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Autore: Justice Gundam    01/05/2021    3 recensioni
Quali pericolose avventure attendono i Digimon Tamers nella loro corsa contro il tempo per svelare i misteri di DigiWorld? Cosa sono i Deva, e chi è il 'Digimon Sovrano' di cui parlano? E perchè i loro piani coinvolgono il piccolo Calumon? Questa volta, molte cose potrebbero andare diversamente da come sappiamo... la mia prima storia di Tamers, che si ricollega (vedrete come...) a quelle di Adventure che sto scrivendo e a quella di Frontier-Savers che scriverò!
Genere: Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Digimon Tamers Reload

Una fanfiction di Digimon Tamers scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 34 - Il vero nemico

 

 

Cancellare...

 

Le istruzioni erano chiare. Il compito che gli era stato dato era quello. Non era fisicamente in grado di concepire un modo diverso di comportarsi. Per l'entità, quelle istruzioni erano tutto. La sua funzione, quella di individuare i programmi che avevano oltrepassato i loro limiti, che erano andati oltre la loro programmazione originale, e cancellarli.

 

In quel momento, poco sopra la crosta terrestre, poteva percepire innumerevoli programmi che evolvevano sempre di più, aumentavano sempre più le loro capacità fino ad invadere ulteriore spazio di memoria. Se fosse stato in grado di provare dei sentimenti, sarebbe stato furioso e frustrato. Il sentore di dati che si espandevano, il tumulto che proseguiva senza sosta, lo attiravano come il sangue caldo attira un vampiro, o il nettare dei fiori attira un'ape. Era un impulso irresistibile che permeava ogni fibra del suo essere.

 

E ciò nonostante, l'entità continuava ad erodere pazientemente il luogo in cui era confinata, aprendosi la strada con pazienza inumana. Incapace di provare quelle sensazioni che gli uomini o i Digimon avrebbero chiamato rabbia o fretta, egli proseguiva, lento ma inesorabile, verso la superficie. Ogni tanto, qualcuno di quei programmi gli capitava a tiro, ben nascosto nei meandri della terra. Lui li cancellava senza esitazione, rispondendo unicamente allo scopo per cui era stato programmato. Un'aggregazione di dati che era cresciuta oltre i limiti consentiti, e che ora era tornata ad essere niente più che componenti basilari. Per l'entità, era questo tutto quello che contava... anzi, no... era più esatto dire che era tutto quello che poteva fare.

 

Rilevata aggregazione di dati a coordinate X 378 Y 65 Z -120. Quantità di dati in fase di valutazione.

 

Valutazione eseguita. Volume di dati stimato 15 Gigabyte. Priorità secondaria.  Proseguire come da precedenti direttive.

 

Un passo alla volta, l'erosione continuava, e la cosa si avvicinava sempre più al suo obiettivo... e una volta che l'avesse raggiunto, tutto quello che doveva fare era calcolare il modo più rapido ed efficiente per cancellare tutti quei dati in più.

 

 

oooooooooo

 

 

"G-Guilmon..."

 

Takato si agitò nel sonno, muovendo inconsciamente un braccio mentre cercava di afferrare qualcosa che solo lui poteva vedere. Il ragazzino scosse la testa, cercando di fare mente locale. Cosa diamine era successo? L'ultima cosa che ricordava era che lui e Guilmon erano diventati una cosa sola... si erano trasformati in Gallantmon, ed erano riusciti a sconfiggere Beelzemon dopo un duro combattimento. Poi... poi, cos'era successo? Ricordava di essersi sentito improvvisamente debole, e poi... poi... tutto era diventato nero, e si era ritrovato in quella specie di vuoto.

 

Che strano... non sentiva dolore, eppure era sicuro di essere pieno di acciacchi quando la fusione tra lui e Guilmon si era sciolta. Evidentemente, i colpi che il Digimon di livello Mega aveva subito in quello scontro si erano in qualche modo ripercossi su di lui...

 

"Hmm... in effetti ha senso... nella foga di quella battaglia non ci avevo pensato..." mormorò Takato. Si passò una mano sul volto, come per verificare che fosse ancora tutto a posto... e finalmente, la sua mente si riattivò del tutto, permettendogli di rendersi conto di dove si trovava, e di pensare a come fare per uscire da questa situazione.

Tuttavia, ora che vedeva meglio dove si trovava, Takato doveva ammettere che non vedeva granchè da usare. Quel luogo non era altro che un vuoto senza fine che si estendeva fin dove i suoi occhi potevano vedere, percorso da macchie informi di colori cupi - verde scuro, grigio, blu spento, addirittura qualche sfumatura di marrone. Queste inquietanti nubi di colore si muovevano lentamente, invadendo lo spazio di altre, lasciandolo libero, oppure mischiandosi ai colori che c'erano già in uno spettacolo surreale.

 

"Dove... dove mi trovo? Questo... è un sogno, vero?" si chiese Takato mentre si guardava attorno con attenzione. "Guilmon? Dove sei, Guilmon?"

Con sgomento, si accorse che il suo Digimon non c'era... eppure, la sensazione che Guilmon fosse ancora con lui c'era sempre. Se fosse davvero successo qualcosa a Guilmon, se ne sarebbe già reso conto. Allora perchè non era lì? Cos'era successo? Questo... era davvero un sogno? In quell'inferno che chiamavano Mondo Digitale, praticamente ogni cosa era possibile...

 

"Jenrya-kun? Ruki-san? Juri-san? Ryou-san? Terriermon, Renamon?" Takato provò a chiamare i suoi amici, senza ricevere alcuna risposta. "Andiamo, Kazu-kun... Kenta-kun... Alice-san... dove siete finiti? Se... se è uno scherzo non è divertente..."

 

Ancora niente. Dopo qualche istante passato a vagare in quel vuoto senza tempo, Takato si sedette per terra (o almeno, quello che poteva passare per la terra) sconsolato e si appoggiò la fronte su una mano. Se quello era davvero un sogno, perchè non si stava svegliando? Cosa diamine era successo al suo corpo dopo che lui e Guilmon erano diventati Gallantmon?

 

Takato stava per pensare a qualche altro metodo per andarsene da lì e svegliarsi, quando vide le macchie di colore ed ombra davanti a lui che turbinavano ancora più velocemente e cambiavano di forma... come se stessero cercando di formare delle immagini! Il ragazzino restò per qualche istante a guardare, senza apparentemente rendersi conto di cosa stava accadendo... ma alla fine, si accorse che i movimenti di quelle macchie non erano casuali.

