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Autore: Barbra    14/05/2021    0 recensioni
Sequel (spin-off) di Avatar e Pokémon - la Leggenda di Gong. Ambientato una quindicina di anni dopo.
DAL TESTO: "Soprappensiero, Sonia digitò di nuovo il nome di Sanna Lenew. Poi di Sanna Lenu, poi di Senna Lenu. Per un motivo o per l'altro, tutti quei nominativi non esistevano.
Lenu, scrittura quasi fonetica della sigla L.N.U., “Last Name Unknown”, era più comune di quanto Sonia volesse credere. Ma la ragazza che l'aveva appena truffata non era tra i Lenu registrati.
La Professoressa si precipitò alla porta del laboratorio e guardò in lontananza tra i passanti. L'imbrogliona era già sparita.
Allora si aggrappò al telefono, decisa a tagliarle ogni via di fuga dalla città e dalla Regione di Galar."
Personaggi non in elenco: Sird (Pokémon Adventures)
CONCLUSA il 20/05/21
Genere: Avventura, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, N, Nuovo personaggio, Team Galassia
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Manga
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Avatar e Pokémon'
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Laran




 

Mewtwo concentrò in sé tutta la sua energia psichica.

Quando fu il momento di rilasciarla per liberarsi dall’involucro angusto della sfera, esitò.

Se doveva seguirla per evitarle una brutta fine, tanto valeva farle sprecare una Ultraball.

Libero o catturato, l’avrebbe aiutata senza obbedirle.

Sedna richiamò a sé la Pokéball in un guscio d’acqua. La prese in mano come se scottasse e la guardò come se fosse una granata in procinto di esplodere.

Mewtwo era impossibile da piegare con la forza. Era spaventoso persino per chi sosteneva la sottomissione incondizionata dei Pokémon agli umani.

Aveva usato quattro sfere per tre catture in un giorno. Era venuta per trovare degli Squirtle e ancora non ne aveva uno.

Niente che Venus avrebbe approvato.

Ordinò a Samurott di riportarla a riva e lì rilasciò Jynx, proprio davanti all’entrata della sua grotta. La Pokémon non aveva nulla in comune con lei, non aveva avuto il tempo di legarlesi, quindi le girò le spalle e, libera, se ne tornò a casa.

Sedna tirò fuori dallo zaino anche la gelida sfera di Articuno.

Ma invece di premere il pulsante per rilasciare il Pokémon, la tenne in mano e rimase a fissarla.

Articuno era una cattura unica, molto ambita e invidiata. Risistemò la sua Ultraball accanto alle altre.

Infine, lasciò uscire Mewtwo.

«Ti sei fatto catturare. Non credo che sia una bella idea...».

«Non vorrai rilasciare me... e tenere Articuno! Sono più potente e più versatile di lui. Lui avrà anche il Tipo Ghiaccio, ma se davvero vuoi battere tutta la squadra di Laran...».

«Certo. La modestia non è il tuo forte. Peccato che tu ti stia impegnando per intralciarmi. Non credo che questo giocattolo cambi nulla. Non per te, che pensi come un umano».

Prese la sfera e la buttò in acqua.

«Così mi offendi…».

«Offenditi pure. Dovrai impegnarti di più per fregarmi un’altra volta, Mewtwo!».


 

 

*


 

 

Quando andò a bussare alla porta della piccola abitazione accanto alla Palestra, Emery fu sorpreso di vederla. Era notte fonda, a quell’ora non c’erano traghetti.

«Come sei arrivata?!».

«Yuri non te l’ha detto? Con il traghetto del pomeriggio, solo che sono corsa alle Isole Spumarine per una cattura importante. Volevo tornare prima che calasse la notte».

Gli mostrò una Ultraball. Anche se lei la teneva in mano come se nulla fosse, il ragazzo ebbe l’impressione che emanasse un freddo glaciale.

«Ho catturato Articuno!».

«Articuno?!».

«Sì! I Draghi sono deboli contro il Ghiaccio, giusto?».

