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Autore: ClostridiumDiff2020    29/04/2021    0 recensioni
Nella grande casa gialla in soffitta Micaela aveva sempre visto una gran confusione, tanti mobili vecchi e tanta polvere. Non pensava che al richiamo di un tintinnante campanello potesse dischiudere e liberare una stravagante creatura, chiusa in un innocuo cassettone, qualcosa di imprevisto. A creature immaginarie che prenderanno forma e consistenza: folletti, demoni e cacciatori. Infinite realtà di cui fino a quel momento ignorava l'esistenza.
Genere: Angst, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Billy Russo, Nuovo personaggio
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 08 – the Spider…
 
 
 
 
 
 
Il Cacciatore osservò il rubino che splendeva, illuminato dalla placida luce del fuoco. Sfiorando l’anello al suo anulare poteva percepirne ogni minima imperfezione. Due serpenti, uno divoratore dall’occhio di rubino e uno divorato, dall’occhio di giada. Poteva percepire ogni sua verità, a lungo era rimaste precluse. Ma non era tempo per i rimpianti, il suo servo era giunto da lui.
“Sei stato stupidamente incauto…” sussurrò mentre alle sue spalle qualcuno si muoveva della penombra.
“Un rischio calcolato” rispose William mostrandosi alla luce.
Il cacciatore sorrise, che avesse sottovalutato la superbia di quell’umano?
“Hai rischiato inutilmente la tua vita e per cosa?”
“Per quanto trovi commovente la tua preoccupazione, ti stai agitando per nulla. Dovevo avvicinarmi maggiormente a lei e ci sono riuscito. Ma non temere, l’uomo di ghiaccio non mi sfuggirà ancora a lungo...”
Il cacciatore si voltò a osservarlo e quanto il suo occhio morto si poggiò su William questi abbassò lo sguardo. “Sono infastidito da questa tua intraprendenza, non mi piace che tu creda di essere indipendente, devi seguire le mie direttive. Non vorrei essere costretto a rimangiarmi quanto promesso. Per il tuo bene, non scordare mai questa cosa, sono io che detto le regole, non tu… topolino”
Lo sguardo di William si indurì ma non si mosse, il suo volto rimase impassibile e non si mosse finché il Cacciatore non lo congedò con un breve cenno della mano.
William passeggiò muovendosi tra le ombre, si sentiva a suo agio nell’oscurità, soprattutto il quel mondo ancora così estraneo ai a suoi occhi. Tutto, i colori, le luci, gli odori, le sensazioni che provava. Tutto gli appariva sbagliato. Come se i suoi occhi faticassero ad accettare quello che gli si parava davanti.
Puoi essere tutto quello che desideri
Davvero poteva essere altro oltre a come lo avevano scritto, definito?
La casa di Micaela si stagliava nelle tenebre gialla, luminosa, quasi feriva i suoi occhi.
Si arrampicò lungo la grondaia fino a raggiungere la stanza di lei, poi scivolò come un gatto dalla finestra atterrando senza un rumore nella stanza. Micaela era ancora sdraiata nel letto. William si tolse la giacca e la poggiò vicino alla scrivania. Si era tolto i pesanti stivali prima di scendere dalla finestra o più che un gatto sarebbe stato un goffo ippopotamo. Si avvicinò al letto sedendosi sul bordo e rimase un momento assorto tra i suoi pensieri.
Micaela stringeva le coperte con espressione contratta, quando si mosse, quasi a cercarlo lui le prese la mano e si lasciò trascinare giù.
“Dovresti svegliarti…” le sussurrò.
Lei nascose il volto e borbottò “Ancora qualche minuto, fa troppo freddo là fuori…”
William chiuse gli occhi cercando di rievocare quel calore, che percepiva ancora bruciare dentro di sé da quando Micaela aveva iniziato a scavarsi nel suo petto.
Percepiva il suo battito frenetico, incessante. La vita che fremeva vitale.
Si sarebbe preso i suoi tempi, il Cacciatore avrebbe imparato il significato dell’attesa.
 
 
 
 
Pixie chiuse gli occhi ricacciando indietro ogni dubbio. Aveva gettato la sua vita in un bidone, come un idiota, ne era pienamente consapevole ma non ne era affatto pentito. Avrebbe portato avanti la sua causa, perpetrandolo fino in fono. Ma non poteva rinnegare nemmeno quel dolore. Quella scheggia che gli si era conficcato nel cuore quando lui lo aveva osservato di nuovo dopo infinite ere di distacco e nei suoi occhi aveva potuto intravedere solo disprezzo.
Fluttuando Pixie si era soffermato davanti alla porta aperta della camera di Micaela li aveva visti addormentati assieme, aggrovigliati in un abbraccio. William aveva ingabbiato Micaela, l’aveva cercata nel sonno stringendola con forza a sé. Lei aveva intrecciato le gambe a quelle di lui e aveva affondato il volto nel suo petto inseguendo il battito del suo cuore. Se solo avessero saputo quello che sapeva lui, quel sentimento che stava mettendo radici sarebbe mutato? Per il momento poteva lasciarli dormire e sognare liberi.
Un tempo era stato lo stesso anche per lui e il suo compagno, che ormai era diventato un letale Cacciatore. Pixie ricordava il vecchio se che lo aveva cercato nelle tenebre per rassicurarsi. Quando i suoi occhi erano entrambi di giada, luminosi e bellissimi in cui avrebbe potuto perdersi in un universo di stelle.
Quando lo aveva rivisto aveva creduto che il suo cuore si potesse fermare. Se solo fosse stato possibile, se avesse potuto morire e avere quella pace che alle volte bramava.
Invece doveva trascinarsi per l’eternità consapevole di quell’odio e del suo desiderio di ucciderlo. Il Cacciatore lo aveva imprigionato perché gli era stato impossibile distruggerlo, sperando che non emergesse mai più da quella gabbia eterna. Pixie era consapevole che il suo tradimento non sarebbe stato perdonato. E Pixie non gli avrebbe mai chiesto di perché mai si sarebbe fermato, continuando a intessere le sue tele, intrecciando vite finché non fosse riuscito a congiungere in modo indissolubile quei due destini.

 
   
 
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