 

"Hm? E adesso che succede? Cosa sta..." Takato stava per completare la frase, ma si bloccò con un'esclamazione di sgomento quando una figura elegante e allo stesso tempo minacciosa emerse dalla marea di colori cupi, che si solidificarono in un'immagine ben definita! Davanti a lui, a soltanto qualche metro di distanza, era apparso un umanoide alto e di bell'aspetto, muscoloso e con lunghi capelli biondi, il cui corpo sembrava diviso verticalmente in due parti uguali tra luce ed oscurità - la metà destra del suo corpo presentava delle magnifiche ali da cigno, ricoperte di piume bianche... mentre dall'altra metà del suo corpo, alla stessa altezza di quelle piumate, spuntavano altrettante ali membranose simili a quelle di un pipistrello.

 

Takato rimase come ipnotizzato a guardare quella strana figura che volgeva lentamente lo sguardo a lui, quasi a volerlo costringere a restare al suo posto. Quando Takato cominciò ad avere l'impressione che quella strana creatura volesse andare a prenderlo, l'essere metà angelo e metà diavolo scomparve, disfacendosi nuovamente in ammassi di colori cupi... che però non persero tempo a mescolarsi di nuovo e formare nuove figure.

 

Un immenso coccodrillo rosso con un muso esageratamente lungo e due code a forma di frusta.

 

Una figura umanoide ammantata di rosso con le ali da pipistrello, il cui volto era soltanto oscurità solcata da un paio di feroci e luminosi occhi rossi.

 

Una figura bestiale che ricordava vagamente una capra bipede, con lunghi artigli di luce e ali da pipistrello.

 

Un vecchio macilento con una barba bianca lunga quasi fino a terra e delle vesti eleganti ma dai colori cupi.

 

Una donna alta, dalla pelle lattea e dai capelli neri come il buio più profondo, avvolta in vesti nere che lasciavano poco all'immaginazione...

 

Queste figure si succedettero rapidamente davanti agli occhi di Takato... e quando la donna vestita di nero scomparve, venne rapidamente sostituita da un'altra figura.

E Takato sgranò gli occhi incredulo quando riconobbe Beelzemon.

 

"Che... che cosa...? Beelzemon... voglio dire, Impmon... è uno di quelli? E soprattutto... chi sono quelli?" si chiese. "Sono... altri nemici... che cosa...?"

 

Improvvisamente, una luce pallida scaturì da qualche parte di quel luogo senza tempo, e invase rapidamente ogni cosa, facendo dissipare le immagini di quei Digimon sconosciuti. Takato strinse i denti e cercò di ripararsi il viso con un braccio, un attimo prima che la luce lo abbagliasse, e il ragazzino si sentì precipitare nel vuoto con un urlo silenzioso...    

 

 

oooooooooo

 

 

La prima sensazione che Takato provò quando fu di nuovo in grado di formulare dei pensieri coerenti, fu quella di una leggera e fresca brezza notturna che gli soffiava sul viso, e di essere disteso su qualcosa di soffice e avvolto da una pesante coperta. Il crepitio di un fuoco non troppo distante, e il calore che si irradiava da esso e gli investiva il volto... e poi, un peso sullo stomaco che rendeva difficile muoversi. Confuso e ancora intontito, i giovanissimo Tamer sbattè gli occhi e cercò di concentrarsi, anche se le immagini davanti ai suoi occhi fluttuavano e sfarfallavano come lo schermo di un televisore rotto. Per il momento, riusciva soltanto a vedere un blu scuro indistinto, e una luce soffusa che aleggiava tutt'attorno...

 

"...katomon?"

 

Il peso che gli gravava sullo stomaco si spostò leggermente... e Takato alzò lentamente una mano davanti al viso. Una familiare sagoma rossa apparve davanti a lui e invase gran parte del suo campo visivo... e questa volta, Takato non ebbe bisogno di essere sveglio del tutto per capire di chi si trattasse.

 

"G-Guilmon...?"

 

"Takatomon!" esclamò il piccolo dinosauro, e abbracciò affettuosamente il suo Tamer senza aspettare oltre. Ancora un po' frastornato per il suo turbolento ritorno alla realtà, Takato ricambiò l'abbraccio del suo Digimon, sentendo un'incredibile sensazione di sollievo. Era andato tutto bene, allora... Guilmon stava bene, e anche i suoi amici...

 

"Takato-kun!" esclamò la voce di Jenrya. Accortisi che Takato si era svegliato, gli altri Tamer si erano raccolti attorno a lui per vedere se stesse bene. Anche la distante e misteriosa Alice appariva preoccupata per il ragazzo. "Takato-kun, come ti senti? Non fare movimenti bruschi, okay?"

"Ve l'avevo detto che si sarebbe svegliato presto!" esclamò Terriermon. "Come dico sempre, pensa positivo!"

 

"Takato-kun!" Juri sorrise sollevata, permettendo finalmente al suo viso di illuminarsi. "Meno male che ti sei svegliato! Stavamo... stavamo davvero cominciando a preoccuparci!"

Ruki non era il tipo sentimentale, ma anche lei non riuscì a trattenere un piccolo sorriso. "Ben svegliato, occhialoni. Dormito bene?" chiese, ma questa volta il suo sarcasmo mancava del suo classico mordente.

 

Takato si sciolse gentilmente dall'abbraccio di Guilmon, e dopo essersi passato una mano sul volto per scacciare anche gli ultimi residui di sonno, si guardò attorno... Jenrya, Terriermon, Ruki, Renamon, Juri, Hirokazu e Kenta, Shuichon... e ovviamente anche Ryou. E poi c'erano Leomon, Monodramon, Hagurumon, Lopmon... e anche Meramon era con loro, e in quel momento era seduto accanto al fuoco e cercava di ravvivarlo gettandoci dentro dei pezzetti di legno.

 

C'erano tutti, allora... per un attimo, Takato aveva avuto paura che fosse successo qualcosa di grave mentre lui era incosciente... ma cosa era successo, esattamente? Ricordava di aver sconfitto Beelzemon, di averlo costretto alla ritirata... ricordava che Beelzemon aveva giurato di vendicarsi... di diventare più forte... e da lì in poi, era tutto un vuoto.

 

"R-ragazzi..." mormorò Takato, una volta sicuro di riuscire a parlare e a mettersi seduto senza avere un mancamento. Finalmente, le immagini si stabilizzarono e la testa smise di girargli. "Che... che succede? Quanto... quanto a lungo sono stato ko?"

"Direi... all'incirca cinque o sei ore." affermò Jenrya. Juri passò a Takato una bottiglietta d'acqua, e il ragazzino cercò di berne quanta più possibile in un colpo solo. Si rese conto che era una cattiva idea solo quando l'acqua gli andò di traverso e cominciò a tossire e a sputarla fuori. "Ah! Hey, attento, Takato-kun! Non è una buona idea berla tutta d'un fiato!"

