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Autore: Atenah    02/05/2021    0 recensioni
Avete mai pensato che il mondo che conosciamo non è altro che un fascio di storie? Esse si intrecciano fra di loro, annodandosi, confondendosi l’una con l’altra e non c'è nessuno che le possa conoscere nella loro interezza.
Vi narrerò quindi una storia di Inganno e Fedeltà che, come potrete immaginare, parlerà anche di caos e tempeste, essendo ciò veramente inevitabile quando si uniscono due opposti.
Loki x Sigyn
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Frigga, Loki, Odino, Sigyn, Thor
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ᛚᛁᚦ ᚠᛁᛘᛘ - Lið fimm

(Continuo quinto)

 

 

Sigyn chiuse gli occhi catturando tutte le sensazioni di cui riusciva rendersi conto. La più forte era il profumo inebriante della pelle di Loki, lì dove la sua fronte poggiava nell’incavo del suo collo e poteva sentire la sua mandibola affilata sfiorarle il capo. C’era però anche il vento che si infilava fra i suoi capelli di luna rinfrescandole la sua mente ed in netto contrasto la mano bollente del Principe le cingeva la vita. Il sapore della libertà.

Era Mið-sumar 1 e Sigyn aveva passato la mattinata al fianco di Frigga, che sembrava apprezzare la sua compagnia, aiutandola a dare disposizioni ed organizzando le decorazioni Giardino reale. Il Solstizio di estate era un gran evento ad Asgard come a Vanaheimr e la Principessa aveva sempre contato la festa fra le sue preferite. Le piacevano le decorazioni di fiori e nastri e pensando alle danze al lume dorato dei falò le si riempiva il corpo di calore.

Quella mattina però era distratta e la Regina aveva dovuto riportarla alla realtà più volte provocando sguardi di rimprovero da parte di Freija. A Sigyn non importava, non era più una bambina già da un pezzo ormai ed era felice. Sapeva che si trattava di uno stato temporaneo e quando se lo ricordava vi era una velo odi amarezza che le riempiva la bocca, ma poi si diceva che tutte le emozioni sono passeggere e che quindi, infondo, non c’era da preoccuparsi.

Loki era venuto appena si era trovata sola, quando il sole era alto e di fuoco ed i membri della corte andavano a ripararsi sotto le alte colonne dorate. Era diventato il loro momento, quando tutti scappavano dai raggi scottanti loro si lasciavano bruciare dalla luce e sparivano agli occhi abbagliati degli Æsir.

Sigyn si era lasciata rapire ridendo e poi si erano avvolti nell’incantesimo che il Principe le aveva insegnato e che lei aveva appreso in fretta. Così si allontanavano dal palazzo celati alla vista di altri, scambiandosi baci frettolosi, che non potevano aspettare, e si spingevano nei boschi, verso il fiume… Loki sembrava conoscere un’infinità di posti che per un po’ appartenevano solo a loro.

ᛚᛋ

Le aveva assaggiato le labbra a lungo ed ogni volta che si era dato del romantico disperato, Sigyn aveva preteso un altro bacio ancora ed allora lui si era scordato, anzi, si era detto che non importava.

I momenti di urgenza rovente erano terminati e le ombre iniziavano ad allungarsi lentamente, ma Loki sapeva già che l’avrebbe baciata nuovamente.

Era seduto con la schiena contro la roccia calda che il fiume aveva minuziosamente lavorato col tempo. Sigyn aveva nascosto il viso nell’incavo del suo collo, le gambe appoggiate sulle sue, stava pensando e lui la lasciò in pace.

Lei alzò il capo e poso le sue labbra sulla sua mandibola. L’incantesimo stava giungendo a termine, lui lo sapeva ed anche lei lo percepiva, quindi la tirò verso di sé e catturò le sue labbra per un altro po’.

“Dobbiamo tornare.” disse la Vanir con un piccolo broncio che le increspava le labbra gonfie e che Loki aveva imparato ormai a riconoscere. Si alzò tirandola su con sé, ma non disse niente, desideroso di mantenere la loro piccola illusione ancora per un po’.

Tornarono a palazzo avvolti dalla magia e silenziosi.

C’erano state altre donne in passato, addirittura nel suo letto, ma con Sigyn era diverso. Gli piaceva il sapore delle sue labbra, ma anche parlare con lei di incantesimi e rune magiche ed il modo in cui riuscivano a stare insieme in silenzio seguendo ognuno i propri pensieri, ma pur sempre godendo della presenza dell’altro. Si chiese se era il caso preoccuparsi o se stesse impazzendo.

ᛚᛋ

Sigyn riuscì a sgusciare nelle sue stanze giusto in tempo prima che le ancelle di Freija arrivassero per vestirla. Sua zia era chiaramente convinta del fatto che non fosse in grado di scegliere un abito appropriato da sola, ma la Principessa aveva ancora le labbra rosse di baci e felicità e così si lasciò lavare e vestire senza opporre resistenza.

