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Autore: runami_ lu99    17/05/2021    4 recensioni
STORIA AD OC (ISCRIZIONI CHIUSE)
Fiore è nel caos da 500 anni, un perfido sovrano con un oscuro segreto mantiene il controllo su di esso con la violenza e la sottomissione, ma un gruppo di maghi riuniti dal destino riuscirà a riportare il regno alla bellezza di un tempo?
[Dal prologo]
"Se tu che stai leggendo queste righe, credi che il bene trionfi sempre sul male, ti conviene cambiare storia, perché questa non è una favola e quindi non esiste un lieto fine"
[Dal 34° capitolo]
"Il fischio dell'arma che fendeva l'aria vibrò nelle orecchie di 78 facendogli venire i brividi, e per un attimo quel sibilo gli sembrò come parole sussurrate provenienti da un'oscura creatura che di terreno non aveva nulla. Il medico abbassò lo sguardo soffermandosi sulla lama e, come a volersi beffare di lui, questa emise un tenue e lontano bagliore rossastro al di sotto dello strato di bende, proprio un attimo prima che il corpo del nemico venisse nettamente tranciato a metà."
[Dal 35° capitolo]
"I colori caldi del tramonto che prima brillavano in tutta fierezza, parvero spegnersi di colpo quando vennero in contrasto con le sue iridi gelide come il ghiaccio."
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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VENTISETTESIMO CAPITOLO:
SAGA DI KARETAO LAB: PER VELVET






Alex aguzzò la vista senza però vedere niente di niente, tutto attorno a lei era assolutamente bianco, con un movimento di braccia rapido usò l'aria per spazzare via tutta quella nebbia, rivelando l'avversario che aveva di fronte: era un ragazzo abbastanza giovane i capelli erano corti a caschetto e neri, gli occhi sottili e grigi erano semi coperti da una frangetta, il suo sguardo era annoiato e apatico, anch'esso indossava un camice bianco, ma a differenza di quelli normali, il suo era completamente chiuso e aveva un colletto tanto alto da coprirgli la bocca.
–Chi sei e cosa state facendo in questo posto?– chiese seria, lui non le rispose si limitò semplicemente a guardarla con aria di superiorità.
–Voglio sparire– disse flebilmente, Alex lo guardò stranita.
–Come?– domandò non capendo.
–Non voglio che tu mi veda, non voglio stare qua, voglio sparire– ripeté lui coprendosi il viso con un braccio, lei lo fissò sempre più confusa: quel tizio era pazzo? Però sembrava dicesse sul serio, magari poteva manipolarlo in qualche modo e aprirsi un varco per raggiungere i suoi compagni senza combattere. Si fece avanti ma mantenendo comunque le distanze: avrebbe potuto anche essere una trappola.
–Non sei obbligato a rimanere qua, se vuoi puoi andare dove ti pare- disse lei, lui abbassò un braccio e la guardò dritta negli occhi.
–Tu non cercherai di fermarmi se sparisco?– domandò.
–Certo che no, puoi fare quello che vuoi– rispose Alex facendo un finto sorriso, gli occhi del ragazzo si spalancarono di poco, poi voltò le spalle all'avversaria.
–Allora sparisco, non mi vedrai mai più– disse lui cominciando a camminare verso il piano più in basso, prima che qualcuno lo chiamasse tramite quello che doveva essere una lacrima per le comunicazioni portatile.
–Pronto?– rispose lui.
–Tarn, brutto idiota che non sei altro, perché gli intrusi sono riusciti a passare!?– gridò una voce femminile dall'altro capo.
–Scusa Kemi, ma io non voglio fare altro che sparire– rispose lui con tono apatico.
–Sparire un paio di palle! Siccome gli intrusi sono già passati assicurati che nessuno e dico nessuno esca vivo da qui, ci siamo capiti?– disse autoritaria, lui in risposta mugugnò una flebile e leggera affermazione prima di riattaccare. Si rimise in tasca l'oggetto e si voltò nuovamente in direzione di Alexis che ora aveva arretrato di qualche passo.
