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Autore: purpleblow    08/05/2021    0 recensioni
Yuffie riceve un regalo inaspettato da Snow. [Fanfic nata da un generatore di prompt: 'character A gives character B a present'.]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Silent and motion'
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Quiero hacerte un regalo

 

Non si poteva dire che Yuffie non amasse Nuova Bodhum: non solo perché era ormai divenuta casa sua e tutto di quel luogo lo associava ad un senso di pace interiore che mai aveva provato da altre parti, ma anche e soprattutto perché era lì che stava creando il suo nido con Snow; proprio lei che fin da ragazzina aveva creduto di vivere la sua vita con una dimora vacante, scoprendo solo dopo aver incontrato il ragazzo che no, non era più una cosa fattibile ma che invece, stabilirsi con lui in maniera definitiva era diventato il suo punto fermo.

Il solo ed unico problema di quel posticino tanto carino era la noia mortale che spesso provava durante le giornate e questo sicuramente era attribuibile al fatto che, per come aveva sempre vissuto la ninja, era abituata a una vita frenetica fatta di battaglie e viaggi interminabili dove spesso si era ritrovata a fronteggiare grosse compagnie ultra milionarie o pazzi scatenati che tentavano di distruggere il pianeta. Insomma, era stata molto indaffarata e per questo, vivere giornate tranquille, non era propriamente divertente, ecco — e al diavolo se adesso aveva la sicurezza di non crepare da un momento all’altro.

Proprio per questo Snow, resosi conto della situazione e di come la ragazza diventava intrattabile quando si annoiava — rimettendoci lui il più delle volte — aveva deciso di tentare qualcosa che riuscisse a cancellare quella noia che lui normalmente riusciva a compensare uscendo in spedizione con i N.O.R.A., cosa che Yuffie non faceva quasi mai per non interferire e lasciargli i suoi spazi con gli amici di una vita. 

Quel giorno era tornato a casa con una sorpresa che, era certo, alla piccola ninja sarebbe piaciuta particolarmente e lo aveva fatto persino a suo rischio e pericolo visto che forse una volta capito di cosa si trattasse lo avrebbe abbastanza trascurato — o forse il contrario, chi poteva dirlo?

Salì gli scalini in legno del bungalow che si affacciava sul mare e stringendo a sé la scatolina impacchettata alla bell’e meglio, si fece strada all’interno della casetta fino a raggiungere il mini salottino dove scorse Yuffie buttata sul divano intenta a leggere un libro.

 

« Devi essere realmente annoiata se addirittura ti sei messa a leggere. » esordì, facendola sobbalzare non aspettandosi minimamente di vederlo rientrare così presto.

 

« Senti un po’, cosa vorresti intendere? » sbottò lei, indicandolo con aria minacciosa col piedino nudo ed esile, facendolo sorridere come ogni volta che quella apriva bocca sputando minacce. 

 

« Beh, leggere non è mai stata una delle tue cose preferite o sbaglio? » la punzecchiò, accarezzando la superficie del pacco in maniera del tutto involontaria, guidato dal suo inconscio che sapeva cosa fosse celato in quella scatola.

 

« Non se si tratta della nostra salvezza, mio caro. Vedi? » gli disse, mostrandogli la copertina de libro e ticchettando con la punta del dito sul titolo, recitandone poi le parole con fare teatrale. « “Mille e uno ricette d’a ‘a cucina di Gaya di Quina Quen — magna che ti passa” volume due di nove. » 

 

A quelle parole Snow sollevò un sopracciglio incredulo, ancor più convinto che sì, quella pazza di Yuffie doveva essere proprio al limite della noia se la già incredibile lettura aveva come scopo quello di imparare a cucinare piatti particolari. Non disse niente al riguardo, anche se dentro di sé sperò che questo non avrebbe dato il via alle catastrofi più disparate: dall’incendio della loro casa all’avvelenamento dopo aver ingerito i suoi esperimenti, non tanto perché voleva essere buono non dicendo ‘a’, quanto perché la signorina gli avrebbe piantato una ramanzina su quanto fosse malfidato e stronzo. 

Non ne avrebbe avuto comunque modo visto che gli occhi della ninja si puntarono sulla scatolina che teneva lui fra le braccia; la vide tirarsi su con un colpo di reni e avvicinarglisi con un paio d’occhioni illuminati dalla curiosità.

