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Autore: zHero_    14/05/2021    0 recensioni
Tony Stark, "Il vendicatore dorato", si sveglia nel suo lussuoso appartamento a New York dopo la notte di capodanno. ma qualcosa disturba il suo sonno...
Genere: Azione, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Mi sono lasciato andare troppo con il ragazzo. Certo, ad essere tenero è tenero, ma ad un certo punto diventa veramente pesante. Vuole mettere le mani ovunque, cercare in giro nei cassetti, giocare con i miei apparecchi tecnologici… quasi faccio fatica a ritenerlo un quindicenne… quattordicenne? L’ho già dimenticato. Comunque sia, cerco di dargli una regolata, non può rimanere qui, io ho un appuntamento con una manager e lui non può certo vivere qui, sarebbe assurdo! Con me? Qui? Dove potrebbe apparire all’improvviso Hulk con un debito in denaro in sospeso e dare di matto? No, non credo che sia una buona idea… tanto per cominciare, allora, decido un approccio dolce, come quando devo parlare dei repubblicani a Steve: “Hey, Riley!” il ragazzo sembra distratto dalla xbox, quella roba è davvero una calamita per i ragazzini! “Riley! Ascoltami!” Ho già sforato, se ci fosse stato Steve al suo posto me ne avrebbe già date di santa ragione, almeno credo. Mi avvicino piano per non dargli fastidio, mi sembra di aver a che fare con un cane rabbioso o con un cinghiale, tanto che è euforico. “Riley…” lo sposto con una mano sulla spalla, mi guarda come se nulla fosse successo, menomale “Stavo pensando… perché non torniamo a casa? Eh? Ho un appuntamento, come ti ho già detto, domani, e non posso tardare. Capisci in che situazione mi trovo, vero?” Il ragazzo posa il joypad che aveva in mano sul tavolino, non sembra veramente entusiasta della mia idea, malgrado ciò, decide di tornare a casa “si, ma fammi venire a prendere! Mi annoio ad andare a casa a piedi da solo… anzi, mi accompagni tu!” “Cosa? E va bene! Credo che tu abbia un debole per la mia auto.” “Mi hai scovato!” mi fa un occhiolino, in quei frangenti sembra davvero di avere grande sintonia con lui.
Lo accompagno a casa e torno nel mio appartamento, a prelevarlo sono due guardie del corpo che nemmeno mi salutano, due grossi energumeni venuti fuori da Lilo e Sitch. Comunque sia mi metto a letto e la nottata passa. Faccio un sogno quella notte: io e Pepper sembriamo felici insieme e non siamo soli, ci fanno compagnia due braccia e due gambe che gattonano sul tappeto, e che starnutiscono annusandone la polvere, siamo stesi sul divano, ridiamo, va tutto bene, Thor entra in casa con dei cheeseburger extralarge e delle cole, va tutto bene.           
