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Autore: Mew_vale    12/05/2021    2 recensioni
Prima di leggere questa storia, vi consiglio di dare un’ occhiata ad “Alternative Story”, dato che questa FanFiction si collega a quella storia.
Abbiamo lasciato Beatrice in procinto di partorire, un Armando ansioso ma anche spaventato dalla prospettiva di diventare padre (come chiunque diventi genitore per la prima volta) Marcella che, dopo aver lasciato l’ Ecomoda, ha presenziato a qualche consiglio di amministrazione dopo di che è sparita. Di Mario nessuno ha più avuto notizie… Mentre Patrizia e Daniele sono convolati a nozze.
Nel frattempo, sono passati 27 anni: alla fine di “Alternative Story” vi ho regalato una chicca in cui Camilla Mendoza, primogenita di Armando e Betty, attraversava la navata in abito bianco; Ad attenderla all’ altare David Valencia, primogenito di Daniele e Patrizia. Ma si saranno sposati? Anzi, si sposeranno? Perché ebbene sì, la nostra storia inizia da prima delle nozze. All’ Ecomoda, entrano nuovi personaggi tra cui la prole dei Mendoza, dei Valencia e della famiglia Mora. Può accadere di tutto!
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Store di Ecomoda'
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CAPITOLO 87
 
 
[Marcus]
Una crepa che sembrerebbe insanabile ha diviso irrimediabilmente la mia famiglia. I miei figli, che sono sempre stati due fratelli uniti, non si parlano né si vedono da diversi giorni e mi domando se le cose torneranno mai apposto. L’unica cosa bella di questo periodo, Mariapaola, mi bacia una guancia sorprendendomi da dietro, dopo aver finito di vestirsi. Prende posto vicino a me al tavolo allestito per la colazione.
<< Sei preoccupato, vero? >> Constata. Annuisco.
<< Il matrimonio di mio figlio è finito, l’altro mio figlio vive in modalità zombie tant’è che temo l’arrivo di lamentele dal suo ufficio perché non si lava, e tra i due si è creata una spaccatura che ci vorrebbe un miracolo perché si risanasse ed è entrato nella mia vita un nipote di quattro anni che non conosco e da cui devo farmi apprezzare come nonno. Aggiungici anche che la nostra speranza che Paola e Gonzalo si fidanzassero è andata in fumo per sempre. Quindi sì: sono angosciato! >> Esclamo, massaggiandomi l’incrocio degli occhi.
<< Scusa, amore. Non volevo essere scortese, ma… >> Mi scuso, dopo essermi accorto del tono usato.
<< Ma sei nervoso, lo comprendo. Anch’io sono preoccupata per le mie figlie. Paola si comporta come se niente fosse, ma è ovvio che sta soffrendo. Si tiene tutto dentro, e la cosa prima o poi raggiungerà il suo apice con una crisi di nervi! >> Riflette.
<< È ferita, ma preferisce nasconderlo, piuttosto che ammettere di essere innamorata di Gonzalo quindi di ricambiarlo. Possiamo fare poco per loro, amore, così come per Sebastian e Angelina. Le due donne devono sbollire la rabbia, e chissà se prima o poi saranno pronte a perdonare i miei figli? >> Rifletto.
<< Spero non passino cinquant’anni, o di nipotino in comune ne avremo solo uno! >> Ironizza. Scosto leggermente la mia sedia per farle capire che la vorrei seduta sulle mie ginocchia. Lei afferra e cambia di posto.
<< Perché corri subito a vestirti, truccarti e pettinarti la mattina? Io voglio vederti fare colazione in pigiama, con i capelli in disordine, mi sono privato di tale rituale per anni. >> Le domando.
<< Abitudine, ho sempre agito così. Ma per te potrei provare a cambiare anche questo. >> Mi promette. Ci scambiamo un bacio. Non posso ancora credere che ieri abbiamo consegnato anche i documenti del suo divorzio, e che tra pochi mesi potremmo sposarci.
 
 
 
[Paola]
Apro gli occhi e la prima cosa che noto sono i raggi del sole che filtrano dalle fessure della tapparella. Volto lo sguardo dall’altra parte e lo osservo dormire, coperto solo dalla vita in giù, spostando lo sguardo dalla sua mascella, al suo petto leggermente villoso per poi soffermarmi sulle fossette del bacino. Fisso il soffitto ripensando al casino che è diventata la mia vita. Gli ultimi 3 mesi e mezzo sono stati pieni di avvenimenti sconvolgenti. Questa sequela di disavventure ha raggiungo l’apice 10 giorni fa quando ho scoperto che l’uomo di cui mi ero innamorata, con cui ero pronta a ricominciare una storia, mi ha mentito, avendo stretto un terrificante accordo con mia sorella, per nascondere a suo fratello che era diventato padre! Non so se le decisioni che ho preso dopo quel momento sono state giuste, ma so che questa leggerezza è quello di cui ho bisogno. Un’altra cosa di cui sono certa è che io con l’amore ho chiuso. Riemergo dai miei pensieri quando lo vedo sbattere le palpebre: sta per svegliarsi.
 
 
[Massimiliano]
Non si può certo dire che mia madre non sia un osso duro. Nell’ultima settimana Giulia ha fatto di tutto per risultare accomodante ma non sottomessa, alla mano ma non invadente, elegante senza risultare snob. Un mix perfetto, che però non ha ancora convinto mia madre! Le sussurro dolcemente “buongiorno” quando vedo tremare le sue palpebre. Sorride.
<< Buongiorno. >> Borbotta.
<< Tesoro, hai faticato a prendere sonno anche oggi? >> Le domando, avendola sentita girarsi e rigirarsi fino a tardi, nonostante siamo in una località da sogno.
<< Sì, amore. Diciamo che essere 24 ore su 24 sotto esame da parte di tua mamma non concilia il rilassamento, quindi il sonno. E devono ancora sapere del matrimonio. Dovevamo dirglielo non appena sono arrivati, amore! Almeno mi sarei tolta il pensiero! >> Recrimina.
<< Ho pensato che in tale momento avresti voluto accanto i tuoi genitori, cucciola. Domani sera glielo diremo. I tuoi staranno per atterrare. Comunque mia madre è un po’ formale con te, ma non è stata maleducata. Sta cercando di conoscerti, sii paziente. >> Osservo, baciandole dolcemente una gota.
 
Si tormentava le mani, osservando attorno a sé per individuare per prima i membri della mia famiglia.
<< Sbaglio o è piuttosto nervosa? >> Mi chiese la zia della mia fidanzata, quella più chic delle due.
<< No, Marcella, cosa te lo fa pensare? >> Ironizzai, guadagnandomi uno sguardo eloquente.
<< Stamattina si è alzata alle 5, perché doveva assolutamente cambiare il copriletto. Ha detto che quello zebrato avrebbe dato una cattiva impressione a mia madre! Come se mia madre si concentrerà sulla composizione della casa. >> Aggiunsi. In effetti aveva fatto molto di più che cambiare il copriletto. Di colpo in casa nostra non andava più bene nulla: dalla posizione del divano, al posto in cui avevamo collocato la culla, già montata con largo anticipo.
<< Non cedere, sai? Alcune suocere sanno essere terribili. Spero non sia questo il caso! >> Esclamò Marcella. Pensava di allentare la tensione con quella frase? Agitai la mano verso i miei famigliari e corsi verso di loro per abbracciarli, visto che non li vedevo da gennaio.
<< Mamma, papà, fratello, sorella, cognato, vi presento la mia fidanzata Giulia! >> Presentai. Giulia, vestita e truccata in modo semplice ma raffinato, porse loro la mano emozionata. Mia sorella Sara l’abbracciò, mio fratello Marco e mio cognato Mattia la salutò con un guancia a guancia mentre mio padre le strinse la mano. L’ultima a farsi avanti fu mamma, stringendole la mano, gesto che fu accompagnato dalla tipica frase “molto piacere di conoscerti”.
<< Famiglia, loro sono le zie di Giulia: Mariabeatrice e Marcella. Loro sono i miei genitori Clara e Giacomo, mia sorella Sara, il suo fidanzato Mattia e mio fratello Marco. >> Presentai.
<< È quasi ora di pranzo, Marce! Se andassimo al Le Noir? >> Propose Mariabeatrice.
<< E così ora il mio fratellino frequenta ristoranti dai nomi pretenziosi! >> Mi canzonò Marco, con una gomitata.
<< A dire il vero, vorremmo passare prima in albergo per sistemarci. È stato un lungo viaggio, sempre che non vi dispiaccia! >> Rifiutò mio padre.
<< Certo che no. Dopo tutto ci vedremo questa sera a cena a casa di mio fratello. Daniele e sua moglie si scusano ancora, ma avevano prenotato questo viaggio da tempo. Il prossimo week end daremo un’altra cena, prima della vostra partenza. >> Si scusò Marcella.
<< Non si preoccupi. Abbiamo in programma di passare qualche giorno a Cartagena. Naturalmente ci farebbe piacere se vi uniste a noi. >> Intervenne mia madre, rivolgendo l’invito a me a Giulia.
<< Potete darmi del tu! >> Precisò Marcella.
<< Ci farebbe molto piacere Signora, grazie per l’invito! >> Rispose Giulia, cercando di non far trapelare il suo nervosismo.
<< Solo Clara! >> Precisò la mamma. Non sembrava andare tanto male! L’avevano drogata durante il volo?
<< Danielino ha anche messo a vostra disposizione un’auto e un’autista! Patty dice sempre che piuttosto di prendere i mezzi pubblici di questa città, guiderebbe la bicicletta! >> Esclamò zia Bea. Mia suocera che arriva al circolo in bicicletta vorrei proprio vederla!
<< Figliolo, ma è seriamente così, o sta facendo le prove per qualche musical? >> Mi chiese papà, facendo ridacchiare me e Giulia.
<< È davvero così. Zia Bea è un po’ naif, ma è molto simpatica. L’anima della festa! >> Rispose la mia Giulia.
<< Vostro fratello è stato molto gentile, ma siamo abituati a prendere i mezzi pubblici. >> Osservò mia madre.
<< Mamma, ci mettono a disposizione un’autista e ti lamenti? >> Protestò Marco, mal celando la sua felicità per questo regalo di mio suocero.
<< A Padova mamma sarà anche vagamente piacevole, ma non in questa città. Ve lo chiedo per favore, usate sempre l’autista. È una città che non conoscente e non vorrei vi accadesse qualcosa! >> Li pregai.
<< Va bene. Dopo esserci dati una rinfrescata in albergo vorremmo venire a vedere casa vostra. >> Sentenziò mia madre. La mia amata mi strinse la mano.
<< Non c’è nessun problema. L’autista ha l’indirizzo. >> Rispose Giulia.
<< Ma tu figliolo non devi andare al lavoro? >> Chiese mio padre.
<< No, papà. Il Presidente, che è il fidanzato della sorella di Giulia, mi ha concesso dei giorni di libertà, finché sarete qui. >> Spiego. Chi l’avrebbe mai detto che Diego ed io saremmo mai andati d’accordo.
<< Isa! Quando la vedremo? Chissà quanto sarà cambiata! >> Esclamò mamma. Giulia lasciò la mia mano incrociando le braccia. La ferì sentire tanto entusiasmo parlando della mia ex!
<< Presenzierà alla cena di domani. >> Risposi, quando giungemmo alle auto.
 
 
<< No, non è stata maleducata, per ora. Ma non mi ha neanche abbracciata come ha fatto con Isa non appena l’ha vista! Hanno chiacchierato fitte per tutta la cena, sabato scorso. Sono io che sto per darti un figlio e si è messa a far un interrogatorio alla tua ex? >> Obbietta. L’abbraccio, invitandola tra le mie braccia.
<< Non ce l’avrai con Isabella per questo, vero? >> Le chiesi.
<< No. Non ce l’ho con lei ma con tua madre. È davvero difficile essere accomodante se lei non fa un passo verso di me e passa tutto il suo tempo a studiarmi come se fossi un uccello e si stesse dedicando al birdwatching! >> Esclama. Sospiro, in assenza di parole adatte. Come biasimarla?
 
 
 
[Fernando]
Aprire gli occhi e guardare come prima cosa il corpo di una bella donna coperto solo dalla négligé, credo dovrebbe essere una terapia prescritta dai dottori contro ogni sorta di patologia.
<< Buongiorno. >> Le auguro, stropicciandomi gli occhi.
<< Buongiorno. >> Mi augura di rimando. Chi lo avrebbe mai immaginato fino a 8 giorni fa?
 
Dopo il bacio che le avevo strappato dinanzi al pronto soccorso un paio di giorni prima non l’avevo più sentita né vista. L’antifona era chiara! Me ne resi conto soprattutto quando mi giunse voce della mega scenata che aveva fatto a casa di mio cugino, e di tutto il casino che era successo. Se avessi saputo che provava dei sentimenti verso mio cugino non l’avrei mai corteggiata. Dopo tutto da lei cercavo solo un po’ di svago, dopo la cocente delusione con Amanda, e di donne scalda letto ne potevo trovare a bizzeffe. Certo che, quel suo fare così restio, quel suo gettare il sasso e ritirare la mano mi stuzzicava parecchio. Misi in pausa il film che stavo guardando quando sentii bussare alla porta della mia mega suite. Non credetti ai miei occhi quando aprii.
<< Ma guarda chi si vede? Avevo capito che non avresti mai messo piede qui dentro! >> Esclamai canzonandola, con un sorrisetto sornione, mordicchiandomi il labbro e squadrandola da capo a piedi. Mi scansò con un gesto della spalla, entrando nella suite, e richiusi la porta alle mie spalle.
<< Posso offrirti… >> Stavo per chiederle, ma non feci a tempo a finire la frase perché mi ritrovati la sua lingua in bocca. Le afferrai dolcemente la nuca, accompagnando la sua testa in quel gioco seducente. Ci staccammo solo quando l’aria venne meno. Sbattei più volte le palpebre, incredulo.
<< Ci sono delle regole: sappilo! Niente coinvolgimenti sentimentali. Non sarò mai la tua fidanzata, o qualunque cosa ti fossi messo in testa. Tra di noi ci sarà solo sesso! >> Affermò perentoria. Sollevai malizioso un sopracciglio, rendendomi conto che eravamo finalmente sulla stessa lunghezza d’onda.
<< Posso almeno offriti qualcosa, prima che mi salti addosso? >> Le chiesi, accettando tacitamente le sue condizioni.
 
 
<< Possiamo ordinare quello che vuoi! A me andrebbero due french toast, sono affamato stamattina! >> Esclamo, portandomi le braccia dietro al collo.
<< Mi piacerebbe, ma devo passare da casa per cambiarmi, prima di andare in ufficio. Non ho portato niente stavolta. Se vuoi stasera possiamo cenare in camera, va bene qualsiasi tipo di cucina. >> Contratta.
<< Ottimo. Devi provare il sushi che fanno qui. In effetti devo alzarmi anch’io. Stamattina devo passare da Kelly. >> Le narro, infilandomi i boxer.
<< Non pensavo vi vedeste. >> Commenta, senza alcuna nota di gelosia.
<< Sì, le sono stato vicino dopo che ha perso Gonzalo, dopo che si è resa conto che mia zia cercava di plagiarla e che, pur di allontanare te e Gonzalo, la stava convincendo a sposare un uomo con il quale sarebbe stata infelice e dopo aver perso anche te, benché non vi siate più parlate da quella sera. Quella poveretta mica poteva restare da sola. >> Spiego. 
<< Non c’era niente da dire. Le cose erano chiare, dopo la mia scenata. >> Risponde, mentre si tira su la zip della gonna.
<< E poi dopo quello che è successo l’altro giorno è distrutta! >> Esclamo, pur non sapendo se ne è al corrente. Mi rendo conto che non sa nulla quando aggrotta le sopracciglia.
<< L’altro giorno ha fatto una visita di controllo. Si sono resi conto che non c’era più battito, e hanno proceduto con lo svuotamento uterino. >> Le narro. Paola cade seduta sul letto sconvolta.
<< Non ne avevo idea! >> Esclama.
<< Immagino tu stia pensando a come debba stare mio cugino? >> Avanzo come ipotesi.
<< Non mi riguarda come sta o come non sta. Lo sai! Evidentemente l’amore non fa per me… In pochi mesi ho chiuso un fidanzamento longevo, sono finita nelle mani di uno stalker e mi sono innamorata dell’uomo che ha complottato con mia sorella, per togliere un figlio a un padre… Ho chiuso con quella roba! >> Sentenzia. Mi bacia castamente prima di uscire dalla suite.
 