 

"Cough... cough... me ne... cough... sono... accorto... ugh!" ansimò Takato. Guilmon cercò di aiutarlo a riprendere fiato dandogli qualche pacchetta sulla schiena, e dopo qualche secondo, il giovane Tamer riuscì a rimettersi in sesto abbastanza da proseguire il discorso. "Ugh... insomma... alla fine io e Guilmon... siamo riusciti a battere Beelzemon... voglio dire, Impmon, giusto?" Nonostante tutto, la speranza che Impmon si rendesse conto del suo errore non era ancora svanita.   

 

"Sì, lo hai fatto scappare con la coda tra le gambe, amico!" esclamò Hirokazu. L'amico di Takato stava cercando di alleggerire un po' la situazione, e forse anche di vantarsi un po' di aver dato una mano nel corso della battaglia. "Hah, dovevi vederlo! Scommetto che d'ora in poi, da nero diventerà giallo per la paura!"

"Paura! Paura!" ripetè Hagurumon con voce metallica.

 

Il resto dei Tamers non era esattamente convinto di quello che diceva Hirokazu. "Beh... questo non credo proprio." affermò Kenta aggiustandosi gli occhiali. "Ho sentito cosa diceva mentre se ne andava. Ha detto che sarebbe tornato. E questa volta... potrebbe essere anche più forte di prima."

 

"Bella seccatura..." affermò Terriermon storcendo il naso. "Se anche Gallantmon è stato appena in grado di sconfiggerlo, la prossima volta che lo incontreremo, dovremo diventare ancora più forti, se vogliamo fermarlo! Hey, Jen, tu che ne dici? Pensi che possiamo fare anche noi la fusione che hanno fatto Takato-kun e Guilmon?"

"Una roba grandiosa! Come in Dragon Ball Z quando fanno la Fusion!" commentò Hirokazu. Alice sbattè gli occhi come perplessa, non sapendo di cosa stesse parlando.

 

Ma il commento scherzoso del cagnolino dalle orecchie lunghe non riscosse il divertimento di Jenrya. Il giovane Tamer cinese sospirò e guardò verso il terreno roccioso, sfregandosi il mento con una mano come se stesse cercando di raccogliere i suoi pensieri. C'era qualcosa che lo turbava... e non c'era bisogno di essere accorti come Renamon o Terriermon per accorgersene.

"Hm? Che succede a Jen? Ha fame, per caso?" chiese Guilmon inclinando la testa da un lato.

"Forse ha perso qualcosa, calu..." disse il piccolo Calumon, atterrando accanto a Guilmon e ripiegando le orecchie ai lati della testa.

 

"Stavo... stavo pensando a qualcos'altro, ragazzi." affermò il Tamer cinese, la cui voce suonava stranamente sommessa e quasi rassegnata. Ryou corrugò la fronte, chiedendosi di cosa potesse trattarsi... anche se doveva ammettere che aveva già una mezza idea di cosa potesse trattarsi.

Per diversi secondi, Jenrya restò in silenzio, quasi stesse cercando le parole con cui proseguire. Finalmente, quando Terriermon si sporse verso di lui per riscuoterlo, il ragazzo sospirò e si spiegò meglio. "Si tratta di questo Mondo Digitale, ragazzi. Questo... non è come il Digiworld che abbiamo visto nella serie animata... ormai di questo ci siamo resi conto tutti." disse. "Questo... è un mondo dove cane mangia cane..."

 

"Hey! Non potevi trovare una metafora un po' meno inquietante, Jen?" esclamò Terriermon, con le orecchie che scattavano su all'improvviso.

"Terriermon ha ragione! Non ti sembra un modo di dire troppo pauroso, fratellone Jen?" esclamò la piccola Shuichon, abbracciando il Pokemon cagnolino assieme a Lopmon.

 

Con fare imbarazzato, Jenrya mosse le mani davanti a sè. "Ah... ehm, è vero, è vero... scusate, è stato un esempio un po' infelice!" affermò. Takato e Juri riuscirono a fare una breve risata, mentre Ruki sospirò esasperata e scosse la testa. "Ecco... quello che volevo dire è... che temo che ci stiamo facendo influenzare dalle "regole", se vogliamo chiamarle così... di questo Mondo Digitale così violento. Ho paura... che anche noi ci stiamo abituando a queste regole. Stiamo ragionando soltanto in termini di quanto più forti possiamo diventare... di cosa possiamo fare per sconfiggere i nostri nemici... è davvero tutto quello che conta, per un Tamer?"

 

"Jenrya-kun?" chiese Hirokazu. L'espressione del ragazzino era quella di uno che non si rendeva propriamente conto di cosa volesse dire il Tamer cinese...

Juri, da parte sua, capiva un po' meglio cosa volesse dire Jenrya. Per lei, che non era per niente una fan delle battaglie, l'idea di rischiare la vita di un partner in un combattimento era terrificante... e qualcosa a cui non voleva pensare. Era un pensiero che in quegli ultimi tempi era fin troppo ricorrente...

"Non devo pensarci... non devo pensarci..." disse tra sè la bambina castana. "Leomon è qui con me... e ci siamo ancora tutti... non voglio che nessuno di loro si faccia del male... non voglio dover dire addio a qualcuno di loro... non riuscirei a sopportarlo..."

"Juri?" chiese il gigantesco uomo-leone, e appoggiò una mano sulla spalla della sua Tamer per cercare di farle coraggio. La bambina si rilassò e tirò un sospiro di sollievo.

"Va... tutto bene, Leomon-sama." affermò con un sorriso tranquillo. "Ero... ero solo un po' pensierosa, tutto qui.". L'uomo-leone non sembrava troppo convinto, in effetti... aveva l'impressione che Juri stesse cercando di non pensare a quello che la tormentava. Tuttavia, decise di non farle delle domande che avrebbero potuto turbarla... ci sarebbe stato tempo dopo per qualunque cosa dovessero discutere.

 

Jenrya si sgranchì le gambe e si passò una mano sulla fronte. "Capite cosa intendo? Temo che stiamo... cambiando. Era tutto cominciato come un gioco, per alcuni di noi. Non ci rendevamo conto di quanto ci fosse in gioco... e abbiamo pensato che fosse soltanto un gioco divertente da fare con i nostri amici Digimon." affermò. Temendo che le sue parole potessero essere interpretate nella maniera sbagliata, il ragazzo guardò verso Meramon e Leomon. "Senza offesa, si intende... stavo solo cercando di spiegare come la vedevamo noi ragazzi."

"Nessun problema... anche se fa parte del motivo per cui molti Digimon odiano gli uomini." disse Meramon. Gettò distrattamente un altro po' di legna nel falò, e produsse una lingua di fuoco per ravvivarlo.

