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Autore: fefi97    30/04/2021    7 recensioni
[sterek; hp AU; auror sterek; Stiles serpeverde, Derek tassorosso; Derek licantropo]
-Fammi capire. Secondo Argent il tuo... lupo interiore ha trovato il suo compagno. Il suo compagno per la vita. E sta facendo il pazzo per emergere e trovare il suo compagno, marchiarlo e stare con lui per sempre. E più reprimi il tuo lupo interiore più questo fa il pazzo scatenando in te la tua parte animale, spingendoti a comportamenti violenti e strani? -
Derek fece una smorfia, ma non lo contraddisse.
Sapeva che Stiles sarebbe scoppiato a ridere prima o poi, ma questo non gli impedì di trucidarlo con lo sguardo.
-Oh mio Dio! Il tuo lupo è un piccolo ribelle! - ghignò – Sono sicuro che sia un serpeverde. E che mi adora perché riconosce in me un suo pari. -
Questo spiegherebbe molte cose, pensò Derek amaramente.
ps: leggete le note!
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: AU, Cross-over, Soulmate!AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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8

 

Come adulti responsabili

 


Derek non sapeva da quante ore stesse fissando il soffitto, ma aveva l'assoluta certezza che anche Stiles non riuscisse a dormire.

Il ragazzo gli dava le spalle ed era perfettamente immobile, ma Derek poteva percepire il ritmo un po' troppo veloce del suo respiro.

Prendendolo lievemente di sorpresa, alla fine Stiles rotolò sulla schiena, con un grosso sospiro.

-Kate Argent? Sul serio? -

Derek girò appena la testa, osservando senza difficoltà il viso di Stiles al buio. Il serpeverde lo stava guardando, anche se Derek sapeva che senza la vista dei licantropi doveva distinguere a malapena il suo profilo.

Derek invece riusciva a vedere ogni dettaglio del viso serio di Stiles.

Ed era bellissimo.

-Due anni fa. Solo qualche volta – disse Derek per la seconda volta in quel giorno.

Stiles scosse la testa. Derek lo vide sorridere leggermente, sarcastico.

-Comincio a pensare che tu abbia un fetish per i serpeverde stronzi che ti spezzano il cuore. Braeden a Hogwarts, Kate adesso. Ammettilo, hai un tipo. -

-Come fai a sapere di Braeden? - domandò Derek, sorpreso, ma Stiles lo ignorò.

- Senza contare che il tuo lupo ha scelto me come compagno – il sorriso di Stiles luccicava al buio – Sì, hai proprio un debole per i serpeverde stronzi. -

-Tu non sei stronzo – protestò Derek aggrottando la fronte. Davanti all'espressione scettica di Stiles sbuffò – Non con me, almeno. -

Adesso Stiles non sorrideva più. Si avvicinò un po' a Derek, finché le loro ginocchia non si sfiorarono appena.

-No, non con te. -

Si fissarono negli occhi per minuti interi, in silenzio.

-Kate Argent? - ripeté Stiles, sommesso.

Per un attimo a Derek sembrò addolorato, ma scacciò in fretta questa sensazione.

-Due anni fa, solo qualche volta – disse per la terza volta, un po' confuso.

Per un po' Stiles non disse niente.

Quando parlò, lo fece ancora con quella strana voce addolorata.

-Perché non vuoi legarti con me, Derek? Perché non accetti che l'unico modo per te di stare meglio, è legarti con me? -

Derek si irrigidì un po', ritraendosi appena.

- Non sai quel che dici – rispose con voce dura, un po' alterata – Non sai in cosa consista il legame, cosa comporti e... -

-Non sono nato ieri – lo interruppe Stiles con un sorriso beffardo, cambiando atteggiamento così in fretta da lasciare Derek spiazzato – Ho capito da un secolo che c'è di mezzo il sesso. -

Derek non poté impedirsi di arrossire.

Stiles sorrise ancora di più. Non poteva vederlo bene in faccia, ma lo conosceva e sapeva quanto potesse essere senza speranze Derek a volte.

-Che c'è, devi mordermi mentre facciamo sesso? -

-Stiles, piantala – sibilò Derek, sempre più rosso.

Ma il sorriso di Stiles era quasi perfido mentre non demordeva.

-Pensi che sia un verginello che non ci sa fare? Guarda che sono bravo. Non per vantarmi, ma sono fottutamente bravo a fare sesso. La mia prima volta da ubriaco forse non è stata il massimo, ma ti giuro che ho avuto modo di rifarmi. -

-Stiles, stai zitto! - quasi urlò Derek, sentendosi andare a fuoco.

Che cazzo stava succedendo? Come erano finiti a parlare di sesso mentre condividevano lo stesso letto?

Inoltre, una parte di lui, una parte infantile, sciocca ma molto consistente, non poteva far meno di ardere di gelosia al pensiero che Stiles fosse stato con altre persone, dopo Malia.

Aveva sempre pensato che Stiles fosse rimasto romanticamente fedele a Lydia, per tutto quel tempo.

A quanto pare, si sbagliava di grosso.

Stiles aggrottò la fronte. Sembrava incazzato e questo fece esasperare ancora di più Derek, perché Stiles non aveva nessun motivo di essere arrabbiato con lui.

-Perché Kate sì e io no? Posso comportarmi anche io da stronzo senza cuore, se la cosa ti eccita. Ne sono capace, è nella mia natura. Posso essere esattamente come lei, né più né meno. -

-Smettila – ringhiò Derek, mostrando i denti – Smettila, smettila, smettila. Tu non potrai mai essere come Kate. Tu sei buono. E sei mio amico. Non so cosa tu ti sia messo in testa, ma non ci legheremo. -

-Se non ci leghiamo finirai per impazzire – ringhiò a sua volta Stiles, fissandolo pieno di rabbia – Pensi che sia un idiota? Ho fatto delle ricerche, Derek, e so che se non ti leghi farai una brutta fine.-

-Non è vero. Posso controllare il lupo – mentì Derek.