 

« Cos’hai lì? » esordì saltellando. « Dimmi che è per me e che non mi stai solo illudendo, disgraziato! » 

 

Snow aveva immaginato una reazione simile — con tanto di insulto finale, altrimenti non sarebbe stata Yuffie — e dunque, soddisfatto della palese impazienza dell’altra, le porse con delicatezza la scatolina, facendole intendere di trattarla allo stesso modo.

 

« È qualcosa di fragile? » gli domandò in cerca di più indizi, ignorando il fatto che comunque di lì a poco avrebbe scoperto lei stessa il contenuto e che quindi chiedere era del tutto superfluo.

 

« Una specie. » ammise, sorridendole mentre la seguiva sul divano e si sedeva di fianco a lei, osservandola fissare quello strano pacco incartato in maniera particolare: ai lati della scatola c’erano dei piccoli buchi, cosa che Yuffie notò immediatamente e che l’aiutarono a capire che all’interno ci fosse qualcosa di molto interessante.

 

Presa dall’emozione e dalla voglia di scoprire chi fosse l’ospite di quel pacchetto, cominciò a togliere delicatamente lo scotch al di sopra della superficie, togliendo poi la carta colorata che la ricopriva, spalancando gli occhi e la bocca nel momento stesso in cui sollevò le alette di cartone: di fronte al suo sguardo c’era una palletta di pelo rosato che dormiva profondamente accoccolato a una striminzita copertina azzurra.

 

« AH— » soffocò il gridolino di sorpresa, voltandosi immediatamente verso Snow che la fissava emozionato quanto lei dopo aver rivisto il cucciolo, dopodiché con la dovuta calma lei prese tra le mani l’esserino che, sentendosi maneggiato, si svegliò pigolando — perché dai, quel suono acuto sembrava più una roba da chocobo spennato che un miagolio di gatto — tanto che Yuffie se lo portò al petto per farlo sentire al sicuro e al calduccio, carezzandogli piano la testolina tonda.

 

« Dove lo hai trovato? Cioè… quando? Nel senso, quando lo hai deciso? » balbettò la ragazza, lasciandosi andare contro al petto del biondo, in segno di gratitudine, che prontamente le avvolse le spalle stringendosela addosso.

 

« Diciamo che ultimante eri un po’ acida. » cominciò, riprendendosi immediatamente quando sentì la ragazza sussultare e capendo che esordendo così si stava infilando in un bel ginepraio. « Voglio dire, mi sono accorto che vivere qua a Nuova Bodhum per te sia particolarmente difficile… tu sei abituata a non avere una stabilità tutta tua e il fatto di non poter viaggiare fa sì che le tue giornate siano piuttosto monotone. Insomma, chi meglio di me può capirti? Anche io ormai non riesco a stare troppo a lungo nel solito posto e quindi, per quanto qua sia bellissimo e accogliente, non c’è poi molto da fare e la noia porta all’esasperazione. » 

 

Quella spiegazione sembrò convincere Yuffie e anzi, ebbe l’effetto desiderato visto che si era resa conto che Snow aveva compreso il suo stato d’animo e con quel regalo aveva cercato di renderla felice e aveva trovato un modo per impegnarle le giornate. In poche parole aveva pensato solo ed esclusivamente a lei per l’ennesima volta. 

 

« Scusami. » se ne uscì lei improvvisamente, facendosi leggermente mesta. « Forse ultimamente sono stata antipatica con te senza rendermene conto. » 

 

« Ma no, non più del solito. » ridacchiò lui, posandole poi un bacio fra i capelli per farle capire che scherzava e che in realtà non era stata affatto scorbutica come pensava.

 

« A me piace tanto stare qui, Snow, non pensare mai che lo faccia controvoglia. » 

 

« Ehi, Yuf, basta. Lo so. » sussurrò con tono dolce. « Non giustificati con me, in fin dei conti capisco perfettamente come ti senti e poi no, davvero, non ti sei mai comportata male con me. » 

 

La loro conversazione però venne improvvisamente interrotta dal miagolio tenue del gattino che sembrava star richiamando la loro attenzione, tanto che Snow a quel punto si decise a mettere in chiaro una cosa che gli premeva sin dal momento in cui aveva deciso di procurarsi l’animaletto.

