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Autore: swanqueen_clexa    09/05/2021    0 recensioni
Una per lo più cieca Regina sta passando una brutta giornata; il suo cane guida è corso via, è in ritardo per il lavoro e si sente un po’ sola.
Fa capolino Emma Swan, cacciatrice di taglie professionista; salvatrice di cani smarriti e persone solitarie.
(Traduzione di "Blind leading the blind" di alexeizenhart su ao3.)
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: David Nolan/Principe Azzurro, Emma Swan, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Regina Mills, Ruby/Cappuccetto Rosso
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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"T-tu possiedi una compagnia?" Con il cervello un po' in cortocircuito, Emma lottò per un momento mentre si alzava dalla panchina, cercando di comprendere la nozione di un Amministratore Delegato bellissima, di successo (se i suoi vestiti erano qualcosa da cui prendere spunto) e -cieca-. Forse giudicare un libro dalla copertina era il modo sbagliato di procedere, dopo tutto.

"Sorpresa?" Chiese Regina, con un sorriso compiaciuto ben saldo.

"Ma sei cieca." Emma guadagnò punti per l'osservazione, ma fece prontamente un'altra gaffe.

"E?" fu la controreplica divertita. "Questo mi rende improvvisamente meno intelligente? Inoltre, questo è un nuovo... sviluppo nella mia vita." Regina perse un po' del suo sorriso quando le venne ricordata la sua vista debole.

Da parte sua, Emma sembrò un po' dispiaciuta di aver tirato fuori un tema spiacevole e cercò di cambiarlo.

"E' decisamente il momento per quel caffè, e per dei bear claws! (non credo questo dolce esista in Italia, quindi lo lascio con il nome originale. n.d.a.) Conosco il posto giusto, mai sentito parlare di Granny's?" Entusiasmo, il tuo nome è Emma. Sebbene, se continuasse la sua dieta a base di caffeina e pasticcini, avrebbe dovuto iniziare ad allenarsi o a perdere le taglie.

Avvicinandosi a Regina, le offrì il braccio da reggere. "Sarebbe troppo sfacciato da parte mia offrire una mano?" Emma si affrettò ad aggiungere. "Non che pensi tu ne abbia bisogno o altro!"

"Che cavalleresco da parte tua, cara, la maggior parte della gente mi afferra e poi si chiede perché li umilio. Vada per Granny's". Fu la risposta, accompagnata da un caldo sorriso.

 
~~~~~~~~ SQ ~~~~~~~~


"Salve! Benvenuti da Granny's. Accomodatevi dove volete." La cameriera mora dalle gambe lunghe gesticolò verso la tavola calda, per lo più vuota. Evidentemente hanno evitato la calca mattutina, ma non era ancora l'ora della folla del pranzo.

Il "Piacere di rivederti, Em" fu accompagnato da un occhiolino e da un grande sorriso.

"Oh uh, ehi, Ruby." Emma sembrava leggermente nervosa per l'atteggiamento amichevole di Ruby, ma si infilò in un divanetto vuoto. Non è che fossero ad un appuntamento, giusto?

"Vi lascio un minuto da sole per sistemarvi." Si allontanò, con i tacchi che ticchettavano rumorosamente contro il pavimento di linoleum.

Emma fece davvero del suo meglio per non guardarla allontanarsi "Grazie, Rubes".

Da parte sua, Regina sembrava divertita dal percepibile disagio di "Em" e si appoggiò allo schienale con tutta la grazia di una regina sul suo trono, non un divanetto di finta pelle consumata. Si abbassò e slacciò l'imbracatura intorno a Henry, dandogli il segnale che era fuori servizio e libero di riposare. Con un soffice sbuffo, si accoccolò accanto a Regina e appoggiò il muso sulle zampe.

"Una tua amica?" La sua domanda per Emma risultò un po' impassibile, e forse con solo un piccolissimo accenno al mostro dagli occhi verdi.