–Ti ringrazio per avermi dato la possibilità di sparire, ma a quanto pare non posso– disse inchinandosi cortesemente, lei aggrottò le sopracciglia e si mise in guardia.
–Almeno ci ho provato– affermò. Dal corpo di Tarn cominciò ad uscire una densa nube di nebbia che lentamente si espanse per tutte le scale.
–Nessuno deve uscire vivo di qui, però non voglio che tu mi veda, perciò se non posso sparire io... Allora sparirai tu– disse seriamente prima di svanire nella nebbia da lui creata. Alexis però utilizzò di nuovo l'aria per spazzare via la nube e quando individuò Tarn, gli scagliò contro una falce di vento che lo colpì in pieno petto, il nemico venne sbattuto contro la parete che si crepò all'impatto. Dopo pochi attimi si rimise in piedi e tornò alla carica impedendo la visuale ad Alexis che però usò la medesima tecnica per scoprirlo, questo accadde, due, tre, quattro volte, finché Tarn non si fermò irritato dalla situazione. Da calmo e pacato, il suo sguardo cominciò a trasmettere solo disprezzo, fastidio e rabbia, le sue mani cominciarono a tremare e le sue pupille divennero due minuscoli puntini neri.
–Non va bene, non va bene– disse guardandosi i palmi, poi cominciò a sfregarseli freneticamente uno contro l'altro, Alexis indietreggiò intimorita dal suo comportamento: quel tizio era completamente fuori di testa.
–Perché non vuoi sparire? Se non posso farlo io devi per forza farlo tu– disse con tono disperato e arrabbiato al tempo stesso, senza preavviso Alexis venne spazzata via da una nube di nebbia venendo scaraventata contro una parete, ma si rialzò immediatamente, Tarn non le diede il tempo di contrattaccare, con i suoi poteri la sollevò in aria e la sbatté violentemente avanti e indietro come se fosse un tappeto polveroso. Alex strinse i denti e velocemente raccolse l'aria attorno al suo palmo creando una specie di piccola arma bianca che utilizzò per fendere la nebbia attorno a lei e liberarsi dalla presa. Atterrò al suolo asciugandosi un labbro sanguinante: quella nebbia era diversa dall'inizio del combattimento, prima era semplicemente nebbia, ora invece sembrava che avesse assunto una propria consistenza, tanto da poterla tenere ferma e scaraventarla dovunque volesse, per questo non doveva assolutamente farsi colpire.
–Perché i tipi strambi li devo sempre beccare io? Una volta un tizio ubriaco, adesso questo– si lamentò scattando a destra per schivare un attacco nemico. Continuò a deviare ripetutamente i colpi che l'avversario cercava di infliggerle e intanto rifletteva: tutto sommato il potere di Tarn non era niente di particolare, anzi, paragonato a quello di Etan ad Ochidea era piuttosto banale, ma questo non significava che doveva abbassare la guardia. Con un movimento rapido spazzò via nuovamente quella nebbia che le impediva la visuale, individuando Tarn, di scatto avanzò nella sua direzione abbassandosi per entrare nella sua guardia e appoggiò i palmi sul suo petto, l'aria attorno a loro si mosse in un turbine potente e Alexis allargò le braccia catapultando Tarn verso l'alto, senza esitazione la ragazza si mosse cominciando a ruotare le braccia, le correnti attorno a lei cominciarono a cambiare, come se il vento che stava controllando avesse assunto una propria densità e ora potesse essere modellato a suo piacimento. Una colonna di aria compressa colpì Tarn in pieno schiacciandolo al suolo, gemette di dolore e sputò sangue sui gradini, prima di alzare, con fatica, lo sguardo e fulminare Alexis con un'occhiataccia, ma la ragazza non si fece intimorire e aggiunse sempre più pressione al colpo tentando di tenerlo a bada: in quella situazione Tarn non poteva usare il suo potere, la potenza dell'aria era troppo forte per permettere alla sua nebbia di uscire, ma non lo era abbastanza per sconfiggerlo o fargli perdere i sensi. Alexis accennò un sorriso: non era quello il suo obbiettivo, si guardò alle spalle vedendo alcune ombre avvicinarsi a loro lentamente, Tarn se ne accorse troppo tardi.