Prevedibilmente, Stiles scoppiò in una risata sarcastica.

-Certo. Come lo hai controllato quando hai quasi ammazzato Jackson. O quando hai quasi ammazzato me. -

Derek si mise a sedere di scatto, ferito come non mai.

Non guardava in faccia Stiles, ma dal ritmo accelerato del suo cuore capì che doveva essersi pentito delle sue parole.

-Hai ragione – disse infine Derek, atono e senza guardarlo – Puoi comportarti da stronzo senza cuore. È nella tua natura. -

Anche Stiles adesso si era messo seduto.

-Derek, mi... -

Ma Derek non gli diede tempo di dire niente, scendendo risoluto dal letto.

-Questa è stata un'idea di merda. Me ne vado a casa e verrò domattina per parlare con i ragazzi. -

-No! Derek, aspetta! Per favore! -

Derek rimase immobile, permettendo a Stiles di raggiungerlo a pochi passi dal letto e continuando a dargli le spalle. Non reagì quando gli posò la testa tra le scapole, come un cucciolo pentito che chiede il perdono della madre.

-Scusa – sussurrò Stiles, il fiato caldo che si infrangeva contro il sottile tessuto della canotta di Derek – Scusami. Sono stato uno stronzo. -

Derek sospirò, ma non disse nulla.

Non importa. Puoi fare lo stronzo quanto vuoi e io continuerò ad amarti. Perché sono un idiota senza speranze.

-Non è un gioco, questa cosa del legame – sussurrò Derek, dopo un'infinità di tempo – Non puoi biasimarmi se cerco di tenertene fuori. Non lo faccio perché non ti stimo o non ti considero all'altezza. Voglio solo proteggerti. -

Sentì Stiles muovere la testa contro la sua schiena, mentre annuiva.

-Lo so. So che vuoi proteggermi, sei il solito tasso senza speranze – lo accusò, ma la sua voce era molto dolce.

Derek si voltò lentamente, mentre Stiles faceva qualche passo indietro.

Si fissarono, entrambi seri e tesi.

-Andrà tutto bene – provò Derek, non molto convinto – Troverò una soluzione, controllerò il lupo. -

Ma Stiles scosse la testa, con un sorriso triste.

-Non ti credo. -

-Perché no? -

- Perché i tuoi occhi sono gialli da quando mi sono scostato. -

Derek imprecò a bassa voce, portandosi istintivamente una mano alle tempie. Non si era nemmeno reso conto di aver innescato il processo di trasformazione. La situazione gli stava decisamente sfuggendo di mano.

-Potremmo provare con qualcosa di più graduale – disse Stiles, suonando un po' disperato – Lascia stare il sesso, il morso, tutte le stronzate che ti ho detto. Cominciamo con qualcosa... qualcosa di più semplice. -

Derek abbassò la mano, studiando Stiles con sospetto.

-Cosa intendi? -

Stiles scosse la testa, avvicinandosi invece di rispondere.

Derek fece un automatico passo indietro, facendo brillare gli occhi al buio.

-Stiles – disse in tono di avvertimento.

L'ultima cosa che voleva era avere Stiles troppo vicino mentre stava combattendo con il lupo.

Ma Stiles lo guardò male, continuando ad avvicinarsi.

-Fidati di me, cazzo – disse cocciuto e suo malgrado Derek si costrinse a rimanere immobile, le mani strette a pugno lungo i fianchi.

Sentiva già gli artigli spingere per uscire.

Rimase rigido come un pezzo di marmo, fissando dall'alto in basso Stiles che invadeva completamente il suo spazio personale, finché i loro petti non si sfiorarono e le loro ginocchia non cozzarono in modo sgraziato.

Molto lentamente, Stiles sollevò le mani e le mise sulle guance di Derek.

Gli occhi di Stiles brillavano di una luce strana e Derek si chiese se fosse solo per il riflesso dei propri occhi nei suoi o per qualche motivo in più.

-Ti sto per baciare – disse velocemente, passandosi la lingua sulle labbra e ignorando il sussulto di Derek – Giudicando il tuo prototipo di donna, direi che ti piacciono i baci aggressivi e un po' rudi. E posso farlo. Posso farlo, Derek. So che è il lupo che decide, ma questo non vuol dire che non possiamo provare. È solo un bacio, no? -

Derek lo fissò. Il suo cuore batteva talmente forte che si stupì del fatto che Stiles non riuscisse a sentirlo, anche senza l'udito fine dei licantropi.

Tutto in lui urlava che fosse una cattiva idea, che qualsiasi cosa Stiles volesse dimostrare, quella era una cattiva idea.

Eppure era troppo egoista per respingere Stiles. Perché voleva disperatamente un bacio che avesse significato. Voleva stringere Stiles e essere stretto a sua volta, non voleva stringere tra le braccia il suo corpo svenuto e debole.

Ma più di ogni cosa, voleva soltanto baciare Stiles. Solo questo.

Perché, davvero, Derek lo amava.

E anche se Stiles lo voleva baciare solo per una sorta di esperimento, Derek lo desiderava comunque.

-Va bene – disse quindi, con una voce roca e quasi metallica che Derek riconobbe a stento come la propria.

Stiles lo guardò negli occhi ancora un istante, poi si sporse.

Derek non aveva idea a che gioco l'altro stesse giocando, ma quello non era un bacio rude e aggressivo.

Non era nemmeno frizzante e caotico, come ogni cosa che Stiles faceva, diceva o pensava.

Era dolce.

Dolce, dolce, dolce. E lento. E attento.

Oh, così attento. Derek si sentiva quasi inerme mentre permetteva a Stiles di muoversi come voleva, di inclinare la sua testa con le mani per dare una migliore angolazione al bacio, di stringerlo come preferiva.

Stiles fu attento e dolce persino quando cominciò a sospingerlo verso il letto.

Derek lo lasciò fare, finché non toccò il materasso con il retro delle ginocchia.

Si ritrovò sdraiato di traverso sul letto, schiacciato piacevolmente dal peso di Stiles, che non aveva smesso un istante di baciarlo.

