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Autore: The Blue Devil    17/05/2021    5 recensioni
Questo è l’unico, vero, originale, ricaricabile, garantito – e insindacabile – finale di "Candy Candy", tradotto per noi in Italiano, di suo pugno, da Nagita stessa.
L’autore declina ogni responsabilità (tanto è già scappato in Papuasia... non lo troverete mai!).
Avvertenza: contiene olio di p... cioè, no... contiene SPOILER!
Questo l'incipit:
"Appena ebbe finito di leggere la lettera di Terence Graham, Candy se la strinse al cuore sospirando: era al colmo della gioia perché l’attore le aveva comunicato che sarebbe presto tornato a recitare seriamente,...".
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Brighton, Candice White Andrew (Candy), William Albert Andrew
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Questo è l’unico, vero, originale, ricaricabile, garantito – e insindacabile – finale di "Candy Candy", tradotto per noi in Italiano, di suo pugno, da Nagita stessa.
L’autore declina ogni responsabilità (tanto è già scappato in Papuasia... non lo troverete mai!).
Avvertenza: contiene olio di p... cioè, no... contiene SPOILER!
 
Col permesso dell’autrice, Keiko Nagita, viene qui presentato il vero e unico finale di "Candy Candy", direttamente tratto dal suo ancora inedito manoscritto originale di ventimila pagine...

 
Non è uno scritto a scopo di lucro alcuno per cui non si infrangono Copyrights.
I personaggi presentati, nomi e situazioni, sono di proprietà degli aventi diritto: Kyoko Mizuki (Keiko Nagita) per il soggetto; Yumiko Igarashi per la resa grafica dei personaggi; Toei Animation Co., Ltd, per la serie TV e Kappalab per l'edizione italiana dei romanzi di Kyoko Mizuki/Keiko Nagita.




Buona lettura
 
 
 
Il-terzo-amore-EFP


IL TERZO AMORE
 
Appena ebbe finito di leggere la lettera di Terence Graham, Candy se la strinse al cuore sospirando: era al colmo della gioia perché l’attore le aveva comunicato che sarebbe presto tornato a recitare seriamente, senza l’ausilio di quelle cose che si fumava di solito,  e avrebbe onorato il proprio impegno di restare accanto a Susan Marlowe, rispettando così la promessa fattale sulle scale dell’ospedale a New York. La formula che il ragazzo aveva utilizzato, che non lasciava adito ad alcun dubbio sulle sue intenzioni, per concludere la lettera, era la seguente:
"Candy sii felice e ricordati che per me non è cambiato niente".
"Sì, Terence, ho capito: per te non è cambiato niente da quella sera a New York e questo significa che manterrai gli impegni presi", commentò col pensiero la ragazza.
Si girò per comunicare le liete novelle ad Albert, novello prozio, ma non lo trovò; fu Annie ad informarla:
"Albert è andato via dieci minuti fa, eri così intenta a leggere la lettera di Terence che non te ne sei accorta; ha detto di raggiungerlo sulla collina, ti aspetta lì".
"Chissà cosa sarà andato a fare lassù... lo scoprirò tra poco", disse Candy, sorpresa.
Annie le diede un’ultima informazione, prima che l’amica s’incamminasse:
"Ah, ho notato una cosa strana: Albert, prima di salire, si è fatto consegnare da George un borsone... chissà cosa conteneva".
 