 
[Diego]
La mia fragolina oggi è contenta di poter riabbracciare suo padre dopo alcuni giorni di lontananza (e non la biasimo, visto che gli è stata lontana per un quarto di secolo), ma nello stesso tempo è piuttosto pensierosa. Sta così dalla cena a casa Valencia, quando abbiamo conosciuto la famiglia di Massimiliano.
 
Eravamo arrivati tutti. Mancavano solo i due fidanzatini e la famiglia di lui.
<< Cèsar, pensi di lasciare dei vol-au-vent anche per gli ospiti? Fratellino, ti invito caldamente a dare da mangiare al tuo ragazzo, ogni tanto, perché non è possibile che ad ogni riunione spazzoli tutto! >> Esclamò Giulio, riscuotendo alcune risate. Cèsar ci guardò imbarazzato, mentre masticava un aperitivo.
<< Non dipende dal digiuno. È una caratteristica dei Mora, divorare tutto! Per fortuna questo piccolino, da questo punto di vista, ha preso dalla famiglia del padre, visto che non mi complica la vita con voglie strane e fame atavica! >> Esclamò la piccola Olga.
<< Non farlo presente a papà, perché potrebbe offendersi. >> Precisò Roberta, felice di partecipare a questa cena, vista l’assenza di mio suocero e di sua moglie.
<< Mi raccomando ragazzi: non fate allusione alla proposta di nozze. Giulia e Massimiliano vogliono aspettare che siano presenti anche Daniele e Patrizia per annunciarlo alla famiglia Zanonato. >> Ci rammentò Marcella.
<< Perché così papà può incenerirli con lo sguardo in caso di una reazione non troppo contenta? >> Domanda Giulio, facendo dell’ironia.
<< Probabilmente Giulia si sente più sicura così. Inoltre vorrà prima guadagnarsi un po’ di simpatica di sua suocera, magari in questo modo digerirà meglio la notizia. >> Ipotizzò David, quando vedemmo Rhonda giungere in sala da pranzo con gli ospiti.
<< Scusate, sono arrivai gli ospiti. >> Ci fece notare la cameriera, per poi allontanarsi. Fu Marcella a fare gli onori di casa.
<< Alla fine Russell non è stato invitato? >> Domandò mio fratello sussurrando, a suo cognato Alexander.
<< No. Mamma non voleva rischiare qualche sorta di scenata, che ci avrebbe fatto fare brutta figura con i genitori di Massimiliano, che già avranno di noi chissà quale impressione, se hanno visto il video della torta! >> Ci fece sapere Alexander.
<< E per lo stesso motivo, ovvero internet, non potrebbero aver già saputo della plateale proposta di Massimiliano a Giulia? >> Obiettò giustamente Olga, mentre sulla soglia della sala da pranzo proseguivano i saluti.
<< No. Danielino ha proibito categoricamente a tutti gli invitati che la notizia finisse su internet. Avrebbe staccato la testa a chiunque avesse postato una qualsiasi allusione! Credo che i prossimi sposini e genitori vogliano dare un annuncio ufficiale, dopo la cena della settimana prossima. >> Precisò Mariabeatrice squittendo.
 << Sì zia, ma continua pure a starnazzare, così l’annuncio lo diamo stasera! >> La redarguì Giulio con ironia. Trattenemmo un sorriso, poco prima di tornare seri quando Marcella e il resto del gruppo ci raggiunsero.
<< Vi presento i miei nipoti, i fratelli di Giulia: in ordine di età David, Giulio, Isabella e Michael. I loro fidanzati Camilla, Silvia, Diego e Cèsar. Mio figlio Alexander a la sua fidanzata Olga, Roberta, sorella di Cèsar e Olga, e il suo fidanzato Lorenzo, fratello di Diego e Camilla! >> Ci presentò Marcella. Sperai che Giacomo e il resto del parentado avessero preso appunti perché sfido chiunque a ricordarsi nomi e relative parentele!
 << Sappiate che dovrete ripetermi più volte i vostri nomi, perché gli ho già rimossi! Io sono Marco, il fratello di Massimiliano. Loro sono i nostri genitori Giacomo e Clara, nostra sorella Sara e il suo fidanzato Mattia. >> Ci presentò Marco.
<< Non era necessaria la presentazione con Isabella perché la conosco benissimo! Quanto tempo tesoro, come stai? >> Rispose Clara, travolgendo la mia fidanzata con un abbraccio. Non serviva un premio Nobel per capire che Giulia era piuttosto infastidita.
<< Bene, Clara. E tu? È bello rivedervi. >> Rispose educatamente Isa, cercando di separare con garbo la sua ex suocera da sé.
<< Lui è il tuo nuovo fidanzato! >> Constatò la madre di Massi, guardandomi.
<< Sì, signora. Sono Diego. Le piace la città? >> Chiesi, per cambiare argomento. Il perno della serata non doveva certo essere la mia fidanzata ma sua sorella!
<< Siamo abituati al via vai della città, ma qui è tutto più amplificato. Isabella, come stai? >> Le domandò anche Giacomo, salutandola con un guancia a guancia.
<< Bene, grazie. Ciao Sara, Marco. >> Salutò educatamente la mia fragolina.
<< Isabella è la ex fidanzata di Massi! >> Precisò Clara verso suo genero Mattia, che non aveva ancora conosciuto Isa dato che era già partita quando la sorella di Massimiliano si è fidanzata. Giulia incrociò le braccia al petto.
<< Lo avevo capito. Ed è anche la sorella di Giulia, ho letto. La vita è proprio strana! >> Commentò Mattia.
<< Le cose cambiano in meglio, tante volte. Giulia è una ragazza speciale, e Massimiliano è molto felice con lei! >> Commentò la mia Isa, togliendoci da quell’enpass!
<< Cosa ne dite di accomodarci? Gli antipasti sono in tavola. >> Ci invitò Marcella. Prendemmo tutti posto, leggendo i segnaposti. Giulia finì accanto alla suocera, che finì di fronte alla mia Isa.
<< Addirittura la servitù. Posso trasferirmi qui anch’io? Giulia, non hai altre sorelle libere? >> Domandò Mattia, allentando la tensione, beccandosi una gomitata dal fratello.
<< Bhe, non si sa mai qui! >> Borbottò Giulio. Il commento venne mal celato dal un colpo di tosse di Michael.
<< Allora, vi è piaciuta la casa dei ragazzi? È piccola, ma è un perfetto nido d’amore! >> Interruppe il silenzio Marcella, mentre la cameriera cominciò a fare il giro del tavolo con gli antipastini.
<< Vol-au-vent, che bello! Credevo che fossero finiti! >> Esclamò Lorenzo, a mo’ di battuta.
<< È perfetta. Non che la prima casa mia e di mia moglie fosse chissà quanto grande! È giusto per una coppia giovane fare un passo alla volta. Cara, ti ricordi il nostro primo appartamento? >> Chiese Giacomo a sua moglie.
<< Eccome, amore. Ricordo l’umidità che si riformava subito, non appena imbiancavi! Ma mio figlio e Giulia non credo avranno mai di questi problemi! >> Constatò Clara, facendo chiaramente riferimento alla posizione della famiglia Valencia.
<< No, è vero. Così come è vero che potremmo comodamente traslocare in una casa più grande, o qui, ma vogliamo mantenere la nostra indipendenza e la nostra intimità! >> Ribatté Giulia.
<< Giulia ha ragione. Non ci serve una casa spaziosa, per ora. Quella casetta è subito significata per noi l’inizio di qualcosa di importante, e ci dispiacerà molto andarcene quando ce ne sarà veramente necessità. >> Intervenne Massimiliano. I due si scambiarono un bacio.
<< Che carini che sono, vero? >> Squittì Bea, portandomi via un orecchio. Ma chi l’aveva messa alla mia sinistra e perché?
<< L’arte di organizzare i posti a tavola non è di questa famiglia. >> Borbottai, ottenendo una sana risata di Giulio che mi sedeva dinanzi in diagonale.
<< E tu, cara, dove vivi? >> Domandò Clara, tornando a concentrarsi su Isa. Lanciai un’occhiata di conforto a mia cognata.
<< Convivo con Diego, in una villetta in periferia. >> Spiegò la mia piccola.
<< Mi piacerebbe venirti a trovare, prima di ripartire, se non disturbo! >> Si autoinvitò Clara.
<< Massi, ricordi che ti avevo chiesto aiuto per montare quel mobile? Potremmo fare domani, cosa dite? >> M’inserì, per evitate che la famiglia di Massimiliano venisse da sola in visita a casa della ex di quest’ultimo!
<< Va benissimo. Cosa ne dici amore? >> Chiese mio cognato alla sua fidanzata.
<< Per me va benissimo. Così potrei aiutarti a scegliere le tonalità per ridipingere le pareti, ti ricordi che me lo avevi chiesto? >> Domanda Giulia a Isabella, lanciandole un’occhiata eloquente.
<< Sì, giusto. Allora vi aspettiamo domani. >> Sentenzia Isabella, rivolgendosi alla famiglia di Massimiliano. Giulia sillabò “grazie” con le labbra, rivolgendosi a me e a Isa, senza farsi notare dalla suocera, ottenendo un sorriso d’incoraggiamento. Quella donna avrebbe mai fatto un passo verso la sua nuova nuora, dimenticandosi di quella vecchia?
 
 
<< Tesoro, non puoi continuare a sentirti in colpa. Clara accetterà che sua nuora è Giulia e non tu. Se ne farà una ragione. >> Cerco di rincuorarla, accarezzandole il capo, notando che è da mezz’ora che mordicchia la stessa fetta di pane e Nutella, che oramai sarà secca, come se fosse un passerotto.
<< Spero presto. Perché non vorrei perdere la simpatia di una sorella che ho appena conosciuto. Non la biasimerei se Giulia decidesse di non parlarmi più per gelosia! >> Obbietta.
<< Questo non accadrà, amore. Lo ha notato anche lei che hai sempre cercato di risponderle con educazione, e che abbiamo sempre cercato di includere anche lei nelle conversazioni che Clara voleva intrattenere con te. Vedrai che molto presto sarai tu quella che verrà esclusa dalle loro conversazioni! >> Esclamo, mordendo la sua fetta di pane che tiene sospesa.
<< Avevo ragione, è diventata secca! >> Constato.
 
 
 
 
[Patrizia]
È bello fare un viaggio in una località da sogno, ma è altrettanto bello tornare a casa. Agito la mano verso le mie cognate, mio nipote e la sua ragazza, che sono arrivati a Bogotà ieri insieme ai genitori di Olga, quando li vedo. Iniziano i saluti di rito.
<< Ho sentito Giulietta. Pare che la nostra consuocera sia un osso duro! Per lo meno con lei… con Isabella è stata un angelo. Lo sa vero che non è lei sua nuora?! >> Protesto, rivolgendomi alle mie cognate e al resto del parentado che è venuto ad accoglierci.
<< Dopo la cena di domani, cambieranno idea, fidati! >> Afferma perentorio Daniele, che non ha accolto con gioia le preoccupazioni di Giulia.
<< Imbastire una guerra con i tuoi consuoceri non mi sembra la mossa giusta. Cerca di capire quella donna: nell’arco di poche settimane il figlio, dall’altra parte del mondo, si è fidanzato, è andato a convivere e ha messo incinta la sua compagna, che non aveva mai visto prima. Non basta una settimana per creare un legame. >> Gli fa presente Marcella.
<< E devono ancora sapere del matrimonio! >> Incalza Bea. Il discorso viene interrotto quando Marcella viene leggermente travolta da un tale che cammina mandando messaggini. Mia cognata si massaggia la spalla mentre sospira contrariata perché non si tratta di un semplice maleducato, ma di un maleducato conclamato ovvero il buzzurro che ha distrutto la mia torta nuziale!
<< Scusa, Marcella. Salve e tutti. >> Saluta, come se niente fosse.
<< Cerchi la mia replica, al tuo gesto durante il mio matrimonio?! >> Lo “saluta” mio marito.
<< La settimana scorsa sono stata travolta da quella sgualdrina di tua moglie, e oggi incontro te! È una congiura contro la nostra famiglia, quindi?! >> Lo canzona Marcella.
<< Hai visto Camilla? >> Le domanda il tipo sorpreso.
<< Non vi parlate molto, ne deduco! >> Esclama Marcella.
<< Io posso scusarmi per le mie di azioni, non per quelle di Camilla. >> Precisa il tale.
<< Mi hai fatto un occhio nero al mio ricevimento di nozze, hai distrutto la mia torta, e forse anche la mia carriera: credi che le tue scuse servano a qualcosa, razza di inetto?! >> Sbotta Daniele.
<< Avresti dovuto pensarci prima di scoparti mia moglie. Se non chiudi il becco, ti arriva anche il resto! >> Protesta Kristoff. Marcella si porta una mano alla fronte. È lo squillo del suo telefonino ad evitare la rissa.
<< Pronto, Avvocato Salamanca?... Sì, sono appena atterrato, possiamo vederci nel pomeriggio?... Sì, come ho anticipato nell’email Camilla aveva già fatto redigere un contratto, ma alle sue condizioni… Esatto, visto che le circostanze sono cambiate… È colpevole di adulterio quindi pretendo metà di tutte le proprietà, del patrimonio e dell’azienda!... Va bene, a presto! >> Lo sentiamo dire al telefono. Perciò stanno per divorziare!
<< Buona giornata. >> Saluta freddo, allontanandosi come se niente fosse. Daniele lo fissa truce. No: quella sgualdrina non può divorziare. Diventerebbe troppo pericolosa!
<< Andiamo? >> Propone Marcella.
<< Vi dispiace se passo prima in centro? Mi si è rotta un’unghia e vorrei farla sistemare subito. >> Adduco come scusa.
<< Che bello, ti accompagno, così ne approfitto per cambiare smalto. >> Si autoinvita Bea.
<< Preferirei andare sola, Bea. Dopo ho un appuntamento per un caffè con un’amica che deve parlarmi di cose delicate, e vorrebbe che fossimo sole! >> Mento.
<< Olga ed io vorremmo andare a fare un po’ di shopping. Vi dispiace? >> Domanda mio nipote.
 
 
 
[Camilla Senior]
Tanti anni di sacrifici per far funzionare le cose gettati al vento. Mio marito non vuole proprio saperne di confrontarsi, e non ha lasciato spazio a dubbi: non mi vuole perdonare. Non saprei neanche come biasimarlo. Non solo l’ho tradito ma l’ho umiliato, mettendogli le corna con l’uomo che più detesta da sempre!
 
Mi odiavo per aver permesso a Daniele di avvicinarsi così a me. Se mio fratello non ci avesse interrotto cosa sarebbe successo? La mattina dopo, la mattina di Natale del 1996, l’atmosfera in cucina era glaciale mentre consumavamo quella specie di prima colazione a base di caffè e aspirine. Mio marito aveva bevuto di nuovo troppo.
<< Ne preparo ancora? >> Ruppi il silenzio, riferendomi al caffè. Annuì.
<< Quel tipo non ha alcun ritegno. Gli avrei volentieri spaccato al faccia. >> Borbottò irritato. Dandogli le spalle, sollevai lo sguardo dalla macchina del caffè che stavo riempiendo di polvere.
<< Non credo che mia madre avrebbe gradito lo spettacolo. >> Ironizzai, spostando l’argomento da Daniele a mia madre.
<< COSA DEVO FARE?! PRIMA O POI SPACCHERO’ LA FACCIA A QUEL MAIALE! HAI VISTO COME TI GUARDA?! >> Sbottò. Eccome, se lo avevo visto. Per tutta la cena mi aveva lanciato sguardi languidi, e anche mio marito se ne era accorto. Sciogliermi sotto le sue mani era stato un errore, ma era difficile ignorare i chiari segnali che il mio corpo mi inviava.
<< E oggi andrai da sola al pranzo di Natale. Dovrei dire tutto a tuo fratello, così che possa tenerlo d’occhio. >> Rifletté mio marito, dato che doveva lavorare al circolo.
<< Posso sempre restare a casa. Dirò che Class sta poco bene con le colichette e che non me la sento di portarlo fuori. >> Inventai, per placare la sua ira. Si alzò e mi si avvicinò da dietro posando un bacio sulla mia gota.
<< Mi dispiacerebbe che passassi da sola il pranzo di Natale, ma il solo pensiero che quello possa approfittare della mia assenza per tediarti mi manda fuori di testa. Non hai idea di quanto lo detesti! >> Affermò. Voltai leggermente il capo posandogli sulle labbra un bacio a stampo.
<< Cami? >> Mi richiama, prima di uscire dalla cucina alla volta della camera da letto per vestirsi.
<< Dimmi, amore. >> Lo invitai.
<< Tu non cederesti mai alle sue avances, vero? >> Mi domandò. Chiusi le palpebre, tanto non poteva vedermi. Sentivo il pianto montare.
<< No, ovviamente. Come ti viene in mente? Vedrai che si stancherà presto o tardi e che se ne farà una ragione. >> Mentii, voltandomi verso di lui. Per la prima volta ero riuscita a mascherare le mie reali emozioni: mia madre ne sarebbe stata orgogliosa, in altri contesti.
<< Grazie per rinunciare ad andare lì senza di me. Ti amo! >> Esclamò dalla soglia della cucina.
<< Ti amo. Se non corri a vestirti, farai tardi. >> Gli rammentai. Dovevo riuscire a convincere Daniele a lasciarmi stare, prima che fosse troppo tardi.
 