Lo stupore di Emery divenne paura. «Non fare pazzie! Hai talento con il Tipo Acqua, ma hai cominciato tardi… e Laran è fuori dalla tua portata, come lo è dalla mia».

«Figurati! Secondo me, siete tutti troppo spaventati da quell’energumeno».

«Io non ho paura di lui. Non ho motivo di averne: è tanto leale come amico quanto implacabile come nemico. E come nemico, Sedna... pensaci: i Superquattro e i Capopalestra sono tutti contro di lui eccetto me. Sabrina finge per ingraziarselo, Surge non sopporta che un giovane gli dia ordini. Eppure, lui è ancora il Campione, e nessuno che non sia uno sfidante formale riesce ad avvicinarsi all’Altopiano Blu. Hai visto la cicatrice sulla faccia di Erika, vero? Hai visto la sua Bellossom? Non è stato un ordine diretto di Laran... ma dove non arriva lui, arrivano Layla e le altre».

«Layla è la sua Hydreigon? L’ho vista. È proprio brutta e cattiva!».

 

 

 

*

 

 

 

«Canto Effimero!».

Il bersaglio, un feticcio di pezza, fu colpito da una sfera d’acqua in cui Primarina aveva impresso il suo canto.

Man mano che si allenava, la sua voce diventava più forte e vibrante, e la mossa più efficace.

«Bravo!».

Sedna udì un rumore di ali alle sue spalle e poi una voce scettica: «Dove vuoi andare, se non alleni i tuoi Pokémon contro altri Pokémon?».

La ragazza riconobbe la voce si voltò, sorpresa. «Yulia?!».

Il suo Charizard si posò a terra e la lasciò scendere.

«Mi hanno detto che ti stai allenando per sfidare di nuovo i Superquattro. Lascia perdere quelle Primedonne. Ti dirò io se sei pronta o no. Anche se un paio di volte ci sono andata molto vicino, nelle sfide ufficiali non ho mai battuto Laran: se perderai contro di me, ti conviene tornare a Sinnoh e tentare di conquistare il titolo lì. Se vincerai, forse il Campione avrà trovato pane per i suoi denti. Mi basta una sfida tre contro tre per dirti se ce la farai».

«Certo. Non è che gli fate da scudo perché siete amici suoi?».

«Vedrai».

Scelse Shuckle, la Nidoqueen Koroleva, e infine il suo fidato Charizard.

 

 

 

*

 

 

«Hai perso, direi…».

Sedna, sconfitta, si stava ancora leccando le ferite.

Avrebbe potuto infrangere il patto e tirare dritto per la sua strada.

Ma i suoi Pokémon erano stati picchiati senza pietà.

Quello ridotto peggio, pieno di ammaccature e avvelenato, era proprio Articuno.

La Nidoqueen Koroleva aveva infierito su di lui, fregandosene sia del suo status di Leggendario, sia del suo vantaggio di Tipo.

Charizard l’aveva mandato giù.

Primarina e Greninja erano crollati poco dopo.

Sedna non era affatto pronta a confrontarsi con Allenatori del suo livello.

Perciò sarebbe tornata a Sinnoh.

Il volo in aereo era escluso.

Non era a proprio agio neppure sugli aerei Galassia, quindi non avrebbe messo piede su un catorcio volante per nulla al mondo.

Però voleva provare a viaggiare come una cittadina normale.

Così salutò Yuri, Yulia ed Emery per salire sulla nave che andava dall’Isola Cannella a Miramare, all’altro capo di Kanto.

A Miramare prese la coincidenza per Sinnoh.

 

 

 

*

 

 

 

La nave era graziosa e ben tenuta, ma di una lentezza esasperante.

Sedna si era appisolata, nel primo pomeriggio, quando udì una giovane passeggera gridare: «Cos’è? Un Noivern?».

Indicava il cielo verso sud-ovest.

Sul ponte si raccolse un crocchio di curiosi con binocoli agli occhi o telefoni cellulari alzati.

Il ragazzo in groppa a Noivern fu riconosciuto nel giro di un minuto. Il mantello scuro, gli abiti anacronistici, i capelli rasati così da lasciare un alone rosso scuro sulla testa, lo rendevano inconfondibile.

