Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Cida    03/05/2021    8 recensioni
[Fable!AU - Cappuccetto Rosso / Cappuccetto Rosso Sangue]
Ora dormi bimba mia, tieni stretta questa mano
nel cielo non c'è luna e il lupo è ben lontano.
Se, invece, è grossa e piena, la notte sua sarà
non essere sciocca, stai al riparo o lui ti mangerà.

[Jelsa]
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Anna, Elsa, Kristoff
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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CAPITOLO 8


   

    La trasformazione inaspettata di Elsa, ferita ed esausta, si era ben presto invertita, lasciandola nuda in un letto di sangue, fango e neve.
C’era voluto l’arrivo claudicante di Jack per riscuotere Anna: assieme l’avevano coperta con quel poco che avevano a disposizione e, dopo un’intensa lotta di sguardi e rassicurazioni, erano riusciti ad issarla su Sven, comprensibilmente non così propenso dall’avere in groppa due predatori di tale portata, poiché assieme a lei vi era salito anche Jack in modo che i due potessero darle più calore possibile ed alleggerire anche lui, provato dalle profonde ferite dell’Alpha, del peso di riuscire a tenere il passo.
Anna era sinceramente dispiaciuta del dolore che i due erano costretti a patire ma, al tempo stesso, era sollevata: finché avessero avuto la testa attaccata al collo non avrebbe dovuto temere per la loro vita. Per questo aveva chiesto a Jack l’ultimo sforzo di non cedere alla stanchezza e rimanere vigile nel caso il misterioso lupo rosso avesse deciso di rifarsi vivo e, per lo stesso motivo, la balestra era ancora carica nella sua mano, così come le altre due di supporto. Era piuttosto sicura che non li avrebbe attaccati di nuovo, non in quel momento almeno, perché per disfarsi delle frecce che gli avevano colpito i polmoni sarebbe stato costretto ad invertire la trasformazione e l’argento avrebbe ritardato ulteriormente il suo processo di guarigione, lasciandolo fuori dai giochi almeno per un po’. Tuttavia era sempre meglio tenersi pronti per ogni evenienza, quello aveva tutta l’aria di essere decisamente più pericoloso ed esperto di sua sorella.
Una volta raggiunta la grotta, Kristoff, Ellen ed Emma erano accorsi preoccupati ed erano rimasti per un attimo in uno stato di shock nel vedere le condizioni dei due ragazzi, per cui era toccato alla più giovane delle sorelle cercare di fargli forza e tranquillizzarli, invitandoli a prestargli i primi soccorsi e a lasciarli riposare. Potevano, sì, alleviare il loro dolore ma c'era un solo e unico alleato che avrebbe permesso la loro guarigione: il tempo.
Solamente dopo che i feriti furono medicati e gli animi calmati, Anna si concesse un leggero ristoro in un piccolo anfratto di cui la grotta era piena, rinfrescandosi con un po' di neve, sapientemente lasciata a sciogliere, il collo sudato dalla fatica e dalla tensione.
Fu proprio mentre stava lasciando nuovamente i capelli liberi di cadere sulle spalle, le quali spuntavano nude dalla camicia allentata, che qualcuno la raggiunse e, nel riconoscerlo, per poco non si rovesciò la tinozza dell’acqua addosso «K-Kristoff...» balbettò, coprendosi istintivamente con le mani.
«Ah» schizzò sull'attenti lui «Non pensavo fossi qui, ero venuto a prendere un po' d’acqua pulita per Jack e...»
«Non fa niente» cercò di tagliare corto lei, rilegando velocemente i lacci alla bell'e meglio e cercando di evitare di sprofondare nella vergogna «Avevo finito, fai pure»
Kristoff cercò di non allungare troppo lo sguardo e si dedicò al suo compito, deglutì all'improvviso oppresso da quel silenzio che era calato fra loro «Come stai?» le chiese, per spezzare la tensione ma anche per la preoccupazione di quello che la ragazza aveva vissuto.
«Bene» rispose l'altra subito: un meccanismo automatico che negli anni aveva imparato a far scattare all'arrivo di domande scomode perché quel segreto, che lei e sua sorella custodivano, era talmente pericoloso da non poter commettere errori lasciandosi scappare una parola di troppo.
«Stai bene... sul serio? » cercò conferma lui, non poteva essere vero, quella non poteva essere Anna, oh sì, d'accordo, stava per pensare la sua Anna, e allora? «Tu vuoi dirmi che trovare tua sorella a battersi contro un altro lupo mannaro che ha lasciato lei e Jack in fin di vita non ti ha fatto né caldo né freddo?»
La ragazza sospirò, era una sciocca, che motivo aveva di continuare a mentirgli? Nessuno «Vuoi che ti dica che trovare mia sorella fra le fauci di quel mostro mi ha terrorizzata?» l'adrenalina trattenuta fino a quel momento esplose tutta d'un colpo «Certo che lo ha fatto! Ma colpirlo, quello no, perché per proteggere Elsa farei di tutto...» strinse i pugni «Sì, mi spiace immensamente che lei e Jack siano feriti e soffrano ma il fatto che siano lupi mi solleva perché so già che guariranno» alcune lacrime di tensione le sfuggirono dalle ciglia «Ma sai che c'è? La verità è che sono felice che mia sorella abbia perso, perché così ho finalmente avuto la conferma di quello che ho sempre creduto, quello che mi ha sempre sostenuto in questi anni e non mi ha fatto vacillare mai al suo fian…»
Due labbra sulle sue la fecero zittire di colpo, la ragazza lasciò che le mani di Kristoff le si posassero sul viso e si aggrappò alle sue spalle rimanendo, per una volta, senza altro da dire.

