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Autore: Sararmuz    01/05/2021    1 recensioni
Una fanfiction sulla coppia Darklina. Prende spunto sia dal primo libro che dalla serie TV. Ho mantenuto le caratteristiche principali dei protagonisti, iniziando la narrazione dopo la fuga di Alina dal Piccolo Palazzo e dall'Oscuro. Inizia con lei in fuga verso il Nord con Mal, e nella fanfiction ho voluto creare nuovi momenti Darklina. Potrebbe avere una prosecuzione parallela alla storia originale di Leigh Bardugo.
Genere: Angst, Dark, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alina Starkov, Altri, Darkling, Malyen Oretsev
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Fanfiction Darklina di Sararmuz
Buona lettura

(I desideri non si possono evocare,
né soffocare a piacimento.
Essi nascono dalle profondità
più remote del nostro animo,
più nascosti di ogni altra intenzione
siano essi buoni o cattivi.
E a nostra insaputa.

Michael Ende )

E' NELL'OSCURITÀ CHE SI TROVA LA LUCE

It is in the darkness that one finds the light

 

CAPITOLO 1 : PERSA NEI SOGNI

 

Da giorni continuavamo a spostarci senza sosta per evitare i vari nemici che ormai mi cercavano. Per uccidermi a causa dei miei poteri come Grisha o peggio, per vendermi e usarmi come arma essendo la prima Evoca luce. Ormai i problemi che mi causavano i miei lineamenti misti Shu erano l’ultimo dei miei pensieri.

Ero Grisha da solo qualche mese e non mi capacitavo ancora di come potessero essere odiati e perseguitati come streghe da molte persone del continente. Ho letto la loro storia, e devo ammettere che la loro situazione è migliorata solo dopo l’arrivo dell’oscuro che ne ha alzato il valore nella società e il prestigio. Ma le superstizioni restano e la Faglia d’Ombra creata non ha giocato a loro favore. Come vorrei essere forte abbastanza per distruggerla per sempre. Ma ora come ora mi è impossibile. Certo avrei avuto una possibilità con l’aiuto dell’Oscuro come amplificatore...Ma essendo lui l’eretico nero non poteva più essere un opzione, dovevo contare solo sulle mie forze e per farlo dovevo trovare il Cervo bianco che vedevo dei miei sogni.

I giorni da fuggiaschi scorrevano frenetici Cercavo spesso di non pensare a lui durante i pochi momenti in cui Mal e io ci accampavamo per riposare. Ero finalmente con Mal, la prima e unica famiglia che abbia mai avuto, oltre che il mio primo amore. Eppure mi sentivo come incompleta. Possibile che sia riuscito a far penetrare i suoi tentacoli di oscurità dentro di me così in profondità ?

Razionalmente lo odiavo per avermi ingannata, e per il fatto di essere lui la causa di tante morti e dolore, ma per il mio cuore era un’altra storia. Lo sentivo spezzato quasi fossi stata colpita da uno Spaccacuore.

Continuavo a rivedere il suo volto nelle ombre, con quegli occhi penetranti che mi chiamavano a se, e a ripensare ai momenti passati con lui, in cui credevo alle sue dolci parole. Mi ripetevo che erano solo Inganni per manipolarmi, ma nel mio cuore il dubbio che ci tenesse per davvero restava.

Poi iniziai a sognarlo. Il suo ricordo mi perseguitava ogni volta che abbassavo la guardia. Il sogno iniziava sempre allo stesso modo: Io e Mal che correvano spensierati nel prato dell’orfanotrofio. Poi arrivava il cervo bianco a condurmi nel bosco, e proprio mentre stavo per toccargli il manto lucente sentivo i suoi occhi su di me, il cervo fuggiva lasciandomi sola in sua presenza.

