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Autore: Mercurionos    10/05/2021    0 recensioni
ULTIMO CAPITOLO: Alba e Cenere:
E lì, nell’ombra silenziosa e fredda,
sotto lo scampanellio della pioggia,
Vegeta volse lo sguardo alle proprie spalle,
e la vide.
L'Impero Galattico di Freezer, tirannico dittatore di tutto ciò che esiste: un periodo oscuro e inenarrato. Il rinnovato nucleo dell'impero attende tre guerrieri saiyan, gli ultimi della propria specie, predestinati a mostrare il proprio valore all'Universo. A partire dagli ultimi giorni del Pianeta Vegeta, fino a quel fatidico 3 Novembre, e oltre, nel massimo rispetto del magnifico Manga di Akira Toriyama.
Parte di "Dragon Ball: Sottozero", la vita dell'eroe che non abbiamo visto crescere.
Genere: Avventura, Comico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Freezer, Nappa, Nuovo personaggio, Radish, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dragon Ball - Sottozero'
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Capitolo 21 – Escape of Vegeta, Parte 4 – Anno 2, 11/25 Germinale
 
Non si salutarono, una volta riuniti nel proprio dormitorio. Pump aveva di meglio da fare, Vegeta invece non ebbe nulla a cui dedicarsi, e si rintanò sul trono di quella stanza squadrata, il suo letto ad un metro e mezzo dal soffitto, ma abbastanza da permettergli di stare seduto, quasi in piedi, senza alcun impedimento (nonostante tutti quei capelli!). L’imbarazzo di Radish permeava il resto della stanza: la tensione era tale da aver acquisito una propria inquietante e spettrale corporeità.
 
Irrequieto, Vegeta balzò giù dal letto.
“…i dati sull’ultimo trimestre rassicurano gli economisti dell’orlo interno. Ma passiamo alla Palla-Base-Goal: la Awawa batte i Rain Jacks trentaduemila a cinque…”
“Spegni. Devo finire di studiare.”
“E io devo guardare il meteo.”
Il tono di Pump si fece più stizzito: “Tu vuoi guardare il meteo. Quello che dovresti fare è studiare per la prova di S.O.S.”
In risposta ricevette solo la boria di Vegeta: “A differenza di te ho il massimo del punteggio, con Appule.”
 
CRACK.
Il pennino elettronico si conficcò nella parete. Il teleschermo si era salvato, anche se solo di poco.
“Ma sei impazzita!?”
“Sta’ zitto! T’ho detto che devo finire di studiare!”
Radish non tentò nemmeno di rappacificare gli animi dei due saiyan, e si rintanò nel bagno come nulla fosse.
“Modera i toni e datti una calmata!”
“Non credere di potermi dare ordini, stempiato!”
Una vena cominciò a protendere dalla tempia sinistra di Vegeta: “Non ti permettere…”
Ma venne interrotto: “E invece mi permetto!”
“Io sono ancora…”
“Tu non sei ancora un cavolo! Non lo sei mai stato e non ne sarai mai in grado, stronzo!”
 
Pump si portò una mano sulle labbra. Anche Radish, al di là della parete, trattenne il respiro, sgomentato dalla folle audacia della ragazza.
Vegeta alzò il mento minaccioso. La fulminò con lo sguardo, gli occhi neri, le tempie pulsanti d’ira. Ma non tremava. Non una fibra del suo corpo era irrequieta, sconvolta. L’aria della stanza raggelò, buia e pesante. Vegeta espirò; girò sui tacchi e, senza dir nulla, senza borbottare tra sé e sé, senza nemmeno sfondando un muro o due, chiuse la porta della camera alle proprie spalle e svanì nel corridoio.
 
“Nappa! Nappa, ci sei?”
Nessuna risposta. Le grida del principe riecheggiarono per gli androni vuoti e bui del lussuoso palazzo del centro. I vetri ancora oscurati lasciavano filtrare poca luce per i corridoi dell’appartamento di Nappa. Vegeta attraversò l’alloggio deserto in direzione della cucina: un saiyan affamato è ancora più stupido di un saiyan soltanto leggermente affamato. Di saiyan sazi non ne erano mai esistiti. Vegeta aprì l’anta d’acciaio del frigorifero con così poca grazia che la pesante lastra di metallo gli restò in mano. I frigoriferi non gli erano mai andati a genio. La gettò nel lavello lì accanto, come una stoviglia qualsiasi. Ci penserà Nappa. Ma scosse subito il capo, interrogandosi sulla legittimità di quella pretesa. Era corretta, adatta al ruolo di cui portava soltanto il titolo ma non gli onori?
 