    

Dai Elsa, fammi volare!

No Anna, è troppo pericoloso…

Non lo sarà se mi riprenderai. Dai: ti prego, ti prego, ti prego!

Un piccolo sbuffo

E va bene…

Un primo volo e gridolini eccitati, poi un altro e vere e proprie risate

Più in alto, più in alto!

Un ultimo slancio particolarmente lungo, tanto dal rischiare una piroetta scomposta.
La rovinosa caduta bloccata solo grazie ad una forza ed una rapidità fuori dal comune.

Anna, potevi romperti l’osso del collo!

Ma tu mi hai preso, te l’avevo detto! Dai, rifacciamolo!

No…

Sì!

Una piccola mano stretta ad un esile braccio

Ti ho detto di no!

La spinta appare solo leggera ma, in realtà, sprigiona una forza in grado di far volare via quel corpicino come un sacco vuoto.
Il rumore di una testa, che sbatte su un sasso, agghiaccia; il sangue, che si espande sul terreno, raggela.

Anna!

Mani candide tinte di rosso, lacrime cadono e il dolore nella testa esplode, prende il cranio e lo spacca a metà

Padre, Madre!

Passi concitati, respiri affannati.

Elsa, che cosa hai fatto? Non lo controlli più.

E’ stato un incid…

Elsa?[1]

 

    La mano di Jack scivolò dal collo candido su cui, fino ad un attimo prima, era lievemente appoggiata e il suo corpo fu scosso da un leggero spasmo. Elsa aprì gli occhi di colpo, allarmata da quel senso di sollievo che aveva messo a tacere all’improvviso la maggior parte del dolore «Sciocco, perché l’hai fatto?»
Capì immediatamente quel che era successo e le fu subito chiaro come mai quel doloroso ricordo era tornato a pungolarle la mente sotto forma di sogno proprio in quel preciso momento, per metterla in guardia.
L’altro mugolò spossato «Io… non lo so... desideravo solo che tu stessi meglio»
Elsa non poté evitare di sorridere «Sarei guarita comunque, proprio come te…» gli passò una carezza sul viso sudato «Devi imparare a controllare questo potere, prima di utilizzarlo, altrimenti ti ucciderà» proseguì verso il petto ma una mano si strinse improvvisamente nella sua «N-non riprendertelo…»
«D’accordo…» si chinò a lasciargli un leggero bacio a fior di labbra «Adesso riposa ancora un po’»

      