Come posso biasimarlo perché non mi vuole più? Gli ho mentito alla grande. Una lacrima sfugge a quel ricordo. La raccolgo con l’indice prima di vedere mia figlia entrare in soggiorno in pigiama e sbadigliando.
<< Potevi evitare di cambiarti indossando il pigiama e scompigliarti i capelli: ti ho sentita rientrare alle sei. >> Le rivelo.
<< Bene, così da domani eviterò di darmi tanta pena per rientrare. >> Risponde con nonchalance, versandosi del caffè.
<< Dove passi la notte? Non avevi detto che avresti chiuso con i ragazzi? Tuo padre lo sa? >> Le faccio un vero e proprio interrogatorio.
<< La paternale da te sul mantenimento delle promesse no, grazie! >> Protesta. Lo scambio di battute viene interrotto dallo squillo del suo cellulare.
<< Papi, buongiorno!... Sei tornato?... Sì, per pranzo va bene, ti raggiungo al ristorante… Non lo so, papi…. Class lavora su turni dalla mattina presto alle 14, poi dalle 14 alla chiusura dell’azienda ma non so che turno abbia oggi… Va bene, a più tardi, bacino! >> La sento dire a suo padre, con la voce affettuosa e felice.
<< Non sapevo tornasse a Bogotà oggi. Mi ha risposto ai messaggi raccontandomi degli affari, ma non ha mai risposto a domande personali! >> Rivelo.
<< Sei sorpresa?! >> Mi redarguisce mia figlia, spalmando una dose generosa di cioccolata su una fetta di pane.
 
 
 
[Betty]
Armando picchietta con le dita sul tavolo. Stamani è particolarmente nervoso, e non è difficile immaginare cosa lo renda così!
<< Tesoro, devi cercare di calmarti. Non puoi farti il sangue amaro così! Ti sei scordato dei tuoi problemi di cuore? >> Cerco di farlo calmare, offrendogli una camomilla.
<< Come faccio a tranquillizzarmi? Oggi Daniele tornerà a Bogotà, nella stessa città di mia sorella e di suo marito. Da un momento all’altro potrebbe squillare quel telefono, tramite cui un commissario di polizia potrebbe dirci che si è consumato un efferato omicidio! >> Esclama. Alzo gli occhi al cielo. Smetto di aiutare Natalia a pulire il pesce che vogliamo mettere su per pranzo quando squilla il citofono. Il portinaio mi dice che Patrizia Valencia vorrebbe salire. Ed ora chi lo dice ad Armando?
<< Chi è? >> Mi domanda.
<< Patrizia! >> Rivelo. Armando sorseggia la sua camomilla.
<< Visto? Cosa ti avevo detto? >> Mi fa notare, mentre apro la porta.
<< Patrizia, ben tornata. Accomodati. >> La saluto, invitandola ad entrare.
<< Patrizia, che piacere. Possiamo offrirti qualcosa? >> Le domanda Armando, fintamente tollerante.
<< Buongiorno. Sì, Armando. Del cianuro per tua sorella e suo marito? >> Gli domanda Patrizia, mentre le faccio cenno che può accomodarsi sul sofà.
<< No, grazie. Non è una visita di cortesia, e cercherò di essere sintetica. All’aeroporto abbiamo incontrato Kristoff. È vero che lui e quella sgualdrina di tua sorella stanno divorziando? >> Ci domanda Patrizia. Armando sta per alzarsi e ribattere ma lo fermo, posandogli una mano sulla spalla.
<< Non lo sappiamo, Patrizia. Di recente non abbiamo sentito parlare di divorzio, sarà una notizia fresca. >> Le spiego.
<< Ma tu come fai a saperlo? Il tuo maritino ha messo sotto controllo quei due? >> Le domanda Armando.
<< No, caro. Mio marito non ha più alcun interesse per lei, di nessun tipo! Abbiamo sentito tuo cognato che poco elegantemente parlava al telefono a voce alta degli affari suoi con il suo avvocato. È nell’interesse di tutti che questo divorzio non avvenga! >> Osserva.
<< Cosa dovremmo fare? Ammanettarli insieme e gettare la chiave nello scarico? >> Ironizza Armando.
<< Meglio nel trita rifiuti! Quella donna non deve circolare senza marito! >> Esclama Patrizia.
<< Patrizia, sposata o no che problema crea a te? Hai appena detto che per tuo marito è indifferente. >> Ribatte giustamente Armando.
<< Bhe, non voglio correre alcun rischio. È tua sorella, inventati qualcosa perché si rimetta con suo marito, Armando! >> Gli ordina Patrizia.
<< Tu hai mai accettato ordini quand’eri sotto le mie dipendenze? No! Perché mai ora io dovrei accettarne da te? E poi cosa potrei fare? Non sono Mago Merlino, e mia moglie non è una fattucchiera in grado di fabbricare filtri d’amore. Camilla potrebbe divorziare, e quindi? Secondo te la conseguenza diretta di ciò è che cercherà di sedurre tuo marito? >> Le domanda Armando, dopo averla derisa un po’, anche se anche noi siamo preoccupati per tale eventualità. Ma è sempre meglio evitare di mettere Patrizia in allarme.
<< Non volevo arrivare a tanto, specialmente nelle tue condizioni Armando, ma ti ricordo che sono a conoscenza di alcune cose che non vorresti mai che i vostri figli sapessero! >> Ci minaccia.  Mio marito ed io ci guardiamo increduli.
<< QUESTO POI È IL COLMO! VENIRE IN CASA MIA A MINACCIARMI! ESCI SUBITO DI QUI! >> Sbotta Armando.
<< Non mi lasci scelta Armando! Tieni quella troia di tua sorella lontana dalla mia famiglia, o i tuoi figli sapranno tutto della Terramoda e di come è cominciata la love story con tua moglie. Sono disposta a tutto per proteggere il mio matrimonio! >> Conclude quella vipera, uscendo da casa nostra. Mi si velano gli occhi di lacrime. Se dovesse accadere qualcosa a mio marito la riterrò la diretta responsabile!
<< Cosa facciamo? Non mi sembrava che scherzasse, Armando! Visto che non possiamo rinchiudere tua sorella in un convento, come ci comportiamo? >> Domando a mio marito, abbracciandolo, seduta sulle sue ginocchia. Quell’arpia non ha rispetto per nessuno se non per sé stessa: venire qui a minacciare mio marito con i suoi problemi.
<< Come prima cosa parlerò con Daniele di questa incursione di sua moglie. Sono sicuro che non ne è al corrente! >> Sentenzia mio marito, afferrando il telefono.
 
 
 
[Kelly]
Accarezzo dolcemente quel capo d’abbigliamento minuscolo, permettendo alle mie lacrime di bagnarlo. L’unico ricordo, oltre al video della eco, che mi resta del figlio che non vedrò mai nascere! Come fanno le altre a sopravvivere a questo dolore? Mi sento lacerata profondamente dall’interno. Bacio il paglietto e lo poso dentro la mia valigia, che richiudo. Voglio al più presto lasciare questo loft, questa città, e le persone meschine che ho conosciuto qui.
 
Dormimmo poco e niente quella notte. Colui che doveva diventare mio cognato era talmente disperato che non me la sono sentita di cacciarlo, da una casa che non era neanche mia, tra l’altro. Il loft apparteneva a suo fratello quindi aveva il diritto di rimanere lì. Passò la notte sul divano.
Schiuse le palpebre alle 10 passate e mi trovò raggomitolata su una poltrona, con le ginocchia al petto.
<< Buongiorno. >> Biascicò, mettendosi seduto.
<< Buongiorno. Ho fatto il caffè e il tuo telefonino la squillato insistentemente, fino a che non si è scaricata la batteria. >> Spiegai.
<< Grazie per il caffè. E per non avermi cacciato a pedate. Me lo sarei meritato! >> Esclamò.
<< Questa è casa di tuo fratello, hai più diritto di me a rimanere qui. Quanto alle corna che hai messo a tua moglie, non sono problemi che mi riguardano, per tanto non spetta a me giudicarti. >> Gli feci notare. Nominare Gonzalo mi spezzava il cuore.
<< Fratello? Io non ho un fratello! >> Protestò giustamente.
<< E tra queste nessuna chiamata di Angie. >> Osservò con amarezza, dopo aver attaccato al caricatore e acceso il suo cellulare. Come biasimarla?
<< Ti rendi conto che Gonzalo sapeva tutto e che mi ha impedito di riconoscere quel bambino e di stargli accanto? >> Osservò Sebastian con amarezza, massaggiandosi l’incrocio degli occhi.
<< Sebastian, io avrei alcune domande da farti. Ci sono cose che non capisco per esempio perché ce l’avete con vostra madre. Di cosa parlavano lei e Mariapaola quando litigavano? >> Chiesi.
<< Quando mio padre era giovane, era promesso ad Helena ma amava Mariapaola. Lui e Mariapaola dovevano fuggire insieme, ma mia madre lo ha scoperto e ha detto a Mariapaola di essere incinta e lei ci ha creduto, così è partita da sola per il college lasciando mio padre, il quale l’ha sposata un po’ per disperazione e un po’ per ripicca verso Mariapaola, pensando che l’avesse lasciato. Qualche tempo dopo Mariapaola ha subito un aborto spontaneo, senza sapere di essere incinta, e nel contempo mia madre progettava come rimanere incinta di me, per continuare con il suo castello di bugie. Per sua fortuna sono nato settimino e questo le ha permesso di continuare con la bugia che aveva detto a Mariapaola. Dopo aver scoperto questi altarini Gonzalo ed io abbiamo capito un po’ meglio cosa si nascondeva dietro ai numerosi tradimenti di nostro padre. >> Mi spiegò.
<< Numerosi tradimenti? Credevo fosse solo uno, con quella prostituta, e che tua madre lo avesse poi lasciato. >> Osservai sbalordita.
<< Oh, no. Papà l’ha tradita per anni. >> Mi rivelò. Helena si era fatta sposare con l’inganno, calpestando la sua dignità, ed elargiva consigli in merito a me? Cercava forse di farmi finire come lei?
<< Cosa mi sai dire di Gonzalo e Paola? >> Chiesi, incastrando anche l’ultimo tassello del puzzle. Lo sguardo eloquente di Sebastian fu sufficiente come risposta. Per Helena ero solo un mezzo per impedire che suo figlio si mettesse con la figlia della donna contro cui aveva tramato, e che le aveva portato via il marito, quindi?
 
 
I miei ricordi di pochi giorni prima vengono interrotti quando sento il campanello suonare. Guardo dallo spioncino di chi si tratta, prima di aprire. Ci salutiamo con un guancia a guancia.
<< Vedo che stai facendo le valigie. >> Osserva.
<< Sì. Non rimarrò in questa città un altro istante. >> Sentenzio, chiudendo il mio trolley.
<< Paola non sapeva del bambino. >> Mi rivela.
<< Immagino che ora lo sappia. Ma io di telefonate non ne ho ricevute. E comunque della sua compassione non saprei che farmene! >> Esclamo. Anche lei mi ha presa in giro per tutto il tempo!
<< Non capisco come tu possa accettare di essere usato così. Quando vorrà, o magari quando farà pace con quel bastardo, ti getterà come un vecchio straccio. >> Osservo, riferendomi al mio ex con termini poco lusinghieri. Contrasto il pianto. Con Gonzalo mi sono davvero illusa di poter costruire qualcosa!
<< Anch’io la sto usando, non ho intenzione di finire con lei sull’altare. >> Obbietta. Ce ne sono di tappe prima!
<< Cosa c’entra? Nel mezzo ci sono diverse tappe: l’innamoramento, per dirne una! >> Gli faccio presente. Solleva un sopracciglio scettico.
<< Ti ringrazio per la premura, ma sono adulto e vaccinato. Non ci sarà alcun innamoramento. >> Mi assicura. Lo spero per lui!
 
 
 
[Helena]
L’unica cosa positiva del casino che è scoppiato è stato l’allontanamento di mio figlio dalla figlia di quella lì. La nota negativa è stata scoprire che l’altro mio figlio ha un figlio con l’altra figlia di quella! E in tutto questo ho anche perso la fiducia di Kelly. Sollevo la mano e suono il campanello del loft di mio figlio, dopo aver appreso dell’aborto da Sebastian, durante uno dei nostri tesi confronti. Kelly alza gli occhi al cielo quando apre la porta. L’abbraccio, anche se ne non ne sembra molto entusiasta.
<< Ho saputo, tesoro! >> Esordisco.
<< Questa notizia sembra che abbia fatto il giro del mondo. >> Protesta, richiudendo la porta alle spalle. Per lo meno non mi caccia a pedate.
 
I tacchi che indossavo picchiettavano contro il marmo del corridoio, mentre procedevo verso l’appartamento di mio figlio. Quello che era successo la sera prima, la mega scenata di Paola, era per me una conferma al fatto che tra quei due c’era qualcosa! Sospirai, reggendo il sacchetto del tale away contenente un pranzo leggero per mia nuora, prima di suonare. Dopo la lite di ieri sera con quella ruba mariti di Mariapaola Kelly aveva capito qualcosa? Temevo il suo giudizio. Quando mi aprii la prima cosa che notai era il suo aspetto non curato. Notai anche il suo atteggiamento freddo quando la salutai baciandole la guancia.
<< Cara, come ti senti oggi? Perché non ti metti un bel vestito e facciamo una passeggiata? >> Le proposi, mettendomi a mio agio togliendo il cappotto.
<< Perché non mi va! E sinceramente mi andrebbe di restare da sola. >> Rispose, invitandomi tacitamente ad andarmene. Sì, era fredda! Dopo ieri sera doveva ver saputo tutta la faccenda.
<< Ho portato il pranzo, una bella insalatona. Ti va un po’ di compagnia mentre pranzi? >> Le chiesi.
<< Cosa non è chiaro della frase “voglio rimanere da sola”? Sono stata troppo poco esplicita? Te ne devi andare! >> Precisò.
<< Piccola, capisco che tu sia sconvolta! Ti telefono prima di passare domani, va bene? >> Le proposi.
<< No, non serve che passi. Ci sentiamo. Buona giornata. >> Rispose, tenendo aperta la porta. Da quel giorno non ha più risposto alle mie chiamate!
 
 
Saluto mio nipote con un guancia a guancia.
<< Hai fatto colazione? Non devi lasciarti andare. >> Le consiglio. Si sottrae quando cerco di accarezzarle una guancia.
<< Tu non saresti la persona più adatta per darmi consigli su come riprendermi da un aborto. Paradossalmente, è la donna che più detesti ad esserlo, visto che hai contributo con le tue azioni al suo aborto. >> Mi ferisce.
<< Peccato che quella donna non ti vorrà bene come te ne voglio io, perché lei e sua figlia trarranno vantaggio da quello che ti è successo, quando a Paola sarà passata l’arrabbiatura verso Gonzalo! >> Preciso. Perché non ci pensa?
 