 

"Beh... finora è sempre andato tutto bene..." azzardò Hirokazu.

Renamon volle intervenire. "Certo. Abbiamo avuto questa fortuna. Ma prova a pensare a tutte le volte che abbiamo evitato una disgrazia per un pelo." rispose. "E' proprio perchè vi trovate ad affrontare delle conseguenze reali che stiamo diventando più attenti, più decisi e più disposti a spingerci oltre quello che normalmente vorremmo fare. Dopotutto, l'istinto di autoconservazione è un impulso potente, che si parli di uomini o Digimon."

 

Ruki fece un sorriso un po' amaro. Ironicamente, per quanto adesso lo reputasse un modo di pensare sbagliato, le veniva in mente che il suo precedente atteggiamento nei confronti dei Digimon aveva il suo perchè, in un mondo spietato come quello in cui stavano viaggiando. Ed era questo che preoccupava e spaventava Jenrya... oltre al fatto che adesso c'era anche Shuichon con loro.

La bambina era seduta accanto al fuoco, con Lopmon tra le braccia, e guardava i ragazzi più grandi e i Digimon che la attorniavano con un misto di curiosità e timore reverenziale. In quel momento, Jenrya stava pensando che se non fosse mai stato coinvolto in questa storia, o se fosse stato più attento, più scrupoloso, più responsabile... forse adesso sua sorella non si troverebbe in un posto così pericoloso. Adesso era suo dovere proteggerla a qualsiasi costo... anche a costo di ricadere in quella mentalità che lo spaventava tanto.

 

"Ecco..." la voce di Takato interruppe i malinconici pensieri del gruppo, e il ragazzino si mise seduto sul suo sacco a pelo per mostrare che adesso stava bene. "Non... non credo sia il momento di buttarsi giù così, non trovate, ragazzi? Io e Guilmon stiamo bene... vero, Guilmon?"

"In effetti avrei un po' fame... ma a parte questo sto bene, credo." disse il piccolo dinosauro rosso.

Takato si avvicinò al suo Digimon e gli mise affettuosamente una mano attorno alle spalle. "Visto? Stiamo bene, sul serio. E siamo riusciti a superare un altro ostacolo. Tra non molto... dovremmo riuscire ad arrivare da questo Sovrano, e allora... beh, per allora, immagino che ci saremo inventati qualcosa!"

 

"Un modo di pensare alquanto ottimista." affermò Alice, a voce così bassa che quasi non la sentirono.

"Senti, biondina, non posso dire neanch'io di essere un'idealista." affermò Ruki. "Ma... se ci convinciamo fin da subito che non abbiamo possibilità, allora che senso avrebbe avuto venire fin qui? Dobbiamo essere realistici riguardo alle nostre possibilità, questo è quanto."

 

"E tu, Ruki-san... quante possibilità pensi che abbiamo se dovessimo affrontare questo sovrano?" chiese Kenta dopo un attimo di esitazione. Era la domanda che ronzava nella testa a un po' tutti, in realtà... e quando Ruki e Renamon restarono in silenzio per qualche istante, nessuno di loro lo prese come un buon segno.

"Volete la verità? Non penso che abbiamo molte chance contro questo Sovrano." affermò Renamon. "Sicuramente è più forte di Beelzemon, altrimenti non credo che gli permetterebbe di gironzolare per il Mondo Digitale."

"Già, Zhuqiaomon avrebbe già eliminato Beelzemon da un pezzo, se davvero credesse che avrebbe potuto diventare una minaccia per lui." affermò Ryou. Sapeva bene, per esperienza personale, quanto il Sovrano del Mondo Digitale del Sud potesse essere aggressivo e paranoico. "Anche con Gallantmon al nostro fianco... ho l'impressione che affrontarlo in un combattimento diretto non sia una buona idea."

 

"Allora che possiamo fare?" chiese Kenta scuotendo il capo e tenendosi la fronte con una mano. "Se ci trova, siamo tutti fritti come takoyaki!"

"Non credo che ci sia bisogno di allarmarsi tanto..." Ryou volle rassicurare i meno coraggiosi. "Ascoltate... secondo me, la cosa migliore da fare è cercare di affrontare Zhuqiaomon sul nostro piano invece che sul suo. Con questo non voglio dire che gli consegneremo Calumon o che gli permetteremo di fare quello che vuole, questo è certo. Ma... se non altro, possiamo fare in modo di venirgli incontro. Non sarà facile... so che Zhuqiaomon è un tipo irragionevole e facile all'ira. Ma... sono sicuro che avremo qualcuno che ci potrà supportare."

"Davvero? E chi è? E' un Digimon molto importante, vero?" chiese Shuichon eccitata. Lopmon sbattè gli occhi in un'espressione di vaga sorpresa, forse già immaginando di chi potesse trattarsi.

 

Il giovane Re dei Digimon esitò prima di rispondere... poi fece una breve risata e mosse una mano per dire che non c'era bisogno di pensarci su. "Beh... adesso, credo che sarebbe meglio riposarci un po'!" affermò. "Questa giornata è stata molto faticosa... soprattutto per Takato-kun e Guilmon. E domani... non credo che sarà rilassante neanche domani. Quindi... meglio che ci riposiamo, e poi proseguiamo. Ormai non dovrebbe mancare molto per raggiungere il Sovrano."

"Hmph... sempre a fare il misterioso, eh?" gli arrivò il commento sarcastico di Ruki. Anche Renamon stava guardando Ryo di sottecchi, rendendo chiaro che non era sicura se fidarsi di lui o meno. La sua abilità come Tamer era innegabile, ma era un po' troppo misterioso per i gusti della Digimon volpe.

 

"Beh, un Tamer deve pur avere i suoi segreti." rispose Ryo con fare tranquillo. Tra sè, sperava che non si vedesse cosa in realtà si agitasse dietro il suo comportamento. Se solo Ruki avesse saputo di che razza di segreti erano quelli di cui parlava...

Il Tamer leggendario guardò con vaga apprensione il suo Monodramon, che stava facendo la guardia in piedi sopra un avvallamento di roccia. Sorrise un po' amaramente al pensiero che era proprio lui, il Digimon a cui era così legato, la fonte di molte delle sue preoccupazioni. Cosa sarebbe successo se un giorno...?

 

No, inutile pensare a queste cose, quando c'erano problemi ben più urgenti da risolvere. Se le cose fossero degenerate fino a quel punto, allora avrebbe preso i dovuti provvedimenti. Ma finchè era tutto sotto controllo... finchè lui era sotto controllo... non era il caso di fasciarsi la testa prima di essersela rotta, e soprattutto non era il caso di coinvolgere quei ragazzi nei suoi problemi. Avevano già abbastanza a cui pensare.