I sogni diventavano sempre più nitidi e reali, le prime notti il generale Kirigan era lontano per poi farsi via via sempre più vicino, fino a quasi sentirne il respiro sulla pelle. Mi svegliavo sempre col cuore che mi scoppiava nel petto e il fiato corto. Mal preoccupato mi chiedeva dei miei incubi, ma non avevo il coraggio di raccontargli la verità sulle mie palpitazioni, per cui mi sentivo in colpa. Avere Mal accanto mi scaldava il cuore, ma in un modo diverso ormai.

 

Senza rendermene conto, attendevo la notte per poterlo rivedere nel mondo dei sogni, dove nessuno avrebbe potuto giudicare i miei sentimenti e il mio cuore, che lo desiderava ancora malgrado tutto.

Nelle ultime notti lui era nel bosco del Piccolo Palazzo, vicino alla fontana dove mi aveva condotta mesi fa, in un giorno di addestramento. Era proprio dietro di me che mi attendeva. Potevo sentire il calore irradiato dal suo corpo imponente. Allungava la sua mano verso di me sistemandomi una ciocca di capelli ribelli dal viso, mentre mi giravo verso di lui per vedere il suo bel volto cupo, che era illuminato da un raggio di sole filtrato dagli alberi. Il suo sguardo sembrava diverso dal solito, era felice e sollevato nel vedermi, mentre mi accarezzava il viso dolcemente col pollice. Il suo tocco così delicato, caldo e possessivo sembrava così reale da farmi rabbrividire. Poi per la prima volta nei miei sogni prima muti, iniziò a parlarmi.

Alina” sospirò , “sei davvero tu?” domandò, guardandomi dritto negli occhi sorpreso, spostando la sua mano dietro al mio collo. Io tenendo lo sguardo in alto verso di lui, ero estasiata nel risentire la sua voce, ma allo stesso tempo un po’ confusa dalle sue strane parole.

Alexander, che bello risentire la tua voce, non pensavo fosse possibile” dissi accarezzandogli la barba rude e un po’ cresciuta, che tanto mi mancava. Lui mi strinse forse a se sussurrandomi

Che bello vedere che stai bene, ero preoccupato da quando te ne sei andata”. Sentii la stretta al cuore, che mi accompagnava da giorni, che si allentava, e un calore propagarsi dentro di me imporporandomi le gote. Stando così abbracciati non poteva notare il mio rossore, ma io potevo sentire il suo cuore battere forte quanto il mio.

Che strane parole da dire in un sogno, pensai. Di solito lo sognavo fermo e freddo come il generale che era, che mi fissava intensamente quasi a giudicarmi silenziosamente, per essere scappata da lui. Nei sogni precedenti non mi aveva mai toccata così calorosamente. Colsi l’opportunità datami da questo sogno diverso dal solito, per allontanarmi dal suo petto, per poi alzarmi in punta di piedi e baciarlo finalmente. Quanto mi mancava quella bocca. In quel momento i suoni di fondo del bosco e dell’acqua della fontana erano come spariti, lasciando solo i nostri respiri uniti da questo bacio rubato.

Lui dopo un primo momento di sorpresa, ricambiò il mio bacio improvviso, con forza e sentimento. Sentii la sua bocca farsi sempre più famelica cercare di schiudere la mia. Io non opposi resistenza ma cedetti volentieri terreno a lui e alla sua lingua. Mi strinse a se, più vicino al suo corpo vigoroso accarezzandomi al contempo la nuca e il fianco. Io gli avevo gettato le braccia al collo per tenerlo vicino a me, temendo che da un momento all’altro mi sarei svegliata e sarebbe finito tutto per sempre.

Oh Alina, come mi sei mancata” disse prendendo fiato tra un bacio e l’altro.

Non avrei dovuto lasciarti sola quel giorno nella sala delle mappe”.

Non capivo bene cosa stesse dicendo presa come ero dalle sue calde labbra. “ Non ti avrebbero mai riempito la testa di bugie su di noi, e per fare questo...” disse dandomi un bacio leggero, “...non avremmo dovuto attendere così tanti giorni”. Continuando a baciarci, disse tutto ciò con occhi pieni di sentimento, e malgrado il piacere che stavo provando, capii che c’era qualcosa di strano.