A Derek cominciava a mancare il fiato, ed era un licantropo.

Si chiedeva vagamente come Stiles potesse resistere.

Fu Derek a scostarsi per primo, ma solo per poter liberare un gemito, quando Stiles, quel piccolo bastardo, fece scontrare i loro fianchi a tradimento.

Stiles gli sorrise, gli occhi che brillavano di malizia.

-Te l'ho detto che sono bravo a letto. -

-Sta zitto – gemette Derek esasperato, afferrandolo per la nuca come se fosse un gatto e unendo di nuovo le loro bocche.

Stiles mugugnò lieto nella sua bocca, baciandolo con più energia.

Derek gli buttò le braccia al collo, spingendoselo ancora più vicino, perché non sopportava l'idea di una anche minima distanza tra lui e Stiles.

Le mani di Stiles si erano spostate, una era sul lato del collo di Derek, l'altra intrecciata ai suoi capelli scuri, senza tirare.

Continuarono a baciarsi ancora per qualche minuto, poi Derek sentì Stiles spostarsi leggermente sul suo corpo e la mano sui suoi capelli tirare delicatamente. Senza sapere bene come fosse successo, Derek si trovò la bocca socchiusa a pochi centimetri dal collo di Stiles. Deglutì nervosamente, mentre il lupo gemeva di desiderio alla vista della gola bianca, pulsante, viva.

Loro.

-Avanti, Sourpuff – mormorò Stiles, dandogli uno strattone delicato, avvicinandolo al suo collo.

Fu quello a scuotere Derek via dal suo torpore. Con un ringhio, ribaltò le loro posizioni, inchiodando Stiles sul materasso, i polsi ai lati del volto. Stiles lo fissava tranquillo, divertito quasi, e questo se possibile fece incazzare Derek ancora di più.

-Stavi cercando di ingannarmi per farti mordere? Davvero, Stiles? Si può sapere perché sei così autodistruttivo? -

-Stavo solo cercando di dare una mano – protestò Stiles, avendo pure il coraggio di sembrare offeso – Non capisco perché la tiri tanto per le lunghe. Mordimi e facciamola finita. -

Derek lo fissò, incredulo e con un'inaspettata voglia di ridere istericamente.

-Non funziona così, Stiles. Non posso morderti e basta! C'è... - si interruppe, con la sgradevole sensazione di essere arrossito – C'è tutto un rituale da rispettare. -

Stiles inarcò un sopracciglio, malizioso, e, Merlino, Derek voleva sbranarlo.

E non in senso buono.

-Un rituale sessuale? Te l'ho detto, non sono un verginello – l'espressione di Stiles si fece d'un tratto seria - Possiamo farlo, se lo vuoi anche tu. È solo sesso. E, sinceramente, mi sembrava che andasse tutto bene dal punto di vista fisico fino a qualche secondo fa. So che pensi che il fatto che siamo amici complicherà le cose, ma non deve essere così per forza. Proprio perché siamo amici da tanti anni, voglio aiutarti. Derek, possiamo farlo. -

-Noi non faremo niente – disse Derek con forza, guardandolo male – Te l'ho già detto, non ti rendi conto del tipo di aiuto che stai offrendo. È una cosa più grande di te. Non ho intenzione di legarti. E i tuoi trucchetti non funzioneranno più. -

Stiles tornò a sorridere, insinuante. Si inarcò sul materasso e le sua erezione si sfregò con quella di Derek, facendogli emettere un gemito che sembrava in modo preoccupante un ringhio.

-Sei sicuro? Sembrava ti stessi divertendo. -

Derek lo guardò malissimo, poi con una mossa fulminea rotolò giù dal suo corpo e lo spinse giù dal letto. Il fatto che Stiles avesse riso, invece di incazzarsi, lo rese ancora più imbronciato.

-Sei in punizione – lo informò e, a giudicare dal ghigno storto che Stiles gli lanciò da sotto in su, doveva essere apparso più petulante che minaccioso.

-Oh. Addirittura. Quindi devo dormire sul pavimento?-

-Esattamente. Devi stare lontano da me – esclamò Derek, anche se il lupo ringhiava arrabbiato a ogni parola, contrariato.

Stiles si sistemò sul tappeto, non sembrando particolarmente turbato. Si sollevò su un gomito, per poter lanciare un'occhiata a Derek, il volto serio adesso.

-Derek, mi dispiace. Non voglio forzarti. Sono solo preoccupato per te. -

Suo malgrado, Derek sentì il suo stesso viso addolcirsi.

-Lo so – si costrinse ad ammettere, deponendo almeno in parte la sua irritazione -Non mi hai forzato. Il bacio... - Lo volevo disperatamente – Il bacio era okay. Più che okay, in effetti. Ma non voglio... non voglio... -

-Non vuoi legarti a me – completò Stiles, il volto e il tono di voce indecifrabili.

Derek lo fissò, non sapendo bene cosa dire. Voleva solo che Stiles smettesse di odorare in quel modo, di frustrazione mista a tristezza.

Derek non lo capiva. Stiles non ricambiava i suoi sentimenti, non lo avrebbe mai fatto. Perché era così impaziente di legarsi a un mostro? Sapeva che era leale come nessun altro, ma anche la lealtà aveva un limite.

Stiles alla fine sospirò, riscuotendo Derek dai suoi pensieri.

-Se prometto di stare nella mia parte e di non mostrarti il collo random, posso salire di nuovo sul letto? -

Derek lo guardò un po' male, o almeno ci provò.

-Se mi mostri il collo, te lo spezzo. E sì, puoi salire. -

Stiles ridacchiò, sollevandosi agilmente in piedi.

-Così dolce. -

Derek si ritirò il più possibile nella sua parte del letto, permettendo a Stiles di sistemarsi nella sua. Stiles gli dava le spalle e, per una volta, fu Derek a sentire per primo uno schiacciante senso di mancanza e perdita, non il lupo.

Sarebbe stato tutto molto più facile se fosse stata solo una cosa da lupo, se Derek non fosse ridicolmente innamorato di Stiles.

