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Autore: Immersi nella vita    09/05/2021    0 recensioni
Le avventure tragicomiche delle Nazioni alle prese con i loro sentimenti.
[ Pairing: Gerita, Spamano, Fruk, Rochu ]
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 15: In Vino Veritas 

Romano rientrò in casa distrutto. Si buttò sul letto e lasciò uscire un sospiro tremante, si coprì il volto con le mani. Era un coglione, o meglio si era fatto prendere per i fondelli da quel maledetto prussiano. 

Si alzò stancamente in piedi e andò in bagno. Aprì il cassetto dei medicinali, e dopo essersi spogliato iniziò a medicarsi. Sperò con tutto il cuore che quei cani pulciosi non avessero la rabbia. Si ricordò che quando era piccolo e si sbucciava le ginocchia era quel bastardo mangia pomodori a medicargli le ferite. Arrossì e si arrabbiò con se stesso, perché doveva pensare sempre a lui? Eppure si ricordava anche che lo spagnolo si era molte volte fatto male nel tentativo di proteggerlo, ed era allora il suo turno di curare il bastardo sorridente. Fissò lo straccio sporco di sangue, chiuse gli occhi, non poteva dimenticare Antonio svenuto davanti alla sua porta di casa.
Sentì il campanello nella porta suonare e aprì gli occhi allarmato. Feliciano non avrebbe suonato, quindi chi era?

Si mise addosso una vestaglia e si diresse verso la porta, se erano i testimoni di geova gli avrebbe mandati a fanculo. Aprì la porta e rimase di stucco. Chi altri poteva essere se non Spagna?

Antonio gli sorrise radioso e disse:" Hola, Lovi~", le sue labbra si appiattirono quando notò  in che stato era Romano. I capelli spettinati, il viso pallido, gli occhi arrossati, erano bende quelle che spuntavano da sotto la vestaglia? Disse preoccupato: " È successo qualcosa? Come stai? ". Romano sospirò e disse seccato:" Nulla, perché sei venuto? ". Antonio gli rispose tranquillamente:" Volevo fare un salto da te, sei occupato? ". L'italiano si morse il labbro inferiore, Spagna gli stava facendo gli occhi dolci, si mandò mentalmente al diavolo e disse: " Entra! " .

Si sedettero sul divano, Lovino si pentiva già di averlo fatto entrare, Spagna gli aveva portato delle rose. Erano nove rose rosse, le guardò scettico, Antonio gli disse che erano solo un pensierino. Si alzò dal divano e gli disse: " Senti vado a preparare qualcosa da mangiare, tu resta qui". Spagna notò che nel tragitto dal salotto alla cucina Lovino zoppicava, la caviglia era fasciata. 
.

Romano iniziò a trafficare in cucina, Feliciano per preparare quel dannato picnic gli aveva svaligiato il frigo. Afferrò due bottiglie di vino rosso e un paio di bicchieri, delle olive, del formaggio e del pane. Lui non aveva particolamente fame, alzò le  spalle.

Tornato in salotto, Antonio lo guardò con tanto d'occhi. Aveva qualcosa in faccia? Prima che potesse parlargli, lo spagnolo gli chiese: " Lovi, prima stavi zoppicando, è accaduto qualcosa? "  Romano arrossì e disse: " Non parliamone, perché invece non beviamo un po' di vino? ". 

Antonio stette zitto, allungò il braccio e stappò la bottiglia. Riempì due bicchieri e bevvero in silenzio. Romano si rilassò visibilmente non appena ebbe assaggiato quel nettare, il sapore del mosto gli bagnò la gola. Dopo due bicchieri si fece allegro e iniziò a raccontare allo spagnolo del picnic. 

" Sai che quel deficiente di mio fratello mi ha portato a un picnic ? Ma non è questo il brutto, il fatto è che c'erano quelle due patate marcie e i loro cagnacci" Spagna gli versò altro vino e iniziò a chiedergli i dettagli, forse poteva finalmente sapere cos'era successo. 

Come si dice 'in vino veritas' , la verità venne a galla. Spagna lo fissò interdetto, il suo viso arrossato dall 'alcol, sbiancò di sgomento per poi riaccendersì di rabbia, gridò: " COSA!? Gilbert ha..!? " non terminò la frase, strinse i denti. 

Ma le labbra di Lovino non avevano ancora terminato, mise una mano sopra il pugno contratto dello spagnolo e disse con voce strascinata: " Non tentare di fare nulla, capito? " .