Adesso non gli interessava. Affondò la mano nel freddo della ghiacciaia, dopotutto, senza porta un frigo serviva a ben poco, tanto valeva privarlo di tutti i suoi contenuti: il pane, la carne, i cetriolini croccanti che gli piacevano tanto, la salsa, le kakarote, no, le kakarote no, mi fanno schifo, molto meglio lo scalogno di Metamor, il formaggio verde di Anch-To, le cipolle all’aglio di porrosmarino. Impilò in fretta quell’impressionante mole di cibo in centro al tavolo e, una volta presa la mira, la folgorò con il ki. Per un istante, un bagliore irradiò la stanza, poi un dolce, pungente, intrigante aroma si sparse velocemente tutt’intorno.
 
Finalmente un pasto degno di un principe… Dannazione!
A cosa serviva un pasto degno quando nei suoi gesti non c’era alcun onore? Con quali imprese, con quali azioni avrebbe meritato il rispetto che esigeva da coloro che potevano essere suoi fratelli?
Non importa. Più se lo ripeteva e meno ci credeva. Non m’importa. Io… Io sono…
Le sue convinzioni crollarono sotto il peso dei suoi pensieri, così affidò all’ingordigia l’arduo compito di sottomettere tutta quella incoerente arroganza. Poco più di qualche boccone, e il pasto era consumato.
 
Si recò in uno stanzino buio, senza finestre, all’altra estremità dell’appartamento. Un bugigattolo freddo e inquietante, tappezzato di mensole colme di vasi ripieni di liquido verde. Vegeta si lasciò galleggiare in aria, verso i ripiani più alti e scavò tra le fila di provette che, a differenza di quelle stipate più in basso, stipavano fluidi di molteplici colori: ne afferrò una dall’ultima riga, vicino alla parete. Il recipiente di vetro era stato riempito con una brodaglia ialina e scura, poco densa, nella quale riposavano degli spessi granelli grigi ricoperti di gonfie pieghe. Vegeta ritornò con i piedi per terra, purtroppo soltanto nel senso letterale della locuzione.
 
Sul fondo della stanza v’era un apparecchio, una macchina piuttosto antiquata, recante il simbolo dell’esercito imperiale. Un orifizio al suo centro aveva esattamente le dimensioni della provetta che Vegeta stava stringendo nella mano. Vegeta infilò la fiala nell’apertura, poi la ruotò facendole compiere un giro completo. Qualcosa scattò all’interno del macchinario, che cominciò a sussultare e brusire sommessamente. Un pannello prese vita e si illuminò, ricoperto di qualche codice, un paio di numeri e un grafico che Vegeta non sapeva interpretare tanto bene. Non che gli importasse: la macchina poco dopo terminò il proprio operato ed emise un bip gracchiante, quindi Vegeta si riprese la provetta. Quasi tutto il liquido era scomparso, e i tre bulbi grigiastri si erano fatti più grossi e turgidi. E pulsavano ritmicamente, pieni di vita.
 
Vegeta abbandonò l’opprimente sgabuzzino, e si diresse in fretta nella stanza più vicina: la camera degli allenamenti. Aprì la provetta al centro del locale squadrato, e lasciò scivolare sulle lisce piastrelle bianche il terzetto di globi, di attimo in attimo più grossi e grottescamente ansimanti. Il liquido di coltura era stato completamente assorbito. I tre ammassi di materia iniziarono ad agitarsi nevroticamente, sempre più deformati e pesanti, rubavano l’aria dall’ambiente attorno a loro. Viscide protuberanze si segmentarono, separandosi l’una dall’altra. I due grovigli di fibre si alzarono, sorreggendosi su quelle che avevano proprio la forma di due gambe malformi, bitorzolute e storte, terminanti in un’appendice artigliata. Gridarono come straziati da un profondo dolore, ma i volti mostruosi delle due creature erano contorti ciascuno in un raccapricciante sorriso.
 
Vegeta detestava i saibaiman, come tutte le loro varianti, di cui non si era mai preso la briga di imparare i nomi. Vegeta aberrava proprio lo studio in generale, ciò nonostante, i suoi voti erano più che ottimi. In molti avrebbero voluto riempirlo di sberle solo per questo. I due esseri che aveva appena riportato in vita erano dei jinkouman, una varietà di saibaiman che può crescere soltanto nei terreni vulcanici, ricchi di nutrienti adatti agli esseri metà pianta, metà bestia, così forti come incontrollabili. Il loro liquido di coltura era servito proprio a questo, ad incubare e nutrire i semi fino alla fioritura. Ed erano fiorite creature invero disgustose, dall’olezzo nauseabondo, con una mente tanto primitiva quanto distrutta dall’ingegneria genetica, che aveva portato ai limiti estremi la loro follia e la loro forza fisica.
 