 
 
 
[Daniele]
Non vedo l’ora di rivedere parte della mia famiglia questa sera a cena. Ci saranno tutti, escludendo la mia Giulia e il suo fidanzato che sono ancora a Cartagena con la famiglia di lui. Mi sono appena concesso una doccia quando sento delle nocche bussare contro la porta della mia stanza, mentre mi sto vestendo.
<< Daniele, ti stanno chiamando al cellulare. È Armando, ed è piuttosto insistente! >> Mi fa sapere Marcella. Ma che accidenti vuole? Alzo gli occhi al cielo prima di aprire la porta per afferrare l’apparecchio.
<< Pronto, Armando. Cosa vuoi? >> Gli domando non troppo tollerante.
<< COSA VOGLIO? PER COMINCIARE CHE TUA MOGLIE NON SI PRESENTI A CASA MIA PER RICATTARMI! >> Tuona, portandomi via un orecchio. Cosa diavolo ha combinato Patrizia?
<< Spiegati, Armando, invece di urlare come al tuo solito! >> Lo redarguisco.
<< Buongiorno Daniele. >> Prende la parola Betty.
<< Per lo meno si potrà discutere da persone civili. >> Rispondo.
<< È stata qui Patrizia. Ha minacciato di raccontare ai nostri figli della Terramoda, se non faremo riconciliare Camilla e suo marito. >> Mi espone Betty. Chiudo gli occhi sospirando.
<< Non sapevo niente di questa piccola imboscata di mia moglie. >> Ammetto. Deve aver preso questa decisione dopo aver sentito la telefonata di quel buzzurro all’aeroporto. Anche se le cose oggi sono assai diverse, la notizia di questo divorzio non mi dispiace! Anzi, mi fa provare quel brivido di soddisfazione che si prova quando si ha ragione su tutta la linea!
 
No! Non potevo crederci! Dopo aver udito quella notizia, quando Margherita e Roberto ci lasciarono soli, la presi per un braccio e la costrinsi a seguirmi in bagno, dove la chiusi dentro con me.
<< CHE STORIA E? MI STAI LASCIANDO ANCORA? >> Tuonai, più iracondo che mai.
<< Lasciando? Siamo stati a letto insieme Daniele, non siamo sposati! Mio marito è Kristoff, con cui ho deciso di partire! >> Precisò. Respirai a fondo per non scoppiare e fare una scenata in piena regola!
<< Ma ti redi conto che sei ridicola? Camperete solo con le tue quote, visto che quel tale dovrà lasciare il suo lavoro? Si farà mantenere da te? >> Le domandai. Era solo un profittatore! Aveva trovato la gallina dalle uova d’oro e l’aveva fecondata, nessuno mi avrebbe tolto quel pensiero dalla testa!
<< Troverà un altro lavoro. >> Obiettò.
<< Cosa, il cercatore d’oro? Dopo tutto ha esperienza in questo: ha trovato te, la gallina dalle uova d’oro, per poi fecondarla! >> Esclamai, non tenendo più per me tale idea. Camilla sollevò il braccio con l’intento di schiaffeggiarmi la fermai afferrandole il polso, per poi attirarla a e me baciarla.
<< Daniele, perché non vuoi capire? Sei stato una parentesi, che è ora di chiudere, per potermi dedicare a mio marito a mio figlio! >> Sussurrò, sotto i baci che le davo sul collo.
<< E VA BENE, VAI, PARTI CON QUELLO! >> Sbottai, puntando il dito verso la porta. Camilla afferrò la maniglia per aprire la porta, ma le afferrai il polso.
<< Stammi bene a sentire Camilla, e ricordati le mie parole. Tra uno, dieci, venti o anche trent’anni, perché sono sicuro che prima o poi accadrà, quando divorzierai dovendo probabilmente dividere i tuoi soldi con quello, ti dirò “te l’avevo detto”, e sappi che non mi troverai più. Quindi pensa bene a quello che vuoi fare! >> Le dissi guardandola negli occhi per tutto il tempo. Uscì dal bagno, sbattendo la porta alle sue spalle.
 
<< Cerca di contenerla, Daniele. Se tua moglie dovesse parlare, le conseguenze si ripercuoterebbero anche sul matrimonio dei nostri ragazzi. >> Mi rammenta la mia amabile consuocera.
<< Patrizia so gestirla. Non dirà niente. C’è altro? >> Taglio corto.
<< Sì, c’è altro. GUAI A TE SE TI AVVICINI ANCORA A MIA SORELLA! >> Sbotta Armando, portandomi via anche l’altro orecchio, prima di porre bruscamente fine alla telefonata.
<< Buffone. >> Commento, quando ormai non può più sentirmi. La famiglia Mendoza sembra una famiglia di pazzi! Mi rendo conto che mia moglie è rientrata quando giungo in salotto. La prima cosa che noto è la sua unghia ancora rotta.
<< Sarebbe il caso che cambiassi salone, cara, perché la tua unghia è uguale a prima! >> Esclamo ironico.
<< Era chiuso, e sai che non mi affido ad altre manicure. >> Mi mente apertamene.
<< Patrizia, tu sai che sono pieno di problemi, vero? >> Le domando.
<< Ma certo, amore mio. Sei molto stressato, nonostante la luna di miele! Vuoi che chiami il massaggiatore? >> Mi domanda, accarezzandomi le gote. Sobbalza e si allontana quando mi altero.
<< E SECONDO TE, CON TUTTI I GRATTACAPI CHE HO, DOVREI ANCHE AVERE SULLA COSCIENZA LA DIPARTITA DEL MIO CONSUCERO, MOLTO D’INFARTO PERCHE’ MIA MOGLIE HA PENSATO DI RICATTARLO?! TI HA DATO DI VOLTA IL CERVELLO?! >> Sbotto.
<< Danielino, perché urli? >> Mi domanda Bea.
<< BEA! BASTA CHIAMARMI COME SE FOSSI UN BEBE’ O UN BAMBOLOTTO! >> Tuono. Quante volte le avrò detto che mi fa ribrezzo essere chiamato così? Ho un nome di battesimo, che mi piace pure, maledizione!
<< CERCAVO SOLO DI PROTEGGERCI DA QUELLA SGUALDRINA, ORA CHE È LIBERA! >> Protesta Patrizia. Siamo appena tornati dalla seconda luna di miele e dovremmo andare d’amore e d’accordo e invece siamo alle solite! Marcella si porta una mano in fronte e scuote il capo.
<< NON MI FREGA DI COSA FA O NON FA CAMILLA, MI FREGA DI MIA MOGLIE, CHE PROCURA INFARTI AI DEBOLI DI CUORE! Armando è il padre dei ragazzi dei nostri figli! SEI IMPAZZITA, MALEDIZIONE? SE DOVESSI RACCONTARE LA STORIA DELLA TERRAMODA COMPROMETTERESTI LE NOZZE DI DAVID, NON CI HAI PENSATO? >> Le vomito addosso, alternando toni di voce umani a esplosioni di collera.
<< No, non ci ho pensato, ho agito d’istinto! QUELLA Lì UNA VOLTA ERA IN GRADO DI AMMALIARTI CON UNO SGUARDO, PERCHE’ NON POTREBBE RIFARLO? >> Tuona.
<< PERCHE’ NON HO PIU’ 27 ANNI! NON SONO PIU’ UN RAGAZZINO ALLE PRESE CON LA PRIMA DELUSIONE D’AMORE! PERCHE’ SONO UN UOMO SPOSATO, E PER UN MILIONE DI ALTRE RAGIONI! >> Sbotto.
<< Hai dimenticato la più importante, Daniele. “Perché amo mia moglie”! >> Protesta Patrizia, abbandonando la stanza per dirigersi nella nostra stanza da letto. Sentiamo la porta sbattere. Sospiro alzando gli occhi al cielo. Perderà mai tale viziaccio?
<< Daniele, per Dio, dimmi che non senti dei sentimenti verso quella! >> Mi prega Marcella.
<< Ti ci metti anche tu adesso? Ma perché Camilla divorzia e il terzo grado lo fate a me? PER ME CAMILLA NON SIGNIFICA PIU’ NULLA, E NON VOGLIO PIU’ SENTIRE UNA SOLA ALLUSIONE A QUESTA STORIA! >> Sentenzio, rinchiudendomi nello studio. Il viaggio di nozze è filato liscio e quando arriviamo qui scoppia la terza guerra mondiale… Ma perché?!
 
 
 
[Kelly]
Le sue parole mi lasciano incredula. Questa donna è proprio senza morale!
<< HAI IL CORAGGIO DI INSISTERE CON LA FACCENDA DI TUO FIGLIO, DOPO TUTTO QUELLO CHE È SUCCESSO?! STAI CERCANDO DI MANIPOLARMI, PER SPINGERMI TRA LE BRACCIA DI QUEL TRADITORE, BASTARDO E BUGIARDO CHE HAI GENERATO! MA SAI COSA TI DICO? CHE ANCHE SE MIO FIGLO FOSSE VENUTO AL MONDO, MAI AVREI PERMESSO A TE E TUO FIGLIO DI AVVICINARVISI! SIETE COMPLETAMENTE PAZZI! >> Strepito.
 
Mi sentivo vuota. Nel vero senso del termine. Mi rigirai sul divano, cercando di addormentarmi, con il basso ventre dolorante. Sembrava di essere trapassata da mille lame.
<< Se vuoi restiamo! >> Si offrirono Sebastian e Fernando, le uniche persone che mi ero sentita di chiamare dall’ospedale quella mattina, dopo la terribile ecografia. Non avevo avuto il coraggio di chiamare mio zio, al quale Gonzalo non era mai andato a genio. Avrei dovuto abortire subito e mi sarei risparmiata tanta sofferenza?
<< No, andate pure. Vorrei rimanere da sola. >> Biascicai tra le lacrime. Fernando si chinò per baciarmi il capo.
<< Chiama se hai bisogno. In un baleno sarò qui. >> Mi ricordò. Li sentii aprire la porta e mi voltai quando sentii che stavano parlando con qualcuno. La madre di Paola mi guardò dalla soglia. I due ragazzi la stavano salutando.
<< Chiedo scusa se piombo qui così, Kelly. Posso? >> Mi chiese. Feci cenno di sì con la testa.
<< Noi andiamo. Ciao Kelly! >> Mi salutò Sebastian. Fernando sollevò la mano per salutarmi. La madre di Paola prese posto su una poltrona.
<< Gonzalo mi ha telefonato non appena lo ha saputo da Sebastian. >> Mi spiegò. Per ciò Gonzalo lo sapeva, e non si è neanche degnato di chiamarmi!
<< Si vergogna molto per tutto quello che è successo, ma vedrai che ti farà visita. Era disperato al telefono, ci teneva a questo bimbo. >> Mi lesse nel pensiero.
<< Come mai sei qui? >> Le chiesi, pur immaginandolo.
<< So che sai tutto, della mia storia. Mi chiedevo se ti servisse sostegno. >> Rispose. Mi si riempirono gli occhi di lacrime.
<< Puoi spedirmi indietro nel tempo? >> Le chiesi, scoppiando in lacrime. Mariapaola cambiò posto e si sedette accanto a me, accogliendo il mio capo tra le sue braccia.
<< Magari potessi, cara. >> Mi consolò, accarezzandomi il capo.
<< Come l’hai superato? >> Le chiesi.
<< Può sembrare una frase banale, ma il tempo attutisce il dolore. Non ti farà mai dimenticare quello che hai passato, ma farà meno male, prima o poi. Un’altra cosa che ho fatto è scrivere una lettera come se stessi parlando personalmente con Jaime. >> Mi confidò. Sollevai il capo asciugandomi le lacrime con le maniche del pigiama.
<< Jaime? Avevo capito che la gravidanza fosse agli inizi, come facevi a sapere il sesso? >> Le chiesi.
<< Me lo sento nelle ossa. Sarebbe stato un maschio! Non so nemmeno io come spiegarlo. >> Rispose criptica.
<< Sono sicura che sarebbe stata una femminuccia. Avevo pensato a Victoria in quel caso. >> Le raccontai.
<< Allora potresti cominciare la lettera con “Cara Victoria”. >> Suggerì, accarezzandomi il capo.
<< Hai cenato? >> Mi chiese. Scossi il capo.
<< Se vuoi posso metterti insieme un sandwich leggero. >> Mi offrì.
<< Va bene. >> Accettai, tornando raggomitolata sul divano mentre Mariapaola trafficava in cucina.
 
 << QUANTO AL VANTAGGIO, QUI L’UNICA CHE HA TRATTO VANTAGGIO DA UN ABORTO SEI STATA TU, VISTO CHE SE QUEL BIMBO FOSSE VENUTO AL MONDO TUO MARITO TI AVREBBE LASCIATA IN TRONCO PER RICONCIUGERSI CON MARIAPAOLA MOLTO TEMPO FA! >> Proseguo.
<< Signore, calmiamoci, dai. È la volta buona che il consiglio condominiale cacci via Gonzalo per tutto il casino che proviene da questo appartamento! >> Cerca di chetarci Ferdi.
<< Dopo quello che hai passato, invece di stimolarmi a trovare la felicità senza perdere la dignità, hai cercato di spingermi tra le braccia di un uomo che non mi ama, accettando anche tradimenti, solo per tenere lontano tuo figlio da una ragazza che odi! Mi hai solo usata! Col cavolo che mi vuoi bene! Ascoltandoti mi sarei ritrovata fra trent’anni arrabbiata e sola come te! >> Esclamo, concludendo questo sfogo. Helena, sconvolta dalle mie parole, gira sui tacchi e abbandona il loft di suo figlio.
 
 
[Marcella]
Certe cose, tipo l’incasinatissimo matrimonio di mio fratello e Patrizia, sono destinate a non mutare mai. Sono appena tornati dal secondo viaggio di nozze ed eccoli a litigare ancora per gelosie varie! Bea ed io bussiamo con discrezione alla porta della sua stanza e vi entriamo solo quando Patrizia ci da il permesso. Sta camminando nervosamente per l’imponente stanza da letto.
<< SBAGLIO FORSE A PRENDERMELA? DANIELE QUANDO CE L’HA DAVANTI NON FA CHE PROVOCARLA, RISPONDENDOLE, E SONO IO SBAGLIARE?! >> Ci assale, portandoci via un orecchio. Mi massaggio il trago di esso.
<< Patrizia, lo sai com’è fatto Danielino, non perde mai occasione di umiliare Camilla e suo marito! >> Cerca di mediare Bea, facendole capire che non è una questione di attrazione verso Camilla piuttosto di mal sopportazione verso lei e suo marito.
<< Certo che potevi evitare di andare da Armando. Dopo tanti non hai ancora capito che Daniele odia certe cose? Mio fratello è fatto così, lo sai da sempre. Dovevi aspettarti che Armando glielo avrebbe detto, e che Daniele non avrebbe gradito. Detesta fare certe figure! >> Le faccio notare.
<< Era incazzato nero poco fa! >> Constata, mordicchiandosi il labbro inferiore. So che sta pensando a come farsi perdonare.
<< Lo è ancora. Si è chiuso nel suo studio. >> Le spiego.
<< Potete uscire per un paio d’ore? Non so, andate a fare shopping, per esempio! >> Ci domanda. Non è difficile immaginare il motivo di tale richiesta!
<< Patrizia, se farò dell’altro shopping dovrò affittare un magazzino per tenere tutte le mie cose aspettando di trasferirmi definitivamente a Bogotà. >> Osservo.
<< Due ore Patrizia? >> Le domanda Bea tutta gasata. Alzo gli occhi al cielo.
 
 
[Kristoff]
Sto rientrando dall’incontro con il mio avvocato divorzista quando, rientrando in albergo, incontro i miei cognati ad attendermi nella hall. Saluto Armando con una stretta di mano e Betty con un guancia a guancia.
<< Spero vada tutto bene in azienda a Vienna. >> Esordisce mio cognato.
<< Sì, ma volevo controllare di persona. Avevo bisogno di cambiare aria. Posso offrirvi un drink? >> Domando loro.
<< Va bene. Patrizia è venuta a trovarci oggi, anche se “trovarci” non è il termine più adeguato, direi che è venuta a tediarci! >> Annuncia Armando. Aggrotto le sopracciglia.
<< Era proprio necessario gridare ai quattro venti che stai divorziando? Proprio la discrezione non sai dove stia di casa, eh? >> Mi redarguisce mio cognato.
<< Ho ricevuto la telefonata del mio avvocato in quel momento. >> Protesto.
<< La gente normale si congeda con educazione e risponde in disparte, a determinate telefonate private. >> Mi appunta mio cognato.
<< A Patrizia cosa importa se divorzio oppure no? >> Domando loro. Gli affaracci suoi no?
<< Mia sorella si è fatta sedurre con facilità da Daniele, non indovini proprio il motivo per cui è venuta a romperci le scatole? >> Mi chiede Armando. È tutto chiaro!
<< Perché pensi che voglia divorziare da tua sorella? Due volte coglione e cornuto sarebbe troppo! Non è più affar mio quello che fanno o non fanno quei due insieme! Ora è un problema solo di Patrizia! >> Obbietto. Che se la veda lei con quello stronzo che ha deciso di sposare!
<< Non ci credo, Kristoff. L’amore non è un interruttore da premere, e tac è tutto spento! >> Osserva Betty, mentre occupiamo un salottino del bar con i nostri due martini e mio cognato con un analcolico.
<< Dillo a Camilla, che quell’interruttore lo ha premuto tanto tempo fa. Lei voleva divorziare da tempo, rammentate? >> Obbietto.
<< Potreste almeno prendervi del tempo per pensarci. Dopo tanti anni di matrimonio come si può decidere una cosa del genere sull’onda della rabbia? >> Mi prega Betty.
<< Va bene, ci penserò su. Ma ricordate che Camilla si è fatta sedurre da quello da sposata, perciò a Patrizia cosa cambia? >> Faccio presente ai miei cognati.
<< Cerca di capirla: per lei questi ragionamenti siamo impegnativi, anche con i suoi 6 semestri di finanza alla San Marino! >> Ironizza Armando, dopo avermi strappato una promessa che non so se potrò mantenere!
 