Lo spagnolo lo guardò interdetto, ribatté: " M-ma Lovi, ti ha fatto attaccare dai cani...I-io" , Romano gli mise una mano sulla bocca zittendolo. 

Spagna spalancò gli occhi, Lovino lo fissò con gli occhi ardenti e disse: " Non osare più  farti del male per me, o  fare del male per il mio bene, hai capito? Non ricordi forse che anche Svizzera mi ha ferito per " vendetta "!? Il sangue chiama altro sangue, e io non posso più vederlo" i suoi occhi erano due specchi aperti sulla sua anima, sussurrò: " Non posso più vederti ferito". 
 
Spagna sentì il cuore nel suo petto fare una capriola, afferrò la mano di Romano e la staccò dalle sue labbra con facilità, gli diede un bacio sul dorso della mano. Si avvicinò all'italiano che lo fissava con occhi sgranati, rosso in viso, e lo avvolse il un forte abbraccio, si sentì riempire di un'immensa felicità, un sorriso emozionato gli incurvava le labbra. Romano ricambiò l' abbracciò, poggiò la testa nell'incavo della sua spalla e gli strinse la schiena.  

Antonio gli baciò l'orecchio e disse piano: " Lovino, sei così dolce e carino" Romano sembrò tornare in sé e si staccò dall'abbraccio, era tutto rosso. Spagna rise, gli prese le guancie e disse dolcemente: " Sembri un piccolo pomodoro~" . 

Lovino chiuse gli occhi imbarazzato e sussurrò: " Stai zitto.. " il suo cuore batteva a mille, Antonio lo guardava con uno sguardo dolce, pieno di tenerezza. 

Spagna si chinò verso di lui e gli baciò la fronte, Romano aprì piano gli occhi, si sentiva al sicuro fra le braccia di Antonio.  Non sentiva l'imbarazzo  e la ritrosia che avrebbe provato di solito in quelle situazioni, l'alcol  che scorreva piacevolmente nelle sue vene aveva sciolto quella parete di ghiaccio intorno al suo cuore. 

Guardò intensamente lo spagnolo e gli chiese: " Perché ti comporti sempre così? " il suo tono era vulnerabile quasi piagnucolante. Antonio lo guardò interrogativamente, il tono di Lovino esplose: " Perché continui ad amarmi!? Un pezzo di merda come me non ti merita...t-tu" la sua voce morì spezzata in gola.   

Spagna spalancò gli occhi e impallidì, guardò preoccupato l' italiano che teneva ostinatamente lo sguardo a terra. Gli prese il viso fra le mani e cercò i suoi occhi, disse tristemente: " Oh Lovi, come puoi chiedermelo!? Certo che ti amo, te l'ho già detto, mi corazón, e continuerò ad amarti sempre perché sei la persona più importante per me" . Romano si sentì mancare il fiato, era importante per qualcuno? Lo guardò con interesse; Antonio  continuò imperterrimo: " Come puoi parlare così male di te stesso? Sei così prezioso e bello, non riesci neanche a immaginare quanto tu spenda. In ogni momento sei la luce della mia vita e molto tempo fa mi sono promesso che se non ti potevo avere, ti avrei protetto. " . Romano aveva iniziato a piangere, Antonio gli asciugò col pollice una lacrima furtiva e sussurrò: " So che sei molto duro con te stesso, che a volte ti odi. Dentro di te si nasconde un'anima gentile e passionale, ma la nascondi agli occhi degl'altri perché hai paura di venire ferito. Ma con me non devi nasconderti come una piccola tartarughina, Lovino guardami negli occhi.. " l'italiano fissò i suoi occhi umidi in quei pozzi color smeraldo e per la prima volta nella sua vita si rese conto con lampante chiarezza di quanto fosse amato, Antonio era sincero. Il suo sguardo intenso gli fece tremare il cuore, una incontenibile sensazione di calore gli scaldò il petto. Spagna poggiò la fronte sulla sua e disse seriamente: " Ci sarò sempre per te "  il suo fiato caldo e profumato di vino gli accarezzò le labbra. 

Romano non era bravo con le parole, ma fece fare al proprio istinto, per una volta seguì il cuore. 

Passò una mano fra i capelli color nocciola dello spagnolo e congiunse le loro labbra chiudendo gli occhi. Una scossa di elettricità gli attraversò la pelle, Spagna sussultò dallo shock sotto il suo contatto, ma ben presto iniziò ad assaporare le sue labbra.  Romano si sentì andare a fuoco, quella scintilla che lo aveva fatto fremere poco prima aveva innescato un incendio che lo bruciava senza pietà, ma si sentiva bene, si sentiva vivo. Le labbra si cercavano affamate, da quanto lo aveva voluto? Da quanto si ingannava? Perché lo aveva sempre riufiutato?