Appena arrivata in cima, Candy vide uno strano individuo, non riconoscendovi l’amico, nonché prozio, poiché era ancora distante, ma, osservandolo bene, comprese: Albert indossava il kilt, il costume dei clan scozzesi, e portava in groppa una cornamusa! Dunque, l’amico, nonché prozio, era anche il suo amato, e mai dimenticato, "Principe della Collina"!
Ripresasi dallo stupore, la ragazza gli corse incontro piangendo, mentre lui terminava di far "strisciare" il famoso "gruppo di lumache": l’abbraccio fu indimenticabile e il calore del corpo del principe le scaldò il cuore e lo fece palpitare; lui la guardò con quegli occhi color del mare al mattino e le regalò quel sorriso "gentile" che tanto adorava; lei gli toccò i capelli d’oro, un oro più luminoso di quello dei capelli di Anthony e, con un filo di voce, sussurrò:
"Tu... sei tu il mio principe... lo zio William... l’amico Albert... tre in uno".
Lui con la sua voce "profonda" e "gentile" insieme, rispose:
"Sì Candy, sono io; quelle tre persone sono sempre io. Ma perché piangi? Te lo dissi già allora che non devi, perché sei più carina quando ridi che quando piangi".
"Sì, me lo dicesti, il giorno in cui m’innamorai di te... solo ora lo comprendo... fu un colpo di fulmine!".
"Hai ragione, Candy, anche se avevi solo cinque anni, fu un colpo di fulmine anche per me!".
"Sì", rantolò Candy, "siamo due fulminati".  
"Hai ragione e ne ho le prove: l’altro giorno ho accennato l’idea di sposarti alla zia Elroy, e sai cosa mi ha detto?".
"Spo-sposarmi? Oh, Albert, mi rendi felice, così! Che ti ha detto la zia?".
"Mi ha detto: William Albert Andrew, tu sei proprio fulminato! Ti rendi conto? Lo pensa anche la zia Elroy".
"Che bello! Allora approva. La storia si ripete, perché poco fa piangevo, come quel giorno lontano, sempre a causa di una lettera; ma stavolta sono lacrime di gioia".
Candy informò l’amico, nonché prozio e principe, e ora anche fidanzato – ben quattro in uno! –, del contenuto della lettera dell’attore, che la rendeva libera di vivere, finalmente, il suo amore con l’adorato "Principe della Collina".
Per dimostrargli il suo amore, Candy fece un gesto di un romanticismo esagerato:
"Tieni, amor mio, questo è il diario in cui ho descritto nei minimi particolari la mia relazione con Terence, e come credevo di amarlo disperatamente; ora è tuo, l’avevo scritto per te e, in fondo, a me non serve più; questa è la pietra tombale sul mio rapporto con Terence G. Grancester. È il mio pegno d’amore per te".
"Oh, Candy, ma è un regalo bellissimo, anche se lo so già a memoria. Lo conserverò con estrema cura e anch’io voglio darti un pegno d’amore: riprenditi la mia spilla, quella che io persi quel fatal giorno e che tu hai conservato per tanti anni, per restituirmela giorni fa. Tanto ne ho molte altre...".
"Già, la spilla che mi ha indicato la strada e ha illuminato il mio cammino, specialmente nel periodo più buio e tormentato della mia vita, che è quello in cui ho frequentato Terence. Tu emani una luce speciale, mentre lui mi ha regalato solo ombre, sofferenze e addii...".
"Ricorda Candy: tra noi non ci sarà mai un addio, poiché vivremo sempre insieme e felici; sono certo che anche Terence ora è felice con Susan", concluse l’uomo dai quattro volti, prima di regalarle un bacio appassionato e mozzafiato, come mai lei aveva ricevuto prima: tutta un’altra cosa rispetto a quella molestia subita dall’attore, che gliel’aveva usata con una certa violenza, al termine delle vacanze estive in Scozia. Ripensando a quell’orribile momento, a Candy tornò in mente anche un’altra scena terribile alla quale aveva dovuto assistere: Terence che, con violenza e uno sguardo "assassino", tosava una pecora cui aveva messo il nome di sua madre, Eleanor! Neanche per una madre che soffriva, oppressa dal senso di colpa per averlo abbandonato, aveva avuto rispetto!
 