«È il Campione!».

«Laran!».

«È una trovata pubblicitaria?».

La folla di curiosi si implementò.

Tutti i passeggeri si riversarono sul ponte della nave.

Tutti tranne la persona che cercava.

Laran non si disturbò a chiedere di lei, ignorò i fan e tutti gli altri come se non li vedesse.

Chiamò a voce alta: «Sedna! Fatti vedere, se hai il coraggio! Non crederai di imbrogliarmi con così poco, con un cavillo?!».

Non si fece avanti nessuno.

In compenso, il vociare si era chetato.

«Sedna, so che ti trovi sulla nave!».

Silenzio.

«Sedna!».

«Eccomi».

Camminava con calma e si fermò in pieno sole, dove tutti potevano vederla, sul ponte affollato della nave. Per l’occasione, si era cambiata d’abito.

Indossava la divisa Galassia. Non le interessava di passare per la cattiva: non voleva né protezione né compassione.

Se lui sembrava venuto da un passato lontano, lei incarnava un futuro ancora più distante.

Lasciò uscire Articuno e gli saltò in groppa.

I due umani e i due Pokémon si allontanarono dalla nave verso il mare aperto.

Non volevano intralci né aiuti.

Su ordine di Sedna, Articuno batté con forza le ali, per generare un Ventogelato contro Noivern.

Laran rilasciò dal suo pugno una vampata di fuoco per riparare la sua Pokémon dal freddo, mentre lei provava a schivare la folata.

Sedna richiamò l’acqua sotto di loro e Articuno la congelo in spuntoni di ghiaccio.

Quella volta, Noivern rimase ferita dal colpo.

Laran si allontanò con lei e mandò in campo Layla, la sua Hydreigon.

Sedna fece abbassare Articuno e si tuffò in acqua per lasciare sulla sua groppa Lucario. Accanto a lei, a proteggerla, rimase Primarina.

Articuno sfruttò la sua abilità nel volo per portare Lucario abbastanza vicino a Hydreigon da colpirla.

Se la dragonessa rimase spaesata dalla tattica, Laran non si lasciò prendere dal panico e ordinò a Noivern di fare lo stesso, ma a copertura di Hydreigon.

Non voleva che Lucario riuscisse a saltare sulla schiena della sua Pokémon per colpirla liberamente con calci e pugni.

Usò il suo Dominio del Fuoco, elemento a cui sia Lucario che Articuno erano deboli, per tenerli lontani.

Sedna lanciò in alto la sfera di Greninja e sostenne la Pokémon su un vortice d’acqua.

Lei si occupò di neutralizzare il Fuoco con le sue mosse d’Acqua.

Per tutta risposta, Laran lasciò cadere in mare una delle sue sfere, quella di Dragapult.

«Mostra a questa criminale chi siamo, Lucy!» la incitò.

Dragapult rimase sospesa sull’acqua e fissò l’avversaria con il suo sguardo velenoso.

Primarina si mise tra loro due.

In alto, Greninja fu la prima a mostrare segni di fatica. Era in prima linea ed era stata investita due volte dall’Ondaboato di Noivern.

Layla non accennava ad allontanarsi dal riparo offerto dall’Allenatore e la compagna di squadra. Articuno e Lucario aspettavano una minima distrazione.

Quando Laran minacciò la loro Allenatrice, per un tacito accordo cambiarono tattica. Si lanciarono direttamente contro Noivern e Laran.

Il fuoco li investì entrambi, ma Lucario saltò oltre le fiamme e atterrò proprio davanti all’Allenatore. Anziché colpirlo, unì le zampe a pugno colpì la spina dorsale della Pokémon.

Lei lanciò un grido e precipitò assieme all’avversario e all’Allenatore.

Lyudmila, la Dragonite barattata per il suo maschio con Yulia, uscì spontaneamente dalla sfera, ma non riuscì ad afferrarlo.