Si sentì gli occhi di nuovo caldi, e lo strinse più forte a sé, aprì le labbra e accolse il calore dello spagnolo. 

Spagna avvolse un braccio intorno alle spalle di Romano e lo strinse più vicino a sé, si attaccò alle sue labbra come un assetato, il mondo aveva cessato di esistere nell'istante in cui Romano lo aveva baciato, tutto quello che esisteva erano loro due in quel momento. 

Romano separò le loro labbra per riprendere fiato, lo guardò con le guancie infuocate, le labbra lucide di saliva e gli occhi dillatati. 

Nella stanza si potevano sentire soltanto i loro respiri accelerati.  
Spagna sussurrò: " L-lovi tu... "

Romano disse in un sospiro: " Ti amo" . 

Antonio lo guardò pietrificato con espressione attonita. 

Lovino disse velocemente: " avevi ragione, ok, nascondo i miei sentinimenti...io provo questo per te da m-molto, ma.. " si confuse arrossendo e continuò smangiucchiandosi le parole: " ecco tu dici che sono così bello, prezioso, importante...eppure io ho sempre creduto di non meritarti. Tu sei sempre stato vicino a me e-e io ti ho..." la sua voce tremò " t-ti ho sempre rifiutato malamente, ma tu sei sempre rimasto al mio fianco... " strinse i pugni e disse frustrato: " e io mi chiedevo perché tu rimanevi, perché ti importava di una persona insulsa come me...e..e".

Antonio si sciolse da suo iniziale stupore, e dopo aver ascoltato allibito tutto quel discorso, abbracciò Lovino e fu lui a sorprenderlo con un bacio. 

Romano si attaccò alle sue labbra come se si trattasse di un' ancora, si sentì al sicuro e si lasciò scogliere da quel calore. Fu Antonio a interrompere il contatto per primo, gli prese il viso con una mano e scostò delicatamente con l 'altra la frangetta, ammirò teneramente il suo  dolce Lovino, si sentiva pervadere da una felicità euforica. Era ricambiato, anche il suo querido lo voleva. Gli baciò la fronte e disse: " Mi amor, te amo desde el fondo de mi corazón [amore mio, ti amo dal profondo del mio cuore] "  aggiunse " Ti amerò sempre e sarai per me sempre l'unico" suggellò quella promessa con un dolce bacio a stampo. 

Romano si sentiva il petto scoppiare, lo aveva davvero fatto, si era confessato! Tutte quelle paure e insicurezze che lo avevano frenato sparirono come neve al Sole. Poggiò la testa sul suo petto e lo abbracciò, ben presto le braccia dello spagnolo lo circondarono, si abbandonò a quella bolla di calore e sicurezza. Sussurrò sulla spalla dell' altro un muto 'anch'io'.
.

Veneziano si alzò in piedi e lasciò che la pioggia lavasse via le ultime lacrime. Si sentiva come svuotato, aveva freddo. Una volta rimesso tutto nel cesto di vimini, si decise ad andare a casa. L'autunno aveva iniziato a mostrare i propri colori, una raffica di vento gelido lo colpì. Si chiese se era proprio una buona idea tornare a casa, Lovino era arrabbiato, ma era anche ferito. Decise di andare da Francia, sicuramente lo avrebbe tirato su di morale. 
.

Francis era steso mollemente sul sofà e stava degustando un buon bicchiere del suo vino. Il sapore corposo del liquido rossastro gli diede immediatamente sollievo, quella settimana era stata particolarmemte stressante. Corrucciò le fini sopracciglia e pensò che era tutta colpa di quel bruco inglese. Dopo la cena a Newyork, Arthur aveva smesso nuovamente di frequentarlo, come se avesse messo su un muro. Francis era rimasto soddisfatto della serata, aveva potuto vedere una versione più sincera e vulnerabile del britannico e aveva capito che forse aveva ancora qualche carta fa giocare e che la partita non era vinta. Eppure quel bastardo prima gli dava speranze e poi faceva finta di niente e lo ignorava, prese un lungo sorso.

Pensò ' forse devo farlo ingelosire? O magari devo cercare di portarlo a un appuntamento romantico' si accarezzò con fare pensoso la barba.  