–Immagino che non abbiate forze, ma vi prego sbrigatevi a passare!– gridò la ragazza, alcune persone completamente nude si fecero avanti e lentamente uscirono uno alla volta dal piano sotterraneo, qualcuno si fermò a ringraziarla, altri invece avevano a malapena la forza di parlare. Tarn spalancò gli occhi.
–No! Kemi mi ha detto che non poteva passare nessuno, dovete fermarvi!– ma nessuno lo ascoltava, la maga fu attirata dalle profonde cicatrici sul corpo di quelle povere vittime e ne rimase sconvolta.
–Che cosa avete fatto a queste persone, cosa sono quei tagli?– chiese seria, ma Tarn non le rispose, continuava a venire schiacciato da quella pesante colonna d'aria e ad urlare sperando di impedire agli sconosciuti di lasciare il piano sotterraneo. Alexis si accorse che non aveva più la sua attenzione, avrebbe potuto fare qualcosa per sconfiggerlo, ma era impegnata a tenerlo fermo con quel diversivo, anche se non sapeva per quanto ancora avrebbe resistito: quella tecnica era molto potente e impediva a chiunque di muoversi, ma tutto aveva un prezzo, infatti le stava prosciugando una quantità enorme di magia e presto non avrebbe più saputo come contrastarlo. Stava cercando una soluzione, ma con tutte quelle persone alle sue spalle, trovarne una che non ferisse nessuno era davvero complicato. Si era allenata tanto nella settimana in cui avevano avviato le ricerche per trovare Velvet, come tutti i suoi compagni: il suo raggio d'azione era aumentato notevolmente, così come la potenza degli attacchi, in più riusciva a controllare con maggior precisione tutti i suoi elementi, e quest'ultima era la motivazione per cui in quello scontro voleva mettersi alla prova. La pressione della colonna d'aria si fece più debole e Tarn finalmente riuscì a rialzarsi e ad uscirne, anche se non senza qualche ferita. Fortunatamente le sue gambe avevano accusato l'attacco, lo capiva dal fatto che si muoveva più lentamente rispetto a prima, ma questo non gli impediva di usare la sua magia, infatti senza alcuna esitazione Alex partì scattando in avanti quando vide Tarn creare alcuni fasci di nebbia attorno al suo corpo, tanto fitti da farlo scomparire. Usò la medesima tecnica che aveva utilizzato in precedenza e spazzò via nuovamente quelle nubi con un colpo d'aria, ma questa volta esse scomparvero senza lasciare traccia del suo possessore. La ragazza rimase spiazzata e cominciò a guardarsi attorno tentando di individuarlo, ma qualcosa non andava: l'elemento che stava controllando in quel momento gli indicava che Tarn era praticamente ovunque attorno a lei, allargò gli occhi stupita e solo allora si accorse della leggera foschia che si era creata, ma era troppo tardi, questa si condensò alle sue spalle assumendo una forma irregolare che la scaraventò contro il muro dalla parte opposta, in seguito cadde rotolando rovinosamente sui gradini. Tossì e sputò sangue mentre si rialzava, i pazienti che si erano fermati lungo le scale rimasero immobili guardandosi attorno impauriti.
–Maledizione non fermatevi!– gridò Alex riprendendo a far soffiare raffiche di vento attorno a quelle persone per proteggerle da un eventuale attacco, ma l'obbiettivo di Tarn non era di certo quel gruppetto. Il nemico con il corpo tramutato nella sua stessa magia, avvolse Alexis in strati e strati di nebbia che assunsero la forma di una palla, come se la ragazza fosse stata intrappolata in un gigantesco bozzolo, lei cercava invano di spazzarli via, ma senza molti risultati: erano troppi e soprattutto, erano tanto fitti che dopo pochi secondi cominciò a non respirare più.