 
[Giulia]
<< Piccolo mio, Polly del mio cuore, mi senti? Ti prometto che io ci sarò sempre per te, che ti sosterrò, anche se talvolta non approverò le tue decisioni. Che farò di tutto per renderti felice, anche digerire una nuora o un genero che non mi vanno a genio. Farò di tutto per te, amore della mamma! >> Sussurro verso la mia pancia, accarezzando il piccolissimo rigonfiamento del ventre, mentre indosso un costume asciutto nella cabina. Clara continua a studiarmi come se fossi una specie rara, anziché sua nuora, la donna che la renderà nonna! Sospiro, afferrando la mia borsa e con l’intento di uscire dalla cabina ma le mie azioni vengono interrotte dallo squillo del mio smartphone. Mai avrei pensato che leggere ancora tale nome sul display.
<< Ciao, ti disturbo? >> Esordisce, quando accetto la comunicazione.
<< Ciao, no, tranquilla. Stavo cambiandomi. È successo qualcosa? >> Le domando.
<< No, volevo solo sapere come va con la suocera. >> Mi spiega.
<< Male, rende l’idea? Non fa il minimo sforzo per cercare di conoscermi, se non quello di fissarmi. Come se fossi dotata della facoltà di comunicare con il pensiero! Non accetterà mai che non è Isabella sua nuora! >> Esclamo.
<< Se ne farà una ragione. Volevo solo sapere come stai, anzi come state. >> Si corregge, prendendo in causa anche il bambino.
<< Le nausee sono un po’ migliorate. Non so se sia l’aria di mare o il fatto che mi sto avvicinando al secondo trimestre. Grazie per aver chiamato. >> Intervengo.
<< Non sapevo come l’avessi presa… Temevo di disturbare, è da due giorni che mi ripropongo di chiamarti ma poi rinuncio… >> Mi spiega. Metto in viva voce e poso il telefono per poter rifarmi il trucco.
<< Abbiamo deciso di darci una seconda chance e di seppellire l’ascia di guerra, no? >> Le rammento.
<< E te ne sono grata, considerando quello che ho combinato. Rubare quel video è stato stupido ed è colpa mia se è stato diffuso. >> Recrimina.
<< Ed io sono colpevole di essere stata una pessima amica, andando con colui che era il tuo fidanzato. Propongo di non discuterne più, va bene? Gonzalo lo hai visto? >> Cambio argomento.
<< No. Né visto né sentito, e non ci tengo. >> Taglia corto. Che sia vero?
<< Prenditi tutto il tempo che… >> Cerco di consigliarle.
<< Non mi serve tempo, Gonzalo per me è acqua passata. È stata da subito una storia impossibile e quello che ha combinato ha messo una croce su ogni possibilità. Ma sto bene, tranquilla. Cerco di guardare avanti. >> Interviene. Sarà!
<< Ricordati che siamo tutte qui, se ti serve una spalla su cui sfogarti. Io, Cami, Roby, Olga, Isa, Silvia… Non ti farebbe bene tenerti tutto dentro! >> Le consiglio.
<< Grazie. In bocca al lupo con quell’osso duro che ti ritrovi come suocera. >> Mi augura.
<< Viva il lupo. Ciao! >> La saluto. Vengo ricambiata prima di porre fine alla comunicazione.
 
 
[Daniele]
Perché non si può semplicemente cancellare il passato con un colpo di spugna? Quella donna, anche dopo tanti anni, è ancora in grado di causarmi problemi, di farmi saltare i nervi e di suscitare in me emozioni che vorrei non provare. Sì, perché questo senso di soddisfazione che sento per il suo divorzio è una sensazione che mi fa detestare me stesso e il mio passato con lei. Umiliare e deridere suo marito mi ha sempre arrecato soddisfazione, anche se poi maledicevo me stesso perché la sua presenza mi spingeva a comportarmi così e le sue frecciatine mi facevano irritare anziché lasciarmi indifferente.
 
Per poco non svenivo quando, poche settimane addietro, il primo primogenito ci aveva annunciato di aver incontrato una ragazza a New-York, dama con cui aveva intrapreso una relazione. Dopo questa breve introduzione aveva rivelato che conoscevamo i suoi genitori: Camilla Mendoza Huber e Kristoff Huber. Mia moglie è sbiancata mentre io mi sono versato un drink, proprio quello che facevo in quel momento mentre rievocavo il momento di tale nefasto annuncio. Trangugiai il contenuto del mio bicchiere per poi raggiungere la mia famiglia quando sentii delle voci. I miei detestabilissimi consuoceri erano arrivati. Mi limitai ad un freddo “buonasera” quando giunsi in salotto. Incrociai lo sguardo di Camilla che era come il mio: tutt’altro che entusiasta di questa unione. Dopo freddi e formali saluti di rito mio figlio e quella si baciarono. Trattenni un conato di vomito! Mio figlio, quella e suo fratello, che all’epoca aveva 25 anni, si allontanarono con gli altri miei figli per fare qualche tik tok.
<< Avremmo voluto venire prima, ma i protocolli anti-Covid hanno impedito questa riunione prima di adesso! >> Esordii quel tale che da cameriere era passato a fare il mantenuto, come avevo previsto! Millantava di essere un imprenditore quando il suo contributo nell’apertura del grande magazzino che gestiva con Camilla era pari allo 0! Dopo tanti anni lo detestavo ancora perché era rimasto il medesimo fallito: di cosa avremmo mai potuto parlare? Cosa poteva accomunarci? Semplicemente nulla! E avrei fatto in modo che le cose restassero così!
<< Mi vedi afflitto per questo? Si poteva benissimo evitare, tanto non credo che durerà molto la storia tra tua figlia e mio figlio! >> Esclamai, dopo essermi versato un drink che stavo consumando in piedi, non nascondendo la mia disapprovazione per quell’unione e quella serata!
<< PERCHE’, COS’AVREBBE CHE NON VA MIA FIGLIA PER TUO FIGLIO? >> Tuonò quel buzzurro.
<< Camilla, metti a cuccia tuo marito, sennò ci penso io. Il nostro cane è morto da poco e dobbiamo ancora sostituirlo per tanto la cuccia è libera! >> Li provocai.
<< Daniele! Smettila di parlare così a mio marito! Tornando a mia figlia, è molto innamorata, quindi qual è il problema? >> Mi domandò. Comparve un ghigno sul mio volto.
<< Il problema è che è tua figlia. Se ha la tua capacità di amare, stiamo freschi! >> Esclamai, mordace, facendo chiaramente riferimento alla sua tresca avuta con me 25 anni prima. Camilla divenne rossa.
<< Cosa ne sai tu di mia moglie? Forse con te era algida perché non la ispiravi abbastanza, ci hai mai pensato? Ti posso assicurare che è perfettamente in grado di amare! >> Ribatté quel tale.
<< Quando avete finito di rievocare i vostri ricordi giovanili ci mettiamo a tavola, di grazia?! >> Chiese piuttosto contrariata mia moglie, alzandosi dal divano. Entrammo in sala da pranzo e radunammo tutti i ragazzi.
<< Non credo ti serva una rinfrescata sull’utilizzo delle posate, dato che potresti averne preparate centinaia di tavole come queste. >> Stuzzicai quel tale. Quanto mi urtava i nervi!
<< Daniele! Piantala! Patrizia, dovresti evitare di tenerlo così a stecchetto perché quand’è nervoso si dimentica delle buone maniere! >> Ribatté quella.
<< Non ti preoccupare del mio ménage! Mio marito è adeguatamente soddisfatto! >> Preciso mia moglie, con il solo fine di provocarla, anche se non capii il perché. A Camilla non fregava più nulla di me, così come a me di lei.
<< Mamma! Ti ricordo che non siamo tutti navigati a questa tavola! Mia sorella ha 14 anni! >> La ammonì Giulio.
<< E questi siparietti sono abbastanza ridicoli. Mamma, il salmone ha un ottimo aspetto, ad ogni modo. Brava! >> Intervenne David.
<< Salome? >> Domandò imbarazzato quel tale.
<< Sì, salmone in crosta. Ci sono problemi? >> Gli chiese mia moglie. Avanzava anche delle pretese a casa mia?
<< Non amo particolarmente il salmone. Sono sicuro che sia ottimo, ma se non vi offendete prendo sono le patate e l’insalata! >> Rifiutò quel tale. Margherita si stava rivoltando nella tomba!
<< Immagino che non piaccia più neanche a te! >> Provocai Camilla. Quel tale l’aveva talmente plagiata che non ne sarei rimasto stupito.
<< Infatti. Perdonatemi davvero. Mangerò il contorno come mio marito. >> Si aggregò a quello Camilla. Scossi il capo. Per fortuna Margherita e Roberto non c’erano più per vedere come lo seguiva come un cagnolino.
<< Se volete, posso mettere su al volo dell’halibut. Non ci mette molto a cucinarsi. >> Offrì educatamente Patrizia ai nostri ospiti affinché non si dicesse che eravamo dei buzzurri. Fosse per me sarebbero rimasti a digiuno! Sarebbe stato un incentivo in più affinché si togliessero presto dalle palle quello di correre a cercare una trattoria aperta perché affamati. Una trattoria di terz’ordine, il posto adatto per il marito di Camilla!
<< Sei molto gentile. Accettiamo volentieri. >> Accettò il tale. Che villano! Questa cena già disastrosa ebbe fine quando avvenne un’incursione.
<< Scusate. I signori Contreras sono nell’ingresso e chiedono udienza! >> Annunciò la cameriera.
<< Contreras? Non ha chiesto chi sono, e già che c’era se nessuno ha insegnato loro ad avvisare anziché piombare a casa della gente ad ora di cena?! >> Mi inalberai contro Rhonda. Ero già nervoso, ci mancavano solo questi maleducati!
<< La signora Annamaria, e suo marito Freddy Stewart, lavorano all’Ecomoda! >> Specificò Rhonda.
<< Può dire loro che ho una segretaria con il compito di prendere appuntamenti per questioni di lavoro! Non devono seccarmi a casa mia per queste cose! E poi sono quel cretino di Armando e sua moglie ad amministrare l’azienda, perché vengono da me?! >> Esclamai.
<< Amore, stai bene? >> Chiese il mio primo genito a Lena. In effetti sembrava pensierosa e agitata!
<< Daniele, resti sempre il solito maleducato. Sono tuoi dipendenti, per tanto dovresti trattarli con più riguardo! >> Mi redarguì con sarcasmo Camilla.
<< Dovrei essere io a redarguire mio marito in questi termini! Come osi? >> Ribatté mia moglie, verso Camilla.
<< Vado al bagno! >> Annunciò Lena che, per raggiungerlo, passò dalla cucina anziché dal corridoio.
<< Scusate, mi occupo dei signori e torno al tavolo. >> Mi congedai, al quanto seccato, recandomi in ingresso. I due tizi mi salutarono con un “buonasera”.
<< Illustre Dottor Valencia, perdoni il disturbo! Non avremmo mai voluto turbarla durante una così gradevole serata in famiglia, ma… >> Esordii Freddy. Alzai gli occhi al cielo.
<< Freddy! Arrivi al punto! >> Lo interruppi.
<< Questa mattina mio marito ed io abbiamo trovato Lena Huber mezza nuda, sulle scale di nostro figlio! >> Annunciò la segretaria della moglie di Armando. Un ghigno comparve sul mio volto.
<< Quando ho detto al mio Jimmy che Lena è fidanzata con suo figlio è sbiancato. Quella ragazza lo ha preso in giro, e sta prendendo in giro anche suo figlio. Ci sembrava giusto che lo sapesse. >> Concluse Annamaria.
<< Ed io che pensavo che foste venuti qui per seccarmi! Invece è stata una visita piacevole la vostra. >> Risposi soddisfatto. Ero certo che non tanto tardi Camilla e la sua famiglia si sarebbero tolti di mezzo.
<< Dovere, dottore. Buon proseguimento di serata. >> Salutò Annamaria.
<< Lo sarà senz’altro. Ho sentito dire che vostro figlio è in cerca di un impiego al momento. >> Intervenni, attirando la loro attenzione mentre venivano scortati verso l’uscita dalla mia domestica. Annuirono.
<< Dite a vostro figlio di passare domani nel pomeriggio in azienda. Parlerò con la Dottoressa Pinzon e sono certo che salterà fuori un impiego per lui. >> Promisi. Dopo tutto il tale mi aveva fatto un grosso favore! Sorridente, tornai in sala da pranzo. Quella ragazzina al quanto precoce era ancora rintanata in bagno!
<< Cosa volevano, amore? >> Mi domandò mia moglie.
<< Lena che fine avrà fatto? >> Si chiese suo padre.
<< Sarà scappata dalla finestra, per la vergogna! >> Ironizzai.
<< Rhonda, tolga l’halibut dei signori dal fornello, dato che stanno per togliere il disturbo. >> Aggiunsi, dando un ordine alla domestica. La tizia rientrò in sala da pranzo e la guardai con un ghigno dipinto in volto.
<< Papà, ma cosa stai dicendo? >> Mi chiese il maggiore dei miei figli aggrottando le sopracciglia.
<< Per rispondere alla tua domanda Patrizia: Annamaria e suo marito sono venuti qui per aiutarci a liberarci di un problema, ovvero la signorina qui presente! Che chiamarla “signorina” è un’offesa al genere! >> Ironizzai, provocando le ire di quel tale con molta poca classe.
<< DANIELE! COME OSI OFFENDERE MIA FIGLIA?! >> Sbotto il tale.
<< Mi permetto! Così come la tua adorabile bambina, ovviamente sono ironico, si è permessa di irretire mio figlio puntando solo ed esclusivamente alla conquista di un marito ricco, visto che nel contempo ha scaldato il letto ad un altro! Questa mattina i signori Contreras hanno avuto la disgrazia di incontrare tua figlia in casa del loro figlio maggiore, in déshabillé, se non fosse chiaro! >> Spiegai con una calma derivante dalla mia soddisfazione.
<< Giulietto, cosa vuol dire quella parola? >> Domandò Giulia a suo fratello, all’epoca ancora ingenua.
<< Niente che debba interessare ad una pulce come te. Andiamo a fare degli altri tik tok? >> Cercò di portarla via Giulio.
<< Ma la mamma si arrabbia se non finiamo quello che ha cucinato. >> Protestò Giulia.
<< Stasera la mamma non si arrabbia! >> Precisò Patrizia. Il mio secondo genito sparì portandosi via la sorellina. Camilla e quel pescivendolo che aveva sposato fissavano basiti la figlia.
<< È vero? Mi hai tradito per tutto il tempo? >> Chiese mio figlio guardandola negli occhi, mentre i suoi erano velati di lacrime. La tizia annuii senza neanche parlare.
<< Mi hai schifo! >> Esclamò David, dirigendosi nella sua stanza da letto. Sentimmo sbattere una porta.
<< Ora, di grazia, vi levereste di torno? >> Chiesi loro educatamente. I genitori, rossi di vergogna, non protestarono dinanzi al mio invito. Nella stanza regnava un silenzio tombale. Fui io stesso a scortare quei quattro fuori dalla mia dimora, che avrei dovuto far arieggiare per togliere la puzza di plebeo!
<< Camilla? >> La richiamai, sotto al portico. Essendo l’ultima della fila si voltò mentre il resto della sua famiglia raggiungeva la loro auto a noleggio.
<< Ti avevo detto che questa relazione sarebbe durata poco. Non ti ricordi della mia peculiarità di prevedere gli eventi? >> Le chiesi, rievocando il momento in cui le avevo detto che prima o poi avrebbe divorziato.
<< Ti sopravvaluti, Daniele! Se avessi questa dote avresti previsto e prevenuto molte cose: il disastro finanziario di cui è stato colpevole mio fratello, la gravidanza, pardon, le gravidanze indesiderate di tua moglie e le corna che ti ha messo! Buonanotte! >> Sputò in risposta, facendomi andare il sangue alla testa.
 