E invece era qui, a monitorare il respiro di Stiles e ad assicurarsi che si addormentasse senza problemi.

E solo quando Stiles, mugolando nel sonno, si girò verso di lui con la delicatezza di una foca moribonda e si aggrappò quasi con prepotenza al davanti della sua maglietta, Derek permise a se stesso di chiudere gli occhi, le dita che sfioravano delicatamente il dorso della mano di Stiles.

 

 

 

Come previsto, Maggie e Mike non presero bene la notizia del loro trasferimento, soprattutto Mike, che aveva pianto tutta la mattina appendendosi al collo di Derek.

Derek aveva addirittura cominciato a dubitare della loro decisione, ma Stiles si era mostrato irremovibile.

Derek sapeva quanto in realtà gli costasse separarsi dai due ragazzini e che se era disposto a farlo, voleva dire che fosse l'unica cosa giusta da fare.

Aveva visto Stiles irrigidirsi di fronte allo sguardo tradito e freddo di Maggie, ma neanche allora aveva ceduto.

Ed era per questo che, dopo aver accampato una scusa palesemente poco credibile con Argent, non si erano presentati a lavoro e adesso erano sulla soglia dell'appartamento di Peter.

L'uomo, che si era precipitato alla porta non appena Pinkie lo aveva chiamato, stava guardando meravigliato Maggie, imbronciata e il più lontano possibile dai due adulti, e Mike, in braccio a Derek e con il viso nascosto contro il suo collo.

Infine guardò Stiles e Derek, con un che di rassegnato negli occhi azzurri.

-Pinkie, fai cinque tè, per favore. Il mio pesantemente corretto. -

 

 

Mentre Pinkie intratteneva i bambini in salotto, Stiles e Derek si chiusero in cucina con Peter, per spiegargli tutto.

Peter sembrava un po' perso mentre ascoltava, Derek non era sicuro se fosse la sorpresa di averli visti piombare lì con due ragazzini sconosciuti o fosse semplicemente l'effetto del suo terzo tè corretto.

-Oh Merlino – esalò infine, distrutto, quando Stiles ebbe finito di parlare – Mi state dicendo che devo occuparmi di altri due orfani? Sul serio? Si può sapere cosa devo espiare in questa vita? -

Stiles trattenne a stento una risata, mentre Derek lo guardò male.

-Evita di chiamarli orfani davanti a loro. E sarà solo una situazione temporanea. -

Peter gli lanciò un'occhiata torbida, versandosi direttamente del whisky nella tazza, lasciando perdere il tè.

-Derek, nipote mio, non devi darmi lezioni. Ho cresciuto tre orfanelli come figli, so benissimo come comportarmi. -

-Quello che hai appena detto, mi sta facendo dubitare – commentò Derek, secco, mentre Stiles rideva apertamente.

Fu in quel momento che Peter si concentrò su Stiles, osservando con occhi acuti il collo alto del suo maglione.

-Dolce Stiles. C'è qualche motivo per cui indossi un dolcevita a maggio? -

Derek si irrigidì un po', ma Stiles rimase perfettamente rilassato, sorridendo sghembo a Peter.

-Senso della moda, immagino. -

Peter lo fissò scettico per un istante, poi alternò lo sguardo da lui a Derek, che teneva gli occhi bassi e sapeva di avere un'espressione terribilmente imbarazzata sul volto.

-Avete un odore strano voi due – considerò Peter, sospettoso – E Derek è di un imbarazzante color porpora. Cosa mi state nascondendo? -

Stiles a quel punto lanciò un'occhiata in tralice a Derek, mentre si sfiorava quasi distrattamente la gola con la punta delle dita, dove i denti di Derek lo avevano ferito leggermente.

Peter seguì i suoi movimenti attentamente, poi fissò Derek e spalancò gli occhi, sconvolto.

-Per tutti i gargoyle. Glielo hai detto?! - tuonò, facendo sobbalzare sia lui che Stiles.

Derek lo fulminò, mentre Stiles guardava perplesso dall'uno all'altro.

-Detto cosa? Derek, di cosa sta parlando? -

Derek evitò il suo sguardo e Stiles impiegò soli pochi secondi per capire. Derek poteva letteralmente sentire la sua rabbia.

-Peter lo sapeva?! Sapeva che sono il tuo compagno e io no? -

-Lo sapevano tutti secondo me, dolcezza – intervenne Peter, probabilmente con l'intenzione di aiutare, ma riuscendo solamente ad aumentare la rabbia di Stiles e la disperazione di Derek – Insomma, era abbastanza ovvio. -

-Meraviglioso – sbottò Stiles, sarcastico – Quindi lo sapevano tutti tranne me. Derek, perché sei così scemo? -

-Perché è un tassorosso – rispose con naturalezza Peter, prima che Derek potesse dire anche una sola parola. Continuò a guardare il collo di Stiles, con curiosità.

-Immagino che il maglione significhi che vi siete legati? -

Stiles sbuffò e il lupo di Derek uggiolò infelice all'ondata di risentimento che poteva sentire arrivare dal suo compagno.

-No. Derek non vuole – alzò gli occhi al cielo – Perché è un idiota che a quanto pare preferisce impazzire lentamente, piuttosto che sopportare di legarsi a me. -

Derek non riuscì a trattenere un ringhio, anche se se ne pentì subito quando incrociò lo sguardo stranamente cauto e quasi timoroso di Stiles.

-Non parleremo di nuovo di questa cosa, Stiles. Non qui e non adesso. -

Stiles gli gettò un'occhiata velenosa e sbatté con forza la propria tazza di tè sul tavolo. Si alzò in piedi di scatto, rovesciando quasi la sedia nel movimento.

-Vado a controllare i ragazzi – sbottò, uscendo dalla cucina senza aspettare risposta e senza guardare nessuno.

Derek fece uno sforzo enorme per non sussultare quando la porta sbatté con forza alle spalle di Stiles. Gli occhi penetranti e giudicanti di Peter, che non lasciavano il suo viso, non stavano migliorando il suo umore.