 

"Credo che la cosa migliore da fare sia riposarci... e stare in guardia." affermò infine Leomon, cercando come poteva di fare coraggio al gruppo. "Monodramon sta già facendo il suo turno, ma tra poco toccherà a me. Voi rilassatevi, e non preoccupatevi più del dovuto."

"Stai attento, Leomon. Ormai siamo in una posizione molto delicata." rispose Renamon. "Non cercare di spingerti oltre le tue possibilità."

"Renamon ha ragione. Non devi rischiare per noi... o per me." affermò Juri, la cui vivacità era ormai da tempo svanita.  La bambina castana guardò il suo Digimon con occhi quasi tremanti, forse ancora scioccata dagli eventi di quella giornata intensa, e il nobile uomo-leone sgranò leggermente gli occhi. Ancora non sentiva che fosse il caso di indagare più a fondo... e soprattutto, comprendeva che questa doveva essere una questione molto personale per Juri, una di cui la giovanissima Tamer aveva difficoltà a parlare. Detto questo, la domanda su cosa tormentasse così tanto Juri continuava ad assillarlo...

 

A quel punto, Leomon fece l'unica cosa che pensava fosse giusta. Appoggiò delicatamente la sua enorme mano sulla testa di Juri, e le parlò per rassicurarla.

"Non temere per me, Juri. Io ho giurato di proteggerti, e tu hai dimostrato di meritarlo." affermò. "Tu hai davvero il cuore di un leone."

Juri non rispose nulla, ma quella frase le fece fare un sobbalzo. Davvero Leomon la pensava così? Davvero, anche una come lei poteva avere coraggio?

 

Da quando... beh, da quel giorno... Juri non avrebbe mai pensato che anche lei potesse essere coraggiosa come Takato, Guilmon, Ruki o gli altri... cos'aveva fatto, oltre che cercare di sfuggire ai suoi problemi? No, il suo non era coraggio, lei era solo una vigliacca egoista...

 

Eppure Leomon la pensava diversamente. Forse perchè non sapeva nulla di come lei fosse davvero? Questa terribile domanda la colse impreparata, ma... un attimo dopo, le venne il sospetto che in realtà Leomon si rendesse conto di molte più cose di quanto lei stessa non immaginasse. Era una strana sensazione... come se il suo Digimon riuscisse a comprenderla meglio tramite il loro astratto legame, di quanto non facessero le persone con gli sguardi e le parole.

 

Forse Leomon aveva ragione? Forse era vero che lei aveva dentro di sè un coraggio che lei stessa non pensava di avere?

 

Mentre i suoi compagni si indaffaravano per prepararsi per la notte, Juri restò seduta al suo posto, a gambe incrociate, a pensare a quelle parole...

 

 

oooooooooo

 

 

Con un tremendo boato che riecheggiò attraverso la pianura, due Monochromon si scontrarono e iniziarono a spingere l'uno contro l'altro, nel tentativo di costringere l'avversario a terra. I Digimon più piccoli si erano già dileguati, in modo da poter assistere allo scontro tra i due giganti senza correre il rischio di essere schiacciati, e i due pachidermi si separarono e cominciarono a muoversi con circospezione, attendendo il momento in cui l'altro avrebbe abbassato la guardia. Ogni tanto, uno dei due emetteva un grugnito, un verso di sfida che cercava di incitare l'altro a fare la sua mossa.

 

Da un picco lontano, Beelzemon stava osservando quello scontro con disinteresse e rabbia. Non aveva nessuna voglia di intervenire. Quei due Monochromon erano troppo deboli perchè assorbire i loro dati gli apportasse dei benefici sostanziali. Gli serviva altro...

 

Il Demone della Gola raccolse un sasso da terra... poi, strinse la mano a pugno e lo sbriciolò come se fosse stato fatto di talco. Era proprio questa la domanda che lo assillava e che non lo faceva stare tranquillo! Che cosa gli mancava, esattamente? Perchè, con tutti i miglioramenti che aveva fatto, ancora non riusciva ad avere la meglio? Perchè non era diventato il più forte? Chatsuramon e gli altri Deva erano stati di parola... ora lui non era più il debole e patetico Impmon, quel Digimon miserabile che si faceva trattare come una bambola di pezza da quei due mocciosi rompiscatole...

Ma non era stato sufficiente. Proprio quando tutto sembrava girare finalmente a suo favore, ecco che il moccioso con gli occhialoni e il suo ridicolo lucertolone rosso tirano fuori da chissà dove uno dei loro trucchi... e non solo lo avevano sconfitto, ma si erano anche rifiutati di dargli il colpo di grazia. Il suo orgoglio lo portava a pensare che questo fosse un insulto accuratamente calcolato, cosa che aumentava ancora di più la sua rabbia... e la sua disperazione.

 

"Maledizione!" ringhiò, facendo cadere per terra i frammenti del sasso che aveva raccolto. "Perchè? Perchè non sono ancora riuscito a vincere contro quei dannati Tamers? Cos'hanno loro, che io non ho? Che cosa mi manca? Per quanto diventi più forte... quel moccioso e il Digimon che lui ha creato sono un passo avanti a me! Non riesco a sopportarlo!"

 

In lontananza, la battaglia tra i due Monochromon si era fatta intensa - i due Digimon si erano scontrati di nuovo e si erano scambiati dei potenti colpi di corno... ma alla fine, dopo diversi attimi di incertezza, uno dei due aveva scagliato il suo attacco Volcanic Strike, colpendo in pieno l'altro Monochromon con un'enorme palla di fuoco scagliata dalle fauci. L'avversario aveva avuto soltanto il tempo di emettere un ringhio di dolore prima che i suoi dati venissero dispersi ed assorbiti dal vincitore, i cui occhi emisero un bagliore giallastro per mezzo secondo prima di tornare normali.

 

"Hmph..." grugnì Beelzemon, osservando con disgusto il risultato di quello scontro. Quel Monochromon era comunque rimasto un debole in confronto a lui. Se avesse voluto, avrebbe potuto ucciderlo in un attimo. Di tutti i Digimon che esistevano nel Mondo Digitale, era convinto di essere, se non il più forte dopo il Sovrano Zhuqiaomon, almeno uno dei più forti.

 

Eppure non riusciva a vincere la battaglia che contava. Quei maledetti Tamers continuavano a prendersi gioco di lui. Persino quella ragazza con la Renamon, che pure all'inizio sembrava essere più vicina al suo punto di vista, adesso andava d'accordo con le loro fandonie sul gioco di squadra e sull'unione.

 

E pensare che c'era un tempo in cui lui aveva quasi osato credere nelle stesse cose... ma no, ormai era tutto nel passato. Adesso era un Digimon diverso. Più forte. Fiero. Orgoglioso del suo potere...