I suoi pensieri vennero interrotti dallo squillo del campanello. Poggiò sul tavolino il bicchiere e si diresse verso la porta.

Non appana la aprì il suo viso si contorse in un'espressione sbigottita. Dall'altra parte della soglia si trovava infatti Veneziano, bagnato fradicio, con gli occhi tutti arrossati e l'aria distrutta. Sembrava un piccolo pulcino bagnato.  

Riscossosi dal suo iniziale stupore disse: " Italie? Entra pure" e lo fece accomodare. L'italiano non disse nulla e abbracciò il francese. 

Francis guardò il corpo tremante stretto a sé, i singhiozzi gli piegavano la schiena e oltre all'umidità fredda dei vestiti bagnati contro il suo corpo si aggiunse la sensazione calda delle lacrime sulla sua spalla. Un soffio di compassione gli avvolse il cuore, accarezzò le sue spalle e disse: " Su, cher, che c'è? " . Lo staccò delicatamente e gli  diede il suo fazzoletto. Disse delicatamente: " Dai vieni in salotto, ti offro un bicchiere di vino e parliamo, va bene? " . L'italiano di passò il fazzoletto sugli occhi e dopo essersi soffiato rumorosamente il naso annuì. 

Si sedettero nello spazioso salotto, una bottiglia e un calice mezzo pieno di vino troneggiavano su un tavolino. Veneziano si strinse nelle spalle e disse con voce ancora impastata dalle lacrime: " G-grazie, Io...io non volevo disturbart-ti, ma... " si premette il fazzoletto sulle labbra tremanti e trattenne un singhiozzo. 

Francia guardò allarmato l'italiano, notò la pozza d'acqua che si stava allargando attorno al settentrionale, disse: " Italie sei completamente fradici! Dove sei stato? Prima di dirmelo devi cambiarti o prenderai un raffreddore! " Francis si alzò di scatto e andò in camera sua, disse a voce alta dall'altra stanza: " Ti porto degli asciugamani e dei vestiti, tu spogliati!". 

Tornato notò l'italiano che si era alzato e che guardava in modo vacuo la macchia sul divano, lo sguardo perso nel vuoto e spento così diverso dai suoi soliti occhi gioiosi ; la preoccupazione del francese non fece altro che aumentare.

 Poggiò i vestiti sul divano e prese le spalle dell'italiano, quest'utimo sobbalzò sorpreso e ritornò in sé, balbettò: " S-scusa per il divano, l'ho macchiato e..e che pioveva e.. " iniziò ad agitarsi. Francia gli strise in modo rassicurante una spalla da sopra la camicia bagnata e disse: " Tranquillo, me lo spieghi dopo, ora cambiati" senza dargli il tempo di rispondere iniziò a sbottonargli i primi bottoni della camicia. Le guancie di Feliciano si tinsero lievemente di rosa e disse a Francis che poteva farlo da solo, andò in bagno a cambiarsi. 

Nel mentre il francese andò a prendere un altro calice e a sistemare i cuscini, l'italiano aveva portato con sé un cesto di vimini e lo aveva poggiato sul pavimento. Seduto sul suo divano Francis cercò di ragionare sulla situazione. Dal suo punto di vista Veneziano era una persona che piangeva facilmente anche per motivi futili, ma quello sguardo....dentro di sé capì che si trattava di qualcosa di importante, affari di cuore?

Non ebbe tempo di soffermarsi sulle sue congettue perché ben presto venne raggiunto dall'italiano. Era molto più calmo e rilassato un tiepido sorriso gli solcava il viso. 

Si sedette vicino a lui e accettò facilmente un bicchiere di rosso, dopo un piccolo sorso disse: " Mi dispiace se ti ho fatto preoccupare, ero molto...agitato prima. Ti ringrazio per i vestiti " . Francis gli sorrise e bevve anche lui un po' di vino disse in modo gentile: " Non mi devi ringraziare! Mi sono molto preoccupato prima, se ti va puoi raccontarmi tutto". E così Veneziani gli raccontò tutto l'accaduto, l' esito disastroso del suo picnic e i suoi sentimenti contrastati per il tedesco. Francis ascoltava attentamente, una volta che la sua curiosità venne placata gli disse sorridendo: " Oh, Feli, sei venuto dalla persona giusta, non c'è nessuno meglio di me a dare consigli d'amore" il suo sorriso assunse un aspetto orgoglioso.   