–Saresti dovuta sparire, quando te l'ho detto all'inizio di questa battaglia, ma a quanto pare hai scelto la via più dolorosa– la voce di Tarn riecheggiò nella piccola sfera creando un effetto acustico alquanto fastidioso.
–Credevi che quelle persone sarebbero state il mio obbiettivo? Forse, ma prima mi devo sbarazzare di te per riuscire a farli sparire uno ad uno. Però mi chiedevo una cosa: non capisco perché siete voluti venire qua per cercare la vostra compagna, voglio dire... È sparita senza di voi, non vi ha mai raccontato di sua sorella e a quanto pare ha cercato di mandarvi via quando l'avete ritrovata– disse Tarn, Alexis affaticata assottigliò gli occhi: come sapeva tutto questo?
 –In pratica non vi voleva tra i piedi, allora perché l'avete seguita? Una persona così è meglio perderla che rischiare la propria vita per riprenderla, perché tu e i tuoi compagni fate questo?– chiese il nemico incuriosito. Alexis però a causa della nebbia non riuscì a parlare, era tanto fitta che l'ossigeno non riusciva a trapassare il bozzolo esterno. Le venne subito in mente lo scontro con Etan: anche allora si era ritrovata in una situazione simile, se non fosse intervenuta Velvet a quelll'ora lei sarebbe all'altro mondo a causa dei fumi dell'alcol. Anche se inconsciamente, lei l'aveva tirata fuori da quel pasticcio, ma dopo quell'episodio, decise che sarebbe diventata più forte e in una sola settimana si migliorò e affinò le sue tecniche, fino a raggiungere un livello che non aveva mai superato prima di allora. Alexis si concentrò e cominciò a muovere le braccia in modo sinuoso, come se stesse mimando delle onde, i suoi capelli virarono al blu, così come i suoi occhi e infine mantenendo le stesse movenze portò le mani in avanti con i palmi rivolti uno verso l'altro, al centro di questi cominciò ad apparire prima una goccia d'acqua che poi si fece sempre più grande, in poco tempo l'ossigeno tornò a riempire i polmoni di Alex che sorrise soddisfatta.
–Cosa stai facendo?– chiese Tarn stupito sentendo che il suo corpo intangibile non era più sotto il suo controllo.
–La nebbia è composta di semplici particelle di acqua che sono troppo leggere per cadere a terra, ma resta sempre e comunque acqua, io sono la Signora degli Elementi, in pratica se tu sei fatto di acqua vuol dire che sei sotto il mio controllo– rispose ghignando, intanto Tarn per evitare che l'avversaria aggiungesse sempre più potere alla sfera che stava formando, si ritrasformò tornando in un corpo tangibile, ma quando alzò lo sguardo Alex non c'era più, si accorse della sua presenza solo quando un getto di acqua pressurizzata lo colpì in pieno viso facendolo roteare per poi cadere a terra.
–Voglio rispondere alla domanda di prima: perché stiamo facendo tutto questo?– disse risollevandolo da terra  e cominciando a sferzarlo di frustate di acqua.
–Primo: Velvet mi ha salvato la vita, sono in debito con lei; secondo: se si è comportata in quel modo deve avere un buon motivo, sicuramente una spiegazione ce la darà; terzo...– caricò indietro un palmo aperto con una sfera di acqua fluttuante, mentre Tarn ormai mezzo incosciente se ne stava a mezz'aria a causa dei colpi ricevuti.
–Noi siamo Phoenix's Ashes, lei è una di noi, si è caricata problemi e problemi sulle sue sole spalle per non farli gravare anche sui suoi compagni, ha sopportato la frustrazione e la rabbia per non essere riuscita a salvare sua sorella, che razza di compagni saremmo se non la aiutassimo in questa situazione...– allungò il braccio toccando il petto dell'avversario con la sfera liquida.
