Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: MsLucry94    20/05/2021    0 recensioni
Albion e Onore sono il nome di una daga e una spada donate a una bambina dorniana con i capelli argentati e gli occhi viola da parte di due padrini speciali: Lewyn Martel e Arthur Dayne
Questa storia parlerà di Game of thrones da prima della Ribellione di Robert alla fine della serie ma dal un punto di vista diverso. Quello di una bambina.
Si vedranno tutti gli avvenimenti principali e spero che possa piacere
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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La battaglia diventa subito caotica. Nessuna delle due parti sembra surclassare l’altra, ma il momento di stallo purtroppo dura poco. Dura poco finché la parte sinistra non viene letteralmente falciata dall’avanzata delle truppe del Nord guidate dal vessillo del metalupo grigio. Sono troppo distante e occupato per vedere bene quello che sta succedendo, ma purtroppo mi accorgo di quando Jonothor viene tirato letteralmente giù da cavallo e ucciso a fil di spada da un uomo del Nord. Quando me ne rendo conto mi devo fermare per un momento, per non farmi sopraffare dalla disperazione. Jonothor era un mio confratello giurato e un grand’uomo, non meritava sicuramente la morte, ma almeno è caduto combattendo spada in mano, spero solo contro un avversario che si rispetti. Mi giro di nuovo verso il mio versante della battaglia, non posso farmi distrarre da quello che fanno gli altri, se no rischierei di essere ucciso anche io. Nel girarmi però, vedo per una frazione di secondo quello che sta succedendo nello schieramento centrale del nostro esercito. Vedo ser Barristan che si sta facendo largo tra le fila nemiche uccidendo chiunque incroci la sua strada con una furia incredibile. Rhaegar è lì vicino ed anche lui si dà da fare e intanto cerca di arrivare direttamente a Robert Baratheon. Mi ha spiegato che il suo piano è sempre stato quello di arrivare allo scontro diretto uno contro uno fra loro due, anche per evitare inutili morti. Glielo avrebbe anche proposto come alternativa a tutto questo se il capo dei ribelli si fosse degnato di parlamentare. Solo una notizia ci è stata riferita sul capo dei ribelli. A quanto ci è stato riferito Robert Baratheon non si definisce più un ribelle contro la tirannia di casa Targaryen, ma ha addirittura annunciato la sua pretesa al trono. Per giustificare questo, i ribelli asseriscono, purtroppo giustamente, che lord Baratheon ha effettivamente sangue Targaryen. Sua nonna in fondo era una delle figlie di Aegon V, il bisnonno di Rhaegar. La battaglia continua ed è sempre più impegnativa. La nostra parte dell’esercito è stata schierata contro la parte di esercito ribelle che fa capo a lord Arryn ed i cavalieri della Valle sono famosi per essere tra i migliori guerrieri di tutti i Sette Regni. Li guida direttamente Jon Arryn con una furia e un ardimento veramente ammirevole, se non fosse che siamo avversari. All’inizio sembrava che dovessimo riuscire a trionfare, almeno dal nostro lato della battaglia. Con una buona manovra a tenaglia ero riuscito a mettere alle strette la maggior parte degli uomini della Valle, ma poi è stato lo stesso Jon Arryn a mandare in fumo tutto. È un uomo previdente e la sua strategia è stata perfetta. Ha aspettato che ci inoltrassimo nelle sue fila abbastanza da essere separati dal resto dell’esercito prima di prenderci da dietro con il grosso del suo esercito. Da tutto questo è venuta fuori una mattanza dei miei uomini che mi ha lasciato interdetto. Avevo sottovalutato nettamente il mio avversario e questo ha portato alla nostra sconfitta. Sono ferito in maniera piuttosto seria ad un fianco e non riesco più a respirare bene, ma non posso abbandonare i pochi uomini che mi sono rimasti. Dobbiamo provare il tutto per tutto per dare la possibilità al resto dell’esercito di poter ancora vincere, ma mi rimangono veramente pochi uomini. Dei diecimila che eravamo all’inizio, ne saranno rimasti poco più di un centinaio ed io non ho potuto fare nulla per evitare questa carneficina. La strategia messa a punto con Rhaegar è andata in malora quasi subito ed io ho dovuto improvvisare. Non è stato difficile pensare ad un piano azzardato e la consapevolezza della devastante sconfitta inflitta alla parte sinistra del nostro esercito mi ha dato lo sprono ad attuare una manovra avventata e con poche possibilità di successo e adesso abbiamo fallito, la nostra strategia è fallita e sono morti quasi tutti i miei compagni. Li ho visti cadere uno dopo l’altro senza che potessi fare nulla per evitarlo. Sono rimasto ferito più volte durante una delle tante cariche della cavalleria della Valle e ormai sento le forze che mi abbandonano. I miei pensieri vanno presto a Nymeria. Le ferite sono molto gravi e solo un intervento tempestivo di un maestro mi potrebbe salvare a questo punto, ma questo vorrebbe dire abbandonare tutti quegli uomini che si