...eppure non era ancora riuscito a capire il perchè quel Gallantmon era ancora più forte di lui. Era lì lì per dargli il colpo di grazia quando quei due insetti insignificanti lo avevano distratto... quel tanto che era bastato a Gallantmon per ribaltare la situazione a suo favore.

 

Dopo essere rimasto diversi minuti a rimuginare sulla sconfitta, il Demone della Gola raggiunse nuovamente la sua motocicletta, vi montò su e diede gas, allontanandosi furiosamente verso un altro luogo che sperabilmente potesse dargli più idee. Behemoth corse tra due nuvole di polvere, e Beelzemon strinse gli occhi mentre rivolgeva la sua attenzione a quello che pareva essere un canyon in lontananza. All'inizio, il Digimon motociclista non ci diede troppo peso... ma ora che gli stava arrivando vicino, Beelzemon si rese conto che c'era qualcosa che non andava. Non era proprio sicuro di saper dire il motivo, ma... sentiva che c'era davvero qualcosa di strano in quel luogo. Emanava uno strano sentore. C'era qualcosa di davvero inquietante nell'aria, un presagio alieno, di morte e desolazione...

 

Beelzemon non era certo un codardo, ma non era neanche un suicida. Imponendosi prudenza, il Demone della Gola frenò e si avvicinò lentamente al bordo del burrone, cercando di guardare giù per capire di cosa si trattasse. Quel sentore maligno non se ne andava, e anzi diventava sempre più forte man mano che lui si avvicinava... cosa diavolo poteva essere? Non sembrava un Digimon, ma neanche un Digi-gnomo, o qualcos'altro...

 

Per la verità, Beelzemon non aveva mai percepito nulla di simile in vita sua...

 

"Che... diavolo..." disse tra sè Beelzemon, finlmente giunto vicino al bordo. Discese da Bahemoth e imbracciò le sue pistole, poi si sporse appena un po' per capire cosa potesse essere. Ancora non riusciva a vedere abbastanza, perciò decise di rischiare ulteriormente e si sporse giusto un po' di più.

 

Quello che vide lasciò persino lui, uno dei Sette Grandi Signori dei Demoni, a bocca aperta.

 

In fondo a quella gola, dove in teoria avrebbe dovuto trovarsi un fiumiciattolo, vide una strana pozza piena di un denso liquido rosso-violaceo che si muoveva lentamente, come un ammasso di lava dal colore innaturale. Quella strana sostanza emetteva una debole luminescenza, come se qualcosa pulsasse al suo interno... dando a quella cosa un aspetto mostruoso... alieno... sbagliato! La sensazione di ripugnanza incrementò ancora di più, come se all'improvviso Beelzemon si fosse ritrovato all'interno di una nube di fitto miasma.

 

Pareva quasi che il Mondo Digitale stesso si ribellasse alla presenza di quella sostanza. Che l'ambiente stesso provasse orrore e raccapriccio. Qualunque cosa fosse, quel fluido purpureo non era semplicemente un pericolo. Era una cosa che non sarebbe mai dovuta esistere... e la cui presenza faceva venire dei brividi di disgusto persino a Beelzemon. Il Digimon motociclista indietreggiò, sorpreso lui stesso del fatto che in quel momento la sua rivincita con Gallantmon gli sembrasse passare in secondo piano...

 

La cosa violacea sembrò accorgersi a sua volta della presenza del Digimon nero. La massa informe cominciò a muoversi, e da essa si staccarono delle bolle fluttuanti, che si diressero verso Beelzemon come guidate da un'intelligenza aliena. Man mano che flttuavano, le bolle sembravano espandersi sempre di più, e la luce malata che irradiavano cominciò ad uscire dal crepaccio a sciabolate!

Beelzemon indietreggiò allarmato e afferrò le sue pistole. "Che... cosa sei? Cosa vuoi da me?" ringhiò, puntando le armi verso quella cosa incomprensibile.

 

Le parole di Beelzemon caddero nel vuoto. La mostruosità non fece neanche un accenno di essersi accorta della domanda e continuò a fluttuare lentamente verso di lui... e Beelzemon, senza scomporsi, sparò con entrambe le sue pistole, facendo esplodere la sfera di fluido violaceo come un'enorme mongolfiera! Il globo vivente crollò, lacerato in innumerevoli goccioline che evaporarono un istante dopo come se non fossero mai esistite.

"Hmph. Mi chiedo che diavolo fosse... non ha nemmeno lasciato dati da assorbire." affermò. Per quanto lo riguardava, quell'affare non era un suo problema. Se Zhuqiaomon e i suoi Deva erano davvero tanto preoccupati, che se la vedessero loro con quella porcheria.

 

Tuttavia... non riusciva ad ignorare quella sensazione inquietante che quell'affare emanava. Non aveva mai visto nulla di simile... era qualcosa che non apparteneva al Mondo Digitale, un elemento estraneo che non aveva posto tra le creature di quella terra. Poteva essere una minaccia anche per lui?

Non ne era sicuro, e non era ancora convinto che fosse affare suo. Tuttavia, adesso in un angolo della sua mente si era fatto strada un dubbio. Forse era il caso di tenere d'occhio quello strano fenomeno? Poteva essere un problema anche per lui...

 

Dopo essere rimasto ancora qualche istante lì vicino, per assicurarsi che quella cosa inquietante non lo stesse seguendo, Beelzemon salì nuovamente in sella a Behemoth e diede gas, voltandosi indietro ancora per un paio di volte. Per quanto cercasse furiosamente di reprimere questa sensazione, l'idea che quell'affare fosse ancora lì, in fondo a quel burrone, non lo faceva stare del tutto tranquillo...

 

Ma la preoccupazione fece presto spazio ad un'idea. Sicuramente, i Deva e il loro Sovrano non avrebbero potuto passare sotto silenzio quel particolare fenomeno... chissà, se lo avesse tenuto d'occhio, anche quei mocciosi sarebbero stati attirati da quello strano fenomeno... e allora, avrebbe avuto un'altra occasione per pareggiare i conti con Gallantmon.

"Interessante... forse questo strano fenomeno potrebbe tornare a mio favore." disse tra sè il Digimon demoniaco. "Intanto, è meglio cercare un luogo dove potrò assorbire un po' più di dati. Per quando sarà il momento di regolare i conti con quei ragazzini insolenti e i loro Digimon addomesticati... voglio essere al massimo della forma."

 

Beelzemon diede gas e si allontanò, scomparendo all'orizzonte con un'assordante rombo di motori...

 

 

oooooooooo

 

 

La mattina dopo...