Il tempo di quello starnuto e devo svegliarmi, mi preparo a modino come solo un abile CEO sa fare (credo che Elon Musk sia molto invidioso di me), scendo dalla Stark Tower e vedo un’auto avvicinarsi, qualcosa mi dice al cento per cento che è lei, la donna che devo incontrare, Emma Lane, la sorella di Riley. Scende dalla portiera dell’auto, fatta aprire da una guardia del corpo, con disinvoltura totale, indossa un bel tailleur che alla luce mi sembra quasi scarlatto, con gli occhiali da sole in tinta di un rosso sangue. Mi vede e mi sorride, si avvicina a me con fare che mi ipnotizza ad ogni movimento, quando è vicina a me inizia a parlare “Mr Stark, finalmente ci incontriamo, sono Emma Lane, avevamo un incontro e ho deciso di venire a trovarla.” Mi allunga la mano, ha una voce davvero affascinante, le stringo la mano in modo molto formale, non voglio sembrare il solito cazzone che ci prova al primo appuntamento, che appuntamento non è, e la invito ad entrare. Saliamo presso il lungo ascensore che ci porta al mio appartamento, stiamo completamente in silenzio, ma lei mi guarda di tanto in tanto e mi sorride. Quando arriviamo chiedo all’assistente vocale di mettere un po’ di musica lounge per farla accomodare “Siediti pure sul divano, o la poltrona, dove preferisci” mentre io vado a prendere da bere al bar dell’appartamento “Allora, facciamo finta che tu mi abbia fatto qualsiasi domanda…” vaneggio mentre preparo due cocktail “la mia risposta è: no. Non intendo vendere le Stark Unlimited per nessuna ragione, anche se le azioni sono in calo, si rialzeranno, lo so.” “Ma io non sono qui per questo!” Mi blocca e improvvisamente mi sento stretto da una morsa, un momento, non aveva detto di voler comprare le Stark? Allora perché è qui? Mi pongo queste domande mentre le porto il cocktail e mi siedo sul divano accanto a lei “Sono qui per un altro motivo. Ho sempre desiderato lavorare con lei, signor Stark, ma posso darti del tu, Tony?” “si… certo.” “Dicevo, tu sei Iron Man, una mente brillante dentro ad una corazza-macchina-da-guerra. Sai cosa è successo in passato con il governo degli stati uniti, sai, la storia della guerra civile e tutto il resto…” vaneggia, vuole dirmi qualcosa ma non so cosa, cerca un pretesto per fare aprire il mio guscio, cosa cerca? Segreti tecnologici? Arriva al punto, Emma. “Voglio vedere come lavori, dove lavori, voglio sapere tutto di te. Sono un ingegnere anch’io, Tony e sono tremendamente affascinata dal tuo lavoro. L’idea di acquisire la tua azienda era solo un pretesto per avere un tète a tète con te.” Vuole vedere il mio laboratorio? Non se ne parla nemmeno! Solo io posso entrarci e non credo che… credo che forse la pistola che mi sta puntando al petto possa farmi cambiare idea, anche se sembro impassibile è pur sempre una pistola… “Prego, signor Stark, dopo di lei”
Mi sono lasciato andare troppo con il ragazzo. Certo, ad essere tenero è tenero, ma ad un certo punto diventa veramente pesante. Vuole mettere le mani ovunque, cercare in giro nei cassetti, giocare con i miei apparecchi tecnologici… quasi faccio fatica a ritenerlo un quindicenne… quattordicenne? L’ho già dimenticato. Comunque sia cerco di dargli una regolata, non può rimanere qui, io ho un appuntamento con una manager e lui non può certo vivere qui, sarebbe assurdo! Con me? Qui? Dove potrebbe apparire all’improvviso Hulk con un debito in denaro in sospeso e dare di matto? No, non credo che sia una buona idea… tanto per cominciare, allora, decido un approccio dolce, come quando devo parlare dei repubblicani a Steve: “Hey, Riley!” il ragazzo sembra distratto dalla xbox, quella roba è davvero una calamita per i ragazzini! “Riley! Ascoltami!” Ho già sforato, se ci fosse stato Steve al suo posto me ne avrebbe già date di santa ragione, almeno credo. Mi avvicino piano per non dargli fastidio, mi sembra di aver a che fare con un cane rabbioso o con un cinghiale, tanto che è euforico. “Riley…” lo sposto con una mano sulla spalla, mi guarda come se nulla fosse successo, menomale “Stavo pensando… perché non torniamo a casa? Eh? Ho un appuntamento, come ti ho già detto, domani, e non posso tardare. Capisci in che situazione mi trovo, vero?” Il ragazzo posa il joypad che aveva in mano sul tavolino, non sembra veramente entusiasta della mia idea, malgrado ciò, decide di tornare a casa “si, ma fammi venire a prendere! Mi annoio ad andare a casa a piedi da solo… anzi, mi accompagni tu!” “Cosa? E va bene! Credo che tu abbia un debole per la mia auto.” “Mi hai scovato!” mi fa un occhiolino, in quei frangenti sembra davvero di avere grande sintonia con lui.