sono battuti con me e io non lo posso fare. Finché avrò forza in corpo non abbandonerò mai il campo di battaglia, succeda quel che succeda. Nel momento stesso in cui lord Corbray cade sotto i colpi di spada di uno dei pochi uomini che mi sono rimasti, per un attimo penso che non tutto sia ancora spacciato. Sono al limite delle forze e non sono sicuro di arrivare a vedere un altro giorno, la ferita al fianco è veramente molto grave, ma la caduta di lord Corbray ridà alla nostra parte di esercito un minimo di vitalità. Lui e la sua spada in acciaio di Valyria, Lady Forlon, hanno fatto danni incommensurabili sul campo di battaglia e senza sarà tutto un po’ più facile, o almeno era quello che credevo finché non vedo il figlio minore di lord Corbray, ser Lyn, la raccoglie ed uccide velocemente il dorniano che aveva ferito suo padre. Non contento lo vedo attaccare con tutti i suoi uomini verso il nostro contingente ormai decimato e puntare direttamente su di me. Non sono stupido, sono perfettamente consapevole di quale mossa ha in mente il giovane cavaliere, ma non posso fare molto per impedire l’inevitabile. Non posso pensare minimamente di sconfiggere un nemico che ha almeno venti anni di meno, armato con una spada di acciaio di Valyria e ferito in maniera quasi mortale. Sarebbe uno scontro impari anche se non fossi ferito così gravemente, ma in queste condizioni è proprio uno scontro impossibile. Ma non posso fare altrimenti… Il mio ultimo pensiero va alla piccola Nymeria, che non potrò più veder crescere e diventare la bellissima donna che promette di diventare, di non poterla portare all’altare nel momento del suo matrimonio, di non prendere in braccio i suoi figli, di tutte quelle cose che mi perderò, ma poi impugno con più vigore la mia spada e vado incontro al mio destino a testa alta, senza rimpianti. Questo è il mio dovere ed io lo compirò fino alla fine, con onore. In un momento di calma guardo quello che sta succedendo alle altre sezioni del mio esercito, e quello che vedo non mi piace per niente. La parte sinistra sembra in rotta contro l’avanzata dell’esercito del Nord e nella parte destra, dopo un iniziale stallo, l’avanzata dell’esercito della Valle mette in rotta quei pochi uomini che sono rimasti. Mi ha fatto impressione vedere quanti pochi uomini sono rimasti ancora in piedi e penso alla carneficina che deve essere toccata loro. Sapevo dalle spie che quella era la parte più rinforzata e meglio armata dell’esercito nemico, anche per la presenza dei cavalieri della Valle, ma avevo pensato che mettergli davanti i soldati dorniani comandati direttamente da Lewyn avrebbe compensato almeno in parte i danni che avrebbero potuto fare i cavalieri nemici. Adesso mi rendo conto del mio sbaglio, ma sono altrettanto sicuro che nessun altro avrebbe potuto fare di meglio. Le lance lunghe dei soldati dorniani hanno tenuto a distanza per quanto hanno potuto i cavalieri nemici, ma alla fine quelle si sono spezzate e i nemici sono arrivati allo scontro alla spada, dove hanno avuto gioco più facile. Non riesco a vedere che fine abbia fatto Lewyn, ma spero che stia bene. Non è più un ragazzino e una battaglia così lunga ed impegnativa non è semplice da sostenere per lui. Ad un certo punto lo noto in mezzo alla battaglia, in sella al suo destriero bianco, alto e fiero, ma con una ferita terribile al fianco, che si nota anche da questa distanza e con l’armatura ancora indosso. Armatura che ormai non è più bianca come dovrebbe ma direttamente rossa di sangue. Non capisco come mai non si sia fermato dopo essere stato ferito in questo modo, quelle ferite non sono banali e immagino che se ne sia accorto anche lui, lui che predica sempre il non nascondere le ferite ricevute perché non si aggravino ancora di più, è arrivato a mettere a repentaglio la sua vita solo per non abbandonare quei pochi uomini che gli sono rimasti. Ha dato veramente prova di enorme coraggio, coraggio che purtroppo non gli serve a nulla contro un cavaliere che non riesco a distinguere. È solo un attimo, vedo Lewyn impugnare con ancora più determinazione la spada e prepararsi allo scontro. Scontro che dura poco. Con Lewyn già ferito gravemente, il cavaliere avversario ha gioco facile e butta giù presto da cavallo il principe dorniano e quando lui non si rialza più per continuare lo scontro, capisco che la caduta deve averlo ucciso. Mi si appannano gli occhi e mi scende una lacrima. Lewyn è presente nella maggior parte dei miei ricordi e per molti versi è stato il padre che non ho mai avuto, ma soprattutto quella lacrima è per Nymeria, che aspetta fiduciosa il ritorno del padre alla capitale. Padre che non tornerà mai, se non come cadavere. Mi sento anche incolpa. Avrei dovuto fare di più perché Lewyn non si unisse a noi in questa battaglia. Doveva convincere mio padre a tenerlo alla capitale come Guardia reale, invece mi sono fatto convincere dai soldati dorniani che avrei avuto bisogno di lui ed adesso è