Il gruppo dei Tamers e dei Digimon che si erano uniti a loro avevano ripreso il cammino, cercando di arrivare quanto prima alla loro destinazione. Per la verità, Ryo non era stato troppo convinto, temendo che Takato fosse ancora troppo debole per sostenere una camminata così impegnativa, ma il ragazzino e il suo Digimon erano stati più che chiari, e avevano insistito che potevano farcela. Anche Jenrya aveva voluto essere sicuro che Takato e Guilmon non si strapazzassero più del dovuto... ma Ruki era intervenuta a favore di Takato.

 

"Senti, cervellone, Takato-kun non ha bisogno di qualcuno che gli faccia da babysitter." aveva detto la rossa Digimon Queen, davanti alle insistenti rimostranze di Jenrya. "Se dice che se la sente, è perchè se la sente. E comunque, ad un certo punto dobbiamo pur muoverci." 

Renamon annuì. "Se fossimo rimasti da quelle parti, saremmo diventati un bersaglio troppo facile per qualsiasi Digimon si trovasse lì. Compresi i Deva." commentò la volpe. Anche in quel momento, il gruppo si era limitato a percorrere i canyon più stretti, in modo da proteggersi sia dal sole cocente che dagli sguardi acuti dei Digimon predatori.

 

Jenrya sospirò e guardò in direzione di Shuichon, senza dubbio quella che aveva meno preoccupazioni di tutti loro. La bambina camminava nel bel mezzo del gruppo, dove poteva essere meglio protetta, e parlava senza troppi problemi ora con qualcuno, ora con qualcun altro... in quel momento, in effetti, Shuichon trovava Alice e Dobermon molto interessanti, e la biondina stava avendo un po' di difficoltà a gestire tutta questa attenzione ed energia!

 

"Wow! Quindi il tuo nonno ha aiutato a creare i Digimon? E' davvero un uomo in gamba!" stava esclamando la bambina più piccola, mentre con una mano accarezzava un imbarazzato Dobermon. Essere coccolato da una bambina non faceva dei gran favori alla sua aria da feroce cane da guardia...

 

"Beh..." cercò di dire Alice. Stava cercando le parole giuste per spiegarsi a Shuichon senza apparire sgarbata. "Mio nonno... faceva parte del gruppo dei Monster Makers. Sono... le persone che hanno iniziato il progetto Digimon. Non... pensavano che potesse sfuggire di mano fino a questo punto..."

"Hm? Perchè, non sei contenta di aver conosciuto Dobermon?" chiese Shuichon, un po' più calma ma comunque entusiasta. "Io devo ringraziare il tuo nonno e i suoi amici! E' grazie a loro che ho conosciuto Terriermon e Lopmon!"

 

"E' ancora... un po' strano... viaggiare con voi umani..." disse Lopmon, le cui memorie di quando era Antylamon non erano svanite. "Però devo ammettere che mi piace..."

Chissà, stava pensando l'ex-Deva Coniglio. Forse, se avessero davvero dovuto confrontarsi con il Sovrano, avrebbe potuto dare una mano a convincerlo.  Forse. Con tutto il rispetto che Lopmon / Antylamon aveva per il suo sovrano, non poteva certo ignorare il carattere irascibile di Zhuqiaomon.

 

Alice, da parte sua, non era molto sicura di cosa rispondere. Dobermon era il suo partner, certo... e doveva ammettere che le piaceva passare del tempo con lui. Era piacevole anche soltanto stare assieme, senza scambiarsi una parola. Però... sapeva che non sarebbe durato. Prima o poi, temeva che sarebbe giunto il momento della separazione.

 

"Cavolo, quanto ancora dobbiamo camminare per uscire da questo labirinto di canyon?" si lamentò qualcuno, e Alice ringraziò tra sè la distrazione che le risparmiava di dover dare una risposta. Questo, chiaramente, era Hirokazu, e la sua situazione era peggiorata dal fatto che doveva portarsi dietro Hagurumon - il piccolo Digimon meccanico non era abbastanza veloce da tenere il passo con il resto del gruppo, e al tempo stesso era molto più pesante di quanto le sue ridotte dimensioni non lasciassero credere.

 

"Faremmo prima, se mettessi un po' a tacere quella tua lingua lunga." lo rimproverò Ruki.

 

"Hey! Per tua informazione, regina dei Digimon..." reagì Hirokazu, le ultime tre parole dette con un sarcasmo che faceva il paio con quello della ragazzina. "Sono giorni che camminiamo in questa specie di valle della morte circondati da tutti questi Digimon che non chiedono di meglio che di farci la pelle! Tanto spiacente se sono un po' contrariato!"

 

"Fino a prova contraria, siete stati voi due a voler venire per forza. Non sono stata io ad obbligarvi." rispose Ruki senza perdere un colpo. "Quindi, se devi aprire bocca, almeno cerca di farlo per dire qualcosa di utile, invece che lamentarti."

"Per favore. Non è questo il momento di litigare." affermò Leomon, provvedendo a mettersi in mezzo ai due litiganti, con grande sollievo di Takato, Juri e Calumon. "Abbiamo già abbastanza problemi senza farci distrarre da dispute personali."

"Leomon ha ragione, dobbiamo pensare a come fare." continuò Jenrya. "Adesso che Calumon è con noi... è solo questione di tempo prima che i Deva rimasti ci diano la caccia."

 

"E ho l'impressione che non sarà facile convincerli a desistere." affermò Renamon. Ruki storse il naso, ma non disse nulla e si convinse a lasciar perdere le sue rimostranze.

 

Come se le parole di Jenrya si fossero rivelate in qualche modo profetiche, Guilmon si fermò di colpo e annusò l'aria. L'odore era inconfondibile. Lo stesso che aveva sentito poco prima di ogni incontro con un Deva. Gli occhi del piccolo dinosauro si strinsero, e una luce di allarme si accese nelle sue pupille.

"Takatomon, siamo in pericolo. Stanno arrivando. E sono in tanti." affermò.

Takato e gli altri si misero rapidamente in guardia. "Cosa? Sei sicuro, Guilmon?"

 

Anche Monodramon si era messo in guardia. "Si stanno avvicinando... e sono in tanti. Stavolta hanno deciso di non lasciare nulla al caso." affermò.

"Rilevo... numerose fonti di energia..." esclamò Hagurumon, la cui voce metallica non riusciva a nascondere il suo allarme. Renamon corrugò la fronte, Leomon si mise davanti a Juri e afferrò l'elsa della sua spada. Anche Meramon, pur sapendo di non poter fare molto contro dei Deva, si mise in guardia, e le fiamme che lo componevano presero ad ardere con più forza.

 

"Si stanno avvicinando... e temo che si tratti di numerosi Deva. Non solo loro, in effetti..." disse il Digimon leonino. Lopmon rabbrividì, Dobermon guardò da una parte all'altra e fiutò l'aria, e i Tamers cercarono le loro carte e i loro D-Ark per prepararsi a quello che appariva come uno scontro inevitabile. "Tre... quattro... cinque... ce ne sono addirittura otto!"

