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Autore: EleWar    07/05/2021    13 recensioni
Una voce femminile fuori campo:
“Eccoli lì, quei due idioti! Si vede lontano un miglio che sono innamorati, ma io voglio Ryo Saeba, e sarà mio ad ogni costo!”
L'ennesimo caso per i nostri due amati sweeper, ma stavolta dove si nasconderà il pericolo? Riuscirà questa coppia di innamorati sgangherati e senza speranza a risolvere tutti i problemi che si troveranno ad affrontare?
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
Capitoli:
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Ecco a voi un capitoletto cortino, che spero vi possa piacere lo stesso heehehhehe
GRAZIE infinite per le belle rec e perché ancora leggete le mie storielline senza pretese.
Vi lovvo
Eleonora



Cap. 3 Una visita notturna o un rapimento?
 
 
Anche in un’altra parte della casa, in un’altra stanza buia, un’altra donna si era messa comoda, talmente tanto comoda che dormiva della grossa ma, al contrario di Kelly, non aspettava il ritorno di nessuno.
 
Ryo però si precipitò a raggiungerla, aprì la porta quasi in malo modo, facendo un baccano infernale, e nonostante questo la ragazza non si mosse.
Salì addirittura sul letto, e a carponi vi arrancò sopra fino ad arrivare ad un passo dal viso della socia.
 
“Kaori? Kaori, svegliati!”
 
E prendendola per le spalle la scosse leggermente.
 
“Kaori? E dai, Kaori! Svegliati!”
 
“Sì? Che c’è?” rispose infine la ragazza con la voce impastata di sonno e tenendo gli occhi ancora chiusi “È già ora della visita notturna?”
 
“Kaori, ma che stai farneticando? Ho bisogno di parlarti!” rincarò il socio.
 
“Ah, ecco… a me lui fa le visite notturne per parlare.. lui…” biascicò la sweeper prima di risprofondare nel sonno.
 
A quel punto Ryo la scosse di nuovo:
 
“Ma che stai dicendo?? Kaori eh, dai!! Ti prego, svegliati!!!”
 
“Ryo? Perché con me non ci provi mai?” chiese la socia, sempre sonnecchiando, per poi rigirarsi su un fianco raggomitolandosi e riprendendo a dormire.
 
L’uomo fu colpito da quelle parole, semplici ma dal significato tagliente; già, perché con lei non ci provava mai?
Le solite scuse gli salirono alla mente, però non era quello il momento di farsi prendere dai sensi di colpa; aveva bisogno di lei, della sua partner, ed i loro problemi sentimentali sarebbero dovuti passare, come sempre ormai, in secondo piano.
Ritornò alla carica:
 
“Avanti, Kaori! Svegliati! Ho bisogno di te! Ti sembra questo il momento di dormire?”
 
A quei leggeri scossoni, la socia parve ridestarsi e bofonchiò in risposta:
 
“Certo che mi sembra questo il momento di dormire: è notte! Che ti prende? Parleremo domani. Lasciami stare!”
 
Così Ryo, vedendo che non riusciva ad avere completamente l’attenzione della ragazza, che più che dormire sembrava essere in catalessi – e già a Ryo faceva strano che non si fosse rimessa la sveglia per impedirgli la solita visita notturna e che, nonostante il suo sonno leggero, non ci fosse modo di svegliarla completamente – fece una cosa che non avrebbe mai creduto di poter fare, se non nei suoi sogni più proibiti.
E comunque non in quella maniera.
 
Prese il lembo superiore del lenzuolo con cui lei si ostinava a coprirsi e, con uno strappo deciso, la scoprì tutta.
 
Per poco non cadde all’indietro, e di certo non perché si fosse sbilanciato nel farlo, ma davanti allo spettacolo che improvvisamente gli si era presentato davanti.
 
La tenue luce del corridoio, che proveniva dalla porta aperta, era infatti sufficiente ad illuminare quella creatura meravigliosa che giaceva sotto di lui.
Preso dall’urgenza di svegliarla, non solo si era dimenticato in che posizione pericolosa si fosse messo, ma anche che la sua socia fosse la donna più bella che avesse mai visto, e che il suo corpo da favola, già bellissimo da vestito, seminudo come lo era in quel momento era proprio da infarto!
Perché Kaori indossava solo un’ampia e sformata t-shirt, che lo sweeper sospettava fosse stata la sua un tempo, e delle mutandine così piccole e striminzite che, già lo sapeva, lo avrebbero perseguitato nei suoi sogni V.M. 18.
 