-Va bene – cominciò lentamente lo zio – Perché Stiles parla come se tu non fossi innamorato di lui? -

Derek sollevò di scatto il viso verso la porta chiusa, in panico, anche se razionalmente sapeva che Stiles non poteva aver sentito.

-Sta zitto. E comunque ho ritenuto opportuno non dirglielo. -

L'espressione dello zio era esasperazione pura, il che non era molto lusinghiero, visto che veniva da Peter.

-Oh, Derek. Sciocco, inutile, tenero Derek. Perché diavolo ritieni opportuna questa cazzata? -

-Mh, da dove cominciare? - replicò Derek, sarcastico, fulminandolo – Forse perché è innamorato di un'altra persona? Forse perché è talmente idiota da non capire quanto legarsi con un licantropo sia una faccenda seria? Forse perché tengo abbastanza a lui da non volergli rovinare la vita?-

Peter spalancò le braccia, un'espressione incredula sul volto.

-Rovinargli la vita? Ma, ragazzo mio, Stiles lo vuole. Ti vuole. -

Derek scosse freneticamente la testa, ritraendosi sulla sua sedia.

-No. Dice di volerlo solo perché vuole aiutarmi. Lui... non mi vuole in quel modo. -

Peter fece un sorrisetto, gli occhi che brillavano di qualcosa che a Derek sembrò affetto.

-Ascoltami Derek. So che in quanto tasso sei abituato a essere un idiota ingenuo per la maggior parte del tempo, ma fidati di un vecchio serpeverde con un po' di esperienza alle spalle. Stiles ti desidera. Lo sento. Cazzo, puzza letteralmente di eccitazione ogni volta che sei a mezzo metro di distanza. Come puoi non accorgertene?-

Derek lo fissò in silenzio, riflettendo. Nonostante quel che sosteneva lo zio, Derek non era un totale idiota. Certo che aveva annusato l'odore di Stiles. Lo aveva annusato ieri notte quando si erano baciati e lo aveva annusato adesso, nella cucina di Peter. Stiles profumava come se fosse effettivamente attratto da lui.

Ma era tutto qui. Attrazione.

Derek voleva altro, Derek voleva che Stiles arrossisse come arrossiva con Lydia Martin, voleva che il suo cuore accelerasse, voleva vederlo dondolarsi sui piedi come ogni volta che Lydia era nei paraggi, voleva... voleva solo che lo amasse quanto Derek amava lui, davvero tutto qui.

Morderlo e intrappolarlo in un rapporto a senso unico con il suo lupo, non era sicuramente nei piani di Derek.

-Digli la verità, Derek. Tutta la verità. Perché se Stiles è convinto che sia solo il tuo lupo a volerlo, non penso che questa faccenda potrà finire bene. -

Derek rimase in un silenzio mortifero ancora per un po', poi grugnì e spinse avanti la propria tazza vuota.

Peter rise, mentre la riempiva di whisky ambrato.

-Ah ragazzo mio...- i suoi occhi azzurri si velarono di tristezza – Non ti rendi conto di quanto tu sia fortunato. Hai un compagno e un compagno che ti vuole, non tutti possono dire lo stesso, sai? -

Derek lo fissò da sopra l'orlo della sua tazza.

-Perché a volte ho l'impressione che tu stia parlando di te? -

Peter sospirò, senza guardarlo. Derek vide le sue labbra piegarsi in un piccolo sorriso amaro.

-Perché sto parlando di me. -

Derek lasciò perdere definitivamente il suo tè alcolico, sconvolto.

-Cosa? Ma... ma tu avevi detto di non avere un compagno. -

Peter fece una smorfia, sempre evitando il suo sguardo.

-Io mento, nipote. Non è una novità. -

Derek era completamente senza parole mentre fissava lo zio come se fosse un perfetto sconosciuto.

-E chi è? - domandò, senza riuscire a trattenere la curiosità.

Peter si strinse nelle spalle. Fece per allungarsi verso la bottiglia di whisky, ma Derek la allontanò con piglio deciso, un sopracciglio inarcato. Lo zio lo fissò male per qualche istante, poi sospirò, arrendendosi implicitamente e accasciandosi sulla sedia.

-Non ha importanza. Ti basti sapere che quando si è trattato di scegliere tra me e la sua fidanzata incinta, ha scelto lei. -

Derek esitò, incerto su cosa dire. Era abituato a Peter che faceva costantemente lo scemo, protetto da vari strati di sarcasmo e menefreghismo. Non lo aveva mai visto così vulnerabile.

-Pensavo avessi detto che il lupo sceglie un compagno in grado di ricambiare il suo amore e la sua devozione.-

Peter si strinse nelle spalle.

-Li ricambiava, infatti. Solo che a volte non è abbastanza. -

Un silenzio denso calò nella cucina.

-È per questo che ora sei... ehm... -

Derek non aveva idea di come dirlo in modo delicato.

Peter gli rivolse un sorriso lupesco.

-Un alcolizzato senza speranze? -

-Sì. Ehm, più o meno. -

-Beh, la risposta è: più o meno sì. -

Derek ci rifletté per un attimo, assorto.

-Però non sei impazzito. Anche se non ti sei legato con il tuo compagno. Quindi non è detto che io debba impazzire se non mi lego con Stiles, no? -

Sapeva di suonare pateticamente speranzoso, infatti Peter gli rivolse uno sguardo di commiserazione.

-No, non sono impazzito. Perché Talia e Alex erano morti e io dovevo occuparmi di te e delle tue sorelle. Non avevo tempo per impazzire, non potevo permettermelo. Inoltre, essere costantemente ubriaco aiutava. Anche il sesso senza significato. Ma... non è uno stile di vita sano, Derek. Non è di certo la vita che vorrei per te. -

Derek rimase in silenzio, fissando lo zio.