Concentrandosi su Regina, Emma si rilassò nel posto con il tavolo tra di loro e annuì. "Ruby? Ci conosciamo da molto tempo, siamo amiche da un po'." Rendendosi conto di ciò che potrebbe aver suscitato la domanda, Emma cercò di chiarire. "Solo amiche però! Non qualcosa di più, sarebbe semplicemente sbagliato... è carina ma siamo più come cugine... ehm sorelle!"

Mi sembra che la signora protesti troppo; Regina fece un'ipotesi ponderata e diede a Emma un po' di corda con cui giocare. "Se lo dici tu, cara. E' abbastanza attraente?"

Emma tentò l'impossibile e cercò di non fare l'ennesima gaffe del giorno, rispondendo senza pensare e annuendo. "Sì, lo è..."

Mentre il viso di Emma diventò di una bella tonalità di scarlatto alla realizzazione di ciò che aveva appena detto, Regina si lasciò sfuggire quello che potrebbe essere descritto solo come uno -schiamazzo-.

"Oh Dio, metti fine alle mie sofferenze e uccidimi ora..." Emma fece del suo meglio per fondersi con il cuscino del divanetto nella vana speranza che possa salvarle l'imbarazzo, nascondendo il viso tra le mani. Alzò con riluttanza lo sguardo verso Regina. "Qualcuno ti ha mai detto che sei cattiva?"

"Non in faccia, no, ma sono sicura che mi chiamano così alle mie spalle." Regina si sentì stranamente orgogliosa di poter essere chiamata così e di non voler sventrare il suo interlocutore all'istante.

"Aspetta, la gente ti definisce cattiva? E non in modo divertente?" Emma sembrò sorpresa dal cenno che ricevette in risposta.

"Non sono esattamente una persona gentile, cara. Più di una persona ha avuto la sua felicità, e di solito la sua carriera, distrutta a causa mia. Conosco bene il soprannome che i miei dipendenti hanno per me, anche se sono convinti di averlo tenuto segreto." Regina fece un grugnito inelegante per la loro stupidità.

"Posso chiedere qual è?"

"Certo che -puoi-, ma immagino che tu volessi dire 'potrei chiedere' invece di 'posso chiedere'." Il sorrisetto di Regina riapparì, insieme a una sana dose di insolenza.

"Ugh... bene! Potrei chiederle come la chiamano i suoi dipendenti, sua altezza grammaticale?" La petulanza vinse contro la cavalleria, questa volta.

"Ci sei andata vicina cara; mi chiamano" Raddrizzare la spina dorsale, spalle indietro e una piccola pausa d'effetto. Dopo tutto, il fraseggio è tutto e le prime impressioni contano. "La Regina Cattiva".

"Davvero?" L'espressione di Emma era dubbiosa. "Perché mai dovrebbero chiamarti così?"

Ruby scelse questo momento per interrompere e tornò al loro tavolo, blocco e penna in mano. "Cosa posso portarvi, ragazze?"

"Il mio solito, per favore, Ruby." Le papille gustative di Emma sovrascrissero il suo buon senso, parte della sua autoconservazione e votarono per formare un sindacato contro i cibi sani.

"Formaggio alla griglia, anelli di cipolla e un frullato al cioccolato. Capito. E per te?" Ruby si rivolse a Regina.

"Insalata Caesar di pollo? O qualcosa di simile? E un caffè nero, per favore." L'espressione di Regina era speranzosa, ma internamente si stava preparando per essere costretta a prendere un hamburger.

"Certo, possiamo farlo. Nient'altro? Ok, fatemi un fischio se avete bisogno di qualcosa." Si allontanò verso la cucina per consegnare il loro ordine.

Ruby tornò poco dopo con le loro bevande. "Il cibo arriverà tra qualche minuto."

"Fico, grazie Rubes."

"Sì, grazie Ruby."

"Non c'è di che ragazze, ci vediamo tra poco." Ruby tornò di nuovo dietro il bancone e cominciò a leggere qualcosa sul suo cellulare.