 

« Senti un po’, tu, non è che ora che abbiamo preso il primo ospite hai intenzione di ricreare la tua squadra di gatti? » domandò piuttosto preoccupato il biondo, ricordando una delle prime conversazioni che aveva avuto con Yuffie.

 

« Certo che sì e anzi, ti dirò di più, voglio battere il mio record personale e accogliere almeno trenta gattini stavolta! » lo avvertì con aria talmente convinta che l’altro la prese sul serio. « Dai, ma guardalo com’è carino! Vuoi mettere come sarebbe averne altri ventinove? » 

 

Effettivamente la piccola palla di pelo era carina e tenera al punto di volerla coccolare h24, ma l’idea di ricreare un gattile nella loro mini casetta non lo allettava granché — anche se, ad onor del vero, avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di accontentare quella lagnosa della sua ragazza.

 

« Facciamo che per ora ci fermiamo a questo, che dici? » le chiese con un sorriso che celava speranza, pregando in tutte le lingue che conosceva che Yuffie non si mettesse fin da subito a fare capricci.

 

« Mh, te lo concedo solo perché ora devo dedicarmi solo al mio Burbi. » disse solenne, poggiando il micino sulla testa di Snow senza però lasciarlo del tutto per paura che scivolasse via. « Dato che è il nostro primo bambino devo assicurarmi di viziarlo abbastanza. » 

 

« Burbi? » domandò lui, sollevando un sopracciglio, non propriamente contento dal fatto che lei già avesse scelto un nome senza prenderlo in considerazione.

 

« Andiamo, lo vedi che sguardo burbero che ha? Però allo stesso tempo è carino e coccoloso, quindi ci voleva un nome tenero. » spiegò, spostando il gatto dalla sua testa per metterglielo di fronte alla faccia per far sì che si trovassero occhi negli occhi.

 

« Sei incredibile, lo sai? » disse, sbuffando un sorriso e appropriandosi del cucciolo che avvicinò al suo petto con fare protettivo. « Burbi, ricordati che questa tipa è una stronza e che se devi fidarti di qualcuno, quello sono io. » 

 

Yuffie a quelle parole era piuttosto contrariata ma comunque sia non riuscì a protestare perché vedere Snow comunicare col gatto in maniera tanto spontanea e affettiva come se quello fosse il loro figlio — cosa che lei effettivamente pensava realmente — la intenerì tantissimo.

 

« Non mettergli strane idee false in testa. » puntualizzò, prima di riprendersi l’animaletto e ignorando le proteste dell’altro; ormai quel povero cucciolo era già divenuto oggetto di contesa, ma dopotutto come si faceva a resistergli?

 

A quel punto Snow rimase in silenzio a osservare la propria ragazza cominciare a viziare il gattino, contento del fatto che lei avesse apprezzato quello che era diventato un nuovo membro della loro famiglia. Era consapevole che la ragazza lo avrebbe adorato al primo sguardo ma non pensava che Burbi l’avrebbe resa così tanto felice e l’idea che quel piccolo cosino spelacchiato fosse già diventato il figlio viziato di casa lo faceva sentire letteralmente al settimo cielo.

In fin dei conti l’idea che aveva avuto era stata più geniale del previsto e sapere che adesso aveva non uno ma ben due cuccioli da viziare lo incentivava cento volte di più, per cui in fin dei conti quello era stato un regalo anche per lui.

 

« Lo sai che dormirà con noi, vero? » se ne uscì tutto ad un tratto la ragazza, ridacchiando quando Snow le dette l’unica risposta che avrebbe accettato.

 

« Perché, scusa, dove altro credevi che l’avrei fatto dormire? » rispose lui, accarezzando prontamente il piccolo Burbi che già stava chiudendo gli occhi a causa della stanchezza da cucciolo.

 

Entrami i ragazzi rimasero in silenzio a coccolarlo, accompagnando il suo sonno con interminabili carezze mentre stavano abbracciati formando un bellissimo quadretto di quella famiglia che pian piano stava cominciando a formarsi e crescere, in attesa di ampliarsi e divenire sempre più numerosa.

   
 
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