-Dovevi dircelo – sbottò infine, uno strano senso di colpa che serpeggiava dentro di lui – Per tutto questo tempo ho pensato che tu fossi semplicemente un irresponsabile, invece...l'alcol, tutti quegli uomini. Ha tutto un senso. Stavi soffrendo come soffro io adesso. E ti sei comunque occupato di noi al meglio che potevi per tutti questi anni. Cazzo, avevi solo vent'anni. Siamo stati un peso. -

Peter scosse la testa, un sorriso quasi dolce che gli tirava le labbra.

-Un peso? Derek, non era l'alcol e non era il sesso a non farmi impazzire, forse non sono stato abbastanza chiaro prima. Eravate voi a mantenermi ancorato alla realtà, tu, Laura e Cora. Voi siete la mia vita. -

Derek sentì l'affetto invaderlo, così come un forte senso di imbarazzo.

-Io...ehm. Insomma. Sai che io, che noi... cioè noi ti... -

Stava ancora lottando con le parole, quando Peter sbuffò e si alzò in piedi, interrompendolo gentilmente con un gesto della mano.

-Non strozzarti, nipote. Lo so. Non dovresti sprecare queste parole con me. Sbaglio o devi ancora salutare Marvin e Meredith? -

Anche Derek si alzò in piedi, guardando in tralice lo zio.

-Si chiamano Mike e Maggie. Ti supplico, scriviti i loro nomi da qualche parte. -

Peter agitò sbrigativo una mano.

-Non essere sciocco, è stato solo un lapsus. Me li ricordo i loro nomi. -

Derek non ne era pienamente convinto, ma lasciò perdere e si mosse per raggiungere Stiles e i ragazzi in sala. Non appena Pinkie lo vide, si allontanò in cucina raggiungendo Peter e Derek ringraziò mentalmente entrambi per questa delicatezza.

Stiles era seduto sul divano, Mike sulle ginocchia e Maggie seduta accanto a lui, a qualche centimetro di distanza. Stava mormorando qualcosa e Derek si avvicinò piano per non interromperlo.

-… sarà solo per qualche tempo, ve l'ho detto. Oh, Maggie, non guardarmi così. -

-E come ti sto guardando? - replicò la ragazzina, astiosa sia nel tono di voce che nel modo in cui teneva le braccia conserte al petto.

Stiles le gettò un'occhiata che Derek non sapeva se definire fiera o di rimprovero.

-Come se non vedessi l'ora di spedirmi contro una fattura – disse, poi alzò la testa, incontrando lo sguardo di Derek.

Derek fece del suo meglio per ignorare il modo in cui Stiles si fosse irrigidito.

-Avanti ragazzi, salutate anche Derek. -

Mike non se lo fece ripetere due volte e si lanciò letteralmente dalle ginocchia di Stiles, costringendo Derek a prenderlo al volo.

Si strinse il bambino al petto, solo un po' impacciato, passando le dita tra i suoi ricci rossi. Cercò di incrociare lo sguardo sfuggente di Maggie da sopra la testa del fratellino.

-Maggie – disse piano, con il tono più delicato che gli riuscì.

La ragazzina tirò su con il naso, voltando la testa dall'altra parte. Derek sapeva che stesse trattenendo le lacrime e, a giudicare dalla sua espressione cupa, doveva saperlo anche Stiles.

-Ciao a tutti e due. Ecco, vi ho salutato. Ora potete andare e lasciarci in pace – sbottò Maggie, la voce tremante che tradiva ciò che davvero provava.

-Ehi -

Derek posò con delicatezza Mike in grembo a Stiles, poi si inginocchiò davanti a Maggie. La ragazzina teneva ancora il volto girato, ma non lo uccise quando Derek le mise una mano sul ginocchio, il che era già qualcosa.

-Ti ricordi cosa mi dicesti, qualche giorno fa? Hai detto che le persone sono stupide e non sempre capiscono – Derek poteva sentire lo sguardo confuso di Stiles su di sé, ma continuò a concentrarsi su Maggie -Tu non sei una stupida Maggie. So che capisci perché non possiamo tenervi con noi. Fai finta di non saperlo perché sei orgogliosa e va bene, sono orgoglioso anche io. Ma voglio comunque che tu sappia che tu e Mike siete amati così tanto da me e Stiles. Così maledettamente tanto. E ti prometto che saremo presto di nuovo insieme. -

Era la prima volta che Derek ammetteva ad alta voce di tenere ai ragazzi, di solito era Stiles quello che dimostrava affetto e faceva promesse compromettenti, ma eccolo qui, in ginocchio davanti a una ragazzina, un bambino e l'amore della sua vita, a mettere da parte l'orgoglio e a sentirsi ridicolo.

Ma non riuscì a sentirsi poi così ridicolo, quando Maggie scivolò giù dal divano affondando la testa contro il suo petto, senza abbracciarlo. Derek la strinse a sé e le baciò i capelli, fingendo di non notare le lacrime che gli bagnavano la maglia. Guardò Stiles, che stringeva ancora Mike a sé come se ne valesse della sua vita. I suoi occhi erano morbidi in quelli di Derek, privi dell'ostilità di prima. Erano luminosi, anche, e pieni di qualcosa di totalizzante e bellissimo che Derek non riusciva a capire cosa fosse.

Sapeva soltanto che Stiles non aveva mai guardato Lydia Martin così.

Né nessun altro al mondo.

 

 

 

La camaro di servizio era ancora rotta, per cui era stato Stiles a guidare la jeep fino a casa di Peter. Adesso, mentre accompagnava Derek nel suo loft, Stiles era estremamente silenzioso e, per quanto si sforzasse, Derek non riusciva a decifrare il suo umore.

-Staranno bene – si risolse a dire alla fine, quando Stiles spense il motore sotto casa di Derek – Davvero Stiles, staranno bene. -

-Lo so – si limitò a dire Stiles, senza un particolare tono di voce, lo sguardo fisso davanti a sé – So che staranno bene. -

Derek rimase in silenzio, non sapendo bene cosa dire. In realtà c'era una cosa che voleva disperatamente dire, ma non era abbastanza coraggioso per quello, non ancora.