Raggiungendo la macchia bianca che si sperava fosse il suo caffè e non lo zucchero, Regina avvolse le dita attorno a quella che si rivelò essere la tazza. Bevendo un sorso, mormorò in segno di approvazione.

"Ok, la parte 'cattiva' la posso capire, ma da dove viene la parte 'regina'? Sei tipo super snob o qualcosa del genere?" La curiosità bruciante di Emma l'aveva cacciata in più di un guaio e non era minimamente diminuita.

Regina aspettò che Emma bevesse un sorso del suo frullato prima di rispondere in modo del tutto indifferente. "Viene dal termine 'queening', la mia posizione sessuale preferita."

Come si aspettava, Emma finì per indossare la maggior parte del suo drink e iniziò a tossire pesantemente.

"Oops?" L'espressione di Regina sarebbe risultata angelica, se l'angelo in questione fosse stato radiato per comportamento scorretto.

"Q-questo... *colpo di tosse* non era divertente!" riuscì a balbettare Emma, cercando inefficacemente di pulirsi con un tovagliolo le macchie di frullato che ora le decoravano il top.

Il suo intervento risultò piuttosto secco e fin troppo divertito. "Che sconsiderata che sono, chiedo scusa".

"Come vera risposta alla tua domanda, è probabilmente un gioco di parole; il mio nome significa 'regina'. Insieme al mio contegno generale e al mio aspetto, sono molto severa ed esigo il meglio dal mio personale. Non è esattamente un grande sforzo mentale collegare le due cose".

"Quindi la tua gente non è molto abile nei soprannomi?"

"In una parola, no." Regina alzò le spalle. "E cos'è che fai, cara? Oltre a salvare le 'mamme sexy'".

Emma mugugnò e appoggiò la testa sulle braccia piegate sul tavolo. "Non hai intenzione di lasciar perdere tanto presto, vero?"

Lo schiamazzo tornò, anche se non così forte. "Mm non ancora, no. Finora mi ha reso la giornata migliore".

"Sei davvero... cattiva. Non è un segreto quello che faccio; la cacciatrice di taglie."

Continuarono a chiacchierare finché non arrivarono i loro piatti, l'odore di cibo fritto che permeava l'aria.

Emma diede un grosso morso al suo formaggio grigliato, facendo sorridere Regina. "Come fai a mangiare così e ad avere una linea così perfetta? Visto che questo è il tuo 'solito'."

"L'hai notato, eh? Faccio esercizio, e rincorrere le taglie implica un lavoro di gambe, letteralmente."

Da parte sua, Regina arrossì un po' ma continuò come se stesse parlando di qualcosa di banale. Tenere l'avambraccio di Emma durante la passeggiata verso la tavola calda aveva lasciato un'impressione di snellezza sulla bionda. "Non sono -completamente- cieca cara e i miei altri sensi funzionano perfettamente. Inoltre, parte del mio lavoro consiste nell'essere un’osservatrice."

"Osservatrice, eh? E cos'altro hai 'osservato' di me?"

Arrossendo un po' di più, Regina giocherellò con il manico della sua tazza e continuò. "Beh, evidentemente sei una persona gentile; hai riportato Henry da me invece di abbandonarlo."

"È un cane, non potevo abbandonarlo... avrebbe potuto farsi male." Emma rispose con un'alzata di spalle, finendo il suo formaggio grigliato e sgranocchiando i suoi anelli di cipolla.

"Saresti sorpresa di quante persone farebbero esattamente questo, e senza pensarci due volte." Un'espressione accigliata attraversò il viso di Regina prima che lei potesse nasconderla. Si chinò e accarezzò affettuosamente la testa di Henry, strofinandogli dietro le orecchie.

"Inoltre, era ovvio che qualcuno gli volesse molto bene."

Regina guardò Emma con sorpresa. "Come fai a dirlo?"

La bionda alzò le spalle. "Le sue condizioni; il pelo è sano, le unghie sono state tagliate e i suoi occhi sono luminosi e chiari. I randagi non avrebbero questo aspetto."