 

"Stanno arrivando, calu..." mormorò Calumon, piegando le orecchie contro il corpo in un gesto di paura.

 

"Ma bene, sciocchi Tamers! Avete deciso di venire personalmente a consegnarci la Shining Evolution?" ringhiò una voce sarcastica, appartenente ad un massiccio Digimon simile ad un enorme cane apparso sopra una delle rupi più basse, proprio davanti al gruppo: coperto da una pesante armatura argentata, con un mantello viola sulle spalle e una maschera mostruosa sul volto, il Deva Cane Chatsuramon fissava rabbiosamente il gruppo con un paio di occhi simili a sfere di lava incandescente. La sua bocca mostruosa, resa ancora più terrificante dalle zanne ricurve che ne uscivano, era contorta in un ghigno rabbioso. "O forse avete deciso di tentare il tutto per tutto? Pur sapendo che non avete possibilità contro tutti noi messi assieme?"

 

Si sentì un potente colpo d'ali, e il Deva Tigre Mihiramon atterrò accanto alla rupe dove Chatsuramon si trovava. Con un ghigno acuto, il feroce felino ripiegò le ali sulla schiena e si mise in guardia, il sole che riluceva sugli scudi montati sui fianchi e sulle spalle. "Se non altro, dobbiamo riconoscere che avete fegato." ruggì, la coda che si muoveva rapidamente da una parte all'altra.

 

"La vostra forza è diventata troppo grande. Non possiamo permettervi di andare avanti, o diventerete una minaccia per tutti noi!" tuonò Vajiramon. Il Deva Bue apparve sopra un altro costone di roccia ai lati del gruppo, tenendo una spada in ciascuna mano. Pajiramon, la Deva Pecora, era al suo fianco, con la balestra già carica e puntata contro i suoi nemici. Un po' più in là, cominciò a sentirsi un rombo sordo... e quando Ryo e Monodramon si voltarono in quella direzione, videro una familiare figura simile ad un serpente ad otto teste. Orochimon, senza ombra di dubbio... e vicino a lui si trovava Makuramon, che fissava rabbiosamente i Tamers che considerava responsabili della situazione difficile in cui si trovava. Infine, da un altro lato, i ragazzi videro arrivare Santiramon, il Deva Serpente, e Kumbhiramon, il Deva Topo.

 

Il gruppo dei Tamers era effettivamente circondato. Non c'era modo di sfuggire a quella trappola senza affrontare almeno due dei nemici...

"Accidenti, sono riusciti a metterci in trappola..." affermò Jenrya. Terriermon si mise in guardia e prese fiato, mettendosi davanti non solo al suo Tamer ma anche alla sua sorellina.

 

"Hey, Kenta... mettiti dietro di noi!" affermò Hirokazu, con una serietà che quasi lo faceva sembrare un'altra persona. "Tu non hai ancora Digimon. Ci pensiamo noi a combattere."

"Va... va bene!" rispose il ragazzino con gli occhiali, con un brivido di paura. Se anche Hirokazu stava prendendo sul serio questa minaccia, voleva dire che erano davvero in guai seri.

 

"Avete un'ultima possibilità, umani! Sono abbastanza magnanimo da darvi questa chance! Il nostro Sovrano non avrebbe tutta questa generosità!" tuonò Chatsuramon dopo qualche istante passato a scrutare il gruppo dei Tamers, e cercare di rendersi conto di quale fosse la minaccia maggiore. Sicuramente, quel piccolo Digimon rosso chiamato Guilmon era quello che meritava la sua attenzione immediata... ma c'era qualcosa nel partner di Ryo che per qualche motivo lo inquietava. Un'energia sconosciuta, che Chatsuramon non era sicuro di poter descrivere... come un fuoco che ardeva sotto le braci e non aspettava che il momento giusto per scatenarsi su tutto ciò che lo circondava...

 

"Consegnateci la Shining Evolution, e tutti i Digimon che sono con voi. Saranno adeguatamente giudicati per il loro tradimento nei confronti del nostro Sovrano." continuò il Deva Cane, dopo essersi assicurato che tutti i Tamers stessero prestando attenzione. "Voi ve ne andrete dal Mondo Digitale e tornerete alle vostre vite, dimenticando tutto quello che avete visto qui. Non tornerete mai più a DigiWorld, e noi in cambio non minacceremo più le vostre miserabili vite. Questa è la vostra ultima possibilità. Scegliete con saggezza."

 

Orochimon mosse nervosamente le sue otto teste, tenendo d'occhio quanti più possibile del gruppetto. Aveva l'impressione che ben pochi di loro avrebbero accettato... e questa sua impressione fu confermata quando, dopo un istante, Takato e Guilmon si fecero avanti.

"Perchè deve per forza andare così?" esclamò il ragazzino. "Non siamo venuti qui per combattere. Volevamo solo recuperare il nostro amico Calumon e cercare di risolvere i nostri contrasti. Vorremmo parlare al vostro sovrano, e trovare una soluzione che vada bene a tutti e due!"

"Ma non vi consegneremo Calumon!" rispose Ryo. "Non sarà così che sconfiggeremo il vostro vero nemico. Se ci attaccate, ci difenderemo... e non vi lasceremo prendere Calumon!"

 

"Grazie, calu..." disse il piccolo Digimon, sentendosi più sicuro.

 

Chatsuramon ghignò sinistramente. "Immaginavo che avreste risposto così. E per certi versi, lo speravo." ringhiò. "Ci siete costati molto, ragazzini impudenti. Voi e i vostri schiavetti avete già eliminato diversi di noi, e quest'offesa al nostro onore va vendicata in qualche modo. Deva, ora tocca a voi. Eliminate tutti questi mocciosi e i loro Digimon addomesticati. Ma catturate la Shining Evolution e quel Monodramon. Devono essere nostri, a qualsiasi costo."

 

Tutti i Deva ed Orochimon si prepararono allo scontro, e il gruppo di Tamers e Digimon si dispose in un cerchio. Non tutti erano sicuri di potercela fare, e quella si preannunciava come una battaglia molto difficile... ma forse, se fossero riusciti a fermare i Deva, avrebbero avuto la possibilità di risolvere una volta per tutte quella situazione così difficile.

 

"Takatomon." disse Guilmon.

 

Takato si aggiustò gli occhialoni ed estrasse la sua prima carta. "Sì, Guilmon. Sono pronto." affermò, e prese un respiro profondo. Era il momento della verità...

 

 

oooooooooo

 

 

CONTINUA...   

 

 

 

  

 

 

 

 

 

  

 

  
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