Ryo era ancora senza fiato quando la partner, sentendosi mancare addosso il leggero lenzuolo, unica copertura per quella notte estiva, si mosse spostando le gambe, con movimenti inconsapevolmente sensuali, a cui aggiunse un leggero mormorio gutturale che poteva sembrare…
A quel punto il cervello dell’uomo andò in pappa, e l’amico del sole, della luna e delle stelle, si annunciò festoso.
E lo sweeper, doppiamente allibito e stranito, fece violenza su sé stesso per non cedere al desiderio antico di quella donna, e anzi si affrettò a ritornare con i piedi per terra.
 
Più stava lì, e più la situazione si sarebbe potuta complicare ulteriormente, perché aveva una cliente vogliosa che lo aspettava in salotto, e che, se non si fosse sbrigato, lo sarebbe andato a cercare direttamente in camera sua; inoltre se Kaori, svegliandosi di soprassalto dopo tanto sollecitarla, lo avesse trovato armato di tutto punto e a cavalcioni sul suo letto, sarebbe successo il finimondo.
 
“Ka-Kaori sve-svegliati” reiterò con meno convinzione ed estremamente a disagio.
 
“Mmm…”
 
Oddio, ci manca solo che mugugni in quel modo e davvero finisco al manicomio!
 
“Ryo…” mormorò infine la socia, e non si capiva se fosse cosciente di averlo lì sopra di lei quasi, o lo stesse solamente sognando.
Il Ryo in questione, comunque, inghiottì a vuoto un paio di volte: se Kaori avesse continuato a chiamarloin quel modo e con quel tono di voce, avrebbe perso definitivamente anche l’ultimo barlume di lucidità e non avrebbe risposto di sé stesso.
 
Ma non c’era più tempo da perdere!
Kelly, non vedendolo tornare, avrebbe potuto anche decidere di riandare in camera da Kaori, e non solo lo avrebbe trovato lì, ma ci avrebbe trovato anche Kaori così!
Che poi va be’, probabilmente l’aveva vista così anche prima, ma insomma…
Nessuno dei due soci doveva e poteva rimanere in quella stanza.
 
Quindi Ryo fece un’altra cosa che non si sarebbe mai sognato di fare, e nemmeno a quelle condizioni: prese Kaori fra le braccia, e ancora addormentata la portò di corsa nella sua stanza da letto.
 
Con quattro falcate era già davanti alla sua camera; con una mano aprì la porta, entrò, mise giù Kaori e si rigirò verso la maniglia per chiudere a chiave, ma quando si voltò nuovamente, per un attimo si stupì di non ritrovare la socia ritta accanto a lui dove l’aveva lasciata.
Si guardò subito attorno, frustrato e leggermente in apprensione, fino a quando non pensò bene di abbassare gli occhi, così da vederla accasciata ai suoi piedi come una bambola di pezza.
A quel punto pensò che fosse veramente innaturale tutto quel sonno, che quella non era la Kaori che conosceva: c’era sotto qualcosa.
 
Che stesse male?
 
Fece per ritirarla su, prendendola sotto braccio, ed ebbe la spiacevole sensazione che la ragazza fosse un fantoccio inanimato.
Impensierito avvicinò il naso alla sua bocca, per sentire se il suo alito avesse un odore strano: ed effettivamente percepì una labile traccia di qualcosa d’insolito, qualcosa che non avevano in casa, e che gli ricordava i suoi trascorsi nella giungla, quando a volte si servivano di veleni più o meno potenti per stordire i nemici.
 
Ma chi mai avrebbe avuto motivo di avvelenare o sedare la sua dolce socia?
Era da quella mattina che stavano sempre insieme, si erano separati solo quando lei era passata alla stazione, e prima di cena quando lui aveva fatto il solito giro e l’aveva lasciata da sola con… Kelly Maryu!
 
Ecco perché Kaori non lo era andato a cercare per casa in piena notte, e non si era vista nemmeno quando in teoria avrebbe dovuto sentirli parlare giù di sotto!
Perché Kelly l’aveva drogata!
 
Ora era tutto più chiaro!
 
Temendo che la socia avrebbe rovinato i suoi piani di conquista, la signorina Maryu l’aveva messa temporaneamente k.o.…
Che poi… chi voleva conquistare chi?
 
Perché all’inizio Ryo si era dimostrato del tutto infatuato per la cliente, e a lei non sarebbe occorso fare praticamente nulla per sedurlo, poiché lui sarebbe venuto spontaneamente a lei; poi però c’era stato l’incidente del bagno, e a quel punto Kelly aveva pensato che il fascinoso Saeba si sarebbe potuto tirar indietro, e allora era passata lei all’attacco, sfoderando le sue doti da maliarda.
In ogni caso Kaori avrebbe tentato di impedire l’affaire e andava fermata.
 
Una rabbia sorda crebbe allora nel petto dello sweeper, perché Kelly, non solo lo aveva preso in giro spacciandosi per qualcun altro, ma aveva osato far del male alla sua Kaori!
Anche perché un conto era essere preso a martellate dall’adorata socia per impedirgli di provarci con le clienti, un conto era che queste facessero di testa propria e alterassero il loro menage.
 