–... Quindi in sintesi la risposta alla tua domanda è: lo facciamo per Velvet!– esclamò, in seguito la sfera di acqua esplose infliggendo a Tarn un colpo terrificante, che lo fece cadere a terra tramortito accompagnato da una lieve pioggerellina.
–Ora puoi sparire se vuoi– disse Alex lasciandosi cadere in ginocchio esausta. In quell'istante qualcuno arrivò dal piano superiore correndo in tutta fretta, la ragazza si voltò e rimase confusa quando incrociò quello sguardo.
–Tecla?– domandò.

 
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Priscilla si rialzò mettendosi in ginocchio in un corridoio buio e imprecò cercando di togliersi quella sostanza appiccicosa di dosso: i suoi occhi ancora non si erano abituati perciò le sembrava di essere all'interno di una gigantesca scatola completamente nera.
–Ah, ma che schifo, si può sapere che diavolo è questa cosa?– si chiese guardandosi le mani orripilata.
–Oh che peccato, io pensavo di aver preso il tizio con i capelli argento– si lamentò una voce femminile nell'ombra, Priscilla scattò in piedi mettendosi in posizione di combattimento e armandosi con la sua armatura di cuoio.
–Beh la pesca ti è andata male a quanto pare– ribatté la ragazza dai capelli celesti cercando di intravedere chi si celasse nell'ombra.
–Fa niente dovrò rimediare in qualche modo, se solo quell'idiota di Tarn non vi avesse fatto passare– sbuffò facendo qualche passo avanti e finalmente, anche se con fatica gli occhi di Priscilla riuscriono a distinguere la sua figura: era una donna abbastanza giovane, non troppo alta e nemmeno troppo prosperosa, i capelli erano blu scuro e tagliati molto corti, i suoi occhi color cremisi la fissavano da dietro un paio di occhiali spessi come due fondi di bottiglia, con uno sguardo da maniaca omicida. Portava un camice bianco di qualche taglia più grande di lei, si vedeva dal fatto che questo si allungava verso il basso accartocciandosi poi a terra in corrispondenza dei piedi, le maniche erano estremamente lunghe tanto da coprirle le mani e lasciare due moncherini vuoti e pendenti verso la fine, aveva una scritta lato cuore che citava una famosa formula "E = mc2". La donna allargò le braccia e fece un sorriso, che a causa delle ombre marcate sul suo volto, assunse una forma distorta e inquietante. Priscilla aggrottò le sopracciglia diffidente: non le piaceva per niente quella situazione, per non parlare del fatto che quella tizia era estremamente ambigua.
–Se ti arrendi subito prometto che non ti farò del male, o almeno non troppo– disse la ragazza dai capelli celesti.
–Ma sentila, qui l'unica che si farà del male sei tu, chi ti credi di essere ragazzina?– chiese la donna con fare di superiorità. Priscilla fece apparire venti biglie di ferro che scagliò contro la nemica.
–Io sono Priscilla, di Phoenix's Ashes– affermò fiera di quelle parole, la donna rise a squarciagola prima di sollevare una parete di uno strano liquido trasparente e intercettare tutte le biglie della ragazza, subito dopo queste cominciarono a sciogliersi emettendo uno sfrigolio e del leggero fumo grigio. Priscilla rimase stranita e strinse i pugni: sapeva che non avrebbe avuto vita facile, quindi doveva fare sul serio già dall'inizio.
–Ti piace? È acido cloridrico puro al 100%, dimmi che non ho un potere fantastico! Posso manipolare qualsiasi elemento puro del mondo della chimica, vedi questo acido in particolare è capace di sciogliere qualsiasi metallo esistente e ti spiego il motivo...– cominciò a parlare con termini e formule che Priscilla non capì, la sua espressione si tramutò in shock puro: la stava riempiendo di informazioni che il suo cervello non riusciva a cogliere e lo stava facendo con un entusiasmo fuori dal normale.
