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Autore: K ANTHOS    12/05/2021    0 recensioni
Viterbo, fine Ottocento.
Anna, una giovane ragazza della media borghesia cittadina, rimane improvvisamente orfana del padre, morto dopo aver perduto gran parte del proprio patrimonio in circostanze poco chiare.
Scossa dalla perdita e rimasta sola, Anna accetta l'invito per l'estate di una facoltosa zia paterna proprietaria di una vasta
tenuta nelle campagne maremmane.
L'incontro fortuito con un cavallo indomabile e con l'anziano stalliere della tenuta la metterà di fronte alle sue fragilità ma anche alla sua inconsapevole forza, coinvolgendola in un percorso di rinascita e di maturazione personale.
L'amore travolgerà Anna senza via di scampo ed avrà gli occhi di un ragazzo volitivo e tenace che non appartiene alla sua classe sociale ma che sarà pronto a lottare contro tutto e tutti pur di conquistarla.
Anna a questo punto dovrà decidere della sua vita: se seguire l'istinto del cuore o rinunciare per sempre ad esso.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Qualche giorno dopo Leonardo e Aurelio partirono all’alba alla volta della tenuta del notaio Valliti estesa tra Orvieto ed il lago di Bolsena.

Giunsero all’ingresso della proprietà poco dopo mezzogiorno, il custode era stato avvertito per tempo del loro arrivo e li aspettava sul portale d’ingresso alla villa.

L’immagine che dava l’edificio dall’esterno era quello di una villa signorile di discrete dimensioni ma trascurata da diverso tempo: l’erba era cresciuta nelle grondaie del tetto, i muri che la circondavano erano incrostati di terra e muschi mentre siepi e arbusti, nati per caso, erano stati lasciati crescere con noncuranza un po’ ovunque.

La prima impressione confermò appieno quello che gli aveva raccontato la signora Costanza.

Varcarono quindi il portone d’ingresso e si ritrovarono in un ampio atrio che dava accesso a diversi vani: un salone doppio dominato da un grande camino scolpito, un elegante studio con biblioteca ed una sala da pranzo luminosissima.

I soffitti erano alti e decorati con cassettoni scolpiti, le pareti nella sommità facevano sfoggio di affreschi con scene di vita campestre e animali domestici che bene si accordavano con il paesaggio circostante il villino.

Un’altra grande porta vetrata su modello di quella della tenuta della signora Costanza si apriva dal salotto su uno spazioso balcone da cui si poteva osservare un giardino ormai del tutto abbandonato: antichi giochi geometrici di siepi basse erano sfuggiti e trascurati, piante di limoni quasi secche dominavano i vasi di terracotta disposti in fila contro il muro del giardino, persino la fontana centrale era vuota d’acqua e piena d’erbacce. Salirono l’ampia scalinata che portava al piano superiore e si ritrovarono in un luminoso corridoio da cui si accedeva alle camere. Quel piano era in definitiva meglio mantenuto del resto della villa, la sensazione che ebbe Leonardo fu quella di trovarsi in una dimora sontuosa e guardò meravigliato lo zio:

-Mi sento a disagio, non so se saprei abituarmi a vivere in un posto del genere, non mi sentirei a mio agio… non c’entro niente con questo posto per ricchi…- il ragazzo era frastornato da tanto lusso.

-Leonardo non ti focalizzare su questo, alla villa e al giardino penserà Anna, il tuo compito figliolo è là fuori… tu devi far tornare ad essere produttiva questa terra… Non sarà un lavoro facile ma con l’esperienza che ti sei fatto, hai tutte le carte in regola per riuscirci…- Aurelio indicava con la mano le colline che si estendevano a perdita d’occhio verso l’orizzonte.

Aprirono la vetrata che dava accesso al balcone della facciata e respirarono profondamente quell’aria dolce e ventilata.

L’odore della campagna prodotto dalla mescolanza del profumo dei fiori e delle erbe riscaldate dal sole li investì e i due uomini si guardarono eloquenti: quella tenuta era un dono del cielo.

 

Mangiarono qualcosa nella grande cucina al piano terra e poco dopo partirono per fare un lungo sopralluogo delle campagne: dolci colline e ampi spazi pianeggianti si alternavano, la zona era ben ventilata ed anche con tutto il caldo della stagione estiva i due uomini sentirono di trovarsi in un posto accogliente e ben posizionato. La terra sembrava grassa e adatta sia per coltivare che per allevare bestiame.

La proprietà contemplava alcuni poderi minori che erano stati dati in affitto e i due vollero andare a parlare con gli affittuari per avere ulteriori notizie sulla vocazione di quel territorio.

Leonardo cominciò a considerare che gli affitti sarebbero stati utili per gli investimenti iniziali in macchinari e attrezzature di vario genere ma che ci sarebbe anche voluto molto lavoro per risistemare la villa: per questo motivo valutò che avrebbero potuto abitare a Viterbo fintanto che non fosse stata pronta.

Quando Leonardo si accorse di fare mentalmente queste valutazioni, capì in cuor suo che aveva accettato di prendersi cura della tenuta e di affrontare la sfida di riportare all’antico splendore quel magnifico posto.

Leonardo abbracciò lo zio, i suoi consigli erano stati fondamentali per fargli superare quel delicato momento e per guardare con fiducia ed ottimismo alla possibilità che gli dava la signora Valliti di cambiare la sua vita e quella di Anna per sempre.

Si fermarono a dormire nella villa ed il giorno dopo ripartirono, Aurelio per la tenuta in maremma e Leonardo in direzione di Viterbo per parlare con Anna:

-Arrivederci a presto zio…Ti devo molto… Non sarei così felice se non avessi avuto la fortuna di crescere con te, grazie- fece Leonardo commosso.

-E’ stato un onore per me aver mantenuto la parola con mia sorella… dopotutto aveva ragione lei, averti cresciuto con amore ti ha permesso di essere un uomo migliore figliolo, ti voglio bene Leo-

-Ti voglio bene anch’io zio-

 

Leonardo arrivò da Anna prima di sera, la ragazza intuì dal suo sguardo euforico la decisione che aveva preso:

-Anna, amore mio, è un posto bellissimo, con lo zio lo abbiamo in parte visitato ed è incredibile…-

-Sono felice Leo, felice di vederti sereno finalmente…-

-Sì, ho parlato con tua zia…-

-Hai parlato con mia zia? E cosa vi siete detti? Mi siete sembrati sempre cane e gatto!- Anna era incredula.

-Non ci crederai, ma abbiamo scoperto di intenderci su diverse cose ed è stata anche molto gentile con me questa volta. Sicuramente è per merito tuo Anna, perché mi ami e si fida del tuo giudizio…-

-Allora dobbiamo decidere che fare… Possiamo programmare il nostro matrimonio…- fece Anna.

-Sì, e dobbiamo decidere se stare qui a Viterbo o rendere abitabile nuovamente la villa e trasferirci subito…-

-Vorrei che decidessi tu amore mio. Se pensi sia più importante occuparsi della coltivazione del terreno e dell’acquisto del bestiame, possiamo posticipare i lavori alla villa e trasferirci poi…- Anna cominciava a fare valutazioni che un tempo non avrebbe mai pensato di fare.

-Stai pensando proprio come farebbe la moglie di un fattore…- Leonardo, orgoglioso di lei, la strinse tra le braccia e la baciò con trasporto: Teresina alzò gli occhi al cielo in segno di resa.

   
 
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