morto. Ser Barristan, vicino a me in questo momento e anche lui ferito gravemente, abbassa per un momento il capo in segno di rispetto verso il confratello morto. - Principe, adesso rimaniamo solo noi! Lewyn e Jonothor sono morti in combattimento e le loro ali dell’esercito sono in rotta, spinte dai ribelli verso il bosco. – - Ne sono consapevole, ser Barristan. Facciamo in modo che le loro morti non siano state invane. – Ser Barristan china il capo in segno di rispetto e riprende a combattere con ancora più foga di quella di prima, ma le sue ferite iniziano a farsi sentire e non è più veloce come prima. Eccolo! Robert Baratheon, il capo di questa ribellione, che si staglia sul suo destriero marrone in mezzo alle acque del Tridente, circondato da molti soldati di Capo Tempesta. Non è ferito e il suo ghigno ha qualcosa di inquietante. Quando mi vede avvicinarmi fa in modo che tutti i suoi armigeri si facciano da parte. A quanto pare vuole sconfiggermi in singolar tenzone, uno contro uno, quello che era sempre stato il mio piano fin dall’inizio, se avesse deciso di ascoltarmi e di parlamentare ieri sera avremmo anche potuto evitare tutte le morti che ci sono state oggi. - Lord Baratheon, alla fine tutto questo si deciderà con una sfida tra noi due, da veri cavalieri. Se mi avesse dato modo di parlamentare avremmo evitato tutte le morti che ci sono state sul campo. – - Non osare neanche rivolgermi la parola, maledetto. Hai rapito e stuprato la mia futura moglie, non hai diritto a nulla miserabile. Te e tuo padre siete fatti allo stesso modo. Lui è un pazzo che arde vivo chiunque non gli vada a genio e tu sei pazzo allo stesso modo. – - Non intendo discutere delle azioni di mio padre in questo momento. – - Io non intendo discutere affatto con voi. Avete perso quel diritto quando avete rapito la mia Lyanna! – - Molto bene, lord Baratheon, non vedo alternative. Sarà un nostro scontro uno contro uno a decretare la fine di questa battaglia. – Robert Baratheon non mi fa quasi finire di parlare che si scaglia su di me con il suo martellone da guerra in mano, accecato da una furia cieca. Combattere spada contro martello da guerra non è il massimo, soprattutto per chi è armato di spada, ma non posso farci nulla. Fossimo in un torneo questo non gli sarebbe stato permesso, ma adesso siamo in guerra e tutto è concesso in guerra. La battaglia è lunga e difficile. Io sono un cavaliere migliore, non ci sono molti dubbi a riguardo, ma combattere con un martello da guerra sta dando un vantaggio non da poco al mio avversario. Sono riuscito a ferirlo in maniera abbastanza seria in almeno tre occasioni, ma non sono mai riuscito ad affondare il colpo mortale perché dovevo nel frattempo sempre proteggermi dagli attacchi di quel maledetto martello. Ormai stiamo combattendo direttamente dentro il fiume e la cosa non è agevole, ma capisco troppo tardi che questo era uno stratagemma. Robert Baratheon ha fatto apposta a portarmi al centro del fiume per impedire al mio cavallo di scansare facilmente i suoi colpi. Ad un certo punto sento un dolore lancinante al braccio della spada e vedo tutto al rallentatore. Lo vedo alzare per l’ennesima volta il suo martello, il sorriso beffardo stampato sulle labbra e mirare perfettamente al centro del mio torace, dove fa sfoggio di sé il drago tricefalo di rubini della mia famiglia. È solo un attimo, ma è un attimo di troppo. Non sono in grado di difendermi per via del colpo precedente arrivato al braccio e vedo il pettorale della mia armatura andare in frantumi mentre cado all’indietro e i rubini che componevano il drago andare dispersi nella corrente del fiume. Sto morendo, me ne rendo conto in maniera quasi beffarda e il mio pensiero va subito alla sorte che capiterà alla mia famiglia. Con me muore anche la speranza che questa ribellione finisca in un nulla di fatto. Con questa sconfitta e la morte mia e dei membri della Guardia reale che erano con me, tutto viene meno. Penso ad Elia e a Rhaenys, preoccupato per quello che succederà loro quando la notizia di quello che è successo qui arriverà alla capitale e la paura prende il sopravvento. Vedo Robert Baratheon stagliarsi sopra di me, con il suo sorriso beffardo e, prima di chiudere gli occhi per l’ultima volta mi affiora alle labbra il nome della donna più importante della mia vita: - Lyanna. – Senza fare rumore e con gli occhi pieni di lacrime un ragazzino con i capelli argentati e gli occhi viola parte dal boschetto nel lato più a destra del campo di battaglia pronto ad eseguire l’ultimo ordine ricevuto da una persona morta, ripromettendosi di non fermarsi mai, per cercare di arrivare in tempo e dare le brutte notizie di cui è portatore. Non è stato difficile capire le indicazioni che il principe Lewyn gli ha dato per trovare la torre e non ha alcuna intenzione di mancare alla parola che ha dato all’uomo che è stato il mentore del suo zio preferito.
   
 
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