Tutto doveva sempre ed invariabilmente svolgersi allo stesso modo: approcci galanti alle clienti, martellate; approcci animaleschi, martellate; visite notturne, martellate.
E poi ancora: spiegazione del caso, pericolo, azione, salvataggio, la cliente che s’innamora di Ryo, lui che trova il modo di non concludere perché è innamorato della sua socia e a ha nel cuore solo lei.
Stop.
Fine.
Tutto il resto non era contemplato.
Nemmeno provarci con la suddetta socia, né farle capire che quella era tutta scena, e che non l’avrebbe tradita mai.
Ma Kelly… Kelly era andata troppo oltre, aveva osato fare ciò che nessuna si era mai permessa di fare: fermare Kaori e la sua gelosia, per arrivare a lui.
 
Animato da un bieco sentimento che andava via via impadronendosi di lui, con molta più cura del previsto rimise in piedi Kaori, che continuava a cadere da tutte le parti, e nel farlo la ex t-shirt che stava indossando, cedendo, stirandosi, e appallottolandosi sotto le sue mani, improvvisamente gli mostrò qualcosa di insperato: lo scollo slabbrato della maglietta, infatti, gli offrì una fugace visione del seno morbido e sodo della sua compagna, ovviamente nudo, e Ryo fu preso immediatamente dall’arsura e dal batticuore.
Ci mancava solo che vedesse il superbo seno della donna che più desiderava al mondo, così l’immagine di Kaori, vestita in quel modo, sapendo come fosse sopra e sotto il tessuto, avrebbe tappezzato le pareti della sua capoccia fino alla fine dei suoi giorni.
 
Delicatamente Ryo la condusse al suo letto, spingendola a sedersi, ma non appena la lasciò andare, questa cadde all’indietro sulla schiena, con le braccia sopra la testa, atterrando sul soffice cuscino.
Quel movimento le alzò la t-shirt scoprendo nuovamente le sue lunghissime gambe, e soprattutto quel capo di biancheria intima che ormai era scolpito col fuoco nella mente dello sweeper; inghiottì la saliva e scrollò la testa.
Si accomodò sul letto a sua volta e la rimise a sedere sospirando; poi sbuffò:
 
“Ma tu guarda che razza di partner che mi è capitata, che si fa fregare così e non si accorge di essere stata drogata!” e prese a darle leggeri schiaffetti sul viso per farla rinvenire.
 
“Kaori… dai… su… su… e dai! Svegliati!” però ancora non riusciva a ridestarla “Dai, vuoi svegliarti???” alzando leggermente il tono della voce, sempre con scarsi risultati.
 
Pensò allora di far ricorso alla psicologia e con un ghigno malizioso prese a dire:
 
“Uuuuhhh, guarda che sventola! Adesso corro da lei, tanto Kaori non può fermarmi!” e fece una piccolissima pausa, e poi come se gridasse verso un punto ben preciso, lontano da lì: “Signorina??? Signorina??? Vorrebbe uscire con me??? Sì sì??” e di scatto si voltò a guardare verso la socia che non reagiva nemmeno allo stimolo della gelosia, e che anzi, sospirando, emise un “Ryooo” strascicato che, al contrario, fece scorrere un brivido elettrizzante lungo la schiena dell’uomo.
 
Leggermente contrariato e scoraggiato di non riuscire a svegliarla, pensò nuovamente di provare a verificare dall’alito della socia se gli riusciva di stabilire quale sostanza avesse ingerito, così da trovare un qualcosa per neutralizzarla; avvicinò il viso al suo, e passandole un braccio intorno alle spalle, si dispose ad annusarne le labbra.
Un pensiero bizzarro gli attraversò la mente:
 
Se provassi a baciarla ora, al risveglio non si ricorderebbe nulla” ed un secondo dopo, attirato inesorabilmente da quelle labbra tentatrici, era già lì che la baciava, prima ancora di aver provato anche solo una volta a resisterle.
E non appena si accorse di aver commesso l’irreparabile, e di star praticamente approfittando dello stato confusionale di Kaori, fu assalito immediatamente dai sensi di colpa.
Stava già per ritrarsi quando sentì che la ragazza incominciava a rispondere al suo bacio, con altrettanta passione.
 
E Ryo perse il lume della ragione.
 
Chiudendo gli occhi si lasciò andare al desiderio; era così bello baciarsi, erano così morbide e soavi le labbra della donna che faceva battere il suo cuore.
Era un sogno che si stava avverando.
E fu naturale per entrambi approfondire quel contatto intimo ed eccitante, ma quando le lingue presero a lambirsi, l’uomo spalancò gli occhi di scatto e si allontanò con veemenza, come se il corpo di Kaori potesse scottarlo; ritrasse anche le braccia tanto che Kaori ricadde sul letto, ancora mezza addormentata, come un sacco di patate.
 