Articuno la vide e senza attendere istruzioni sfogò su di lei tutta la potenza del suo ghiaccio. Se aveva imparato qualcosa durante la sua precedente permanenza nel mondo degli umani, era che i Dragonite non sopportavano neanche un frammento di ghiaccio sulle loro minuscole ali.

“Frustrazione” di Layla lo colpì alle spalle. La Pokémon in quel momento ardeva di collera e delusione per il colpo subito dalla compagna di squadra, ma fortunatamente la potenza base di quella mossa era, nel suo caso, molto bassa.

Lyudmila era caduta, ma Articuno subì un danno moderato e poté continuare a combattere.

La Noivern, in acqua alle prese con Lucario, riuscì a liberarsi dalla presa dell’avversiario e tornò a volare per dare man forte a Layla.

Rilasciò le onde sonore di Ondaboato contro Articuno.

L’Uccello Leggendario si sentì scuotere le ossa cave da tanto il rumore era insopportabile. Anche se la mossa era classificata come Normale, era tremenda sul Tipo Ghiaccio.

Lo lasciò debole e confuso.

Hydreigon gli si avventò addosso con le tre bocche spalancate. Lo azzannò con una violenza tale che lo mandò al tappeto. Articuno cadde in mare e lì rimase ad ali aperte.

La sua Allenatrice era impegnata a difendersi e farsi difendere dagli assalti di Dragapult.

Lucario, canide, nuotava benissimo ed era libero. Mentre cercava di raggiungere la ragazza, fu azzannato a una zampa dalla bocca di quello che, al primo sguardo, gli parve uno squalo. Era una femmina di Garchomp di nome Lilith.

Malgrado l’apparenza, i Garchomp non erano fatti per il mare.

Erano pesantissimi, privi di branchie e inadatti al nuoto.

Quell’esemplare, di nome Lilith, spendeva buona parte delle sue energie per tenersi a galla. Senza quello sforzo immane, sarebbe affondata come un’incudine.

Lucario se ne liberò con un Doppio Calcio e la lasciò a Greninja.

Greninja la mise facilmente fuori combattimento saltandole addosso e tenendole la testa sott’acqua. Poi non si fece illusioni: mentre Hydreigon e Noivern piovevano su di lei, la sua Nottesferza colpì Laran.

Layla e Luna, la Noivern, le piombarono addosso e la afferrarono, una per le braccia e l’altra per le gambe, così da tirarla contemporaneamente da una parte e dall’altra.

Dall’altra parte, il corpo di ectoplasma della Dragapult Lucy attraversò quello di carne e ossa di Sedna.

Come era successo alla madre di Emery con Ghastly, la ragazza perse il contatto con la realtà e fu scossa dalle convulsioni.

Primarina la mandò k.o in un attimo per poi dedicarsi all’Allenatrice. Doveva almeno tenerle la testa fuori dall’acqua.

Ad occuparsi di Laran era rimasta l’ultima delle sue Pokémon: Lamia, la Salamence.

Lei non aveva commesso l’errore di Lyudmila, di presentarsi finché c’era Articuno.

Anche se la battaglia era da considerarsi sospesa, due Pokémon continuavano a infierire su un’avversaria.

Con gli Allenatori fuori combattimento, Articuno era ancora in mare e stava andando alla deriva, e Garchomp giaceva sul fondale.

Inteleon uscì dalla sfera per dare il suo aiuto a Greninja, ma inaspettatamente vi fu richiamato.

Tutte le sfere dei Pokémon non ancora ritirati volarono in alto e rimasero sospese sopra alla superficie del mare.

Si attivarono, e tutti i Pokémon svegli o svenuti, eccetto quelli che stavano assistendo i due Allenatori, vi furono risucchiati.

Mewtwo, decisamente contrariato dal comportamento dei suoi simili, scese sull’acqua per prendere in braccio Sedna dalle pinne di Primarina.

Scomparve assieme a lei ignorando tutti gli altri, compreso l’Allentore avversario ferito.