   Elsa aveva aspettato che Jack si riaddormentasse e, incapace di stare ferma ora che lui aveva dato una spinta notevole al suo processo di guarigione, aveva deciso di uscire nella mattinata appena sorta. Non si era allontanata molto, consapevole del rischio, i sensi bene all’erta ma, quando avvertì il pericolo di un’aggressione imminente, anziché irrigidirsi si sciolse in un sorriso e si lasciò travolgere dalle braccia della sorella.
«Sono così felice che ti sia ripresa!» esultò quella, stringendola forte «Questa volta mi hai fatto prendere un colpo, quando ti ho vista nelle grinfie di quel coso ho pensato seriamente di essere arrivata troppo tardi» il solo ricordo le velò lo sguardo di lacrime.
«Ehi!» cercò di rincuorarla la maggiore, prendendole il viso e asciugandole con i pollici le gote bagnate «Sei arrivata in tempo e mi hai salvata, di nuovo»
La vide annuire e tirare su con il naso, commossa. Scosse appena la testa e le prese una mano «Coraggio, rientriamo… così saremo più tranquille e potrai raccontarmi»
Anna rise e si lasciò trascinare dentro «Mai che ti si possa fare una sorpresa…»
L’altra sghignazzò «Beh, so che muori dalla voglia di dirmi qualcosa ma non so cosa. Per cui, avanti… la tua agitazione mi ha messo curiosità»
La più giovane prese fiato «Il lupo rosso ti ha battuto… tu non sei più un Alpha»
Elsa inarcò le sopracciglia, presa in contropiede «Che c’entra questo adesso?» domandò confusa, come potevano quelle parole sposarsi con l’assoluta gioia che l’altra emanava?
«Ho visto i tuoi occhi…»
La stava prendendo in giro? Il respiro le si bloccò nel petto e serrò le palpebre, il cuore già stretto in una morsa di gelido ghiaccio, azzurro come i suoi occhi da assassina…
«… erano gialli!»
«Cosa hai detto?» chiese conferma, portandosi una mano alla testa che aveva improvvisamente iniziato a girare «Non puoi mentirmi su questo» sussurrò, incapace di crederle perché del suo risveglio ricordava ogni cosa.
«Come potrei farlo?» Anna, invece, la mano se la portò al cuore «Non la senti la mia felicità, maledizione?» si batté il petto una volta, due «Non puoi sentire solo quello che ti fa comodo»
Aveva ragione: era sincera, credeva veramente a quel che diceva ma non poteva essere vero «E se ciò che abbiamo sempre creduto fosse sbagliato?»
Avvertì il suo nervosismo ancor prima di vederlo riflesso sul suo volto «Io non ho motivo di dubitare degli studi di mamma e papà» la vide stringere i denti «Perché non vuoi ammettere che non sei il mostro che credi?»
«Perché sono io ad essermi risvegliata fra i loro corpi martoriati, sono io ad aver avvertito il loro sapore nella mia bocca, sono le mie notti ad essere tormentate dal loro ricordo» quasi ringhiò in risposta, arrabbiata con lei, con se stessa e con la sua memoria vuota «Se non sono stata io, come me lo spieghi questo?»
«Io non lo so» sbottò Anna a sua volta «Ma abbiamo appena scoperto che non sei la sola e non sto parlando di Jack ma di quel mostro che vi ha quasi ucciso, quello sì che lo era, non tu» cercò di ragionarci su «E se ce ne fosse stato un altro anche allora? E tu fossi intervenuta per salvarli?» s'illuminò «Anzi io sono certa che sia stato così, io non ho mai creduto fossi stata tu e a maggior ragione non lo farò da adesso in poi» 
Era vero, Elsa lo aveva sempre saputo: Anna non l'aveva mai considerata capace di quell'atto ed era, forse, per quello che l'aveva sempre sostenuta, sacrificando moltissimo di se stessa pur di starle accanto. La convinzione dell'altra riuscì a farsi strada nel suo cuore: non era lei la colpevole? Crollò in ginocchio e, per la prima volta in vita sua, il petto divenne meno pesante e il sollievo le inondò gli occhi di lacrime «Non sono stata io» singhiozzò.
Le braccia della sorella l’avvolsero nuovamente «E’ così…» le confermò sinceramente commossa. Ascoltò i suoi singhiozzi in silenzio, poi, le lasciò un bacio fra i capelli e si rialzò, invitandola a fare altrettanto «C’è un’altra cosa che devo dirti: ho parlato con Kristoff e siamo d’accordo che non possiamo più stare qui»
«Volete andare via?»