Candy era al settimo cielo, anche perché poteva, e doveva, sposare Albert al più presto: così facendo non si sarebbe mai saputo che lei era già diventata donna ed era stato proprio Albert a renderla tale, durante la loro convivenza alla "Casa della Magnolia", in un momento di debolezza e di sconforto; questo era stato uno dei motivi per cui Candy non avrebbe mai potuto sposare Neal, senza far scoppiare un terribile scandalo...
Insieme decisero che avrebbero fatto una gita a Lakewood e così fecero. Visitarono anche il boschetto dove era morto Anthony, nel quale Albert piantò delle roselline selvatiche. E fu proprio Albert, col suo amore e la sua gentilezza, che riuscì là dove aveva fallito l’attore: farle superare il trauma e il senso di colpa per la morte del cugino. Terence aveva fallito perché al posto di "amore" e "gentilezza", sentimenti a lui sconosciuti in quel tempo, aveva utilizzato violenza e brutalità, costringendola a rivivere il terribile momento per mezzo di una folle cavalcata, durante la quale aveva rischiato di azzoppare la cavalla Theodora.
Quello che gli disse Candy fu una vera dichiarazione d’amore:
"Albert, zio William, Principe della Collina hai tutto il mio infinito amore e la mia infinita gratitudine; finalmente ho capito che la vera felicità è vivere accanto alla persona amata e che si deve sempre andare avanti".
 
Il matrimonio tra Candy e Albert/prozio/Principe fu celebrato in Primavera e fu l’evento dell’anno. O quasi.
Infatti, per ordine di Elroy, che aveva conservato un certo prestigio, i clan degli Andrew, compresi i Legan, non vi parteciparono e, sebbene fossero stati invitati, non vi poterono partecipare neanche i bambini della "Casa di Pony", in gita con Suor Maria e Miss Pony proprio in quei giorni; inoltre, Annie aveva accompagnato le direttrici e i bambini e Archie era rimasto a vegliare la zia Elroy, colta da improvviso e misterioso, quanto opportuno, malore. E dato che anche il dottor Martin, oberato di animali da curare, aveva dato forfeit, ai due sposi era rimasto ben poco: i testimoni furono il procione di Candy, Klin, e la puzzola di Albert, Poopy, i paggetti "le lumache che strisciano" e l’officiante fu impersonato da George, fedele segretario onnipresente, sempre e comunque. Non si è ancora detto che Albert si presentò con kilt e cornamusa in spalla.
Ai due innamorati poco importava, l’importante era sposarsi.
Albert, nonché prozio e principe, e ora anche marito, un po’ deluso – ma ugualmente felice – decise di trasferirsi con la sua sposa in Inghilterra, anche perché nella capitale di quel paese europeo aveva importanti affari da portare a termine. 
Quando Candy varcò la soglia del sontuoso castello di Stratford-on-Avon, antica residenza degli Andrew Inglesi, non riuscì a trattenere la meraviglia:
"Che imponenza, è meraviglioso! Però, mio Principe della Collina, se non ti dà fastidio questo appellativo, non la ricordavo così la vostra residenza: non era in Scozia? E non c’era un lago? Qui c’è un fiume...".
"Anzitutto vorrei chiarire alcune cose", rispose Albert, "Non mi dà affatto fastidio essere chiamato Principe della Collina o prozio, fai pure; poi, cosa vuoi che sia, Scozia o Inghilterra è la medesima cosa, sempre di Britannia si tratta. Infine la questione del lago: qui, in effetti, c’era un lago, ma io ho fatto scavare un letto per un fiume ed è venuto fuori questo Avon. E sai perché, per chi, l’ho fatto, amore mio? L’ho fatto per te".
"Non capisco", lo interruppe la moglie.
"Ora ti spiego. L’ho fatto perché così, dopo aver rivissuto il nostro primo incontro, potremo rivivere anche le tappe salienti del nostro amore, come quando ti salvai dalle rapide in fondo al fiume, in America. Anche il letto di quel fiume, mi raccontava la zia Elroy, fu scavato dagli Andrew... E poi nei laghi ci cade Iriza, tu t’infili nei fiumi, non dimenticarlo".
"Come sei romantico...".
Poi Albert, nonché tutto quel che già sappiamo, le fece visitare il giardino, colmo di narcisi, da sempre i suoi fiori preferiti, nonché simbolo dell’Inghiltertra, fino ad arrivare al pezzo forte: una grandissima biblioteca, ricolma dei classici di Shakespeare e di testi di medicina.
"Come ogni Inglese o Scozzese, tanto è uguale, che dir si voglia, che si rispetti, possiedo una biblioteca con tutti i testi di Shakespeare, il mio autore preferito; quelli di medicina li ho presi per te, dato che sei stata infermiera", le spiegò lui.
"E questo cos’è?", chiese Candy, osservando un quadretto posto sul camino.
"Ah, quello? Un altro regalo per te. Come tu ben sai, a me piace girare per i mercatini col fagotto in spalla, e in uno dei miei vagabondaggi a Londra, ho trovato quel quadretto: sembra che rappresenti proprio la Casa di Pony ed è stato dipinto da un certo Slim".
"Albert/prozio/Principe della Collina/marito mio sei un tesoro".
"E non è finita: eccoti in regalo un preziosissimo scrigno appartenuto ai nostri avi; ci potrai conservare le cose a cui tieni di più".
"Mi serviva proprio, ho qui tutto il pacco di lettere dei miei amici, ce ne sono anche un paio di Terence e una di Susan, che non ho mai riletto; ritagli di giornale con notizie su Terence; il biglietto per una rappresentazione di Terence che mi inviò sua madre... ora so dove sistemare tutto, provvisoriamente".
"Ottima scelta, cara, magari ci mettiamo pure il diario con la tua dettagliata descrizione della relazione con Terence, che dici?".
"Ho intenzione di sistemare tutto, più avanti, su un altarino accanto al camino: servirà per ricordarmi che dai periodi bui si può sempre uscire a riveder le stelle".
"Intendevi dire la Luce, forse?".
"Anche le stelle sono luminose, caro".
 