Primarina si rilassò e andò a cercare e raccogliere una per una le sfere dei suoi compagni di squadra, che lentamente andavano a fondo. Solo Lucario e Articuno avevano veramente bisogno del suo aiuto. Gli altri, Pokémon acquatici, si sarebbero arrangiati da soli.

Salamence e Laran rimasero da soli in superficie.

Perplessa, la Pokémon lanciò delle grida di aiuto. Non vedeva più la nave, che aveva proseguito il suo viaggio verso nord, lasciandosi alle spalle la battaglia in corso.

Laran non accennava a riprendersi.

Lamia gridò di nuovo, sempre più angosciata.

Le rispose il verso giocoso di un delfino. Il muso bianco dell’animale fece capolino fuori dall’acqua. Da animale, si trasformò in una donna dalla pelle scura e i capelli bianchi, una donna con la coda di pesce: «Povero Laran. Persino tu avresti bisogno di riscuotere più simpatia, ogni tanto…».

 

 

 

*

 

 

 

Mewtwo era comparso di fronte ad Arceus con Sedna semi-svenuta in braccio.

La crisi epilettica era finita, ma la sua mente era ancora svincolata dalla realtà.

Poco dopo, Lunala si presentò nelle sembianze di elefantessa bianca, con Laran caricato sul dorso.

Il Pokémon Origine non si mostrò affatto sorpreso da quell’epilogo.

«Chi dei due ha vinto?» domandò.

«Lui» gli rispose Lunala. «Credo».

«Ha vinto lei» replicò secco Mewtwo. «Il ragazzo è stato ferito gravemente».

«Dai, tesoro: che differenza fa?! Perché ti interessa il vincitore?».

«Quando mai non mi è interessato?».

«Non essere rigido! Sono solo ragazzi…! E lei… lei non l’aveva neppure sfidato. È stato Laran a inseguirla, quando ancora non era pronta. Non va bene...».

Arceus guardò Mewtwo.

Lui aveva a cuore solo la sorte della ragazza, forse perché la vedeva come la vittima. Per l’altro, l’aggressore, avrebbe voluto solo una punizione. Per questo l’aveva lasciato in mare.

Forse aveva un temperamento da giustiziere con cui fare i conti.

Ma Arceus non lo stava mettendo alla prova.

«Seguitemi».

 

 

 

*

 

 

 

Si svegliò di soprassalto, sott’acqua. Istintivamente, nuotò verso la superficie.

Avvistò la costa in lontananza e prese fiato per avvicinarcisi in stile libero.

Ma né le braccia, né le gambe si mossero come voleva.

Quando girò la testa per guardarsi i piedi, vide una lunga coda blu da mammifero marino, che terminava con una pinna dorata a falce di luna.

Sedna abbassò la testa per guardarsi il torace. Non era umano, solo umanoide, con le spalle più larghe della vita e il petto appiattito e bianco.

Al posto delle braccia aveva delle pinne bianche, così lunghe e grandi in proporzione al corpo da sembrare ali. Il suo dorso era blu come l’acqua del mare in cui era immersa.

Un forte grido proveniente dal cielo la fece sobbalzare.

Un grande dragone rosso scuro planava pericolosamente verso di lei.

Aveva il muso appuntito, la cresta simile a quella di un Hydreigon, le ali come quelle di un Noivern e due zampe posteriori più grosse e forti di quelle del pipistrello.

Anche la sua lunga coda da rettile terminava in una mezzaluna dorata, ma con le punte rivolte verso la testa del Pokémon.

Le soffiò addosso un respiro rovente e acido, un Dragospiro.

Già sott’acqua, Sedna ne subì solo in parte la forza. Riemerse l’attimo che bastava per rispondere con un soffio gelato.

La viverna lo evitò, fu colpita solo di striscio.

La sua collera aumentò.

Ma in mare aperto, l’avversaria era avvantaggiata.

Dovette volare più in alto perché un’onda non lo travolgesse.

Poi avvertì alle sue spalle uno strano vuoto d’aria. Fu risucchiato e proiettato in un luogo diverso.

Ora, Sedna lo vedeva rinchiuso in una specie di lanterna dorata.