A Mið-sumar si ringraziava per i raccolti abbondanti e la fertilità e perciò le ancelle le intrecciarono fiori nei capelli e massaggiarono la sua pelle con oli profumati.

L’ultimo pizzico di sapore di libertà svanì dalla sua lingua quando si guardò allo specchio. Fasciata in un abito rosa pallido dalla stoffa leggera come aria e con una scollatura decisamente esagerata, era meravigliosa. Bellissima ed accattivante allo stesso tempo, la perfetta accompagnatrice per una festa.

Le venne in mente che l’uomo con cui avrebbe passato la serata non era affatto quello di cui conosceva così bene il sapore delle labbra, ma il suo promesso sposo dalla barba ispida e rossiccia che l’aveva picchiata. Sentì l’impulso di strapparsi tutto di dosso. Non voleva essere bella per Theoric.

Pensò alla mani di Loki che si impigliavano nei suoi capelli quando si chinava a baciarla ed a come la teneva per la vita e quindi diede un’ultima occhiata alla sua immagine nello specchio, si leccò le labbra e si dipinse sul viso un sorriso di perfetta contentezza.

Voleva continuare a passare lunghe ore con Loki ed osservare i suoi occhi chiari quando pensava e perciò la segretezza era indispensabile. Si alzò pronta per la serata come una valchiria che si prepara alla battaglia.

ᛚᛋ

Il Giardino reale era stato allestito con cura e sembrava di trovarsi in un immenso mazzo di fiori che profumavano l’aria in modo quasi troppo intenso. Al centro era stato acceso un grande falò che inondava tutto di una luce dorata e calda che andava a mescolarsi con quella bassa del sole che non sarebbe tramontato ancora per un po’, del resto era la giornata più lunga dell’anno.

Su un palchetto rialzato, oltre al Padre Tutto e la Regina, troneggiava anche Freija, bellissima e dalle labbra rosse. Alcune coppie si avvicinavano a lei per far benedire un figlio in arrivo o si rivolgevano a lei per un matrimonio felice e di lunga durata. La Dea della Fertilità e Desiderio era nel suo elemento e suo fratello gemello Freyr sembrava quasi svanire al suo fianco.

Maledizione, imprecò Loki fra i denti quando lo raggiunse lo sguardo indagatore di Fandral. Avrebbe dovuto portare qualche ragazza come accompagnatrice, ma per qualche assurdo motivo (non osava neanche pensare che fosse per via della Principessa Vanir) non aveva avuto voglia di invitare nessuno, ed ecco che si trovava a dove dare fastidiose spiegazioni.

Trovare il Principe corvino senza accompagnatrice un volta era strano, ma vederlo solo per la seconda festa di fila, perlopiù per Mið-sumar, faceva quasi sorgere preoccupazioni; addirittura Hogun aveva finalmente a suo fianco l’ancella bionda.

Thor, accompagnato come al solito da Sif, che sembrava dare tutto per scambiare l’abito giallo che aveva addosso con la sua armatura, lo scrutò con uno sguardo interrogativo, ma non disse nulla.

“Accidenti, Loki! Qualche strega ha lanciato una maledizione su di te per scacciare tutte le donzelle?” fece Fandral dandogli una pacca sulle spalle. A lui gliene importava decisamente troppo delle donzelle.

“Semplicemente trovo ridicolo che durante questa festa sembri improvvisamente sbocciare amore da tutte le parti, quando veramente è solo un’occasione per gli uomini di portarsi a letto qualche bella ragazze e per le donne più disperate di trovare qualcuno altrettanto disperato con cui condividere il resto della vita in un patetico matrimonio.” disse in un tono che uscì più duro di quanto volesse.

“Ahi-ai, Lingua d’argento è di mal umore. Faremo meglio a cambiare argomento se non vogliamo farci riempire di insulti.” lo cantilenò giocosamente Volstagg e per una volta il Principe corvino gli fu quasi grato.

Pensare ad altro fu comunque impossibile perché in quel momento comparve alla sua vista Sigyn. Il suo vestito aveva il colore di rose selvatiche e pronunciava la morbida curva del suo seno, portava una sottilissima catenina d’oro con una gemma verde che sicuramente valeva una fortuna e che accompagnava perfettamente i suoi orecchini. Era perfetta ed a Loki venne l’impulso infantile di correrle incontro.

Osservò il suo viso e ne rimase quasi stupito. Non c’era traccia della paura che vi aveva visto durante il primo ballo, il suo sorriso era impeccabile ed il viso alto e fiero. Una punta di invidia gli seccò la bocca.