Anna sbuffò appena «Non è che vogliamo, dobbiamo: abbiamo bisogno di un pasto diverso dalla cacciagione, di essere abbastanza lontani da Friederik e dal suo proposito di ucciderci ma, soprattutto, abbiamo bisogno di una casa e per noi intendo tutti, anche tu» 
Esattamente come temeva, vide Elsa sgranare gli occhi e scuotere la testa «Trovare un altro villaggio? Uno dove Friederik non abbia già fatto arrivare la verità? Ci vorranno giorni e giorni di cammino e noi non li abbiamo, lo sai» 
«E se non ne avessimo bisogno? Ti ho vista davanti ad Emma ed Ellen ieri: tu riesci a controllarti anche se, per qualche ragione che mi sfugge, continui a negarlo a te stessa» la rimproverò, esasperata dal suo comportamento «Le temperature sono più miti, nel caso non trovassimo un rifugio possiamo permetterci di accamparci nel bosco, mantenendo acceso un fuoco, con te e Jack nessun animale oserebbe avvicinarsi, basterà fare dei turni di guardia per chi ci sta dando la caccia. Quando giungerà la Luna Piena, tu non ci farai del male e potremmo legare Jack nella rete d'argento di papà, se necessario. Quando, finalmente, saremo abbastanza lontani da qui, potremo azzardarci ad entrare in qualche villaggio, magari non tutti insieme, recuperare un carro, rubarlo se serve... e andare ancora più lontano e trovare un villaggio che non abbia mai sentito parlare di noi, oppure possiamo costruircelo un posto»
«Un posto solo per noi? Delle casette in mezzo al bosco, magari? Rubare? Ma ti senti?» quasi le scappò una risata amara 
«Tu non consideri una cosa importante: io ho morso Jack e non l'ho ucciso solo perché sei arrivata tu ad impedirmelo»
«Oh Elsa, sai benissimo che con lui non avresti potuto controllarti: perché continui a farti carico di cose che non dipendono da te? Quando riuscirai a vederti come ti vedo io? Questa non è vita e lo sai benissimo anche tu»
La maggiore sospirò «Ci penserò, d'accordo?» le strinse le mani e le sorrise, sperando che bastasse per farla quietare almeno per un po'. Anna piegò le labbra in una smorfia poco convinta ma, alla fine annuì, e si allontanò.
«Non ci penserai...» la riprese Jack sarcastico, uscendo finalmente da quell’angolino buio da cui aveva, praticamente, ascoltato tutto. Era ancora visibilmente provato ma, perlomeno, riusciva a stare dritto sulle proprie gambe. 
Quella punta di delusione che gli avvertì nella voce non la gradì «Te lo ha suggerito il lupo?» gli rispose a tono, pronta a ricoprirsi di quell'armatura di gelo che gli anni e l'abitudine avevano fatto diventare la sua più fedele alleata.
«Non ne ho bisogno...» lui, però, non le diede corda «Ti conosco da un po’ di tempo, non credi?»
«Non mi conosci affatto...» lo ferì, lo percepì immediatamente.
«Perché fai di nuovo così? Perché adesso?» le chiese, sinceramente confuso «Vuoi allontanarmi perché già sai che sono d'accordo con tua sorella? Questo posto non è più sicuro: siamo troppo vicini al villaggio è solo questione di tempo prima che ci trovino e poi c'è questo nuovo lupo, come mi ha trovato una volta sarà in grado di farlo di nuovo. Non è stato un attacco casuale, Elsa, voleva uccidermi»
«Allontanarci da qui è troppo pericoloso, che ne sarà di Anna, tua madre, tua sorella e Kristoff quando giungerà la Luna Piena e non ci sarà niente a fermarci?» ribatté testarda.
Il cacciatore le prese le mani, cercando di essere incoraggiante «Tu sai controllarti, mi terrai a bada: useremo la rete che ha detto tua sorella, berrò infuso di strozzalupo per indebolirmi se non avremo alternative»
«Io non mi so controllare» ringhiò rabbiosa, liberandosi dalla sua presa «Smettetela di darlo per scontato»
«Hai intenzione di passare il resto della tua vita chiusa in quella gabbia?» questa volta fu la pazienza di Jack ad esaurirsi «Ora che puoi trasformarti quando meno te lo aspetti perché non ti ci rinchiudi anche adesso?»
La ragazza strinse istintivamente i pugni «Perché non vuoi capire che rimanere qui è la cosa migliore per entrambi?»
«Perché questa volta hai torto, non puoi decidere per me: tu non sei più il mio Alpha» si pentì di aver pronunciato quelle parole non appena le sentì abbandonare le sue labbra: fu investito dal suo dolore «Io non volev...»
«Oh sì che volevi...» lo interruppe lei, assottigliando gli occhi glaciali «Il lupo ti ha solo dato il coraggio di dirlo» 