"Ora chi è l'osservatrice?" Regina sorrise, mentre punzecchiò la sua insalata.

"E' un po' anche il mio lavoro. I piccoli dettagli sono ciò che di solito mi aiuta a catturare le taglie. Anche se la maggior parte sono un po'..." Emma fece una pausa per trovare la parola più appropriata.

"Intensi?" offrì Regina.

"Sì. Volevo dire idioti, ma non sarebbe giusto... verso gli idioti. Saresti sorpresa di sapere quanti ne prendo con la scusa della bionda stupida." Emma sorseggiò il suo frullato, mescolandolo con la cannuccia.

"Come mai, cara? Non vorrai dirmi che rimorchi i fuggitivi nei bar?".

La smorfia di Emma e la pausa di riflessione furono sufficienti per confermare che faceva esattamente questo. "Ok, allora non te lo dico."

"Stai scherzando? Queste persone sono fuori su cauzione, decidono di saltare e il loro primo pensiero è quello di bere qualcosa e -sistemarsi-?" L'espressione di Regina era incredula e corrispondeva al suo tono.

"Sì. Almeno, i ragazzi di solito lo fanno; pensano con la loro 'testa'. Le ragazze, non tanto, ma a loro piace bere, e possono essere stronze se hanno bevuto abbastanza." Emma fece un'altra smorfia al ricordo di alcune donne con cui aveva fatto a botte. Il barista del 'The Rabbit Hole' la guardava ancora male per quello.

"Suppongo che questo significhi che devi avvicinarti e diventare personale con i tuoi... obiettivi? Di tanto in tanto."

"Taglie, e sì, a volte. Dipende da quanto sono cooperativi. Vuoi vedere le mie manette?" Emma sorride.

"Certo che no! Non c'è bisogno di essere rozzi; ero solo... curiosa." Il rossore di Regina tornò in forze.

"Oh, pensavo che ti sarebbe potuto interessare, visto che hai detto che ti piace stare sopra e tutto il resto..." Il diavolo seduto sulle spalle di Emma aveva immobilizzato con successo l'angelo per tre secondi e ne sta approfittando.

Regina contorse un po' i fianchi e sbuffò, finendo il suo caffè ormai freddo. "Non vedo come questo si possa applicare." Non vorrebbe assolutamente sentire cosa potrebbe fare Emma, no, per niente.

Emma ridacchiò e cedette, l'angelo riuscì a convincere l'arbitro che il conteggio non valeva e che voleva una rivincita. "Se lo dici tu, 'Gina."

"Re-gi-na; tre sillabe cara. Non 'Gina. Hai assunto troppo zucchero e hai già dimenticato il mio nome completo?". Sfacciataggine al suo posto, arrossendo al minimo.

"Ma 'Gina è più carino!" Emma era desiderosa di dimostrare il suo punto di vista.

"Mh hm. E cosa di me suggerisce che sono 'carina'?" Il veleno che Regina cercò di mettere nella parola fu in qualche modo rovinato quando Henry si prese la briga di portare la sua testa sul grembo di Regina, facendole ammorbidire l'espressione mentre lei lo accarezzava pigramente.

"Per quanto sia stato divertente, dovrei davvero andare in ufficio. Sebbene mi fidi del fatto che il mio personale sia competente, ho ancora bisogno di presentarmi e fare il mio lavoro."

Il broncio infantile di Emma rimase per lo più inosservato e lei incrociò le braccia davanti a sé. "È un peccato, ma anch'io ho bisogno di sbrigare alcune cose." I pensieri del suo appartamento in disordine e il bisogno di fare la spesa affiorano. "Ti piacerebbe farlo di nuovo? Voglio dire, senza la parte del perdere Henry prima?"

Concentrandosi sulla leggera incertezza nella voce di Emma, Regina le rivolse un sorriso accogliente e annuì. "Mi piacerebbe." Estrasse fuori il suo telefono dalla borsa e lo sbloccò con l'impronta del pollice, offrendolo a Emma per aggiungersi come contatto.