A reggere la lanterna apparve una creatura che ricordava sia il Pokémon Genio Hoopa, sia il Pokémon Gemma Diancie, e non era nessuno dei due.

Le proporzioni del corpo erano quasi umane. Lo sarebbero state del tutto, se non avesse avuto una coda di fumo bianco al posto delle gambe, e la testa rotonda simile a quella della Pokémon Meloetta, ma più grande, perché più grande era il suo corpo.

Gli occhi a mandorla, completamente azzurri e privi di pupille, erano troppo grandi per un essere umano. I capelli erano celesti come quelli di un Primarina, acconciati in una coda alta retta da due bacchette.

In mano, la Pokémon reggeva la sua lanterna ad olio in stile cinese.

Il Dragone Laran era apparentemente prigioniero al suo interno.

Dall’altra parte, Laran si vedeva libero nel cielo di Kanto.

Era Sedna a sembrargli chiusa nella lanterna, retta dalla stessa Lityajin, che era in due posti diversi e parlava a due diversi Pokémon.

La “sirena” fissò con attenzione la nuova arrivata prima di esclamare: «Zia Hua!».

Lei accennò un inchino.

«Zietta...! Ma… perché sei un Pokémon? Cosa è successo?».

«I miei giorni da umana erano finiti. Forse, erano finiti già trent’anni fa. Io faccio ciò che dice Azelf, da quando il Trio Oscuro mi ha aggredita e il Trio dei Laghi mi ha salvata. Non aveva senso continuare in forma umana. Ora, gli umani mi chiamano Lityajin. Sono il Genio della Lampada dove c’era solo il Genio dell’Anello. Ma il mio vecchio amico Sycamore mi chiama la Diancie d’Oriente».

«Sei qui per noi? Sei il nostro Capotrio interno?».

«No. No, vi ho diviso solo per dare una mano».

Laran soffiava fuoco contro il vetro e cercava di graffiarlo come un volatile impazzito.

Sedna lo vedeva nella lanterna senza sentirlo.

 

 




 






NOTA AUTRICE: mi lascio perplessa da sola perché mi sembra di non aver scritto niente... purtroppo le lotte Pokémon sono il mio tallone d'Achille perché io per prima gioco come ca* mi viene sfruttando le debolezze di Tipo e basta... il competitivo sta su Marte. Quindi non sono loro che fanno schifo a combattere, sono io che faccio schifo a descriverli - fa schifo anche come gioco perché son capace di mettermi in squadra un Pokémon appena catturato se la palestra dopo ha la debolezza, e poi lo metto nel dimenticatoio  -_-
*Scusate anche se i nomi e l'estetica dei Pokémon che mi invento fanno "andare in bagno", ma boh già non so disegnare, non riesco a tirare fuori di meglio.
Comunque... il prossimo capitolo è l'ultimo. Forse è anche per questo che mi sembra di non avrer scritto niente. L'ho già quasi finito, è abbastanza corto, penso che lo metterò alla fine della prossima settimana se qualcuno lo volesse vedere. Spero di avere ancora lettori superstiti... ''^_^
Indovinate un po' chi tirerò in mezzo? Se c'è qualche trasfigurazione di troppo in questa storia, è colpa sua che mi ci ha fatto pensare...

NOTA ULTERIORE, mi sono dimenticata di metterci il numerino: la storia di Aladino non-Disney la conoscete tutti per sentito dire, no? Trascritta nelle Mille e una Notte in un secondo tempo eccetera, le differenze principali - a parte il nome della principessa, che è Badr'al'budur, che significherebbe "Luna Piena delle Lune Piene" e suona impronunciabile, è che:
1- l'introduzione colloca la storia in "una delle città della cina" - dopo non c'è nessun riferimento al mondo cinese, è tutto rinconducibile al mondo arabo
2- i geni sono due, uno della Lampada (più potente) e uno dell'Anello - teoricamente Hoopa dovrebbe essere più ispirato a lui che all'altro, anche se c'è il
aso del Vincolo che richiama la lampada
Grazie per l'attenzione,
Chiudo



 
 
   
 
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