 
Il flusso dei miei pensieri viene interrotto da mia moglie che fa il suo ingresso nello studio indossando un mini dress che lascia scoperte le sue chilometriche e ancora perfette gambe. Le sorrido malizioso.
<< Gli effetti del pilates. Cosa ne dici? >> Gongola, facendo una piroetta.
<< Che non ho mai speso meglio i miei soldi. >> Rispondo, allontanandomi con la poltrona e facendole cenno di sedere sulle mie gambe. Ci baciamo languidamente.
<< Scusa, Dan! Ma quando ho sentito che quella presto tornerà su piazza mi sé appannato il cervello! >> Si giustifica, come se di norma non fosse confusa.
<< Non ci riguarda se Camilla divorzia o no, Patrizia. >> Le assicuro.
<< Quando tu e quella siete insieme siete sempre lì a battibeccare, è snervante! >> Si lamenta.
<< Anche a me snerva la sua presenza, perché credi che risponda a lei e a quel primitivo di suo marito? >> Cerco di farle capire.
<< Magari perché sotto sotto ti piace ancora e ti diverti a provocarla. >> Adduce come ipotesi, esternando i suoi pensieri. Con un gesto sicuro la faccio sedere sulla scrivania e inizio a baciarla languidamente.
<< Amo solo te, Patrizia! L’unica donna il cui corpo voglio toccare, annusare, sfiorare e fare mio! >> Le mormoro contro l’orecchio. Mia moglie mi tira fuori lentamente la camicia dai pantaloni, per poi infilare la mano dentro i miei boxer.
<< Ci sono le tue sorelle di là, quindi potevi almeno chiudere la porta! >> Esclamo.
<< No, le tue sorelle le ho mandate via, e Rhonda sta dando acqua alle piante sul retro. >> Sussurra languida contro le mie labbra, prima di farle sue.
 
 
[Gonzalo]
Non mi sorprenderei se qualcuno per strada dovesse fermarmi per farmi la carità! Ho un aspetto di merda. Più che un promettente imprenditore sembro un clochard, che in effetti è ciò che sono da quando ho lasciato il mio loft a Kelly. Atto dovuto, dopo ciò che ho fatto!
<< Sì, papà ho ricevuto l’invito per il flower party del circolo di domenica, ma non penso proprio di venirci. >> Gli spiego, mentre l’ascensore sale al mio loft. Sai cosa mi frega di celebrare l’arrivo della primavera quest’anno?! Ho ricevuto un messaggio di Kelly che mi ordinava di passare, e sono uscito subito dall’ufficio, visto che non ho troppa voglia di dedicarmi a scartoffie varie.
<< Ti farebbe bene uscire un po’. >> Mi consiglia. Chi mai avrebbe creduto che sarei diventato un eremita?
<< Ti faccio sapere. Ti lascio ora. >> Taglio corto.
<< Va bene. Riguardati. >> Mi ricorda. Mi volto verso lo specchio dell’ascensore senza riconoscere l’uomo riflesso.
 
Dopo una notte passata in bianco a combattere il desiderio di andare dinanzi alla porta di casa sua e picchiarvi sopra i miei pugni supplicandola di aprire, ho ignorato il consiglio di Lorenzo di darle tempo e mi sono appostato nel garage del palazzo dove si trovano gli uffici dell’azienda. Come un ebete, mi sono messo ad accarezzare la colonna contro cui era appoggiata quella volta in cui la stavo per baciare e ho rimediato un man rovescio, quando tutto è iniziato.
<< Accidenti, una sola notte hai resistito prima di trasformarti un uno stalker. Quindi la costanza è una tua dote solo in alcuni ambiti? Tipo quando bisogna nascondere il segreto di una cospirazione? >> Sentii ironizzare dalla sua soave voce. Quando mi voltai aveva già premuto il tasto dell’ascensore.
<< Denunciami per stalking se vuoi, ma non smetterò di cercarti! Guardami, ti prego! >> La supplicai, invitandola dolcemente a voltarsi. Nonostante quanto successo ieri sera, sembrava fresca come una rosa: truccata e pettinata di tutto punto, rispetto alla mia mise da straccione incurante dell’igiene. Lo ammetto: mi ferii non vederla scomposta e con gli occhi cerchiati come i miei!
<< Mi dispiace! Io ho commesso un’enorme cazzata, e non hai la minima idea di quanto me ne penta, né di che notte io abbia passato! >> Esclamai, cercando di combattere la voglia di piangere.
<< Se hai deciso di dormire per strada, non mi riguarda! >> Esclamò, prima di entrare nel mezzo. Con uno scatto m’intrufolai anche io e lei alzò gli occhi al cielo.
<< Volevo dirtelo, credimi! Ci ho provato, ma poi è successo quello che è successo… >> Cercai di giustificarmi.
<< TROPPO! HAI ASPETTATO TROPPO! AVREBBE DOVUTO ESSERE LA PRIMA COSA CHE AVRESTI DOVUTO DIRMI QUANDO ABBIAMO CAPITO CHE TRA DI NOI C’ERA QUALCOSA, PRIMA ANCORA DI PROPINARMI GIUSTIFICAZIONI SULLE TUE PRESUNTE SCAPPATELLE! AVRESTI DOVUTO RISPONDERMI: PAOLA, NON IMPORTA SE SONO O NON SONO STATO CON ADELINA, PERCHE’ TI NASCONDO UN TERRIBILE SEGRETO, PEGGIORE DI UNA BANALE SCAPPATELLA! >> Obbiettò. La frase “quando abbiamo capito che tra di noi c’era qualcosa” mi diede speranza!
<< Perché credi che ad un certo punto abbia cercato di prendere le distanze da te? Decidendo di crescere quel bambino con Kelly e di sposarla? Perché volevo evitarti di soffrire stando con me! >> Ribattei.
<< Scappatoia. Ecco come si chiama quello che volevi fare! >> Protestò. Fermai l’ascensore quando mi resi conto che stava per giungere il piano. Paola cercò di farlo ripartire ma le afferrai il polso: la incastrai tra lo specchio dell’ascensore e il mio corpo, piegandole con dolcezza il polso sopra la sua testa. Feci scorrere la mia mano verso il palmo della sua, per poi intrecciare le mie dita alle sue. Sì: i suoi occhi erano lucidi e non riusciva più a ostentare compostezza e indifferenza, lo notai.
<< Ma non sono riuscito a starti lontano, non dopo aver visto che stavi per baciare mio cugino. Per questo lunedì sera volevo dirtelo. Non avrei mai potuto averti nascondendoti una cosa del genere. >> Le sussurrai, osservando i suoi bellissimi occhi.
<< Non sai quanto io soffra e quanto stia male al pensiero di averti fatto del male. >> Le sussurrai, con la fronte premuta contro la sua, e i nostri nasi che si sfioravano. Cercai di bearmi di ogni attimo di quel contatto, e di assaporare l’istante in cui e nostre labbra si sfiorarono, solo superficialmente.
<< Lasciami. >> Mi ordinò, allontanandomi da sé. Premette il bottone per far ripartire la macchina.
<< E per quanto mi hai detto ieri sera, non ti credo, né mai lo farò. E comunque, vero o no, è giusto che tu sappia che non sei ricambiato! >> Esclamò, prima di uscire dall’ascensore. No, non volli crederle!
<< Un’ultima cosa. La prossima che ti troverò a farmi le poste, mi rivolgerò alla polizia! >> Concluse, dirigendosi con ampie falcate verso il suo ufficio.
 
È stato il nostro ultimo incontro, risalente al giorno dopo ai fatti. Da allora non faccio che ripensare alla sua espressione indifferente quando mi ha detto di non amarmi: deve averle insegnato qualche trucchetto di recitazione mio cugino, non c’è altra spiegazione! Busso alla porta del mio loft quando mi ci trovo davanti. Kelly, glaciale, apre la porta e torna in salone, dove stava riempiendo una borsa con i suoi effetti personali.
<< Ciao. >> La saluto.
<< Ciao. Dopo essere sparito e non aver neanche telefonato quando hai saputo dell’aborto, dici solo questo? >> Obbietta, senza guardarmi in faccia.
<< Dopo aver ricevuto la notizia, ero piegato con la testa nel water. Così come altre volte negli ultimi giorni. >> Mi giustifico, anche se scuse non ne ho.
<< Sei patetico. >> Mi offende, come se non lo sapessi già! Veniamo interrotti dal suono del citofono, al quale risponde Kelly.
<< Sì?... Dev’esserci un errore… Dice sul serio?.... Bhe, dica al corriere che deve tornare perché io non vivo qui, sono un ospite che sta per togliere il disturbo… Grazie! >> La sento dire. La sua espressione cambia.
<< Un bello scherzo. Un corriere voleva consegnare una culla! >> Mi annuncia.
<< Me ne ero completamente dimenticato. L’ho ordinata la mattina dopo il tuo incidente. >> Spiego. Lo avevo proprio rimosso.
<< Bhe, l’ho mandato via. Se torna, potrai usarla per i figli che avrai con quell’altra traditrice, dato che di questo non te ne è mai importato nulla. >> Afferma ironica.
<< Non è affatto vero che non me ne è mai importato nulla. Riguardo a Paola, non ho giustificazioni! Non ho deciso io di innamorarmi di lei, è successo. E nel contempo cercavo di fare la cosa giusta per il bambino! >> Cerco di spiegarle. Scuoce il capo, guardandomi con un’espressione di disgusto.
<< Riguardo ai figli, di certo non ne avrò da lei. >> Borbotto poi.
<< Bhe, lei ne avrà di certo, e magari ti toccherà sentire quei bambini chiamarti “zio” un giorno! >> Esclama, mentre si mette il cappotto.
<< Di che stai parlando? >> Le domando. Che diavolo significa quell’affermazione?
<< Nulla. Me ne vado, puoi tornare a prendere possesso di casa tua. A mai più. >> Mi saluta, procedendo verso la porta trascinando il suo trolley e reggendo un borsone. Le sbarro la strada.
<< Cosa volevi dire? >> Le domando di nuovo.
<< Ma guardalo, come s’infervora non appena viene nominata la donna che se la fa con suo cugino! >> Risponde lenta e con un’aria soddisfatta in volto. La guardo stupefatto.
<< Non lo sapevi? La tua Paola, la donna per cui hai perso del tutto la ragione, la donna per cui hai trascurato una donna che ti amava veramente e che ti avrebbe dato una famiglia, subito dopo aver scoperto che sei uno stronzo si è tuffata nel letto di tuo cugino! >> Esclama. Non mi accorgo neanche che mi scansa per poter abbandonare il mio loft.
 
 
[Maria]
Non credevo che avrei mai compiuto quest’azione: preparare lo zaino per mio figlio per poter passare la giornata con suo padre!
<< Tesoro, mi raccomando di stare attento allo smartphone, anche se è vecchio. Ti ricordi come si fanno le foto? >> Gli chiesi. Annuii.
<< Ma ci saranno anche gli elefanti? >> Chiese. Lui adora i pachidermi, li disegna di continuo.
<< Probabile, piccolo. Cosa ne pensi di Sebastian? >> Gli chiedo, sedendomi sul divano accanto a lui.
<< È pasticcione. Domenica mi ha rovesciato il succo addosso! >> Esclama, come se non avessi notato i vestiti macchiati quando me lo ha riportato alla sera. È impacciato per colpa mia e basta, dato che non lo ha mai fatto prima d’ora.
<< Perché non si è mai preso cura di un bambino, tesoro. >> Gli spiego, quando sento la domestica aprire il cancello e la porta. Il mio piccolo si mette lo zainetto in spalla e saltella giù per le scale. Il mio cuore sobbalza quando Tommy gli va incontro gridando “sono pronto” e lui si inginocchia per baciargli una guancia. Sebastian solleva lo sguardo verso di me guardandomi trucemente. È sempre un passo avanti, considerando il nostro confronto di 9 giorni fa!
 
Papà ed io avevamo passato la notte in bianco. La mamma era passata presto proponendo di tenere Tommy quel giorno, immaginando che presto o tardi il padre avrebbe suonato alla nostra porta. La accolsi come una buona idea perché non volevo che mio figlio potesse assistere ad un’altra lite con lui come perno, come quella della sera prima con mia sorella! Papà era già uscito per andare in ufficio, mentre camminavo su e giù per il salotto, scavando un solco.
<< Maria, posso prepararle una tisana? Così le verrà un infarto! >> Mi propose preoccupata la domestica.
<< No, Carlita, la ringrazio. >> Declinai.
<< Magari il signor Torres non verrà, o verrà nel pomeriggio? Perché non si stende e la chiamerò se dovesse ricev… >> Tentò di proporre, quando sentimmo suonare il citofono. Dallo sguardo eloquente che mi lanciò Carlita quando rispose capii che era lui! Non permise neanche alla domestica di salutarlo come si doveva dato che fece irruzione in salotto. Si bloccò fissandomi truce.
<< Il bambino? >> Chiese, senza neanche salutarmi.
<< È da mia madre e tuo padre. Non volevo che assistesse. >> Rivelai.
<< Hai una vaga idea di quello che ho passato questa notte? MIA MOGLIE MI DETESTA, E PER TUTTA LA NOTTE NON HO FATTO ALTRO CHE IMMAGINARE COME SAREBBE STATA LA MIA VITA SE MI AVESSI PERMESSO DI FAREI IL PADRE! >> Sbottò. In effetti aveva un aspetto di merda!
<< Se tua moglie ti odia, io non ne ho colpa. Non ti ho di certo puntato una pistola alla tempia, quella volta! Se io tuo fratello abbiamo fatto quello che abbiamo fatto è stato anche per evitare che dovessi dire a tua moglie di averla tradita. >> Precisai.
<< NO, CARA! TU LO HAI FATTO PERCHE’ SEI AVIDA, EVIDENTEMENTE, E HAI COLTO L’OCCASIONE DI FARE LA MANTENUTA! NON HAI RISPETTO PER IL BENE DI NESSUNO, COMPRESO DI TUO FIGLIO, ALTRIMENTI MI AVRESTI PERMESSO DI FARE IL PADRE, LASCIANDO A ME LE CONSEGUENZE CON MIA MOGLIE! >> Tuonò.
<< TI PROIBISCO DI DIRE CHE NON AMO TOMMY! >> M’indignai.
<< È come stanno le cose. Tieni solo a te stessa, altrimenti non avresti preferito una vita comoda e una rendita, alla possibilità di dare un padre a tuo figlio. >> Mi ringhiò contro.
<< PER COLPA TUA HO PERSO I PRIMI QUATTRO ANNI DI VITA DI MIO FIGLIO! COME FAI A NON CAPIRLO?! COME DIAVOLO VI È POTUTO VENIRE IN MENTE DI TENERLO NASCOSTO?! >> Sbottò.
<< Non pensavo che ti sarebbe importato di un figlio avuto da un’avventura, a causa della quale avresti perso tutto. All’epoca ritenevo che tale scelta spettasse solo a me e l’offerta di Gonzalo mi è sembrava la via ideale per dare una bella vita a mio figlio. Una donna può anche decidere di crescere il proprio figlio da sola. >> Obbiettai, cercando delle scappatoie.
<< QUALORA IL PADRE RIPUDIASSE IL FIGLIO, MA TU NON MI HAI DATO NEANCHE QUESTA SCELTA! DA EGOISTA QUALE SEI HAI DECISO DA SOLA, COME SE LO AVESSI CONCEPITO IN PROVETTA! >> Urlò.
<< E NON PROPINARMI SCUSE TIPO “TEMEVO CHE RIFIUTASSI QUESTO BAMBINO”! CI CONOSCIAMO DAI TEMPI DELLA SCUOLA E SAI PERFETTAMENTE CHE NON SONO UN TALE ANIMALE! HAI AGITO PER PURO EGOISMO, PUNTO! >> Continuò. Lo lasciai sfogare, constatando che non avevo scuse! Sebastian non è il tipo che si sarebbe tirato indietro.
<< Scusa! Solo questo posso dirti! >> Risposi mesta, dato ogni mio vano tentativo di cercare di uscirne. Sebastian scosse il capo indignato.
<< Mi farò sentire per poter, finalmente, cominciare a passare del tempo con mio figlio. E si farà vivo anche il mio avvocato. >> Concluse.
<< Avvocato? >> Chiesi.
<< Per il test di paternità, e per la causa di affidamento, genio! >> Mi prese in giro, abbandonando la casa dove ho vissuto fino a qualche anno fa. Voleva avviare un procedimento legale per potarmelo via!
 