"Ti fidi di me con il tuo telefono, così? Potrei spifferare tutti i tuoi sporchi segreti."

Regina ridacchiò e annuì. "Non c'è niente di incriminante o imbarazzante, cara. E se ci fosse, dovresti incolpare solo te stessa per averlo trovato."

Aggiungendo sé stessa come contatto, Emma sorrise e inserì il suo numero di cellulare, restituendolo a Regina.

"Ehi Siri, chiama Emma."

Il suo cellulare si rifiutò. "Mi dispiace, non so chi sia."

Regina si accigliò e tentò di nuovo, ottenendo la stessa risposta. "Ti sei aggiunta come contatto, vero?"

"Sì" Emma accentuò la 'ì'.

Con un sopracciglio alzato, Regina provò una terza volta e venne nuovamente rifiutata. A questo punto, sentì sentire Emma ridacchiare in sottofondo e una lampadina si accende nella sua mente.

"Emma cara, -come- ti sei aggiunta?"

Non riuscendo più a controllarsi, Emma iniziò a ridacchiare come una pazza, ma riuscì a pronunciare "la mia salvatrice."

Sospirando e scuotendo la testa, Regina ci provò per la quarta volta. "Sei proprio una bambina. Ehi Siri, chiama la mia salvatrice."

Dopo un attimo di ritardo, il cellulare di Emma iniziò ad emettere una classica melodia rock. Rifiutò la chiamata e memorizzò il nuovo numero nella sua lista di contatti.

"Voglio sapere con quale nome -mi- hai salvato?" Regina si chinò per riallacciare l'imbracatura intorno a Henry e rimette il cellulare nella borsa, cercando il suo portafoglio.

"Uhm... no?"

Regina fece una pausa nella sua ricerca e sospirò di nuovo. "È 'Regina Cattiva', vero?"

"Come puoi avere così poca stima di me?" Emma sbuffò e emulò un tono indignato. Regina si limitò a sorridere. "Questo lo rende meno vero, cara?"

Riponendo il proprio cellulare, il broncio di Emma fece nuovamente capolino, ma annuì. "Ok, sì, l'ho fatto."

"Bambina. Anche se, detto da te, è piuttosto accattivante, suppongo." Regina sorrise calorosamente e si alzò, sussurrando a Henry di guidarla verso Ruby.

"Oh no, pago io. Questa è stata una mia idea, dopo tutto." Emma contestò Regina che cercava di pagare per entrambe.

"Se insisti, 'mia salvatrice'. Anche se ritengo di dover pagare io, visto che sono riuscita a sporcare il tuo top," Le macchie di frullato spiccavano sulla semplice canotta grigia di Emma.

Emma fa un movimento ondeggiante della mano. "Eh. Non preoccuparti. Si è visto di peggio, credimi."

Dopo qualche altro minuto di bonaria discussione sul conto, Emma prevalse con l'argomentazione che le regine non dovevano pagare quando era disponibile un cavaliere onorevole.

Naturalmente, Regina ne approfittò per far notare che i cavalieri non sarebbero stati adornati in pelle rossa e avrebbero dovuto montare su un cavallo bianco.

Dopo un abbraccio leggermente imbarazzante, si separano a malincuore.

Seduta in un taxi sulla strada per l'ufficio, Regina guardò Henry. "Beh, sembra che ci siamo fatti una nuova amica."

 

 

 

 

 

 

 

Spazio dell'autrice:

 

Hi pargoli.

Ecco a voi il secondo capitolo.

Cercherò di pubblicare ogni giorno, anche se sarà difficile.

Ripeto, i crediti a parte la traduzione vanno tutti ad alexeizenhart su ao3.

Vi lascio qui il link di questo capitolo in lingua originale.

https://archiveofourown.org/works/29865381/chapters/73640793#main

Spero vi piaccia.

Bacini stellari,

Vaniglia.

 

 

   
 
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