Mi scostai improvvisamente da lui, come poteva un sogno dire queste cose, Pesai.

Sei davvero qui, Kirigan? “ chiesi sconvolta aprendo gli occhi spaventata. “ non può essere! È solo un incubo che mi gioca uno strano scherzo.”

Lui sollevo il sopracciglio.“ Sono tornato ad essere Kirigan ora?”, e con un sorrisetto rispose in tono leggero.“ Non mi sembrava proprio che stessi vivendo un incubo prima”, e prosegui malizioso,“ Tutt’altro direi, da come ti sei gettata tra le mie braccia poco fa”. Disse mentre mi si avvicinava.

No, Stammi lontano! “ urlai quasi indietreggiando. “ tu mi hai sempre ingannato e mentito. Non so neanche se Alexander sia davvero il tuo nome”. Lui mi fulmino con lo sguardo sentendo le mie accuse, ma io proseguii. “E adesso, sei entrato nella mia testa durante il sonno per confondermi ancora di più ?!”.

Lui sembrava sinceramente offeso dall’accusa. “ Credi davvero che ti avrei confidato un nome che non mi apparteneva? E che sia IO a perseguitarti nel sonno?” Chiese il Generale cercando il mio sguardo sfuggente.

Ovvio!” risposi sicura di me ricambiando finalmente lo sguardo.“Tu sei l’Oscuro, l’Eretico nero. colui che farebbe di tutto per avere più potere, e in questo caso il mio”.

Lui impedendomi di allontanarmi ancora, mi prese il polso con forza avvicinandomi a se, dicendo

Mi spiace rovinare questo tuo bel racconto, sul cattivo che ti rovina il sonno” disse irritato.

Ma mia cara signorina Starkov, in realtà sei tu che invadi i miei sogni da giorni cercandomi mentre dormo.” Poi prosegui freddamente “ Oggi ho solo trovato il modo di concederti l’accesso alla mia mente per poterti vedere anche io”. A questo punto mi teneva entrambi i polsi, e avvicinando il viso al mio, tanto da sentirne il respiro caldo sulla guancia e il solletico per la sua barba, disse. “ Credo che tu stia mentendo a te stessa, dato che sei tu quella che mi perseguita di notte.” Io sentendo quella verità negata non riuscivo a proferire parola, come una statua di sale e lui prosegui.

All’inizio nel sonno mi sentivo osservato da lontano, poi avvicinandomi alla fonte ho capito che appartenevano a te gli occhi che mi cercavano nel buio. Non che questo mi dispiacesse”. Mi sussurro ora vicino all’orecchio. Io rabbrividì ed ebbi una scossa lungo la schiena. Come poteva farmi questo effetto senza essere davvero qui con me, mi chiesi. Cercando le forze residue alzai lo sguardo, e trovandomi terribilmente vicina al suo viso, dissi “ Forse di notte mentre dormo potrei anche cercarti, ma sappi che di giorno e vigile fuggirei da te Oscuro”.

Lui sembrò per un attimo ferito da quelle dure parole. Poi incupendosi con aria di sfida mi diede un ultimo brusco bacio.

Non temere Alina, qui nel mondo dei sogni sarai stata tu a cercarmi per prima, ma nel mondo reale ti prometto che sarò io a trovarti. Poi vedremo chi di noi due ha mentito all’altro stanotte Evoca luce” disse, prima di chiudermi fuori dalla sua mente.

Mi svegliai in un bagno di sudori freddi, che mi fecero tremare, malgrado la pelliccia che mi proteggeva dalla neve tutt’intorno. Guardai il fuoco del campo ormai spento e capii che io e Mal dovevamo muoverci al più presto, perché l’Oscuro era sulle nostre tracce, e ormai lui sapeva cosa stavamo cercando mentre avevo abbassato la guardia. Imprecai verso me stessa e tirai un calcio al piede di Mal. “ Alzati, dobbiamo muoverci subito!”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

'Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Leigh Bardugo ; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro'.

   
 
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