Tuttavia, la tranquilla vita dei due innamorati fu scossa da tragici eventi: alla felice notizia dell’imminente matrimonio tra Susan Marlowe e Terence Graham, fece seguito, quella terribile della loro morte, a soli due giorni dal summenzionato matrimonio.
Accadde che: diventata autrice e scenografa apprezzata, l’ex attrice passasse le giornate a controllare gli allestimenti delle sue commediole; durante un sopralluogo in un teatro, un suo collaboratore, per gioco, la spinse via, facendo rovesciare la carrozzella proprio nel momento in cui un rumore sordo, proveniente dal soffitto, preannunciava la caduta di un riflettore: nulla poté fare l’ex attrice per evitare che il riflettore la colpisse, maciullandole l’unica gamba che le era rimasta. Inoltre, poco tempo dopo, in seguito ad un’infezione, non si poté evitare di amputarle anche il braccio destro. Il colpo fu così duro che la poverina, a un passo dalla felicità, non si riprese più e morì dopo una lunga agonia; l’attore, disperato e devastato per aver perso l’unico grande amore della sua vita, spirò anche lui di lì a poco.
Candy ed Albert, nonché prozio e tutto il resto, misero allora in atto il proposito di Candy che, per mancanza di tempo, non era stato ancora attuato: costruirono l’altarino e vi sistemarono tutti gli oggetti riguardanti Terence e la lettera mai riletta di Susan, per rammentarsi sempre che, come insegna Miss Pony, dietro l’angolo si può sempre trovare un riflettore traditore... ma poi, a riportare la luce, accendendola, e ad abbracciarti c’è sempre la persona che ami, dal sorriso gentile e dalla voce profonda e gentile insieme, che ti fa palpitare il cuore...

 
FINE
 
 
© 2014, Keilo Nagita, © 2021, The Blue Devil

NOTE: la traduzione Italiana è © di Keiko Nagita.
 
 
 
   
 
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