Accarezzo il viso di mio figlio, e una lacrima infame scappa dal mio occhio, al solo pensiero che un giudice potrebbe giudicarmi come una persona innamorale a causa di quello che ho fatto, e quindi incapace di educare il bambino. Non possono portarmelo via!
<< Mammina, perché piangi? Perché non vieni? >> Mi domanda mio figlio con la sua espressione da povero cucciolo.
<< Piango perché mi mancherai oggi. No, cucciolo, la mamma non può venire perché ha degli impegni. Faremo qualcosa di bello io e te un altro giorno, va bene? >> Gli assicuro, stringendolo forte, con la paura di perderlo.
<< Divertiti. >> Lo saluto, baciandogli una guancia. Tommy afferra la grande mano di suo padre e i due escono di casa.
<< Signorina, non faccia così. Il signor Sebastian mi sembra una brava persona, e non credo glielo porterebbe via. >> Cerca di rincuorarmi la domestica.
<< Temo che potrebbe farlo per vendicarsi di quello che gli ho fatto! >> Ammetto.
 
 
 
[Kristoff]
Trovare parcheggio in questa città è un inferno. Con il traffico che non mi rende le cose più facili, cerco di compiere un parcheggio a S quando vedo un posto libero. Mi ci vogliono diverse manovre per entrare con la mia nuova auto in questo posteggio. Guardando dal display tramite la telecamera posteriore cerco di arretrare ancora un po’, essendo troppo attaccato all’auto davanti. Protesto a voce alta contro ignoti quando sento il rumore di qualcosa che va in pezzi! Metto in prima, tiro il freno a mano e spengo il motore, dopo essermi liberato della cintura di sicurezza, per poi scendere dalla mia auto vettura per guardare i danni che ho provocato. Ho distrutto il fanale destro del range rover parcheggiato dietro di me. Le cose possono andare peggio di così? Comincio a guardarmi in giro, sperando di vedere il legittimo proprietario avvicinarsi, per potermi concordare con lui. Non ho neanche carta e penna per poter lasciare un biglietto sul parabrezza! Mi volto con l’intento di entrare in un bar quando mi scontro con qualcuno che evidentemente reggeva un caffè, dato che trattengo il fiato quando la mia camicia bianca si impregna di quel liquido bollente, sensazione che raggiunge i miei pettorali. Io e la donna che mi ha versato addosso il caffè ci guardiamo e lei non sembra tanto felice di questo incontro, eppure sono io quello che è stato scottato!
<< Due volte in un giorno è una maledizione. >> Protesta.
<< Eppure quello travolto da un bollente caffè sono stato io. Di cosa ti lamenti? Ora mi dici come faccio ad andare a pranzo con mia figlia? Con la camicia sporca? >> Obbietto.
<< Potesti guardare dove vai, invece di contemplare il tuo smartphone o il vuoto cosmico, così a tempo perso! >> Mi accusa.
<< Vabbè, tanto la giornata non poteva di certo migliorare. Visto che mi hai ustionato con il tuo caffè mi devi un favore. >> Intervengo. Si mette a ridere.
<< Io dovrei un favore a te? Sei serio? Per colpa tua la torta di nozze di mio fratello… >> Sta per ribadire.
<< Giuro che sbotto se sento ancora nominare quella dannata torta! Tuo fratello se l’è meritato, il destino di quella torta è stato scritto anni fa quando ha deciso di scoparsi mia moglie! >> Protesto. Marcella arriccia le labbra e socchiude gli occhi fissandomi truce.
<< Vuoi i soldi della tintoria? Sbaglio o stai per ottenere metà del patrimonio di tua moglie? E vai in cerca di elemosinare due spicci per la lavanderia? >> Mi canzona.
<< Non mi riferivo a quello. Hai carta e penna, per caso? >> Le domando. Aggrotta le sopracciglia.
<< No, considerando l’era in cui ci troviamo. Annoto tutto sul mio smartphone. >> Obbietta giustamente. Dinanzi al suo rifiuto rifletto su come posso fare!
<< Non mi resta che rimanere appostato qui aspettando il proprietario. >> Rifletto a voce alta.
<< Il proprietario di cosa? >> Chiede curiosa.
<< Dell’auto che ho distrattamente tamponato parcheggiando. Quel range rover lì. Volevo lasciare un biglietto sotto il tergicristallo con il mio contatto. >> Le spiego.
<< Bhe, non ti serve carta e penna perché conosco bene il proprietario di tale mezzo. >> Mi rivela. No! Non posso crederci!
<< No, non dirmelo, ti prego! Dimmi che scherzi! >> La supplico.
<< No. L’auto è di mio fratello. >> Mi rivela. Chiudo gli occhi inarcando la testa all’indietro.
<< Ovviamente mi accollerò i danni. Fatemi avere la fattura del carrozziere. >> Le faccio sapere.
<< Mi sembra il minimo. Ora, se non hai intenzione di attentare alla mia vita, vorrei tornare da mia sorella in quel negozio, per scoprire se è viva o se il camerino l’ha risucchiata. >> Mi fa sapere.
<< E la mia camicia? Io devo andare a pranzo! >> Esclamo mentre si allontana.
<< Hai rovinato la festa di seconde nozze di mio fratello e la sua auto, vuoi davvero paragonare le due cose ad un innocuo caffè? Arrangiati per il tuo pranzo! >> Risponde, con una nota di soddisfazione. Fastidiosa e scontrosa esattamente come tanti anni fa!
 
 
[Olga]
 Mi scappa un’altra lacrima mentre stringo tra le mani questi calzini minuscoli, io a stento riesco a farci entrare le dita.
<< Amore, guarda che carino? >> Mi domanda il mio futuro marito, tutto felice, giungendo alle spalle. Mi volto e cambia espressione, preoccupandosi, quando mi vede piangere.
<< Amore, ma cosa c’è? >> Mi domanda in apprensione.
<< Niente, è che sono piccolissimi. Thomas o Diana avrà i piedini così piccoli! >> Esclamo, in preda ad una crisi ormonale, evidentemente. Alex si intenerisce e mi abbraccia.
<< Sì amore che avrà i piedini piccoli. In caso contrario, mi dispiacerebbe per te che dovrai partorire! >> Esclama, strappandomi una risata.
<< Cosa volevi fami vedere? >> Gli domando, asciugandomi le lacrime. Dallo scaffale su cui lo aveva appoggiato afferra un cappottino bordeaux, anch’esso minuscolo.
<< Va bene sia per un maschio che per una femmina e, visto il colore, lo potrà sfoggiare alla sua prima festa di Natale. >> Fantastica. Gli allaccio le braccia al collo e lo bacio, commossa.
 
 
 
[Armando]
Dopo la sgradevole visita della bionda finta a colazione e l’incontro con nostro cognato, sono contento di godermi un buon pranzetto con mia moglie e i nostri amici. Abbiamo ordinato i nostri piatti preferiti al Bellini.
<< Perciò le nozze delle nostre figlie rischiano di diventare un incontro di pugilato tra Kristoff e Daniele fra le loro mogli. Andiamo bene! >> Borbotta preoccupato Nicola, massaggiandosi l’incrocio degli occhi, mentre Natalia versa a tutti del vino. Leonora gli accarezza una spalla.
<< Vedrai che si risolverà tutto, amore. Se dovessero dar vita a scenate a tali eventi si farebbero terra bruciata attorno. >> Obbietta giustamente Nora.
<< Non mi sembra che tale prospettiva angosci il marito di Camilla, dopo il teatrino alla cena di fidanzamento della figlia di Armando. >> Ci ricorda Nicola.
<< Tuo cognato non poteva aspettare dopo le nozze di mia figlia per sganciare questa bomba del divorzio? >> Si lamenta Nicola. Betty ed io ci lanciamo uno sguardo eloquente.
<< Da quello che sappiamo, non lo ha ancora comunicato a Camilla. Magari ci sarà possibilità di recuperare? >> Ipotizza Betty positiva.
<< Non per essere pessimista, amore, ma tra i due c’erano già problemi prima che Kris scoprisse di essere stato tradito. Dubito ci sia qualcosa da recuperare ora, dopo aver scoperto che l’ha tradito con l’uomo che più ha sempre detestato e nel contempo invidiato. >> Obbietto. Daniele per mio cognato è sempre stato una spina del fianco.
<< Prima che Camilla salti addosso a Daniele, possibilmente. >> Precisa Nicola, rispondendo all’affermazione di Betty.
<< NICOLA! NESSUNO SALTERA’ ADDOSSO A NESSUNO! >> Mi altero.
<< Stando a quanto ci avete detto tua sorella è piuttosto confusa. Dice di amare suo marito, eppure che si sente attratta dal vampiro è piuttosto evidente, vista la sua tendenza a seguirlo, ritrovandosi spesso sola con lui! >> Obbietta Nicola, a cui abbiamo narrato del bacio che mia sorella, da ubriaca, ha strappato a Daniele al cocktail qualche settimana fa. In effetti mia sorella sembra andare in cerca dei guai, oppure lo fa apposta!
 
<< Oddio, un bacio? Quando e perché? >> Ci chiese scioccata Nora, sotto voce, durante un aperitivo al club avvenuto la scorsa domenica.
<< Ad una festa in azienda, data qualche settimana fa, per dare il ben tornato a Marcella. Era il week end dell’incidente di Alexander. >> Specificò mia moglie.
<< Era già in crisi con il marito e si è ubriacata. Daniele l’ha soccorsa e lei ha pensato di ringraziarlo così! >> Ironizzai, al quanto seccato da tale avvenimento.
<< Non possiamo certo biasimare Kristoff perché è fuggito a Vienna. Dev’essere dura scoprire per lui che tutte le sue paure di anni non sono mai state fantasie bensì fatti reali. >> Osservò Nora.
<< Di sicuro un po’ di distanza fra i due non potrà che fare bene. Ora come ora finirebbero per accapigliarsi ad ogni loro incontro. >> Osservai, guardando Nicola che era piuttosto pensieroso.
<< Tutto bene, Nic? >> Gli chiesi.
<< Io ho una specie di ricordo. Che non so se sia propriamente un ricordo. Forse me lo sono immaginato, o forse no, visto quello che è successo qualche settimana fa a quella festa! >> Esordì Nicola. Il preludio di questo racconto non prometteva nulla di buono!
<< E…? >> Lo esortò la sua consorte.
<< Ricordate il veglione di San Silvestro dei Fonseca del 2001? >> Chiese.
<< No, come potremmo? Eravamo a casa, a badare a Class, io ero prossima al parto, Camilla era piccola, così come Roberta. Ci chiesi di badare a lei quella sera, perché avevi bisogno di uscire un po’, essendo rimasto chiuso in casa da quanto era nata. >> Riepilogò Betty.
<< Andasti a quella festa con Kristoff e mia sorella, perciò noi badammo ai vostri figli. >> Rammentai. Annuì.
<< A quella festa c’era anche Daniele, ma non Patrizia! Io, Camilla e Kristoff alzammo troppo il gomito, per la verità fu una festa complicata sotto quel punto di vista, dato che un po’ tutti ci diedero dentro con l’alcol… >> Borbottò.
<< Nic! Arriva al punto! Cosa accadde? >> Chiesi spazientito e preoccupato.
<< Io e Kristoff eravamo fuori a fumare quando ho iniziato a sentirmi poco bene. Quando ho raggiunto il bagno ho visto dietro una pianta del corridoio Daniele, che baciava languidamente una donna, toccandole il sedere, o almeno credo. La tipa aveva in abito lungo, nero, come quello di Camilla, e i capelli castani come i suoi, ma non so se fosse lei. Sono corso in bagno per vomitare e quando sono uscito i due erano scomparsi. Camilla era tornata fuori da suo marito, e Daniele era sparito. Non ho fatto in tempo a chiederle nulla perché mi sono sentito di nuovo male e mi hanno riportato a casa. In seguito ho creduto di essermelo immaginato. >> Confessò. Mi portai una mano alla fronte scuotendo il capo.
<< Armando, non è detto che fosse Camilla. L’abito nero, lungo, è una mise comune in feste del genere. >> Obbiettò mia moglie.
<< Credo che se fosse stata lei i due se ne ricorderebbero, no? Possibile che non sia mai emerso quel loro bacio? >> Obbiettò Nora.
<< Così come non è emersa prima di oggi la tresca con Daniele! >> Obbiettai.
<< Non che Camilla avesse bevuto poco, e nemmeno Daniele mi sembrava tanto sano, a dire il vero. Anzi, era piuttosto alterato. Magari neanche loro se lo ricordano? >> Propose come ipotesi Nicola. Scossi di nuovo il capo.
 
<< Non hai affrontato con tua sorella l’argomento circa quello che credo di aver visto quella sera di tanti anni fa? >> Mi domanda Nicola. Scuoto il capo.
<< No. La situazione mi sembra già abbastanza incasinata, per gettare altra benzina sul fuoco. Se nessuno dei due ricorda quella serata, è meglio così. Ti pare che vada loro a ricordarlo? >> Obbietto, quando veniamo interrotti per la seconda volta dal citofono oggi.
<< Tranquilli mai? >> Protesto, mentre attendiamo che Natalia annunci l’ospite.
<< È sua sorella, Signore. >> Annuncia. Ci alziamo.
<< Lupus in fabula. >> Commenta Nicola. Quando Camilla entra cominciano i saluti di rito. È in tenuta sportiva.
<< Scusate de vi ho interrotto. Mi stavo dirigendo in palestra e ho pensato di fermarmi, dato che casa vostra è di strada. Non credevo che aveste ospiti e pensavo che aveste già pranzato, essendo le tredici e trenta. >> Si giustifica.
<< Stavamo per finire. Se vuoi restare per un caffè… >> La invita mia moglie.
<< No, ma vi ringrazio. Per la verità è un bene che ci siano anche Nicola e Leonora, perché ero venuta a chiedere un consiglio sul regalo di nozze da fare ai ragazzi. >> Spiega.
<< Credo che la lista nozze sarà pronta a giorni, non appena sarà ultimata verrà condiviso il link sul gruppo degli annunci riguardanti il matrimonio. >> Risponde la moglie del mio amico.
<< Perfetto. Vorrei riuscire a fare loro un bel regalo. Avete visto o sentito Kristoff? So che è tornato a Bogotà. >> Mi domanda poi. Perché la faccenda dei regali di nozze sa tanto di scusa dopo tale domanda? Però è un bene che chieda di suo marito!
<< Sì, per la verità abbiamo preso un aperitivo insieme al suo albergo. È ancora molto arrabbiato. >> Ammetto. Ma non fa prima a chiamarlo accettando le conseguenze del caso ovvero una caterva di parolacce?
<< Grazie per la sincerità. Buona giornata. >> Ci saluta, dileguandosi.
<< Per lo mento sfoga lo stress in palestra e non molestando Daniele. >> Penso a voce alta, ironizzando.
<< Oppure sta scolpendo il suo corpo per competere con Patrizia. >> Ironizza Nicola beccandosi una mia occhiataccia e un richiamo verbale da mia moglie e dalla sua.
 