Veneziano arrossì leggermente e chiese: " Pensi che abbia qualche speranza con Ludwig.....o credi sia meglio che rimaniamo migliori amici? " stava giocando con le dita con fare nervoso . Francis lo guardò come se avesse già capito tutto e sapesse perfettamente cosa fare. 

Gli prese una mano e disse: " Vedi, caro, l'amore è una questione complicata. Esistono diversi tipi di amore, ma quello fra Nazioni è particolarmente complesso. Possiamo amararci un giorno e farci la guerra il giorno dopo, ma questo non rende meno intensi i nostri sentimenti. A volte mi sono chiesto perché noi Nazioni abbiamo assunto un aspetto così umano, se siamo, in fin dei conti, solo la personificazione del nostro popolo e della nostra cultura alla mercé del volere del nostro governo e dei nostri capi. Fino a dove arriva il nostro libero arbitrio? Qual è il confine che mi separa da essere Francia la Nazione e Francis la persona? " sorrise melanconico e continuò con il suo monologo: " Credo che siamo stati creati con questa forma per ricordarci del nostro popolo, della nostra umanità e dei nostri sentimenti. Perché, ahimè, abbiamo sentimenti! Questo mio cuore si è spesso riempito d'amore e con tale esperienza ti darò un semplice consiglio. Potrà sembrarti banale ma ti dico: segui il tuo cuore! "   Feliciano spalancò gli occhi come se gli fosse stata rivelata la verità assoluta. Il francese continuò infervorato: " Sì sincero e ama, perché continuare a soffrire in questo modo è solo un delitto nei confronti dei tuoi sentimenti! Certo, non sei sicuro che Germania provi lo stesso per te e temi di poter essere rifiutato, ma sappi che a volte è meglio togliersi subito il dente che rimanere in un eterna e agonizzante attesa. Da quanto lo ami e da quanto questo confine che è l "amicizia" ti fa soffrire? Dalla tua espressione deduco "troppo". Ovviamente devi essere delicato e approcciarti nella maniera giusta, ma....da quello che ho visto in tutti questi anni, anche Germania potrebbe provare lo stesso per te! ". A quest'ultima affermazione Veneziano saltò su dal divano, le guancie arrossate e gli occhi che scintillavano. Sembrava che volesse dire qualcosa ma Francis lo zittì con gesto della mano e si avviò alla conclusione del suo discorso: " Infine ti dico che nell'amare ci vuole coraggio. Come dicevo prima siamo Nazioni, esseri strani, essenzialmente condanati alla solitudine. Ma se ci è concesso di amare, anche per un solo istante, allora dobbiamo farlo, anche se sarà solo un momento nell'eternità che continuerà a riecheggiare nella memoria. Dobbiamo farlo per noi, per il nostro cuore e perché quel momento potrebbe non ripresentarsi mai più e scomparire, negandoci il miele della vita che tanto cerchiamo. Perciò ama e si coraggioso! ".

 Queste ultime parole trafissero il cuore di Feliciano come una pugnalata. Si ricordò di Sacro Romano Impero , di come aveva passato il tempo a scappare da lui e di come aveva realizzato fin troppo tardi di amarlo, di come il loro primo bacio era stato anche l'ultimo. Si toccò il petto e pensò che per una volta doveva smettere di essere un codardo e di tirare fuori il coraggio. Doveva confessarsi e togliersi quel macigno dal petto, doveva essere onesto con Germania, anche se un suo rifiuto lo avrebbe distrutto. Non si sarebbe fatto scappare un'opportunità per una seconda volta!

Un sorriso genuino e grato gli incurvò dolcemente le labbra disse commosso:" Grazie Francis! Farò come mi hai detto, hai ragione per amare bisogna correre dei rischi, ma alla fine ne varrà la pena. " 

Francia sorrise e propose un brindisi all'Amore. I calici tintarrono nel salotto parigino, i raggi del tramonto fecero brillare il vetro dei bicchieri. 


Note dell'Autrice:

Salve a tutti !

Finalmente sono riuscita a finire il capitolo, ho avuto alcuni problemi di salute che mi hanno un po' rallentata...'^^.

È già i nostri pomodorini si sono messi insieme, proprio carucci, ma basta un po' di vino per sciogliere il cuore di uno tsundere e fargli mostrare i suoi veri colori ;-). 

Ringrazio tutti coloro che sono arrivati a questo punto! Fatemi sapere cosa ne pensate della storia nelle recensioni, mi rendono molto felice ^^

A Presto! ヾ(❀╹◡╹)ノ~ 
   
 
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