-Sei stato bravo con Maggie – disse improvvisamente Stiles, facendolo un po' trasalire – Non sapevo più cosa fare con lei, ma poi sei arrivato tu e ti sei fatto ascoltare. E hai detto... quelle cose. -

-Beh, le penso davvero – replicò Derek, imbarazzato.

Finalmente Stiles si voltò a guardarlo e Derek fu quasi investito dalla forza del suo sguardo. Lo guardava ancora in quella maniera intensa e totalizzante, proprio come lo aveva guardato a casa di Peter.

-So che le pensi. Nessuno tiene alle persone nella maniera in cui ci tieni tu, Derek. Ti prendi cura di tutti, dei ragazzi, delle tue sorelle, dei tuoi amici e... e di me. Soprattutto di me. -

-Sei il mio compagno – rispose automaticamente Derek, senza pensarci. Gli occhi di Stiles lo confondevano e lo rendevano debole – Sai che tengo a te. -

Stiles annuì, guardandolo attentamente.

-Certo e io tengo a te. E forse questo può bastare, non pensi? -

Derek aggrottò la fronte, sentendosi su un terreno pericoloso.

-Cosa intendi? -

Stiles si passò la lingua sulle labbra e Derek sentì la macchina riempirsi del nervosismo dell'altro. C'era anche una nota più leggera, più frizzante, e si ricordò le parole di Peter.

Stiles ti desidera. Lo sento. Cazzo, puzza letteralmente di eccitazione ogni volta che sei a mezzo metro di distanza. Come puoi non accorgertene?

-Intendo dire che non c'è bisogno che siamo innamorati. Io tengo a te e tu tieni a me, Tassorosso. E penso che ieri abbiamo dimostrato di piacerci anche fisicamente. E, per qualche motivo, il lupo mi ha scelto. Hai bisogno di me e io voglio aiutarti. Non deve essere niente di più di questo, un aiuto. -

Derek scosse la testa, cercando di ignorare il dolore che aveva provato alle parole di Stiles.

Non c'è bisogno che siamo innamorati.

Parla per te, avrebbe voluto dirgli, parla per te, cazzo. Perché io ti amo così tanto che a volte non respiro ed è francamente spaventoso e terribile.

-Legarti con me è molto più di un piccolo aiuto, Stiles. È qualcosa di permanente e davvero potente. Non sai quello che stai chiedendo. -

Si aspettava che Stiles avrebbe protestato come al solito, ma invece il ragazzo si limitò a sistemarsi comodo contro la portiera, guardandolo con attenzione.

-Allora spiegami. Spiegami tutto, Sourpuff. Così saprò cosa sto chiedendo e potrò dirti che non mi importa, che lo voglio comunque. -

Derek lo fissò sorpreso per un istante, poi non riuscì a trattenere una risata sbuffata.

-Tu sei pazzo. -

Stiles gli ammiccò, facendo sprofondare in maniera piacevole lo stomaco di Derek.

-Lo sono, e tu mi adori. Avanti Derek, parla. -

Derek lo fissò per un po', combattuto, poi sospirò, arrendendosi.

-Va bene. Va bene. Beh, come hai capito anche tu, il legame c'entra con il sesso – cominciò, imbarazzato a morte.

Stiles gli rivolse un sorrisetto malizioso e Derek avrebbe voluto strozzarlo.

-Ottimo, cento punti a serpeverde. -

Derek lo guardò un po' male, ma cercò di non perdersi.

-Beh, il legame è un po' un rituale di accoppiamento, il lupo deve... - lanciò uno sguardo di scuse a Stiles – ...possedere il suo compagno, corpo e anima. -

Stiles non si scompose, continuando a fissarlo apparentemente sereno.

-Quindi io dovrei essere il passivo? Non è un ruolo che ricopro di solito, ma posso farlo. -

Derek chiuse gli occhi e prese un profondo respiro, stringendo forte i pugni sulle ginocchia.

-Derek? - lo chiamò l'idiota, sembrando un po' preoccupato.

Derek dovette aspettare ancora qualche istante per essere sicuro di non usare una voce ringhiante.

-Per favore, evita di dire cose del genere quando siamo insieme in uno spazio ridotto. Immaginarti in... in certe situazioni con altre persone non è una cosa che il lupo gestisce bene – disse, continuando a tenere gli occhi chiusi e sentendosi un po' bugiardo.

Non era solo il lupo a non gestire affatto bene l'idea di Stiles con altri, anche se sapeva che non era giusto e che non aveva nessun diritto di essere geloso.

-Scusa – mormorò Stiles e Derek sapeva dal suo tono che lo intendeva – Scusa, davvero. -

Derek sospirò, riaprendo lentamente gli occhi.

-Non è colpa tua. E no, non devi per forza essere il passivo. Il possesso di cui parlo è una cosa più simbolica. Io... Merlino è così imbarazzante. -

-Devi mordermi durante il sesso? - suggerì Stiles, avendo pietà di lui.

-Nel momento in cui vieni – mormorò Derek, sentendosi morire dall'imbarazzo.

Ma Stiles continuava ad essere tranquillo, c'era ancora quell'odore frizzante nell'auto, anche se un po' nascosto da un picco di nervosismo.

-E il morso... insomma, non fraintendermi, i licantropi sono fichissimi e ieri notte non mi sembrava un problema, ma... -

-Non ti trasformerà – lo interruppe Derek, guardandolo con urgenza – Non lo farei mai, Stiles. Lo giuro. Non sentirai nemmeno dolore, ti rimarrà solo un segno leggero. -

Vedere Stiles rilassarsi immediatamente alle sue parole ebbe il potere di calmare anche Derek.

-Va bene. Fin qui non sembra terribile. Sesso con il mio compagno sexy e morso senza conseguenza. Poi che succede? -

Derek cercò di ignorare con forza la parte sul compagno sexy e si sforzò di andare avanti.