–... tutto questo è causato dal cloro che si lega con...– la donna venne interrotta bruscamente da Priscilla che aveva i nervi a fior di pelle.
–Hey tu, tizia strana, fermati subito, cosa credi che mi importi delle tue lezioni di chimica– disse, la diretta interessata smise di parlare.
–Mi chiamo Kemi, non tizia strana e comunque se vuoi rimanere ignorante fai pure, tanto non credo che riusciresti mai a capire– ribatté lei sventolando una manica in aria con un sorrisetto. A quelle parole Priscilla ebbe un brivido lungo la schiena e un tic nervoso all'occhio.
–Va bene ora mi hai stancato– affermò la maga.
–Che la luna si alzi in cielo– alcuni oggetti dietro di lei si sollevarono e scattarono in avanti cercando di colpire l'avversaria che però non si mosse, sollevò lo sguardo all'ultimo e aprì il suo camice rivelando decine di cinture legate al suo corpo a cui vi erano attaccate centinaia di boccette di vetro contenenti liquidi, sali e sostanze di diverso tipo, ognuno con un etichetta per il riconoscimento. Alcune di queste si aprirono e gli elementi all'interno fuoriuscirono mischiandosi nell'aria, subito dopo si formò una lastra di un materiale duro quanto l'acciaio a proteggerla. Priscilla non si fece intimidire e staccò alcune mattonelle dalle pareti e dal pavimento, alcune si spezzarono diventando come coltelli appuntiti. Kemi sogghignò sadica mentre mischiava elementi su elementi che in seguito cominciò a scagliare contro Priscilla, la ragazza tentò di proteggersi e nel mentre contrattaccare, ma la situazione era difficile, le sostanze che l'avversaria le lanciava contro, ogni qual volta venivano deviate, si espandevano e sparpagliavano dovunque andando ad intaccare la sua armatura con gocce che scioglievano il cuoio. Dopo poco tempo della sua protezione non era rimasto altro che un ammasso informe e scuro sul pavimento candido, lasciando la pelle scoperta e ustionata. Kemi rise di gusto.
–Cosa credi di poter fare contro di me? Sai solo sollevare oggetti e lanciarmeli contro, io invece posso pararmi con qualsiasi cosa io decida di creare e attaccarti con acidi che sciolgono qualunque cosa, e questo perché la chimica è fantastica!– esclamò, ma Priscilla ghignò.
–Lo so che i tuoi acidi sciolgono tutto, l'ho imparato a mie spese...– disse toccandosi un braccio ustionato.
–... Per questo ho usato le piastrelle di queste pareti per pararmi, il cuoio mi protegge almeno in parte da semplici e puri attacchi fisici, ma non da sostanze come quelle che usi tu– sollevò con la telecinesi quei pezzi di ceramica e Kemi sbarrò gli occhi stupita: erano completamente ricoperti di acido. Priscilla non perse tempo e immediatamente glieli scagliò contro, l'avversaria tentò di pararsi con una lastra come quella precedente, ma l'acido sui proiettili di ceramica la sciolsero lasciando campo libero, in questo modo alcune piastrelle appuntite la colpirono di striscio provocandole un bruciore intenso, la donna gridò di dolore.
–Facile divertirsi quando non sei tu a subire, fa male eh? Prova ad averlo in tutto il corpo– disse indicandosi: la maggior parte dei vestiti che indossava era ridotta a brandelli e le rimanevano addosso solo per miracolo, sotto ad essi la pelle aveva assunto in alcuni punti un colore rosso tendente al violaceo e alcune ferite che perdevano sangue, ma non le importava niente, tutto ciò che le interessava era concludere quello scontro in fretta. Kemi la guardò furibonda da dietro gli spessi occhiali.