Vegeta disprezzava tutto ciò: non solo il loro nome, così fastidiosamente simile a quello del popolo guerriero (e c’era davvero qualcuno capace di confondere ‘saiyan’ e ‘saibaiman’, che prontamente veniva eliminato dalla furia del principe), ma anche la semplicità e superficialità nel conferire un tale potere, ben superiore alla forza combattiva del soldato medio dell’esercito, ad un essere senza intelletto, senza ambizioni, senza onore.
 
Vegeta, Vegeta, Vegeta. Vedeva il proprio volto riflesso nei grugni sogghignanti dei saibaiman. Non diede loro né l’ordine di attaccare, né il tempo di prepararsi all’assalto. Gli piombò di fronte e scrutò i loro occhi spenti con i suoi. Sfondò il mento a quello a lui più prossimo, e per poco non gli staccò di netto la testa. Quello cadde all’indietro rimbalzando contro il muro, chiazzato di sangue purpureo. Vegeta, per quanto dominato dai propri disorientanti turbamenti, era ben conscio del pericolo che stava correndo: i tre esseri, se solo fossero stati più intelligenti, o peggio, più fortunati, avrebbero potuto avere la meglio su di lui se permetteva loro di collaborare.
 
Le altre due creature grigiastre si scagliarono sul principe, ma vennero presto accecati da un lampo: Vegeta aveva fatto detonare l’aria della stanza, spargendo fiamme stinte tutt’attorno. Nei suoi occhi ardeva la medesima, sinistra luce. Il combattimento procedette per una decina di minuti, sempre più violento e frenetico. Le pareti della stanza si tinsero pian piano del sangue dei saibaimen che, nonostante le orribili ferite, erano incapaci di sentire il dolore e continuarono a lottare, a perseguitare l’invincibile Vegeta.
 
Almeno, il principe pensava di essere impareggiabile ed ineluttabile. Uno dei suoi avversari giocò inaspettatamente d’astuzia: fintosi sconfitto era eluso all’attenzione di Vegeta e quindi, non appena se n’era presentata l’opportunità, gli saltò addosso, avvinghiandosi alla sua schiena. Vegeta sentì gli artigli della creatura pungergli il petto, i suoi arti deformi stringere i propri. Il mostro cominciò a tremare, cacciando un grido lancinante per la stanza infiammata dalla battaglia. I suoi compagni si allontanarono da Vegeta con un balzo e il principe comprese di essere in trappola: concentrò il ki attorno al proprio corpo, e per poco non fu troppo tardi.
 
Tutto l’edificio vacillò per qualche istante: il jinkouman aveva optato per un attacco suicida e si era fatto esplodere. Una violentissima onda d’urto si era abbattuta sulla schiena del principe, fortunatamente ricoperta da una sottile barriera di energia: Vegeta era salvo per miracolo, illeso, ma tremendamente provato dall’esperienza. Chino sulle mani e sulle ginocchia non ebbe la forza né il tempo necessario a prepararsi al contrattacco dei saibaiman rimasti. Riuscì soltanto ad alzare il capo, pronto a urlar loro di arrestare l’assalto, ma non ci fu il tempo nemmeno per quello. I due saibaiman stramazzarono al suolo di fronte al principe, esanimi, le schiene piene di bruciature ancora roventi. La vita abbandonò per sempre i loro occhi pieni d’odio e insania. Vegeta si strofinò gli occhi, e cercò di aguzzare la vista attraverso la stanza buia.
 
Note dell’autore:
HANNO ANNUNCIATO UN NUOVO FILM! EVVAI! FINALMENTE QUALCOSA DI DECENTE ACCADE IN QUESTO FANDOM! FINALMENTE! YEEEEEEEE!!!
 
Ahem… Ma torniamo composti. Sono felicissimo di questa notizia. Grazie, Maestro Toriyama. Fai quello che vuoi, se fate qualcosa al livello di Broly potete rendere piacevole qualsiasi cosa. Voi cosa ne pensate? Vi aspettate qualcosa di particolare? Si parlerà finalmente di Yamoshi? IN CHE MISURA DOVRÒ RISCRIVERE LA FANFICTION, STAVOLTA???
 
Che ne pensate di questa atmosfera cupa e opprimente? Mi è piaciuto molto scriverla, sono rimasto rapito dalle scene che avevo in mente e ho scritto il capitolo abbastanza in fretta. Sarei molto felice di sentire una Vostra opinione a riguardo!
 
Questo capitoletto era un po’ più lungo per garantire uno stacco migliore con il seguito, che di conseguenza sarà un pelino più corto. Mi scuso per il disagio! Tutto questo sarà risolto nella versione definitiva della storia.
 
Come finirà lo scontro? Aiuterà Vegeta a sondare il proprio animo? La settimana prossima, l’ultima parte del capitolo! Non perdetevela assolutamente!
   
 
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