-Beh, questa è la parte complicata. I lupi sono monogami. Quando si legano lo fanno per sempre. Una volta rivendicato, il lupo ti riconoscerà come suo compagno a tutti gli effetti e dovrebbe smettere di dare di matto, a meno che... - si interruppe, sentendosi oppresso da un forte senso di nausea.

Odiò che il tocco leggero di Stiles sulla sua gamba fosse in grado di farlo sentire meglio.

-A meno che? - insistette, con voce gentile.

Derek gli gettò uno sguardo disperato, che gridava “scusa”.

-A meno che tu non lo tradisca. Il lupo è monogamo e abbastanza... territoriale. Riesce a tollerare che tu abbia amici e rapporti platonici con altre persone, ma un tradimento fisico, sentire l'odore di qualcun altro su di te in modo così intimo... -

Derek si interruppe, ma sapeva dallo sguardo di Stiles che aveva capito.

-Ovviamente io farei di tutto per evitarlo – continuò, sentendo il disperato bisogno che Stiles capisse che non voleva e non aveva mai voluto privarlo della sua libertà – Se tu volessi... altre relazioni, io lo capirei e cercherei di tenere sotto controllo il lupo. -

Ma Stiles scosse la testa, con un sorrisetto indecifrabile.

-I tuoi occhi lampeggiano al solo pensiero di me con altri, Tassorosso. Questa volta devo dissentire con te. -

Derek rimase in silenzio, sentendosi invaso da un forte senso di impotenza.

-Hai ragione – ammise infine, odiandosi profondamente – Probabilmente non riuscirei a controllarlo. Ed è per questo che non ci legheremo. Voglio che tu sia libero di stare con chi vuoi.-

Stiles lo fissò, talmente intensamente che Derek per un attimo temette che potesse leggergli la verità nello sguardo.

- Non c'è qualcuno con cui voglio stare al momento. Lydia... beh, lo sai. E delle altre persone non mi importa poi molto, non penso che sarebbe un grande sacrificio per me. Però anche io voglio che tu sia libero di stare con chi vuoi. Mi dispiace che il lupo ti abbia incastrato con me. -

Non era la prima volta che Stiles diceva questa cosa e Derek si ritrovò a scuotere con decisione la testa.

-Non dire così. Non c'è compagno migliore di te al mondo. -

Non si aspettava che Stiles si incupisse e anche Derek si irrigidì di riflesso.

-Ho detto qualcosa di sbagliato? -

Stiles scosse la testa, ma sembrava ancora teso.

-No. È solo che a volte dici delle cose e...non so, a volte penso... - emise un gemito esasperato, passandosi una mano tra i capelli -Niente. Ignorami. Sono solo un po' confuso, tutto qui. So che non è possibile. -

Derek aggrottò la fronte, perplesso, ma prima che potesse chiedere qualsiasi cosa, Stiles parlò di nuovo.

- Senti, non dobbiamo decidere tutto adesso. Almeno ne abbiamo parlato come due adulti responsabili ed è questo l'importante. Niente più segreti da parte tua e niente subdoli tentativi di farmi mordere da parte mia. Per il resto... possiamo dormirci su, no? -

Derek annuì prontamente, un po' confuso e agitato, allungando alla cieca una mano dietro di sé per afferrare la maniglia della portiera.

-Certo. Possiamo definitivamente dormirci su. Allora ciao! -

-Derek! Aspetta, la cintura! -

Derek si bloccò, rendendosi conto che, nella fretta di allontanarsi da Stiles e dal suo odore soffocante, non l'aveva neppure slacciata. Prima che potesse farlo, Stiles si protese verso di lui, premendo il bottone al suo posto. Derek lo stava fissando e quando Stiles alzò di scatto il viso, si ritrovarono più vicini di quanto non fossero stati per tutto il giorno. Derek deglutì, ma non si scostò, gli occhi fissi in quelli luminosi di Stiles. Derek poteva sentire il suo cuore battere all'impazzata e sapeva che il proprio fosse nelle stesse condizioni. Poi Stiles fece un'espressione strana, come addolcita, e premette le labbra su quelle di Derek, un bacio morbido, veloce. Si spostò leggermente dopo, guardando Derek in maniera interrogativa, come per chiedergli se andasse bene. Questa volta fu Derek a sporgersi per baciare le labbra di Stiles e quando fece per ritirarsi, Stiles lo trattenne con una presa decisa sulla nuca e aprì la bocca, dandogli implicitamente il permesso per di più. Derek gemette nel bacio, lasciò perdere la portiera e afferrò Stiles per le spalle, spingendoselo contro disperato. Sentì a malapena il clic della cintura di Stiles che veniva slacciata e poi si ritrovò Stiles a cavalcioni, bellissimo, che lo baciava come se ne valesse della sua vita, una mano intrecciata ai capelli di Derek e una delicata sulla sua mascella. Derek gli strinse la vita con entrambe le braccia, spingendoselo ancora più vicino, perché non sembrava mai abbastanza, non era mai abbastanza. Una parte di lui pensava che non sarebbe stato felice finché non si fossero fusi insieme.

-Fanculo – ansimò Stiles sulle sue labbra, gli occhi che bruciavano nei suoi, eccitati e quasi cupi – Fanculo con la storia degli adulti responsabili che parlano. Non voglio affatto dormirci su. -

Derek ringhiò, le mani che scavavano sotto il maglione di Stiles per poter raggiungere la pelle calda dei fianchi.

-Nemmeno io. -

Stiles gli sorrise, un sorriso del tutto serpeverde, poi si abbassò a mordergli il labbro inferiore, facendolo ringhiare ancora più forte.

-E allora cosa aspetti a chiedermi di salire, scemo di un tassorosso? -

 

 

ANGOLINO

 

Ciao!

Altro capitolo <3

Scusate se aggiorno con un pochino di ritardo, spero che l'attesa ne valga la pena e che il capitolo non faccia totalmente schifo!

Forse stanno cominciando a capire qualcosa ahahah

Come al solito grazie a tutti e in particolare alle mie cicce <3 Vi amo <3

A presto!
Un bacione,

Fede <3

  
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