 
 
[Lena]
 Questa domenica saranno due settimane sono ufficialmente fidanzata con Jimmy. E dobbiamo ancora trovare il coraggio di dirlo ai nostri genitori, ma è qualcosa che va fatto al più presto perché non posso continuare a nascondermi al sabato e alla domenica mattina quando sua madre viene a fargli visita con la colazione. Spero anzi che quest’abitudine si estingua perché non sono la tipa in grado di sopportare una suocera invadente! Quando andremo a vivere insieme mi piacerebbe che avessimo la nostra privacy! Gli invio l’ennesimo cuoricino quando vedo papà entrare nel ristorante, leggermente in ritardo.
<< Papà, ben tornato. Sembri affannato. >> Osservo.
<< Ciao tesoro. Ho fatto una corsa per comprare una camicia pulita, dato che sulla mia ci è finito un caffè bollente. Mi sono scontrato con Marcella Valencia, dopo aver tamponato l’auto di suo fratello. >> Mi narra. Ben gli sta a quel misantropo!
<< Fossi in te gli infliggerei torture peggiori che bocciargli l’auto. >> Intervengo.
<< Non mi sembra il caso di iniziare una guerra con quel tale. Fosse per me non vorrei più incontrarlo in vita mia. Hai già ordinato l’acqua, hai fatto bene. >> Osserva.
<< Stamani ho litigato di nuovo con la mamma. Chiedeva di te, sorpresa del fatto che rispondi in mood freddo ai messaggi. Cosa di aspettava dopo averti tradito con quello? >> Domando.
<< Magari non si aspettava che dessi un taglio così netto. Ho promesso ai tuoi zii di riflettere sulla faccenda, ma la verità è che dare un’altra chance al matrimonio con la mamma mi sembra una farsa. È evidente che tua madre ha sempre pensato a Daniele. >> Riflette con amarezza.
<< Vorrà dire che rimarrà da sola perché di sicuro quello non lascerà la moglie per la mamma. Io ho mantenuto il segreto sul divorzio, anche con Class. >> Specifico.
<< Grazie tesoro. Mi dispiace avertelo detto per telefono. >> Si scusa.
<< È andata così. Quando ho sentito quelle voci in sotto fondo e ho capito che eri in uno studio legale, è stato automatico fare due più due. >> Rievoco. Sa come posso essere pressante con le domande!
<< Gli studi come vanno? >> Mi domanda, mentre sfogliamo il menu.
<< Bene, papi. Ho anche una persona che mi aiuta a studiare. >> Inizio a raccontare, sperando di riuscire a confessargli di Jimmy.
<< Un tutor? >> Domanda, quando un cameriere si avvicina al tavolo chiedendoci se siamo pronti per ordinare.
<< Per me gli gnocchi bicolore con burro e Grana. >> Ordina papà.
<< Per me lo stesso, grazie. >> Copio, consegnando i due menù al cameriere. La conversazione riprende quando si allontana.
<< No, papà. Non frequenta la mia università, anzi non la frequenta proprio. È già laureato. Da un pezzo. >> Spiego, abbassando progressivamente il tono della voce.
<< Un ragazzo? Pensavo te ne tenessi alla larga! Il patto era… >> Si altera.
<< Lo so, papi. Ma non ti devi preoccupare perché mi tiene in riga, e mi aiuta sempre a studiare quando ci vediamo a casa sua. Io sono davvero innamorata, papà. E vengo ricambiata. Stiamo benissimo insieme! >> Gli spiego, supplicandolo quasi di non arrabbiarsi.
<< La mamma lo sa? Lo possiamo conoscere? >> Domanda a raffica. Deglutisco.
<< Sì, la mamma ha capito che c’è un ragazzo, e non ho accettato la predica da lei che non è stata in grado di mantenere la più importante delle promesse. >> Spiego.
<< Sarebbe tanto chiedere di conoscerlo, per lo meno? >> Mi chiede.
<< Papi, lo conosci già. È Jimmy. >> Ammetto fissandolo in attesa di una sua reazione.  Si gratta una tempia.
<< Mi auguro davvero che stavolta non sia un capriccio, perché se dovessi ancora far soffrire quel ragazzo la sua famiglia ci potrebbe mettere al rogo! >> Esclama. Cambio posto e mi siedo accanto a lui.
<< Papi, lo amo! Sono pazza di lui, e lui di me, lo è sempre stato ed io ci ho messo un sacco di tempo a capire quanto tengo a lui. Ti prego, non ti arrabbiare. Se te l’ho detto è perché mi serve il tuo sostegno con Annamaria e Freddy che andranno su tutte le furie quando lo sapranno! >> Spiego.
<< Quello è poco ma sicuro! >> Conviene mio padre poco rassicurante.
 
 
[Marcella]
<< E si vedevano i suoi pettorali, attraverso la camicia bianca bagnata? >> Mi domanda mia sorella, mentre torniamo alla villa di nostro fratello in taxi. La guardo disgustata.
<< Secondo te mi sono soffermata a guardarlo?! >> Le domando contrariata.
<< Kristoff non verrà da una famiglia di alto lignaggio come noi, e si può dire di lui che in alcune occasioni si sia comportato da pescivendolo, ma che passi inosservato non si può dire! >> Commenta. Che orrore!
<< No di certo, con la poca classe che dimostra! >> Ironizzo.
<< Intendevo dire che è un bell’uomo! >> Precisa.
<< Bhe, se proprio ti interessa ti chiedo solo di dare la notizia a Daniele con il dovuto tatto, visto che questa relazione sarebbe anche peggiore di quella con l’autista! >> Esclamo, ancora incredula da tali commenti!
<< Non credo di essere il suo tipo. A lui piacciono sobrie come Camilla, o come te, Marce. >> Commenta facendomi quasi venire il voltastomaco! La conversazione (per fortuna) viene interrotta dallo squillo del mio cellulare. Sospiro quando leggo il nome di mio marito.
<< Ciao, come stai? >> Esordisce quando accetto la chiamata.
<< Ciao. Bene, sto tornando a casa con Bea, dopo un giro di shopping. >> Spiego, senza chiedergli come stia lui. Ferirlo dimostrando disinteresse è il minimo della pena!
<< Hai visto la foto che ti ho mandato? >> Mi domanda.
<< L’abito che hai scelto per le nozze? Sì, l’ho visto. Molto elegante. >> Ammetto.
<< Non vedo l’ora di vedere il tuo di abito. Sono sicuro che sarai bellissima. >> Si complimenta. Anche queste sue attenzioni sono per me un colpo al cuore perché risultano false, e mi richiamano alla mente i ricordi di quando faceva il marito affettuoso, mentre mi tradiva!
<< Non l’ho ancora scelto. Ora ti devo lasciare. >> Taglio corto. Mi viene da piangere se penso a quanto ero felice fino a qualche settimana fa, e a quanto male mi abbia fatto, tanto da non sopportare più nemmeno la sua voce!
<< Passa una buona giornata e saluta tutti. >> Mi saluta, prima che io ponga fine alla comunicazione.
<< Marce, per quanto ancora lo terrai sul filo del rasoio? >> Mi domanda Bea.
<< Finché lo riterrò necessario, sicuramente fin dopo le nozze di mio figlio, per evitare di rovinargliele. >> Preciso. No, non posso perdonarlo e tornare a fare la vita della gelosa patologica, perché è questo che diventerei tornando accanto a lui! Ringraziamo entrambe il taxista dopo aver pagato e rientriamo in casa quando Rhonda ci apre la porta. In casa regna un silenzio tombale che viene spezzato dalla voce squillante di mia cognata.
<< Daniele ha ricevuto una video chiamata di lavoro ed è chiuso nel suo ufficio. >> Ci narra Patrizia, mentre ci liberiamo della leggera giacca indossata.
<< Avete fatto pace? >> Domanda gasata Bea. Patrizia annuisce prima di osservare Daniele uscire dal suo studio con il viso nero. Chissà come peggiorerà il suo umore quando saprà della macchina e l’identità dell’autore del danno!
<< Il consiglio dei ministri non ha gradito lo spettacolo che mi vede protagonista sul web, mio malgrado. Se ci aggiungi anche il video tape sexy che coinvolge l’Ecomoda… >> Ci spiega, lasciando la frase in sospeso. Patrizia si siede sventolandosi con le mani, sta andando in iperventilazione neanche fosse in travaglio.
<< Perderai il lavoro? >> Gli domando.
<< Sì. L’unica chance di uscirne con un buon vitalizio è che mi dimetta. Certi scandali non sono apprezzati. >> Spiega, versandosi un drink.
<< Oddio, che giornata. E non sa ancora della macchina. >> Borbotta Bea. Le do una gomitata.
<< Cos’è successo alla macchina? >> Domanda Patrizia, attirando anche l’attenzione del marito.
<< Un tipo maldestro ha distrutto un fanale parcheggiando, l’ho già portata dal carrozziere e domani andrò e ritirarla. Ho io il contatto del tale. >> Narro in soldoni, facendo cenno a Bea di tacere. Se scopre chi è stato a fare il danno ce lo giochiamo definitivamente!
<< Che giornata di merda. >> Borbotta, allontanandosi con sua moglie. E deve ancora incontrare i suoi consuoceri!
<< Marce, perché non gli hai detto di Kristoff? >> Mi domanda Bea. Alzo gli occhi al cielo.
<< Non hai visto come sta? Se gli avessi detto anche che il tale che gli ha praticamene rovinato la carriera gli ha tamponato l’auto, lo avrebbe ucciso, e per Pasqua andremmo a trovarlo in carcere. Non dirgli niente Bea. >> Le ordino, estraendo il mio cellulare ed uscendo sotto il portico per fare una telefonata. Il tale risponde dopo pochi squilli, quasi si aspettasse la chiamata.
<< Fammi indovinare, vuoi avvisarmi che tuo fratello sta venendo a farmi un occhio nero? >> Esordisce.
<< Un occhio nero sarebbe poco, fidati. Non ho detto a Daniele che sei stato tu a bocciargli l’auto, o avrei perso mio fratello a causa di un malore o a causa di un processo per omicidio, visto come vanno le cose. Ci regoleremo tu ed io per il risarcimento, intesi? >> Preciso.
<< Grazie del favore, Marcella. >> Ringrazia.
<< Non lo sto facendo a te il favore ma a mio fratello! >> Taglio corto, sbattendogli il telefono in faccia.
 
 
[Clara]
Perché passo per cattiva? Sono semplicemente una madre preoccupata. Mio figlio era partito per riconquistare la sua ex e ci sta che abbia conosciuto un’altra. Giulia mi piaceva anche un po’ quando pensavo che la loro storia non fosse una cosa seria, e poi mi videochiama annunciando una gravidanza. Perché la mia famiglia non capisce che sono solo preoccupata? È accaduto tutto di fretta, a partire dall’innamoramento di mio figlio. Non vorrei che fosse solo rimasto accecato dal suo fascino! Mio figlio è un ingenuo romantico.
<< Quindi penso che le due stessero parlando di quel video in cui due tizi all’Ecomoda fanno sesso. La donna è Giulia! >> Narro a mio marito, mentre aspettiamo le nostre granite al bar.
<< E hai dedotto tutto questo da una telefonata origliata? >> Mi domanda, dedicandomi un’occhiata di biasimo.
<< Sì. Parlavano di un video, e Giulia ha chiesto scusa alla tipa per essere stata con il suo fidanzato. Come posso essere felice del fatto che mio nipote venga tirato su da una persona da una morale così dubbia? Senza contare che quella ragazza fino a poco tempo fa viveva nella villona dei suoi, super servita e riverita, e che passata tutte le sere a fare baldoria. Come può essere pronta a fare la madre e la donna di casa, rinunciando alla sua scintillante carriera? E che dire dei suoi genitori? Io quando i miei figli avevano 20 anni perdevo la testa se tardavano sul coprifuoco, e loro non riescono ad evitare che la loro figlia resti incinta a 20 anni di un ragazzo che conosce appena! >> Mi sfogo. Mio marito mi abbraccia.
<< Tu sei solo prevenuta verso quella ragazza perché non è Isabella e sei dispiaciuta dal fatto che la storia con Giulia non si sia rivelato un fuoco di paglia, perché infondo speravi che tornasse con Isa, benché per telefono quando ti parlava della Valencia lo hai appoggiato. Devi fartene una ragione: nostro figlio è innamorato di Giulia e presto diventeranno genitori, e un giorno magari si sposeranno anche. >> Mi fa notare.
<< Come faccio ad andare d’accordo con lei? Io continuo a pensare che sia tutto troppo strano. Una ragazza della sua età non può passare con tanta velocità da una vita libera e spensierata, a responsabilità del genere, ed esserne felice, senza attraversare alcuna crisi. >> Mi lamento.
<< E cosa vorresti fare, dirle che credi che sarà una pessima mamma? Volente o dolente, quella ragazza ci renderà nonni, quindi non possiamo fare altro che farcela andare a genio. >> Obbietta mio marito.
<< A voi riesce benissimo. Per non parlare di Marcolino… Non appena ha sentito nominare le parole “macchina” e “autista” gli è subito stata simpatica! >> Esclamo.
<< Se dovessi avere ragione su di lui, in quel momento potremmo entrare in azione per aiutare nostro figlio. Ma se adesso te la metti contro, lei e Massi ci taglieranno fuori! >> Mi fa riflettere.
 
 
[Silvia]
Dopo essermi appostata nel corridoio per guardare le modelle andare e venire per i casting, torno in atelier. Mi tolgo la maglietta e contemplo il mio addome dinanzi allo specchio. Non ho nulla in comune con le modelle che sono state scelte per la prossima sfilata e per New-York, che diverranno mie colleghe. Quelle hanno il ventre piatto come una tavola, si vedono quasi le ossa del bacino, non come me. Sono piatte come tavole mentre io sembro una grassona con la mia terza coppa C!
<< Qualcuno ti ha detto che sarei venuto e ti stavi portando avanti spogliandoti? >> Mi sussurra all’orecchio una voce che conosco e che amo. Il mio Giulio mi abbraccia da dietro e sorrido.
<< Stavo solo… lascia stare! Ma cosa ci fai qui? >> Gli domando, voltandomi e allacciandogli le braccia al collo. Ci baciamo.
<< Mi sono insospettito quando hai rifiutato di pranzare insieme, così sono venuto a trovarti, dovendo far vedere un capannone nei paraggi. Diciamo che è passo strano anche a tuo padre, e mi ha spedito in ricognizione! Stai male? >> Mi domanda.
<< No. Semplicemente non avevo fame. >> Spiego, rimettendomi la maglietta.
<< Perché ti rivesti? Mi piacevi così! >> Esclama lascivo.
<< Piacerei anche a qualche dipendete uomo che potrebbe entrare qui. >> Gli faccio presente, sperando di spostare l’argomento dal mio misterioso rifiuto al suo invito a pranzo.
<< Con me qui? Ne dubito! Mi spieghi cosa facevi nuda dinanzi allo specchio? >> Mi domanda non arrendendosi. Mi mordo il labbro inferiore.
<< Le hai viste quelle la fuori? >> Gli domando. Annuisce.
<< Sono magrissime. Piatte come tavole. >> Borbotto, osservando in terra.
<< Praticamente come zio Gorge! >> Esclama. Sollevo lo sguardo aggrottando le sopracciglia.
<< Lo scheletro del mio professore di scienze al liceo. Molto inquietante! Soprattutto se avevamo scienze prima di pranzo, quindi ora capisco perché ti è passata la fame! >> Esclama, strappandomi un sorriso. Quanto lo amo!
<< Il fatto è: come farò a salire in passerella al loro fianco? Loro, identiche a tutte le loro colleghe di tutto il mondo, calcano la passerella, e poi arrivo io che, al loro confronto, sembro un capidoglio! >> Esclamo, tornando a guardarmi allo specchio.
<< Che sciocchezze dici? Sei uno schianto, una f… >> Sta per dire quando si becca un buffetto sulla spalla.
<< Non provarle a dirlo. È il più volgare dei complimenti! >> Esclamo interrompendolo.
<< Sei fantastica. Quelle lì se le sognano due tette come le tue, dovrebbero lavorare fino alla pensione per pagare un chirurgo. >> Commenta, strappandomi un altro sorriso. Come si fa a non amarlo?
 
 
 
 
FINE CAPITOLO 87.
 
Ecco qui, ho fatto il prima possibile. Abbiamo conosciuto i genitori di Massimiliano, la quale madre mal sopporta la storia del figlio con Giulia a causa della precocità degli eventi. Capite le sue paure o la biasimate? Clara e Giacomo si prenderanno bene o male con i consuoceri?
Kristoff è come un elefante in una cristalleria: non appena si muove combina qualche guaio, e sempre ai danni della famiglia Valencia. Voi, foste stati in Marcella, avreste detto a Daniele che il fautore del danno era l’uomo che più detesta, nonostante la brutta notizia che aveva appena ricevuto?
Di Paola non vi chiedo neanche, so già quali saranno i vostri commenti! Quando scoppierà la ragazza? La prossima mossa di Gonzalo quale potrebbe essere?
Siete felici del fatto che Kelly si sia tolta di torno? Ma soprattutto: sarà davvero così? Alla prossima!
 
 
 
 
   
 
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