Odino scese dal palco ed offrì la sua mano a Frigga che lo seguì. Con un cenno della mano del Padre Tutto cominciò la musica e presto altre coppie si unirono al Re e Regina per ballare intorno a fuoco.

Thor gli disse qualcosa riguardo dell’idromele particolarmente dolce e poi sparì insieme a Sif per ballare, ma Loki non ci fece caso. Il suo sguardo seguiva il vestito ondeggiante di Sigyn che ballava con il suo promesso sposo. Sembrava quasi divertirsi, sorrideva proprio quando doveva farlo ed anche quando Theoric la faceva volteggiare eccessivamente vicino alle fiamme con quelle sue mani tozze.

Sentì qualcosa di fastidioso incrinarsi dentro di sé. Sigyn rideva quando erano insieme e lui le baciava le sue labbra felici. Forse era colpa delle fiamme inquiete che lanciavano strane ombre danzanti su tutti, ma a Loki il sorriso che la Vanir aveva sul viso in quel momento non sembrò poi così diverso da quello che lei gli rivolgeva di solito.

Si fece portare un corno di idromele e distorse lo sguardo da lei, era inutile farsi logorare dalla gelosia, infondo non aveva scelta e questa volta non sarebbe andato a chiederle un ballo.

La serata sarebbe potuta passare come sopportabile se Freija non si fosse alzata ad un certo punto richiamando l’attenzione di tutti i presenti.

Parlò con voce mielosa, in modo che tutti pendessero dalle sue labbra: “Æsir, Vanir, oggi è un giorno speciale e sono deliziata dal poter festeggiare con voi la lunga notte di Mið-sumar!” Dalla folla arrivarono esclamazioni ed applausi. “Ma abbiamo anche un altro motivo per celebrare! Presto vi sarà un matrimonio che onorerà la lunga amicizia fra Asgard e Vanaheimr!” proclamò a gran voce e lo sguardo di Loki fu su di lei, bruciante.

Freija portò le braccia verso la gente: “Principessa Sigyn, mia nipote, e Theoric, figlio di Atgervi, venite, cosicché io possa benedire la vostra unione!”

Loki strinse la mascella e combatté furiosamente l’impulso di lasciarsi fra la folla, strappare Sigyn dalle grinfie di quell’idiota di suo futuro marito e reclamarla come sua. Mia, gridava la sua mente.

Voleva che lei lo guardasse e che potesse leggere nei suoi occhi che anche lei lo volesse come suo, ma la Vanir gli dava le spalle e senza degnarlo di uno sguardo si mosse verso Freija, la mano alta e stretta in quella di Theoric ed il sorriso impeccabile.

Se ne andò prima di poter sentire la voce zuccherosa della Dea pronunciare anche solo una parola. Percepì uno sguardo inquisitore da parte di Thor, ma non gli importava. Voleva trovare qualche bella ragazza, portarsela nelle sue stanze insieme a dell’idromele e cancellare dalla sua mente l’immagine di Theoric che teneva Sigyn fra le sue braccia. La sua Sigyn, quella di cui conosceva a memoria il sapore delle sue labbra e la voce, la stessa che aveva appena sorriso docilmente al suo futuro sposo.

Entrò nei suoi appartamenti furente e voltandosi trovò un Æsinna dalla bocca piena e lunghi boccoli rossi che aveva iniziato a svestirsi. L’ho fatta venire con me, si disse eppure era riuscito a scordarselo nel giro di pochi minuti. Con una smorfia si accorse che non voleva neanche quello e la mandò via provocandole un’espressione confusa.

Si tolse l’elmo e si buttò dell’acqua fredda sul viso sperando che rinfrescasse anche la sua mente e poi spalancò le porte del balcone con un gesto nervoso della mano ed una scintilla verde in modo che entrasse il vento della sera. Il cielo era ancora chiaro e sentiva il chiacchiericcio proveniente dalla festa anche lì, insopportabile.

Era furente perché non gli piaceva come Theoric aveva stretto Sigyn con la vita, ma soprattutto era arrabbiato con sé stesso per esserne rimasto così infastidito. L’ultima volta in cui aveva sentito la morsa dell’invidia così fortemente era stato quando suo padre aveva gloriosamente consegnato Mjöllnir a Thor, guardando lui quasi scrollando le spalle come per dire “Tu hai la magia.” .

Condivideva qualcosa di particolare con Sigyn, al contrario delle altre donne non si stancava mai di stare con lei, le suo domande non erano mai tediose e non si stancava mai di baciarla. Illusione, sorrise amaramente tra sé e sé. Lei avrebbe sposato Theoric e del resto cosa pensava di fare? Non permettere alla Principessa Vanir, erede al trono di Vanaheimr, di sposarsi, solo per poterla portare via con sé per parlare e scambiarsi baci? Assurdo, decise, ma il senso di gelosia non lo mollò.

 

 

1Solstizio d’estate

   
 
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