–Non puoi usare i miei stessi poteri contro di me è scorretto– disse la donna, ma Priscilla sogghignò inclinando la testa e alzando un sopracciglio con fare di superiorità.
–E dove sta scritto che non posso? C'è forse un manuale di istruzioni su come combattere, io non credo, quindi stai zitta e non ti lamentare quattrocchi– ribatté, a quelle parole la nemica si infuriò come non mai e Priscilla accennò un sorrisetto sghembo: aveva fatto centro.
–Dimmi un'altra volta di stare zitta e ti sciolgo nell'acido muriatico– la minacciò squadrandola dalla testa ai piedi. Priscilla fece un passo in avanti mostrando un pugno chiuso.
–Che cosa aspetti allora? Sono qui davanti a te perché non ci provi– la incoraggiò a farsi sotto. Kemi non se lo fece ripetere due volte e immediatamente dalle sue boccette cominciarono a levitare una miriade di sostanze che subito dopo si unirono in un'unica soluzione, Priscilla non rimase a guardare e si diresse verso di lei a gran velocità. L'avversaria estrasse un fiammifero a cui diede fuoco e lo avvicinò a quella sfera liquida che si infiammò di una luce verde brillante che emetteva piccole scintille, in seguito la divise in tante piccole parti che circondarono Priscilla. La maga si fermò guardandosi attorno per poi spostare lo sguardo su Kemi che sogghignava divertita mentre si calava sulla testa una maschera antigas.
–Di le tue ultime parole perché tra poco non riuscirai neanche più a respirare– disse con tono divertito, Priscilla si guardò attorno.
–Che diavolo sono quegli affari?– chiese sprezzante.
–Il colore verde che vedi è causato dal rame, perché questo è cloruro rameoso, una sostanza nociva, esiste pure in forma gassosa, anche se con una struttura molecolare diversa. Il gas si espanderà in quest'area e per chi non indossa una specifica maschera sarà la fine, prima di tutto i tuoi occhi cominceranno a lacrimare e a gonfiarsi, in seguito il gas intaccherà la tua gola e le vie respiratorie che si contrarranno restringendosi, in poco meno di un quarto d'ora il tuo cuore smetterà di battere– spiegò allargando le braccia.
–E allora sarai tu a stare zitta– concluse ridendo sguaiatamente. Priscilla aggrottò le sopracciglia visibilmente in difficoltà.
–Vorrà dire che concluderò questo scontro prima che succeda– rispose decisa, tornò a sollevare oggetti e li scagliò contro Kemi che li schivò prontamente, lei subito dopo le lanciò contro due piccole sfere di vetro che le si ruppero addosso e a contatto con l'aria esplosero in una pioggia di schegge, alcune di esse si conficcarono nel corpo di Priscilla, lei strinse i denti decisa a continuare, scardinò una porta li vicino e la utilizzò come un frisbee, ma l'avversaria la distrusse con un potente acido e nel mentre contrattaccò con una fiammata dovuta ad una qualche reazione. Priscilla cominciava ad accusare gli effetti del gas, infatti gli occhi cominciarono a bruciarle e a gonfiarsi, tanto da non riuscire quasi più a tenerli aperti, in più stava cominciando a sentire un certo fastidio alla gola: quel gas ci aveva messo meno del previsto, ma non le interessava; in quel momento Velvet stava subendo un trattamento ben peggiore chissà dove lì sotto, ed era sicura che stava resistendo con tutte le sue forze, non poteva di certo essere da meno, in fin dei conti aveva deciso di diventare più forte dopo Orchidea, nessuno sarebbe accorso in suo aiuto in quel momento. In verità, non voleva nemmeno essere aiutata o avrebbe significato che non era all'altezza della sua promessa, doveva cavarsela da sola, doveva mettere in pratica tutto quello che aveva imparato in quella settimana di allenamento, non solo per se stessa, ma anche per Velvet . La ragazza dai capelli celesti venne investita da una folata di aria bollente che gravò sulle sue bruciature da acido già presenti sulla sua pelle, tentò di alzare lo sguardo e riuscì a vedere solamente un enorme muro di fiamme, riuscì a proteggersi giusto in tempo creandosi uno scudo di piastrelle, in seguito riuscì ad avanzare contrastando l'attacco nemico e una volta che fu vicina a Kemi caricò un pugno chiuso all'indietro, l'avversaria sbarrò gli occhi non aspettandosi una mossa simile: non credeva che lei fosse capace di combattere anche nel corpo a corpo. D'istinto la nemica cercò di pararsi alzando le braccia, ma non arrivò nessun colpo. Guardò verso il basso quando sentì il suono di un vetro rompersi: tutte le sue boccette contenenti le sostanze che portava addosso, erano state frantumate da cinque biglie di ferro. Abbassò le braccia stupita e fu allora che Priscilla con mano lesta le sfilò la maschera antigas mettendosela al posto suo. Il corridoio buio era illuminato solo da quei fuochi fatui verdi e in controluce si distingueva una leggera nebbia: cloruro rameoso. Esso si stava concentrando sempre di più aumentando la velocità dell'effetto nocivo, ma ormai Priscilla era salva.