La ragazza protestò nel sonno, biascicando qualcosa, e Ryo si sentì doppiamente in colpa, primo per aver approfittato di lei, e secondo per averla lasciata andare in malo modo.
Sbuffando la ritirò su e, trascinandola di peso, le fece appoggiare le spalle sul mobile dietro il suo letto, quello che fungeva da testiera, almeno così non sarebbe più caduta.
 
Che situazione!
Che situazione imbarazzante!
Pericolosa piuttosto!
Avere lì Kaori, sul suo letto, mezza discinta, così invitante, così indifesa, col desiderio a mille… era stato veramente troppo per lui.
 
Prese a girare nervosamente per la stanza, sbuffando.
Gli sembrava di essere in un vicolo cieco.
Ogni tanto si fermava a fissarla, e pensare:
 
Guardala! Ma come cavolo si è vestita per andare a dormire?  Non lo sa che così è una bomba sexy??? Come faccio a resisterle?” per poi aggiungere “Però certo, siamo in piena estate, non poteva mettersi un pigiama di flanella… e poi mica lo sapeva che IO l’avrei vista in quel modo, e che IO sarei andato fuori di testa per questo!” e a quel punto iniziava a prendersi a pugni la testa, per poi ricominciare a girare a vuoto.
 
Ad un certo punto, sentendosi soffocare, pensò bene di spalancare la finestra, così la frescura della notte gli avrebbe schiarito le idee, raffreddato gli ormoni, almeno così sperava, e magari svegliato Kaori; dannazione, averci pensato prima.
Infatti nel momento in cui Kaori fu raggiunta da una leggera corrente d’aria, istintivamente rabbrividì e mugugnò nel sonno, stava quasi per rannicchiarsi nuovamente quando Ryo la raggiunse e, messi da parte tutti i desideri, le fantasie e i sensi di colpa, si sforzò di tornare ad atteggiamenti più camerateschi e neutri.
Riprese a scuoterla debolmente e a schiaffeggiarla leggermente, intimandole in tutti i modi di svegliarsi.
 
Alla fine, improvvisamente, Kaori spalancò gli occhi e, guardandolo con cipiglio, gli rifilò una sonora sberla.
 
Ryo trasalì, più per la sorpresa che per la botta, e la guardò allibito con la bocca spalancata.
E la prima cosa che pensò fu:
 
Ecco, mi punisce per aver osato baciarla. Ben mi sta!” ma quando lei si decise a parlare, lo stupore raddoppiò perché gli disse:
 
“Hai finito di schiaffeggiarmi???”
 
Uno stuolo di corvi neri sfilò berciando sopra la testa dello sweeper, prima di uscire dalla finestra, mentre il nostro morazzone si grattava il capo in difficoltà, emettendo una serie infinita di “eheheheheh”.
 
Poi Kaori, sbattendo più volte le palpebre e guardandosi intorno, chiese:
 
“Cosa ci faccio in camera tua, e in piena notte?” e interrogandolo con sguardo torvo: “Mi hai fatto qualcosa? Di’ la verità!”
 
“Chi-chi, io?” prese a farfugliare Ryo “No-no, non saltare subito alle conclusioni” cercò di giustificarsi, e per dare più enfasi alle scuse, si mise a muovere le mani davanti a sé, ruotandole avanti e indietro e indietreggiando.
 
Poi si bloccò all’istante, e assunse nuovamente l’aria seria dello sweeper.
Voltò la testa in direzione della porta e si mise come in ascolto; fece segno di tacere alla sua socia, e quando questa esclamò un “Allora, Ryo?” spazientito, lui la raggiunse e le mise una mano sulla bocca, sussurrandole all’orecchio:
 
“Ssshhh, non dire una parola”.
 
La ragazza impressionata si azzittì all’istante, turbata anche da quell’ordine che le aveva fatto provare un colpevole brivido di piacere.
 
Però entrambi finirono per fissare il pomello della porta e, nella penombra della stanza, lo videro fare un mezzo giro e poi arrestarsi.
La porta era stata chiusa a chiave, e l’unica altra persona presente in casa non sarebbe potuta entrare.
 
Kelly, dall’altra parte, trovandosi l’accesso sbarrato e prima ancora avendo sentito bisbigliare i due, nonché Kaori chiamare per nome il suo socio, aveva ghignato, leggermente scocciata:
 
Sono arrivata tardi… quella ragazzina mi ha preceduta” per poi aggiungere, sempre fra sé e sé: “Ma non è ancora finita, e non me ne andrò di qui senza aver avuto, almeno una volta,Ryo Saeba tutto per me!
 
   
 
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