Lo accompagno a casa e torno nel mio appartamento, a prelevarlo sono due guardie del corpo che nemmeno mi salutano, due grossi energumeni venuti fuori da Lilo e Sitch. Comunque sia mi metto a letto e la nottata passa. Faccio un sogno quella notte: io e Pepper sembriamo felici insieme e non siamo soli, ci fanno compagnia due braccia e due gambe che gattonano sul tappeto, e che starnutiscono annusandone la polvere, siamo stesi sul divano, ridiamo, va tutto bene, Thor entra in casa con dei cheeseburger extralarge e delle cole, va tutto bene.           
Il tempo di quello starnuto e devo svegliarmi, mi preparo a modino come solo un abile CEO sa fare (credo che Elon Musk sia molto invidioso di me), scendo dalla Stark Tower e vedo un’auto avvicinarsi, qualcosa mi dice al cento per cento che è lei, la donna che devo incontrare, Emma Lane, la sorella di Riley. Scende dalla portiera dell’auto, fatta aprire da una guardia del corpo, con disinvoltura totale, indossa un bel tailleur che alla luce mi sembra quasi scarlatto, con gli occhiali da sole in tinta di un rosso sangue. Mi vede e mi sorride, si avvicina a me con fare che mi ipnotizza ad ogni movimento, quando è vicina a me inizia a parlare “Mr Stark, finalmente ci incontriamo, sono Emma Lane, avevamo un incontro e ho deciso di venire a trovarla.” Mi allunga la mano, ha una voce davvero affascinante, le stringo la mano in modo molto formale, non voglio sembrare il solito cazzone che ci prova al primo appuntamento, che appuntamento non è, e la invito ad entrare. Saliamo presso il lungo ascensore che ci porta al mio appartamento, stiamo completamente in silenzio, ma lei mi guarda di tanto in tanto e mi sorride. Quando arriviamo chiedo all’assistente vocale di mettere un po’ di musica lounge per farla accomodare “Siediti pure sul divano, o la poltrona, dove preferisci” mentre io vado a prendere da bere al bar dell’appartamento “Allora, facciamo finta che tu mi abbia fatto qualsiasi domanda…” vaneggio mentre preparo due cocktail “la mia risposta è: no. Non intendo vendere le Stark Unlimited per nessuna ragione, anche se le azioni sono in calo, si rialzeranno, lo so.” “Ma io non sono qui per questo!” Mi blocca e improvvisamente mi sento stretto da una morsa, un momento, non aveva detto di voler comprare le Stark? Allora perché è qui? Mi pongo queste domande mentre le porto il cocktail e mi siedo sul divano accanto a lei “Sono qui per un altro motivo. Ho sempre desiderato lavorare con lei, signor Stark, ma posso darti del tu, Tony?” “si… certo.” “Dicevo, tu sei Iron Man, una mente brillante dentro ad una corazza-macchina-da-guerra. Sai cosa è successo in passato con il governo degli stati uniti, sai, la storia della guerra civile e tutto il resto…” vaneggia, vuole dirmi qualcosa ma non so cosa, cerca un pretesto per fare aprire il mio guscio, cosa cerca? Segreti tecnologici? Arriva al punto, Emma. “Voglio vedere come lavori, dove lavori, voglio sapere tutto di te. Sono un ingegnere anch’io, Tony e sono tremendamente affascinata dal tuo lavoro. L’idea di acquisire la tua azienda era solo un pretesto per avere un tète a tète con te.” Vuole vedere il mio laboratorio? Non se ne parla nemmeno! Solo io posso entrarci e non credo che… credo che forse la pistola che mi sta puntando al petto possa farmi cambiare idea, anche se sembro impassibile è pur sempre una pistola… “Prego, signor Stark, dopo di lei”.



 
   
 
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