–Come hai...– balbettò Kemi faticando a respirare.
–Io gioco sempre d'astuzia, ora non puoi più usare le tue sostanze perché non sono più pure da quando hanno toccato il pavimento, vedi di solito io parto a combattere con cinque biglie, ma questa volta ho iniziato con venti perché sapevo che eri una valida avversaria, non avrei mai immaginato che mi sarebbero servite anche le altre cinque per rompere i tuoi contenitori– rispose, l'avversaria si inginocchiò in mezzo alle sue sostanze tossendo ripetutamente.
–Ma odio vedere degni avversari in questo stato– esordì infine allontanandosi, il pavimento tremò e si spaccò sotto i piedi della nemica sollevandola insieme ai suoi fuochi fatui, la nemica venne schiacciata contro il soffitto in una miriade di scintille verdi che si spensero poco a poco e poi il pavimento ritornò a terra con uno schianto. Kemi era incosciente e piena di scottature ovunque, mentre Priscilla si dirigeva verso la luce del corridoio principale con qualche ferita sanguinante.
–Dannazione, dovrò mandare il conto dei vestiti a Velvet, guarda come sono ridotta–

 
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Noite se ne stava seduto su di un albero con una gamba a penzoloni fissando l'orizzonte con sguardo annoiato, quando qualcosa da lontano attirò la sua attenzione, Demetra atterrò dall'alto accanto a lui in posizione eretta e le braccia incrociate, senza fare rumore alcuno, poi sospirò ridacchiando.
–Astuto– disse.
–Sono più di quanto ci aspettassimo– esordì il God Slayer, poi si voltò verso di lei guardandola con un sorrisetto apatico.
–Sicura di potercela fare?– chiese stuzzicandola con tono canzonatorio, lei non disse una parola, semplicemente afferrò il suo arco incoccando la prima freccia.
Fly my darling







ANGOLO AUTRICE:
Lo so, lo so mi volete picchiare!! Scusate se vi ho fatti preoccupare, mi avete scritto in 3/4 chiedendomi se avessi per caso abbandonato la storia... no ragazzi, non la abbandono la storia, neanche per sogno!!
Mi farò perdonare scusatemi veramente, ma il tempo per scrivere è veramente poco!!
Comunque sia ora sono qui, quindi non andate in paranoia!! Cosa ne pensate? Abbiamo visto i primi due combattimenti e si sono già conclusi! Rispetto ad Orchidea hanno fatto meno fatica, grazie all'allenamento di una sola settimana sono riusciti a raggiungere un nuovo livello di potenza! Vedrete anche gli altri non preoccupatevi! Fatemi sapere cosa ne pensate! prossimo capitolo il 29/30 maggio... si cercherò di essere puntuale! Alla prossima!!
Hola
Lu!
  
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