   

    «Siete pronti?»
Kristoff chiuse la bisaccia con un colpo secco e alzò lo sguardo verso Anna «Quasi...» sospirò «Tua sorella è tornata?» lo chiese per un di più, di fatti non si stupì quando lei gli fece un cenno di diniego con la testa. Sbuffò «Ho provato a chiedere a Jack se sapesse qualcosa: mi ha guardato in un modo che ho pensato seriamente volesse sbranarmi...» cercò di scherzare, accennando appena un sorriso «Fortunatamente si è accanito contro un ciocco di legna: lo ha aperto a metà… a mani nude»[2] deglutì a vuoto.
Anna sghignazzò appena «E’ molto difficile per loro controllare la rabbia, cercate di lasciarlo in pace o di concentrarlo su qualcosa dove possa sfogarsi: grazie a nostro padre, Elsa ha scoperto che incanalare le sue energie nel lavoro aveva il potere di calmarla. Provate a farvi venire in mente qualcosa per Jack ma, per l'amor del cielo, non toccatelo finché non sarà più tranquillo» ci pensò su per un attimo «Ah, e vi suggerisco caldamente di non nominare mia sorella… almeno per un po’»
Il giovane taglialegna si fece scappare uno sbuffo appena divertito ma l’ilarità sparì velocemente dal suo volto «Sei sicura di non voler venire con noi?»
Lei sorrise e gli passò una carezza sul viso «Ehi, non sto dicendo che rimarrò qui per sempre ma io la devo aspettare. Vedrai: la convincerò e grazie alla sua velocità vi raggiungeremo prima di quanto ti aspetti» gli disse, incoraggiante.
«Lascia almeno che ti lasci Sven…» titubò appena «Per ogni evenienza…»
In quella proposta lei ci lesse tutto quello che lui non aveva il coraggio di dirle: la preoccupazione che non riuscisse nel suo intento e rimanesse troppo indietro per raggiungerli; il timore che scegliesse di non seguirli «D’accordo» concesse, come riprova della sua assoluta buona fede «Vi siete organizzati come vi ho detto?»
Kristoff annuì «Sì, io e Emma abbiamo una delle tue balestre, lei ha alcuni dei tuoi stiletti e io la mia ascia, Ellen porterà lo strozzalupo che non è molto pesante ma, allo stesso tempo, la proteggerà e Jack, beh, lui credo sappia badare a se stesso…» questa volta fu il suo turno di alzare una mano a passarle le dita ruvide sulla guancia morbida «Dimmi che non correrai alcun rischio»
«Stai tranquillo: è mia sorella, non mi farà del male»

  

    Anna avvertì il rientro di Elsa quando il resto del gruppo era già partito da un po’, era stata via a lungo: la discussione con Jackson doveva averla innervosita davvero molto per farla allontanare per così tanto tempo, era una cosa che non faceva mai. Non appena se la trovò di fronte, le sembrò per un attimo diversa: la mandibola contratta, lo sguardo più duro. Scosse la testa, associando la sua espressione ad una rabbia non ancora sbollita che cercava, a quanto pare a stento, di trattenere «Finalmente sei tornata…»
«Se ne sono andati…» constatò, non era una domanda «Perché tu sei rimasta?»
Se le avesse mollato uno schiaffo in piena faccia, forse, le avrebbe fatto meno male «Perché sei mia sorella, l’unica famiglia che mi rimane, non avrei mai potuto andare via»
«Ma è quello che vuoi, no?» la degnò appena di un’occhiata sprezzante «Perciò fallo, costruisciti una nuova famiglia con Kristoff… vattene via»
«Non puoi averlo detto sul serio…» quasi boccheggiò, ferita «Smettila di scavalcarmi, guardandomi dentro… e, se non puoi evitare di farlo, almeno abbi la decenza di guardare tutto: io voglio che tu venga con noi, non ti voglio lasciare, non qui, non da sola»
L’altra, però, rimase impassibile a quelle parole «Hai già lasciato Ellen, Emma e Kristoff da soli alle prese con un mostro, vuoi portargliene un altro?»
«Elsa, che stai dicendo?» quasi non le sembrava di riconoscere la sorella nella persona che aveva di fronte.
«Che devi andare via…»
«No, io so che insieme potremo trovare una soluzione!»
«Come? Pensi davvero che riuscirete a gestirci entrambi? Che potere hai tu per fermare Jack, per fermare me?![3]»
La più giovane strinse i denti e le afferrò un braccio risoluta «No, io non me ne vado senza di te»
Elsa abbassò lo sguardo freddo e tagliente sulla mano della sorella «Sì, invece, vai!» si liberò dalla sua presa con un semplice movimento, talmente rapido da risultare quasi impercettibile all’occhio ma con una potenza tale da scalzare l’altra dalla posizione in cui si trovava.
Solo gli anni di esperienza riuscirono a non trovare Anna completamente impreparata: impossibilitata ad opporre qualsiasi tipo di resistenza ad una forza come quella, irrigidì il corpo e portò in avanti il collo in attesa dell’impatto contro il muro, cercando di concentrare il contraccolpo sulla schiena allenata e non sbattere la testa. Quando questo avvenne, però, non poté fare a meno di lasciarsi scappare un mugolio di dolore.
Giusto davanti a quella scena, qualcosa sembrò scattare nella maggiore «Anna…» sussurrò e, come se le costasse un’enorme fatica, allungò una mano verso di lei.
«Non mi toccare…» la bloccò invece l’altra, mentre lacrime di rabbia e frustrazione le rigavano il volto «Va bene, continua pure così: rifiuta il mio amore, quello di Jack… non potrai mai amare nessuno se prima non imparerai ad amare te stessa. Sai che ti dico? Rimani da sola, se proprio ci tieni tanto… questa volta non ti supporterò, anche io me la merito una possibilità…»
Elsa la guardò rimettersi in piedi a fatica e superarla senza degnarla di un ulteriore sguardo. Avrebbe voluto gridarle di fermarsi, che non era sua intenzione colpirla, che sì era una testarda senza speranza ma solo perché aveva paura, paura di fare del male alle persone che amava ma la realtà era che non riusciva ad immaginarsi una vita senza di lei, senza Jack. Tuttavia non fiatò, né si mosse: la gola serrata e il corpo immobile. Tutto ciò che poté fare fu il vederla sparire oltre l’ingresso della grotta perché quella, di fatto, era l’unica cosa che le era stata concessa.


