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Autore: Drei    02/05/2021    3 recensioni
"È ora.
Le odiate campane suonano ancora, anche se del tempio rimane solo la cenere.
Cersei le sente rimbombare nella sua mente, solenni, inevitabili come una profezia che infine si è compiuta..."
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cersei Lannister
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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È ora.

Le campane del tempio suonano.

Mai come oggi ha odiato il loro rumore.

 

Cersei avanza verso l'esiguo drappello che circonda la salma, ripristina il silenzio con la sua sola presenza. È cieca per ognuna di quelle persone, anche l'occhiata preoccupata del vicino Tommen sembra scivolarle di dosso. L'unico sguardo che vorrebbe incontrare si è chiuso per sempre, sigillato da due pietre che niente hanno in comune con il vero colore dei suoi occhi.

Perché era bello il suo bambino.

Perché quell'uomo steso su drappi scarlatti è proprio lui, il suo bambino.

Perché anche se negli ultimi anni ha faticato a riconoscerlo in quegli abiti da re, lei riesce ancora vederlo suo figlio, perfino sotto il pallore della morte.

 

Jaime la guarda da lontano.

Lui non sa cosa vuol dire. Scoprirlo ora rende il momento più doloroso, è la prima volta che lei e suo fratello sono tanto lontani.

Nessuno dei presenti sa cosa vuol dire, chi di loro è mai riuscito ad amarlo?

Amare Joffrey.

Amare Joffrey tanto da non vederlo più davvero.

Una follia che solo la madre di un folle avrebbe potuto compiere, dopotutto.

La follia per cui non potrà mai pentirsi...né perdonarsi.

 

***

È ora.

Le campane del tempio suonano.

 

Cersei si è ricreduta, le ha odiate ancora da quell'ultima volta in cui le aveva maledette.

Lo ha fatto ogni dannato giorno trascorso nelle sudice segrete, e poi di nuovo, mentre la dignità le veniva strappata insieme ai vestiti davanti ad una folla di bifolchi urlanti. Ma che cosa sono la sofferenza di un corpo martoriato o un cuore pieno di vergogna in confronto alla perdita di una parte di sé stessi?

 

La parte migliore, la più pura, quella che per anni le è stata lontana e di cui ha sentito la mancanza come un arto mozzato.

È in quel tempio. Non la può vedere, eppure la sente, anche a centinaia di metri di distanza.

Myrcella è lì, ancora una volta, lontana da lei.

 

La immagina Cersei, la vede ancora come la bambina che ha salutato, dato che mai le è stato concesso di conoscerla come donna.

“era innamorata...ha vissuto una vita breve, ma felice”, le ha detto Jaime con una smorfia che stona con le sue parole.

Si rende conto che ora anche lui può capire, tuttavia non si sente meno distrutta.

 

La saluta da una finestra lontana, la più dolce dei suoi figli; così dolce, considera, da esser scomparsa in un bacio.

Un bacio che verrà ricambiato.

Chi le ha causato questo dolore lo proverà di rimando tre volte più forte: un Lannister paga sempre i propri debiti.

 

***

È ora.

Le odiate campane suonano ancora, anche se del tempio rimane solo la cenere.

Cersei le sente rimbombare nella sua mente, solenni, inevitabili come una profezia che infine si è compiuta.

 

Tommen era l'ultimo frammento del suo cuore distrutto, l'umanità che d'ora in avanti ripudierà per sempre.

Il dolore è silenzioso, o almeno, il suo non conosce più parole. Comunica con un linguaggio proprio che Cersei, suo malgrado, ha imparato a comprendere fin troppo bene. Lo vede riflesso in occhi verdi gemelli dei suoi quando li scorge in mezzo alla folla chiamata ad assistere all'incoronazione, quasi come a ricordarle quanto ha perso.

 

La corona le viene posata sul capo.

 

“Lunga vita alla regina”

 

è sporca di sangue, nessuno sembra farci caso.

 

“Lunga vita alla regina!”.

 

Siede sul trono.

 

Aveva sentito Robert lamentarsi di quanto fosse scomodo quel “dannato sedile di ferro”, ma Cersei vi si adatta alla perfezione. Sente di avere una visuale perfetta da lì. Vede uno per uno i volti di quei sudditi traditori, il loro timore, la domanda ripetuta in ognuno dei loro sguardi: che cosa succederà adesso?

 

Sorride.

C'è solo una cosa che le è rimasta da fare.

Prendersi la sua vendetta.

 

 

   
 
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