oggi!”

“No Chloe, tocca a te ora! Non concluderemo così! Non andrai via di nuovo come fai sempre!”

Chloe si fermò proprio mentre stava per uscire dal salotto. Chiuse gli occhi temendo il peggio. Ma sapeva che Max avrebbe insistito e allora si voltò lentamente verso di lei.

“Tocca a te…” disse Max.

“Io… ho letto il tuo… diario” disse Chloe a bassa voce.

“Cosa hai detto? Non ti ho sentito”.

“Dannazione Max, io… ho letto il tuo diario”.

Max sgranò gli occhi alle parole di Chloe, non riuscendo a credere alle proprie orecchie. “Tu… hai fatto cosa?!”

“È successo la mattina che sei andata con tuo padre per comprare la tua nuova chitarra. Volevo fumare una sigaretta. Ma quando sono andata in camera mia non ho trovato l’accendino e così sono entrata nella tua stanza. L’accendino stava sulla scrivania. Mi sono avvicinata per prenderlo e abbassando lo sguardo ho notato un cassetto leggermente aperto e ho visto il diario”.

Max continuava a guardarla scioccata non riuscendo a dire nemmeno una parola. C’era da dubitare anche che respirasse in quel momento.

“Avevo intenzione di leggerlo, ma sapevo di stare sbagliando. Non era giusto nei tuoi confronti e stavo per rimetterlo a posto. Però poi non l’ho fatto. Siamo amiche quindi non ci dovrebbero essere segreti tra noi. È questo che ho pensato. Così ho iniziato a sfogliarlo e quando ho visto che scrivevi anche di me, ho continuato a leggere”.

Max iniziò a collegare i vari puntini e lo schema che si delineava non le piaceva affatto. Riviveva nella sua mente quella mattina che era rientrata a casa, trovando Chloe in camera sua.

“Non ho letto proprio tutto… molte cose le ho saltate” disse Chloe come se questo potesse in qualche modo ridurre la gravità del suo gesto.

“Quella mattina eri in camera mia e sembravi strana. Ti stavo per scoprire vero?”

“Si, avevo il tuo diario in mano. Ho cercato di non farti capire nulla, portandoti di sotto”.

“Per questo volevi farmi leggere il tuo diario?! Per pulirti la coscienza?! È questo che volevi fare?!”

“Max, lo so di…”

“Hai avuto anche il coraggio di prendertela con mio padre per aver acceso il tuo telefono! Quando tu per prima hai violato la mia privacy! Come David ha fatto con te! Tu non sei da meno! Punti il dito contro gli altri ma tu sei come loro!”

“Max, ora sei arrabbiata e hai tutto il diritto di esserlo, ma…”

“Fin dove hai letto?!”

“Cosa?! Che importanza ha questo…”

“Per me ne ha, fin dove hai letto Chloe?!”

“Non ho letto tutto…”

“FIN DOVE HAI LETTO?!” urlò Max.

“Fino… all’ultima pagina…”

Max la guardò dritta negli occhi. “A quanto pare avevi ragione per la faccenda del comodino! Può restare lì dov’è! Ti voglio fuori dalla mia stanza!”

Detto questo le passò accanto per uscire dal salotto, ma Chloe l’afferrò per fermarla. “Max, aspetta ti prego…”

Max la spinse via. “Lasciami in pace Chloe! Non voglio sapere che cosa hai da dire! Perché tanto niente potrà mai cancellare quello che hai fatto, NIENTE!”

Uscì dal salotto di corsa raggiungendo la sua stanza. Dopo aver rimosso tutto ciò che apparteneva a Chloe riportandole nella sua stanza, ritornò nella sua camera chiudendo a chiave. Iniziò a piangere silenziosamente. Chloe ritornò nella sua stanza, dove avrebbe dormito di nuovo a partire da quello stesso giorno. Ammesso che sarebbe riuscita a dormire. Si sedette sul letto afferrando il telefono per scrivere al suo contatto di cui Max non sapeva ancora nulla.

Chloe: Ci ho pensato e credo di non avere altra scelta ormai.
  • Spero che per te vada davvero bene.
La risposta non tardò ad arrivare.

BigMaster: Ok, se sei sicura di questo, per me va bene.

Chloe: Grazie

Lasciò il telefono mentre le lacrime scorrevano sul suo viso. Quello era l’incubo che stava per trasformarsi in realtà.


                                                                                                           Continua…
   
 
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