Qui si necessitano delle delucidazioni: no, non sono improvvisamente impazzita perché, sebbene alcune battute che Elsa e Anna si scambiano sul finale siano esattamente le stesse che pronunciano in Frozen dentro al castello di ghiaccio (ci sono inoltre diverse citazioni sparse un po' ovunque di entrambi i film), il modo in cui Elsa le pronuncia mi rendo conto possa sembrare OOC ma è assolutamente voluto, chiaramente c'è un perché e, fra le righe, ci sono già diversi indizi per farsi delle idee al riguardo.
Inoltre so bene che la Anna dei film non avrebbe mai abbandonato Elsa in questo modo ma qui c'è una sostanziale differenza fra la vera Anna e quella di questa storia: in Frozen l'aver ritrovato la sorella dopo anni e anni di allontamento le ha innescato un attaccamento talvolta morboso che spesso le impediva di vedere le reali necessità di Elsa e di cui si accorge solo quando la perde (e capisce di dover fare la cosa giusta) mentre qui lei le è sempre, sempre, rimasta accanto: l'ha sostenuta, protetta, vegliata, sacrificando praticamente tutto di se stessa, credendo in lei quando Elsa era la prima a non farlo e questo rifiuto così freddo, questo muro che l'altra innalza finendo poi con il colpirla, scatenano la rabbia e l'esasperazione che la porta, in questo momento, ad allontanarsi. Ci ho pensato a lungo e mi è sembrato un comportamento plausibile, all'interno del contesto. Spero sia così anche per voi.
Insomma c'è una grossa e gigantesca crisi da risolvere... ovviamente per sapere come, e se, si risolverà, non vi resta che attendere il prossimo capitolo. Se sarà l'ultimo o no, non lo so perché lo sto ancora scrivendo. Trovare il tempo materiale per mettere giù due righe è sempre molto complesso, scusate per questi aggiornamenti così radi.
Al solito vi ringrazio per il sostegno che date a questa storia con le vostre letture, recensioni e aggiunta alle liste.
Cida

[1] Esattamente come in Frozen, Anna viene accidentalmente ferita dalle capacità soprannaturali della sorella (immagino vi siate accorti che la scena è praticamente identica, solo un tantinello più cruenta) ed è proprio a questo episodio che Anna si riferiva nel capitolo precedente quando ha mostrato la cicatrice sulla tempia a Kristoff: se Elsa non fosse intervenuta per curarla - cosa avvenuta per puro istinto - sarebbe di sicuro morta ed è per questo che, qui, la stessa Elsa perde i sensi all'arrivo dei genitori, dato il troppo dolore che ha messo anche lei in serio pericolo di vita.

[2] Se vi ha ricordato Captain America, era esattamente quello il suo scopo XD

[3] In Frozen Elsa, in realtà, dice: "Che potere hai tu per fermare questo Inverno? Per fermare me?", ditemi che avete capito questa chicca e vi amerò per sempre <3

  
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